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Gaza, Netanyahu: “Tregua solo con ostaggi liberi. Israele a un passo da vittoria”

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(Adnkronos) –
Israele è a "un passo dalla vittoria" a Gaza. Lo ha dichiarato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, all'inizio della riunione di gabinetto. "Non ci sarà cessate il fuoco senza la restituzione degli ostaggi", ha aggiunto il premier. "Hamas spera di beneficiare delle pressioni internazionali per ottenere vantaggi, ma questo non accadrà", ha detto Netanyahu, secondo cui Israele è "pronto a raggiungere un accordo", ma non accetterà le richieste "estreme" di Hamas. "Questa è la politica del governo israeliano e accolgo con favore il fatto che l'Amministrazione Biden abbia chiarito l'altro giorno che questa è anche la sua posizione", ha proseguito Netanyahu, evidenziando che "non è Israele a impedire un accordo. Hamas sta impedendo un accordo". "Le sue richieste estreme avevano lo scopo di mettere fine alla guerra e lasciare Hamas intatto. Per garantire la sua sopravvivenza, ricostruzione, capacità di mettere in pericolo i nostri cittadini e i nostri soldati – ha aggiunto – arrendersi alle richieste di Hamas gli permetterà di provare a ripetere i crimini del 7 ottobre, come aveva promesso di fare". Perentorio il messaggio all'Iran: "Per anni l'Iran ha agito contro di noi, sia direttamente che attraverso i proxy. E, quindi, Israele agisce contro l'Iran e i suoi alleati sia in modo difensivo che offensivo. Sapremo come difenderci e agiremo secondo un principio semplice: chiunque ci faccia del male o abbia intenzione di farci del male, noi gli faremo del male". Nella notte Israele ha ritirato tutte le truppe di terra dal sud della Striscia di Gaza, dopo quattro mesi consecutivi di combattimenti nell'area di Khan Younis in base alle informazioni diffuse dal Times of Israel. Solo la brigata Nahal rimane nell'enclave palestinese. Questa brigata ha il compito di proteggere il cosiddetto Corridoio Netzarim, che attraversa Gaza dall'area di Beeri, nel sud di Israele, fino alla costa. Il corridoio consente alle Idf di effettuare raid nel nord e nel centro di Gaza, impedisce ai palestinesi di tornare nella parte settentrionale della Striscia e consente alle organizzazioni umanitarie di fornire aiuti direttamente nel nord di Gaza. Il ministro della Difesa, Yoav Gallant, ha intanto affermato che Israele ha "completato i preparativi per una risposta contro qualsiasi scenario che si potrebbe sviluppare contro l'Iran". La dichiarazione, riportano i media locali, è stata fatta a seguito di una valutazione fatta da Gallant con il capo della direzione delle operazioni delle Idf, il maggiore generale Oded Basiuk, ed il capo della direzione dell'intelligence militare, il maggiore generale Aharon Haliva, mentre continua a tenere banco la questione della probabile rappresaglia iraniana per il raid su Damasco in cui è stato ucciso un importante comandante dei pasdaran. "Nessuna delle ambasciate del regime sionista è più al sicuro", ha dichiarato intanto Seyyed Yahya Safavi, consigliere della Guida Suprema dell'Iran, Ali Khamenei, minacciando nuovamente Israele di ritorsioni per il raid contro il consolato iraniano a Damasco. Venerdì lo Stato ebraico ha chiuso una trentina delle sue ambasciate nel mondo, tra cui quella di Roma, per il timore di rappresaglie. "Il fronte della resistenza determinerà il destino di questa regione sotto la guida dell'Iran", ha aggiunto il consigliere di Khamenei, secondo quanto riporta l'agenzia Tasnim. "Ovviamente – ha sottolineato – tutti i crimini che accadono nella regione si stanno verificando con il sostegno dell'America e nel silenzio di alcuni Paesi arabi". Cinque razzi sono stati lanciati verso Israele dalla Striscia di Gaza. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, precisando che il sistema Iron Dome ne ha intercettati alcuni. I razzi, sottolinea l'emittente, sono partiti dalla zona di Khan Younis, nel sud dell'enclave, proprio da dove nella notte sono state ritirate le truppe israeliane. E' stato invece un falso allarme a far suonare le sirene a Eilat, la città più a sud di Israele che si affaccia sul Mar Rosso, dove poco fa era scattato l'allarme a causa di una presunta "intrusione aerea ostile". Lo riportano i media locali. Sarebbero intanto 33.175 i palestinesi che avrebbero perso la vita nella Striscia di Gaza dall'inizio della rappresaglia israeliana per l'attacco subito da Hamas lo scorso 7 ottobre. Lo ha reso noto il ministero della Sanità di Gaza a sei mesi esatti dall'inizio della rappresaglia. Nelle ultime 24 ore 38 palestinesi sono stati uccisi e altri 71 feriti. Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, è partito per Roma insieme a una delegazione di familiari degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas a Gaza. Secondo quanto riporta il sito del Jerusalem Post, che cita il ministero degli Esteri dello Stato ebraico, Katz vedrà diversi rappresentanti del governo italiano inclusi il titolare della Farnesina, Antonio Tajani, ed il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Katz incontrerà anche i leader della comunità ebraica a Roma. Secondo il sito di Maariv, invece, il ministro israeliano incontrerà anche il titolare della Difesa, Guido Crosetto ed il ministro dell'Interno, Matteo Piantadosi. Il sostegno del Regno Unito a Israele "non è incondizionato". Lo ha indicato il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, in un editoriale scritto sul Sunday Times a sei mesi esatti dal massacro compiuto da Hamas che ha scatenato la rappresaglia israeliana nella Striscia di Gaza. "Naturalmente il nostro sostegno non è incondizionato: ci aspettiamo che una democrazia così orgogliosa e di successo rispetti il diritto internazionale umanitario, anche se messa alla prova in questo modo", ha scritto Cameron, che nel suo intervento è tornato sul raid israeliano costato la vita a sette operatori dell'ong World Central Kitchen (Wck), tra cui tre cittadini britannici. "La tragica ed evitabile uccisione degli operatori umanitari della World Central Kitchen è stata un terribile promemoria del costo del conflitto a Gaza – ha affermato – In questa occasione, non c'è dubbio su di chi sia la colpa: l'inchiesta israeliana ha già elencato i processi inadeguati e la condotta inaccettabile del personale delle Idf coinvolto. Questo non deve succedere mai più". Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno intanto annunciato la morte di altri quattro soldati, uccisi ieri pomeriggio durante scontri con Hamas nel sud della Striscia di Gaza. Si tratta del capitano Ido Baruch, 21 anni, del sergente Amitai Even Shoshan, 20 anni, del sergente Ilai Zair, 20 anni e del sergente Reef Harush, 20 anni. Secondo una nota, i quattro sono stati colpiti a Khan Younis da uomini armati che sono usciti da un tunnel situato in un edificio distrutto e hanno aperto il fuoco contro una pattuglia. Sale così a 260 il numero dei militari israeliani che hanno perso la vita dall'inizio dell'offensiva di terra nell'enclave palestinese.  —internazionale/[email protected] (Web Info)

Tragico incidente su statale in provincia di Salerno, morti 2 carabinieri

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(Adnkronos) – Due giovani carabinieri sono morti, altre quattro persone sono rimaste ferite. È il tragico bilancio di un incidente stradale avvenuto poco prima di mezzanotte lungo la strada statale 91 a Campagna, in provincia di Salerno. A perdere la vita il maresciallo Francesco Pastore, 25 anni, e il carabiniere Francesco Ferraro, 27 anni, entrambi impegnati in un'attività di prevenzione e controllo del territorio ed effettivi proprio alla stazione carabinieri di Campagna. Rimasto ferito anche un altro maresciallo. Per estrarre dalle lamiere i due corpi ormai senza vita dei carabinieri è stato necessario l'intervento dei vigili del fuoco. Secondo quanto si apprende da fonti della polizia stradale, al momento sono in corso i rilievi e gli ulteriori accertamenti tecnici per ricostruire la dinamica dell'incidente. Al termine degli accertamenti sarà inviata un'informativa dettagliata all'autorità giudiziaria. Secondo una prima ricostruzione, intanto, almeno tre auto sono rimaste coinvolte nel tragico incidente. Un suv si sarebbe scontrato frontalmente con l'auto di servizio dell'Arma, impattando contro una terza vettura. Nel terribile incidente sono rimasti feriti la 31enne alla guida del suv, una passeggera 18enne e il 75enne alla guida della terza automobile, ricoverati agli ospedali di Battipaglia e Oliveto Citra. In prognosi riservata il terzo carabiniere, ricoverato all'ospedale di Eboli. In corso la ricostruzione esatta della dinamica dell'incidente. Le salme dei due giovani carabinieri di origini pugliesi saranno rilasciate già nel pomeriggio. "Siamo vicini alle famiglie di due bravi e giovani carabinieri" ha detto, commosso, il comandante provinciale Filippo Melchiorre. I familiari delle due vittime hanno raggiunto in nottata l'ospedale di Eboli, dove si trovano i corpi dei due carabinieri, morti mentre erano in servizio. Nelle prossime ore, la Procura dovrebbe quindi già rilasciare le salme, che viaggeranno verso la Puglia per i funerali.  Telegramma del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, al comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, Teo Luzi, dopo la morte di due carabinieri nella notte a Salerno. "Ho appreso con profonda tristezza la notizia del grave incidente stradale verificatosi in provincia di Salerno in cui, durante lo svolgimento di attività di servizio, hanno perso la vita il Maresciallo Francesco Pastore e il Carabiniere Francesco Ferraro, ed è rimasto ferito un altro militare dell'Arma, nonché le persone a bordo degli altri veicoli coinvolti -scrive Mattarella- . In questa dolorosa circostanza desidero esprimere a lei, Signor Comandante Generale, e all'Arma dei Carabinieri la mia solidale vicinanza. La prego di far pervenire ai familiari le espressioni della mia commossa partecipazione al loro cordoglio e al Carabiniere rimasto ferito gli auguri di pronta guarigione". —[email protected] (Web Info)

Sei mesi di guerra contro Hamas, Israele “senza exit strategy né piani per il futuro”

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(Adnkronos) – A sei mesi dall'inizio della guerra a Gaza "la pazienza degli alleati di Israele si sta esaurendo. Mentre il bilancio delle vittime nell’enclave continua a salire, diventa sempre più chiaro che Israele non ha un piano realizzabile su come porre fine alla guerra o su cosa verrà dopo". Inizia così l'analisi di Ivana Kottasova, che per la Cnn traccia il bilancio della strategia dello Stato Ebraico dal 7 ottobre ad oggi. Una strategia che sembra essere poco efficace, tra obiettivi mai raggiunti e il rifiuto di Netanyahu a cambiare rotta. La determinazione nel continuare a perseguire Hamas a Gaza nonostante le orribili conseguenze umanitarie, si legge ancora, sta lasciando Israele "sempre più isolato sulla scena globale", con il suo governo che deve far fronte a pressioni da tutte le parti. "Molteplici organizzazioni internazionali hanno avvertito che Israele potrebbe commettere un genocidio e anche i più stretti alleati del paese stanno ora criticando apertamente il primo ministro Benjamin Netanyahu. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito crescono le richieste di fermare le spedizioni di armi verso Israele. Allo stesso tempo, Netanyahu e il suo governo sono sottoposti a crescenti pressioni in patria, con i manifestanti tornati in strada in gran numero per chiedere le sue dimissioni", spiega Kottasova. Israele ha lanciato la guerra subito dopo i mortali attacchi terroristici del 7 ottobre da parte di Hamas. All'epoca, il governo israeliano aveva affermato che l'operazione aveva due obiettivi: eliminare Hamas e riportare a Gaza gli ostaggi presi dai militanti. Ma, nota la Cnn, a sei mesi dall’inizio del conflitto, nessuno dei due obiettivi è stato raggiunto. Infatti, mentre le Forze di Difesa Israeliane affermano di aver ucciso migliaia di combattenti di Hamas, la maggior parte dei massimi dirigenti del gruppo a Gaza, incluso Yayha Sinwar, continua a sfuggirgli, e i leader politici di Hamas si trovano all’estero. Più di 100 ostaggi sono stati liberati, scambiati con palestinesi detenuti nelle carceri israeliane come parte di un accordo di tregua con Hamas alla fine di novembre. Ma circa 130 ostaggi, di cui 99 che si ritiene siano ancora vivi, rimangono a Gaza. Nel frattempo, il bilancio della guerra nella Striscia "è orrendo: più di 33.000 persone, tra cui migliaia di bambini, sono state uccise dal 7 ottobre secondo il Ministero della Sanità di Gaza. Oltre a ciò, circa 75.000 persone sono rimaste ferite e più di un milione sono sull’orlo della fame, affrontando quella che le organizzazioni internazionali definiscono una carestia 'imminente'. "Penso che (la guerra) abbia già superato di gran lunga le aspettative di chiunque in termini di durata, intensità, portata e mortalità, e non c'è fine in vista", ha affermato alla Cnn Khaled Elgindy, membro senior e direttore del Programma su Palestina e Israele presso il Middle East Institute. Eppure, nota la Cnn, Netanyahu si rifiuta di cambiare rotta. "Sebbene abbia promesso di consentire maggiori aiuti a Gaza a seguito di un ultimatum del presidente degli Stati Uniti Joe Biden questa settimana" il premier israeliano "ha respinto le richieste di un cessate il fuoco umanitario e di un ripensamento del suo piano per invadere Rafah, la città meridionale di Gaza dove si trovano più di un milione di persone". “Non esiste un piano praticabile per il futuro di Gaza, non solo per il giorno dopo, ma anche per oggi. Nessuno sa quando finirà questa guerra, come finirà”, ha detto ancora Elgindy alla Cnn. Diversi esperti hanno inoltre spiegato alla Cnn che Israele si trova ad affrontare una situazione impossibile perché l’obiettivo che si è prefissato – eliminare Hamas – è irraggiungibile. Perché? Perché l'organizzazione terroristica è molto popolare a livello nazionale. Hamas, infatti, ha dominato Gaza sin da quando ha preso il potere nel 2007 controllando tutti gli organi governativi e di sicurezza, nonché i sistemi sanitari, educativi e sociali. “Israele non può raggiungere il suo obiettivo dichiarato di eliminare Hamas, perché Hamas è parte integrante della società palestinese in Cisgiordania e Gaza. La sua popolarità è aumentata negli ultimi mesi”, ha spiegato quindi Nathan Thrall, un esperto del conflitto arabo-israeliano. “Dopo che Israele ha dichiarato di aver sconfitto Hamas nel nord, ogni settimana i soldati israeliani muoiono nel nord, quindi è evidente che Hamas continuerà ad esistere dopo questa guerra, sia che Israele invada Rafah sia che non invada Rafah. Hamas è una grande potenza sul campo e rimarrà tale anche alla fine di questa guerra”, ha affermato. Ciò significa che i leader israeliani non hanno una via d’uscita praticabile dal conflitto, ha spiegato Thrall. “Le opzioni realistiche di fronte a loro sono continuare ad occupare Gaza indefinitamente, cosa che la maggior parte degli israeliani non vuole fare, o, in alternativa, lasciare Gaza e far sì che Hamas sia la potenza più forte sul terreno, indipendentemente dal fatto che sia o meno il volto ufficiale del paese”, ha detto ancora alla Cnn. Elgindy ha anche sottolineato che l’obiettivo di distruggere Hamas non è mai stato realistico. “Penso che anche i funzionari americani si rendano conto, tardivamente, che è una totale follia" così come "permettere che l'orrore continui, come se l’obiettivo di distruggere Hamas fosse più importante di qualsiasi altra cosa al mondo, inclusa la sicurezza futura di Israele”. Il perché, secondo Thrall, è presto detto: “Ora ci sono 30.000 persone morte, 17.000 orfani… quale sarà la loro visione di Israele e degli Stati Uniti quando cresceranno?”, si chiede. Prima degli attentati del 7 ottobre, spiega ancora la Cnn, "Israele era un paese politicamente diviso, paralizzato da mesi di proteste su larga scala contro Netanyahu e il suo governo, il più di destra della storia di Israele, e in particolare dalla proposta di revisione giudiziaria del primo ministro. Ma mentre permangono queste divisioni politiche, la stragrande maggioranza degli israeliani sostiene la guerra a Gaza, nonostante la protesta internazionale per l’impatto devastante sui civili palestinesi". “L’opinione pubblica israeliana è ancora traumatizzata dal 7 ottobre, è ancora in modalità vendetta, alcuni non vogliono che entri nemmeno il cibo. Anche se non accettiamo che sia giusto, possiamo capire qual è il loro stato d’animo”, ha detto quindi Elgindy, aggiungendo che, sebbene comprensibile considerati gli orrori degli attacchi terroristici del 7 ottobre, questa mentalità non dovrebbe influenzare la politica internazionale: “Non possiamo permettere che questo stato d’animo detti le politiche degli Stati Uniti, del Regno Unito e dell’Unione Europea. È necessario che gli adulti dicano 'questo non è accettabile; non puoi usare la fame come arma’. In altre parole, non importa che l’opinione pubblica israeliana non sia dell’umore giusto per fermare questa guerra. Bisogna imporglielo”. Harel Chorev, ricercatore senior presso il Centro Moshe Dayan per gli studi mediorientali e africani dell’Università di Tel Aviv, ha quindi spiegato alla Cnn che la mancanza di un piano concreto da parte di Israele sta danneggiando sempre più le sue relazioni con i suoi alleati. “I nostri amici – America in primis, Gran Bretagna, Germania, Francia – non si fidano del governo, che sanno quello che fanno, che hanno un piano strategico per il futuro; non si fidano di noi per fare la cosa giusta”, ha sottolineato. Netanyahu ha svelato il suo piano per un futuro di Gaza dopo Hamas alla fine di febbraio, chiedendo la “completa smilitarizzazione” dell’enclave palestinese e la chiusura del confine meridionale del territorio con l’Egitto, nonché la revisione dell’amministrazione civile e dei sistemi educativi della Striscia. Ha inoltre respinto qualsiasi pressione da parte della comunità internazionale per il riconoscimento di uno Stato palestinese. Ma molte delle proposte sono state direttamente contrastate dai principali attori al tavolo delle trattative, tra cui Stati Uniti, Egitto ed Emirati Arabi Uniti. Allo stesso tempo, "Israele continua a rifiutarsi anche solo di prendere in considerazione altre proposte per il futuro di Gaza", ha spiegato ancora alla Cnn H.A. Hellyer, ricercatore associato senior in studi sulla sicurezza presso il Royal United Services Institute (RUSI) di Londra. “Ci sono molti piani credibili, ma nessuno di essi è realizzabile, francamente, a causa di un ostacolo" cioè "gli israeliani" che "hanno reso molto chiaro che intendono avere il pieno controllo della sicurezza sull’intero territorio, il che ovviamente getta una chiave inattuabile nel funzionamento di qualsiasi piano che cerchi di delegare l’autorità a qualsiasi altra entità”, ha detto. Netanyahu ha precedentemente respinto anche l’ipotesi che l’Autorità Palestinese, che amministra parti della Cisgiordania occupata, possa assumere il controllo di Gaza, sebbene il piano delineato a febbraio non ne faccia menzione. Il piano prevede invece che siano “enti locali” a gestire il servizio civile. Una previsione lasciata "volutamente vaga e che può essere interpretata in vari modi. Possono essere gruppi locali, come alcuni lo hanno interpretato, ma può essere interpretato anche come un’Autorità Palestinese rivitalizzata”, ha detto Chorev. “Molto probabilmente ciò che accadrà è che ci sarà una presenza militare israeliana sul terreno a tempo indeterminato”, ha detto Elgindy. "Si avrà un qualcosa come un crollo della legge e dell’ordine e sempre più caos. Quindi vedremo signori della guerra, bande, clan… Gaza è diventata un luogo non realmente vivibile. Se c’è qualcuno là fuori che crede che questa sia una situazione che porterà sicurezza e protezione agli israeliani, è un concetto completamente delirante”, ha tuonato. Le proposte per stabilire un controllo di sicurezza internazionale temporaneo su Gaza non sono realizzabili data la posizione di Israele, dicono quindi gli esperti interpellati dalla Cnn. “Se Israele ammettesse di essere una potenza occupante che ha bisogno di ritirarsi, proprio come insiste la quasi totalità della comunità internazionale, e di non rivendicare i diritti di controllo della sicurezza sul territorio in violazione del diritto internazionale, allora si potrebbe avere qualcosa è simile alla Kfor in Kosovo, una forza internazionale come transizione affinché i palestinesi si assumano la responsabilità del territorio”, ha detto quindi Hellyer, riferendosi alla forza di mantenimento della pace guidata dalla Nato che opera in Kosovo. Thrall ha anche affermato che la maggior parte dei tentativi di trovare piani alternativi non sono realistici a causa della posizione di Israele, piani che "richiederebbero di esercitare un’enorme pressione su Israele" mentre spiega che "chiunque potenzialmente sostituisca Netanyahu come primo ministro probabilmente proporrebbe piani simili" a quelli del primo ministro israeliano. Benny Gantz, che questa settimana ha chiesto elezioni anticipate ed è ampiamente considerato un probabile successore di Netanyahu, se e quando gli israeliani voteranno, è un membro del governo di guerra di Netanyahu e “non ha idee significativamente diverse per Gaza o per il futuro di Israele, Palestina o per la sovranità palestinese". —internazionale/[email protected] (Web Info)

Verstappen vince Gp Giappone e doppietta Red Bull. Sainz terzo con Ferrari

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(Adnkronos) –
Max Verstappen vince il Gp del Giappone, quarto appuntamento del Mondiale 2024 di Formula 1, e la Red Bull fa doppietta oggi sul circuito di Suzuka. Carlos Sainz, con la Ferrari, chiude al terzo posto davanti alla rossa del compagno di squadra Charles Leclerc, quarto. Verstappen, campione del mondo in carica, scatta dalla pole position e domina la gara centrando la terza vittoria stagionale e la 57esima della carriera.  L'olandese, leader iridato, precede il compagno di squadra, il messicano Sergio Perez che completa la terza doppietta del 2024. Sainz agguanta il terzo posto con il sorpasso nel 46esimo dei 53 giri ai danni di Leclerc, che deve accontentarsi della quarta piazza. Alle spalle delle rosse, quinto posto per la McLaren del britannico Lando Norris, seguito dalla Aston Martin dello spagnolo Fernando Alonso, dalla Mercedes del britannico George Russell e dalla McLaren dell'australiano Oscar Piastri. A completare la top ten, la Mercedes del britannico Lewis Hamilton e la RB del giapponese Yuki Tsunoda.  Verstappen centra la terza vittoria consecutiva a Suzuka, un'impresa riuscita solo a Michael Schumacher 20 anni fa. Per la 13esima volta in carriera, l'olandese completa la 'tripletta': pole position, vittoria e giro veloce. La Red Bull archivia il 116esimo successo e la 31esima doppietta con la settima vittoria a Suzuka, un bottino che eguaglia il record di Ferrari e McLaren.  Al via, la RB di Daniel Ricciardo innesca un incidente che coinvolge anche la Williams di Alex Albon: bandiera rossa, gara bloccata. Si riparte dopo mezz'ora e stavolta fila tutto liscio. Verstappen difende la prima posizione e gradualmente guadagna terreno su Perez: dopo 10 giri, ha circa 3'' sul compagno di squadra. Le Ferrari di Sainz e Leclerc, che supera Hamilton nelle prime battute, marciano in quarta e settima posizione fino alla prima serie di pit-stop che scatta attorno al 16esimo giro.  
La Ferrari sceglie la strategia con una sola sosta per Leclerc, che rimane in pista con una gomma usurata e si toglie lo sfizio di guidare la gara. Verstappen, con gomme fresche, ricuce il gap dalla Ferrari e si riprende la prima posizione nella 21esima tornata. Il monegasco cede la seconda posizione a Perez nel 26esimo giro, quando commette un errore che precede l'inevitabile rientro ai box per il pit-stop. Al giro di boa, la Red Bull del campione del mondo viaggia tranquilla con 10'' di vantaggio su Perez. La Ferrari insegue con Sainz terzo a 15'' dal leader in una situazione che appare cristallizzata. Verstappen sbriga la formalità del secondo pit-stop al 35esimo giro, seguito da Perez e da Sainz, che si ritrova in settima posizione al rientro in pista. Lo spagnolo sfrutta il nuovo treno di gomme per iniziare la risalita verso il podio.  Con le Red Bull in totale controllo davanti, si accende la sfida per il terzo posto. Leclerc prova a gestire un paio di secondi di vantaggio sulla McLaren di Lando Norris e sulla rossa di Sainz, che effettua il sorpasso nel 44esimo giro e si incolla alla monoposto del compagno di squadra. Lo spagnolo attacca e in rettilineo, nella 46esima tornata, mette a segno il sorpasso che gli regala il terzo posto. E' l'ultimo sussulto della giornata, l'ultima porzione di gara è una sfilata verso la bandiera a scacchi. La Red Bull trionfa e fa il pieno, Verstappen rimane l'uomo da battere anche nel 2024. La Ferrari, con Sainz prima guida rispetto a Leclerc, si conferma l'unica monoposto in grado di impensierire il team con le ali. Il Mondiale continua tra 2 settimane con il Gp della Cina in programma il 21 aprile.  
La classifica piloti:
 1. Verstappen 77 punti 2. Perez 64 3. Leclerc 59 4. Sainz 55 5 Norris 37. 
La classifica costruttori: 1. Red Bull 141 punti 2. Ferrari 120 3. McLaren 69 4 Mercedes 34 5. Aston Martin 33. —[email protected] (Web Info)

Più attività fisica a scuola e risveglio muscoli in prima ora: la proposta del pediatra

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(Adnkronos) – Weekend in bicicletta, più parchi pubblici e meno computer e cellulari. Ma soprattutto più sport a scuola. "È scontato che si debba incrementare costantemente il movimento e combattere la sedentarietà e l'eccessiva dipendenza di bambini e ragazzi dai supporti elettronici. Io continuo a consigliare di frequentare maggiormente i parchi pubblici. Il sabato le famiglie potrebbero andare in bicicletta, piuttosto che restare in casa. Sono piccole cose di facile attuazione. Però colgo l'occasione" offerta dalla Giornata mondiale dell'attività fisica, che si celebra oggi, sabato 6 aprile, "per accendere i riflettori su un settore assolutamente negletto e chiedere di implementare maggiormente l'attività fisica nelle scuole". Come? "A cominciare da una prima ora di 'risveglio muscolare'". E' la proposta del pediatra Italo Farnetani, che rilancia il monito sull'importanza di garantire ai giovanissimi italiani una vita attiva fin dai primi anni di scuola.  "E' vero che c'è l'ora di educazione motoria – evidenzia l'esperto all'Adnkronos Salute – però soprattutto nelle scuole secondarie, e in particolare alle superiori, viene praticata poco e modo discontinuo. Non avendo poi la possibilità di effettuare la doccia dopo l'esercizio fisico intenso", né in diversi casi le attrezzature, "l'attività è anche limitata. La mia proposta è che, all'arrivo a scuola, soprattutto durante la prima ora di lezione quando ancora l'organismo non è arrivato completamente ai ritmi normali di apprendimento – cosa che avviene dopo le 10.30 – sarebbe bene concentrare le lezioni di educazione fisica. Sarebbe un ottimo risveglio muscolare e permetterebbe di praticare attività fisica quando lo studente è più riposato", garantendone un'attivazione anche mentale. Il vantaggio, conclude il professore ordinario di pediatria dell'Università Ludes-United Campus of Malta, "è anche didattico perché l'apprendimento, soprattutto quello legato alla memoria a breve termine, inizia dopo le 10 e nelle prime due ore, soprattutto in quella iniziale, l'attività cognitiva non è al suo massimo. Sarebbe quindi opportuno concentrare qui le lezioni di educazione motoria, invece di far fare subito compiti in classe o spiegare le lezioni quando ancora il cervello è parzialmente 'addormentato'. Meglio dunque partire – conclude – con un risveglio del corpo e della mente". —[email protected] (Web Info)

Domenica In, gli ospiti di oggi 7 aprile 2024: chi c’è in studio

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(Adnkronos) – Si apre con un ampio spazio dedicato ai Pooh – che oltre a presentare i loro prossimi impegni artistici, si esibiranno con alcuni grandi successi come “Uomini soli” e “Pensiero” – la puntata di “Domenica In” condotta da Mara Venier, in onda oggi domenica 7 aprile, dalle 14 alle 17.10 su Rai 1 e Rai Italia, in diretta dagli Studi “Fabrizio Frizzi” di Roma. L’attore e comico Francesco Paolantoni, poi, sarà protagonista di un’intervista tra carriera e vita privata oltre a presentare la nuova seria comedy “Il Santone 2”, su RaiPlay da venerdì 19 aprile. Chiara Francini, attrice e conduttrice, inoltre, presenterà il suo nuovo show “Forte e Chiara”, tre puntate in onda su Rai 1 da mercoledì 10 aprile, con la regia di Duccio Forzano.  E ancora, Edoardo Leo interverrà per presentare la nuova ed attesissima serie tv ‘Il Clandestino’, in onda su Rai 1 per sei puntate da lunedì 8 aprile, mentre la giornalista e conduttrice Serena Bortone si racconterà tra vita e lavoro, oltre a presentare il suo nuovo romanzo “A te così vicino”. Spazio alla musica, infine, con Matteo Paolillo che si esibirà insieme a LDA con il nuovo singolo “Nun è cos”. —[email protected] (Web Info)

Weekend a 30 gradi con anticiclone Narciso ma la ‘bolla calda’ finirà presto: le previsioni

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(Adnkronos) – Anticipo di estate in questo weekend con l'anticiclone Narciso che farà toccare punte di 30 gradi nei fondovalle alpini e nelle zone interne delle Isole Maggiori. Ma la bolla calda durerà poco. Mattia Gussoni, meteorologo del sito ilMeteo.it, conferma la decisa rimonta dell’anticiclone subtropicale, in risalita dal rovente Sahara (già a 45°C) verso l’Italia e ancora più a Nord. L’alta pressione infatti si espanderà fino alla Polonia con valori termici eccezionali nel cuore del Continente: in Germania le temperature saranno circa 18°C oltre le medie del periodo.  
In Italia le temperature saliranno in modo anomalo soprattutto in montagna con lo zero termico a 4200 metri, un valore tipico di luglio. Avremo quasi 20 gradi anche a 2.000 metri, dopo che una settimana fa registravamo abbondanti nevicate su tutta la catena alpina. Da Nord a Sud, in questo weekend registreremo temperature massime oltre i 24-25°C, con punte di 30°C specie nei fondovalle alpini e nelle zone interne delle Isole Maggiori. Lungo le coste, complice la temperatura marina ai minimi annuali (intorno ai 13-15°C come in estate il Canale della Manica), le massime non saliranno oltre i 23-24°C ma nelle zone interne l’alta pressione nordafricana comprimerà l’aria riscaldandola in modo deciso. Dal punto di vista meteo, oltre al caldo anomalo di questo inizio aprile, sono previste delle nubi isolate a ridosso della dorsale appenninica nelle prossime ore, mentre tra domenica pomeriggio e lunedì mattina ci sarà un aumento delle velature verso il Nord-Ovest: queste nubi alte saranno associate anche a un carico di Sabbia del Deserto e diventeranno sempre più spesse nella giornata di lunedì. E’ previsto, infatti, un ribaltone da lunedì sera: l’anticiclone ‘Narciso’ crollerà (come la figura mitologica che specchiandosi in un lago crollò dentro le acque lacustri) lasciando campo aperto a una perturbazione atlantica. Questa perturbazione atlantica sarà associata ad aria più fredda e molto instabile al contatto con il primo caldo estivo accumulato in Pianura Padana nel weekend. Si temono grandinate di grosse dimensioni con temporali e raffiche di vento nella giornata di martedì 9 aprile. 
NEL DETTAGLIO
 
Domenica 7. Al nord: estate; clima caldo per il periodo con 26-30°C. Al centro: soleggiato e caldo per il periodo; 28-30°C in Sardegna. Al sud: bel tempo e caldo con punte di 30°C. 
Lunedì 8. Al nord: nubi in aumento verso il Nord-Ovest, clima caldo per il periodo con 26-30°C. Al centro: soleggiato e caldo per il periodo; 28-30°C in Sardegna. Al sud: bel tempo e caldo con punte di 30°C. 
Tendenza. Da martedì ciclone con grandine e temporali. —[email protected] (Web Info)

Europee, caos Bari irrompe in lavoro su liste Pd: prossima settimana decisiva

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(Adnkronos) – La vicenda di Bari con la rottura del campo del centrosinistra, le primarie fatte saltare da Giuseppe Conte e la reazione dura di Elly Schlein hanno impresso un rallentamento al lavoro sulla composizione delle liste per le Europee in cui erano impegnati in questi giorni i vertici Dem. A quanto si riferisce, al centro degli ultimi confronti l'ipotesi del 'panino' prospettata nell'ultima segreteria Pd. Ovvero civico capolista, a seguire un esponente Dem e, quindi, la stessa Schlein. Uno schema che ha provocato critiche trasversali sia dall'area riformista che dalla sinistra Dem, ma anche dagli eurodeputati uscenti e dalle donne, potenzialmente danneggiate da una griglia di questo tipo.  Tanto che la soluzione 'panino' potrebbe essere rivista e, riferisce chi sta lavorando la dossier, nelle ultime ore si sta affacciando l'ipotesi che Schlein si candidi ma non nella testa di lista, ma sotto in ordine alfabetico. Un'ipotesi, appunto. Ma il fatto che la segretaria sia decisa ad essere in campo viene dato per certo, anche perché ogni rilevazione segnala il valore aggiunto, in termini di consensi per il Pd, di una sua presenza in lista.  Quanto ai nomi circolati ("un genere fantasy", così Schlein ha definito il toto-nomi) resta in campo la candidatura di Marco Tarquinio, ex-direttore dell'Avvenire, ma non come capolista. Viene esclusa, invece, quella di Piero Fassino pure circolata nei giorni scorsi, mentre è possibile la presenza di Andrea Orlando. Quanto a Stefano Bonaccini circolano indiscrezioni – non confermate – su un ripensamento rispetto alla corsa alle Europee. Di certo un pezzo dei Dem spinge perché non lasci la guida della regione. Appelli a cui il presidente dell'Emilia Romagna non è insensibile ma resta il fatto che comunque tra un anno si tornerà al voto e, in assenza del terzo mandato, Bonaccini non potrà ricandidarsi. Riflessioni che dovranno comunque essere sciolte in tempi stretti. La prossima settimana sarà decisiva. La Direzione sulle liste è attesa a breve, attorno alla metà di aprile.  —[email protected] (Web Info)

Eclissi solare 8 aprile, tutti in viaggio in Usa per vederla

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(Adnkronos) – Con un aumento del 88% delle prenotazioni su Airbnb ed altri siti per gli affitti brevi nelle località degli Stati Uniti, dove domani, 8 aprile, sarà visibile l'eclissi solare, gli esperti prevedono che l'evento astronomico straordinario porterà un boom economico di 6 miliardi di dollari. Lo riporta Cbsnews citando le stime di Perryman Group, società di analisi economiche.  "E' incredibile quanto questo evento stia catturando l'immaginazione – spiega Ray Perryman, Ceo del gruppo – sarà concentrato in un breve tempo possibile, ma dà alle città interessate l'opportunità di farsi conoscere, anche quelle più piccole". Secondo la Nasa l'eclissi solare totale, che sarà visibile solo in Nord America, passerà prima dal Messico, poi dagli Stati Uniti sud occidentali, prima di spostarsi nel Mid West e infine nel North East e in Canada.  Gli stati interessati saranno quindi Texas – dove l'evento comincerà ad essere visibile a partire dalle 13.30 ora locale – Oklahoma, Arkansas, Missouri, Illinois, Kentucky, Indiana, Ohio, Pennsylvania, New York, Vermont, New Hampshire e Maine, dove sarà visibile intorno alle 15.30 ora locale.Perryman sottolinea anche che questo evento confermerà il ritorno alle abitudini di viaggio, e di spesa, degli americani pre-pandemia. "Bisogna anche considerare il fatto che non avremo un evento del genere per molti anni", aggiunge, ricordando che secondo la Nasa la prossima eclissi solare totale visibile negli Usa sarà nel 2045.   Secondo le stime di Perryman il Texas sarà lo stato che avrà il maggiore ritorno economico, circa 1,4 miliardi di dollari, dovuto al fatto che ha una grande popolazione e che diverse grandi città, come Dallas e Austin, sono sul percorso dell'eclissi. Secondo la piattaforma per gli affitti a breve termine AirDna, oltre il 95% dei 4.700 alloggi disponibili a Dallas sono prenotati pere circa l'87% dei 9.600 di Austin.  Jeffersonville, in Vermont, è praticamente sold out, il 99,2% delle prenotazioni, con 200mila persone che sono attese nello Stato, il secondo più piccolo dell'Unione con 650mila abitanti, che si stima avrà un ritorno di 230 milioni di dollari dall'eclissi.  Gli americani, inoltre, stanno spendendo soldi per acquistare le speciali lenti protettive raccomandate dalla Nasa per osservare l'eclissi senza mettere a rischio gli occhi. Un pacco contenente sei occhiali speciali può essere acquistato su Amazon per 16 dollari, riporta ancora Cbsnews.  —internazionale/[email protected] (Web Info)

Attentato Mosca, Medvedev: “Sponsorizzato da Macron e altri Paesi Nato”

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(Adnkronos) –
Dietro l'attentato di Mosca ci sono Paesi della Nato e in particolare il presidente francese Emmanuel Macron. E' l'ultimo affondo che dalla Russia è stato firmato dal numero due del Consiglio di sicurezza nazionale in Russia, l'ex presidente Dmitry Medvedev.
 Dall'attacco compiuto il 22 marzo alla Crocus City Hall di Mosca, con oltre 130 morti provocati dal commando dell'Isis composto da tagiki, la Russia ha sistematicamente cercato di individuare responsabili al di là dei confini: oltre alle responsabilità dell'Ucraina, nel mirino finiscono i paesi Occidentali che sostengono Kiev nella guerra in corso da oltre 2 anni. Medvedev, che a intervalli regolari si distingue per dichiarazioni sopra le righe, accusa "esponenti di spicco dei Paesi della Nato", fra cui Emmanuel Macron, di aver contribuito all'organizzazione dell'attentato alla sala da concerto. Alla base della sua accusa, Medvedev cita la "retorica di Macron, le sue azioni e soprattutto il via libera che ha dato a operazioni con il regime ucraino". Ed è ovvio che Macron e alcuni altri leader occidentali siano gli sponsor di questo terribile attacco terroristico. Non ci sarà perdono per questo, non ci può essere immunità per questo". 
I messaggi aggressivi di Medvedev arrivano, mentre Mosca rivendica nuovi successi sul campo di battaglia. In particolare, il ministero della Difesa annuncia la conquista di "posizioni più vantaggiose" nella direzione di Donetsk. Le forze russe avrebbero anche respinto due contro attacchi dei militari ucraini. Gli scontri sono avvenuti nelle zone di Antonovka, Krasnogorovka, Krasnoe e Novoe, nella regione di Donetsk, e a Belogorovka, in quella di Luhansk. I militari russi hanno lanciato un attacco nella notte, con armi a lungo raggio lanciate da mare e cielo e droni, diretto contro imprese della difesa, basi aeree e punti di dispiegamento temporanei di "mercenari stranieri". Gli obiettivi sono stati raggiunti, si precisa. Altri scontri, a vantaggio delle forze russe secondo la versione di Mosca, sono avvenuti nel distretto di Rabotina, in quello di Ivanovka, e nelle regioni di Zaporizhzhia e Kherson. Nella zona di Kharkiv sarebbero stati distrutti due lanciamissili franco italiani Samp-T. La resistenza dell'Ucraina è complicata dalla carenza di armi e munizioni. Kiev continua ad aspettare gli aiuti fermi al Congresso degli Stati Uniti: il Senato ha dato il via libera al pacchetto da 60 miliardi di dollari, la Camera dei Rappresentanti però non ha ancora avviato l'iter. Nel quadro complessivo, la Nato discute sulla creazione di un fondo da 100 miliardi per sostenere il paese guidato dal presidente Volodymyr Zelensky. La Russia, invece, ha scelto da tempo la propria strada, secondo quanto dice il segretario generale della Nato. Mosca ha ipotecato il suo futuro economico e politico con la Cina in cambio del sostegno di Pechino alla guerra, dice Jens Stoltenberg. "La Cina sostiene l'economia di guerra russa, fornendo componenti chiave all'industria della difesa e in cambio Mosca ipoteca il suo futuro con Pechino", ha detto Stoltenberg durante un'intervista alla Bbc. La Russia ha poi trasferito tecnologia all’Iran e alla Corea del Nord in cambio di munizioni e materiale militare. Stoltenberg, quindi, aggiunge che si sta creando "un'alleanza di potenze autoritarie" con riferimento a Iran, Russia, Cina e Corea del Nord, Paesi che, ha precisato, sono sempre più “sempre più allineati". L'obiettivo della Nato rimane quello di finanziare l'Ucraina con 100 miliardi di euro nei prossimi cinque anni, per il sostegno alla guerra ora e alla ricostruzione del Paese una volta che il conflitto sarà terminato. "La Russia è il principale obiettivo delle politiche aggressive della Nato" che "usa l'Ucraina come strumento" per attuarle, aveva dichiarato in una intervista alla Tass nei giorni scorsi la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Zakharova ha quindi anticipato che, in seguito al completamento dell'inchiesta sull'attentato del Crocus, Mosca "trarrà le conclusioni politiche appropriate". Dallo scorso 22 marzo, la Russia ha intensificato le accuse di terrorismo rivolte all'Ucraina, lasciando intendere una responsabilità di Kiev e dei suoi alleati sull'attentato alla sala da concerto, rivendicato dall'Isis-K .  —internazionale/[email protected] (Web Info)