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Benzina: prezzi sfiorano 1,4 euro al litro

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La benzina alla pompa è sempre più cara. A seguito dei ritocchi verso l’alto delle ultime ore, infatti, un litro di benzina sfiora il livello di 1,4 euro, e rischia di innescare l’ennesimo salasso a carico degli automobilisti ma anche dei consumatori per effetto dei costi per il trasporto merci che poi si vanno a ripercuotere sul prezzi al dettaglio. Secondo la Federconsumatori, l’ennesima revisione verso l’alto dei prezzi è ingiustificata e frutto di speculazioni che scippano dalle tasche degli automobili, in media, ben 171 euro all’anno a causa di un persistente “sovrapprezzo” presente sui prezzi di benzina e diesel che non si spiega con l’andamento delle quotazioni del greggio.

Secondo l’Associazione dei Consumatori è ora che l’attuale Governo in carica sulla questione intervenga in maniera rapida ed incisiva; a tal fine, la Federconsumatori propone che vengano predisposti tre Decreti: il primo al fine di bloccare sul nascere ogni tentativo di speculazione sui prezzi dei carburanti da parte delle compagnie petrolifere.

Il secondo Decreto deve servire per dar vita ad un Commissione appositamente istituita per controllare l’adeguamento dei prezzi alla pompa in funzione delle quotazioni del petrolio sui mercati internazionali. Al riguardo, infatti, la Federconsumatori denuncia da tempo come l’entità e la tempistica dei rialzi dei prezzi sia sempre superiore a quella dei ribassi, spesso tardivi, e sempre irrisori.

Il terzo Decreto, infine, deve servire per liberalizzare nel nostro Paese un rete di distribuzione dei carburanti che è inefficiente, e che se non lo fosse garantirebbe una maggiore concorrenza e prezzi più bassi per l’utente finale, ovverosia per l’automobilista. Secondo la Federconsumatori, si può realmente partire con un liberalizzazione della rete aprendo il mercato alla distribuzione del carburante presso i grandi centri commerciali.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/benzina-prezzi-sfiorano-1-4-euro-al-litro/25835/

Fiat pensa a un clamoroso divorzio dall’auto

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Spin off di Fiat Auto dal gruppo Fiat ed eventuale quotazione in Borsa o fusione con Chrysler. È questo il tormentone che sta da qualche giorno girando tra i parterre di Borsa italiana e tra quelle europee, dopo le parole dell’Amministratore Delegato di Fiat Sergio Marchionne a Ginevra, e che sta spingendo al rialzo i titoli Fiat e Exor. Anche se una nota emessa dai vertici del gruppo, smentisce di fatto le ipotesi di stampa di un cda a marzo per un primo via libera all’operazione, che coinvolgerebbe sia Fiat ma anche Exor, perché quest’ultima controlla circa il 30% di Fiat Group che detiene il 100% di Fiat Auto.

L’idea eccita i mercati in questo periodo a secco di motivi su cui speculare, ma nonostante la smentita l’ipotesi non è poi così peregrina. Anzi, sembra nella natura delle cose che Fiat Auto prima o poi venga scorporata perché sarebbe una operazione intelligente. Voci parlano inoltre dell’intenzione della famiglia di alleggerire la sua posizione in Fiat Auto, e uno spin off seguito dalla fusione con Chrysler o da una quotazione in Borsa consentirebbe a Exor, la holding della famiglia Agnelli, una diluizione della partecipazione nel Lingotto.

L’integrazione con la Chrysler appare una operazione industriale logica e vantaggiosa, considerato che Fiat potrà salire oltre il 49% nella casa automobilistica Usa, una volta ripagato il debito con il governo statunitense. Ma l’operazione non precluderebbe una quotazione in Borsa di Fiat Auto. Secondo la valutazione di più analisti, infatti, una fusione potrebbe essere preceduta da una quotazione di Fiat Auto, oppure l’Ipo potrebbe seguire l’integrazione tra i due gruppi. Tuttavia un recente report di Mediobanca ritiene che lo spin off non sia prevedibile prima del prossimo anno.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/fiat-pensa-alla-separazione-dall-auto/25821/

Adempimenti contributivi Inps. 
La causale per la dilazione breve

Interessa i datori di lavoro che rateizzano, con modello F24, i versamenti previdenziali e assistenziali
PRCA è il codice per versare i contributi previdenziali e assistenziali dovuti dai datori di lavoro in modalità dilazionata breve (articolo 2 del Dl 338/1989). Ad istituirlo la risoluzione n. 19/E del 9 marzo.

Il nuovo codice (denominato “Aziende DM – Dilazione on line”) deve essere indicato, all’interno della sezione “Inps” del modello F24, nel campo “causale contributo” in corrispondenza delle somme esposte nella colonna “importi a debito versati”.

Vanno inoltre riportati: nel campo “codice sede” il codice della sede Inps competente a riscuotere i contributi versati; nel campo “matricola Inps/codice Inps/filiale azienda” la matricola Inps del contribuente; nel campo “periodo di riferimento”, il mese e l’anno di inizio del periodo di riferimento dei contributi da versare nella colonna “da mm/aaaa” e, in quella “a mm/aaaa”, il mese e l’anno di fine del periodo di riferimento.
r.fo.

Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/normativa-e-prassi/articolo/adempimenti-contributivi-inps-la-causale-la-dilazione-breve

Lotta alle false compensazioni:
controlli sempre più stringenti

Istruzioni operative per il recupero delle somme indebitamente utilizzate e per l’irrogazione delle relative sanzioni
Procede incessante la lotta alle false compensazioni. L’Agenzia delle Entrate detta ulteriori indicazioni alle strutture territoriali per rendere ancor più stringente l’attività di controllo, di recupero delle somme e di irrogazione delle sanzioni.

I riflettori sono puntati, in particolare, su determinate situazioni che, in seguito alla liquidazione automatizzata, sono risultate “anomale” agli occhi del Fisco. Si tratta della posizione dei contribuenti che dal 1° gennaio 2003 al 31 dicembre 2005 hanno presentato il modello F24 utilizzando importi a credito Iva, Irpeg/Ires, Irap, Irpef e relativa addizionale regionale per compensare importi a debito, ma tali crediti si riferiscono a un periodo d’imposta per il quale gli stessi non risultano dalla relativa dichiarazione o la dichiarazione è stata omessa.

Controllo e recupero
Nell’attività di controllo, gli uffici dovranno recuperare tutti i crediti inesistenti utilizzati in compensazione, compresi quelli per i versamenti Inps e Inail, e verificare anche le compensazioni effettuate in periodi diversi da quelli segnalati, provvedendo, se necessario, al relativo recupero. Se i crediti inesistenti sono stati utilizzati in più anni solari, va emesso un unico atto di recupero contenente tutte le indebite compensazioni. Non verranno colpiti gli errori formali commessi dal contribuente nella compilazione dell’F24 (ad esempio, nell’indicazione dell’anno di riferimento del credito che è stato riconosciuto dalla liquidazione automatizzata per un diverso periodo d’imposta).

Sanzioni
Per quanto riguarda le sanzioni, queste vanno riferite al totale del credito, a prescindere dall’imposta o contributo oggetto della compensazione. Bisogna poi tener conto delle nuove misure introdotte dal decreto legge 185/2008, in vigore dal 29 novembre 2008. Pertanto:
• per le violazioni compiute fino al 28 novembre 2008, la sanzione rimane quella del 30% sul totale del credito d’imposta utilizzato indebitamente
• per le violazioni compiute dal 29 novembre 2008, si applica la misura dal 100 al 200%
• per le violazioni compiute dall’11 febbraio 2009, la sanzione è del 200% in caso di crediti inesistenti di importo superiore a 50mila euro per anno solare.
In riferimento a tali sanzioni, nessuna possibilità di ricorrere alla definizione agevolata prevista dal Dlgs 472/1997 (articoli 16, comma 3, e 17, comma 2).
Alessandra Gambadoro

Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/attualita/articolo/lotta-alle-false-compensazioni-controlli-sempre-piu-stringenti

Pignoramento presso terzi. 
Il codice per versare le ritenute

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Va utilizzato in F24 per la trattenuta del 20% effettuata a titolo di acconto dell’Irpef dovuta dal creditore

E’ “1049” il codice tributo per poter versare, tramite il modello F24, le ritenute alla fonte operate sugli importi liquidati a seguito delle procedure di pignoramento presso terzi, se questi ultimi rivestono la qualifica di sostituti d’imposta. A istituirlo, la risoluzione n. 18/E del 9 marzo.

Il Dl 78/2009, infatti, ha stabilito che in caso di pagamento di somme (assoggettabili a ritenuta alla fonte) mediante pignoramento presso terzi, questi ultimi, se sostituti d’imposta, devono effettuare una ritenuta del 20% a titolo di acconto dell’Irpef dovuta dal creditore pignoratizio.

Il provvedimento direttoriale del 3 marzo ha poi delineato in modo specifico quali sono gli adempimenti di certificazione, comunicazione e dichiarazione del terzo erogatore, del creditore pignoratizio e del debitore (vedi “Sui pignoramenti presso terzi scatta la ritenuta d’acconto del 20%”).

Il codice tributo “1049” deve essere indicato, nel modello F24, all’interno della sezione Erario in corrispondenza delle somme esposte nella colonna “Importi a debito versati”. Nei campi “Rateazione/regione/prov/mese rif.” e “Anno di riferimento” vanno riportati, rispettivamente, il mese e l’anno ai quali si riferisce la ritenuta.
r.fo.

Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/normativa-e-prassi/articolo/somme-da-pignoramento-presso-terzi-pronto-il-codice-versare-le-ritenute

Nuove compensazioni Iva al via.
 L’Agenzia illustra il percorso

All’incontro hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni di categoria e degli ordini professionali
Presentazione “doc” delle nuove regole di utilizzo in compensazione orizzontale dei crediti Iva. A illustrarle stamattina a professionisti e associazioni di categoria è stata, infatti, l’Agenzia delle Entrate. L’incontro è stato convocato dalla stessa Amministrazione finanziaria, allo scopo di agevolare e assistere i contribuenti “nel cambiamento”, a pochi giorni dal 16 marzo, data a partire dalla quale le innovate modalità operative troveranno applicazione per i crediti, superiori ai 10mila euro, emergenti dalle dichiarazioni Iva presentate entro lo scorso 28 febbraio.

Compensazioni “controllate” al via
Per effetto di quanto previsto dalla manovra anticrisi del luglio 2009 (Dl 78/2009), a partire da quest’anno l’utilizzo in compensazione orizzontale dei crediti Iva, annuali o trimestrali, di importo superiore a 10mila euro può avvenire solo successivamente alla presentazione della dichiarazione o dell’istanza da cui gli stessi risultano. Se il credito Iva di cui si vuole fruire per abbattere imposte, premi e contributi è, poi, superiore a 15mila euro, i contribuenti hanno l’obbligo di richiedere l’apposizione del visto di conformità sulla dichiarazione o, in alternativa, per quanti sono vincolati al controllo contabile ex articolo 2409-bis del codice civile, la sottoscrizione della stessa da parte dei soggetti che compilano la relazione di revisione.

Chiaro intento delle novità normative è il contrasto alle compensazioni fraudolenti, nel cui ambito si inseriscono le disposizioni già introdotte con il Dl 185/2008. Disposizioni che hanno allungato i termini per la riscossione dei crediti inesistenti (consentendo che l’atto di recupero sia notificato entro il 31 dicembre dell’ottavo anno successivo a quello dell’indebito utilizzo), prevedendo, nello stesso tempo, una sanzione che va dal 100 al 200% del loro importo (sanzione fissata al 200% nell’ipotesi di utilizzo in compensazione di crediti inesistenti per un ammontare superiore a 50mila), nonché l’impossibilità di procedere alla definizione agevolata, con la riduzione a un quarto della sanzione.

Nello stesso solco, quello cioè di assicurare controlli efficaci, si inserisce l’obbligo, per i contribuenti in questione, di trasmettere gli F24 con crediti Iva superiori alle soglie sopra indicate esclusivamente attraverso i canali telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate (Entratel o Fisconline). Ciò vuol dire che le stesse deleghe di pagamento, anche se “accompagnate” dalla necessaria dichiarazione o istanza, saranno scartate se presentate, seppur telematicamente, collegandosi al sistema bancario e postale.
r.fo.
Fonte: http://www.nuovofiscooggi.it/attualita/articolo/nuove-compensazioni-iva-al-lagenzia-illustra-il-percorso

Iscriviti al gruppo “Webinar: la certificazione di Base ISIPM” e partecipa al seminario on line

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Filas, attraverso Lazio-Side, riprende l’attività di formazione con una nuova edizione gratuita di webinar (seminari on line fruibili via web) dedicata al Project Management. 

L’obiettivo del percorso formativo proposto è quello di descrivere in maniera sintetica gli elementi di conoscenza che sono necessari per acquisire la certificazione di base rilasciata da ISIPM, l’Istituto Italiano di Project Management.
I primi 20 iscritti al gruppo “Webinar: la certificazione di Base ISIPM” potranno partecipare a questa prima edizione che si terrà nel mese di Aprile.

Il percorso formativo è strutturato in 4 webinar di circa un’ora e 30 di didattica:
·Introduzione alla certificazione ISIPM e Conoscenze di Contesto; 
·Conoscenze Tecniche e Metodologiche;
·Conoscenze Manageriali di base;
·Conoscenze Comportamentali.
Gli altri interessati al percorso formativo, pur avendo la possibilità di iscriversi ugualmente al gruppo, verranno scaglionati in successive edizioni.
Ai partecipanti di ogni webinar, ISIPM (Istituto Italiano di Project Management) farà pervenire, via e-mail, un attestato di partecipazione valido ai fini dell’acquisizione PDU.

Il termine ultimo per iscriversi è mercoledì 31 Marzo 2010.
Fonte: http://lazio-side.it/attualita/news/iscriviti-al-gruppo-webinar-la-certificazione-di-base-isipm-partecipa-al-seminario-on-line.html

Ddl Lavoro: Confartigianato, disparità sui lavori usuranti

Riguardo ai lavori usuranti, ed ai relativi benefici di natura previdenziale, nel Ddl Lavoro, approvato nei giorni scorsi dal Senato, c’è l’inclusione dei lavoratori dipendenti mentre quelli autonomi sono rimasti tagliati fuori. Secondo la Confartigianato trattasi di una ingiusta ed inaccettabile disparità visto che di lavori usuranti ce ne sono anche nell’occupazione di tipo autonomo, e non si capisce perché tale definizione venga considerata solamente per l’occupazione dipendente.

Per il resto, la Confartigianato ha accolto con favore le altre norme del Ddl Lavoro: da quelle sull’apprendistato a quelle sulla giustizia del lavoro che proiettano l’Italia verso Leggi più moderne ed al passo coi tempi. Giorgio Guerrini, Presidente di Confartigianato, ha in particolare accolto con un plauso l’approvazione dell’apprendistato da far svolgere ai giovani in concomitanza con l’ultimo anno scolastico; in questo modo, infatti, potrà essere contrastato il fenomeno della dispersione scolastica che coinvolge decine di migliaia di ragazzi tra i 14 ed i 17 anni.

Per il numero uno dell’Associazione degli artigiani, infatti, è importante che con la nuova norma sull’apprendistato anche l’impresa venga vista come un luogo formativo al fine di conseguire una qualifica professionale ed evitare l’abbandono scolastico. Il giudizio è positivo anche per quel che riguarda le nuove norme sui processi in materia di lavoro, visto che nel nostro Paese i procedimenti giudiziari possono arrivare a durare fin oltre i quattro anni.

Anche il Presidente Giorgio Guerrini, infine, auspica che l’Esecutivo provveda in tempi brevi a mettere a punto una riforma degli ammortizzatori sociali sebbene nel comparto dell’artigianato, grazie alla Legge 2/2009, sia comunque possibile gestire aspetti e casi importanti del welfare contrattuale attraverso un sistema che risulta essere alternativo alla cassa integrazione.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/ddl-lavoro-confartigianato-disparita-sui-lavori-usuranti/25771/

Agricoltura e crisi, Cia scende di nuovo in piazza

Dopodomani, mercoledì 10 marzo 2010, la CIA, Confederazione Italiana Agricoltori, scende di nuovo in piazza per un sit-in nella Capitale, davanti alla Camera dei Deputati, per tornare a porre l’attenzione sull’allarme rosso che per l’agricoltura italiana è già scattato da un pezzo. La crisi economica, infatti, picchia duro anche in campagna, e per l’occasione gli agricoltori parteciperanno in massa per portare all’attenzione del Parlamento il fatto che i redditi di chi lavora la terra e gestisce gli allevamenti sono sempre più miseri, così come i costi sono opprimenti ed i prezzi all’origine in caduta libera oramai da diverso tempo.

Il settore agricolo, come se non bastasse, è inoltre messo alle corde da una vera e propria invasione di prodotti provenienti dall’estero, spesso “clonati” e “copiati” al fine di penalizzare gli agricoltori nostrani ed ingannare i consumatori con quelle che sovente sono delle vere e proprie truffe alimentari.

La Confederazione Italiana Agricoltori torna così in piazza dopo aver manifestato nel corso dell’approvazione della Legge Finanziaria 2010 che agli imprenditori del comparto ha dato risposte solo parziali ed insufficienti. Nel settore, tra l’altro, c’è quello orticolo e della produzione di piante e fiori che nelle ultime settimane ha dovuto far fronte, a causa delle gelate, a costi alle stelle per il gasolio al fine di riscaldare le coltivazioni in serra anche e soprattutto a causa della decadenza del beneficio dell’accisa zero.

Al sit-in nella Capitale, a Piazza Montecitorio, sarà presente anche Giuseppe Politi, Presidente della Confederazione Italiana Agricoltori, che presenterà agli esponenti del Parlamento un documento con tutta una serie di proposte finalizzate a dare sostegno e continuità ad un settore caratterizzato da tante imprese che rischiano seriamente di chiudere orti e stalle abbandonando le coltivazioni ed il bestiame.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/agricoltura-e-crisi-cia-scende-di-nuovo-in-piazza/25795/

Detrazione fiscale asilo nido, troppo bassa per Altroconsumo

Per quanto riguarda le spese annue per l’asilo nido, le famiglie italiane possono portare in detrazione nella dichiarazione dei redditi, dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), il 19% su un massimale di spesa pari a 632 euro all’anno per ogni figlio; trattasi, calcolatrice alla mano, di un importo, pari a 120,08 euro, che secondo l’Associazione sfiora il ridicolo visto che le famiglie per mantenere ogni anno un figlio in un nido spendono decisamente di più. Servirebbe, quindi, alzare il tetto massimo della detrazione in modo da agevolare le famiglie che fanno sempre più fatica a far quadrare il bilancio.

Al riguardo, l’Associazione dei Consumatori porta ad esempio il caso virtuoso della Francia, dove la famiglia per il figlio in un asilo nido può fruire di un credito di imposta pari a ben il 50% su un massimale di 2.300 euro e per figli di età inferiore ai sette anni. Nel nostro Paese, invece, come rivela un sondaggio effettuato da Altroconsumo interpellando le mamme, i posti nei nidi sono pochi e sono a peso d’oro, con la conseguenza che dopo la maternità la mamma deve far fronte a non poche difficoltà per poter tornare al lavoro.

Nel dettaglio, Altroconsumo ha interpellato oltre 2.000 mamme con figli di età compresa da 1 a tre anni, rilevando un disagio diffuso per quel che riguarda sia la carenza di posti disponibili, sia il costo troppo elevato che spinge molte neo mamme a neanche provare a cercare un posto in un nido per il proprio figlio.

Il 44% delle mamme intervistate, non a caso, ha messo in evidenza come la retta del nido incida così tanto sul bilancio familiare da causare sofferenza dal punto di vista economico; a conti fatti, quindi, in materia di asili nido, e non solo dal fronte fiscale, si può e si deve fare di più visto che garantire asili nido di qualità al giusto prezzo significa anche sostenere la natalità in un Paese come il nostro dove la popolazione tende sempre di più ad avere una crescente età media.

Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/detrazione-fiscale-asilo-nido-troppo-bassa-per-altroconsumo/25807/