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L’occupazione femminile crolla con la maternità

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Alfredo Magnifico

Recenti tabelle Eurostat sull’occupazione femminile in Italia nel 2022, presentano un quadro complesso e interessante che mette in luce la relazione tra lavoro, maternità e livello di istruzione.

I dati mostrano che, tra le donne italiane di età compresa tra i 25 e i 54 anni, il 62% è impiegata, la percentuale subisce significative variazioni in base al numero di figli e al livello di istruzione.

La percentuale di donne occupate senza figli è al 64,7%, mentre crolla drasticamente al 40,9% per quelle con tre o più figli,infatti tra le donne con tre o più figli, lavora il 77,6% di coloro che hanno una laurea, mentre sono occupate solo il 21,3% di quelle che hanno completato solo la terza media, di conseguenza c’è una chiara correlazione tra istruzione e opportunità lavorative, le donne più istruite mostrano una maggiore facilità nel trovare lavoro, anche di fronte alle sfide della maternità.

Il 16,7% delle donne con figli che hanno meno di 6 anni, con una formazione scolastica fino alla terza media riesce a conservare un’occupazione, mentre il 73,3% di quelle laureate riesce a mantenere un lavoro.

Dai dati dell’Ispettorato del lavoro risulta che nel 2022, più di 44.000 madri hanno scelto di dimettersi dal lavoro, a causa delle difficoltà incontrate nel conciliare la carriera professionale con la cura dei figli.

Le dimissioni validate nell’anno 2022 sono aumentate del 17,1% rispetto all’anno precedente, il 72,8% dei provvedimenti riguardano le donne, con 44.669 dimissioni, di queste il 63% motivate dalla difficoltà di gestire contemporaneamente l’impiego e la cura dei figli, il 58% riguarda lavoratori/lavoratrici con un solo figlio o in attesa del primo, confermando che, la fase immediatamente successiva alla maternità è cruciale per il mantenimento dell’occupazione femminile.

Confcommercio evidenzia un tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro pari al 48,2%, nel 2022, ben 11 punti percentuali al di sotto della media dell’Unione Europea, il gap è ancora più evidente al Sud, dove è del 35,5%, indietro di oltre 24 punti rispetto alla media europea.

Secondo Confcommercio, se l’Italia riuscisse ad adeguare il livello di partecipazione delle donne al mercato del lavoro  europeo, ci sarebbero 2,3 milioni di occupate in più,ma per questo servirebbero forti sostegni a servizi e famiglia, ma da quest’orecchio la politica non ci sente.

Il settore terziario si rivela particolarmente attrattivo per le donne, con un’occupazione femminile pari al 47,5%, superiore alla media complessiva delle attività economiche.

Complessivamente nel mercato del lavoro nel quadriennio 2019-2023, la componente femminile è cresciuta del 13,3%, nel settore terziario l’aumento è stato ancora più significativo con il 15,8%.

Alfredo Magnifico

Fumo, Pescatori (presidente del Congresso ‘Nel Cuore di Santa’): “Tema affrontato dalla scienza con un po’ di inerzia”

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(Adnkronos) – "Ogni anno cerchiamo di parlare di prevenzione primaria e secondaria, di interazione territorio-ospedale tra medico di famiglia e specialista, cardiologo e altri colleghi. Il tema del fumo è affrontato dalla scienza medica a mio parere con un po' di inerzia, bisognerebbe che anche le istituzioni aiutassero i medici a fornire dati scientifici e affrontare la prevenzione primaria". Così Roberto Pescatori, medico presidente del XV Congresso 'Nel Cuore di Santa', interviene in merito al tema del fumo, nell'incontro tra medici e cardiologi, in corso a Santa Margherita Ligure (Genova). "Se è vero che l'obiettivo primario resta ovviamente la cessazione del fumo e la prevenzione dal fumo per il giovane paziente – continua Pescatori – abbiamo però la problematica della prevenzione secondaria del paziente che continua a fumare o comunque che non ha cessato completamente con il fumo. Proprio su questo le istituzioni dovrebbero intervenire maggiormente venendo incontro alla buona volontà del medico, che sia di base o cardiologo ospedaliero". Proprio per questo "è importantissimo allargare il confronto – insiste Pescatori – Il dibattito ha sforato il tempo a disposizione proprio per la necessità dei colleghi di intervenire, di porre domande su come poter aiutare i pazienti. Per la prevenzione secondaria esistono possibilità. Abbiamo device che permettono di evitare la combustione, mantenendo però una gestualità e questo è importantissimo: se diamo al paziente la possibilità di mantenere una gestualità nella sua quotidianità che simuli la gestualità della sigaretta, evitando però ogni tipo di combustione – conclude il medico – gli permettiamo di abbattere completamente, o quasi, tutti i fattori di rischio della nicotina combusta, e arrivare pian piano alla dismissione dal fumo".  —[email protected] (Web Info)

Fumo, Festinese (UniCamillus): “Basta con la lotta senza riserve, le alternative ci sono”

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(Adnkronos) – "In Italia l'atteggiamento delle istituzioni sul rischio tabagico è molto netto, molto chiaro: lotta al fumo 'senza se e senza ma'. Il problema è cosa fare per coloro che proprio non riescono a smettere, qual è l'atteggiamento che si dovrebbe tenere. Credo sia necessario cominciare a interloquire con le istituzioni anche con dati alla mano: faccio presente che ormai più di una ricerca scientifica si è sviluppata". Così Silvio Festinese, cardiologo dell'Asl Roma 1 e docente di Farmacologia dell'università UniCamillus di Roma, in occasione del Congresso 'Nel Cuore di Santa' a Santa Margherita Ligure (Genova), nell'ambito del panel 'What really matters for adult smokers: an evidence-based opinion form cardiology experts'. "Come abbiamo seguito la riduzione del rischio nel settore cardiovascolare o nel settore oncologico – rimarca Festinese – con la stessa metodologia dobbiamo superare gli steccati ideologici dell'opporsi drasticamente, e lasciare spazio invece al confronto, al dato clinico, a tutte le ricerche di cui ancora abbiamo bisogno. Oggi abbiamo a disposizione, come uso alternativo del tabacco e della nicotina, sia le e-cig che i prodotti a tabacco riscaldato senza combustione. Queste sono le due attuali alternative che ben conosciamo e su cui dobbiamo confrontarci – sottolinea il cardiologo – Abbiamo ormai dati certi della drastica riduzione delle sostanze che si liberano dalla combustione, dalla quale viene il rischio sia oncologico che cardiovascolare. In ogni caso, approfondire, continuare a ricercare e puntare sempre e costantemente alla riduzione del rischio deve rimanere l'obiettivo su cui confrontarci". Infine, "il rapporto medico-paziente, nella riduzione del rischio da danno da fumo, è fondamentale – conclude Festinese – perché il rapporto empatico tra medico e paziente, che non si limita soltanto a una visita ma possibilmente prosegue nel tempo, è quello che ci permette di affrontare con efficacia il problema della riduzione del danno tabagico, sino ad arrivare al 'gold standard' che comunque è sempre la cessazione da fumo di sigaretta". —[email protected] (Web Info)

Firenze, un morto al concerto dei Subsonica: fermato 48enne

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(Adnkronos) – E' stato identificato e sottoposto a fermo d'indiziato di delitto per l'accusa di omicidio preterintenzionale un 48enne che intorno alle 23.30 di giovedì 11 aprile, su una scala esterna del Nelson Mandela Forum di Firenze, dove era in corso il concerto dei Subsonica, avrebbe sferrato un pugno in testa a Antonio Morra, 47 anni, facendolo cadere rovinosamente a terra e provocandogli il trauma cranico risultato, poi, fatale. Morra è morto poco dopo all'ospedale fiorentino di Careggi, dove era stato trasportato in codice rosso per le gravi lesioni riportate nella caduta. Il fermato, nato a Verona e residente a Firenze, è accusato di omicidio preterintenzionale.  C'è un fermo per la tragedia di Antonio Morra, 47 anni, operaio, aggredito nella tarda serata di giovedì 11 aprile al termine del concerto dei Subsonica al Nelson Mandela Forum di Firenze e, poi, morto all'ospedale di Careggi, dove era stato trasportato in codice rosso per gravi lesioni e trauma cranico. Sarebbe stato il 48enne, forse dopo un banale diverbio, a colpire il 47enne con un pugno alla testa, facendolo cadere rovinosamente a terra e provocandogli il trauma cranico risultato poi fatale. Insieme a Morra al concerto c'era anche la moglie, finita in stato di choc. L'uomo fermato si trova ora nel carcere fiorentino di Sollicciano, a disposizione dell'autorità giudiziaria, in attesa della convalida della misura precautelare.  Poco dopo le 23 di giovedì i poliziotti, impegnati nel servizio di ordine pubblico in occasione del concerto, sono intervenuti nel piazzale interno dl Nelson Mandela Forum per la segnalazione di una lite nella quale erano state coinvolte diverse persone anche con armi da taglio, in particolare un coltellino, che è stato trovato sul posto. Il personale sanitario della Croce Rossa Italiana ha poi soccorso, ai piedi della scalinata del cortile della struttura che si affaccia su viale Malta, il 47enne privo di sensi, trasportato urgentemente all'ospedale di Careggi, dove poco dopo ne è stato constatato il decesso. Gli agenti della Squadra Mobile della Questura, informato la Procura che ha subito assunto la direzione delle indagini, hanno effettuato una serie di accertamenti, anche attraverso la visione delle immagini della videosorveglianza del Palasport. Secondo quanto è stato ricostruito dalla Squadra Mobile, il 47enne, che si era recato al concerto con la moglie, si trovava sulle scale esterne dell'edificio quando avrebbe avuto una lite con un gruppetto di persone, tutti operai e facchini addetti al montaggio e allo smontaggio del palco allestito per il concerto, e uno di questi gli avrebbe sferrato il pugno fatale. Tutti e nove gli operai, tra cittadini italiani e stranieri, che lavorano per una ditta esterna sono stati sentiti per l'intera giornata di venerdì 12 aprile in questura dal pubblico ministero Alessandro Piscitelli e dagli investigatori della squadra mobile. Il pm ha disposto anche l'autopsia per accertare le cause esatte del decesso. Al termine di quanto ricostruito nel corso dell'attività, gli investigatori, spiega la Questura in un comunicato autorizzato dalla Procura, "hanno ritenuto di aver acquisito una serie di elementi che avrebbero portato a ritenere concretamente che la vittima sia stata colpita dal 48enne, fermato quale presunto autore del gesto, con un potente colpo alla testa sferrato mentre, intorno alle 23, era in corso il deflusso degli spettatori dal concerto". Antonio Morra, originario di Potenza e da circa 15 anni residente a Pistoia con la famiglia, lavorava come magazziniere in una ditta di smistamento pacchi a Calenzano in provincia di Firenze. Lascia moglie e tre figli: due maschi di 16 e 6 anni e una femmina di 9 anni. Gli amici lo ricordano come grande tifoso del Napoli calcio, amante della musica e molto credente.  I Subsonica sui social hanno espresso la loro vicinanza allo spettatore, deceduto poco dopo aver appreso della tragedia che si era consumata al termine del loro concerto: "Siamo costernati per quanto avvenuto ieri notte all'uscita del palazzetto e profondamente addolorati. Siamo vicini ai familiari delle persone coinvolte in questo momento difficile". —[email protected] (Web Info)

Roma, maltratta bimbi al nido: sospesa educatrice

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(Adnkronos) – Puniva i bambini del nido dove lavorava come educatrice con aggressioni verbali e strattonamenti. Per questo una donna è stata sospesa dal servizio per sei mesi, accusata di maltrattamenti. E' successo in un asilo nido, privato ma convenzionato, in zona Nuovo Salario. I carabinieri hanno notificato un’ordinanza che dispone la misura interdittiva della sospensione dal servizio per 6 mesi alla maestra al termine di una attività d’indagine, condotta anche attraverso ausili tecnici insieme ai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Montesacro. —[email protected] (Web Info)

Lutto/ E’ morto lo stilista Roberto Cavalli

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A lutto il mondo dell’alta moda.

E’ morto lo stilista fiorentino Roberto Cavalli, 83 anni. Il designer lascia sei figli, di cui l’ultimo, Giorgio, di appena un anno. Cavalli ha aperto la sua prima boutique a Saint-Tropez, la meta più esclusiva delle vacanze dei vip, nel 1972.
Fra i suoi clienti ci sono stati Lenny Kravitz, Madonna, Drew Barrymore, Christina Aguilera, Victoria Beckham e Sharon Stone. Nel 2010 Shakira lo ha scelto per vestirla sul palco di Johannesburg, dove ha cantato l’inno dei Mondiali di calcio Sud Africa 2010.

Poi le difficoltà finanziarie che costringeranno Cavalli a cedere il 90% dell’azienda al gruppo Clessidra. Cavalli è solo uno dei tanti brand italiani passati a gruppi esteri: nel 2015 ha lasciato le redini del marchio.

Ha passato gli ultimi anni insieme alla compagna, Sandra Nilsson, di 40 anni più giovane e con la sua larghissima famiglia.

Sydney, attacco in centro commerciale: 7 morti

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(Adnkronos) – Attacco in un centro commerciale oggi a Sydney. Un uomo ha accoltellato diverse persone nello shopping center australiano Westfield Bondi Junction. Ci sarebbero almeno sette morti, compreso l'aggressore, mentre diverse persone sarebbero rimaste ferite. Come ha raccontato il vice-commissario di polizia Anthony Cooke è stata una poliziotta a uccidere l'aggressore, "un uomo di 40 anni noto alla polizia". "Gli ha sparato dopo che l'uomo aveva puntato il coltello contro di lei" ha spiegato Cooke. "Dalle indagini preliminari sembrerebbe che abbia agito da solo'', ha aggiunto. Altre sette vittime rimangono in condizioni gravi o critiche ricoverate negli ospedali di Sydney, compreso un neonato di nove mesi. La madre del piccolo è morta, mentre il figlio della vittima è stato sottoposto a un intervento chirurgico, ha spiegato il commissario di polizia Karen Webb in conferenza stampa. I medici avevano cercato di salvare anche la madre operandola. ''E' terribile, terribile", ha detto Webb. "Non è un episodio terroristico'' l'attacco perpetrato nel centro commerciale del centro di Sydney e ''non vi è alcun rischio in corso'' perché la minaccia si è esaurita con la morte dell'aggressore. Dicendosi ''molto triste per quello che è successo'', Webb ha aggiunto che ''non è più il caso di preoccuparsi''. Il primo ministro australiano Anthony Albanese è intervenuto su 'X' per commentare l'attacco con coltello avvenuto nel centro commerciale Bondi Junction a Sydney. ''Tragicamente, sono state segnalate numerose vittime e i primi pensieri di tutti gli australiani sono rivolti alle persone colpite e ai loro cari'', ha scritto. ''I nostri cuori sono rivolti ai feriti e offriamo i nostri ringraziamenti a coloro che si prendono cura di loro, nonché alla nostra coraggiosa polizia e ai primi soccorritori''. La premier australiana ad interim del Nuovo Galles del Sud, Penny Sharpe, si è detta "scioccata'' per l'aggressione". "I miei pensieri e quelli del governo del Nuovo Galles del Sud sono in questo momento con le vittime, le loro famiglie e i primi soccorritori, così come con coloro che potrebbero aver assistito a questi eventi orribili" ha detto in una nota. "Ricevo aggiornamenti regolari dalla polizia del Nuovo Galles del Sud e dai servizi di emergenza, nonché dal Dipartimento del Premier". La Farnesina e l'ambasciata italiana in Australia "monitorano la situazione a Sydney, in raccordo con le autorità locali". "Il ministro degli Antonio Tajani ne segue l’evoluzione" scrive il ministero degli Esteri in un post su X, che comunica: "Per qualsiasi emergenza o segnalazione, vi invitiamo a contattare l’Unità di Crisi al +39 06 36225".  —internazionale/[email protected] (Web Info)

Reggio Calabria, maxi sequestro di cannabis: un arresto

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(Adnkronos) – Blitz antidroga nel reggino, sequestrati 188 chili di marijuana. L'operazione dei carabinieri della compagnia di Gioia Tauro che hanno arrestato un uomo in Contrada Bosco di Rosarno. Oltre alla cannabis, che era dentro alcuni sacchi, i militari con i colleghi dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria gli hanno trovato anche un fucile da caccia, detenuto illecitamente, e alcune munizioni di diverso calibro. Ora è accusato di detenzione illecita di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente, di arma e munizioni comuni da sparo. Tutto il materiale sarà sottoposto ad analisi nei laboratori specializzati dell'Arma.  —[email protected] (Web Info)

Ucraina, Wsj: “Putin vuole riattivare centrale Zaporizhzhia”

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(Adnkronos) – Il presidente russo Vladimir Putin ha intenzione di riattivare la centrale nucleare di Zaporizhzhia nel sud dell'Ucraina e di questo ha informato l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea). Lo scrive il Wall Street Journal (Wsj) spiegando che l'Aiea ha ricevuto un report dagli ispettori a Zaporizhzhia secondo i quali il Cremlino intende riattivare almeno uno dei reattori della centrale quest'anno. La centrale nucleare più grande d'Europa, quella di Zaporizhzhia, è attualmente sotto il controllo russo.  E' stato spento l'ultimo dei sei reattori della centrale nucleare di Zaporizhzhia, nel sud dell'Ucraina, dove continuano i combattimenti. Lo ha reso noto via Telegram l'autorità russa che gestisce il sito, spiegando che non c'è stata alcuna fuoriuscita di radioattività durante l'operazione condotta nel rispetto degli standard previsti. Tutti e sei i reattori dell'impianto sono ora in uno stato di arresto a freddo, che è considerato il più sicuro per evitare incidenti. Nei giorni scorsi la centrale è stata attaccata con droni, tanto che l'Aiea ha parlato di situazione pericolosa. Russia e Ucraina si sono accusate a vicenda dell'attacco. Le difese aeree dell'Ucraina sono sopraffatte dall'impegno, messo in atto per cercare di contrastare gli attacchi russi alle centrali elettriche del Paese. Lo ha dichiarato il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak, nel corso di un'intervista al Guardian. Le forze armate russe stanno usando nuove tattiche, spiega, attaccando le centrali con ''10-12 missili per volta'', aggirando Patriot e altri scudi missilistici. "Il sistema è sovraccarico – ha detto Podolyak -. Ora dobbiamo vedere se riusciamo a mantenere il sistema in funzione, se abbiamo bisogno di più sistemi di difesa aerea, soprattutto contro i missili balistici e se possiamo ripristinare le strutture distrutte''. Podolyak ha sottolineato che l'Ucraina sta cercando aiuto dai suoi alleati per affrontare meglio la minaccia, ma è a corto di munizioni. —internazionale/[email protected] (Web Info)

Iran: “Sequestrata nave legata a Israele”. Tel Aviv: “Pasdaran siano dichiarati terroristi”

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(Adnkronos) –
Sale la tensione tra Iran e Israele in attesa del preannunciato attacco di Teheran contro lo Stato ebraico come rappresaglia per l'incursione israeliana contro il consolato iraniano a Damasco dello scorso 1 aprile. 
I Pasdaran iraniani hanno sequestrato oggi, 13 aprile, una nave legata a Israele nello stretto di Hormuz. Secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa ufficiale iraniana Tasnim, i Guardiani della rivoluzione hanno sequestrato il mercantile "MSC Aries", battente bandiera del Portogallo e legato alla compagnia "Zodiac Maritime" con sede a Londra, di proprietà del miliardario israeliano di nome Eyal Ofer. Sull'imbarcazione diretta in India, riferiscono alcune fonti ad al-Arabiya, viaggiava un equipaggio di almeno 20 marinari filippini. Israele esorta l'Ue e "il mondo libero" a "dichiarare" i Pasdaran gruppo terroristico. "Il corpo dei Guardiani della rivoluzione ha sequestrato una nave mercantile portoghese, appartenente a un membro dell'Ue, sostenendo che è di proprietà israeliana", scrive su X il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz.  "Il regime dell'Ayatollah Khamenei – prosegue Katz – è un regime criminale che sostiene i crimini di Hamas e sta ora conducendo un'operazione pirata in violazione del diritto internazionale. Invito l’Unione Europea e il mondo libero a dichiarare immediatamente il corpo delle Guardie della Rivoluzione iraniana come organizzazione terroristica e a sanzionare subito l’Iran".  In mattinata in Israele hanno risuonato le sirene dell'allarme antiaereo per una possibile incursione di droni nell'Alta Galilea, nel nord di Israele., riferiscono i media israeliani. Ieri sera gli Hezbollah avevano lanciato una raffica di 40 razzi dal sud del Libano contro lo Stato ebraico. L'Iran intanto ha spostato gli 'asset militari', si legge sulla Cnn che cita due fonti dell'intelligence americana secondo cui Teheran starebbe muovendo numerose risorse militari all'interno del suo territorio come centinaia di droni e missili da crociera in vista di un possibile attacco contro Israele dal proprio territorio in risposta all'attacco al consolato iraniano in Siria del 1 aprile scorso. Gli Stati Uniti si aspettano che l'Iran colpirà obiettivi all'interno di Israele e nella regione, afferma la Cnn citando proprie fonti di intelligence, secondo le quali gli Usa hanno garantito a Israele che collaboreranno nell'individuare e neutralizzare gli attacchi provenienti dall'Iran. Negli attacchi potrebbero anche essere coinvolti alleati dell'Iran, riferiscono le fonti. "L'Iran pagherà la conseguenze per la scelta di un'ulteriore escalation della situazione". E' l'avvertimento rilanciato dal portavoce delle Forze di difesa israeliane, Daniel Hagari, in un video diffuso dopo che Teheran ha rivendicato il sequestro di una nave di proprietà di un armatore israeliano nello stretto di Hormuz, episodio a cui comunque non fa riferimento. "L'Iran finanzia, addestra e arma i gruppi terroristici in Medio Oriente e oltre", denuncia Hagari.  "Hamas, sostenuto dall'Iran, ha iniziato questa guerra il 7 ottobre; Hezbollah, sostenuto dall'Iran, l'ha ampliata l'8 ottobre e da allora, le milizie sostenute dall'Iran in Iraq e Siria e gli Houthi, sostenuti dall'Iran, nello Yemen, l'hanno trasformata in un conflitto globale", accusa ancora il portavoce delle Idf, che torna a definire l'Iran "il più grande sponsor statale del terrore al mondo: la sua rete di terrore non minaccia solo le popolazioni di Israele, Gaza, Libano e Siria, il regime iraniano alimenta la guerra in Ucraina e non solo". Quindi Hagari ricorda che "Israele è in stato di massima allerta" e "abbiamo aumentato la nostra prontezza a proteggere Israele da ulteriori aggressioni iraniane. Siamo anche pronti a rispondere. Le Forze di difesa israeliane sono pronte a tutti gli scenari e prenderanno le misure necessarie – insieme ai nostri alleati – per proteggere il popolo di Israele". "Sosterremo Israele e l'Iran non avrà successo, ma non fatelo". Il presidente americano Joe Biden lancia un ultimo appello, mentre si rincorrono le voci di un possibile attacco a breve su Israele.  Secondo le fonti Usa l'attacco dell'Iran sarebbe imminente. Israele, a quanto riferito alla Cbd, sarà bombardato con un centinaio di droni e decine di missili e sarà impegnativo per gli israeliani difendersi da un attacco di tale portata, sebbene sia trapelata la possibilità che gli iraniani possano optare per un attacco su scala ridotta per evitare un'escalation.   Quanto ai tempi di un possibile attacco, il Presidente dice di aspettarselo "prima piuttosto che poi" anche se spiega di non voler svelare informazioni classificate.  Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha avuto un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry, focalizzato sulla necessità di portare avanti ''sforzi multilaterali per garantire la stabilità regionale''. Lo ha reso noto il portavoce del Dipartimento di Stato Usa Matthew Miller sottolineando che Blinken ha evidenziato come ''una escalation da parte dell'Iran non favorirà nessuno nella regione''. Blinken e Shoukry hanno anche parlato della necessità di aumentare gli aiuti alla Striscia di Gaza, di proteggere i civili, di raggiungere un cessate il fuoco che possa portare alla liberazione degli ostaggi. Gli Stati Uniti hanno spostato navi da guerra a difesa di Israele e delle forze americane nella regione in vista di un possibile attacco proveniente dall'Iran. Lo scrive in esclusiva il Wall Street Journal ricordando che, secondo fonti Usa, l'attacco iraniano potrebbe arrivare nelle prossime ore. L'obiettivo è quello di impedire una escalation e un conflitto più ampio in Medioriente. Anche secondo quanto riporta la Cnn che cita fonti della Difesa gli Stati Uniti stanno rafforzando le loro posizioni in Medio Oriente. Lo spostamento di 'asset' militari è teso a "rafforzare gli sforzi di deterrenza regionale e aumentare la forza di protezione delle forze Usa".  
Israele resta in stato di massima allerta su tutto il territorio nazionale per il rischio di un imminente attacco da parte dell'Iran. Lo riferiscono le Forze di difesa israeliane (Idf). "Siamo pronti per l'attacco e la difesa utilizzando varie capacità di cui dispongono le Idf, e pronti anche con i nostri partner strategici", ha dichiarato il portavoce delle Idf, il contrammiraglio Daniel Hagari. "Siamo in allerta, altamente preparati per vari scenari e valutiamo costantemente la situazione". Annunciando che "non vi è alcuna modifica alle istruzioni del Comando del fronte interno", Hagari ha sottolineato che "un attacco dal territorio iraniano sarebbe una prova evidente delle intenzioni iraniane di aggravare la situazione in Medio Oriente e di smettere di nascondersi dietro i proxy". "Abbiamo una capacità di difesa a più livelli che si è dimostrata valida durante la guerra, con migliaia di intercettazioni riuscite", ha aggiunto il portavoce, pur ammettendo che "la difesa non sarà mai ermetica". L'Iran attaccherà Israele ma non gli Stati Uniti o le loro forze militari secondo il New York Times che cita funzionari americani e iraniani. Gli Stati Uniti hanno forze militari in diversi punti del Medio Oriente, ma è probabile che l'Iran non le prenda di mira, per evitare di scatenare un conflitto diretto con gli Usa. Ma a smentire le indiscrezioni di intelligence è la stessa Teheran che attraverso diversi Paesi arabi nei giorni scorsi ha fatto sapere che se gli Stati Uniti si lasceranno coinvolgere, le forze americane nella regione verranno attaccate. A riportarlo è per Axios, Barak Ravid, citando tre funzionari americani, secondo i quali nei giorni scorsi gli iraniani hanno detto a diversi governi arabi che considerano gli Stati Uniti come responsabili dell'attacco israeliano a Damasco, indipendentemente dagli sforzi degli Stati Uniti per prendere le distanze dall'episodio.  Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha incontrato il comandante del Centcom, il generale americano, Michael Erik Kurilla, con il quale ha discusso della "risposta a un attacco iraniano con lo Stato di Israele, che potrebbe provocare un'escalation regionale". "I nostri nemici pensano di poter dividere Israele e gli Stati Uniti, ma è vero il contrario, ci stanno avvicinando e rafforzando i nostri legami, siamo spalla a spalla". E ancora, Gallant si dice "certo che il mondo vede il vero volto dell'Iran, il corpo terroristico che incita agli attacchi in tutto il Medio Oriente, che finanzia Hamas, Hezbollah e altre forze, e che ora minaccia anche lo Stato di Israele". "Siamo pronti a difenderci a terra e in aria, in stretta collaborazione con i nostri partner, e sapremo come rispondere", ribadisce il ministro dopo l'incontro con Kurilla, arrivato a Tel Aviv nei giorni scorsi, dinanzi al rischio di un attacco di Teheran in rappresaglia al raid israeliano del primo aprile scorso contro il consolato iraniano a Damasco. La Turchia ha chiarito agli Stati Uniti che non concederà il proprio spazio aereo per operazioni contro l'Iran. La posizione turca segue quella di Kuwait, Giordania e Qatar che, come riferisce Middle East Eye, hanno negato agli Stati Uniti il permesso di utilizzare le basi militari americane nei rispettivi Paesi per attaccare l'Iran in risposta a eventuali attacchi iraniani contro Israele. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno affermato di aver colpito un grande complesso di Hezbollah nell'area di Rihan, nel Libano meridionale. Come spiegato in un tweet dell'Idf, il complesso comprendeva diversi edifici e una postazione militare del gruppo libanese sciita. L'attacco segue la raffica di oltre 40 razzi, lanciati ieri sera da Hezbollah contro il nord di Israele. Sono in corso operazioni delle Forze di difesa israeliana (Idf) in tutta la Cisgiordania. Lo riportano l'emittente al-Jazeera e il Jerusalem post secondo i quali i soldati israeliani hanno perquisito le case dei residenti nel campo di al-Arub a nord di Hebron e a Qalqilya. Nel corso dell'operazione l'Idf ha effettuato diversi arresti nella città di Idna a ovest di Hebron e nella città di al-Samo a sud di Hebron.  —internazionale/[email protected] (Web Info)