(Adnkronos) – "Verrà stilato il manifesto sugli Stati generali del Cinema ma non per raccontare in maniera sterile gli interventi ma indicherà i correttivi, altrimenti sarebbe solo parlarsi addosso. La politica ha l'obligo di trovare soluzioni, mettere in campo azioni concrete. Sarà consegnato al ministro Sangiuliano e al ministro Santanchè": Lo ha detto l'assessore regionale al Turismo Elvira Amata concludendo gli Stati generali del Cinema a Siracusa. "Ed è chiaro che oggi abbiamo l'obbligo di ritornare – conclude – Questa è la prima edizione ma va istituzionalizzata perché ce lo hanno chiesto e lo dobbiamo fare. Voglio ringraziare il direttore scientifico degli Stati generali Antonella Ferrara per l'impegno profuso". "Sono davvero molto soddisfatta degli Stati generali del Cinema perché quando ho pensato e ho avuto l'intuito di organizzare un evento di questo genere l'ho fatto sperando che accadesse quello che è accaduto. Abbiamo avuto tutto il mondo di questa grande industria cinematografica e televisiva e li abbiamo messi a confronto. Si è perlato liberamente, si è espresso il pensiero di come va questo mondo e cosa si deve aggiustare e quali sono le criticità. E lo si è fatto in serenità, senza polemica, convinti che facendo squadra gli obiettivi si possono raggiungere". Lo ha detto l'assessore regionale al Turismo della Sicilia Elvira Amata concludendo gli Stati generali del Cinema in Sicilia a Siracusa. "Cosa mi lasciano questi tre giorni? – dice – Alcune certezze che il lavoro avviato è stato avviato nella direzione giusta. A me la politica è sempre piaciuta farla sul territorio parlando a confronto con i portatori di interessi". "In questi anni ho incontrato molti produttori e registi, tra gli ultimi Gabriele Muccino e Raffaella Leone che mi raccontavano le criticità che incontravano durante la produzione, ma delle banalità. Che se solo si facesse sistema potrebbero essere evitate". Ha concluso —[email protected] (Web Info)
Attacco Iran, Israele: “Esigeremo un prezzo in modo e momento opportuni”
(Adnkronos) – "Di fronte alla minaccia dell'Iran, costruiremo una coalizione regionale e esigeremo un prezzo dall'Iran nel mondo e nel momento opportuno. E soprattutto, di fronte al desiderio dei nostri nemici di farci del male, noi ci uniremo e diventeremo più forti". Lo ha detto il ministro del gabinetto di guerra israeliano, Benny Gantz, con parole che suggeriscono che non appoggia un'immediata risposta contro Tehran, e ricordando "che non abbiamo ancora completato i nostri obiettivi, principalmente il ritorno degli ostaggi e la rimozione della minaccia da sud e da nord". "L'Iran è un problema globale, una sfida regionale e anche un pericolo per Israele e ieri il mondo è stato chiaramente unito con Israele di fronte a questo pericolo. Israele è contro l'Iran, il mondo è contro l'Iran e questo è il risultato, questo successo strategico che dobbiamo usare in favore della sicurezza di Israele" ha aggiunto Gantz in una dichiarazione, ripresa da Times of Israel, sottolineando che "non è finita". "Il sistema di alleanza strategica e cooperazione regionale che abbiamo costruito e che ha passato un test significativo ora deve essere rafforzato – ha concluso – Israele ha provato ieri che un'ancora di potere militare e tecnologico ed un'ancora di sicurezza in Medio Oriente".
Il ministero degli Esteri israeliano ha chiesto che vengano imposte nuove sanzioni nei confronti dell'Iran dopo l'attacco di ieri contro Israele. ''L'Iran deve pagare per la sua aggressione'', si legge in una nota del ministero. ''Il prezzo iniziale'', prosegue, deve essere il riconoscimento dei Guardiani della Rivoluzione iraniana, i Pasdaran, come una organizzazione terroristica. Le nuove sanzioni, aggiunge, devono colpire il programma missilistico balistico di Teheran. "La scorsa notte l'Iran ha lanciato un attacco su larga scala e senza precedenti, con centinaia di droni, missili da crociera e missili balistici, contro lo Stato di Israele'', afferma il ministero degli Esteri. ''Questo attacco dimostra ciò che Israele afferma da anni: l’Iran è il maggiore responsabile degli attacchi terroristici nella regione ed è anche la più grande minaccia alla stabilità regionale e all’ordine mondiale'', prosegue la nota. Inoltre, ''proprio come qualsiasi altro paese, Israele ha il diritto di difendersi di fronte al massiccio attacco dell'Iran. Israele si è difeso con successo dall'aggressione iraniana e continuerà a farlo in futuro'', si legge.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annullato un attacco di ritorsione immediato a quello subito dall'Iran nella notte dopo essere stato dissuaso dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, scrive il New York Times, sottolineando che diversi membri del gabinetto di guerra avevano chiesto a Netanyahu di rispondere subito. Ma la mancanza di gravi danni in Israele e il colloquio tra Biden e Netanyahu hanno fatto sì che la rappresaglia non avesse luogo nell'immediato. Per la Casa Bianca comunque non c'è il rischio di una escalation. "Non credo che ci sia nessuna ragione perché sia così", ha affermato il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca John Kirby a chi glielo domandava. "Il presidente Biden non crede che ci si debba muovere assolutamente in questa direzione – ha spiegato Kirby – il presidente è stato chiaro, non vogliamo vedere che questo porti ad un'escalation". Kirby ha comunque riconosciuto che riguardo alla possibilità di un ampliamento del conflitto con l'Iran "le prossime ore e giorni ci diranno molto". "Il Presidente voleva congratularsi con il premier Netanyahu per un incredibile risultato militare, il primo ministro era molto grato per il supporto che il presidente ha offerto e dimostrato in sostegno di Israele", ha detto Kirby alla Cnn che gli chiedeva se veramente Biden abbia detto a Netanyahu che gli Usa non erano disposti a sostenere una risposta israeliana all'attacco di Tehran.
Kirby non ha confermato, o negato, questa ricostruzione, ma ha ribadito che l'amministrazione Biden "non crede" che dopo l'attacco dell'Iran a Israele un allargamento del conflitto sia inevitabile "né crede che debba essere". "Quasi tutto quello che ha fatto il presidente dall'inizio, sin dal 7 ottobre, è stato favorire la de-escalation, cercare di limitare le opportunità di una più ampia guerra regionale", ha aggiunto. Riguardo al colloquio con Netanyahu, Kirby ha sottolineato che "il Presidente ha messo in chiaro che l'autodifesa di Israele è qualcosa che prendiamo seriamente e continueremo a prendere seriamente". "Quello che Israele ha dimostrato la notte scorsa è stata un'incredibile capacità di difendersi, la sua superiorità militare", ha sottolineato Kirby a Nbcnews, ricordando che la stragrande maggioranza di droni e missili sono stati intercettati e "i danni sono stati straordinariamente leggeri". "Israele ha anche dimostrato che non è sola, che ha amici" ha aggiunto, facendo riferimento agli Usa ed altri Paesi alleati che hanno partecipato all'azione di intercettazione e distruzione dei missili e droni lanciati da Teheran.
Gli Stati Uniti hanno abbattuto 70 droni lanciati dall'Iran contro Israele, hanno infatti reso noto fonti Usa all'Abcnews, precisando che uno dei cacciatorpedinieri dispiegati nel Mediterraneo orientale ha abbattuto anche un numero non determinato di missili balistici iraniani, secondo una fonte almeno tre. Secondo gli israeliani, Teheran ha sparato 170 droni, più di 30 missili da crociera e di 120 missili balistici. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Napoli-Frosinone 2-2, doppietta di Cheddira frena gli azzurri
(Adnkronos) – Napoli e Frosinone pareggiano 2-2 nel match in programma oggi per la 32esima giornata della Serie A 2023-2024. Gli azzurri, in ottava posizione, salgono a 49 punti. I ciociari salgono a 27 e sono sempre terz'ultimi. Il Napoli sblocca il risultato al 16' con uno splendido sinistro a giro di Politano. Il Frosinone potrebbe pareggiare al 30', ma Soulé spreca un calcio di rigore facendosi ipnotizzare da Meret, che blocca la conclusione. Gli ospiti trovano l'1-1 al 50'. Stavolta Meret è disastroso regalando palla a Cheddira che non sbaglia da distanza ravvicinata. Il Napoli torna avanti al 63' con Osimhen, che devia da 2 passi la conclusione di Kvaratskhelia. Al 73', ancora Cheddira per il 2-2 definitivo: cross da destra e colpo di testa perfetto. —[email protected] (Web Info)
Scontro in campo durante Foggia-Catanzaro, medico salva giovane giocatore. “Non chiamatemi eroe”
(Adnkronos) – "La situazione è apparsa subito grave. Altre volte, seguo il settore giovanile del Foggia da 12 anni, mi sono trovato di fronte a eventi anche molto pesanti, ma non drammatici quello di ieri. Fuori luogo chiamarmi eroe, è stato fondamentale, in piena emergenza, l'aiuto e il supporto di due soccorritori validissimi". A parlare all'Adnkronos è Romano Bucci, il medico che ieri pomeriggio con un intervento tempestivo è riuscito a salvare la vita di un giovane giocatore durante la partita del Foggia contro il Catanzaro. "Si è trattato di uno scontro di gioco su un cross, uno dei due ragazzi intervenuti ha avuto la peggio con un trauma cranico – racconta – Siamo intervenuti immediatamente, mettendo in atto le pratiche previste. Andrò a trovare il calciatore in ospedale, attualmente ricoverato in osservazione al policlinico Riuniti, ma le sue condizioni sono migliorate". —[email protected] (Web Info)
Esperto israeliano: “Collasso deterrenza americana, serve reazione dura su territorio iraniano”
(Adnkronos) – “Più di 330 droni, missili e razzi non sono solo un casus belli, sono una dichiarazione di guerra. Sin dai primi giorni dopo il 7 ottobre ho detto che questo non è il conflitto privato di Israele contro Hamas o contro l’Iran ma dovrebbe essere la guerra tra il mondo libero e l’Islam più brutale e omicida. Purtroppo, mentre Israele fa da ultima frontiera contro questa barbarie, le piazze del mondo occidentale protestano contro di noi. Succede sempre così: prima gli ebrei vengono massacrati e la comunità internazionale dimostra empatia e sostegno, e afferma che Israele ha il diritto di difendersi. Poi dopo pochi giorni si dimentica tutto e veniamo accusati di aggressione, persino di genocidio”, esordisce il professor Kobi Michael, ricercatore senior all’INSS, Institute for National Security Studies israeliano, e membro del think tank Misgav in un colloquio con l’Adnkronos. “Oggi succede lo stesso: abbiamo assistito al collasso totale della deterrenza americana nella regione mediorientale, con un attacco mai visto per dimensione e coordinazione tra tutti i proxy iraniani, ma ci viene chiesto un atteggiamento pacificatore. Se reagiamo con durezza, come dovremmo, il mondo occidentale si schiererà contro di noi e a Teheran si faranno grasse risate. Addirittura, ieri minacciavano gli alleati di Israele intimando loro di non reagire all’attacco. Più ci si dimostra deboli con l’asse iraniano e più esso si radicalizzerà”, prosegue il prof. Michael. “A poche ore da questo evento storico, la richiesta della comunità internazionale a Israele è di limitarsi a intercettare e abbattere droni e missili, anche con il supporto aereo di Stati Uniti, Regno Unito, persino Giordania, e di non reagire. Invece dovremmo creare immediatamente una nuova architettura regionale con due obiettivi: affrontare in modo efficace la questione palestinese e contrastare l’asse iraniano”. Quando si chiede al professor Michael se nella nuova alleanza regionale deve entrare anche l’Arabia Saudita, insieme al gruppo degli Accordi di Abramo (in particolare Emirati Arabi Uniti e Bahrein), la risposta è netta: “Certo, ormai per i sauditi è chiaro che i prossimi obiettivi possono essere loro. D’altronde lo sono stati già nel 2019, quando droni iraniani hanno colpito le strutture della compagnia petrolifera Saudi Aramco. All’epoca furono solo 20 velivoli senza piloti. Ora le capacità distruttive di Teheran sono aumentate enormemente”, precisa Michael all’Adnkronos. Quando si chiede all’esperto di sicurezza nazionale quale sarebbe la mossa più giusta per Israele, la risposta è netta: “Colpire l’Iran nel suo territorio, magari proprio nelle infrastrutture usate per la costruzione dei droni che vengono usati per uccidere gli ucraini e dagli Houthi per attaccare navi civili nel Mar Rosso. Trovo inconcepibile che una coalizione grande e potente come quella guidata dagli Stati Uniti lasci che il commercio globale venga destabilizzato e indebolito da una fazione rognosa ma in fondo piccola come quella degli Houthi. L’Iran non ha la nostra capacità di rispondere a un attacco mirato, né sul piano della contraerea né dei jet da guerra. È ora che gli iraniani capiscano che agire da bulli nella regione comporta un alto prezzo da pagare. L’Iran non è più una potenza regionale, è una potenza globale capace di seminare il caos in un’area molto vasta. Se resta impunita, farà precipitare il sistema di deterrenza internazionale”, conclude Michael. (di Giorgio Rutelli) —internazionale/[email protected] (Web Info)
A Roma il comitato ordine e sicurezza dopo attacco Iran a Israele: “Attenzione massima”
(Adnkronos) – "L'attenzione in questo momento è massima". Così il prefetto di Roma Lamberto Giannini dopo il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica che si è svolto in prefettura all'indomani dell'escalation in Medio Oriente sfociata nell'attacco dell'Iran a Israele. Nel corso della riunione fra i vertici della sicurezza provinciale è stato fatto il punto sulla situazione. "Stiamo lavorando- ha aggiunto il prefetto – da parte nostra c'è il massimo impegno anche in un'ottica preventiva. Le misure di sicurezza e la vigilanza degli obiettivi sensibili sono a livelli altissimi". Intanto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, è in contatto con i prefetti delle città italiane. Domani alle 15 è convocato il comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica al Viminale, con i vertici delle forze di polizia e dell’intelligence. —[email protected] (Web Info)
40 anni della Lega, Salvini: “La guido con cuore da 10 anni, abituato a insulti Bossi”
(Adnkronos) – "Io sono in Lega da 30 anni e sono abituato alle telefonate notturne e diurne di insulto e di polemica di Umberto Bossi, quindi mi servono per capire e migliorare". Così il segretario Matteo Salvini a margine della festa per i 40 anni della Lega Lombarda a Varese. "Bossi può dire quello che vuole per me sono sempre consigli utili", ha poi ribadito Salvini. "A Bossi, visto che ha costruito tutto, tutto è permesso", ha detto ancora. A chi gli chiedeva come mai ieri non sia stato a Gemonio, il leader del Carroccio ha risposto: "Ieri ero al G7 dei Trasporti. Faccio con orgoglio il segretario della Lega, ma faccio anche il vicepremier e il ministro dei Trasporti". Sull'assenza di Bossi alla festa della Lega Lombarda oggi a Varese il commento invece è stato: "L'avevo invitato, avrà fatto altre scelte, va bene così". "Ho preso la tessera della Lega nel 1990. È il 34esimo anniversario per me", ha detto parlando dal palco della festa. Poi il riferimento a Umberto Bossi: "Ringrazio colui grazie a cui tutto è cominciato: senza Bossi non saremmo qui e milioni di italiani non parlerebbero di libertà. Ringrazio Maroni che ha preso il testimone e ha guidato la Lega nel momento più complicato. Io – ha affermato ancora – lo faccio da 10 anni con anima, tempo e cuore, rischiando anche nel privato. E sono contento di aver fatto crescere in questi anni una classe dirigente. Un partito che in questa mattina ha al lavoro 500 sindaci in tutta Italia". Salvini sui 40 anni di storia di Lega ha parlato di "40 anni di coraggio, di lealtà, di coerenza". "Parlavamo di autonomia, di onestà. Sicuramente 40 anni fa non c’era l'Europa che c'è oggi, quindi le battaglie non sono a Roma ma anche a Bruxelles. Sono stati 40 anni belli anche perché la Lega ha portato modernità, innovazione e trasparenza nei palazzi del potere". "Per quello che mi riguarda – ha concluso – per la Lega e per l'Italia il bello deve ancora venire". "Ero indeciso se venire o no perché in questi giorni qualsiasi cosa faccia viene usata contro di me", ha detto il ministro per gli affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, dal palco della festa dei 40 anni della Lega Lombarda a Varese. "Venerdì alla Camera è scoppiato un casino totale perché come si permetteva un ministro di fare gli auguri alla Lega Lombarda e di promettere che avrebbe portato l’autonomia", ha aggiunto Calderoli. "Noi dobbiamo parlare delle cose positive, dei valori che sono a fondamento della nostra Lega, della concretezza che vorremmo esportare in tutto il Paese. Dobbiamo parlare di queste cose". Così il governatore lombardo, Attilio Fontana, ha risposto a chi gli chiedeva se le parole di Umberto Bossi di ieri su Matteo Salvini abbiano rovinato la festa per i 40 anni della Lega Lombarda. “L’impegno politico della Lega è tutelare sempre i territori, quindi io che sono lombardo devo tutelare la Lombardia", ha aggiunto Fontana a margine dei festeggiamenti a Varese. "Non mi pare che Matteo Salvini abbia mostrato attenzione per la questione settentrionale, ma serve andare in quella direzione. Servirebbe qualcuno che abbracci la questione e la porti avanti con determinazione", ha risposto Umberto Bossi alle domande dei cronisti, in un breve incontro nel giardino della sua villetta, a Gemonio, in occasione del 40esimo anniversario di fondazione della Lega. A chi gli ha chiesto se il nuovo leader potrebbe esserei Giancarlo Giorgetti, ha detto sorridendo: "Non voglio dire Giorgetti per non massacrarlo". Quanto a Salvini: "Lui non l’ho sentito. Devo dire la verità: mi aspettavo che senza dire niente comparisse. Ma evidentemente non è successo". "Se rifarei tutto ciò che ho fatto? Beh qualche errore l'ho fatto; sembrerà strano ma qualche errore l'ho fatto anche io. Errori che però mi vengono perdonati", ha detto ancora Bossi. "Salvini ha detto bene: Bossi è abituato a esprimere critiche, però penso che così come siamo riconoscenti a Bossi per aver fondato la Lega, a Maroni per averla salvata in un momento difficile, a maggior ragione lo dobbiamo essere a Salvini per quello che ha fatto e sta facendo”. Così il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo aggiungendo: "Questa festa è l'occasione giusta per riscoprire un po' di identità, di origini e di senso di appartenenza, bisogna soprattutto ripartire dal territorio e dai militanti cercando di ascoltarli un po' di più". "Capo, Bobo, Matteo una storia ci lega": è il cartello esposto al balcone della storica sede del Carroccio in piazza del Podestà a Varese, dove fervono i preparativi per la festa dei 40 anni della Lega Lombarda. “Tanti auguri splendida quarantenne” recita la locandina, su cui campeggiano i volti di Umberto Bossi, Roberto Maroni e Matteo Salvini, atteso per le 11.30. Storici leghisti e giovanissimi militanti riempiono la piazza, mentre il risotto alla luganega (vietato qui chiamarla salsiccia) viene girato in un grosso pentolone da uno storico militante col grembiule di Alberto da Giussano e la scritta ‘Orgoglio padano’. “Quante Pontida ha fatto…”. Palloncini, musica italiana, da Gaber (‘La libertà’) a De Andrè, fino agli ultimi successi sanremesi di Emma e Rose Villain, passando dagli ever green ‘Maledetta Primavera’ e ‘Gloria’. Una carrellata di hit che copre un arco di tempo più lungo dei 40 anni della Lega Lombarda. Un’atmosfera di festa che nessuno vuole rovinare parlando delle staccate della vigilia lanciate dal senatur. “Mi fa rabbia che lo stiamo usando quelli che hanno perso la cadrega”, si sfoga un’iscritta. Evita di commentare invece Luigi Dossena, tessera 69 della Lega Nord. “Sono bossiano, Bossi per sempre” ripete mentre mostra gli album con documenti e foto storiche di questi 40 anni. —[email protected] (Web Info)
Attacco Iran, l’appello a Israele a non provocare escalation
(Adnkronos) – L'attacco dell'Iran contro Israele è stato efficace o soprattutto un'operazione mediatica? Israele ha dimostrato di essere impenetrabile? Sono le domande a cui provano a rispondere, interpellati dall'Adnkronos, i Leonardo Tricarico e Marco Bertolini. I sistemi difensivi di Israele avrebbero neutralizzato il 99% di droni e missili lanciati da Teheran.
"Israele potrebbe a questo punto chiudere in bellezza con la dimostrazione a tutto il mondo e agli esperti che i suoi cieli sono impenetrabili e chiunque osi avventurarsi tentando di attaccare non potrà avere alcuna speranza di successo. Se è vero che hanno lanciato missili di ogni tipo, a traiettoria balistica o guidati, e razzi nelle quantità dette, evidentemente il sistema non si è nemmeno saturato", dice il generale Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica e attuale presidente della fondazione Icsa. "Questo non è successo, quindi ora Israele potrebbe ancora una volta uscire a testa alta e chiudere il conflitto accettando quello che Hamas ha sempre chiesto, una cessazione definitiva delle ostilità con le quali poi restituirebbe i cittadini israeliani rapiti", aggiunge. "Questo è un auspicio di chi deve mostrare saggezza: su questo si dovrebbe concentrare ancora una volta la diplomazia internazionale. C'è da augurarsi che da un evento di guerra così aspro e duro ne possano scaturire le soluzioni per avviare un negoziato serio e definitivo. E' ora che anche Israele metta in campo buonsenso: se insiste su questa linea, perderà la guerra strategica mentre la tattica sarà una vittoria di Pirro". Riguardo alla posizione del nostro Paese e agli eventuali pericoli, il generale Tricarico spiega: "L'Italia sta integrando una missione dell'Onu che ormai non ha più senso, perché se quelle forze italiane erano sulla linea di contatto tra Libano e Israele per prevenire attività proprio di questo tipo, il senso è certamente molto ridotto. Evidentemente, se non c'è un segnale di allarme che possa portare al ritiro delle nostre forze, si è fatta la valutazione che il rischio non sia così alto". Le caratteristiche dell'attacco dimostrano che "non c'era la volontà da parte dell'Iran di superare la linea rossa con azioni particolarmente pericolose. Ha lanciato prima i droni, che sono i mezzi più lenti: è stata un po' una 'telefonata' questa, ci hanno messo ore ad arrivare", osserva il generale Bertolini, già comandante del Coi. "Il sistema di difesa è stato preallertato e solo a quel punto sono stati lanciati i missili. Se l'Iran avesse voluto fare male, avrebbe lanciato subito i missili per primi, in modo da cogliere di sorpresa il sistema di difesa. E' successa un po' la stessa cosa, forse, di quando è stato ucciso il generale Soleimani: si sono limitati in quel caso a lanciare pochi missili nel Kurdistan iracheno contro basi americane con risultati soltanto simbolici", prosegue. "Una 'telefonata', dunque, per salvare la faccia a uso della propria opinione pubblica, già umiliata con l'attacco a Damasco e ancora prima con l'uccisione del generale Soleimani. Tuttavia una azione, secondo me, controproducente – spiega – perché la loro opinione pubblica può essere indotta a pensare che abbiano conseguito chissà quali obiettivi, ma da un punto di vista internazionale si fa presto a pensare che sia stato un fallimento. E' una azione che poi potrebbe dare il via a una controreazione: se Israele la prende come motivo per attaccare le centrali di produzione del materiale missile in Iran, come vorrebbe fare da sempre, avrebbe una escalation. Ora cosa succederà dipenderà dalla eventuale controreazione". —[email protected] (Web Info)
Cronaca nazionale/ In sella allo scooter, 61enne muore travolta da un camion in retromarcia
Drammatico incidente stradale a Palermo, dove una donna è morta; era in sella a uno scooter insieme al marito quando è stata travolta da un camion.
Il mezzo, carico di materiale edile, stava procedendo in retromarcia su un tratto di strada in discesa ed è finito addosso alla coppia, provocando la morte della donna.
A nulla sono valsi i tentativi disperati di rianimazione degli operatori sanitari del 118, che l’hanno caricata d’urgenza in ambulanza per portarla in ospedale.
La 61enne è morta poco dopo l’incidente a causa della gravità delle ferite riportate prima dell’arrivo al Civico di Palermo.
Foto di repertorio
Massolo: “Iran debole, reazione eccessiva Israele porterebbe a conflitto globale”
(Adnkronos) – “Ci sono due interessi in campo. L’Iran cerca l’egemonia regionale e la cancellazione di Israele da perseguire in tutti i modi possibili. Israele deve far sì che l’Iran non sia più una minaccia, bloccando il suo programma nucleare e la sua influenza nella regione. Se portati alle massime conseguenze, questi due interessi porterebbero a una guerra complessiva, un conflitto globale, che nessuno vuole. Anche perché nessuno se lo può permettere: l’Iran è troppo debole, ha una situazione interna difficile e un’opinione pubblica al limite della sopportazione. Il programma nucleare, per quanto avanzato, non è ultimato, e gli ayatollah perdendo il confronto perderebbero il potere e farebbero collassare il sistema costruito nel 1979”. Così l’ambasciatore Giampiero Massolo, già segretario generale della Farnesina, all’Adnkronos. “L’Iran con l’attacco di ieri ha puntato più sulla visibilità che sull’efficacia”, prosegue Massolo. “Una manifestazione di forza e di coordinamento con i suoi proxy, ovvero i Paesi e i guerriglieri che hanno lanciato attacchi in contemporanea. Allo stesso modo, Israele ha potuto dare prova di una grande efficienza del suo sistema difensivo e di una alleanza di tipo difensivo con gli Stati Uniti. Quello che è successo ieri sera ha confermato questo quadro di dipendenza e di cointeressenza reciproca. Ma ora agire in modo molto aggressivo, magari nel territorio iraniano, provocherebbe una spirale del conflitto difficilmente arrestabile. Se togliamo dal tavolo l’ipotesi del conflitto globale, resta spazio per una reazione proporzionata e difensiva continuata situazione di tensione che l’Iran ha tutto l’interesse a continuare usando i suoi proxy e mezzi asimmetrici come attacchi cyber e terroristici”, spiega l’ambasciatore. “La comunità internazionale nel suo rapporto con Israele ha avuto finora due obiettivi: conciliare l’agenda di sicurezza di Israele dopo il 7 ottobre e quella umanitaria; evitare un’azione diretta e massiva a Rafah, trasformandola in una decompressione con la fuoriuscita dei palestinesi dall’area e in un’operazione a minore impatto sulla popolazione”, dice l'ambasciatore Massolo. “Ora si aggiunge un terzo obiettivo: limitare la reazione di Israele all’accettabile, riconducendola nel quadro di questa partita di interessi nella regione. La tensione potrà salire ma non bisognerà valicare il limite dell’irreversibile. Un’azione conclamata nel territorio iraniano, ad esempio, sarebbe un’escalation. Non a caso nei giorni scorsi avevano colpito una stazione consolare in Siria, azione forte ma non diretta a colpire l’integrità territoriale iraniana. Ora Stati Uniti e Paesi amici di Israele dovranno spingere per una reazione ‘negoziata’”, conclude Massolo. (di Giorgio Rutelli) —internazionale/[email protected] (Web Info)












