Home Blog Page 3269

La Corte di Cassazione stabilisce la natura privilegiata del credito Irap

0

La Suprema Corte di Cassazione con la sentenza 1° marzo 2010, n. 4861 si è pronunciata in materia di credito erariale da imposta regionale sulle attività produttive. In particolare la Corte ha accolto il ricorso presentato da Equitalia Polis s.p.a. per l’ammissione al passivo fallimentare in via privilegiata per l’IRAP.
La questione di fondo che si è posta la Corte era se l’Irap potesse essere considerata sostitutiva dell’Ilor. A ben vedere un’analisi superficiale avrebbe portato a conclusioni affrettate e riduttive: unico punto in comune tra le due imposte il fatto di essere locali. L’Ilor, infatti, era un tributo di esclusiva competenza dello Stato sia nella fase di accertamento che di riscossione. Si trattava, inoltre, di un’imposta diretta e reale che andava a colpire il reddito di fonte patrimoniale ossia tutti quei redditi che erano caratterizzati dal “concorso alla loro produzione di un certo patrimonio (quindi indice di capacità contributiva), senza tenere alcun conto, per la sua applicazione alle varie categorie di reddito, della situazione personale o familiare del contribuente”[1].
Nell’ambito del riordino della finanza locale il Governo istituì l’IRAP, quale imposta di tipo reale, che colpisce tutte le attività produttive esercitate sul territorio regionale, sulla base del valore aggiunto prodotto e quale imposta che in se assorbiva il contributo per il servizio sanitario nazionale, il contributo per l’assistenza sanitaria ai pensionati, l’imposta locale sui redditi, la tassa sulle concessioni governative per l’attribuzione del numero di partita IVA, l’imposta straordinaria sul patrimonio netto delle imprese e la quota di contributo per l’assicurazione obbligatoria contro la tubercolosi. Il gettito di questa nuova imposta è riservato alle Regioni, infatti l’art. 1, co. 43, della L. 244/2007 ha sancito la natura di tributo proprio delle regioni.
Nel corso di questo decennio più volte la Corte Costituzionale è intervenuta in tema di IRAP al fine di stabilire la sua natura e le competenze legislative spettanti alle regioni. In tale circostanza è emersa la natura erariale e reale dell’imposta in quanto diretta a colpire le fonti di ricchezza di carattere patrimoniale; che per l’accertamento, la riscossione ed il contenzioso dell’IRAP si applica la medesima disciplina dell’ILOR . Questo significa che costituiscono la “ragione del credito” tutti i crediti individuati dell’art. 2752 c.c. tra i quali anche quelli IRAP. La ragione di ciò, secondo i giudici, è da ritrovare nell’art. 53 della Costituzione ossia nel dovere che “tutti i cittadini sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”. L’obbligo di concorrere alle spese è dettata dalla fondamentale esigenza di reperire i mezzi necessari per consentire allo Stato ed agli altri enti pubblici di poter assolvere i loro compiti istituzionali.
Dal ragionamento della Corte, anche nell’Irap va riconosciuta una componente reale. Inoltre per l’accertamento, al riscossione ed il contenzioso dell’Irap si applica la medesima disciplina dell’Ilor; che come si evince dal citato articolo 36 del D.Lgs. 446/1997 è dal momento che il presupposto impositivo è costituito «dal valore aggiunto conseguito dall’esercizio abituale di un’attività autonomamente organizzata diretta alla produzione e alla scambio di beni o alla produzione di servizi».
L’applicazione della medesima disciplina ai due tributi ha permesso di individuare gli stessi privilegi ex art. 2752 c.c. dell’Ilor -ormai abolita- all’IRAP.
Questa esigenza richiede che gli enti pubblici “possano fare affidamento in tempi brevi su una consistente entità di risorse finanziarie, la cui riscossione deve essere certa, donde la necessità di attribuire il privilegio in questione alle imposte” come l’IRAP.
Ed ancora i giudici di Cassazione dispongono che le società di riscossione hanno diritto ad essere rimborsate anche delle spese sostenute per l’ammissione al passivo del fallimento. Questo perché il fisco non è un creditore qualunque, l’organizzazione alla riscossione richiede dei costi da sopportare e problemi di stabilire da chi debbano essere sopportati. Inoltre considerato che la disciplina della domanda di ammissione al passivo fallimentare è contenuta nei medesimi testi normativi che disciplinano l’esecuzione forzata e che prevedono il rimborso delle spese relative alle procedure esecutive, ce la procedura concorsuale assolve nei confronti della massa dei creditori la medesima funzione che la esecuzione su singoli beni del debitore assolve nei confronti di un singolo o più creditori, deve esserci lo stesso trattamento per il rimborso delle spese che il concessionario incontra per il recupero della somma iscritta a ruolo e per l’ammissione al passivo di un fallimento.
Questa pronuncia della Corte è destinata ad avere un impatto importante per l’erario, in quanto assicura alle casse dello Stato per i contenziosi fallimentari sui crediti Irap maturati in epoca precedente al 2 ottobre 2007 un gettito più alto per tale imposta ed al rimborso delle spese sostenute dall’esattore per l’ammissione al passivo.
(Altalex, 2 aprile 2010. Nota di Mariella Orlando)
Fonte: http://www.altalex.com/index.php?idu=143290&cmd5=ac265b1bc42e01dbe234216e9f6c78ee&idnot=49894

Solar days 2010, here comes the sun

0

E’ questo ritornello che annuncia la terza edizione italiana dei Giorni del Sole. Anche quest’anno, dal 1 al 16 maggio, la campagna di informazione sugli impieghi dell’energia solare, supportata dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma Intelligent Energy Europe, sta interessando enti locali, scuole, organizzazioni ambientaliste, azien… ttivi. L ’Agenzia di euro-progettazione per lo Sviluppo e l’Integrazione Europea Es-Com (Esprit Communautaire), coordinerà un gruppo di euro progettisti con il “pollice verde” che realizzeranno iniziative solari in tutta Italia, coinvolgendo istituzioni, associazioni e sponsor sensibili alla tematica, attivandosi con entusiasmo nel proprio territorio di riferimento. L’aspetto peculiare degli eventi in programma si manifesta nell’attenzione dedicata alle nuove generazioni, nella divulgazione dei vantaggi ottenibili grazie all’utilizzo della fonte energetica solare, nella promozione di comportamenti virtuosi che favoriscano la realizzazione di progetti di sviluppo sostenibile in campo ambientale e nell’attività di informazione sull’esistenza di finanziamenti e forme di incentivazione a livello nazionale, regionale ed europeo. http://www.europeansolardays.it/blog/

Licenziamento illegittimo: risarcimento danni e cassa integrazione guadagni

0

La sentenza in esame prevede che in caso di licenziamento illegittimo del lavoratore, il risarcimento del danno spettante a quest’ultimo a norma dell’art. 18 legge n. 300 del 1970, commisurato alle retribuzioni perse a seguito del licenziamento fino alla riammissione in servizio, non deve essere diminuito degli importi eventualmente ricevuti dall’interessato a titolo di cassa integrazione guadagni.
Anzi, la pronuncia ha affermato e ribadito che il cd. aliunde perceptum non riguarda qualunque somma che il lavoratore abbia percepito dopo la illegittima cessazione del rapporto di lavoro, ma esclusivamente gli importi la cui corresponsione sia in qualche modo collegata al mancato svolgimento della prestazione lavorativa e che pertanto incidano, limitandolo o eliminandolo, sul danno provocato dalla corrispondente mancata percezione della retribuzione. Le somme percepite dal lavoratore ingiustamente licenziato a titolo di trattamento previdenziale e pensionistico non sono in alcun modo ricollegabili al licenziamento illegittimamente subito, atteso che il diritto al pensionamento discende dal verificarsi di requisiti di età e di contribuzione stabiliti dalla legge, e si sottraggono pertanto all’operatività della regola della “compensatio lucri cum damno”, con la conseguenza che le relative somme non possono configurarsi come un effettivo incremento patrimoniale del lavoratore detraibile dall’ammontare del risarcimento del danno dovuto dal datore di lavoro, in quanto la sopravvenuta declaratoria di illegittimità del licenziamento, facendo venir meno il presupposto del pensionamento, travolge ex tunc lo stesso diritto dell’assicurato alla prestazione previdenziale e lo espone all’azione di ripetizione dell’indebito da parte del soggetto erogatore della pensione. La regola della c.d. “compensatio lucri cum damno”, d’altra parte, non può configurarsi neanche allorchè, eccezionalmente, la legge deroghi ai requisiti del pensionamento, anticipando, in relazione alla perdita del posto di lavoro, l’ammissione al trattamento previdenziale, sicchè il rapporto fra la retribuzione e la pensione si ponga in termini di alternatività, nè allorchè il medesimo rapporto si ponga invece in termini di soggezione a divieti più o meno estesi di cumulo tra la pensione e la retribuzione, posto che in tali casi la sopravvenuta declaratoria di illegittimità del licenziamento travolge “ex tunc” il diritto al pensionamento e sottopone l’interessato all’azione di ripetizione di indebito da parte del soggetto erogatore della pensione, con la conseguenza che le relative somme non possono configurarsi come un lucro compensabile col danno, e cioè come un effettivo incremento patrimoniale del lavoratore.

(Altalex, 26 aprile 2010. Nota di Rocchina Staiano)
Fonte: http://www.altalex.com/index.php?idu=143290&cmd5=ac265b1bc42e01dbe234216e9f6c78ee&idnot=49864

Fondo nazionale innovazione: c’è tempo fino a luglio

0

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha fissato al 15 luglio, ore 17, il termine definitivo, per la presentazione delle proposte per accedere al fondo nazionale per le imprese innovative.
La misura ha l’obiettivo di individuare uno o più soggetti autorizzati allo svolgimento dell’attività creditizia per la realizzazione di portafogli di finanziamenti da erogare alle piccole e medie imprese a fronte di progetti innovativi basati sull’utilizzo economico di brevetti.
Il Fondo Nazionale per l’Innovazione, promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico, ha una dotazione pari a circa 60 milioni di euro e l’obiettivo di sostenere i progetti innovativi basati sull’utilizzo economico dei titoli della proprietà industriale. Sono previste due macroar ee di intervento: il finanziamento del debito (37,5 milioni di euro) e il capitale di rischio (20 milioni di euro).

Salento. Salviamo le torri costiere per costruire un percorso turistico

0

Percorrendo le due litoranee che circondano le coste adriatica e ionica salentine che confluiscono in quel di S. Maria di Leuca, ritroviamo a distanza di pochi chilometri una dall’altra una successione di almeno 57 torri d’avvistamento che nel tardo medioevo (anche se alcune fonti parlano di alcune come sorte già nell’età normanna) e sino al tempo dei borboni, costituivano il primo baluardo difensivo costiero dei regni meridionali contro i nemici che nei secoli attaccarono la Terra d’Otranto.
Costruite in punti strategici e spesso alla sommità di precipizi sul mare o all’estremità dei piccoli promontori costieri detti volgarmente “punte”, al fine di consentire di avere la migliore visuale possibile anche verso l’orizzonte, per poter lanciare tempestivamente e nel modo più efficace possibile gli eventuali segnali di allarme sia da una fortificazione all’altra che verso l’entroterra, purtroppo oggi a causa del tempo, delle intemperie, dei caprifichi, dei vandali, e soprattutto dell’indifferenza storica di alcuni amministratori o dei privati che le hanno possedute, appaiono almeno in parte, in stato d’indecoroso abbandono ed alcune rischiano di essere irrimediabilmente cancellate dalla nostra storia.
Sono stati rari, infatti, gli interventi di recupero ed addirittura alcuni recenti restauri che per non enfatizzare definiremo poco accorti, purtroppo hanno snaturato il prospetto di alcune di queste preziose testimonianze del passato in nome di una poco comprensibile esigenza di funzionalità.
Giuseppe Alessio, capogruppo di maggioranza nel consiglio comunale di Tiggiano, proprio ieri ci faceva notare che sulla piccola porzione di costa del suo comune è collocata in una posizione incantevole per altezza e bellezza del luogo, Torre Nasparo risalente al 1565, durante la dominazione spagnola, purtroppo anch’essa ricoperta da caprifichi e piante che lentamente ma incessantemente aiutati dai fenomeni atmosferici la stanno sgretolando.
Ritiene, quindi, Giovanni D’AGATA componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori che sia giunto il momento di avviare una campagna regionale di recupero di questi monumenti sul mare al fine di costruire un percorso turistico unico nel suo genere sulle litoranee adriatica e ionica.
Per queste ragioni, lo scrivente si farà promotore presso il neo – assessore Lorenzo NICASTRO che ha anche delega al “Demanio Marittimo”, di un’opera d’intervento immediato al fine di reperire anche le risorse necessarie per garantire la salvaguardia di un frammento importante del patrimonio storico – culturale del Salento.

Giovanni D’AGATA
Componente del
Dipartimento Tematico Nazionale
“Tutela del Consumatore”

Netgear, connetteremo tutte le Pmi a Internet

0

Quando parla della strategia che ha pianificato per il nostro Paese, Patrick Lo, Ceo di Netgear, esprime un concetto chiaro, che non permette errate interpretazioni: essere il fornitore di riferimento dei prodotti di rete per tutte quelle imprese che hanno un massimo di 100 dipendenti. “In Italia, sul settore delle piccole e medie imprese, siamo già il numero uno nei segmenti degli switch, del Wi-fi e dei Nas – afferma Lo – e ora vogliamo raggiungere la prima posizione come fornitore globale di soluzioni di rete”.
Anche se non fa esplicitamente nomi, lo fa chiaramente capire di avere in testa un’idea precisa: seguire la strada che ha percorso “quell’azienda che è oggi sinonimo di networking. Noi ci rivolgiamo esclusivamente alle imprese di piccole e medie dimensioni, ma con una gamma di prodotti in grado di soddisfare realmente ogni tipo di esigenza. La nostra missione è di connettere le masse a Internet”.
Non usa giri di parole quando parla dei concorrenti e dice che li vede a una certa distanza. E’ un’affermazione che scaturisce dalla consapevolezza “di avere in casa tutti i mezzi necessari per raggiungere gli obiettivi prefissati. I prodotti li facciamo direttamente noi e utilizziamo standard open. Questo ci permette di avere prezzi particolarmente aggressivi e anche di essere molto dinamici”.
Fonte: http://lazio-side.it/attualita/news/netgear-connetteremo-tutte-le-pmi-internet.html

Cianfoni (Fai Cisl): il giusto valore al lavoro dipendente

0

Intervento del Segretario Generale Fai Cisl all’Assemblea di Confagricoltura

Il Segretario generale della Fai Cisl Augusto Cianfoni, nel suo intervento ai lavori dell’Assemblea di Confagricoltura del 6 maggio scorso, dove ha partecipato il Ministro dell’Agricoltura Galan, ha sottolineato come sia stato dato al lavoro dipendente, a differenza di quanto avvenuto spesso in passato, il valore che merita.
“Si è vista plasticamente – dichiara Cianfoni – l’importanza del lavorare insieme senza collusioni, ognuno esercitando la rappresentanza degli specifici interessi”.
“L’impresa meglio strutturata,- continua Cianfoni – con sinergie di filiera, con l’associazionismo può trovare le condizioni di una rinnovata competitività. La Pac e le politiche regionali devono sostenere e incentivare questi sforzi con aiuti condizionati a progetti di sviluppo realistici, a risultati verificabili e al rispetto delle leggi sociali e dei contratti di lavoro”.
“Per la prima volta da tempo – prosegue il Segretario generale – non abbiamo sentito parlare di voucher ed è una novità. Abbiamo invece ascoltato la richiesta delle aziende per una riduzione della contribuzione previdenziale, condivisa dal sindacato nell’Avviso Comune sottoscritto nel 2009”.
“Ci e’ piaciuta l’assenza – sottolinea Cianfoni – di demagogiche e gratuite certezze circa gli Ogm e il rapporto con i consumatori come pure il riferimento al prossimo rinnovo del Contratto nazionale degli operai agricoli e florovivaisti, appuntamento che speriamo ravvicinato e con risultati convenienti per imprese e lavoratori nella bilateralità e nella difesa del salario. Del ministro Galan abbiamo apprezzato la modestia e la dichiarata voglia di studiare i dossier agricoli senza pregiudizi e collateralismi per il confronto in Europa e nel Paese, dal nord al sud”.
“Le premesse appaiono buone – conclude Cianfoni – e la Fai darà il suo contributo di idee e di azioni coerenti a coniugare l’incremento della produttività e il valore delle retribuzioni. Non abbiamo mancato l’occasione per segnalare al neo Ministro il caso dei lavoratori degli Utb del Corpo Forestale dello Stato senza contratto da 4 anni. Ora dobbiamo chiedere al Ministro di ordinare la propria agenda per ascoltare ciascun protagonista del variegato mondo agroalimentare e costruire soluzioni condivise. Tra le priorità: il dossier saccarifero, quello del tabacco e dell’ortofrutta che coinvolgono interessi di decine di migliaia di persone tra agricoltori, industriali e lavoratori. Complimenti al Presidente Vecchioni per essere riuscito a mettere insieme la volontà di dialogo di un mondo tradizionalmente più diviso che articolato. E’ una premessa importante per concorrere tutti a quel new deal auspicato dalla Fai fin dal suo Congresso nazionale di Salerno”

Il traffico aereo incrementa a marzo, il vulcano lo blocca ad aprile (in inglese)

0

The International Air Transport Association (IATA) announced that March 2010 international scheduled air traffic showed continued strengthening of demand. Compared to March 2009, passenger demand was up 10.3%, while cargo demand grew 28.1%. Both are improvements from the 9.0% and 26.3% growth for passenger and freight demand recorded in February.

These are strong gains, but the data is being compared to March 2009, which was the low point for international air travel during the recession.  “March results show that the pace of the upturn is strong. But the trauma of the recession is not over. The industry has lost two years of growth, and passenger and freight markets are still 1% below early 2008 highs. Nonetheless, the pace of improvement, based on an improving global economic situation, is much faster than anybody would have expected even six months ago,” said Giovanni Bisignani, IATA’s Director General and CEO. IATA noted that the International Monetary Fund revised global GDP growth forecasts from 3.0% to 4.3% for 2010.

With a 78.0% load factor recorded in March, passenger load factors remain at record highs. While demand expanded by 10.3% in March, capacity increases stood at 2.0%, boosting the load factor and creating much tighter supply and demand conditions. Global capacity remains 3-4% below pre-crisis levels.

International freight markets are also experiencing tighter supply and demand conditions. The 28.1% improvement in demand outpaced the 5.3% capacity expansion in March. This drove freight load factors to 57.1% — the highest since November 2002 when international freight load factors stood at 58.8%.

International Passenger Demand
Regional demand patterns continue to reflect the asymmetrical nature of the economic rebound.

  • Asia-Pacific carriers posted strong demand growth of 12.6%, against a capacity expansion of 1.3%. The strength of the rebound in the region’s economies is supporting Asia-Pacific’s demand improvement. China’s economy grew by 11.9% in the first quarter while India’s economy is growing by 7.0%. There is also greater optimism for a return to economic growth in Japan.
  • European carriers posted traffic growth of 6.0%, considerably weaker than the global improvements, but better than the 4.0% growth in February.  This is the result of sluggish home economies and continuing high unemployment rates. European carriers reduced capacity by 0.8% compared to the previous year.
  • North American carriers posted a traffic growth of 7.8%, lagging the global average, although considerably improved from the 4.4% recorded in February.  Uncertainty over government budget cuts and tax increases is dampening demand for air travel, compared to other regions, particularly Asia-Pacific. North American carriers posted the highest load factor among the regions (81.6%) as a result of continuing careful capacity management.
  • Middle Eastern carriers recorded the strongest traffic growth at 25.9%. While economic growth of 5% in the region is supporting some of this increase, a large part is attributed to market share gains on long-haul markets, connecting passengers over Middle Eastern hubs. Load factors of 76.2% were slightly below the global average.
  • African carriers are now starting to see improving growth, having suffered market share declines for several years. During March, demand was up 13.6% and load factors grew to 67.4% for the month.
  • Latin American carriers posted the weakest growth of any region, increasing only 4.6% in March. This is in sharp contrast to February when the region’s carriers grew by 8.5%. The reduction is largely due to the impact of the earthquake in Chile.

International Cargo Demand

  • Global air freight is now within 1% point of recovering to its previous high point of early 2008. International air freight volumes shrank by over one quarter during the second half of 2008. The upturn in the business inventory cycle has almost eliminated that decline, although the upturn for international air freight has taken twice as long as the collapse.
  • Despite the sluggish US economy, North American carriers have seen an international freight rebound (+32.2%). Both export and import volumes are very strong in the emerging economies of Asia-Pacific (+34.1%) and in Latin America which recorded the strongest growth at 47.9%.
  • European carriers showed the weakest improvement in freight demand at 11.7%, largely due to the slow economic recovery in the region.

The strong traffic recovery is expected to show a dip in April as a result of the eruption of an Icelandic volcano in April that saw the shutdown of large portions of European airspace over a six-day period.  “European carriers were already showing the weakest recovery from the financial crisis through March. The volcanic ash crisis hit the weakest part of the industry the hardest. The majority of the US$1.7 billion in lost revenues was by Europe’s carriers. Passenger confidence is not affected and we expect a quick rebound. The combined impact of lost business and added costs will certainly hit the bottom line,” said Bisignani.

Arriva il quoziente di intelligenza anche per le città

0

Ci sono persone intelligenti, automobili intelligenti (vi dice niente la Smart?). Un po’ di tempo fa volevano addirittura convincerci che c’erano bombe intelligenti (in quest’ultimo caso, proprio non era vero, visti gli effetti). Oggi ci sono anche le città intelligenti, anzi ancora di più;  smart, furbe, sveglie. Sono quelle città che puntano su uno sviluppo equilibrato, sulla migliore qualità della vita, su spazi urbani vivibili e buoni servizi. Ogni persona nel suo quotidiano sperimenta l’importanza di fattori immateriali essenziali, che vanno oltre le pure e semplici opportunità di lavoro e la ricchezza presente su un territorio. Si sceglie una città perché possiede un elevato capitale sociale, ambientale e culturale.

Un buon posto per viverci e lavorare non è semplicemente un territorio con tante imprese, tante infrastrutture, tanti luoghi per lo shopping. Come nel  dipinto che raffigura la città ideale, simbolo del Rinascimento e dell’Umanesimo, le città smart cercano di riprodurre quei delicati equilibri che rendono un luogo piacevole e invitante, ben organizzato e nello stesso tempo stimolante e aperto alle innovazioni e alle idee.

Il marchio di città smart ha preso rapidamente piede negli Stati Uniti e in Canada e si sta diffondendo in Europa. Qui la rete di città smart potrebbe trovare il suo culmine in quanto gli antichi borghi medioevali e rinascimentali ben si prestano ad essere valorizzati e promossi in modo adeguato e intelligente. Formu PA, la manifestazione sulla pubblica amministrazione e sui servizi pubblici che si svolgerà dal 17 al 20 maggio a Roma), dedica a questo tema diversi approfondimenti ed eventi nel suo programma di quest’anno.

L’obiettivo è definire le caratteristiche che fanno di una città una vera e propria smart city. Le direttrici che caratterizzano questo “marchio doc” sono le seguenti: una mobilità sostenibile, dove sia possibile andare in bici, usare mezzi pubblici, avere possibilità di integrare i diversi mezzi di spostamento anche utilizzando risorse di infomobilità; attenzione all’ambiente, agli standard di verde pubblico, agli impatti ambientali che derivano dall’utilizzo di energia e di materie prime; poi una città smart è aperta al turismo e propone percorsi e itinerari che valorizzano i monumenti, i musei, l’architettura di qualità.

Infine si tratta di città che costituiscono delle vere e proprie economie della conoscenza basate sulle nuove tecnologie: aree tolleranti aperte a tanti stimoli, in grado di produrre aggregazione e circolazione di idee; infine una città smart mette al centro delle trasformazioni urbane l’obiettivo di migliorare la qualità e le condizioni di vita dei suoi cittadini.

Queste iniziative ci parlano di nuove traiettorie dello sviluppo; la competizioni urbana nel futuro sarà combattuta sul fronte della qualità dei servizi e del livello di intelligenza in grado di attrarre persone. E si sa, le città intelligenti attirano persone intelligenti producendo idee nuove, innovazione e saper vivere.

Autore: Marino Cavallo

Italiani primi in Europa per gioco d’azzardo

0

“Nei primi quattro mesi del 2010 si è registrato un aumento delle perdite legate alla dipendenza da giochi e scommesse del 12,3%. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sono stati lasciati sul tavolo da gioco circa 550 mln in più.” La conferma arriva da uno studio presentato oggi ad Aosta da Contribuenti.it che con Lo Sportello Antiusura monitora costantemente il fenomeno del gioco d’azzardo.
In Italia, il solo gioco legalizzato coinvolge circa 29 MLN di persone, di cui 7 MLN con frequenza settimanale, e sviluppa un fatturato di circa 54 MLD di euro. Ogni giocatore sottrae 1.860 euro l’anno all’economia reale, lasciandoli sui tavoli da gioco.
Anche il coinvolgimento dei minorenni è aumentato passando da 860 mila unità a 1,9 milioni.
In Italia, nonostante il gioco d’azzardo sia una dipendenza ufficialmente riconosciuta dalle comunità psichiatriche, non viene percepita come tale dallo Stato, al pari di altre dipendenze quali la droga o l’alcol.
Questo perché? Naturalmente la tassazione sui giochi serve a rimpinguare le casse del bel Paese.
La “tassa degli imbecilli” è una vera e propria tassazione legalizzata: metodo di riscossione argutamente inventato dagli imperatori romani è divenuto col tempo lo strumento più semplice e veloce per depauperare inconsapevolmente i contribuenti italiani, anche utilizzando lotterie “benefiche”.
Per arginare tale fenomeno, Contribuenti.it chiede misure restrittive nei confronti del gioco legalizzato, pari a quella sul divieto delle sigarette nei luoghi pubblici, la diminuzione dell’offerta di lotterie, il divieto del gioco d’azzardo on line, l’aumento della tassazione sulle vincite al fine di renderle meno appetibili.
“Lo scopo delle istituzioni è quello di educare i cittadini, proteggere la loro salute, mentale e fisica – afferma Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it, Associazione Contribuenti Italiani – non di certo quello di indurli a giocare al poker o ad indebitarsi con persone senza scrupoli. Per un reale rilancio dell’economia e per accompagnare il paese dall’uscita della crisi economica – conclude Carlomagno – i risparmi degli italiani dovrebbero entrare in circolazione nel mercato attraverso canali legali e produttivi e non lasciare che le perdite al gioco diventino prima fonte di entrate nelle casse statali.”