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Virus Dengue in Italia? “Inevitabile che prenda sempre più piede”

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(Adnkronos) – La diffusione del virus Dengue in Italia è "un rischio veramente importante da tenere sotto controllo". Con il riscaldamento climatico e l'epidemia ancora in corso in Sud America, "quest'anno dobbiamo aspettarci più casi" nel nostro Paese, non solo importati dall'estero come i 117 già registrati da inizio 2024 dall'Istituto superiore di sanità, ma "anche autoctoni". Che diventi endemica l'infezione trasmessa dalle zanzare, veicolata anche dalla Aedes albopictus (la 'tigre') presente "dappertutto lungo la Penisola", è una prospettiva "realistica. Se non arriveremo a una vera e propria endemia, potremo sicuramente avere focolai molto più consistenti rispetto al passato. Di Dengue e di altre arbovirosi". Parola di Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), interpellato dall'Adnkronos Salute.  "L'attenzione è alta – osserva lo specialista, ordinario di microbiologia e microbiologia clinica all'università di Brescia e direttore del Laboratorio di microbiologia dell'Asst Spedali Civili – e le circolari diramate dal ministero della Salute vanno nella giusta direzione. Ma con la tropicalizzazione del clima e i potenziali vettori diffusi ormai ovunque – precisa – la possibilità che la Dengue e le altre arbovirosi prendano sempre più piede in Italia sarà inevitabile". Ecco perché "è fondamentale che ci sia un controllo strettissimo sui singoli casi – ammonisce Caruso – con un'attenzione massima, anche da parte delle strutture sanitarie sul territorio, alla rapida identificazione dei contagiati così da procedere a una disinfestazione totale che permetta di neutralizzare le zanzare".  Quello che un giorno potrebbe succedere anche alle nostre latitudini "lo stiamo vedendo oggi in Brasile e in altri Stati sudamericani: nel momento in cui aumenta il caldo – spiega il presidente dei virologi italiani – si riduce la moria delle larve che stagionalmente consentiva di tenere sotto controllo la popolazione di zanzare. Ci si ritrova quindi con una massa di insetti vettori molto superiore rispetto agli anni passati, con una crescita inevitabile della trasmissione virale. Bisogna fare molta attenzione", avverte Caruso. "Con il climate change ci aspettiamo vettori sempre attivi anche a livello italiano", zanzare '4 stagioni' pronte ad alimentare focolai autoctoni che appunto "tenderanno a espandersi".  "Nel momento in cui si sviluppa un qualsiasi segno di infezione – insiste l'esperto – bisogna subito procedere a disinfestazioni mirate, perché l'unico modo per scongiurare il pericolo di focolai è togliere di mezzo il vettore che è la zanzara, anche la tigre. Siccome queste malattie non si trasmettono da uomo a uomo, ma solo attraverso i vettori – ricorda Caruso -, quando abbiamo evidenza di un caso sospetto bisogna eliminare i vettori". Se le zanzare restano, azzerare le probabilità di puntura (e di contagio) è impossibile.  —[email protected] (Web Info)

Imprese, Sergio Liberatore è il nuovo ceo di Homnya

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(Adnkronos) –
Homnya, società del Gruppo Consulcesi, azienda data-marketing media company, è lieta di annunciare la nomina di Sergio Liberatore a nuovo amministratore delegato. “Con una carriera ricca di successi e una profonda esperienza nel campo delle lifescience – spiega Massimo Tortorella presidente del Gruppo Consulcesi – Liberatore guiderà Homnya verso nuovi traguardi Questa nomina, che arriva in un momento di significativa crescita e potenziamento, per Homnya sottolinea l'impegno dell'azienda verso l'innovazione e la sostenibilità nel mercato dei servizi al settore farmaceutico e biomedicale”. “Sono onorato – spiega Sergio Liberatore – di poter guidare una realtà italiana così innovativa e stimolante. Questa opportunità rappresenta per me un impegno a proseguire nella strada dell'eccellenza. I traguardi raggiunti finora sono per tutti noi un incredibile stimolo per continuare a migliorarci, con l’obiettivo di mettere creatività, contenuti e dati al servizio di persone e aziende, trasformandoli in nuove forme di informazione e comunicazione medico scientifica”. Sergio Liberatore, laureato in Medicina all’Università Cattolica di Roma specializzandosi successivamente in Medicina Interna, è stato dal 2008 Amministratore Delegato e General Manager di Ims health, ora Iqvia Italia in seguito alla fusione con Quintiles. Precedentemente ha lavorato in Bristol-Myers Squibb, Schering AG e Bayer Healthcare, gestendo le affiliate locali in Italia, Stati Uniti e UK. Homnya nata lo scorso anno dalla fusione dell’agenzia Docta Comunicazione con Pke(specializzata in gestione dei dati dei professionisti sanitari), grazie ad un approccio creativo e data & digital driven è il punto di riferimento nella fornitura di percorsi innovativi di marketing e comunicazione alle aziende delle Lifescence. Homnya sviluppa progetti integrati con la controllata Sics (Società italiana di comunicazione scientifico sanitaria), la health media Company e più grande content factory del sistema sanitario italiano, nonché casa editrice dei giornali online Quotidiano Sanità, Popular Science e Sanità Informazione e di più di 40 riviste specializzate.  —[email protected] (Web Info)

Emofilia, Santoro (Aice): “Istituzionalizzare registro di patologia”

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(Adnkronos) – "Un registro di patologia è una raccolta sistematica e organizzata di tutti i dati relativi a una patologia. E’ estremamente importante per una serie di fattori; innanzitutto perché migliora la conoscenza della patologia stessa: ci può dare informazioni sulla frequenza, l'incidenza, la prevalenza e la storia naturale della malattia e anche i fattori prognostici”. Lo ha detto Rita Carlotta Santoro, presidente Associazione italiana dei centri emofilia (Aice), in un messaggio indirizzato a FedEmo-Federazione associazioni emofilici nell’ambito del convegno “Io conto! Mec: il registro di patologia e i dati sanitari, fondamentali strumenti di conoscenza e programmazione”, promosso in occasione della XX Giornata mondiale dell’Emofilia che si celebra in tutto il mondo il 17 aprile.  “Si può anche valutare l'efficacia della terapia stessa attraverso una serie di ‘out gamma’, come ad esempio la valutazione della sopravvivenza, della qualità di vita e capire se ci sono delle aree di miglioramento e agire su queste aree carenti per migliorarle – prosegue Santoro – Il registro di patologia può anche essere un’ottima fonte di dati per quanto riguarda la ricerca clinica. I dati epidemiologici possono poi servirci per la pianificazione sanitaria e anche per sapere dove allocare le risorse”.  La "nostra intenzione è quella di avere un registro di patologia che possa essere istituzionalizzato. Stiamo parlando con l'Istituto superiore di sanità proprio per cercare di realizzare questo registro che di fatto è già stato ideato e realizzato da Aice, noi vorremmo che venisse acquisito. La finalità è di avere uno strumento che possa avere delle caratteristiche migliorative in quanto ai dati. E anche per arrivare a un numero maggiore di centri, perché i dati che attualmente si hanno sono dei dati parziali. Per quanto riguarda Aice, invece, la possibilità di dare uno strumento sia ai medici sia ai pazienti anche per finalità di ricerca", conclude. —[email protected] (Web Info)

Farmaceutica, 65 anni di storia in Italia: a Eli Lilly il Premio Leonardo International

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(Adnkronos) – Per "lo storico impegno nell’ambito della ricerca, sviluppo e produzione di farmaci innovativi in Italia, dove da 65 anni ha sede, generando valore economico, occupazionale e cognitivo per l’Italia con attenzione alla sostenibilità ambientale, generando innovazione nel settore delle scienze della vita". Queste le motivazioni che hanno portato il Comitato Leonardo ad assegnare a Eli Lilly l’edizione 2024 del premio Leonardo International. L’azienda farmaceutica americana – riporta una nota – che ha commercializzato la prima insulina al mondo 100 anni fa, fondata a Indianapolis nel 1876, ha annunciato lo scorso anno un nuovo impegno in Italia di oltre 750 milioni entro il 2025 per il potenziamento della produzione di farmaci innovativi nel Paese, con un focus specifico su farmaci per il trattamento di diabete e obesità, contribuendo allo sviluppo industriale del Paese con circa 1 miliardo e mezzo di investimenti negli ultimi 20 anni. Secondo un recente studio di The European House Ambrosetti, Lilly contribuirà al Pil italiano con 1,5 miliardi di euro entro il 2025, attivando oltre 6.000 posti di lavoro nel Paese. (VIDEO) 
Il Premio Leonardo – si legge nella nota – rappresenta il massimo riconoscimento dell’imprenditorialità italiana. In particolare, il Premio Leonardo International è assegnato a chi si ritenga abbia particolarmente contribuito a sviluppare e migliorare i legami culturali ed economici con l’Italia in settori altamente strategici, come appunto la farmaceutica. La sede istituzionale scelta per questa edizione del Premio Leonardo è stata il Senato della Repubblica e i premi sono stati consegnati dal presidente
Ignazio La Russa, insieme al vicepresidente del Consiglio dei Ministri e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, al ministro delle Imprese e del Made in Italy
Adolfo Urso e al presidente del Comitato Leonardo, Sergio Dompé. 
Eli Lilly è la prima azienda farmaceutica multinazionale a ricevere il riconoscimento da quando è stato istituito nel 1995. “Siamo orgogliosi di questo importante riconoscimento, che attesta il grande impegno di Eli Lilly in Italia, dove siamo presenti da oltre 65 anni – afferma Ilya Yuffa, presidente di Lilly International, che ha ritirato il premio – Oltre un secolo fa, nel 1923, abbiamo commercializzato la prima insulina al mondo. Guidati dalla scienza, dall’innovazione e dai nostri valori, siamo sempre più focalizzati sullo sviluppo di soluzioni innovative in aree terapeutiche cruciali per la salute pubblica, tra cui il diabete e l’obesità, il cancro, le malattie autoimmuni e le malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Nei prossimi anni vogliamo rafforzare ulteriormente la nostra presenza nel Paese, che è al centro della nostra strategia di crescita globale”. Il Premio International ad Eli Lilly è un "ottimo segnale per il Made in Italy e un riconoscimento dovuto – ha commentato Sergio Dompé, presidente Esecutivo
Dompé Farmaceutici e presidente Comitato Leonardo – La società statunitense è uno dei pionieri della farmaceutica presente in Italia da oltre 65 anni, dove ha saputo portare competenze e soluzioni terapeutiche innovative, producendo export verso tutto il Mondo per il 95% della produzione. Oggi, inoltre, Eli Lilly ha confermato un ulteriore investimento di 750 milioni di euro nel nostro Paese confermando il rapporto forte che ha con il nostro territorio”. "Complimenti vivissimi a Eli Lilly per questo premio, che rappresenta un prestigioso riconoscimento per un’azienda a capitale internazionale che rappresenta al meglio il Made in Italy, insieme ad altre imprese farmaceutiche – afferma Marcello Cattani, presidente di Farmindustria – Il sito industriale di Sesto Fiorentino è uno dei più grandi in Italia ed è un centro di eccellenza internazionale". Eli Lilly con una "presenza ben radicata sul territorio da 65 anni, lo sguardo rivolto al futuro – con investimenti di oltre 1,5 miliardi negli ultimi 20 anni – e una forte propensione all’innovazione, alla produzione e all’export, dà un contributo fondamentale alla cura di molti cittadini. E allo stesso tempo alla crescita dell’occupazione qualificata, tra cui molti giovani e donne, e dell’economia della regione e di tutta la nostra Nazione”, aggiunge Cattani. A Sesto Fiorentino, dove Lilly si è insediata nel 1959 – dettaglia la nota – è stato realizzato uno dei più innovativi stabilimenti per la produzione di farmaci biotecnologici in Italia, un vero e proprio modello di innovazione tecnologica destinato alla produzione di insulina da Dna ricombinante per i Paesi europei ed extraeuropei. Il polo di Sesto Fiorentino garantisce farmaci per il diabete a più di 7 milioni di pazienti ogni anno in oltre 60 Paesi del mondo. Inoltre, nel 2023, a Sesto Fiorentino è stato inaugurato un nuovo trigeneratore di energia con un investimento di oltre 9 milioni di euro che, associato al potenziamento degli impianti fotovoltaici già installati nel sito produttivo, supporterà il raggiungimento dell’obiettivo globale di carbon neutrality entro il 2030.  “Una maggiore produzione innovativa in Italia, da Sesto Fiorentino fino alle numerose collaborazioni con aziende nazionali, genera un effetto moltiplicatore del beneficio economico nelle diverse regioni italiane,che contribuisce alla crescita del Pil generando nuova occupazione di qualità nel Paese – spiega Ilya Yuffa – Il nostro impegno in Italia ha un ruolo strategico. Qui si trovano le competenze e le professionalità di alto livello per continuare a collaborare per lo sviluppo di nuovi farmaci e aiutare sempre più pazienti nel mondo. Lilly in Italia si concentra anche sulla Ricerca e Sviluppo, con investimenti in quest’area 5,4 volte superiori alla media del settore manifatturiero e oltre 50 studi clinici attualmente attivi su tutto il territorio nazionale”.  Dopo 65 anni di storia in Italia, "siamo pronti a scrivere un nuovo importante capitolo della nostra sempre più solida cooperazione con il Paese – conclude Ilya Yuffa – Abbiamo ampliato la nostra pipeline a nuove aree terapeutiche, che hanno un’importanza significativa per molti pazienti. Il nostro obiettivo è fornire risposte ai bisogni terapeutici ancora insoddisfatti e contribuire attivamente alla promozione di un sistema sanitario più efficiente, resiliente e sostenibile, per consentire un più rapido accesso alle nostre cure a tutti coloro che ne hanno bisogno, migliorando la qualità di vita di molte persone”.  —[email protected] (Web Info)

Emofilia, Arcieri (Iss): “Da buon funzionamento registro Mec vantaggi pazienti”

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(Adnkronos) – "Il paziente e i decisori avrebbero l'informazione completa sia sulla storia naturale, sia soprattutto sulla dimensione del fenomeno, essendo una malattia rara. Abbiamo ovviamente un numero piccolo di pazienti all'interno delle Regioni, per cui è importante per i decisori conoscere l'impatto che questa patologia comporta a livello sanitario. Ogni Regione avrebbe un feedback sui propri assistiti e poi eventualmente monitorare e decidere di competenza a livello organizzativo le appropriate cure per i pazienti affetti da malattia congenita”. Così Romano Arcieri, dell'Istituto superiore di sanità (Iss), sui vantaggi del buon funzionamento del registro Mec, in un messaggio indirizzato a FedEmo-Federazione Associazioni Emofilici nell’ambito del convegno “Io conto! Mec: il registro di patologia e i dati sanitari, fondamentali strumenti di conoscenza e programmazione”, promosso in occasione della XX Giornata mondiale dell’Emofilia che si celebra in tutto il mondo il 17 aprile.  Ripercorrendo la nascita del registro Mec, Arcieri prosegue: “Il registro Mec nasce nel 1988-90 con il compito di sorvegliare le infezioni da Hcv e Hiv nell'ambito delle patologie trasmissibili con il sangue, dopo di che si viene ad un accordo nel 2005 con l'Associazione italiana di emofilia e inizia a costituirsi un registro di patologia. Così, il registro tende ad avere maggiori informazioni sulla storia naturale della stessa, andando a recuperare informazioni sia dal punto di vista epidemiologico, terapeutico e anche degli eventi avversi relativamente legati alla comparsa degli inibitori, che è una delle principali. Nel 2017, tramite un Dpcm del ministero della Salute, viene istituito e riconosciuto ufficialmente il registro all'interno dell'Istituto superiore di sanità”. Arcieri non nega la presenza di criticità sulla trasmissione, la gestione e la conservazione dei dati stessi: “Purtroppo sì, ma diciamo limitatamente, perché essendoci una buona collaborazione fra la società scientifica e l'Istituto di sanità, abbiamo una buona copertura dell'informazione dei dati. Ovviamente questa copertura deve essere migliorata. Deve essere strutturata: il Dpcm del 2017 determina la configurazione all'interno delle Regioni di centri deputati alla trasmissione dei dati, dei centri di riferimento. Già dal 2018 l'istituto ha chiesto alle Regioni quali debbano essere questi centri e come debbano essere inviati i dati relativamente al registro”, conclude. —[email protected] (Web Info)

Tesla, Musk taglia 14mila posti di lavoro con una mail

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(Adnkronos) –
Tesla taglierà più del 10% della sua forza lavoro in tutto il mondo, pari a circa 14mila dipendenti. Lo riferisce la pubblicazione tecnologica Usa Electrek, citando un'e-mail interna del patron del gruppo Elon Musk. Nell'ambito degli sforzi per tagliare i costi e aumentare la produttività, "abbiamo fatto una revisione approfondita dell'organizzazione e abbiamo preso la difficile decisione di ridurre il nostro organico di oltre il 10% a livello globale", scrive Musk, secondo l'e-mail citata da Electrek. Secondo il rapporto annuale, alla fine dello scorso anno Tesla contava più di 140.000 dipendenti. Tesla ha sorpreso gli analisti riportando un calo delle vendite nel primo trimestre dell'8% su anno, fermando le vendite a circa 387mila veicoli.  A pesare anche gli attacchi dei ribelli Houthi dello Yemen alle navi che attraversano il Mar Rosso causando problemi di approvvigionamento per la produzione dello stabilimento Tesla di Grünheide, vicino a Berlino. All'inizio dell'anno l'impianto è stato colpito anche da un sabotaggio dell'alimentazione elettrica. Secondo l'e-mail di Musk citata da Electrek, la rapida crescita ha portato a una "duplicazione di ruoli e funzioni lavorative in alcune aree". "Non c'è niente che io odi di più, ma deve essere fatto. Questo ci permetterà di essere snelli, innovativi e affamati per il prossimo ciclo di crescita", ha scritto Musk. —[email protected] (Web Info)

Giacomo Matteotti, dimenticato e attuale: “Io vi accuso” di Concetto Vecchio

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(Adnkronos) – "La memoria di Matteotti è stata calpestata. Il suo monumento, sul Lungotevere, a me pare lo specchio di questo mancato riconoscimento: è brutto, incomprensibile per chi vi passa, mai illuminato col buio…". Le parole sono di
Concetto Vecchio
, quirinalista del quotidiano La Repubblica e autore di un libro, 'Io vi accuso. Giacomo Matteotti e noi' (Utet), che è, insieme, inchiesta giornalistica, scrittura cinematografica, biografia politica, ritratto psicologico, storia. Sono parole significative perché identificano il punto di vista con il quale ha scelto di ricostruire, raccontare, e ridare dignità al profilo di un uomo che, nonostante lo spessore, è uscito troppo poco dai manuali scolastici.  Per questo, Concetto Vecchio definisce il libro "un’inchiesta su una dimenticanza", perché Giacomo Matteotti "venne, a lungo, oscurato anche a sinistra, specie dai comunisti, perché da riformista socialdemocratico era stato troppo in anticipo sui tempi, e dirsi socialdemocratico era una sorta di bestemmia nel lungo Dopoguerra italiano". Individuata la premessa, l'intuizione che ha fatto nascere e crescere l'interesse per il personaggio, è servito poi il metodo per portare a termine un lavoro che, in poco più di 200 pagine, riesce ad andare oltre il timore che Concetto Vecchio confessa nei ringraziamenti del libro, quel "Matteotti mi faceva paura" con cui descrive il suo iniziale 'no' alla proposta del suo editore. E' stato necessario mettersi in gioco fino in fondo per allontanare quella paura. "Da giornalista io vado nei posti matteottiani col mio taccuino e la macchina fotografica, faccio parlare la coppia che ha messo la targa sul muro di via Pisanelli 40, da dove Matteotti uscì per andare incontro alla morte, (“senza chiedere permesso a nessuno”, mi ha detto l’avvocato Marocchi), scovo Franco Nero, l’unico (!) volto di Matteotti al cinema, do voce a Stefano Caretti, il più grande studioso di Matteotti che lontano dai riflettori, e snobbato dalle grande case editrici, ha tenuto viva la memoria del martire, e infine incontro Laura Matteotti, la nipote di Giacomo, che mi racconto di come la morte del nonno fosse un tabù: quelle ultime dieci pagine sono la chiave della indagine, il senso di tutto". Va letta tutta questa "inchiesta sul trauma pubblico (perché Matteotti venne dimenticato) ma anche privato (che cosa succede nelle famiglie, anche a distanza di generazioni, dopo un delitto politico?)". E il lettore deve abbandonarsi alla prospettiva che gli concede l'autore, senza risparmiarsi, accettando di seguirlo. Si arriva, attraverso pagine in cui trova spazio anche "l’amore con Velia, la moglie, il cui rapporto sfocia nel romanzesco", alla dimensione attuale del profilo di Matteotti. "Risiede nella sua difesa strenua del Parlamento, della democrazia, della scuola pubblica (a Benedetto Croce, a Montecitorio, disse: “Voi state speculando sulle nuvole. Qui non si viene con i libri di estetica ma con dei programmi pratici”): oggi si batterebbe per la sanità pubblica", sintetizza Vecchio. Il peso del Matteotti antifascista è ben presente. "Capì per primo la forza distruttrice del fascismo, ma fu solo nella lotta, e quindi questo è anche un libro sulla solitudine di un politico", sostiene l'autore. Vecchio, quindi, riferendosi alla cultura, alla competenza, e allo spessore del politico, ricorda: "Proprio perché il più bravo venne fatto uccidere dagli sgherri di Mussolini". Ma la sua storia, nella ricostruzione dell'autore di 'Io vi accuso', "è anche una lezione per la sinistra di oggi, perché Matteotti fu concreto, popolare, si sporcò le mani nella fatica di ogni giorno, conscio che è nella lotta alle disuguaglianze la missione di un socialista". Oggi, conclude, "Matteotti sarebbe ogni giorno in periferia!". (Di Fabio Insenga) —[email protected] (Web Info)

Eni presenta ‘sunRice – la ricetta della felicità’ al FuoriSalone

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(Adnkronos) – In occasione del FuoriSalone 2024, Eni presenta oggi presso l’Orto Botanico di Brera, a Milano, l’iniziativa 'sunRice – la ricetta della felicità', nata dalla collaborazione con Niko Romito e realizzata su progetto di Cra – Carlo Ratti Associati e Italo Rota (1953-2024) che ci lascia in eredità un'installazione di grande visione. SunRice è un percorso esperienziale dedicato alla forza delle idee innovative e delle competenze, e di come queste rendono possibili soluzioni e applicazioni di economia circolare e sostenibilità. L’installazione si inserisce nella cornice della Mostra Interni Cross Vision, coniugando gli elementi del mondo naturale e di quello artificiale, e sarà aperta al pubblico dal 15 al 25 aprile. Si tratta di un progetto relativo ai temi cardine alla base delle economie trasformative, del benessere e della salute, delle competenze e della formazione che prevede un percorso focalizzato sul riso, quale cereale presente nelle tradizioni gastronomiche di tutto il mondo.  L’installazione rappresenterà un esempio di un ciclo completo di economia circolare grazie al riutilizzo degli scarti del riso. Così, all’interno dell’Orto Botanico, partendo dalla pianta del riso, passando per l’ingrediente e per il suo uso innovativo in cucina, arriviamo a vedere i suoi scarti diventare materia prima per l’architettura, sostenendo l’importanza della formazione e dello sviluppo delle competenze. A fine esposizione, l’installazione subirà l’ultima trasformazione, recuperando il materiale usato in pacciamatura da reimmettere nei terreni per nuove coltivazioni. Centrale il contributo della startup RiceHouse – premiata da Joule, la scuola di Eni per l’impresa – che ha ideato una soluzione tecnologica per la lavorazione degli scarti del riso che si trasformano nel materiale edile nell’installazione. Ciò riflette l’importanza che per Eni riveste l’imprenditorialità innovativa e sostenibile a supporto del processo di decarbonizzazione e il tema dell’economia circolare, una leva imprescindibile del percorso di transizione energetica.  Per sunRice, Niko Romito interpreta l’idea di creatività utile realizzando un biscotto salato per i visitatori. Il prodotto, studiato ad hoc per il progetto, dialoga con l’ambiente che ospita il percorso, da cui Romito attinge alcune materie prime erbacee oltre il riso, e diventa parte tangibile e edibile dell’esperienza, contribuendo a promuovere ed esaltare i valori chiave dell’iniziativa. Dal 2018 Eni è presente al Fuorisalone di Milano organizzato dalla rivista Interni. Negli anni la partecipazione ha consentito ad Eni di raccontare più da vicino temi e progetti strategici per la società, così come i valori fondanti che quotidianamente guidano il proprio agire. —[email protected] (Web Info)

Schillaci: “Dieta mediterranea eccellenza italiana e strumento di prevenzione”

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(Adnkronos) – "Oggi si celebra la prima Giornata nazionale del Made in Italy, fortemente voluta da questo Governo, e come ministero della Salute abbiamo deciso di dedicare un evento alla dieta mediterranea perché è un'eccellenza italiana ed è un fattore di promozione della salute e di corretti stili di vita. Abbiamo scelto di promuovere questa iniziativa nel Cilento dove lo studioso americano Ancel Keys teorizzò e valorizzò i benefici della dieta mediterranea sulla salute". Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, che questa mattina ha visitato il Museo vivente della Dieta mediterranea a Pioppi, in provincia di Salerno, in occasione della prima Giornata nazionale del Made in Italy. Nel corso della visita al museo, il ministro della Salute, insieme al viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli e al sindaco di Pollica, Stefano Pisani, ha incontrato studenti di scuola elementare e di scuola media che hanno presentato lavori realizzati sulla dieta mediterranea. "Bisogna imparare da bambini – ha sottolineato Schillaci – che mangiare in modo corretto e sano significa migliorare il proprio stato di salute. Per questo sono impegnato affinché la prevenzione, a partire dalla sana alimentazione e dall'attività fisica, trovi spazio adeguato proprio nelle scuole. Oggi a Pioppi e Paestum celebriamo la dieta mediterranea, basata sulle nostre produzioni locali, che ha la capacità, come dimostrato da numerosi studi scientifici, di contribuire a prevenire molte malattie croniche non trasmissibili. La dieta mediterranea è parte del nostro patrimonio culturale e dobbiamo fare in modo che siano sempre di più gli italiani che aderiscono a questo modello alimentare sano, che salvaguarda la biodiversità e che è economicamente sostenibile". Il ministero della Salute, sempre nell'ambito della Giornata del Made in Italy, ha realizzato insieme alla Fism (Federazione italiana delle società mediche e scientifiche) una guida con indicazioni per seguire un'alimentazione corretta e sana secondo i principi della dieta mediterranea, con un focus specifico sui bambini e sugli anziani. L'impatto benefico sulla salute della dieta mediterranea è anche al centro dell'evento promosso sempre dal ministero presso il Parco archeologico di Paestum e Velia.  Significativo il contributo di esperti del mondo scientifico e accademico, a sostegno dell'importanza dell'impatto sulla prevenzione dei corretti stili di vita. Alla giornata partecipa anche lo chef Alessandro Circiello, presidente dell'Unione regionale cuochi Lazio, autore di un menu basato sui cinque colori della dieta mediterranea per testimoniare come si può mangiare in modo salutare senza rinunciare al gusto. Come riconoscimento per il contributo agli studi che hanno permesso di far conoscere il valore della dieta mediterranea per la salute su basi scientifiche, Schillaci ha consegnato un attestato alla famiglia Keys e all'associazione dieta mediterranea Ancel Keys. —[email protected] (Web Info)

Amadeus, Carlo Conti: “Sono certo abbia fatto una scelta difficile ma ben ponderata”

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(Adnkronos) – "Perdo un grande compagno di squadra. Sono però certo che abbia fatto una scelta difficile ma ben ponderata". A dirlo all'Adnkronos è Carlo Conti, commentando la notizia che Amadeus lascerà la Rai alla scadenza del suo contratto per andare – secondo insistenti rumors, ancora non confermati ufficialmente – al Nove. —[email protected] (Web Info)