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Terrorismo, arrestato a Fiumicino: “Isis? Ero a Roma per vendita auto”

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(Adnkronos) – "Non sono un membro dell'Isis, ero a Roma per seguire una trattativa riguardo la vendita di un'auto". Lo ha detto oggi in aula in udienza interlocutoria in Corte d'Appello a Roma l'uomo, arrestato dalla Digos lunedì scorso, dopo essere atterrato all'aeroporto di Fiumicino. Il 32enne, difeso dall'avvocato Massimo Magliocchetti, è accusato di essersi arruolato nelle fila dello stato islamico ed essere andato in Siria a combattere nel 2014.  Sentito oggi in aula l'uomo, che risulterebbe avere diversi alias, ha negato il consenso all'estradizione verso il Tagikistan sostenendo di temere per la sua vita e quella della sua famiglia e chiedendo il riconoscimento dello status di rifugiato che a suo dire gli avrebbero già concesso in Belgio. Il 32enne ha riferito di aver avuto 4 figli, nati dopo il 2014 e di aver vissuto in Ucraina da dove è fuggito con la famiglia all’inizio della guerra. Successivamente si terrà un'udienza per decidere in merito all’estradizione in cui verrà formulata la richiesta della procura generale.  —[email protected] (Web Info)

Malattie rare: mese consapevolezza Fabry, rapper Blind la racconta ai giovani

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(Adnkronos) – "Ciao mi chiamo Fabry e ti sto osservando mentre stai piangendo…". Sono queste le parole con cui inizia 'Un pezzo di te', brano inedito scritto dal rapper Blind per raccontare la malattia di Anderson-Fabry, una grave e complessa patologia genetica rara che colpisce principalmente il cuore, ma anche reni e cervello, riducendo così l'aspettativa di vita fino a 30 anni. Una canzone emozionale, che infonde coraggio e speranza e che accompagna anche il Fabry Awareness Month, dando così ufficialmente il via alla campagna di sensibilizzazione 'Do Re Mi Fabry', promossa dall'Associazione italiana Anderson-Fabry (Aiaf Aps) con il contributo non condizionato di Chiesi Global Rare Diseases Italia. L'obiettivo è raggiungere attraverso un brano musicale fresco e di impatto un vasto pubblico, soprattutto di giovani, per raccontare cos'è la malattia di Anderson-Fabry e lanciare un messaggio di speranza: far sentire meno sole tutte le persone che convivono con i sintomi di questa patologia genetica rara che spesso è invisibile agli occhi degli altri. "Quando si parla di una malattia rara come la malattia di Anderson-Fabry – spiega Stefania Tobaldini, presidente di Aiaf Aps – non è mai semplice trovare le giuste leve comunicative, che consentano di far conoscere la patologia e raccontare in modo adeguato il vissuto delle persone che ne sono colpite. Da sempre la nostra associazione è impegnata nella costruzione di campagne che permettano la divulgazione e la sensibilizzazione su larga scala, specialmente in occasione del Fabry Awarness Month, anche esplorando diversi canali di comunicazione per raggiungere un pubblico significativo. La preziosa collaborazione con Blind quest'anno ci offre la straordinaria opportunità di arrivare anche a un pubblico più giovane attraverso il potente mezzo della musica. Siamo molto emozionati per il lancio di 'Un pezzo di te' e ringraziamo Blind per la sensibilità nei confronti delle persone che convivono con la malattia di Fabry e per aver dato voce a chi, nell'affrontare la malattia, si sente spesso sopraffatto dalle fatiche e dall'indifferenza di chi non ne comprende i sintomi, portando allo stesso tempo un messaggio di fiducia e resilienza". Il brano, il cui videoclip è visibile sul canale YouTube di Aiaf – riporta una nota – nasce dall'incontro tra Blind e le famiglie Fabry, in occasione di un Campus organizzato dall'Aiaf che si è tenuto a Bologna lo scorso novembre 2023. Il rapper è stato invitato in qualità di ospite per ascoltare le storie dei pazienti, familiari e caregiver da cui trarre spunti per un brano sulla patologia. Un momento unico e speciale di confronto e di condivisione, ricco di emozioni per tutti i partecipanti. Nei mesi successivi l'artista ha avuto modo, con il costante accompagnamento dell'associazione, di dedicarsi alla composizione del brano 'Un pezzo di te'. Un lavoro frutto di studio e immedesimazione che gli ha permesso di cogliere tante piccole sfumature del vissuto dei pazienti, dai sintomi fino alle emozioni più profonde. "Ciao mi chiamo Fabry e ti sto osservando mentre stai piangendo/e so che riesci a sentirmi/molte volte sai di essere invisibile/mentre tu ci provi/ci riprovi e ci riprovi/tu mi stai lasciando un pezzo di te/ma noi non siamo soli quando siamo fuori/perché tutto cambia ma ora tu lo affronti". Parole tratte dal brano di Blind, che spiega: "Quando mi approccio a un nuovo lavoro cerco di farlo subito mio. Per me è stato fondamentale entrare a contatto con le storie delle persone che vivono con una malattia rara perché mi hanno aiutato a capire meglio quali sono le loro paure, le emozioni che provano nei confronti della malattia e le loro speranze". 'Un pezzo di te' "parla del coraggio di reagire nonostante la propria condizione – prosegue l'autore – e sprona a non sentirsi soli anche se il mondo fuori a volte ti tratta come se fossi invisibile. Spero che il messaggio di questo brano arrivi forte perché a me è arrivato dritto al cuore". "Con la campagna 'Do Re Mi Fabry', attraverso il linguaggio universale della musica vogliamo parlare con un tono nuovo della malattia di Anderson-Fabry, favorendo uno scambio comunicativo profondo tra chi convive con la patologia, i famigliari e coloro che invece non la conoscono – dichiara Alessandra Vignoli, Head of Mediterranean Cluster di Chiesi Global Rare Diseases – Come azienda, ci impegniamo a sostenere la comunità delle persone che vivono con una malattia rara e di chi se ne prende cura, con progettualità che utilizzano un linguaggio universale come quello della musica. In questo modo possiamo raccontare storie di speranza, di sfide e di trionfi, e promuovere una maggiore empatia e accettazione della patologia". La malattia di Fabry è una patologia genetica rara che fa parte di un gruppo di patologie chiamate malattie da accumulo lisosomiale. In particolare, è causata dalla carenza totale o parziale dell'enzima lisosomiale alfa-galattosidasi A, necessario per la degradazione di alcuni lipidi di cui il più rappresentato è lo sfingolipide chiamato globotriaosilceramidere, abbreviato come GL-3 o Gb3. L'accumulo di Gb3 nei tessuti viscerali e nell'endotelio vascolare di tutto l'organismo può comportare danni a livello renale, cardiaco e del sistema nervoso centrale tali da compromettere qualità e aspettativa di vita. I sintomi sono dolori, anche molti forti, agli arti (acroparestesie dolorose), febbre, stanchezza e intolleranza agli sforzi, al caldo e al freddo eccessivi, talvolta anche disturbi dell'udito e della vista, sintomi non specifici che rendono piuttosto difficile la diagnosi che può arrivare in età adulta, anche con grande ritardo. Per la conferma diagnostica non invasiva di malattia di Fabry sono fondamentali il dosaggio enzimatico dell'alfa-galattosidasi A e il test genetico basato sul sequenziamento del gene Gla. —[email protected] (Web Info)

Visibilia, procura Milano chiude indagini: Santanchè indagata per falso in bilancio

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(Adnkronos) – La procura di Milano ha chiuso le indagini nei confronti di alcuni indagati, tra cui la ministra del Turismo Daniela Santanchè, nell’inchiesta che la vede indagata per falso in bilancio relativo alla società Visibilia Editore spa, da lei fondata e di cui fino al 23 gennaio del 2022 è stata presidente. In particolare, l'ipotesi di falso in bilancio riguarderebbe le comunicazioni tra il 2016 e il 2020 della quotata. Nell'avviso di conclusione delle indagini sul presunto falso in bilancio di Visibilia Editore spa la procura di Milano indica la ministra Santanchè indagata per false comunicazioni sociali, come "soggetto economico di riferimento del 'gruppo Visibilia'", ricordando i diversi ruoli ricoperti dalla senatrice nel gruppo Visibilia – dall'11 novembre 2014 al 17 dicembre 2021 – ossia, in fasi diversi, il ruolo di consigliere, amministratore delegato e presidente.  Nel provvedimento si sottolinea come 15 delle 17 persone indagate, "con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi, ciascuno in ragione delle cariche rivestite", abbiano omesso "ogni attività di accertamento sulla corrispondenza del bilancio alle risultanze delle scritture contabili e sull'osservanza delle norme stabilite in tema di valutazione del patrimonio sociale, ed anzi esprimendo parere favorevole all'approvazione del bilancio" di Visibilia Editore spa, quotata sul mercato gestito da Borsa Italiana, "al fine di conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto (prosecuzione dell'attività di impresa nascondendo al pubblico le perdite, evitando sia la necessaria costosa ricapitalizzazione, sia la gestione meramente 'conservativa', ottenimento di liquidità mediante l'emissione di prestiti obbligazionari convertibili; mantenimento dei rapporti contrattuali, bancari e finanziari in essere; mantenimento della quotazione)".  In tal modo, per gli inquirenti "consapevolmente esponevano" nei bilanci di esercizio della società – dal 2016 al 2022 – nelle relazioni o nelle altre comunicazioni sociali dirette ai soci o al pubblico, "fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero, in modo concretamente idoneo ad indurre altri in errore" si legge nel documento firmato dalla procura di Milano. "L'ipotesi di reato di bancarotta è stata stralciata dal procedimento principale poiché per nessuna delle società del gruppo Visibilia è nel frattempo intervenuta dichiarazione di insolvenza", spiega il procuratore di Milano Marcello Viola.  "L'ipotesi di reato attiene alla contestata falsificazione dei bilanci di esercizio dal 2016 al 2022 per Visibilia Editore spa, dal 2016 al 2020 per Visibilia srl in liquidazione e dal 2021 al 2022 per Visibilia Editrice srl" si legge nel comunicato. "La corretta formazione dei bilanci, nell'ipotesi accusatoria, avrebbe evidenziato una perdita del capitale sociale per Visibilia Editore spa a far data dal bilancio 2016, per Visibilia srl a far data dal bilancio 2014 e per Visibilia Editrice srl a far data dal bilancio 2021".  —[email protected] (Web Info)

Pneumatici estivi per auto, da Altroconsumo test e consigli per scegliere la gomma giusta

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(Adnkronos) – In vista dell’annuale appuntamento con il cambio gomme estive, che deve essere effettuato entro il 15 maggio, Altroconsumo ha svolto un’indagine che ha coinvolto 16 diversi modelli di pneumatici disponibili sul mercato, con l’obiettivo di aiutare i consumatori ad orientarsi nella scelta e nella valutazione dei migliori modelli. I test sono stati condotti sottoponendo gli pneumatici selezionati a diverse condizioni atmosferiche, sia su strada asciutta sia su strada bagnata, per verificarne stabilità, comodità di guida, risposta allo sterzo, comportamento in caso di imprevisto, prestazioni in frenata e risposta in condizioni di aquaplaning, nel rispetto degli standard stabiliti dal protocollo Adac, sviluppato in accordo anche con Altroconsumo.  Dall’indagine condotta emerge che tra gli pneumatici estivi coinvolti il migliore, in termini di qualità globale, è Continental Premiumcontact 7, con un punteggio di 75/100, che gli è valso il riconoscimento di Migliore del Test, avendo superato con successo sia le prove di guida su strada asciutta sia su strada bagnata, oltre che in frenata. Pur ottenendo una valutazione meno positiva nella prova di aquaplaning, comunque oltre la sufficienza. La seconda posizione, invece, è ricoperta da Michelin Primacy 4+, con un punteggio di qualità globale di 69/100, ed il riconoscimento come Miglior Scelta Green. Uno pneumatico durevole ed equilibrato, con prestazioni positive sia su strada asciutta sia bagnata, consumi ridotti e durata prevista molto elevata. 
Segue Kumho Ecsta HS52, con un punteggio di qualità globale pari a 68/100, e il riconoscimento come Miglior Acquisto, grazie alla positiva valutazione nella guida su strada asciutta, alla sua durevolezza, e al prezzo, più basso rispetto alla media. Penalizzato, però, nel test sulla valutazione della sostenibilità. Tutti gli pneumatici coinvolti nell’indagine sono stati valutati anche sul piano della sostenibilità. Le gomme sono composte per la maggior parte da derivati del petrolio e per questo sono per loro natura poco sostenibili. Ma, tra i diversi marchi, è possibile osservare delle differenze di rilievo, anche in funzione delle prove di ecoscore condotte. Queste si riferiscono anche ad aspetti legati al comportamento di chi è al volante, che incide sulla durata dello pneumatico, sul consumo di carburante e sul rumore emesso. Inoltre, i diversi pneumatici offrono il meglio in relazione alle condizioni climatiche ed ambientali alle quali sono sottoposte. Dunque, non è detto che il cambio gomme sia sempre necessario. Occorre chiedersi quante volte in inverno capiterà di guidare con temperature inferiori ai 7°C, condizioni ottimali per gli pneumatici invernali.  —[email protected] (Web Info)

Allarme Usa: “Iran attaccherà oggi Israele con 100 droni e missili”

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(Adnkronos) – L'attacco dell'Iran contro Israele avverrà oggi. E' quanto hanno rivelato due fonti Usa alla Cbs, secondo cui oltre 100 droni e decine di missili bombarderebbero obiettivi militari all'intero del Paese, per rappresaglia all'attacco israeliano del primo aprile scorso contro il consolato iraniano a Damasco, costato la vita a un importante generale dei Pasdaran. Secondo le stesse fonti, sarà impegnativo per gli israeliani difendersi da un attacco di tale portata e, sebbene sia trapelata la possibilità che gli iraniani possano optare per un attacco su scala ridotta per evitare un'escalation, si ritiene che in ogni caso la loro rappresaglia sia imminente. Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ieri ha chiesto a Cina, Turchia e Arabia Saudita di usare la loro influenza nei confronti dell'Iran per evitare che lanci un attacco contro Israele, provocando una escalation.  Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato un vertice sulla sicurezza per preparare una risposta a un eventuale attacco iraniano. Lo riferiscono i media israeliani, secondo cui all'incontro parteciperanno anche il ministro della Difesa Yoav Gallant, il membro del gabinetto di sicurezza Benny Gantz e il ministro per gli Affari strategici Ron Dermer.  "Siamo pronti per l'attacco e la difesa utilizzando varie capacità di cui dispongono le Idf, e pronti anche con i nostri partner strategici", ha dichiarato il portavoce delle Idf, il contrammiraglio Daniel Hagari, ribadendo che Israele rimane in massima allerta per la possibile rappresaglia dell'Iran. "Siamo in allerta, altamente preparati per vari scenari e valutiamo costantemente la situazione". Annunciando che "non vi è alcuna modifica alle istruzioni del Comando del fronte interno", Hagari ha sottolineato che "un attacco dal territorio iraniano sarebbe una prova evidente delle intenzioni iraniane di aggravare la situazione in Medio Oriente e di smettere di nascondersi dietro i proxy". "Abbiamo una capacità di difesa a più livelli che si è dimostrata valida durante la guerra, con migliaia di intercettazioni riuscite", ha aggiunto il portavoce, pur ammettendo che "la difesa non sarà mai ermetica". Il ministro della Difesa israeliana Yoav Gallant ha detto al suo omologo statunitense Lloyd Austin che qualsiasi attacco iraniano diretto su Israele porterà a una risposta proporzionata. Gallant ha parlato questa sera con Austin, mentre Israele rimane in massima allerta per un possibile attacco iraniano. Gallant ''ha sottolineato che Israele non accetterà un attacco iraniano sul territorio israeliano'', secondo il suo ufficio. Il leader di Hamas nella Striscia di Gaza Yahya Sinwar starebbe ritardando un accordo con Israele sugli ostaggi, sperando in un attacco iraniano che intensifichi il conflitto. E' quanto riferisce l'emitttente israeliana Channel 12 citando proprie fonti a condizione di anonimato. ''Sinwar non ha rinunciato alla sua ambizione di vedere una guerra regionale e ripone le sue speranze in un attacco iraniano e in una risposta israeliana, che potrebbe portare a un'unificazione dei vari fronti'' contro Israele, ha detto il servizio televisivo.  —internazionale/[email protected] (Web Info)

Leucemia acuta promielocitica, esperti: “Verso cura con sola terapia orale”

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(Adnkronos) – L’uso innovativo del triossido di arsenico (Ato) in compresse per via orale, e non più per via endovenosa, il miglioramento dei regimi terapeutici per il trattamento dei pazienti anziani, fino alle nuove scoperte sulle complicanze della malattia e post trattamento. Sono questi alcuni dei principali temi che ematologi italiani e internazionali hanno discusso durante l’ottavo Simposio internazionale sulla leucemia acuta promielocitica (Lap) a Roma il 10, 11 e 12 aprile. Al centro dell'incontro le ultime sfide da superare nel trattamento dei pazienti affetti da Lap oltre che per commemorare il professor Francesco Lo Coco, scomparso nel 2019, che con le sue ricerche ha cambiato la storia della Lap, conosciuta anche come leucemia fulminante.  In apertura dei lavori gli ematologi – riporta una nota – hanno discusso in particolare dell'ottimizzazione dei regimi terapeutici senza chemioterapia e della prevenzione delle ricadute a lungo termine. Maria Teresa Voso, professore ordinario di Ematologia al Policlinico universitario di Roma Tor Vergata, tra i coordinatori scientifici dell’evento, ha presentato i dati provenienti dal vasto database Apl Harmony che evidenziano fattori quali l'età avanzata e l'alto rischio (secondo la classificazione correntemente in uso) come associati a una minore sopravvivenza dei pazienti. La combinazione di acido all-trans retinoico (Atra) e Ato senza chemioterapia si è dimostrata la migliore opzione terapeutica per le fasce di rischio cosiddetto “standard”, con alti tassi di sopravvivenza a lungo termine e una ridotta probabilità di ricaduta rispetto ad altri regimi terapeutici. Aggiornamenti significativi sono stati inoltre dedicati al trattamento di importanti complicanze della Lap. I risultati di studi recenti presentati durante il simposio suggeriscono che le cellule staminali leucemiche potrebbero giocare un ruolo significativo nella genesi della coagulopatia, una complicanza tipica per cui i pazienti presentano all’esordio emorragie anomale potenzialmente letali. È stato osservato – dettaglia la nota – che un sottogruppo specifico di queste cellule leucemiche potrebbe essere responsabile della regolazione della coagulazione, suggerendo così l'esistenza di nuovi bersagli terapeutici potenziali e lo sviluppo di strategie più efficaci per gestire questa complicanza. Voso e Marco Vignetti, presidente Fondazione Gimema, hanno ripercorso il presente e il futuro della Lap. “Franco Mandelli fu il primo ematologo italiano a imparare a riconoscere questa strana forma di leucemia, imparando a Parigi dallo scopritore della malattia, l’ematologo Jean Bernard – ha raccontato Vignetti – Le ricerche di Mandelli sono state completate da Lo Coco, grazie anche alla sua grande capacità organizzativa, oltre che quelle proprie di valido ricercatore e laboratorista”.  La giornata di ieri invece è stata dedicata all’aggiornamento delle nuove terapie in fase di sperimentazione. Harry J Iland, professore di medicina all'Università di Sydney, Australia, e medico specialista al Royal Prince Alfred Hospital, ha presentato i risultati di uno studio rilevante sull’uso dell’arsenico per via orale. La terapia standard a base di Ato – si legge nella nota – richiede infusioni prolungate di due ore. Tale procedura, sebbene efficace, comporta un impatto sull'utilizzo delle risorse ospedaliere e sulla comodità del paziente. L’Ato orale potrebbe così rappresentare un'alternativa vantaggiosa dal punto di vista economico e forse anche in termini di sicurezza, ma attualmente la sua disponibilità per uso clinico è limitata principalmente alla Cina e a Hong Kong.  Lo studio di Iland si è concentrato sulla disponibilità di una nuova formulazione orale di Ato, sviluppata come parte della terapia di consolidamento standard del trattamento della Lap. La ricerca ha confermato la bioequivalenza tra la somministrazione orale e quella endovenosa, il che potrebbe aprire nuove prospettive nella gestione della malattia. Parallelamente, altri ricercatori, come Hongming Zhu dell'Istituto di Ematologia di Shanghai, stanno esplorando la possibilità di una terapia post-induzione senza chemioterapia per i pazienti affetti da Lap, a prescindere dalla classificazione del rischio. Si tratta di un trattamento post-remissione completamente privo di chemioterapia – è emerso dal simposio – che includa una terapia di mantenimento orale. Una nuova prospettiva che potrebbe portare a benefici significativi per un numero maggiore di pazienti. Oggi la chiusura dei lavori con la riunione nazionale Gimema durante la quale i ricercatori hanno aggiornato medici e ricercatori in ematologia provenienti da tutta Italia sulle attività di ricerca in corso, gli studi e i progetti portati avanti dai 9 gruppi di lavoro (working parties) che abbracciano la gran parte delle patologie ematologiche, sia di natura neoplastica che non, e affrontano argomenti più “trasversali” come la qualità di vita e le complicanze infettive, che, come noto, sono molto frequenti in pazienti sottoposti a terapie come il trapianto di midollo. Attualmente gli studi in corso promossi dalla Fondazione Gimema – conclude la nota – sono più di 50 e vedono la partecipazione attiva della quasi totalità dei centri ematologici italiani – diffusi su tutto il territorio nazionale – che afferiscono alla rete Gimema. Importante, in questa giornata, è stata anche la sessione dedicata alle attività di laboratorio sia per la parte assistenziale (Rete LabNet) sia per la parte di ricerca traslazionale.  I tre giorni di eventi sono stati realizzati grazie al supporto di Ail – Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma, Ail Roma, Ail Bari, European hematology association (Eha), l’Università di Tor Vergata; con il contributo non condizionante di Abbvie, Amgen, Novartis, Astellas, AstraZeneca, Bristol Myers Squibb, Roche, Incyte, Jazz Pharmaceuticals, Servier Italia e con il patrocinio della Società italiana di ematologia (Sie) e della Società italiana di ematologia sperimentale (Sies). —[email protected] (Web Info)

L’allarme: “In alcune regioni le sale operatorie chiuderanno per carenza chirurghi”

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(Adnkronos) –
Fuori dalla sala operatoria di un ospedale pubblico italiano nel prossimo futuro potrebbe esserci un cartello con scritto: chiusa per carenza di chirurghi. "E' uno scenario non improbabile quello che in alcune regioni nei prossimi anni si chiuderanno le sale operatorie – avverte con allarme Marco Scatizzi, presidente Acoi (Associazione chirurghi ospedalieri italiani), facendo il punto con l'Adnkronos Salute – Se in Liguria si sono iscritti alla Scuola di specializzazione in Chirurgia generale solo 4 laureati in Medicina, nei prossimi 5 anni la necessità di specialisti della regione, considerando i tanti colleghi che andranno in pensione, sarà molto più alta rispetto a 4 specializzandi. Questo scenario è riproducibile in tante altre regioni".  
In Sicilia e in Calabria si è scelto di 'importare' medici – anche chirurghi – dall'Argentina e da Cuba, rispettivamente. Nel futuro del Servizio sanitario nazionale avremo meno chirurghi italiani e più stranieri? "Mi pare che ci sia la chiara percezione che siano soluzioni tampone", spiega Scatizzi. "In Europa ci sono realtà molto più appetibili dal punto di vista economico rispetto all'Italia" e quindi "il chirurgo argentino, una volta che avrà toccato con mano la realtà sanitaria italiana e le mille difficoltà, temo cambierà in breve tempo aria".  
L'Acoi organizzerà a Napoli, 12-15 maggio, il suo 42.esimo Congresso nazionale. "Noi abbiamo la funzione di sviluppare temi scientifici e suggerire le soluzioni che – rimarca Scatizzi – non devono essere improvvisate per dare alla politica l'alibi di aver risolto i problemi della sanità, come stiamo vedendo". Una delle questioni ancora non risolte appieno è quella dello scudo penale per i medici. "Quello proposto – osserva il presidente dei chirurghi – si applica ad alcune specifiche fattispecie molto ristrette. La nostra commissione giuridica di Acoi ha espresso molti dubbi e stiamo valutando se impugnare la norma davanti la Corte Costituzionale proprio per la temporalità ristretta che prevede, visto che l'anno scorso quel dato fatto era punibile e oggi no lo è più. E' necessaria su questa materia – prosegue – una più ampia riflessione e una riforma legislativa. Aspettiamo che la Commissione Nordio mandi la relazione al Parlamento, ma è davvero necessaria una riforma penale e civile per attenuare il contenzioso legale che sta diventando uno dei motivi più seri per cui un giovane laureato in Medicina non sceglie di fare il chirurgo". L'allarme per la mancanza di chirurghi è presente in altri Paesi europei, ma in Italia "è molto pesante – precisa Scatizzi – e si trascina da anni. Oggi vediamo solo le conseguenze. Se negli ultimi anni le borse di specializzazione in Chirurgia sono aumentate, c'è una preoccupante tendenza sul fatto che rimangano deserte. Qui il dato è allarmante, siamo passati dal 28% del 2022 al 56% del 2023. E' una tendenza in costante aumento e fotografa il fatto che i giovani medici non scelgono più la chirurgia generale. Se a questo aggiungiamo che c'è anche una fuga dal Ssn, con colleghi che a 50 anni vanno via per andare a lavorare con maggiori sicurezze nel privato e chi va in pensione, si capisce bene che il futuro della chirurgia nella sanità pubblica è molto a rischio", conclude il presidente Acoi. —[email protected] (Web Info)

Milan-Roma, Lazza: “Coro sui napoletani? Solo ironia calcistica”

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(Adnkronos) – Con i napoletani c'è "stima e affetto". Tra noi "c'è sempre stato un rapporto di ironia calcistica sano". Risponde così, su Instagram, il rapper Lazza, noto tifoso milanista, che ieri a San Siro durante i quarti di Europa League tra Milan e Roma è stato pizzicato dalle telecamere ad intonare: "Napoletani, voi siete napoletani…". Il coro era rivolto alla tifoseria romanista presente alla stadio e il video di Lazza è diventato subito virale, facendo arrabbiare i tifosi napoletani.  "Cari ricercatori del Male, che sono un appassionato di calcio come la maggioranza degli italiani non è un segreto, che sono un tifoso del Milan come una parte (la più bella) di quegli appassionati non è certo un segreto" scrive Lazza nelle sue storie, e aggiunge: "Ma da qui a costruire un caso su un semplice coro sulla perdita di tempo per lo più senza nessuna parola offensiva c'è un abisso! Amare una squadra di calcio non potrà mai farmi odiare nessuna città del mio paese! E chi pensa il contrario mi sa che ha il cervello un po' troppo confuso!". Il rapper, poi, si rivolge direttamente ai napoletani: "Sanno bene la stima e l'affetto che provo per loro e tra noi c'è sempre stato un rapporto di ironia calcistica sano per il semplice fatto che come me amano la squadra della propria città! E forse è proprio questo il bello! Detto questo – conclude – io faccio musica non dimentichiamolo mai! Concludo rispondendo a tutti i miei amici napoletani che da ieri mi stanno prendendo per il culo per il risultato…ebbene sì sto ancora rosicando ahahahahahah vi voglio bene".  —[email protected] (Web Info)

Crolla tetto nel milanese, operaio precipita e muore

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(Adnkronos) – Un operaio di 36 anni è morto questa mattina, nel milanese per un incidente sul lavoro. L'uomo, di origine albanese, stava facendo dei lavori di ristrutturazione in un edificio nel centro di Magenta, quando, per cause ancora da accertare, il tetto è crollato e l'operaio è precipitato dal vano delle scale, morendo sul colpo. Sul posto sono intervenuti una quindicina di vigili del fuoco, provenienti dalle sedi di Rho, Legnano e Magenta, oltre ai sanitari del 118 Areu e ai tecnici dell'Ats Città metropolitana, competenti per gli infortuni sul lavoro. Non sono stati segnalati altri feriti. I condomini delle altre abitazioni sono rimasti all'interno dei loro appartamenti. La vittima era titolare, assieme ad altri due soci, dell'impresa che stava effettuando i lavori. —[email protected] (Web Info)

Farmaci antidiabetici dimagranti, Ema: “Non ci sono prove su rischio suicidi e autolesionismo”

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(Adnkronos) – Non ci sono prove sufficienti per dire che i farmaci antidiabetici a effetto dimagrante provochino rischi di suicidio, pensieri suicidari o autolesionismo. "Le evidenze disponibili – comunica l'Agenzia europea del farmaco Ema – non supportano un'associazione causale tra gli agonisti del recettore Glp-1", ossia "dulaglutide, exenatide, liraglutide, lixisenatide e semaglutide" che è il principio attivo del più noto Ozempic*, e questi effetti psichiatrici. E' quanto ha concluso il Comitato per la sicurezza Prac dell'Ema, nella sua ultima riunione dell'8-11 aprile.  Gli analoghi dell'ormone Glp-1, ricorda l'Ema, "vengono usati per trattare il diabete di tipo 2 e alcuni sono autorizzati anche per il controllo del peso, in determinate condizioni negli adulti obesi o in sovrappeso". La revisione del Prac "è iniziata a luglio 2023, dopo segnalazioni di casi di pensieri di tipo suicidario o autolesionistico da parte di persone che utilizzavano medicinali a base di liraglutide e semaglutide. Nel novembre 2023", quindi, "il Prac ha richiesto dati aggiuntivi ai titolari dell'Autorizzazione all'immissione in commercio" Aic "per questi medicinali", commercializzati con i marchi "Ozempic, Rybelsus*, Wegovy*, Victoza*, Saxenda*, Xultophy*, Byetta*, Bydureon*, Lyxumia*, Suliqua* e Trulicity*", elenca l'ente regolatorio Ue in una nota.  "Inoltre – si legge – il comitato ha analizzato i risultati di un recente studio basato su un ampio database di cartelle cliniche elettroniche, che ha valutato l'incidenza di pensieri suicidari in pazienti con sovrappeso e diabete 2 trattati con semaglutide o con altri farmaci contro diabete e sovrappeso non agonisti del recettore del Glp-1", cioè appartenenti a famiglie diverse. "Lo studio non ha rilevato alcuna associazione causale tra l'uso di semaglutide e pensieri suicidi. Un altro studio è stato condotto dall'Ema sulla base delle cartelle cliniche elettroniche, esaminando il rischio di eventi correlati al suicidio e all'autolesionismo nelle persone con diabete di tipo 2. I risultati non hanno supportato un'associazione causale tra l'uso di agonisti del recettore del Glp-1 e questo rischio". In conclusione, "dopo aver esaminato le prove disponibili derivanti da studi non clinici, sperimentazioni cliniche, dati di sorveglianza post-marketing e studi disponibili, il Prac ritiene che non sia giustificato alcun aggiornamento delle informazioni sul prodotto" per questi medicinali. "I titolari dell'Aic – precisa l'Ema – continueranno a monitorare attentamente questi eventi, comprese eventuali nuove pubblicazioni, come parte delle loro attività di farmacovigilanza e riporteranno qualsiasi nuova evidenza su questo tema nei loro rapporti periodici di aggiornamento sulla sicurezza (Psur)". —[email protected] (Web Info)