(Adnkronos) –
Comprare casa all'asta da un privato. E' una pratica sempre più diffusa anche in Italia. Questo per via degli importanti vantaggi che comporta: i tempi certi (in quanto precedentemente concordati) e la trasparenza nella procedura, ma anche i costi ridotti e la massimizzazione del ricavo grazie al sistema della gara al rialzo. Un metodo sicuro, affidabile, conveniente che consente di vendere e acquistare un immobile all’asta anche al di fuori del mondo giudiziario, sfruttandone però tutti i benefici che lo caratterizzano. L’asta tra privati è un nuovo strumento di compravendita degli immobili. Sul sito online di App – Aste Private Professionali (asteprivateprofessionali.it), una tra le principali sale d’asta attiva su tutto il territorio nazionale nel settore immobiliare privato, che ha stilato un vademecum in 10 tappe, si legge che “un’asta privata è una vendita volontaria che permette al proprietario di offrire il proprio bene a una pluralità di soggetti. Il bene sarà assegnato al soggetto che avrà effettuato la migliore offerta nella gara che si terrà davanti a un notaio e sarà a lui trasferito tramite rogito notarile”. Come riportato sul sito specializzato The Negotiator, inoltre, i principali motivi per cui è conveniente preferire questo sistema all’incanto sono la chiarezza nelle informazioni, che vengono distribuite a tutti gli interessati nello stesso modo, quindi senza preferenze, l’attrazione dei soli soggetti interessati, evitando quindi possibili perdite di tempo, i bassi rischi per i venditori, la possibilità di raggiungere un pubblico più ampio di papabili acquirenti, l’assenza di sorprese dell’ultimo minuto, i pagamenti rapidi e sicuri e la ridotta tempistica di vendita rispetto a quella del mercato tradizionale. “Mettere all’asta il proprio immobile – sottolinea Enrico Poletto, real estate manager e Ceo di App – Aste Private Professionali – è una pratica intelligente, 'cool' come la definiscono gli anglofoni che utilizzano lo strumento già da molti anni, perché si diventa protagonisti della vendita, senza esserne spettatori passivi come accade invece nel mercato tradizionale. In generale, la vendita all’incanto dei beni è un sistema ormai consolidato, che attira molti appassionati nelle case d’asta di tutto il mondo. Ora questo meccanismo si sta affermando sempre di più anche nel settore immobiliare. Il nostro obiettivo è permettere a tutti i privati, anche a quelli meno preparati, di ottenere il massimo dalla vendita di un immobile, senza sorprese dell’ultimo minuto e senza assumersi rischi. Tutto questo sotto l'egida notarile, fondamentale per le verifiche preliminari e per la stipula dell’atto di cessione. Parliamo quindi di un trasferimento garantito che può far dormire sonni tranquilli sia agli acquirenti che ai venditori. L'unico requisito richiesto è che il cespite sia di interesse e abbia una buona commerciabilità”. Ma come funziona il procedimento dell’asta tra privati? Ecco quali sono le 10 tappe fondamentali per la vendita all’asta di un immobile individuate dagli esperti di App – Aste Private Professionali.
1. L’incontro con il venditore: uno step fondamentale e utile, da un lato, per analizzare le caratteristiche dell'immobile e, dall'altro, per definire le tempistiche e le modalità del bando di vendita tenendo conto delle necessità del cliente. Si tratta del primo passaggio, in cui vengono stabiliti tutti i punti principali per procedere poi con la definizione dell’asta.
2. Controllo sugli atti ufficiali: importante poi accertarsi che non ci siano formalità pregiudizievoli ostative alla vendita dell’immobile e quindi alla sua libera commerciabilità. Anche questo è un momento molto importante, che consente di evitare possibili sorprese durante la fase del trasferimento vero e proprio, che molto spesso fanno 'saltare' l'atto all'ultimo nel mercato tradizionale.
3. Valutazione dei documenti: verrà poi acquisita l’intera documentazione preliminare sull’immobile, che sarà messa a disposizione dei soggetti interessati previa epurazione dei dati sensibili.
4. Valutazione dell’immobile: successivamente, nel caso in cui il venditore non sia già in possesso di una perizia di stima idonea, si ’individua un tecnico incaricato di redigere un puntuale e preciso elaborato tecnico-descrittivo dell’immobile, anch'esso visionabile da chi ne faccia richiesta.
5. Realizzazione materiale informativo: su richiesta del venditore, vengono realizzati anche un book fotografico e un virtual tour a 360 gradi interattivo, che saranno messi a disposizione di tutti i possibili acquirenti per una completa valutazione del bene, anche da remoto.
6. Elaborazione documenti di vendita: si redigono il bando d’asta, il disciplinare e l’offerta di vendita. Se non viene raggiunto il prezzo concordato non c'è l’obbligo di vendere. Nessun pericolo quindi di vedere svalutato il proprio immobile.
7. Pubblicizzazione e promozione: l’annuncio viene poi divulgato su primari canali pubblicitari per far conoscere l’opportunità di investimento al più ampio bacino possibile di utenti.
8. Visita: i soggetti interessati possono visionare gli immobili previo appuntamento.
9. Realizzazione dell’asta: si passa alla fase d’asta e alla gara tra i diversi offerenti, davanti a un notaio che verbalizza le operazioni, anche in modalità telematica senza necessità di spostarsi da casa. 10. Vendita dell’immobile: una volta proclamato il vincitore della gara e pagato il saldo del prezzo, si procede con la stipula dell’atto di compravendita, senza sorprese ne ritardi perché i controlli sono già stati fatti a monte. —[email protected] (Web Info)
Case, vendita all’asta tra privati sempre più diffusa: come funziona, le 10 tappe
Sostenibilità, studio Ey: “Aziende italiane accelerano su transizione ecologica”
(Adnkronos) – Nonostante il contesto geopolitico incerto, oltre il 60% delle aziende non ha interrotto i piani di sostenibilità e il 15% ha accelerato la transizione a modelli di business più sostenibili. E' quanto emerge dalla nuova edizione dello studio Ey 'Seize the Change', secondo il quale l’80% circa delle aziende intervistate ha previsto un piano di sostenibilità con obiettivi specifici, dato superiore di circa 10 punti rispetto alla precedente rilevazione. I risultati dello studio Ey vengono presentati oggi in occasione dell’Ey Sustainability Summit, che si tiene presso Fondazione Catella a Milano, dove, grazie al contributo di rappresentanti del mondo industriale ed esperti del settore, viene affrontato il tema della sostenibilità in tutte le sue componenti: ambientali, economiche e sociali. Secondo i dati dello studio, nonostante gli impatti economici e finanziari generati dalle tensioni geopolitiche, le aziende italiane stanno sempre più integrando la sostenibilità nel business con piani e target strutturati e ambiziosi in particolare su alcuni temi specifici, come il cambiamento climatico e l’economia circolare. “Per l’87% delle aziende che abbiamo intervistato, la sostenibilità è un fattore di vantaggio competitivo solo se presa in considerazione nelle sue tre dimensioni: economica, sociale ed ambientale – spiega Massimo Antonelli, Ceo di Ey in Italia e Coo di Ey Europe West – Le aziende italiane sono coscienti di avere a disposizione un driver trasformativo eccezionale e la sua integrazione nel business è strategica per aumentare competitività, capacità di sviluppo e crescita sul medio-lungo periodo. Se in passato la sostenibilità ha rappresentato un nice to have, poi una scelta e più recentemente un'opportunità, oggi siamo chiaramente di fronte a una necessità per rispondere alle sfide di business e alle trasformazioni di oggi e di domani”. Nell’edizione di quest’anno sono state intervistate 200 aziende, 50 in più rispetto allo scorso anno, appartenenti a diversi settori di attività e di differenti dimensioni, dalle piccole-medie imprese a quelle più grandi. Inoltre, in linea con la scorsa edizione, è stato condotto un approfondimento sulle performance economico-finanziarie con l’obiettivo di individuare eventuali correlazioni tra comportamenti in termini di sostenibilità aziendale e tali performance. I dati indicano che circa l’80% del campione ha previsto un piano di sostenibilità, sia esso con obiettivi qualitativi o quantitativi, dato in aumento di circa 10 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione. Dai risultati della survey emerge come l’87% delle realtà operanti nel settore Automotive&Transport abbia sviluppato un piano di sostenibilità con target nella maggior parte dei casi quantitativi. Questa percentuale diminuisce al 59% per quelle appartenenti al settore Media&Telco. Riccardo Giovannini, Sustainability leader di Ey Italy, aggiunge: “I dati del nostro studio confermano come sempre più realtà aziendali scelgano di integrare concretamente la sostenibilità all’interno del proprio business. Oltre il 70% delle aziende intervistate, infatti, integra il piano di sostenibilità nel piano industriale, dato in aumento di circa il 18% rispetto alla scorsa rilevazione. Per quanto riguarda le principali aree di miglioramento, quasi l’80% si orienta alla riduzione di emissioni CO2 mentre oltre il 40% del campione all’economia circolare. Per continuare e accelerare il percorso verso la transizione ecologica, per le aziende sarà necessario cogliere le opportunità che essa comporta e, quindi, adeguando o trasformando il proprio modello di business non solo al cambiamento climatico, ma anche a tutte le altre sfide ambientali e sociali che provengono dal sistema economico-sociale nazionale e internazionale”. Il numero di aziende che ha previsto al proprio interno una funzione Corporate Social Responsibility (Csr) e/o di sostenibilità è in forte crescita, attestandosi quasi al 60% del campione, dato in aumento rispetto all’anno scorso di quasi 30 punti percentuali. Un ulteriore 10% ne prevede invece la creazione. Sotto la spinta dei recenti fenomeni naturali scaturiti come conseguenza del cambiamento climatico, il 65% delle aziende indica di aver definito degli obiettivi relativi al clima. Si tratta di un dato in grande crescita, registrando un aumento del 38% rispetto al 2022 e del 67% rispetto al 2021. Tra coloro che hanno definito tali impegni, il 26% li ha inseriti nel proprio piano strategico. La maggior parte delle azioni di rilievo avviate sul tema del cambiamento climatico sono legate alla riduzione delle emissioni e alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. In questo contesto, oltre la metà del campione, il 66%, ha deciso di apportare modifiche alla propria catena di approvvigionamento nel rispetto di alcuni indicatori di sostenibilità, ad esempio collegati a una maggior responsabilità nella scelta dei fornitori, e per via delle richieste da parte dei clienti e dei consumatori sempre più orientate al rispetto dei criteri green. Più nello specifico, con riferimento all’economa circolare, negli ultimi due anni oltre l’80% delle aziende ha avviato un processo di analisi dei propri processi operativi, trend in aumento di 10 punti percentuali rispetto all’indagine precedente, mentre il 38% si è concentrato sul minimizzare l’impatto dei processi e/o prodotti a valle della filiera. Tra i settori che maggiormente si sono distinti in questo ambito si trovano quello del Food&Beverages, Industrial e del Textile&Apparel. Più in generale, le nuove normative europee in materia di rendicontazione non finanziaria portano ad interrogarsi su come le aziende si stiano attrezzando per fotografare le proprie performance e rispondere ai futuri requisiti di legge. La survey condotta da Ey ha evidenziato come il 52% delle aziende pubblichi già un report di sostenibilità, nonostante solo il 47% rientri negli obblighi della Corporate Sustainability Reporting Directive (Csrd), la direttiva che impone l’obbligo di rendicontazione. Infine, si consolida la potenziale relazione tra gli investimenti reali sulla sostenibilità sul breve periodo e l’eventuale crescita sul lungo: esaminando la relazione tra il posizionamento in termini di sostenibilità con alcune variabili economiche e finanziarie, quali l’andamento (su 3 anni) del tasso di indebitamento e del rapporto Ebtda/Ricavi, si rileva una certa correlazione fra l’andamento dell’indebitamento e il miglioramento della performance di sostenibilità. Per le aziende del campione di medie dimensioni, ovvero con un fatturato tra i 150-500 milioni, si osserva che a quelle con un rating di sostenibilità inferiore corrisponde un trend di indebitamento crescente. Anche se tale correlazione varia in base a diversi elementi, ad esempio in base alla dimensione delle aziende prese in esame, partendo da queste osservazioni preliminari sarà possibile nel corso dei prossimi anni consolidarne un trend analizzando l’andamento sul medio-lungo periodo. —[email protected] (Web Info)
Turismo: TTG e Inout 2024, le anticipazioni del marketplace
(Adnkronos) – I numeri parlano da soli: +19% di presenze rispetto alla precedente edizione, 26 padiglioni, 20 regioni italiane, 55 destinazioni estere e 2.700 brand in una tre giorni di business, incontri e seminari con oltre 200 eventi organizzati e più di 250 relatori. Da questo straordinario risultato del 2023 ripartono ttg travel experience e inout| the contract community che nel 2024 si terranno dal 9 all’11 ottobre alla fiera di Rimini, organizzate da Italian exhibition group (Ieg). Una manifestazione, ttg, che le cifre stesse consacrano come quella italiana di riferimento per la promozione del turismo mondiale e che si prepara alla nuova edizione con un’offerta ancora più ricca di occasioni di business, eventi e informazioni. Obiettivo: intercettare le nuove tendenze del turismo, scoprire i nuovi format del settore e fornire ai professionisti del comparto strumenti e idee per ampliare i target di riferimento. Tra le novità dell’appuntamento c’è il focus espositivo dedicato al turismo nautico che completa l’offerta espositiva di ttg sul turismo attivo e all’aria aperta. Il turismo nautico è in costante crescita. Nel 2023 le prenotazioni sono salite del 130% rispetto al 2022, mentre la spesa media degli italiani nel comparto ha registrato un +53%, facendo della nautica da diporto una risorsa indispensabile per l’economia turistica nazionale. Le categorie coinvolte vanno dal charter nautico alle crociere, dai porti turistici ai parchi e riserve costieri, coinvolgendo anche skipper, corsi per barche da diporto, diving, escursioni in barca e associazioni di categoria. Nel 2023 la manifestazione ha ampliato per la prima volta i mercati presidiati poiché la maggior parte del contingente di buyer esteri di ttg è specializzata non solo sul prodotto Italia, ma anche sulle mete turistiche delle destinazioni limitrofe. Lo scorso anno, quindi, pur mantenendo la leadership di vendita per le località nazionali ttg ha lanciato ttg med, aprendosi alla contrattazione delle mete del bacino mediterraneo con business meeting pensati per favorire l’incontro tra la domanda dei buyer worldwide e l’offerta dei seller di tutta l’area mediterranea, oltre all’Italia. L’intento per il 2024 è ampliare la rosa di Paesi coinvolti, restando sempre nell’ambito del b2b puro, ma intensificando le occasioni di matching estero su estero. La vision è diventare il marketplace mondiale del turismo. Forte del successo dello scorso anno poi raddoppia Luxury Event by ttg, l’evento di business dedicato al luxury travel che si tiene nella giornata a precedere l’apertura dell’esposizione. Il workshop b2b, organizzato a Rimini l’8 ottobre, manterrà la formula del 2023 con i suoi incontri one to one, ma i buyer e i seller raddoppieranno. Uno sviluppo dettato dal continuo incremento del settore dell’alta gamma. Nell’anno in corso, l’Italia risulta la destinazione più gettonata per il turismo di lusso internazionale e il luxury tourism genera il 15% del fatturato totale del settore alberghiero del nostro Paese e il 25% della spesa turistica totale. A essere coinvolti nell’evento di ttg saranno i big player del turismo d’alta gamma, dalle dimore storiche e ville di prestigio agli hotel a cinque stelle, dai boutique hotel e Spa resort alle luxury cruises e ai treni di lusso, fino agli shopping luxury mall. Inoltre InOut, il format di Ieg specializzato in forniture e contract per l’ospitalità in Italia, torna nel 2024 a completare il marketplace dedicato a turismo e ospitalità. Materiali e superfici, progettazione di stanze d’albergo o di strutture per il glamping, piscine e arredo degli stabilimenti balneari, sino all’outdoor e al green saranno i settori protagonisti. Qui le migliori aziende presenteranno le proprie innovazioni per suggerire a progettisti e architetti soluzioni inedite – strutturali, di arredo e di design – per l’hospitality. Tra i protagonisti del 2024 l’area Poolwide The Water Experience, che ospiterà l’intera filiera del settore piscine & wellness, dalla produzione alla distribuzione. Tra le novità, anche l’area Sport & Food, che accomunerà aziende e brand di due settori spesso accostati nelle scelte di viaggio dei clienti. Due segmenti affini soprattutto per il popolo dei digital nomad, attento all’aspetto salutistico dell’esperienza di viaggio. A caratterizzare l’edizione il connubio tra arte e ospitalità, declinato sia a livello di contenuto – con un’installazione artistica di forte impatto scenico che coinvolgerà le vasche del quartiere fieristico di Rimini – sia come interessante trend. Sulla scia di un forte aumento della richiesta da parte degli hotel, tra i nuovi espositori ci saranno società di consulenza che proporranno agli imprenditori alberghieri servizi personalizzati per rivisitare le loro strutture in chiave artistica. —[email protected] (Web Info)
Pitbull bruciato vivo dal padrone a Palermo, pm chiede archiviazione
(Adnkronos) – Il pm ha chiesto l'archiviazione per l'uomo che lo scorso gennaio, a Palermo, è stato accusato di aver dato fuoco al povero Aron, il suo pitbull bruciato in piazza Croci. A darne notizia è Enrico Rizzi, commissario del Dipartimento tutela animali e lotta alle zoomafie di Sud chiama Nord e candidato al parlamento europeo. Le oltre venti associazioni che da tutta Italia avevano presentato denuncia, avranno ora a disposizione, in qualità di persone offese, venti giorni per opporsi alla richiesta del pm. “Dire che sono incredulo è poco – ha detto Rizzi – Cos’altro dovrei pensare per un provvedimento che riguarda una persona accusata di avere dato fuoco ad un cane vivo. Attendo le motivazioni per le quali ho già attivato i miei legali”. Dopo l'episodio, venne avanzata l'ipotesi di uno stato confusionale della persona. “Anche se così fosse – sottolinea Rizzi – mi chiedo quali interventi sono previsti dal nostro ordinamento giuridico per evitare nuove azioni delittuose”. La tragica fine del cane Aron indignò l’Italia e oltre mille persone aderirono alla manifestazione organizzata da Rizzi proprio in piazza Croci. "Credo – conclude – che ve ne sia abbastanza per una corposa revisione della legislazione attuale. Ricordo che questo soggetto venne visto per diversi giorni nello stesso luogo non negando quanto aveva commesso”. —[email protected] (Web Info)
Metsola: “Costruire Europa più resistente contro shock”
(Adnkronos) – “Anche il settore marittimo ha subito le conseguenze della pandemia, di una guerra di aggressione al nostro continente, della crisi energetica, dell’aumento del costo della vita. E sullo sfondo una crisi climatica. Ma se questo periodo ci ha insegnato qualcosa è l’urgenza di costruire un’Europa più resistente per contrastare shock simili in futuro”. Lo ha dichiarato Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, in un videomessaggio inviato in occasione del 3° Blue Forum a Gaeta. “L’Italia è la terza economia ‘blu’ più grande d’Europa. L’ambizione climatica è essenziale, ma ciò significa anche fissare obiettivi raggiungibili e offrire stimoli finanziari. Il Green Deal europeo serve a darci un vantaggio competitivo. Possiamo salvare il nostro pianeta e, allo stesso tempo, creare nuovi posti di lavoro, nuovi settori e nuove industrie – ha affermato – Esiste un grande potenziale nella digitalizzazione delle attività marittime. L’Unione europea sta già contribuendo in molte di queste aree e lo farà sempre di più. Il Parlamento europeo è il luogo in cui potrete continuare ad esprimere le vostre preoccupazioni e presentare i vostri suggerimenti”. —[email protected] (Web Info)
Ostaggi Israele, “maggior parte potrebbe essere morta”
(Adnkronos) – La maggior parte degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas dal 7 ottobre scorso potrebbe essere morta. Lo dicono al Wall Street Journal fonti americane, secondo cui "funzionari israeliani ed americani ritengono che il numero dei morti potrebbe essere più alto" rispetto ai 34 ostaggi confermati dalle Forze di difesa israeliane. Secondo le fonti americane, tra i 129 che sarebbero ancora nelle mani di Hamas alcuni sarebbero rimasti uccisi durante i raid israeliani a Gaza, altri per malattia, comprese le ferite riportate durante il loro rapimento il 7 ottobre scorso. L'uccisione dei figli e dei nipoti del leader di Hamas Ismail Haniyeh da parte dell'esercito israeliano dimostra la "disperazione" del primo ministro israeliano Netanyahu e il suo intento di "minare" i colloqui in corso per il cessate il fuoco, ha detto dal canto suo ad al Jazeera Basem Naim, membro dell'ufficio politico di Hamas, aggiungendo che "Netanyahu non è riuscito nelle ultime settimane a rovinare i negoziati ed è sotto pressione da parte degli americani, della comunità internazionale e della società interna israeliana”. “Netanyahu sta ora usando tutti gli strumenti sporchi – ha affermato Naim – uccidendo i nostri figli, le nostre mogli e assassinando leader o persone a Damasco… Insiste nel minare ogni possibilità di raggiungere un accordo di cessate il fuoco". Nel frattempo Israele si sta preparando ad affrontare conflitti in altre zone rispetto alla Striscia di Gaza, ha annunciato Netanyahu incontrando i militari di stanza nella base di Tel Nof a sud di Tel Aviv. ''Viviamo momenti difficili. Siamo nel mezzo della guerra a Gaza, che sta continuando con forza mentre non risparmiamo sforzi per riportare a casa i nostri ostaggi'', ha detto mentre aumentano i rischi di un possibile attacco iraniano. "Siamo anche preparati per sfide in altri settori. Abbiamo una regola semplice: ovunque ci faranno male, faremo male a loro. Siamo pronti a soddisfare tutti i bisogni di sicurezza dello Stato di Israele, sia di difesa, sia di offesa'', ha aggiunto Netanyahu. Intanto il generale Michael Kurilla, capo del Comando Centrale degli Stati Uniti, è arrivato in Israele, per consultazioni con il ministro della Difesa, Yoav Gallant, ed i vertici militari israeliani sulla minaccia di un attacco dell'Iran in rappresaglia del raid del primo aprile scorso contro il consolato iraniano a Damasco. "Il governo Netanyahu deve rispettare il diritto internazionale e questo significa che è importante il cessate il fuoco e che è molto importante permettere l'accesso umanitario", ha detto al termine del suo incontro a Palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, ribadendo il sostegno dell'Ue "al diritto internazionale ed al rispetto del diritto umanitario internazionale". "E' per questo che forniamo soprattutto supporto umanitario per il popolo di Gaza – ha sottolineato – e insistiamo con gli Stati Uniti e altri Paesi nel mondo per il cessare il fuoco". La Mezzaluna Rossa Palestinese ha fatto sapere che il dipendente ferito dalle forze israeliane due settimane fa durante l'assalto all'ospedale al-Amal di Khan Younis è morto. Mohammed Abdul Latif Abu Saeed è deceduto per le ferite riportate, ha riferito l'organizzazione umanitaria. La sua morte porta a 27 il numero totale dei membri del personale della organizzazione di soccorso uccisi dalle forze israeliane durante la guerra di Gaza, di cui 17 mentre erano sul lavoro. E' salito ad almeno 33.545 il numero dei palestinesi che sono stati uccisi e a 76.094 quello dei feriti da quando è iniziata l'offensiva militare israeliana nella Striscia di Gaza lo scorso 7 ottobre. Lo ha reso noto il ministero della Sanità di Gaza City. Nelle ultime 24 sono 63 le persone uccise e 45 quelle rimaste ferite nell'enclave. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Osservatorio Vorwerk: meno ‘neet’ e più occupati tra ragazzi Gen z, no ad anno sabbatico
(Adnkronos) – La GenZ è stata definita in tanti modi ma, soprattutto quando si parla di lavoro, i ragazzi tra i 18 e i 24 anni sembrano avere le idee chiare: piuttosto che stare a casa o “parcheggiarsi” per anni all’Università preferiscono approcciare il mondo del lavoro di petto. A testimoniarlo sono gli ultimi dati ISTAT secondo cui negli ultimi 5 anni, mentre è cresciuto di quasi 6 punti percentuali – da 33,6 a 39% – il tasso di occupazione dei ragazzi tra i 18 e 24 anni che hanno abbandonato gli studi, si è ridotto il numero dei Neet – i ragazzi tra 15 e 29 anni che non studiano e non lavorano – passati dal 23,2% al 19%. A raccontare questo spaccato è l’ultima ricerca dell’Osservatorio Vorwerk per l’Italia che ha analizzato gli ultimi dati resi noti dall’Istituto Nazionale di Statistica mettendoli a confronto con altri raccolti da AlmaDiploma e sondaggi interni all’azienda con l’obiettivo di comprendere meglio i trend e le motivazoni che guidano i giovani italiani nella scelta del loro futuro al termine o durante la formazione scolastica. Se si guarda ai diplomati del 2022, infatti, tra il 69,6% di loro che oggi è iscritto a un corso di laurea, il 49,3% si dedica solo agli studi mentre il 20,3% studia e lavora. Il 18,8%, invece, lavora esclusivamente. Una ulteriore testimonianza che oggi quasi 4 ragazzi su 10, dopo la scuola dell’obbligo, iniziano ad approcciarsi al mondo del lavoro. “Sono molte le indagini che confermano la tendenza dei ragazzi della Generazione Z ad un approccio più concreto e diretto nei confronti del mondo del lavoro”, commenta Giovanni Rainoldi, sociologo e consumer insights manager di Vorwerk Italia. “Un mondo del lavoro che, soprattutto dopo la pandemia, si sta evolvendo anche per venire incontro a nuove necessità dei lavoratori. A differenza dei loro predecessori, i giovani sono meno disposti al compromesso e, in più del 90% dei casi – secondo Eurobarometro- scelgono un lavoro che, oltre ai benefit e a un buon salario, sia in grado garantire anche il rispetto dell’equilibrio lavoro-vita privata. D’altronde, l’indagine condotta dall’area studi Legacoop e Ipsos ci dice che per la GenZ il lavoro è al sesto posto nella scala valoriale, dopo famiglia, amicizia, amore, ma anche da divertimento e cultura”. Tra i settori a cui si approcciano con più naturalezza molti giovani c’è sicuramente quello delle vendite – in shop, online o dirette – che rappresentano un primo banco di prova dove testare le proprie qualità ed inclinazioni e dove poter iniziare a guadagnare per rendersi indipendenti. Il loro essere nativi digitali e avvezzi alla comunicazione sui diversi social media, infatti, fa di loro una generazione in grado di moltiplicare le occasioni e i canali di vendita, portando una ventata di aria fresca nel settore e, secondo molti, anche nel sistema economico nel suo complesso. Uno degli ambiti che più può beneficiare delle skill innate dei GenZers è proprio quello delle vendite porta a porta. Se storicamente si basa sulla dimostrazione dei prodotti in casa del cliente, il settore negli ultimi anni – e soprattutto nella fase post pandemia – si sta evolvendo, anche grazie alle tecnonologie e alla comunicazione digitale, pur rimanendo una professione basata sulle relazioni e il tocco umano. Le nuove tecnologie offrono oggi, oltre alla possibilità di ottimizzare il lavoro di tutti i giorni, nuove opportunità per creare e ampliare la rete di vendita diretta, e anche un valido apporto multimediale alla capacità di saper presentare e raccontare le peculiarità di un prodotto dal vivo. “Il nostro è un settore che sta vivendo una fase di rinnovamento” – commenta Adrian Fritz Graf, direttore marketing di Vorwerk Italia – e durante la pandemia abbiamo investito molte risorse per digitalizzare la modalità di lavoro. Oggi, grazie anche all’ingresso di numerosi ragazzi nativi digitali, stiamo assistendo a una modalità di lavoro e di networking sempre più moderna, in cui gli ausili digitali come tablet e smartphone, i contenuti multimediali di supporto alle dimostrazioni nonché le dashboard e le piattaforme dedicate sono diventati un fattore imprescindibile e abilitante della professione di venditore”. Uno scenario esemplificativo dell’impatto delle nuove generazioni digitali nel mondo della domanda/offerta lavoro e del gap valoriale tra generazioni di fronte alle motivazioni di scelta di una professione lo offre l’ultima rilevazione interna di Vorwerk sulla la forza vendita (dicembre 2023). Vorwerk Folletto può contare su una forza vendita di 3.800 tra promotori, agenti e team leader, distribuiti su tutto il territorio e guidati da un team che si compone di 3 direttori vendita, 19 capi zona e 138 capi distretto, supportati da 24 uffici commerciali. Dagli ultimi dati si evince che sono sempre più i giovani che si approcciano a una carriera nella vendita diretta porta a porta: se si guarda ai Promotori junior Folletto – coloro che dopo il percorso di inserimento si confermano nella vendita – oltre la metà ovvero il 57%, è composta da under 40. Nel dettaglio il 32% è rappresentata ai Millenials – o generazione Y, nati tra la metà degli anni ‘80 e la fine degli anni ’90 – e il 25%, uno su quattro, è composta da GenZers. Se si guarda poi al ruolo di Capo gruppo – coloro che guidano un team che va dai 5 ai 50 venditori – il 21% è oggi composta da Millenials, e in molti casi si tratta di Under30 con alle spalle almeno due anni di carriera come agenti Folletto a cui sono stati affidati team di vendita contribuendone al dinamismo e al grande successo. Dall’ultima rilevazione interna di Vorwerk su tutta la forza vendita (dicembre 2023) si evince con chiarezza il ribaltamento valoriale tra le generazioni di fronte alla scelta professionale. Interrogati sulle motivazioni principali della scelta di lavorare per Vorwerk Folletto, tra i venditori under40 il 46% riporta la “possibilità di crescita e alla realizzazione personale”, il 22,2% la possibilità di organizzare il tempo, mentre solo il 17,5% guarda ai guadagni e alla possibilità di indipendenza economica. La scala di valori risulta capovolta per gli over40 che vedono ancora nel guadagno e nella dipendenza economica il principio che guida la scelta di un lavoro, la prima motivazione (per il 35,7%) e a seguire crescita e realizzazione personale (il 26,2%) e il worklife balance (solo il 14,3%). L’affondo sulla forza vendita porta a porta di Folletto non sempre trova corrispondenza nella composizione e nelle statistiche raccolte tra gli Incaricati alla Vendita Bimby®, dove il sistema di vendita è diverso – il cosiddetto “party-plan” ovvero la dimostrazione in casa di un ospite – e permane una preponderanza femminile. La spinta legata alla possibilità organizzare meglio i tempi di vita professionale e personale prevale qui tra le motivazioni di ingresso e permanenza della salesforce Bimby®. “Libertà, guadagni e indipendenza sono da sempre le tre parole più utilizzate per descrivere il settore delle vendite dirette da partge degli addetti” ha commentato Michela Caristia, head sales leadership & training di Vorwerk Italia. “Negli ultimi anni però, abbiamo registrato un leggero cambio di percezione da parte degli addetti: insieme a un massiccio ingresso di giovani, i concetti di ‘sviluppo’ e ‘fiducia’ – ovvero l’esigenza di sviluppo personale e professionale e di creare relazioni basate sulla fiducia – sono entrati a far parte dei valori associati alla vendita diretta, e sono ora alla base delle motivazioni che spingono a iniziare una carriera da noi. Una carriera che, ricordiamo, superato lo scoglio iniziale può portare grandi soddisfazioni e un’ottima remunerazione”, ha continuato. Non tutti però sono portati “naturalmente” per un lavoro basato sulla relazione umana e sulla capacità di stabilire un rapporto di empatia con persone sempre diverse: c’è anche bisogno di un “metodo” che, per gli aspiranti venditori Folletto, si declina in percorsi di formazione strutturati e sempre accessibili. Dal percorso di ingresso InFolletto – 5 mesi di formazione e affiancamento “on the job” – a quello offerto a chi si candida a diventare Capo Gruppo e alla Folletto Academy fino al corso per diventare agenti di commercio che Vorwerk eroga gratuitamente, rilasciando la certificazione quale Ente Formatore Certificato dalla Regione Lombardia. Oltre alla formazione sul campo, dunque, e a tanta forza di volontà, per riuscire in questo settore è fondamentale anche una preparazione teorica che insegni le basi per diventare un vero e proprio manager di sé stesso e, in molti casi, a diventare veri e propri imprenditori responsabili di un gruppo di lavoro. “Ho deciso di non iscrivermi all’Università perchè avevo voglia di essere indipendente e devo dire che, grazie a Folletto sono riuscito ad esserlo già da subito” ha raccontato Alberto Lasia, capo gruppo Folletto attivo nella provincia di Sassari. “Ho iniziato così a lavorare a 19 anni senza nessuna esperienza e, grazie a un affiancamento con una figura senior che mi ha insegnato le basi, diversi corsi di formazione e tanto lavoro sul campo, sono riuscito ad ottenere risultati oltre le mie aspettative. Nel 2018, infatti, ad appena 21 anni, sono stato premiato come il miglior venditore d’Italia, un riconoscimento che mi ha dato molta soddisfazione e che mi ha permesso, nel giro di due anni, di diventare un capo gruppo. Oggi a 27 anni, coordino l’attività di 25 venditori e grazie a tanto impegno, passione e una predisposizione per le relazioni interpersonali, in questi anni sono riuscito a realizzare tanti sogni, inarrivabili a un ragazzo della mia età, e a crescere professionalmente trovando in questa azienda e in questo lavoro la mia strada”, ha concluso. —[email protected] (Web Info)
Puglia, ecco il ‘Patto per la legalità’ consegnato da Conte a Emiliano
(Adnkronos) – Un 'Patto per la legalità e la buona amministrazione' in 5 punti, quello presentato dal M5S che Giuseppe Conte ha consegnato al governatore della Puglia Michele Emiliano dopo la conferenza stampa di questa mattina. L'obiettivo "prioritario è quello di promuovere pratiche virtuose che consentano il recupero della fiducia nella politica dei cittadini e la più ampia partecipazione democratica, nonché forme di controllo e vigilanza sul concreto operato degli organi di governo e degli amministratori della cosa pubblica". Per questo "il Movimento sottoscrive e chiede ai suoi alleati di sottoscrivere un 'Patto per la legalità e la buona amministrazione', un protocollo vincolante per il rafforzamento dei presidi di legalità, trasparenza e correttezza amministrativa e di farne un elemento qualificante dell’azione politica di tutte le forze politiche e civili". Questi i 5 titoli del patto: misure relative alle candidature e alla fase elettorale; misure relative allo svolgimento del mandato da parte degli eletti; contratti pubblici; nomine e designazioni; istituzione dell’assessorato alla legalità e di un organo ispettivo per la legalità. "Tutti gli impegni, ancorché derivanti da un medesimo protocollo, riguarderanno non solo i candidati e gli eletti, ma anche i soggetti non eletti nominati membri di giunta, i dipendenti pubblici, soggetti nominati e/o designati collaboratori, esperti, consulenti, membri di collegi e/o commissioni, membri di consiglio di amministrazione e/o di direzione e controllo delle società e/o organismi partecipati dall’ente pubblico". Sul primo punto, le 'misure relative alle candidature e alla fase elettorale' si legge: "Rispetto del Codice di auto-regolamentazione adottato della Commissione parlamentare antimafia, in particolare con specifico vincolo a non presentare i candidati che non risultino aver rispettato i requisiti di onorabilità ivi prescritti, integrato con ulteriori misure ed impegni concernenti la trasparenza sulle modalità di finanziamento e di svolgimento della campagna elettorale, l’ uso corretto dei mezzi di informazione e dei social media, e la correttezza nei rapporti con il pubblico e con le istituzioni". Per quanto riguarda le 'misure relative allo svolgimento del mandato da parte degli eletti': "Rispetto della “Carta di Avviso pubblico – Codice etico per la buona politica”; fattispecie di conflitto di interessi (oltre l’art. 78 comma 2 del TUEL) (pregressi rapporti di affari, rapporti parentali allargati, frequentazione abituale, appartenenza a categorie); trasparenza sugli interessi finanziari (obbligo di integrazione delle dichiarazioni reddituali e patrimoniali con quelle relative agli interessi finanziari – ad es. cariche di amministratore, attività esterne occasionali, detenzione quote societarie, estensione della dichiarazione a parenti e affini), nel rispetto delle norme sulla protezione dei dati personali; finanziamento della attività amministrativa e politica (trasparenza sui finanziamenti ricevuti). Sui 'contratti pubblici': "Massima trasparenza premiando le imprese migliori e assicurando un uso corretto delle risorse pubbliche (Tracciabilità delle procedure, protocolli di legalità con le Prefetture sulla base dei Protocolli tipo più aggiornati approvati dal Comitato di Coordinamento per l’alta sorveglianza delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari". Quindi su 'nomine e designazioni': "Pubblicazione di un avviso pubblico con indicazione preventiva delle specifiche competenze tecniche eventualmente richieste, selezionando i candidati sulla base del merito quale relativo curriculum ed eventuali audizioni; divieto di nomina per particolari categorie di soggetti (ad es. rinviati a giudizio o sottoposti a misure di prevenzione personale e patrimoniale per specifiche categorie di reati)". Infine sull''istituzione dell’assessorato alla legalità e di un organo ispettivo per la legalità' si specifica: "Sulla falsariga del già esistente servizio ispettivo sanitario e nucleo ispettivo regionale, istituzione di un servizio ispettivo sulla legalità funzionalmente dipendente al nuovo assessorato che agirà in coordinamento con il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza". Per i 5 Stelle "si moltiplicano inchieste dalle quali emergono logiche di scambio e il rischio di esposizioni della politica al malaffare e ad ambienti criminosi. Si moltiplicano altresì fenomeni di cattiva amministrazione e di deviazione della struttura pubblica dal rispetto dei fondamentali principi di legalità, buon andamento e imparzialità. Non possiamo permettere che persone che hanno adottato condotte illecite o comunque idonee a gettare discredito sulle istituzioni si presentino alle elezioni". —[email protected] (Web Info)
Barilla prima azienda food al mondo per reputazione
(Adnkronos) – Barilla è la prima azienda al mondo nel settore alimentare per reputazione nell’ultimo Global RepTrak 100 condotto da RepTrak, società americana che dal 1999 si occupa ogni anno di stilare la classifica delle società con la migliore reputazione a livello globale. In questo speciale ranking, che analizza le aziende non solo per la qualità dei prodotti e servizi, ma anche per il loro company purpose e per l’insieme dei valori condivisi che le sostengono, Barilla si è posizionata al 29° posto complessivo, guadagnando quattro posizioni rispetto al 2023, quando si classificò 33°. Tra le aziende del Food, il Gruppo ha conquistato la leadership scalando la classifica di una posizione rispetto allo scorso anno. Barilla è presente in oltre 100 Paesi con le sue marche e 29 siti produttivi (15 in Italia e 15 all’estero), che ogni anno concorrono alla produzione di oltre 2 milioni di tonnellate di prodotti. Inoltre, dal 2010 Barilla ha realizzato quasi 500 riformulazioni nutrizionali, riducendo il contenuto di grassi, grassi saturi, sale e zucchero o incrementando il contenuto di fibre. L’azienda nel 2022 ha immesso sul mercato 40 nuovi prodotti che raccontano il suo modo di fare business: prodotti senza zuccheri aggiunti, ricchi di fibra, integrali, con legumi o frutta secca o monoporzionati. Varie sono, altresì, le tappe che hanno confermato la crescita reputazionale del Gruppo: solo nel 2023, infatti, è stato annunciato uno dei più importanti traguardi del Gruppo, la nuova policy di congedo parentale che garantisce a ciascun genitore 12 settimane di congedo retribuito al 100% per ridurre uno dei fattori principali del gender gap nel lavoro. Nello stesso anno è stato presentato un piano d’investimenti di un miliardo di euro, metà destinati in Italia, con un nuovo centro di ricerca a Parma. Sono stati inoltre 12,6 milioni di euro i fondi destinati ad ampliare la linea di produzione dell’impianto di Castiglione delle Stiviere. La crescita del Gruppo è passata anche dalla sostenibilità, con continui investimenti per migliorare i prodotti e il packaging, innovare e ridurre l’impatto dei processi produttivi in termini di emissioni di Co2 (-32% dal 2010) e consumi idrici (-24% dal 2010) e promuovere filiere sostenibili. E ancora, donazioni pari a 3,2 milioni di euro e oltre 3.200 tonnellate di prodotti per esprimere la concreta vicinanza alle comunità. Altro ingrediente fondamentale di questo successo è l’innovazione: con Good Food Makers, acceleratore globale per startup Ag-tech e Food-tech, infatti, Barilla ha dato voce alle idee innovative nel settore alimentare. —[email protected] (Web Info)
“Juve mer… e Forza Toro”, l’intervento all’Europarlamento – Video
(Adnkronos) – "In bocca al lupo al Toro sabato, contro la Juve. Juve merda, Forza Toro". Mick Wallace, europarlamentare irlandese, nel Parlamento europeo chiude il suo intervento con un surreale intervento a tema calcistico, in italiano. Wallace, che indossa la maglia del Torino, fa riferimento al derby in programma sabato tra bianconeri e granata. Da tifoso del Torino, Wallace non usa mezze misure per augurarsi la vittoria nella stracittadina. —[email protected] (Web Info)


