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Napoli, giallo a Giugliano: 79enne trovato morto con ferita alla testa

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(Adnkronos) – Giallo in provincia di Napoli: un anziano è stato trovato morto in un vialetto privato. Il cadavere dell'uomo, 79 anni, con una ferita alla testa, è stato rinvenuto stanotte in via Staffetta a Giugliano in Campania. Incensurato, l'uomo è stato trovato privo di vita da alcuni passanti. Sul posto sono giunti i poliziotti del commissariato di polizia di Giugliano e un'ambulanza del 118, ma i medici hanno potuto solo constatare il decesso del 79enne. Sul caso è stata aperta un'inchiesta. Le indagini si concentrano sulla vita privata dell'anziano e su possibili screzi di natura personale.  —[email protected] (Web Info)

Ferrara, incendio in fabbrica plastica: almeno due operai feriti

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(Adnkronos) – Esplosione in una fabbrica di plastica a Migliarino, frazione di Fiscaglia (Ferrara). La deflagrazione ha provocato un incendio. Due operai sono rimasti feriti: sono stati trasportati in ospedale. Sul posto sono al lavoro i vigili del fuoco che stanno cercando di spegnare le fiamme. "Sentito il comando provinciale dei Vvff di Ferrara, si consiglia alla popolazione di Ostellato di restare all'interno delle proprie abitazioni con i vetri e le tapparelle chiuse fino allo spegnimento totale dell'incendio. Le attività dei cre all'aperto sono state sospese e i bambini si trovano all'interno delle strutture. Prestate la massima attenzione", scrive in un post su Faacebook Elena Rossi, sindaca di Ostellato. La situazione al momento risulta sotto controllo: l’incendio è stato circoscritto, è stata evitata la propagazione a un edificio e a un campo di grano minacciati delle fiamme. Sono in corso le operazioni di spegnimento degli ultimi focolai. —[email protected] (Web Info)

Tumori: Cardiobreast Dragon Boat, riparte da Roma la gara delle pagaiatrici in rosa

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(Adnkronos) – Riparte dal Lazio, da Roma, domenica 21 luglio, la terza edizione del CardioBreast Dragon Boat Festival, la manifestazione promossa dall'Istituto nazionale ricerche cardiovascolari (Inrc) con la collaborazione della Federazione italiana Dragon Boat (Fidb), che entro la fine di ottobre porterà i suoi messaggi di prevenzione e sostegno alle pazienti con patologie oncologiche in altre tre regioni italiane: Piemonte (Torino), Toscana (Firenze) e Sicilia (Palermo). L'iniziativa dell'Inrc, che coniuga sport e sensibilizzazione – si legge in una nota – è nata nel 2022 grazie all'entusiasmo delle Breast Cancer Paddlers (le pagaiatrici in rosa) che gareggiano in tutta Italia, e ha visto il crescente supporto di numerose associazioni di pazienti con malattie cardiovascolari e oncologiche, oltre al contributo incondizionato di Daiichi Sankyo Italia. Dalle 9.30 di domenica, al Laghetto dell'Eur, il pubblico potrà assistere alla gara amichevole tra squadre Dragon Boat femminili con donne operate di tumore al seno che, al termine dell'esibizione, condivideranno le loro esperienze di vita e sportive. Per tutta la durata della manifestazione, dalle 9.30 alle 14, un camper Inrc sarà a disposizione degli spettatori per screening cardiologici gratuiti, con controlli della funzionalità cardiaca, elettrocardiogramma, ecocardiogramma, monitoraggio pressorio, monitoraggio della saturazione e controllo del quadro lipidico. Durante la manifestazione sarà inoltre distribuito del materiale informativo sulla prevenzione cardiovascolare e oncologica, realizzato in partnership con le associazioni pazienti che sostengono il progetto: Fondazione italiana per il cuore (Fipc), Coordinamento nazionale associazioni del cuore (Conacuore), Associazione per la lotta all'ictus cerebrale (Alice), Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt), Associazione nazionale donne operate al seno (Andos), Europa donna e Onco beauty onlus. Oggi oltre 3 milioni di persone in Italia convivono con il cancro. Recenti studi hanno dimostrato che, dopo la diagnosi, il paziente ha un aumento del 42% del rischio cardiovascolare e, nel caso si manifesti, la sopravvivenza a 8 anni può ridursi del 20% rispetto alla popolazione generale. A ciò si aggiunge l'impatto psicologico della diagnosi e del trattamento, che spesso sfocia in depressione. Nel tumore al seno, una metanalisi presentata al Congresso 2024 dell'European Psychiatric Association evidenzia una correlazione significativa tra depressione e mortalità, con un aumento del 50% del rischio di morte per tutte le cause, nelle pazienti depresse rispetto a quelle con carcinoma mammario in stadio I-III, non depresse. Il rischio di morte sarebbe 2,5 volte maggiore entro 8-15 anni in caso carcinoma mammario non metastatico e sintomi depressivi da lievi a moderati, dopo l'intervento chirurgico, rispetto a quelle con sintomi depressivi minimi o assenti. Nel complesso, lo studio conclude che sia la depressione sia l'ansia possono avere un impatto negativo sui tassi di sopravvivenza e ridurre la qualità della vita delle pazienti con cancro al seno. "Questi dati – spiega Francesco Fedele, presidente dell'Inrc – mostrano indiscutibilmente l'esigenza di gestire i pazienti oncologici e non solo con approcci dinamici e multidisciplinari: di qui l'importanza crescente di discipline come la cardio-oncologia e la psico-oncologia, che consentono una valutazione approfondita e a 360 gradi di tutti i fattori di rischio e di proporre adeguate strategie di prevenzione, incentivando gli screening precoci nonché una correzione degli stili di vita con un'alimentazione equilibrata e un programma di attività fisica e sportiva compatibile con lo stato di salute. Raccomandazioni che valgono non solo per chi ha già patologie, ma anche per la popolazione generale. Da qui è nata l'idea di fare squadra con la Federazione italiana Dragon Boat e le altre associazioni di pazienti per portare nelle varie regioni Italiane il progetto CardioBreast Dragon Boat Festival". L'attività fisica esercitata con il Dragon Boat è aerobica, a bassa intensità e lunga durata. Questo tipo di esercizio, se ben condotto, consente di migliorare le funzionalità cardiocircolatoria, respiratoria, metabolica e il tono dell'umore. "Oggi i benefici psicofisici di questo sport per le donne sottoposte a mastectomia – sottolinea Antonio De Lucia, psicologo-psicoterapeuta e presidente della Fibd – sono riconosciuti in tutto il mondo, tanto che negli ultimi 20 anni sono nate centinaia di squadre di Breast Cancer Survivors che gareggiano nelle competizioni internazionali e la Federazione italiana Dragon Boat accoglie e supporta le coraggiose atlete italiane, anche attraverso iniziative come questa". Lo studio degli effetti del Dragon Boat sulle pazienti oncologiche ha dimostrato infatti che il movimento ritmico della pagaiata promuove il rilascio delle miochine che modulano la risposta infiammatoria sistemica, inibendo la necrosi tumorale e limitando la formazione del linfedema. Questo processo attenua significativamente alcuni sintomi, riduce la sensazione di fatica nello svolgimento delle attività quotidiane e aiuta nel complesso la qualità della vita delle pazienti, migliorando la loro salute psicofisica. I benefici, infatti, non si riscontrano solo al livello fisico, ma anche psicologico, grazie al lavoro di squadra e alla cooperazione tra compagne. Non richiedendo una particolare esperienza o preparazione atletica pregressa, questo sport è adatto a tutti, per attività amatoriale, competitiva o anche solo per divertimento. —[email protected] (Web Info)

Incidente a Rovigo, Zaia: “Ambulanza travolta da auto”

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(Adnkronos) – Un'ambulanza è stata travolta da un'automobile privata, causando feriti tra il personale sanitario a bordo. E' accaduto in provincia di Rovigo. Ne dà notizia il presidente della Regione Veneto Luca Zaia: “Ho appena ricevuto la notizia di un grave incidente che ha coinvolto un'ambulanza del Suem dell'Ulss 5 Polesana, avvenuto in provincia di Rovigo. L'equipaggio era impegnato in un'operazione di soccorso nel Comune di Giacciano (Rovigo), sulla strada Transpolesana. Purtroppo, l'ambulanza è stata travolta da un'automobile privata, causando feriti tra il personale sanitario a bordo". "Esprimo la mia più sincera solidarietà e vicinanza agli operatori, in attesa di ulteriori aggiornamenti sulle conseguenze del sinistro”, ha aggiunto.  Sono molto gravi le condizioni dell’autista e di un infermiere rimasti feriti, con altri quattro sanitari. I due sono stati elitrasportati negli ospedali di Padova e Verona, mentre gli altri quattro operatori sanitari feriti, ma le cui condizioni sono apparse meno gravi, sono stati distribuiti negli ospedali di Rovigo e di Legnago (Verona). La carreggiata della strada che collega Rovigo a Verona è stata temporaneamente chiusa al traffico per permettere le operazioni di soccorso e la ricostruzione dell'accaduto di cui si stanno occupando i carabinieri di Castagnaro (Verona).  —[email protected] (Web Info)

Malattie rare, approvato nell’Unione europea trattamento orale della Pfic

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(Adnkronos) – La Commissione europea ha concesso l'autorizzazione all'immissione in commercio per Livmarli* (maralixibat) soluzione orale per il trattamento della colestasi intraepatica familiare progressiva (Pfic), una malattia rara epatica, in pazienti di età pari o superiore a 3 mesi. L'approvazione – spiega in una nota Mirum Pharmaceutical – segue il parere positivo del Comitato dei medicinali ad uso umano (Chmp) dell'Agenzia europea (Ema), secondo il quale il farmaco nella Pfic apporta un beneficio clinico significativo in termini di migliore efficacia e un contributo importante alla cura del paziente, rispetto al trattamento approvato esistente. Il Comp, comitato dell'Ema responsabile della 'designazione di farmaco orfano', ha inoltre raccomandato il mantenimento di tale designazione. L'approvazione di Livmarli – un inibitore del trasportatore ileale degli acidi biliari (Ibat) che viene somministrato per via orale, una volta al giorno – si basa sui dati dello studio di fase 3 March, il più grande studio randomizzato condotto sulla Pfic, che ha incluso 93 pazienti affetti da diversi tipi genetici di Pfic (tra cui Pfic1, 2, 3, 4 e 6) e senza una mutazione genetica identificata. I dati hanno dimostrato una riduzione statisticamente significativa del prurito (p

Omicidio Cerciello, da procura generale appello contro domiciliari a Hjort

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(Adnkronos) – La procura generale di Roma ha presentato un’istanza al tribunale del Riesame contro la decisione della corte di Assise di Appello che ha concesso gli arresti domiciliari a Gabriele Natale Hjorth, il giovane americano nei cui confronti i giudici hanno ridotto la pena a 11 anni e 4 mesi nel processo per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. L’americano sta scontando la pena nella casa della nonna a Fregene. Nel processo di Appello bis l’autore materiale dell’omicidio, l’altro americano Lee Elder Finnegan, era stato condannato a 15 anni e due mesi di carcere. Per Hjort, che ha scontato in carcere già quasi metà della condanna, i giudici hanno disposto i domiciliari con il braccialetto elettronico e il divieto di comunicare con l’esterno. —[email protected] (Web Info)

Vaccini covid, Tribunale Ue: “Commissione non ha dato accesso abbastanza ampio a contratti”

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(Adnkronos) – La Commissione europea non ha concesso al pubblico un accesso "sufficientemente ampio" ai contratti di acquisto di vaccini contro il Covid. Lo stabilisce il Tribunale dell'Ue, in una sentenza relativa a cause intentate da eurodeputati e privati cittadini contro gli estesi omissis apposti dalla Commissione ai contratti di acquisto relative ai contratti.  L'infrazione riguarda in particolare le clausole dei contratti relative all’indennizzo, nonché le dichiarazioni di assenza di conflitto di interessi dei membri della squadra negoziale per l’acquisto dei farmaci.  I contratti (Apa, Advanced Purchase Agreement) sono stati stipulati tra la Commissione guidata da Ursula von der Leyen e alcune case farmaceutiche: complessivamente 2,7 mld di euro sono stati messi a disposizione per un ordine a fermo di 1 mld di dosi. Nel 2021, alcuni eurodeputati e privati cittadini hanno chiesto di accedere ai documenti, sulla base del regolamento, per assicurarsi che l'interesse pubblico fosse tutelato. L'esecutivo ha concesso un accesso parziale ai contratti, che sono stati pubblicati in versioni ampiamente oscurate, sicché gli eurodeputati e i cittadini hanno presentato al Tribunale dei ricorsi. Nelle sentenze, il Tribunale accoglie parzialmente i ricorsi e annulla le decisioni della Commissione nella parte in cui contengono "irregolarità". Quanto alle clausole dei contratti relative all’indennizzo delle case farmaceutiche da parte degli Stati membri, per eventuali risarcimenti in caso di difetto dei vaccini, il Tribunale sottolinea che il produttore è "responsabile" del danno causato da un difetto del suo prodotto e che la sua responsabilità "non può essere soppressa o limitata", nei confronti del danneggiato, da una clausola esonerativa o limitativa di responsabilità. La Corte rileva che nessuna disposizione della direttiva vieta ad un terzo di rimborsare gli importi pagati a titolo di risarcimento da un produttore a causa della difettosità del prodotto. Ricorda anche che la ragione per la quale le clausole relative all’indennizzo sono state integrate nei contratti, vale a dire compensare i rischi corsi dalle imprese farmaceutiche connessi all’abbreviazione del termine di messa a punto dei vaccini, era stata avallata dagli Stati membri ed era di dominio pubblico. Per i giudici di Lussemburgo, la Commissione non ha dimostrato che un accesso più ampio alle clausole avrebbe effettivamente nuociuto agli interessi commerciali delle imprese. Inoltre, la Commissione non ha fornito spiegazioni "sufficienti", che consentissero di capire in che modo l’accesso alle definizioni di "dolo" e di "ogni ragionevole sforzo" in alcuni contratti, e l'accesso alle clausole dei contratti relative alle donazioni e alle rivendite dei vaccini avrebbero potuto nuocere, "concretamente ed effettivamente", agli interessi commerciali delle imprese. Per quanto riguarda la tutela della vita privata delle persone, invocata dalla Commissione per negare parzialmente l’accesso alle dichiarazioni di assenza di conflitto di interessi dei membri della squadra negoziale per l’acquisto dei vaccini, il Tribunale ritiene che i privati abbiano "debitamente dimostrato" il fine di servire l’interesse pubblico. Infatti, osservano i giudici, è solo in possesso dei loro cognomi, nomi e del loro ruolo professionale o istituzionale che i ricorrenti avrebbero potuto verificare l'assenza di conflitto di interessi. Inoltre, la Commissione "non ha preso sufficientemente in considerazione" tutte le circostanze del caso, per soppesare correttamente gli interessi in gioco, connessi all’assenza di conflitto di interessi e ad un rischio di pregiudizio alla vita privata delle persone coinvolte.  —internazionale/[email protected] (Web Info)

Plusvalenze Juve, chiesto rinvio a giudizio per Andrea Agnelli ed ex vertici Juve

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(Adnkronos) – La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio di Andrea Agnelli degli ex vertici della Juventus nell'ambito dell'inchiesta sul 'caso plusvalenze' e sui conti della società. L'indagine era stata avviata dai pm di Torino ed era poi arrivata a piazzale Clodio per competenza. Il caso è già stato affrontato dalla giustizia sportiva con sentenze e sanzioni applicate nei confronti della Juventus alla fine della stagione 2022-2023.  Sono una decina gli indagati tra cui l’ex presidente Agnelli, l’ex vice presidente Pavel Nedved, Fabio Paratici e Maurizio Arrivabene. Le accuse, a vario titolo, contestate nell’inchiesta Prisma sono quelle di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni. In particolare, secondo l’accusa, si ipotizzano plusvalenze fittizie e manovre sugli stipendi dei calciatori durante la pandemia Covid. E' ancora in fase di indagine invece il filone relativo al bilancio della Juventus al 30 giugno 2022. La trasmissione degli atti a Roma era stata decisa dalla Cassazione che aveva dichiarato l’incompetenza territoriale di Torino ordinando la trasmissione degli atti a Roma e il fascicolo è stato affidato ai pm, che si occupano dei reati economici, Lorenzo Del Giudice e Giorgio Orano, dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini.  —[email protected] (Web Info)

Hiv, esperti: “Dialogo, personalizzazione e attenzione ad aspetti pratici essenziali per aderenza terapeutica”

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(Adnkronos) – Oggi le persone che vivono con Hiv, grazie ai progressi della ricerca e alle nuove terapie, hanno un'aspettativa e una qualità di vita molto superiori rispetto al passato. L’avanzare dell’età, però, li espone spesso alle comorbilità che altre patologie legate all’invecchiamento possono provocare, con conseguente necessità di dover seguire terapie anche per altre patologie croniche. Un aspetto, questo, che può influire sull’aderenza alla terapia antiretrovirale, in particolare per quella orale, che richiede costanza e regolarità da parte del paziente. L’aderenza, infatti, può essere faticosa per chi deve assumere una terapia tutta la vita, specie se quotidianamente.     “Nei pazienti che hanno comorbidità o che per altre questioni seguono politerapie, cioè che assumono già una terapia per via orale fatta di più compresse, la terapia antiretrovirale deve essere il più semplice possibile, perché tra l'altro la pillola della terapia per l'infezione da Hiv a volte per il paziente ha un “sapore diverso”, in senso metaforico chiaramente, perché è associata comunque a un peso psicologico”. Lo spiega Antonella Castagna, direttrice della Clinica di Malattie infettive dell'università Vita-Salute San Raffaele, Istituto scientifico San Raffaele di Milano.  “È importante trovare strategie che ricordino il meno possibile alla persona di essere Hiv positiva”, osserva Gabriella d’Ettorre, professore associato di Malattie infettive all’Università Sapienza di Roma, che prosegue: “ma un altro aspetto che contribuisce ad aiutare l'aderenza alla terapia è la spiegazione alla persona che vive con Hiv di quello che andiamo a fare insieme. Gestire l'infezione significa assumere una terapia che tenga sotto controllo il virus e soltanto nel momento in cui noi medici rendiamo edotta la persona di quello che è il compito della terapia e di quello a cui si può andare incontro nel momento in cui non la si assume, allora si stabilisce un'alleanza medico-paziente che diventa un'alleanza terapeutica che contribuisce all'ottimizzazione dell'aderenza alla terapia”.  “Bisogna conoscere il paziente e, al di là dei progressi delle terapie, risulta essenziale il rapporto fra medico e paziente per la riuscita della cura”, rimarca Elio Manzillo, direttore Uoc Immunodeficienze e Malattie dell'immigrazione, Azienda Ospedaliera Specialistica dei Colli, Ospedale Cotugno di Napoli. “Il percorso terapeutico non è una mera distribuzione di farmaci o convincere il paziente che il farmaco che gli si sta somministrando sia il migliore – prosegue – il paziente va portato per mano e seguito”.  "A volte si pensa all'aderenza terapeutica come a un insieme di fattori molto difficili da gestire – e in parte è vero anche se le terapie antiretrovirali di oggi ci hanno molto semplificato il compito – ma direi che l'ascolto del paziente e un approccio personalizzato sono fondamentali. E probabilmente dobbiamo fare ancora un po' di strada su questo aspetto”, sottolinea Castagna.     "Il messaggio chiave – specifica D'Ettorre – è che ogni persona è singola, è diversa dall'altra, non esiste la terapia adatta a tutti, esiste la terapia che deve calzare bene alla singola persona".  In quest'ottica, soprattutto per quanto riguarda la terapia orale, anche piccole attenzioni, come un packaging compatto e discreto e che, grazie all’indicazione dei giorni della settimana, aiuti a tenere il conto delle pillole, possono essere importanti per favorire l'aderenza alla terapia.  “Assolutamente, fra l’altro ne abbiamo un'esperienza diretta quando conduciamo gli studi clinici dove c'è una verifica molto più stringente del numero di pillole consegnate al paziente e restituite; quindi, tutto ciò che sembrano piccoli dettagli, ma che favoriscono l'assunzione della terapia in modo semplice, ha degli impatti anche sull'aderenza alla terapia e, in generale, sulla qualità di vita”, argomenta Castagna.  "Spesso ci sfugge che dover portare delle compresse con sé e magari aver bisogno di conservarle in un dato modo può non essere sempre facile per la singola persona, in base a quella che è la sua vita. Quindi anche il confezionamento dei farmaci diventa un aspetto importante che le aziende, devo dire, tengono in considerazione non solo per un discorso di conservazione e di trasporto ma anche per aiutare i pazienti a non dimenticare l'assunzione del farmaco. Questo è un aspetto importante perché siamo di fronte a un'infezione cronica e proprio questa cronicità di assunzione dei farmaci può essere poi causa di dimenticanza nella quotidianità", aggiunge D’Ettorre.  Si comprende bene, dunque, come anche un packaging che incontra le esigenze di flessibilità del paziente, assume un ruolo non trascurabile nel difficile equilibrio psicologico che una aderenza terapeutica ottimale richiede.  Peraltro, le persone che vivono con Hiv sono coscienti di avere più opzioni terapeutiche a disposizione, esponendoli però anche al rischio di una minore aderenza: “Essere consapevoli di avere a disposizione più opportunità terapeutiche efficaci e meno tossiche spesso fa sì che si abbassi il livello di aderenza dei pazienti. Infatti, rispetto ai pazienti del passato quelli di oggi partono in condizioni migliori – chiarisce Manzillo -. Le persone che noi osserviamo come naive (coloro che non ha mai assunto una determinata molecola, ndr) hanno una situazione immunologica di base sicuramente discreta, il che permette loro di rispondere meglio alla terapia farmacologica ma che non deve indurli ad abbassare la guardia”, conclude Manzillo. —[email protected] (Web Info)

Da ‘influenza intestinale’ strascichi fino a 5 anni, studio italiano

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(Adnkronos) – Mai sottovalutare la cosiddetta influenza intestinale: la gastroenterite acuta può lasciare strascichi pesanti, persistenti fino a 5 anni. Può infatti evolvere in sindrome dell'intestino irritabile (Ibs), anche in forma grave. Lo ha scoperto uno studio pubblicato su 'Gut' (gruppo British Medical Journal) da un gruppo di ricercatori dell'università Cattolica del Sacro Cuore-Fondazione Policlinico Gemelli di Roma. Sotto accusa virus come Sars CoV-2 e batteri aggressivi come Campylobacter ed Enterobacteriaceae, responsabili di tante infezioni gastrointestinali estive. La Ibs, in altre parole, potrebbe rappresentare un'ennesima 'eredità' del Covid, o anche una sequela della 'maledizione di Montezuma' o 'diarrea del viaggiatore'. "La sindrome dell'intestino irritabile, un disturbo che coinvolge l'asse intestino-cervello – spiega Giovanni Cammarota, professore ordinario di Gastroenterologia della Cattolica e direttore della Uoc di Gastroenterologia del Gemelli – è caratterizzata da dolori addominali a insorgenza 'capricciosa', gonfiore, stipsi alternata a diarrea. Secondo le stime della Sige (Società italiana di gastroenterologia), affligge il 20-40% della popolazione italiana, con una predilezione per le donne e la fascia d'età compresa tra 20 e i 50 anni". Per alcuni è un disturbo di lieve entità, ma per molti altri è una condizione che impatta pesantemente sul quotidiano e sulla qualità di vita. Le cause non sono né ben definite, né univoche, e questo non aiuta a trovare soluzioni terapeutiche efficaci. Un contributo per colmare questa lacuna arriva dal nuovo lavoro, che ha puntato i riflettori sul coronavirus pandemico e su batteri aggressivi per l'intestino e pro-infiammatori come Proteobacteria ed Enterobacteriaceae. "Dopo aver fatto una ricognizione accurata di tutta la letteratura scientifica sulla comparsa di Ibs in seguito a un episodio di gastroenterite – illustra Gianluca Ianiro, docente di Gastroenterologia della Cattolica, gastroenterologo del Gemelli e autore corrispondente dello studio – abbiamo evidenziato che i sintomi di Ibs compaiono in una persona su 7 dopo un episodio di infezione gastrointestinale. L'analisi dei dati ha consentito anche di appurare che, dopo questo 'innesco', i disturbi permangono per 6-11 mesi in almeno la metà delle persone colpite da una gastroenterite acuta; ma altri studi suggeriscono che la durata dell'Ibs potrebbe protrarsi fino a oltre 5 anni". Non solo. "La presenza di disturbi d'ansia, prima dell'episodio di gastroenterite – sottolinea Serena Porcari, contrattista presso la Uoc di Gastroenterologia del Gemelli e primo autore della ricerca – triplica inoltre il rischio di sviluppare Ibs".  "Per quanto riguarda gli agenti infettivi – precisa Porcari – il nostro studio ha evidenziato che la maggior comparsa di Ibs si ha dopo una gastroenterite acuta da Campylobacter (21%); le probabilità di sviluppare Ibs sono 5 volte maggiori dopo infezione da Proteobacteria o da Sars-CoV-2, e 4 volte maggiori dopo infezioni da Enterobacteriaceae". "La fisiopatologia dell'Ibs – commenta Antonio Gasbarrini, coautore del lavoro e preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'università Cattolica, ordinario di Medicina interna e direttore della Uoc di Medicina interna e Gastroenterologia del Gemelli – non è ancora sufficientemente nota e nell'immaginario collettivo, ma anche nell'opinione di molti medici, quelli che vanno sotto il nome di Ibs sono disturbi con un'importante componente psicologica e non una malattia di tipo 'organico'. Questo comporta il rischio di sottovalutare e sotto-trattare i pazienti, abbandonandoli ai loro disturbi". "Visto che la gastroenterite è un'evenienza molto comune, i risultati del nostro studio – rimarca Gasbarrini – potrebbero essere rilevanti in un'ottica di salute pubblica e portare i medici a seguire con più attenzione l'evoluzione di questi disturbi in un paziente che abbia presentato un episodio di gastroenterite acuta". —[email protected] (Web Info)