(Adnkronos) – Il cambiamento, per sua natura, porta con sé emozioni contrastanti e assolutamente soggettive. C’è chi ama cambiare ed esplorare nuove opportunità, c’è chi invece è meno incline ad affrontare nuove situazioni. Questo vale anche nella vita professionale. Cambiare lavoro, in particolar modo, è un passo coraggioso che conduce verso nuove opportunità, non senza timori. Per coloro che stanno affrontando questa fase stimolante e delicata, InfoJobs, la piattaforma leader in Italia per la ricerca di lavoro online, ha realizzato una mini-guida per supportare l’ingresso di una risorsa in una nuova realtà lavorativa, per iniziare con entusiasmo e la giusta determinazione. La guida individua priorità e obiettivi da raggiungere per ciascuno dei primi 5 giorni lavorativi, spesso considerati i più complessi e stressanti. Ma entriamo nel vivo e scopriamo le raccomandazioni suggerite da InfoJobs.
Giorno 1: Iniziare dai fondamentali. È il momento per confermare la prima buona impressione data al colloquio e per gettare le basi per delle relazioni positive. Ecco alcuni consigli essenziali per iniziare con il piede giusto. Scegliere un look adeguato: indossare abiti che facciano sentire a proprio agio, ma che riflettano personalità e professionalità. Essere puntuali: la puntualità è fondamentale sempre. In particolar modo è una qualità che si nota soprattutto nella fase iniziale di un nuovo rapporto lavorativo. Presentarsi agli altri: prepararsi un breve discorso di presentazione (il livello di formalità/empatia è dato dal contesto in cui ci si trova) che in modo chiaro e preciso possa raccontare di noi, del nostro percorso e delineare il futuro 4. Memorizzare i nomi e i ruoli dei nuovi colleghi: potrebbe sembrare banale, ma non è così. Imparare da subito i nomi e i ruoli delle persone avvia un percorso di relazione importante.
Giorno 2: orientarsi e organizzarsi. Il secondo giorno è utile per orientarsi, organizzarsi e iniziare a pianificare la propria routine. Esplorare gli spazi degli uffici e organizzare la propria postazione: conoscere la disposizione degli uffici, individuare le risorse a disposizione e creare uno spazio di lavoro che possa essere d’ispirazione e con il quale creare familiarità. Impostare una routine: stabilire un programma quotidiano realistico per gestire meglio e in modo efficace la giornata che si prospetta, dandosi delle priorità. Fare domande: non bisogna avere paura di chiedere. La predisposizione alla comprensione di nuove dinamiche è sempre molto apprezzata. Prendere nota delle principali evidenze può essere molto utile. Essere autentici senza strafare: mostrarsi aperti, socievoli e cordiali funziona sempre, ma con moderazione. Attenzione a non invadere spazi non propri.
Giorno 3: capire per conoscere. Il terzo giorno è dedicato all’ascolto attivo, alla comprensione delle nuove dinamiche verso una sempre maggiore integrazione nel contesto lavorativo. Mostrarsi disponibili: nei primissimi giorni può capitare, in alcuni momenti, di trovarsi senza incarichi precisi. Nessuna paura. È importante non rimanere inattivi, ma mostrarsi disponibili offrendosi di aiutare e supportare i colleghi. Immergersi nella cultura aziendale: prima di iniziare un nuovo lavoro si legge molto sull’organizzazione nella quale si entrerà, ma è solo cominciando il proprio percorso professionale che si ha modo di comprenderne appieno – anche attraverso l’operatività – modelli, visione e valori. Ascoltare: parola chiave pazienza. Bisogna saper ascoltare e prendersi il tempo necessario per comprendere appieno le situazioni, i processi e le persone con cui si lavora.
Giorno 4: capire per agire. Il quarto giorno è focalizzato sull’analizzare e comprendere a fondo le situazioni, le esigenze e le dinamiche del proprio ambiente di lavoro per costruire basi solide e durature. Comprendere le esigenze del proprio responsabile e il suo stile di management: non è sempre immediato e facile, ma necessario per inserirsi in modo efficace. Studiare le dinamiche (anche) relazionali del team di lavoro: osservare e capire come interagiscono i membri del team, quali sono le loro motivazioni e come collaborano, per inserirsi in modo efficace. Agire con un atteggiamento proattivo, intraprendente e con spirito d’iniziativa: bisogna prendere l’iniziativa e non attendere sempre che le opportunità vengano da sé, cercarle attivamente, mostrando entusiasmo e volontà di fare.
Giorno 5: Rome wasn’t built in a day. Con il quinto giorno arriva anche la fine della prima settimana lavorativa. Forse è già tempo di bilanci e di immaginarsi in modo costruttivo l’arrivo di una nuova settimana. Esplorare nuovi punti di vista e approcci per aprirsi alla novità e al cambiamento: evitare di limitarsi alle proprie conoscenze pregresse, ma essere aperti a esplorare nuovi punti di vista e approcci. Questo aiuta a sviluppare la capacità di adattarsi, essenziale per accogliere il cambiamento. Imperativo lavorare sulla flessibilità. Dominare l’ansia da prestazione e concedersi del tempo: è importante gestire lo stress e l’ansia legati alle aspettative di performance, riconoscendo l’importanza di darsi il tempo di adattarsi e migliorare senza fretta. Ripercorrere questi primi giorni di lavoro individuando i punti da migliorare, senza essere troppo severi con se stessi: fare un’analisi retrospettiva dei primi giorni di lavoro, individuando aree di miglioramento senza cadere nell’autocritica eccessiva, può favorire un apprendimento costruttivo e un miglioramento continuo. Insomma, la prima settimana lavorativa può essere particolarmente impegnativa, ma dandosi dei semplici obiettivi ogni giorno e seguendo questa piccola guida pensata da InfoJobs, può essere vissuta con maggiore serenità. —[email protected] (Web Info)
Lavoro, ansia da prima settimana? No, grazie! Ecco la mini guida per superarla
Salute: solo 50% cardiopatici aderisce a cure, al via campagna ‘Affetti Desiderati’
(Adnkronos) – Le malattie cardiovascolari costituiscono ancora oggi in Italia e nel mondo uno dei più importanti problemi di salute pubblica: insieme a cancro, diabete e malattie respiratorie croniche fanno parte delle malattie non trasmissibili (Mnt), tra le principali cause di morbosità, invalidità e mortalità. Con quasi 20 milioni di decessi all'anno a livello mondiale, nell'Unione europea rappresentano la principale causa di mortalità (oltre il 90%) causando il 25% della spesa sanitaria annua complessiva. In Italia il 60% degli over 65 è colpito da una malattia cronica e, tra queste, le malattie cardiometaboliche sono le più frequenti. Gestire e tenere sotto controllo queste patologie richiede non solo terapie efficaci, ma anche un impegno costante e continuativo da parte dei pazienti nel seguire attentamente le cure e i controlli periodici. Nonostante le indicazioni mediche, però, solo il 50% dei pazienti con malattie cardiovascolari aderisce correttamente alle cure tanto, che la scarsa aderenza terapeutica può essere considerata un fattore di rischio cardiovascolare occulto che si aggiunge a ipertensione, dislipidemia, diabete e a stili di vita non corretti. Per far capire quanto sia cruciale l'aderenza alle terapie nel controllo delle malattie croniche cardiometaboliche, in occasione della Giornata nazionale per l'aderenza alla terapia viene presentata 'Affetti desiderati', la nuova campagna di sensibilizzazione promossa dal Gruppo Servier in Italia in collaborazione con la Società italiana per la prevenzione cardiovascolare (Siprec). 'Affetti desiderati' usa le dinamiche di 'coppia' narrate dalla prospettiva delle terapie: protagoniste della campagna sono, infatti, 'pillole e compresse' tristi, trascurate dai pazienti e impegnate nel rendere consapevoli pazienti e caregiver che gli 'effetti indesiderati' di una scarsa aderenza possono essere trasformati con costanza e impegno in 'affetti desiderati' per la salute del nostro cuore. "La corretta aderenza terapeutica è fondamentale per il successo nel trattamento delle malattie cardiovascolari. Educare e motivare i pazienti a seguire le terapie prescritte è cruciale per migliorare la loro prognosi e la loro qualità di vita – afferma Massimo Volpe, professore di Cardiologia dell'Università La Sapienza di Roma e presidente Siprec – E' importante che i pazienti comprendano appieno l'importanza della terapia e siano supportati nel loro percorso di cura, affinché possano ottenere i migliori risultati possibili nella gestione delle malattie cardiovascolari". E' dimostrato che una corretta aderenza terapeutica porta a una riduzione del 20% delle malattie cardiovascolari e addirittura del 35% della mortalità per tutte le cause. Tuttavia, molti pazienti riscontano difficoltà nel seguire regolarmente le terapie prescritte, compromettendo così i risultati del trattamento e la loro salute a lungo termine. Già dopo il primo anno di terapia, si stima che il 20% dei pazienti non aderisca correttamente alle terapie prescritte, percentuale che sale all'85% al quinto anno. Le motivazioni della scarsa aderenza alle cure sono diverse: dimenticanza, complessità della terapia, durata ed eventuali effetti collaterali del trattamento e mancata percezione sulle potenziali conseguenze della non aderenza. Si aggiunge inoltre la possibilità che siano presenti comorbidità, che fanno sì che il numero di farmaci da assumere aumenti e con esso la difficoltà ad aderire correttamente al piano terapeutico. "Nel trattamento dei pazienti la chiarezza nelle istruzioni terapeutiche è essenziale per garantire un'aderenza ottimale. Fornire al paziente dettagli precisi su come e quando assumere la terapia, considerando circostanze come i pasti o gli spostamenti, è essenziale – spiega Claudio Ferri, professore ordinario di Medicina interna, Università degli Studi dell'Aquila – Ridurre il numero di compresse attraverso combinazioni fisse, sia di tipo 'monotematico', cioè dirette verso un singolo fattore di rischio, sia di tipo 'ibrido', dirette cioè verso più fattori di rischio, implica la prescrizione di differenti farmaci, combinati però in una singola compressa e non prescritti separatamente. Ciò semplifica notevolmente il regime terapeutico ed aumenta in modo consistente la probabilità che il paziente sia continuo nell'assunzione della terapia prescritta e raggiunga quindi più frequentemente gli obiettivi di trattamento in modo tanto efficace quanto sicuro". La non aderenza ha poi un forte impatto economico-sociale, in quanto si traduce in un danno non solo per il paziente, ma anche per la società e il sistema sanitario nazionale, chiamati ad assorbire i costi diretti e indiretti generati dagli interventi sanitari e previdenziali necessari per gestire eventi maggiori e disabilità correlate. Aiutare i pazienti affinché aderiscano al meglio al trattamento prescritto permetterebbe di salvare la vita di circa 200mila pazienti e di ridurre significativamente l'impatto economico in Europa, riducendo le spese sanitarie di circa 125 miliardi di euro l'anno. "Anche quest'anno il Gruppo Servier in Italia rinnova il suo impegno a sostegno dell'aderenza terapeutica nelle malattie cardiovascolari con la nuova campagna 'Affetti desiderati': siamo una delle prime aziende che 7 anni fa ha posto questo tema al centro del suo impegno – dichiara Gilles Renacco, Presidente Gruppo Servier in Italia – Oggi siamo spronati più che mai dalle recenti evidenze che stimano che in Europa circa 200mila decessi e il 9% degli eventi cardiovascolari potrebbero essere attribuiti a una scarsa aderenza alle cure. Da 70 anni ci impegniamo nella ricerca cardiovascolare che, attraverso una strategia di innovazione incrementale, ha sviluppato una serie di farmaci sicuri, efficaci e 'patient friendly' che contribuiscono a facilitare l'aderenza al trattamento per i pazienti con patologie cardiometaboliche". Fulcro della campagna 'Affetti desiderati' è un video, ironico e divertente, dal quale sono stati creati un set di contenuti informativo-educazionali diffusi da oggi fino a fine maggio online, attraverso i social aziendali e il portale Al Cuore dell'Aderenza, e offline con eventi open air ospitati a Napoli, Roma e Milano. —[email protected] (Web Info)
Scuole aperte anche d’estate, arriva un piano da 400 milioni
(Adnkronos) –
Scuole aperte anche in estate. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato il decreto che stanzia 400 milioni di euro per finanziare attività di inclusione, socialità e potenziamento delle competenze per il periodo di sospensione estiva delle lezioni. Il provvedimento, che interessa gli anni scolastici 2023/24 e 2024/25, è destinato alle scuole primarie e secondarie statali e paritarie non commerciali. Le risorse, 80 milioni di euro in più rispetto al progetto del precedente biennio, consentiranno di attivare percorsi che potranno interessare, in base alle proposte delle scuole, tra 800 mila e 1,3 milioni di studenti; 1,714 milioni le ore aggiuntive di attività. La platea dei destinatari e la durata dei percorsi potranno essere ulteriormente ampliate dalle scuole grazie ad accordi con enti locali, università, organizzazioni di volontariato e del terzo settore, associazioni sportive e le stesse famiglie, sull’esempio delle migliori pratiche già sviluppate in base all’autonomia scolastica. A prevederlo la circolare alle scuole firmata sempre dal ministro. “Lo avevamo promesso lo scorso anno e ora, anche grazie a un incremento sostanzioso dei fondi, siamo in grado di mettere in campo un Piano estate ampliato e rinnovato. Il nostro obiettivo”, dichiara Valditara, “è una scuola che sia punto di riferimento per gli studenti e per le famiglie anche d’estate, con sport, attività ricreative, laboratori o attività di potenziamento, ricorrendo a tutte le sinergie positive possibili, dagli enti locali alle associazioni del terzo settore. Una scuola”, dichiara il ministro, “che sia sempre più un luogo aperto, parte integrante della comunità per tutto l’anno, realizzando attività di aggregazione e formazione soprattutto per i bambini e i ragazzi che, in estate, non possono contare su altre esperienze di arricchimento personale e di crescita a causa delle esigenze lavorative dei genitori o di particolari situazioni familiari”. I 400 milioni, che fanno capo al Programma nazionale “Scuola e competenze 2021-2027”, permetteranno di sostenere progetti che prevedono attività ricreative, sportive, musicali, teatrali, a tema ambientale ma anche di potenziamento disciplinare e, più in generale, tutte quelle iniziative che favoriscono l’aggregazione, l’inclusione e la socialità. I docenti che decideranno di aderire su base volontaria ai progetti potranno essere remunerati nei limiti delle risorse disponibili per i moduli didattici attivati. La nota ministeriale, inviata contestualmente al decreto, precisa inoltre che, nell’ambito dell’autonomia organizzativa di cui dispongono, le istituzioni scolastiche potranno ulteriormente arricchire l’offerta del Piano Estate, singolarmente o in rete tra loro, grazie alle alleanze tra la scuola e il territorio, gli enti locali, le comunità locali, le Università, le associazioni sportive, le organizzazioni di volontariato e del terzo settore, nonché attraverso il coinvolgimento attivo delle famiglie e delle loro associazioni. I progetti strutturati sulla base di accordi e convenzioni, nel rispetto delle competenze di ciascun attore, in particolare per quanto concerne le prerogative degli enti locali proprietari degli edifici scolastici, potranno prevedere che siano le stesse scuole a gestire le attività oppure che siano gli enti locali o altri soggetti del territorio a organizzarle e gestirle all’interno degli edifici scolastici, in alcuni casi anche con un contributo delle famiglie. Le scuole potranno, in aggiunta ai 400 milioni stanziati, utilizzare ulteriori fondi per i progetti estivi, attingendo ai 750 milioni Pnrr del contrasto alla dispersione scolastica e al superamento dei divari territoriali e ai 600 milioni Pnrr per azioni di potenziamento delle competenze Stem. —[email protected] (Web Info)
Sinner batte Rune in 3 set e vola in semifinale a Montecarlo
(Adnkronos) –
Jannik Sinner batte Holger Rune oggi nei quarti di finale dell'Atp Masters 1000 di Montecarlo per 6-4, 6-7 (6-8), 6-3 e vola in semifinale dopo 3h48'. L'azzurro, numero 2 del mondo, supera il danese, numero 7 del tabellone e con il risultato odierno conserva la seconda posizione nella classifica Atp alle spalle del serbo Novak Djokovic. In semifinale, Sinner affronterà in semifinale Stefanos Tsitsipas. Il greco, numero 12 del mondo e del seeding e due volte vincitore nel Principato, supera il russo Karen Khachanov, numero 17 del ranking Atp e 15 del tabellone, con il punteggio di 6-4, 6-2 in 1h23'. Sinner, sconfitto da Rune un anno fa sulla terra rossa del Principato, si vendica vincendo una sfida durissima. Il primo set si 'stappa' nel quinto game, complice un doppio fallo di Rune che dà la spinta a Sinner verso il break. L'azzurro prende il controllo del gioco e non lo molla fino al 6-4. Il secondo set è una battaglia senza esclusione di colpi in cui Sinner spreca una valanga di occasioni: il numero 2 del mondo non concretizza nessuna delle 6 palle break a disposizione e nel tie-break non trova la zampata sui due match point con cui potrebbe chiudere il duello. Rune litiga col pubblico, si lamenta per un paio di chiamate arbitrali, discute con il supervisor: dà l’impressione di entrare e uscire dalla partita, ma nel momento chiave inanella 4 punti consecutivi che gli permettono di aggiudicarsi il tie-break (8-6) e di giocarsi tutto nel terzo parziale. Sinner soffre, annulla una pesantissima palla break contro un avversario che lascia andare il braccio. Nell'ottavo game, l'altoatesino accelera e Rune va fuori giri: il danese consegna il break con un doppio fallo, Sinner ringrazia e chiude 6-3. "Ci è voluto molto per vincere. Non è mai facile giocare contro Holger, sono contento del risultato. Peccato non aver sfruttato i due match point nel 2° set, ma sono rimasto in partita", dice Sinner dopo la sfida. "Fisicamente è stata dura, ora devo riposarmi per domani. E' stata una partita molto fisica, con tanti scambi lunghi. Le sensazioni sono buone e sono fiducioso in vista di domani", aggiunge. Il 22enne altoatesino commenta poi il comportamento di Rune che ha litigato con l'arbitro e polemizzato con il pubblico. "Ho guardato solo me stesso, possono succedere in campo queste cose e non ci vedo nulla di sbagliato, lui può creare il caos, così come accadde l'anno scorso -aggiunge Sinner-. Sono cose che fanno parte del processo di apprendimento, sono cresciuto ancora. Mi sono concentrato sulla partita. Domani affronterò Tsitsipas che sta giocando bene, vediamo cosa riusciamo a fare domani".
Sinner-Rune 6-4, 6-7, 6-3 – Sinner vede il traguardo, il primo match point è sufficiente: vittoria e semifinale.
Sinner-Rune 6-4, 6-7, 5-3 – L'azzurro comincia l'ottavo game con un vincente e sale 15-40: due palle break pesantissime, Rune si affossa da solo con un doppio fallo che regala il 5-3 a Jannik.
Sinner-Rune 6-4, 6-7, 4-3 – Finalmente anche Sinner può 'godersi' un game sul velluto: poco più di 3 minuti per tornare avanti.
Sinner-Rune 6-4, 6-7, 3-3 – Rune gestisce il turno di servizio con il minimo sforzo: la prima spiana la strada al danese, game a zero.
Sinner-Rune 6-4, 6-7, 3-2 – Momento chiave del set e del match. Sinner fronteggia una palla break, la prima concessa dal quarto game del primo set, e esce dai guai con autorità: 3 punti di fila.
Sinner-Rune 6-4, 6-7, 2-2 – Rune sceglie la stessa soluzione, un ace per archiviare il quarto game.
Sinner-Rune 6-4, 6-7, 2-1 – Sinner, dopo un lungo digiuno, ritrova un paio di ace: il modo migliore per chiudere il terzo game.
Sinner-Rune 6-4, 6-7, 2-1 – Sinner, dopo un lungo digiuno, ritrova un paio di ace: il modo migliore per chiudere il terzo game.
Sinner-Rune 6-4, 6-7, 1-1 – Rune è in fiducia, lascia andare il braccio e conquista il game dell'1-1.
Sinner-Rune 6-4, 6-7, 1-0 – Sinner, dopo una valanga di occasioni non sfruttate, riparte a macinare tennis nel primo game del terzo set.
Sinner-Rune 6-4, 6-7 – Il tie-break si snoda con 7 punti conquistati dal servizio (4-3) – con Rune che contesta platealmente il punto del 3-3 – prima del minibreak che lancia Sinner sul 5-3. L'azzurro sale 6-4, ha 2 match point a disposizione: Rune li annulla e sale 7-6 con la chance di aggiudicarsi il set. Il danese completa l'opera grazie a un errore di Sinner, si va al terzo set.
Sinner-Rune 6-4, 6-6 – Sinner ha il merito di non farsi condizionare dalle occasioni perse. Ancora un turno di servizio senza concedere nulla a Rune, 6-6 e si va al tie-break.
Sinner-Rune 6-4, 5-6 – Rune perde la testa ingaggiando un duello con il pubblico. Il danese si lamenta anche con il supervisor per l'atteggiamento degli spettatori e esce dal match: 0-40, altre 3 palle break per Sinner. L'azzurro, però, si inceppa. Non riesce a rispondere, le chance evaporano e Rune sale 6-5.
Sinner-Rune 6-4, 5-5 – Sinner in scioltezza: game a zero, 5-5 con dispendio minimo di energie per Jannik.
Sinner-Rune 6-4, 4-5 – Rune se la cava nell'ennesimo game a dir poco laborioso. Dal 30-30, il numero 7 del mondo risolve il rebus con 2 vincenti per il 5-4.
Sinner-Rune 6-4, 4-4 – Dopo mezz'ora in apnea, un game agevole. Sinner gestisce il gioco con relativa facilità e aggancia il rivale.
Sinner-Rune 6-4, 3-4 – Rune picchia durissimo, andando a spolverare le righe a ripetizione in un game che dura 9 minuti. Il danese lo chiude con un vincente a cui Sinner non può replicare.
Sinner-Rune 6-4, 3-3 – Il match si trasforma in un duello senza esclusione di colpi: scambi durissimi e prolungati, Sinner esce vincitore dal round.
Sinner-Rune 6-4, 2-3 – Due doppi falli di Rune spianano la strada a Sinner che si procura 3 palle break: il danese le annulla tutte e conquista il 3-2 dopo 12 minuti di battaglia.
Sinner-Rune 6-4, 2-2 – Stesso copione nel game successivo: Sinner non concede nulla, altro gioco a zero.
Sinner-Rune 6-4, 1-2 – Rune si appoggia con continuità alla prima di servizio. Anche quando lo scambio si allunga (11 colpi), il danese trova la soluzione: game a zero.
Sinner-Rune 6-4, 1-1 – Sinner non concede nulla: un altro game a zero per l'azzurro, sempre padrone degli scambi nei propri turni di battuta.
Sinner-Rune 6-4, 0-1 – Rune alterna errori banali a colpi vincenti, sufficienti per incamerare il primo game del secondo set.
Sinner-Rune 6-4 – Nel game decisivo, Sinner non concede nulla al rivale. Game a zero chiuso con un ace, primo set in archivio per 6-4 dopo 42'.
Sinner-Rune 5-4 – Il danese ritrova la prima palla con continuità e tiene aperto il primo set.
Sinner-Rune 5-3 – Sinner rischia di complicarsi la vita con un doppio fallo che regala il 30-30 a Rune. L'azzurro però piazza subito un ace e chiude il game costringendo Rune all'errore.
Sinner-Rune 4-3 – Rune rimane agganciato al set con un game convincente. Due colpi vincenti e un ace, 4-3.
Sinner-Rune 4-2 – Il numero 2 del mondo gioca con sicurezza. Due vincenti spianano la strada verso il 4-2.
Sinner-Rune 3-2 – L'azzurro accelera nel quinto game, capitalizzando anche un doppio fallo di Rune. Sinner controlla gli scambi e impone un ritmo che l'avversario non può sostenere: break.
Sinner-Rune 2-2 – Sinner incappa in un doppio fallo che consente a Rune di arrivare alla prima palla break del match. L'azzurro si appoggia al servizio e evita guai: 2-2.
Sinner-Rune 1-2 – Il danese continua a martellare con la prima palla: un altro ace spiana la strada nel game, chiuso con un vincente.
Sinner-Rune 1-1 – Sinner si presenta con un game a zero chiuso con un ace.
Sinner-Rune 0-1 – Rune apre il match con 2 ace nel primo turno di servizio. —[email protected] (Web Info)
Pancreas, scoperta impronta digitale molecolare delle lesioni che annunciano tumori
(Adnkronos) –
Scoperta l’impronta digitale molecolare delle lesioni pre-tumorali del pancreas. Uno studio appena pubblicato su 'Nature Communications' dal gruppo di ricerca di Giampaolo Tortora, professore di Oncologia medica all’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore del Comprehensive Cancer Center del Policlinico Gemelli di Roma, ha individuato dei biomarcatori tessutali specifici – una sorta di impronta digitale molecolare, appunto – che consentono di distinguere con certezza le forme benigne da quelle ad alto grado di malignità o ad alto rischio di trasformazione maligna. Un rompicapo, finora, per i medici, vista la difficoltà a differenziale e riconoscere quelle da sorvegliare. Per arrivare a questi risultati, i ricercatori di Università Cattolica – Gemelli hanno esaminato una quantità incredibile di dati su pezzi operatori di pazienti trattati al Gemelli nel corso degli ultimi dieci anni, avvalendosi di analisi omiche e in particolare di sofisticate tecnologie di trascrittomica e proteomica spaziale. Il loro lavoro ha consentito di individuare sul tessuto tumorale le ‘firme molecolari’ che indicano una displasia di basso grado (Hoxb3 e Znf117), quelle dei casi ‘borderline’ (Spdef) e infine i marcatori di displasia di alto grado, cioè delle forme sicuramente maligne (Nkx6-2). Non solo. Questa ricerca getta luce anche sul ruolo dell’attivazione di alcuni geni (TnfAlfa e Myc) nella progressione dei tumori mucinosi papillari intraduttali (Ipnm) da una forma benigna a una maligna (adenocarcinoma pancreatico duttale, o Pdac). "Ad ora la stratificazione del rischio degli Ipmn – spiega Tortora – viene fatta solo in base alle caratteristiche cliniche (ad alto rischio sono soprattutto gli Ipmn che si sviluppano nei dotti principali) e radiologiche (Tac, Rmn), mentre non si disponeva di criteri che tenessero conto della loro biologia. Questo fa sì che fino al 10% degli Ipmn considerati a basso rischio – ammette l'esperto – sfugga a una corretta valutazione e, nel tempo, possa dar luogo a un tumore aggressivo”. La ricerca appena pubblicata è stata supportata da un grant della Fondazione Airc, assegnato al progetto di Carmine Carbone, team leader dello studio e ricercatore di Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs. Le neoplasie mucinose papillari intraduttali pancreatiche – spiegano gli esperti del Gemelli – sono lesioni cistiche che si sviluppano all’interno dei dotti pancreatici e che contengono al loro interno dei ‘tralci’ di tessuto (proiezioni papillari) rivestiti di epitelio mucoso. La frequenza di queste cisti dal comportamento incerto, che si scoprono per caso in occasione di una Tac o una risonanza fatte per altro motivo, è in aumento e cresce con l’avanzare dell’età. Una recente metanalisi della Mayo Clinic (Usa) rivela che gli Ipmn vengono scoperti per caso nell’11% circa degli over 50 sottoposti a Tac addominale. Mancano però dati certi di prevalenza e incidenza. "Una necessità assoluta è quella di creare un registro italiano degli Ipmn – sottolinea Tortora – perché siamo certi che il loro numero sia ampiamente sottostimato”. Questi tumori originano dai dotti pancreatici e sono considerati precursori dell’adenocarcinoma duttale pancreatico, una neoplasia estremamente aggressiva, contro cui si dispone di limitate opzioni terapeutiche. Quali evolveranno in questa direzione? La ricerca condotta alla Cattolica e al Gemelli dà proprio un contributo all’individuazione delle lesioni ad alto potenziale di trasformazione maligna. “E si tratta di un’indicazione importante – rimarca Tortora – perché se è fondamentale individuare le lesioni ad alto rischio di trasformazione maligna, altrettanto determinante è definire le caratteristiche di ‘benignità’, per evitare ai pazienti un intervento chirurgico inutile, molto invasivo e non privo di rischi”. Una diagnosi di precisione. “Con un paziente e minuzioso studio di trascrittomica e proteomica spaziale effettuato su tessuto (cioè sul pezzo operatorio) – ricostruisce Carbone – abbiamo analizzato una a una le cellule che compongono gli Ipmn per studiarne l’Rna e le proteine corrispondenti, rispettando la citoarchitettura del tessuto. Così è stato possibile evidenziare che le forme a minore o a maggior rischio di trasformazione maligna si differenziano per l’espressione di alcuni geni e proteine. In particolare, l’espressione del gene Nkx6-2, conferisce un aumentato rischio di differenziazione maligna; al contrario, l’espressione dei geni Hoxb3 e Znf117 indica una displasia di basso grado, una condizione di benignità. Il prossimo step consisterà nella ricerca di un biomarcatore prognostico di trasformazione tumorale nel sangue”. E in futuro "potremmo ipotizzare la messa a punto di trattamenti in grado di bloccare le ‘vie’ molecolari attraverso cui viaggia la trasformazione di una lesione pre-cancerosa in una tumorale: un anti-Myc è già allo studio. Ma c’è di più. Con la teranostica si potrebbe provare a coniugare un anticorpo mirato contro l’Nkx6-2 con un radiofarmaco per andare a colpire con precisione, sfruttando il ‘nucleare buono’ le cellule tumorali che esprimono questo gene, indice di malignità", conclude Carbone. —[email protected] (Web Info)
Lifestyle e polo, su Netflix due serie prodotte da Harry e Meghan
(Adnkronos) –
Harry e Meghan saranno i produttori esecutivi di due nuove serie Netflix incentrate sul lifestyle e sul polo. Secondo la società americana di streaming, la prima esplorerà "le gioie della cucina, del giardinaggio, dell’intrattenimento e dell’amicizia", mentre l’altra darà "un accesso senza precedenti al mondo del polo professionistico" e al campionato US Open Polo in Florida. Gli episodi saranno realizzati dalla compagnia Archewell Productions, di proprietà dei duchi di Sussex, con Meghan che curerà entrambe le serie e Harry che invece si occuperà in particolare di quella sul polo. Entrambe sono nelle prime fasi di produzione e titoli e date di uscita saranno annunciati nei prossimi mesi. "Il polo è conosciuto principalmente per la sua scena estetica e sociale, ma la serie tirerà fuori anche la grinta e la passione che esiste in questo sport, con i giocatori e tutto ciò che serve per competere ai massimi livelli", ha dichiarato Netflix, con cui i Sussex hanno già pubblicato tre documentari, come parte di un accordo multimilionario con il colosso dello streaming: Heart of Invictus, Live to Lead e il controverso documentario in sei parti Harry e Meghan. —internazionale/[email protected] (Web Info)
“Su Amadeus infinità di false notizie”, lo sfogo dell’ad Rai Sergio
(Adnkronos) – "Una infinità di false notizie, riferite al contratto di Amadeus, anche attraverso autorevoli testate, stanno danneggiando l’Azienda Rai. Tutto questo è inaccettabile". Così l'amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio – interpellato dall'Adnkronos a margine della conferenza stampa di 'Vivicittà' a Viale Mazzini – il proliferare di indiscrezioni sulla trattativa della Rai con Amadeus, in vista della scadenza del contratto del conduttore il 31 agosto. Scadenza che negli ultimi giorni ha innescato rumors insistenti sul possibile passaggio di Amadeus al canale Nove del gruppo Warner Bros Discovery. Da giorni, dopo l'incontro avuto lunedì da Amadeus proprio con l'ad Rai, si rincorrono voci e articoli su un imminente annuncio del conduttore. A dare il via alla ridda di indiscrezioni erano state martedì mattina le battute di Fiorello durante le dirette di 'Viva Rai2', proseguite anche stamattina con un secco annuncio tra le risate: "Amadeus lascia la Rai e va al Nove", ha detto lo showman. Che ha poi aggiunto: "A me non hanno offerto nulla, nessuno mi ha chiamato. La mia risposta è: divano", ha scherzato Fiorello. Nell'incontro avuto con Roberto Sergio, Amadeus si sarebbe preso ancora qualche giorno per comunicare una decisione definitiva sul suo futuro. Che ci sia in ballo una offerta del Gruppo Warner Bros Discovery, per far approdare Amadeus sul canale Nove, sarebbe cosa certa.
Voci insistenti parlano anche di un possibile 'trasloco' sul Nove, insieme al conduttore, del format 'I Soliti Ignoti', visto che il contratto di licenza della Rai sarebbe anch'esso in scadenza. La collocazione in access prime time, come primo approdo, sarebbe indubbiamente la più sensata per il conduttore che accompagna da moltissimi anni il pubblico della fascia 20.30-21.20 su Raiuno. Ma allo studio per lui nel gruppo Warner Bros Discovery ci sarebbe, a quanto apprende l'Adnkronos, anche la possibilità di affidare ad Amadeus la direzione artistica di un grande evento musicale, con cui il conduttore e direttore artistico delle ultime cinque edizioni di Sanremo possa raccogliere l'eredità di quell'esperienza, accompagnata da record d'ascolti e di vendite musicali. Anche l'offerta della Rai per il rinnovo contrattuale sarebbe stata riformulata più volte in queste settimane, dopo il primo 'no' di Amadeus alla guida di Sanremo 2025, nel tentativo di evitare l'uscita del conduttore dal servizio pubblico.
Amadeus naturalmente tace, ma ieri ha postato sui social sia la notizia della sua conduzione delle due serate del concerto-evento 'Una Nessuna Centomila in Arena', che andranno in scena il 4 e il 5 maggio a Verona ma saranno poi trasmesse con una sintesi in un'unica serata su Rai1 l'8 maggio, sia il video della consegna da parte di Warner Music Italy del quadro con tutte le certificazioni ottenute dagli artisti che hanno partecipato a Sanremo negli ultimi cinque anni. Insomma, la sensazione è che, fino all'annuncio ufficiale di una decisione, tutto sia possibile. "In merito alle numerose ricostruzioni apparse in questi giorni sui media e relative all’eventualità della conclusione del rapporto tra il Servizio Pubblico e Amadeus, Rai ribadisce che si tratta di interpretazioni dei fatti tanto false quanto dannose per l’azienda", comunica quindi l'ufficio stampa Rai in una nota. "Ricostruzioni – prosegue la Rai – che appaiono tanto più fantasiose quando fanno riferimento a presunte pressioni che Rai avrebbe esercitato nei confronti di Amadeus che invece – come da lui stesso più volte ripetuto anche durante l’ultimo Festival di Sanremo – ha sempre goduto, nelle proprie scelte, della massima autonomia e libertà, che gli sono state riconosciute e garantite dalla Rai stessa, in nome della stima e della profonda fiducia, assolutamente mai venute meno". —[email protected] (Web Info)
Fiorello: “Amadeus lascia la Rai e va al Nove”
(Adnkronos) – "Amadeus lascia la Rai e va al Nove". L'annuncio arriva da Fiorello durante l'appuntamento mattutino di VivaRai2. Tra battute e risate, lo showman siciliano sembra dunque confermare le indiscrezioni sul futuro professionale di Amadeus. E al momento non sono arrivate smentite. Con la sua consueta vena ironica, Fiorello ha scherzato anche sulle voci che riguardano il suo passaggio alla rete di Discovery: "Ho un contratto blindato con il mio divano. Dopo VivaRai2 sono fermo, nulla. Nessuno mi ha chiamato, nessuno mi ha offerto niente". —[email protected] (Web Info)
Alessia Pifferi in aula: “Non ho ucciso mia figlia Diana, non sono un mostro”
(Adnkronos) – "Voglio dire davanti a tutta Italia che non ho mai voluto far del male a mia figlia, non l'ho uccisa, non mi è mai passato per la mente di uccidere mia figlia, non è stata una cosa premeditata". Sono le parole pronunciate da Alessia Pifferi, accusata dell'omicidio della figlia Diana di 18 mesi, nell'aula del processo in corso a Milano. "Non sono un assassino o un mostro, ma sono solo una mamma che ha perso la sua bambina, mai ho pensato che potesse accadere una roba del genere alla mia bambina", ha continuato. "Non c’è minuto o giorno in cui non penso a mia figlia Diana, non ho mai negato a mia sorella di vederla. Diana è venuta al mondo all’improvviso, non sapevo di essere incinta, l’ho accettata è stata il regalo più bello che la vita potesse regalarmi", ha detto ancora Pifferi aggiungendo: "I miei familiari sapevano delle problematiche che avevo ma non mi hanno mai detto nulla, se crescendo me ne avessero parlato non so che metodo di cura avrei potuto fare ma mi sarei curata e penso che oggi sarei ancora con Diana e non ci troveremmo in questa situazione drammatica". "Sto già pagando il mio ergastolo avendo perso la mia bambina", ha quindi affermato la donna ricordando che "in carcere sono stata picchiata dalle detenute a San Vittore, mi urlano 'mostro' o 'assassina devi morire', ma non ho mai pensato o premeditato che potesse accadere una cosa così terribile a mia figlia, non ho mai voluta ammazzarla, non mi è mai passato dalla testa di ammazzare mia figlia". Poco prima i giudici di Milano avevano detto no all'integrazione della perizia psichiatrica per Pifferi. "Non appare assolutamente necessario l’integrazione della perizia richiesta dalla difesa, alla luce delle approfondite valutazioni psichiatriche del perito e dei consulenti delle parti" e per questo "rigetta la richiesta della difesa", La "tragica morte della piccola Diana" inizia il 14 luglio del 2022 e si conclude il 20 luglio, "stiamo parlando di sei giorni in cui la figlia dell’imputata, di appena un anno e mezzo, resta sola in casa senza nessuno, senza nessun tipo di assistenza e cura, senza un’alimentazione adeguata, senza cibo, acqua o latte che possa assicurarle la sopravvivenza". E' iniziata così la requisitoria del pm di Milano Francesco De Tommasi che si appresta a chiedere la condanna di Alessia Pifferi. Per una bambina di un anno e mezzo "sei giorni è un’eternità" e così, in una culletta, "si conclude la parabola triste, sfortunata, di questa bambina" che ha "patito sofferenze atroci, terribili, che si è spenta lentamente all’esito di un processo di progressivo indebolimento delle funzioni vitali fino a perdere la vita". Diana era sola in casa "perché la madre invece di adempiere ai propri dovere, stare accanto alla figlia, l’ha lasciata sola ed è corsa dal suo compagno" ha aggiunto. I giudici della corte d'assise di Milano hanno acquisito, su richiesta della difesa, nuova documentazioni medica in cui si dimostra che Alessia Pifferi , aveva – durante l'epoca scolastica – "turbe psichiche e gravi ritardi cognitivi" tanto che la giovane aveva un insegnante di sostegno. Cartella clinica e documenti originali alla cui acquisizione non si sono opposte né la procura, che ha presentato una propria memoria, né la parte civile, ma che per il pm Francesco De Tommasi raccontano "di una donna che non esiste più" e di una imputata priva di patologie che impediscono di riconoscere la sua responsabilità nella morte della figlia. Per questo motivo la difesa aveva chiesto di consentire un'integrazione della perizia dello psichiatra Elvezio Pirfo, scelto dai giudici di Milano per sciogliere il nodo sulla capacità di intendere e volere di Alessia Pifferi. Per la pubblica accusa "dobbiamo valutare Alessia Pifferi per come era in quella maledetta settimana, dal 14 al 20 luglio del 2022" e la nuova documentazione clinica "ci parla di una persona di 30 anni fa che non esiste più. Forse non avrà il massimo del quoziente intellettivo, ma sa far funzionare la testa. Ritengo giusto acquisire questa documentazione, ma oggi dovrà essere giudicata per un fatto gravissimo e investire nuovamente lo psichiatra Pirfo – su due persone completamente diverse – comporterebbe un allungamento dei tempi del dibattimento che ha offerto tutti gli elementi necessari per decidere. Ora tocca a voi prendere la decisione finale". Per Pirfo l'imputata è capace di intendere e volere. —[email protected] (Web Info)
Milano, murales per Giuliana Minuzzo la prima italiana a conquistare medaglia ai Giochi invernali
(Adnkronos) – La prima atleta italiana a conquistare una medaglia ai Giochi Olimpici invernali di Oslo 1952, nonché la prima a prestare il giuramento delle atlete e degli atleti quattro anni dopo in occasione di Cortina 1956. Deloitte celebra la sciatrice alpina Giuliana Minuzzo con un murales in via Tortona 21 a Milano, accendendo i riflettori su una figura sportiva femminile poco conosciuta, ma in grado di ispirare le nuove generazioni. L’opera è stata voluta da Deloitte nell’ambito della partnership con Fondazione Milano Cortina 2026. Deloitte Italia è infatti partner nei servizi professionali di Milano Cortina 2026 nel percorso che porterà il nostro paese a ospitare i prossimi Giochi olimpici e paralimpici invernali. "Più di tutte la storia di Giuliana Minuzzo – commenta Fabio Pompei, ceo di Deloitte Italia – racconta quanto non sia importante arrivare primi, bensì quanto può essere significativo l’impatto di una storia sportiva d’eccezione. Il nostro network crede fermamente che i sani valori dello sport – inclusione, rispetto, lealtà – possano contribuire a costruire un futuro migliore e che il talento e le capacità delle figure femminili vadano valorizzati con forza, proprio come in tutti gli altri ambiti della nostra società". Deloitte ha scelto di realizzare l’opera nelle immediate vicinanze della sede milanese, per restituire valore al quartiere che da anni ospita circa 7.000 persone. Il network di Deloitte in Italia conta oltre 13.000 persone dislocate su tutto il territorio nazionale. L’opera è stata realizzata in collaborazione con il collettivo Orticanoodles. La sciatrice alpina Giuliana Minuzzo, una delle più importanti del dopoguerra sul panorama internazionale, in carriera ha conquistato due medaglie olimpiche, una mondiale e sedici ai campionati italiani, grazie a un talento polivalente che le ha permesso di competere ad altissimo livello in slalom speciale, gigante, discesa libera e combinata. Quella storica prima volta, a Oslo nel 1952, l’ha resa il simbolo autentico di un traguardo universale, che ha spalancato le porte verso il futuro allo sport italiano e non solo. —[email protected] (Web Info)












