(Adnkronos) – Con il conseguimento della certificazione Uni Iso 30415:2021 Sanofi, azienda leader nel settore farmaceutico, conferma il suo storico e coerente impegno per la diversità, l'equità e l'inclusione (DE&I). La certificazione Uni Iso 30415, riconosciuta a livello internazionale, e raggiunta grazie al supporto di Winning Women Institute – si legge in una nota – attesta come la farmaceutica abbia saputo integrare i principi di Diversity & Inclusion in tutti i contesti organizzativi, sia interni che esterni, rivolgendosi ai propri collaboratori così come al sistema dei propri stakeholder, clienti e fornitori. Il percorso in termini di misurazione e rendicontazione in questo specifico ambito affonda le sue origini nel 2019, quando Sanofi è stata tra le primissime aziende in Italia ad aver ottenuto il 'Bollino Rosa' proprio da Winning Women Institute per le sue politiche orientate alla parità di genere ed equità. Altra tappa importante è stata la certificazione Uni PdR 125:2022 del 2023. "In Sanofi, pari opportunità e inclusione sono da sempre una realtà concreta – afferma Laura Bruno, Italy & Malta People & Culture Director – Siamo impegnati a tutti i livelli per mantenere il nostro ambiente di lavoro inclusivo e promuovere politiche che valorizzino diversità, equità e inclusione, con l'obiettivo di generare valore per l'organizzazione e per la società nel suo complesso. Aver conseguito la certificazione Uni Iso 30415 è un altro tassello importante nel nostro percorso di consolidamento della nostra cultura d'impresa responsabile. Un risultato di cui tutta l'organizzazione deve essere orgogliosa per la sua capacità di trasformarla quotidianamente in attenzioni e azioni concrete". Aggiunge Paola Corna Pellegrini, presidente di Winning Women Institute: "Siamo orgogliosi di aver supportato Sanofi nel conseguimento della certificazione Uni Iso 30415 e nel mantenimento della certificazione per la parità di genere Uni PdR 125:2022, già ottenuta grazie al proprio impegno per le pari opportunità e l'inclusione di tutte le persone, con le loro differenze e unicità. Questo duplice riconoscimento testimonia l'impegno di Sanofi per la diversità, l'equità e l'inclusione, ponendola come modello di eccellenza nel settore farmaceutico e oltre. Questo traguardo, che promuove valore e benessere organizzativo a 360 gradi, rappresenta un ulteriore risultato della nostra partnership e collaborazione". Le donne rappresentano in Sanofi Italia il 46% dei collaboratori, percentuale che sale al 55% in ambito commerciale e si attesta al 35% nei 3 stabilimenti produttivi. Nel 2023, in termini di assunzioni si è praticamente raggiunta l'equità di genere: il 49% neo assunto è donna. Sono occupati da donne il 42% dei ruoli manageriali e il 50% delle posizioni di leadership e la percentuale è destinata ancora a crescere, in linea con l'impegno di raggiungere la parità di genere anche nei Senior Leaders entro il 2025. Questo recente riconoscimento – conclude la nota – stabilisce Sanofi come un modello da seguire per le iniziative e le strategie DE&I nel settore farmaceutico, e tra le aziende globali, e sottolinea non solo l'etica aziendale, ma amplifica la sua visione di valore su un palcoscenico nazionale e internazionale. —salute/[email protected] (Web Info)
Ambulatori in piazza, Uap: “Manifestazione di massa il 30 settembre”
(Adnkronos) – L'Uap scende in piazza. L'Unione ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata autorizzata e privata convenzionata organizzerà "una manifestazione massiva per il 30 settembre, che vedrà tutte le maggiori associazioni di categoria unite a livello nazionale per sostenere la qualità e la professionalità dell'attività medica, evitando il reato di abuso della professione e tutelando chi eroga servizi sanitari nel rispetto delle normative nazionali e del D.Lgs. n. 502/1992". Lo annuncia Mariastella Giorlandino, presidente del Uap, esprimendo "a livello nazionale pieno appoggio al presidente della Fnomceo Filippo Anelli nella tutela della professionalità dei medici". Il riferimento è al monito lanciato dal numero uno della Federazione nazionale Ordini dei medici: "Credo sia necessario che il mondo medico mostri compattezza e determinazione nella difesa del Servizio sanitario nazionale", e che "in assenza di risposte protesta diventerà inevitabile". "Purtroppo – afferma in una nota Mariastella Giorlandino, presidente Uap – viviamo un periodo di totale mancanza di tutela delle procedure nazionali previste dalla sanità italiana, proprio come nel Far west. E' inammissibile che la salute degli italiani sia gestita da chi non ha la laurea, da chi non ha requisiti (come le farmacie) e da chi non si vuole adeguare alle norme di legge. L'Uap, rappresentativa di 95mila strutture sanitarie private, annuncia questa manifestazione a livello nazionale – sottolinea la presidente – a tutela della salute dei cittadini, per bloccare l'avanzata delle lobby che tolgono fondi a chi svolge da oltre 50 anni la professione sanitaria con professionalità e adeguatezza, che vengono erogati alle farmacie con rimborsi molto più alti del Ssn, che peraltro eseguono esami privi dei requisiti e di responsabilità civile e penale nell'eventuale ipotesi di errore diagnostico, con aggravio di costi per i cittadini italiani". "Ci si chiede, quindi, se il Governo sia a favore della sanità o delle lobby – incalza Giorlandino – e se sia opportuno che sia il Governo che il ministero della Salute siano composti da diversi farmacisti, che approvano leggi ad hoc in contrasto con la nostra stessa Costituzione, o se invece non sarebbe più opportuno far governare il Paese da soggetti che non sono portatori di interessi propri di categoria, ma che agiscono con il solo fine di proteggere la salute degli italiani. La vera medicina del territorio è costituita dagli ambulatori, poliambulatori, ospedali privati e accreditati, cliniche private autorizzate e private accreditate, con i loro 350mila dipendenti, che operano nel pieno rispetto delle norme di legge e delle procedure", rimarca la leader del Uap. Unione che, conclude, "attende risposte chiare dal Governo e dal ministero della Salute agli interrogativi posti". —[email protected] (Web Info)
Ucraina-Russia, schermaglie sul secondo vertice di pace e occhi puntati sugli Usa
(Adnkronos) – Non è certo la pace che si avvicina. Ma Volodymir Zelensky ha colto l'aria di cambiamento a Washington, inscenando una apertura nei confronti di Mosca e invitando la Russia a prendere parte a un secondo vertice, dopo quello dello scorso giugno in Svizzera a cui hanno preso le delegazioni di 92 Paesi, fra cui non il Paese coinvolto nella guerra. Il presidente dell'Ucraina fa il gesto di tendere la mano al nemico che a sua volta prende tempo e fa finta di non capire, nell'attesa di maggiori certezze dopo il 5 novembre. E' infatti novembre il mese cruciale per le due parti coinvolte nel conflitto. Fino ad allora, probabilmente anche dopo, le richieste inconciliabili delle parti non cambieranno. Il piano espresso ieri dal presidente ucraino è quello di aver per novembre pronto un piano per poter organizzare il secondo vertice internazionale sulla sua visione della pace, dopo incontri in Qatar fra fine mese e agosto sulla sicurezza energetica, sulla sicurezza della navigazione, in Turchia ad agosto, sullo scambio dei prigionieri, il rimpatrio dei bambini deportati a settembre in Canada, le tre questioni cruciali iscritte nel comunicato finale della prima conferenza internazionale. A dimostrare il fiuto politico di Zelensky, poche ore dopo la sua offerta, il nuovo candidato vice Presidente in ticket con Donald Trump, J.D. Vance, fresco di nomina, ha detto chiaramente, in una intervista a Fox News che se vinceranno le elezioni negli Stati Uniti, il Presidente negozierà con la Russia per porre fine al conflitto. "Trump ha promesso di avviare negoziati con Russia e Ucraina per porre fine rapidamente a questo problema in modo che l'America possa concentrarsi sul vero problema, che è la Cina", ha affermato il senatore.
Il Cremlino dice di non aver capito cosa abbia in mente Volodymir Zelensky quando parla di un "secondo vertice di pace", dopo che ieri il Presidente dell'Ucraina ha anticipato la possibilità di un invito anche alla Russia dopo il primo incontro senza la presenza di una delegazione di Mosca. "Il primo vertice di pace non era affatto un vertice di pace. Quindi bisogna capire cosa ha in mente Zelensky", ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in una intervista a Zvezda.
Al di là delle schermaglie, la parola chiave è quindi negoziato. Non pace. Come ben sa chi ha seguito le trattative di Minsk e i successivi accordi rimasti inattuati per tutti gli anni in cui entrambi i Paesi, Russia e Ucraina, si sono preparati alla guerra. Il Cremlino al momento considera speculative le affermazioni secondo cui Trump, se vincesse le elezioni presidenziali americane, potrebbe diventare un mediatore nella soluzione ucraina. "Ora ci sono molte speculazioni su chi è pronto per cosa e chi aderisce a quali posizioni", ha detto ai giornalisti Peskov. "Da ieri Trump è un candidato alla presidenza degli Stati Uniti. Aspettiamo l'esito delle elezioni, gli elettori americani decideranno il proprio futuro, questa è la loro preoccupazione, non la nostra", ha aggiunto.
Gli ucraini continuano a respingere compatti le richieste di capitolazione di Mosca. Alle condizioni del Cremlino, è del tutto irragionevole pensare alla fine della guerra, emerge da un sondaggio commissionato da Dzerkalo Tyzhnya. L'83 per cento degli ucraini respinge la richiesta di Putin di un ritiro dalle quattro regioni annesse da Mosca nel settembre del 2022. Il 58 per cento è convinta che Kiev non debba accettare di iscrivere nella sua costituzione lo status di Paese neutrale, non allineato e non nucleare.
Intanto il conflitto va avanti. Con il suo tragico bilancio di vittime. Lo stato maggiore ucraino denuncia che, da parte russa, sono stati persi 561.400 soldati, 1.110 delle quali solo nell'ultimo giorno. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Al via ‘Newsroom’ di Monica Maggioni in prima serata su Rai 3
(Adnkronos) – Arriva in prima serata su Rai 3 'Newsroom': un progetto innovativo, che unisce reportage e tecniche della serialità digitale, racconti e inchieste sulle grandi questioni globali e di attualità. Da mercoledì 17 luglio, per otto mercoledì il programma di Monica Maggioni andrà in onda alle 21.20. Un percorso di approfondimento che si snoda a partire da un luogo – la Newsroom, la redazione – in cui un gruppo di giornalisti si pone domande, intraprende percorsi di inchiesta e analisi di current affairs, per rispondere ai quesiti di una realtà multiforme e troppe volte raccontata in modo superficiale. Per la prima volta un programma di approfondimento nasce con l’obiettivo di creare un legame tra l’audience generalista e quella digitale, partendo proprio dalla pubblicazione sulla piattaforma di streaming video della Rai e approdando poi sulla terza rete Rai in prima serata. Le prime tre docuseries sono già disponibili su RaiPlay. Newsroom è realizzato in collaborazione con la Direzione Approfondimento e la Direzione Contenuti Digitali e Transmediali. La puntata in onda domani sera sarà dedicata al fenomeno del fast fashion: "Compra, indossa, butta". Ogni anno nel mondo si producono 150 miliardi di nuovi capi di abbigliamento, venduti a prezzi stracciati e di qualità sempre più scadente. Li indossiamo poche volte, poi finiscono in fondo all’armadio e non li usiamo più. Ma che cosa succede quando ce ne sbarazziamo? Dove vanno a finire tutti questi vestiti? Abbiamo seguito le loro lunghissime rotte, fino al Ghana – dove inquinano le spiagge e l’oceano- e il deserto di Atacama in Cile, luoghi magnifici diventati immense discariche a cielo aperto. Dietro ogni maglietta venduta a pochi euro, non c’è solo inquinamento, c’è anche lo sfruttamento di manodopera a basso costo e un enorme volume di affari sul quale ha messo le mani anche la criminalità organizzata. —[email protected] (Web Info)
Nuoto artistico, Giorgio Minisini si ritira: “Non voglio più farmi male”
(Adnkronos) – Gli Assoluti italiani di nuoto "saranno il mio ultimo campionato". Giorgio Minisini dà l'addio alla sua carriera di nuotatore artistico. "Giovedì iniziano al Foro Italico, la finale c'è il 21 e quella sarà la mia ultima gara", ha detto all'Adnkronos annunciando il ritiro. "E' stata una decisione ponderata, ci ho pensato parecchio nelle ultime stagioni anche se a tempi alterni. E anche il lavoro in terapia mi ha aiutato molto ad arrivare a delle risposte chiare", ha sottolineato. L'esclusione da Parigi 2024 "non ha avuto un ruolo nella scelta, però sicuramente mi ha aiutato a cercare delle risposte a domande che mi facevo. Nel momento in cui per fare l'Olimpiade avrei dovuto fare altri quattro anni mi sono reso conto che non era un futuro che mi aspettavo felice e quindi ho trovato le risposte, ecco". "Più che altro sentivo che non avrebbe avuto più senso a continuare a farlo: l'avrei fatto solo per rimanere aggrappato a questa cosa e non sarebbe stato giusto né nei miei confronti, perché comunque sento di voler fare altro, né nei confronti del resto: rimanere attaccato a qualcosa perché la voglio a tutti i costi non mi piace. Sarei stato male a continuare, e non voglio più farmi male per questo sport", ha affermato ancora Minisini. Sul futuro "stiamo già lavorando: io studio psicologia e mi piacerebbe coniugare questa con lo sport, quindi mi piacerebbe tanto lavorare sugli ambienti sportivi, con le società e anche con la Polizia di Stato, proprio per far sì che lo sport diventi uno strumento di crescita per gli atleti e non solo uno strumento di produzione di risultati". —[email protected] (Web Info)
Calcio, da Omnicom e Lega A primo studio per misurare impatto pubblicità durante partite
(Adnkronos) – Beyond Visual Attention, il primo studio in Europa che ha integrato machine learning, AI e neuroscienze per misurare l’attenzione agli stimoli pubblicitari, ell’edizione 2024 il progetto di ricerca, promosso da Omnicom Media Group (OMG), vede una nuova collaborazione con Lega Serie A e si pone l’obiettivo di indagare l’ecosistema del calcio per capire come funziona l’attenzione alla pubblicità durante la fruizione di contenuti calcistici. “Sono particolarmente orgoglioso di questo nuovo step del progetto Beyond Visual Attention, che ci ha permesso di studiare un ambito così articolato e così amato come quello del calcio, con un partner di eccellenza come Lega Serie A”, ha dichiarato Marco Girelli, CEO di Omnicom Media Group. “L’importanza di questo sport nell’ambito del business della comunicazione è cosa nota, ma la sfida è continuare a rendere sempre più efficace ed efficiente la comunicazione sia per le aziende che investono sia per i consumatori, attraverso la misurazione di tutti i canali esistenti. Il contesto di sovraffollamento informativo ci impone una continua riflessione su come migliorare la comunicazione e su come offrire ad aziende e persone esperienze di comunicazione di valore, che tengano conto di questo preziosa risorsa che è il nostro tempo di attenzione.” "Il calcio si conferma il contenuto più efficace per catturare l’attenzione dei consumatori, e i risultati di questa ricerca dimostrano come continui a essere un linguaggio universale, compreso da tutte le generazioni – ha commentato Luigi De Siervo, Amministratore Delegato della Lega Serie A -. Il nostro compito, insieme a quello di chi investe in questo settore, è di fornire un prodotto sempre appetibile e coinvolgente per gli spettatori del futuro, i quali vivono in un'epoca ricca di offerte diversificate. Dobbiamo cercare di mantenere il calcio come il contenuto principale della dieta mediatica degli italiani, per rilevanza ed efficacia." Annalect, divisione intelligence e data analytics di Omnicom Media Group, ha condotto una ricerca su un campione di 4.000 italiani maggiorenni. Ne emerge che il 69% di loro segue il calcio, si tratta di 34 milioni di persone. Uno sport che rappresenta un linguaggio universale, trasversale alle generazioni che utilizzano i diversi media con modalità differenti. Ad esempio, giornali e riviste cartacee sono utilizzati soprattutto dai Boomers, mentre la GenZ usa Twitch, Instagram e Tik Tok per alimentare la propria passione. I media che potremmo definire centrali nel consumo di calcio, proprio perché trasversali alle generazioni sono YouTube, la radio e i siti web e siti di giornali. Tra tutti i mezzi continua ad avere un peso specifico importante la TV dove la fruizione di contenuti calcistici è dell’82%, usata per condividere la passione con familiari e amici. Seguono i social media che raccolgono il 61% del pubblico interessato al calcio. La partita in diretta è il catalizzatore intergenerazionale, il 66% di chi segue il calcio cerca di essere davanti allo schermo al momento della diretta. Ma c’è di più – un intero ecosistema mediatico che, prima, durante e dopo la partita in diretta contribuisce a creare occasioni di contatto con gli appassionati per informarli e aggiornarli. In tutti questi momenti la partita è oggetto di conversazione e socializzazione, sia tra chi condivide la visione in presenza sia tramite smartphone. Il second screen accompagna infatti tutto il percorso pre e post-partita: il 47% degli intervistati dichiara di usare lo smartphone prima della partita per cercare info e aggiornamenti su siti e app e il 51% lo usa durante l’intervallo per controllare gli aggiornamenti su altre partite (30%) o per controllare i social media (20%). Il 44% fruisce della TV dopo la partita per cercare altri contenuti calcistici, come programmi di approfondimento o altre partite. Lo studio riguarda anche la misurazione dell’attenzione visiva direttamente nelle case degli italiani, durante la fruizione della partita e dei contenuti extra, come talk show e programmi di approfondimento pre e post evento, grazie alla tecnologia messa a punto da Ipsos. Il dato che emerge è che il tempo di attenzione visiva dell’intero evento (compresi contenuti pre e post-partita) è del 62%, quota che sale al 66% se si isolano solo il primo e secondo tempo della partita. Ottima anche la percentuale di attenzione degli highlights che tocca il 71%. Il calcio tiene letteralmente attaccati allo schermo e anche sul fronte pubblicitario i dati sono interessanti con valori di attenzione della pubblicità tabellare pre e post-partita intorno al 39%. Ma cosa succede se si va a studiare l’attenzione visiva alle partite in un luogo pubblico, ad esempio nei bar? Con la collaborazione di K2, che ha fornito il sistema di monitoraggio oculare del pubblico tramite telecamere a infrarossi, è stata misurata l’attenzione delle persone in questo contesto di visione condivisa presso Arena Piola a Milano. Sono 4 milioni gli italiani che dichiarano di guardare le partite in bar o pub, pari al 15% degli appassionati al calcio. Il primo dato che colpisce è che il 50% di loro fa parte della GenZ o dei Millenials, quindi persone al di sotto dei 34 anni. Inoltre, chi pensa che la visione in un contesto pubblico possa essere più distratta si sbaglia, il calcio catalizza anche in questo ambiente e i dati minuto per minuto mostrano un crescendo di attenzione tra i momenti pre-partita in cui si registra un dato medio del 41%, fino al culmine in corrispondenza del fischio finale dove si supera il 50%, con il fisiologico calo durante l’intervallo, dove l’attenzione si attesta intorno al 39%. Ainem ha contribuito allo studio attraverso l’analisi neuroscientifica in laboratorio, con la quale ha monitorato due indicatori, la piacevolezza cognitiva e l’attivazione cognitiva durante la fruizione di contenuti calcistici, pre, durante e post la partita. Dalle analisi la partita registra un indicatore di piacevolezza del valore di 51, il pubblico è assorto nel contenuto e trasportato dall’emozione, il cervello si trova in un momento di “sospensione” in cui si dedica solo al vissuto dell’emozione, nel contesto partita l’attivazione cognitiva – intesa come elaborazione di informazioni e comprensione di logiche – è più ridotta, si attesta intorno ad un valore di 48. Diversa la situazione durante highlights e talk show nei quali l’attività cognitiva aumenta e supera la quota 50, è il momento in cui ci si trasforma in “allenatori” e si alimenta la conversazione sul calcio. Se si vanno ad analizzare i singoli micro-momenti, si trovano variazioni interessanti tra indice dell’emozione e dell’elaborazione cognitiva, ad esempio il gap tra questi due indicatori è più alto al momento del gol (50 vs 46) e si attenua al momento del rigore (entrambi 49), segno che nel momento del gol esiste quello stato di sospensione, in cui si trattiene il fiato e non si fa altro che aspettare il risultato. Gli intervistati dichiarano di gradire maggiormente i contenuti pubblicitari che non interrompono il flusso della partita, come ad esempio l’adv a bordo campo o le sponsorizzazioni sulle maglie. Confrontando la partita in diretta TV con altre tipologie di contenuti televisivi, emerge dalla ricerca che la partita registra il più alto livello di attenzione da parte dello spettatore interessato al calcio. L’insieme di queste elaborazioni ha permesso di valutare come il contesto del calcio influenzi in maniera significativa il ricordo spontaneo dei messaggi pubblicitari, che risulta essere del +26% rispetto a un contesto di trasmissione generalista, nel caso in cui si faccia riferimento a pubblicità televisiva. Il ricordo spontaneo di un brand o di un messaggio pubblicitario aumenta fino a +48% se, oltre alla pubblicità televisiva, sono presenti anche altre forme di pubblicità e sponsorizzazione, come l’adv in game (billboard, carpet, sala var). L’adv in game risulta quindi essere un media a tutti gli effetti e come tale va trattato, per questo Omnicom Media Group ha deciso di creare un sistema di misurazione e valorizzazione puntuale di questo mezzo integrando le analisi già presenti sul mercato (dati di audience, secondi di visibilità e porzione di schermo occupata da questi formati) con i dati relativi all’attenzione dello spettatore e gli strumenti proprietari di valorizzazione economica, in grado di fornire analisi dettagliate in pochi giorni. —[email protected] (Web Info)
Condizionatori e ventilatori sempre accesi? Ecco come evitare salasso in bolletta
(Adnkronos) –
Come evitare un salasso in bolletta senza rinunciare al condizionatore? Con l’arrivo del caldo, soprattutto per chi resta in città l’unico rimedio è l’utilizzo di ventilatori e condizionatori. Proprio nel periodo estivo, analizzando l’andamento dei consumi elettrici durante l’anno (informazione che è possibile trovare sempre nelle fatture) notiamo si raggiunge il picco tra giugno e agosto quando è massimo l’utilizzo dei condizionatori. Ciò non significa che dobbiamo rinunciarvi ma basta qualche accortezza. Sono dieci consigli per risparmiare in bolletta senza rinunciare al condizionatore. 1) Occhio alla classe energetica. Il primo suggerimento per l’uso 'intelligente' dell’aria condizionata parte dalla scelta del condizionatore: sono da preferire i modelli in classe energetica A o superiore. 2) Preferite gli inverter. Gli apparecchi dotati di tecnologia inverter adeguano la potenza all’effettiva necessità e riducono i cicli di accensione e spegnimento. 3) Attenzione alla posizione. E' importante collocare il climatizzatore nella parte alta della parete: infatti, l’aria fredda tende a scendere e si mescolerà più facilmente con quella calda che invece tende a salire. Occorre assolutamente evitare di mettere il climatizzatore dietro divani o tende: l’effetto-barriera blocca la diffusione dell’aria fresca. 4) Non raffreddare troppo. Due o tre gradi in meno della temperatura esterna sono sufficienti. Spesso basta attivare solo la funzione 'deumidificazione', perché è l’umidità presente nell’aria che fa percepire una temperatura molto più alta di quella reale. 5) Ogni stanza il suo climatizzatore. Non è corretto installare un condizionatore potente in corridoio sperando che rinfreschi tutta casa: l’unico risultato sarà quello di prendersi un colpo di freddo ogni volta che si passali sotto. 6) Non lasciate porte e finestre aperte. Sembra banale, ma così si evita di riscaldare l’aria all’interno. 7) Coibentare i tubi del circuito. E’ bene assicurarsi che la parte esterna del climatizzatore non sia esposta direttamente al sole e alle intemperie. 8) Usare il timer e la funzione ‘notte’. In questo modo si riesce a ridurre al minimo il tempo di accensione dell’apparecchio. 9) Pulizia e corretta manutenzione. I filtri dell’aria e le ventole devono essere puliti alla prima accensione stagionale e almeno ogni due settimane perché lì si annidano facilmente muffe e batteri dannosi per la salute. Se sono deteriorati vanno sostituiti. È importante anche controllare la tenuta del circuito del gas. 10 ) Scegliere l’operatore di luce e gas adatto alle proprie esigenze. Questi dieci consigli sono molto importanti per risparmiare sulla bolletta pur senza rinunciare all’uso dei condizionatori. E’ molto importante, però, anche scegliere l’offerta di luce e gas più adatta alle proprie esigenze. Per questo motivo è nato SicurInsieme, il gruppo d’acquisto di Unc e Selectra per garantire ai consumatori un’offerta conveniente e tutelata. —[email protected] (Web Info)
Trovata morta in dirupo a Ischia, compagno fermato per maltrattamenti
(Adnkronos) – E' stato fermato per maltrattamenti il compagno della donna trovata morta in un dirupo a Barano d'Ischia: l'avrebbe aggredita più volte negli anni scorsi. È arrivata dunque una prima svolta nelle indagini sul giallo della 33enne ucraina trovata priva di vita domenica mattina dai carabinieri nella zona di via Vatoliere in una scarpata a poca distanza dal luogo in cui vivevano i due. La Procura di Napoli ha disposto il fermo per maltrattamenti nei confronti del compagno 41enne di nazionalità russa. Il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri della compagnia di Ischia, al termine di un lungo interrogatorio nell'ambito delle indagini sulla morte di Marta Maria Ohryzko. —[email protected] (Web Info)
Farmaci, Altroconsumo: più di 1 italiano su 3 non li trova nei tempi giusti
(Adnkronos) – "Mi spiace, il suo farmaco non c'è e non sarà disponibile a breve". E' la risposta arrivata nell'ultimo anno al 34% degli italiani, secondo una nuova indagine Altroconsumo sui medicinali mancanti. E i tempi di attesa hanno causato problemi al 52% delle persone, con il 17% che ha aspettato anche più di 7 giorni per ottenere il farmaco. Già l'indagine pubblicata nel 2021, riferita alla carenza dell'anno precedente – ricorda l'associazione consumatori in una nota – rappresentava una situazione critica ed evidenziava la necessità di una tempestiva soluzione, anche in funzione dell'impatto peggiorativo esercitato dal Covid, a livello europeo.
Nel 2023 gli italiani hanno dovuto affrontare la mancanza di farmaci molto diffusi come analgesici e antidolorifici (nel 15% dei casi), antibiotici e antivirali (7%). Ma sono mancati anche medicinali per disturbi muscolo-scheletrici, per i problemi a carico del sistema immunitario, cardiovascolare e non solo. In molti hanno optato per un'alternativa, cercando in altre farmacie o acquistando un farmaco equivalente, quando disponibile, cioè con le stesse caratteristiche ed efficacia; il 31% ha invece aspettato che il farmaco tornasse disponibile presso la farmacia dove l'aveva richiesto. Ed è proprio il tempo di attesa che risulta essere peggiorato: nel 17% dei casi è stato persino di oltre 7 giorni, quando nell'indagine del 2020 solo l'8% aveva dovuto aspettare così tanto; il 20% ha atteso tra i 4 e i 7 giorni (3 anni prima il 13%). Inoltre, il 12% dei rispondenti non ha potuto ricorrere ad alcuna soluzione, non trovando né il suo farmaco né uno alternativo, che evidentemente non c'era. Semplicemente non si è potuto curare. Situazioni di questo tipo, soprattutto per chi soffre di malattie anche gravi, hanno portato a problemi anche pesanti, che si sono verificati per il 52% delle persone, con ansia e preoccupazione (57%) – riporta la nota – ma anche peggioramento dei sintomi e della malattia (30%) e il ricovero nel 2% dei casi. La carenza dei farmaci è, ovviamente, un problema complesso con cause di varia natura. Dall'indagine condotta da Altroconsumo emerge che la motivazione fornita nel 25% dei casi è stata l'eccessiva richiesta. Ciò può avvenire, ad esempio, quando circolano virus, come quelli influenzali, che non consentono, per un breve lasso di tempo, di rispondere in modo adeguato all’eccessiva domanda. A molti, però, è stato detto che l'indisponibilità era dovuta alla carenza di principi attivi/materie prime o a problemi logistici (18% in entrambi i casi) dovuti, ad esempio, al trasporto o alle dogane.
Nella lista 'Farmaci carenti' dell'Aifa – rimarca Altroconsumo – sono circa 3.600 i medicinali mancanti in Italia; nel 2021, quando è stata pubblicata la precedente inchiesta, erano 2.400. Il problema, come dimostrano chiaramente anche i dati ufficiali, è in continua crescita. Nello specifico, dei 3.600 medicinali, circa 2mila hanno cessato, in modo definitivo o temporaneo, la produzione; i rimanenti 1.600 non sono disponibili o lo sono in quantità ridotta per differenti motivazioni (problemi produttivi, elevata richiesta o motivi commerciali). Inoltre, sul totale, ben 760 non hanno un farmaco equivalente che possa sostituirlo, e questo è ciò che rende queste mancanze particolarmente pesanti per la salute dei pazienti, insieme alla gravità della malattia per cui sono indicati. La situazione, purtroppo, per chi deve patire la mancanza di medicinali, ha ben poco di positivo, anche se l'Ema (Agenzia europea del farmaco) ha istituito due gruppi di lavoro per gestire le carenze e prevenirle, monitorando gli eventi che potrebbero interferire sulla catena di approvvigionamento, ed ha realizzato una lista di 'Farmaci critici' per malattie gravi e senza equivalenti, sui quali attua un monitoraggio rafforzato per evitarne carenze. Inoltre – conclude la nota – è in discussione una revisione della regolamentazione Ue sui medicinali, che dedica spazio anche al tema delle carenze e che contiene importanti novità, come obblighi più severi per le aziende su sospensione della produzione e notifica delle carenze; diversificazione dei fornitori da parte dei produttori, che dovranno anche avere un piano di prevenzione e gestione delle eventuali carenze e più poteri per l'Ema. —[email protected] (Web Info)
B7, Poggi (Deloitte): “Commercio internazionale? Fondamentale politica condivisa paesi G7”
(Adnkronos) – "È fondamentale che i Paesi del G7 abbiano una politica comune, una forte collaborazione in modo da affrontare le principali sfide al commercio internazionale – ha affermato Poggi -, con un focus particolare sulla sfida relativa alla crescita del PIL la cui crescita, nel 2023 è stata del 2,7%, inferiore di mezzo punto rispetto all’anno precedente e che, nei prossimi anni, si aggirerà attorno al 3%". Ad affermarlo, a margine della "G7 Industry Stakeholders Conference", in corso di svolgimento a Reggio Calabria, è Andrea Poggi, Innovation leader e capo delegazione B7 per Deloitte Central Mediterranean, che ha parlato delle nuove sfide che attendono i Paesi del G7 dal punto di vista commerciale. "Inoltre – prosegue l’Innovation leader di Deloitte – bisogna tener conto di tutte le movimentazioni geopolitiche con l’impatto sulle fonti di approvvigionamento che vanno diversificate. Si tratta di sfide, quella della transizione, sia energetica che digitale, la crescita del PIL, l’impatto geopolitico sugli approvvigionamenti, che richiedono una leadership forte dei Paesi del G7 per trovare soluzioni comuni, da una parte per sostenere i consumi – conclude Andrea Poggi – e dall’altra per favorire il più possibile gli investimenti diretti". "La pandemia e anche tutti gli shock internazionali, comprese le tendenze inflazionistiche dell’ultimo anno, hanno dimostrato la vulnerabilità delle Catene del valore globale. Per questo è fondamentale un’azione di rinforzo della loro resilienza". "Gli investimenti diretti, la collaborazione multilaterale e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento sono le tre principali azioni per rendere più resilienti, più sostenibili le catene del valore globale – ha spiegato Poggi -. La prima, fondamentale, è la diversificazione delle fonti di approvvigionamento. È necessario essere sicuri che ci sia una minore dipendenza da alcune economie, magari non di mercato, e da alcuni settori industriali. La seconda azione – ha aggiunto – è quella di aumentare la collaborazione internazionale, per facilitare le politiche di sviluppo degli accordi multilaterali, l’inclusione dei Paesi di sviluppo nel processo di collaborazione e di crescita delle iniziative commerciali. Terza azione fondamentale – ha continuato l’Innovation Leader per Deloitte – è la crescita degli investimenti diretti globali che hanno subito un decremento negli ultimi anni. In particolare, nell’ultimo anno gli investimenti esteri diretti sono stati in diminuzione del 2% e questo, sicuramente, non aiuta la crescita dell’attenzione dei Paesi di sviluppo all’interno del commercio internazionale e non facilita – ha poi concluso – il rafforzamento delle infrastrutture". —[email protected] (Web Info)












