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Auto finisce in canale, incidente mortale a Chioggia

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(Adnkronos) – La notte scorsa i vigili del fuoco sono intervenuti in località Ca’ Pasqua a Chioggia, Venezia, per un’auto finita nel canale. Una donna è stata salvata da un vigile del fuoco che abita di fronte al luogo dell’incidente, mentre un uomo è deceduto. Il capo reparto mentre era in casa ha sentito il rumore dell’auto finita nel corso d’acqua. Ha dato l’allarme e si è tuffato nel canale, riuscendo a tirare fuori per una porta posteriore la donna e metterla in salvo. Nel frattempo l’auto si è inabissata del tutto. I vigili del fuoco arrivati da Chioggia e da Venezia con i sommozzatori e l’autogrù, hanno agganciato e recuperato l’auto. Purtroppo il medico ha dovuto constatare la morte dell’uomo. La donna sotto shock è stato presa in cura dal personale sanitario del Suem e trasferita in ospedale. La polizia locale ha eseguito i rilievi del sinistro. Le operazioni di soccorso dei vigili del fuoco sono terminate dopo circa tre ore. —[email protected] (Web Info)

Maltempo nel biellese, alberi caduti e allagamenti

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(Adnkronos) – Nella notte la pioggia e il vento hanno messo a dura prova i Vigili del fuoco di Biella e dei distaccamenti volontari di Cossato e Ponzone. Una decina gli interventi di cui piante cadute sulle carreggiate, tegole smosse, allagamenti di cantine e qualche canala di abitazioni staccata. Mentre poco prima delle 24 in Corso Risorgimento a Biella, si è abbattuto un albero su di un’autovettura parcheggiata senza coinvolgere persone. Si è provveduto a tagliare con le motoseghe, la pianta caduta, mettere in sicurezza, transennare e delimitare la zona. Sul posto anche i Carabinieri. E sono stati circa 40 gli interventi effettuati dai Vigili del Fuoco del Comando del VCO a cause delle intense precipitazioni che dalla serata di ieri hanno colpito la provincia. Dieci squadre della Sede Centrale, distaccamento di Domodossola, i volontari di Stresa, Varzo e Omegna sono intervenute nel territorio dell'Ossola principalmente per allagamenti, e piccoli smottamenti. Una colata di pietre e fango ha invaso la strada statale numero 549 di Macugnaga al km 8+800 nel comune di Calasca Castiglione, località Molini, coinvolgendo due autovetture. La strada al momento risulta chiusa al traffico in entrambe le direzioni anche per i mezzi in emergenza. Attualmente stanno operando due squadre, una del distaccamento di Domodossola e una del distaccamento volontario di Macugnaga. Sul posto i Carabinieri, il Sindaco di Calasca castiglione e i tecnici Anas. Non si hanno notizie di persone coinvolte dal maltempo. —[email protected] (Web Info)

Vasco Rossi: “Free Palestine bello slogan, ma se implica distruzione di Israele mi ribello”

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(Adnkronos) – "Io rifiuto di schierarmi come se fosse una partita di calcio, Israele contro Palestina. Gli ebrei, dopo quello che hanno sofferto, hanno diritto a uno Stato. 'Free Palestine' è un bello slogan, da anime belle; ma se implica la distruzione dello Stato di Israele, allora sarebbe più onesto dirlo. E alla distruzione di Israele io mi ribello". Lo spiega Vasco Rossi in una lunga intervista al 'Corriere della Sera'. "Leggo cose superficiali, in cui non mi riconosco; io sono semplice, non facile – sottolinea Vasco -. Mi hanno dato del sionista, ma io non so neppure cosa voglia dire. So che se mettessi il like a 'Palestina libera' mi amerebbero tutti; ma io non sono fatto così. Se avessi voluto piacere a tutti, non avrei scritto 'C’è chi dice no' o 'Gli spari sopra'. Questo ovviamente non mi impedisce di piangere le vittime civili di Gaza, e di criticare i bombardamenti di Netanyahu, che è pure lui una specie di fascista".  
I rivoluzionari da salotto non gli sono mai piaciuti, spiega il cantante. "Mai. Ricordo quelli di Potere operaio: erano tutti studenti; il pomeriggio giocavano alla rivoluzione, la sera tornavano a cena dalla mamma. A diciassette anni vuoi cambiare il mondo: anche io ci credevo, anche io ci ho provato. Poi ho capito che prima di cambiare il mondo dovevo cambiare me stesso. Anziché distruggere il sistema, dovevo creare il mio sistema. Poi certo i ragazzi che scendono in piazza li rispetto", dice.  Vasco è "il nome del compagno di prigionia di mio padre che gli salvò la vita", racconta ancora. Suo padre era uno dei 600mila internati militari in Germania che rifiutarono di combattere per Hitler: "Gli americani bombardarono il lager, lui cadde in una buca, questo Vasco lo tirò su di peso e papà gli disse: se un giorno avrò un figlio, lo chiamerò come te".  "Mio padre teneva un diario. L’ho riletto da poco – svela Vasco -. Racconta la morte di un prigioniero, ucciso a bastonate da un kapò italiano, di cui papà scrive nome e cognome. Non aveva studiato, non era mica uno scrittore, ma aveva visto i suoi compagni morire di fatica e di botte: cose talmente terribili che voleva testimoniarle. E io le ho assorbite. Non riesco a vedere i film sui deportati e sulla Shoah, non ho visto neppure Schindler’s List. Mi turbano troppo. Per questo ogni anno ricordo il Giorno della Memoria".  "Io sono nato dopo la guerra, la mia generazione si era illusa che le guerre fossero finite. Invece ora bussano alla nostra porta. E si arriva a minacciare una guerra nucleare, come mai si era fatto in passato", dice Vasco, secondo cui "Putin è un dittatore guerrafondaio che va fermato. Sostenendo l’Ucraina, ma anche avviando una trattativa che metta fine ai massacri", spiega.  "Ero a Los Angeles, mia mamma mi ha chiesto un parere sugli agricoltori in rivolta. Anche loro hanno ragione. L’importante è trovare una ragione comune. Mettersi a un tavolo, trattare", racconta ancora Vasco Rossi. "Potevo stare tre giorni senza dormire, grazie alle anfetamine. Poi ho capito che le anfetamine sono pericolose. Ho sperimentato la mia psiche, sono entrato nella mia mente, ho fatto un viaggio dentro la mia coscienza. Le sostanze stupefacenti le ho provate quasi tutte, tranne l’eroina. Mettere l’eroina sullo stesso piano della marijuana è criminale, perché così i ragazzi si convincono che si equivalgano, e se lo spacciatore non ha una, allora si può comprare l’altra…", racconta ancora il rocker. Vasco finì anche in carcere: "Cinque giorni di isolamento. Giorni infiniti, minuti lunghissimi. Non passava mai. Cercavo di dormire, mi svegliavo credendo di aver fatto un brutto sogno; infine realizzavo che era tutto vero. Poi altri 17 giorni di galera. Solo De André venne a trovarmi, con Dori. Pannella mandò un telegramma. Fu l’occasione per resettarmi. Mi sono disintossicato da solo, senza bisogno di andare in comunità. Dopo la galera sono tornato a casa, a Zocca, e non ne sono uscito per otto mesi. Senza anfetamine non riuscivo ad alzarmi dal letto. E in tanti erano contenti".  "Sono stato anche molto odiato – racconta il cantautore -. Dai perbenisti, dai benpensanti. Mi sputavano addosso per strada. Ero il drogato. Il capro espiatorio dei primi Anni 80. Il diretto responsabile della diffusione degli stupefacenti perché, secondo loro, le mie canzoni spingevano all’uso della droga. E per decenni me l’hanno rinfacciato, una cosa che succede solo in Italia: nessuno si permetterebbe di trattare da drogato, che so, Paul McCartney o Keith Richards". "Il politicamente corretto non mi convince. Non conta come definisci una persona, ma cosa ne pensi e come ti comporti", dice ancora Vasco Rossi al 'Corriere della Sera', raccontando della sua canzone 'Colpa d'Alfredo' e di quel verso "è andata a casa con il negro la troia". "In realtà la ragazza che corteggiavo era andata via con Salvino, che non era affatto nero, solo abbronzato. Non mi riferivo al colore della pelle, ma alle dimensioni… Era insomma una canzone da cui i neri uscivano benissimo. Se la riscrivessi oggi mi arresterebbero".  —[email protected] (Web Info)

Salvini: “Leader europei che parlano di guerra e mandare soldati sono un pericolo”

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(Adnkronos) – "Sono un pericolo per loro, per noi e per i nostri figli" i "leader europei che parlano di guerra, parlano di bombe, parlano di mandare i soldati a combattere e a morire fuori dai nostri confini". Così il leader della Lega Matteo Salvini in un videomessaggio per la Pasqua pubblicato sui suoi canali social. "Buona Santa Pasqua sperando che i prossimi giorni e le prossime settimane siano di pace, e su questo io da ministro e uomo della Lega ce la metterò tutta", dice Salvini. "Non si può accogliere, integrare nessuno se si cancellano le radici più profonde del nostro essere", afferma ancora il vicepremier e ministro per augurare una "buona santa Pasqua di cristianità e di pace", "una giornata di tradizione e di orgoglio per chi siamo". —[email protected] (Web Info)

Smart working addio, da domani stop anche per genitori di under 14 e fragili

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(Adnkronos) –
Smart working addio nel settore privato. Oggi, domenica 31 marzo, è infatti l'ultimo giorno di lavoro da remoto anche per genitori con figli minori di 14 anni e lavoratori fragili. Bocciato l'emendamento al decreto milleproroghe per estendere ulteriormente la scadenza, da domani 1° aprile si tornerà tutti, senza alcuna distinzione, in ufficio. Resta aperta tuttavia la strada degli accordi individuali tra azienda e lavoratori: lo smart working potrà essere infatti concesso dal datore di lavoro in base a esigenze aziendali. "Io credo che non si deve generalizzare sull'uso dello smartworking, ci saranno persone che dall'1 aprile subiranno questa decisione e altri invece che vivranno meglio il ritorno totale in presenza. Il tema dello smartworking, però, non deve essere liquidato come un tema di emergenza, ma dovrebbe far parte di una riorganizzazione complessiva in cui si tiene conto delle esigenze del lavoratore e del datore. Deve essere una delle opzioni, concordata e programmata. Diciamo che l'optimum è una forma mista, in presenza e in remoto". Commenta così David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi (Cnop), facendo il punto per l'Adnkronos Salute sugli effetti che lo stop allo smartworking per legge potrebbe avere su quanti non ha raggiunto un accordo con l'azienda. "Rispetto a quello che noi abbiamo potuto osservare – prosegue Lazzari – mantenere un certo livello di presenza all'interno dei contesti lavorativi è un fatto importante. Ma non c'è una risposta netta alla domanda 'meglio smartworking o tutti in ufficio?', non è un sì o no. Mentre si deve tener conto che oggi il lavoro da remoto deve essere una opzione offerta al lavoratore. Si può pensare magari – suggerisce – a metà giorni in presenza e l'altra meta a casa. Abbiamo bisogno flessibilità per le esigenze psicologiche del lavoratore, ma al contempo anche nel rispetto delle scelte delle aziende". Dal primo aprile "serve un accompagnamento che faccia sì che le persone che rientrano da un lungo smartworking non siano gravate dai cambiamenti che troveranno. Magari questo passo dovrebbe essere preceduto da una valutazione organizzativa delle possibili difficoltà psicologiche individuali che possono intervenire. Quindi il consiglio è di predisporre delle azioni di mitigazione rispetto ad un ritorno in presenza con colleghi magari nuovi", sottolinea quindi all'Adnkronos Salute Franco Amore, psicologo del lavoro dell'Ordine degli psicologi del Lazio.  Ma quali sono gli aspetti positivi dello smartworking? "Chi ci metteva tanto tempo per raggiungere la propria sede di lavoro è contento di non dover passare ore in macchina o sui mezzi pubblici – spiega Amore -. Abbiamo riscontrato che lo smartworking è riuscito a tenere alta la produttività delle aziende anche durante un'emergenza come è stata la pandemia Covid. E poi l'effetto positivo è nella maggior conciliazione del binomio vita-lavoro, perché" il modello smart "permette a chi deve gestire figli e anziani di star loro più vicino. Poi c'è un aspetto interessante. Le aziende – osserva lo psicologo del lavoro – risparmiano sul numero delle postazioni nei propri edifici e consumano meno energia. Un altro aspetto notevole è la flessibilità oraria, che porta anche a ridurre l'inquinamento perché si usano meno le auto. Infine, le persone stanno meglio perché gestiscono il loro tempo e cala lo stress collegato a far coincidere i due mondi, casa e lavoro". Non tutto è oro quello che luccica, però. Ci sono anche aspetti negativi. "Lo smartworking non può essere per tutti – evidenzia Amore – Chi è a contatto con il pubblico, chi deve svolgere una prestazione in presenza, gli operatori sanitari ad esempio, non possono accedervi. Molto dello smartworking è legato alla decisione del singolo dirigente e non solo a livello apicale, mi spiego: ci sono attività che sarebbe utilissimo che fossero fatte da remoto, ma si rientra nella contrattazione tra lavoratore e azienda e quindi rimanda alla decisione. Ebbene, c'è il rischio che, se non c'è una sufficiente definizione di cosa è smartworking, ci sia troppa discrezionalità del manager. Poi c'è il nodo dell'attrezzatura per lavorare da remoto che non deve essere del dipendente, così come la connessione. E poi i limiti orari: spesso si lavora di più, con carichi di stress maggiori che entrano con la commistione tra vita e lavoro perché si è sempre connessi. O può accadere che da remoto non ci sia la giusta interfaccia con gli altri: manca una supervisione, ad esempio".  "Per questo, ora che dal primo aprile in molti rientreranno in azienda, è necessario ritrovare lo spirito di squadra, fare team building con gli altri colleghi, riappropriarsi della socialità sul luogo di lavoro", conclude lo psicologo del lavoro. —[email protected] (Web Info)

Sinner contro Dimitrov, oggi finale Atp Miami: orario, dove vederla

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(Adnkronos) – Si gioca stasera la finale dell'Atp Masters 1000 di Miami tra
Jannik Sinner e Grigor Dimitrov. L'azzurro 22enne, testa di serie numero 2 e terzo giocatore del mondo sfiderà il bulgaro classe 1991 che è a caccia del decimo titolo, il secondo quest'anno dopo quello vinto a Brisbane. Con Sinner, Dimitrov ha ottenuto una vittoria in tre confronti diretti. Il bulgaro si è imposto nel 2020 sulla terra battuta di Roma. Poi ha perso lo scorso anno in due occasioni: prima proprio sul cemento di Miami, poi sul sintetico indoor di Pechino. Jannik Sinner ha travolto in semifinale Daniil Medvedev per 6-1, 6-2 in 1h10'. L'azzurro – che diventerà numero 2 al mondo in caso di titolo a Miami – ha dominato il russo, terzo giocatore del tabellone, in un match senza storia. Rispetto alla finale dell'Australian Open vinta a gennaio al quinto set dopo una straordinaria rimonta, stavolta Sinner ha dettato legge dall'inizio alla fine. Il bulgaro, testa di serie numero 11, in semifinale ha sconfitto in semifinale il tedesco Alex Zverev, numero 4 del tabellone, per 6-4, 6-7 (4-7), 6-4. Per il 32enne, un risultato di assoluto prestigio che vale il ritorno nella top 10 del prossimo ranking dopo un'assenza di 260 settimane, un record. Dimitrov a Miami sta vivendo una seconda giovinezza: dopo il netto successo nei quarti di finale contro lo spagnolo Carlo Alcaraz, ecco la conferma in semifinale contro Zverev in un match tiratissimo. Nonostante il momento di grazia di Dimitrov, i bookie vedono basso il successo di Jannik, offerto tra 1,24 e 1.27 su Snai e Planetwin365. Si gioca a 4 su William Hill, invece, il secondo trofeo Masters 1000 di Dimitrov, dopo il trionfo a Cincinnati del 2017. Anche gli appassionati prevedono la vittoria dell’italiano. Secondo i dati raccolti da Planetwin365, alla vigilia del torneo il 27% degli italiani aveva eletto Jannik campione: percentuale destinata ad alzarsi, considerato che il 71% aveva scelto Alcaraz, poi eliminato proprio da Dimitrov. Per quanto riguarda il set betting di domani, il 2-0 per Sinner è l’ipotesi più accreditata a 1,73, mentre la vittoria in tre set dell’altoatesino vale 3,85; si sale a 7 e 7,50 per il 2-0 e 2-1 di Dimitrov. Il match sarà trasmesso in diretta tv dalle 21.00 su Sky sui canali Sky Sport Uno e Sky Sport Tennis e in streaming su Sky Go e NOW. —[email protected] (Web Info)

Ostaggi Hamas, Netanyahu al centro delle proteste: “Si dimetta”

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(Adnkronos) – Diverse centinaia di persone hanno protestato ieri sera a Caesarea, vicino alla residenza privata di Benjamin Netanyahu, per chiedere le dimissioni del premier israeliano. La manifestazione rientra nelle mobilitazione delle ultime settimane per "aumentare la pressione su di lui e così andare a nuove elezioni", ha spiegato a Times of Israel uno dei partecipanti alla dimostrazione che ha visto tra gli oratori Amos Malka, ex capo del direttorato dell'intelligence militare israeliana.  Malka ha accusato il premier di "aver abbandonato gli ostaggi": "Se le famiglie sapessero quanto è piccolo il divario che Netanyahu si sta rifiutando di colmare, esploderebbero", ha aggiunto riferendosi ai familiari degli israeliani nelle mani di Hamas. Intervistato dal giornale israeliano, Malka, che è uno dei leader del movimento di protesta contro l'attuale governo, ha spiegato che "gli errori che hanno portato al 7 ottobre sono condivisi da molti nella comunità della difesa e dell'establishment, ma quello che è successo dopo" è tutta responsabilità di Netanyahu.  Dimostranti si sono riuniti anche di fronte alla sede del ministero della Difesa a Tel Aviv, sempre chiedendo le dimissioni del governo e la convocazione di nuove elezioni. Sedici persone sono state arrestate, riferiscono i media israeliani. I parenti di una ventina di ostaggi israeliani denunciano intanto la condotta "criminale" di Netanyahu, che è "un ostacolo ad un accordo" con Hamas, e fanno sapere di essere al lavoro per 'cacciare' il premier. Nel corso di una conferenza stampa a Tel Aviv, hanno accusato Netanyahu di prendere decisioni senza consultare il gabinetto: "E' lui l'ostacolo a un accordo". "La sua condotta è inimmaginabile – hanno accusato ancora -. E' criminale. Non abbiamo scelta. Lavoreremo per sostituirlo immediatamente, questo è il modo più veloce per assicurare un accordo". E il padre dell'unico soldato nato negli Stati Uniti e prigioniero di Hamas a Gaza, Omer Neutra, non crede che la priorità del primo ministro israeliano sia la liberazione degli ostaggi. "Sta lavorando (per il ritorno degli ostaggi, ndr), ma la vittoria nella guerra è più importante", ha dichiarato Ronen Neutra alla radio pubblica Kan. "Non abbiamo ricevuto alcun dettaglio sui negoziati. Ha affermato che possediamo asset che Hamas vuole davvero", ha aggiunto dopo che si è tenuto il primo incontro dal 7 ottobre tra Netanyahu e le famiglie dei soldati prigionieri. —internazionale/[email protected] (Web Info)

Ucraina-Russia, Putin firma decreto: arruolamento per 150mila

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(Adnkronos) – Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato il decreto sulla leva primaverile per il servizio militare in Russia. Il documento, pubblicato sul portale ufficiale, a quanto riferisce la Tass, prevede l'arruolamento "dei cittadini russi di età compresa tra i 18 e i 30 anni, non in riserva e idonei alla coscrizione, tra il 1° aprile e il 15 luglio 2024, per un numero di 150.000 persone". Il decreto prevede anche il congedo di soldati, marinai, sergenti e sottufficiali il cui periodo di leva è scaduto.  
L'esercito russo recluta circa 30.000 soldati al mese per la guerra in Ucraina. E' quanto sostiene l'intelligence britannica, secondo cui "la Russia mantiene un significativo vantaggio quantitativo nel conflitto, superando l'Ucraina per munizioni e attrezzature". "È probabile che la Russia stia reclutando circa 30.000 uomini in più al mese e che possa continuare ad assorbire le perdite e a portare avanti attacchi mirati a logorare le forze ucraine", si legge nell'aggiornamento pubblicato su X. Secondo l'intelligence britannica, le forze russe sono state in grado di sfruttare la recente conquista della città orientale di Avdiivka, mantenendo "un'avanzata graduale" a ovest della città. "Alla fine di marzo hanno quasi certamente preso il controllo di due villaggi – Tonenke e Orlivka – e stanno continuando a contenderne altri nella zona". "La Russia – conclude l'intelligence – ha continuato ad attaccare in diversi altri punti della linea del fronte, ma nelle ultime settimane ha fatto pochi progressi".  
La guerra dovrebbe andare incontro ad una nuova fase a partire da maggio, quando potrebbe prendere forma la nuova offensiva della Russia. Putin, dopo la vittoria nelle elezioni presidenziali, ha più volte fatto riferimento alla necessità di creare una 'zona cuscinetto' che nella regione di Kharkiv garantisca maggiore sicurezza ai territori controllati dalla Russia. Negli ultimi giorni, le truppe russe hanno sferrato nuovi attacchi nell'Ucraina orientale, con pesanti combattimenti segnalati intorno alle città di Avdiivka e Bakhmut. Nel suo rapporto quotidiano sulla situazione sul terreno, lo Stato maggiore ucraino ha elencato venerdì scorso 11 parziali avanzate russe in direzione di quattro località. Lungo tutta la linea del fronte, dal sud all'est dell'Ucraina, secondo il rapporto, sono scoppiate complessivamente 48 battaglie. Ci sono inoltre stati attacchi aerei e di artiglieria russi vicino a Kharkiv. E proprio Kharkiv potrebbe essere il nuovo teatro principale della guerra di logoramento, con Mosca che continua a riversare uomini al fronte sostanzialmente incurante delle perdite. La Russia da tempo investe circa un terzo del Pil nel settore della difesa, garantendo il funzionamento costante della macchina militare. Dall'altra parte, serve un impegno di livello adeguato dei paesi occidentali, che – l'Institute for the Study of War (ISW) – devono "compiere passi specifici e immediati. Dovrebbero dare aiuto militare sufficiente e altro supporto richiesto dall'Ucraina per ricominciare a operare sul campo di battaglia". 
L'Occidente dovrebbe anche aiutare l'Ucraina a sfruttare i punti deboli delle forze armate russe, con particolare attenzione alla possibilità di colpire la flotta del Mar Nero. Secondo l'Ucraina, Mosca potrebbe aver perso circa un terzo della sua flotta. "La Russia non può sconfiggere l'Ucraina o l'Occidente – e probabilmente perderà – se l'Occidente mobilita le sue risorse per resistere al Cremlino", la sintesi dell'ISW.  
La Francia consegnerà all'Ucraina centinaia di veicoli corazzati e missili terra-aria. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa francese Sebastien Lecornu in un'intervista a La Tribune Dimanche, spiegando che il capo dell'Eliseo Emmanuel Macron gli ha chiesto di preparare un nuovo pacchetto di aiuti. Verranno inclusi veicoli corazzati vecchi, ma ancora funzionanti, nonché nuovi missili. ''L'esercito ucraino deve difendere una linea del fronte molto lunga, che richiede veicoli blindati; questo è assolutamente fondamentale per la mobilità delle truppe e fa parte delle richieste ucraine", ha affermato Lecornu.  ''Non c’è notte, né giorno in cui il terrorismo russo non cerchi di spezzare le nostre vite. La notte scorsa hanno nuovamente lanciato missili e droni 'Shahed' contro le persone. Ma noi ci difendiamo, resistiamo, il nostro spirito non si arrende e sa che è possibile scongiurare la morte. La vita può prevalere'', ha scritto intanto su 'X' il presidente ucraino Volodymyr Zelensky rivolgendo ''i miei auguri agli ucraini e a tutti i cristiani che celebrano oggi la Pasqua. E' una festa che ci ricorda il potere dello spirito che non permetterà all'oscurità di prevalere''. Zelensky ha aggiunto che ''possano tutte le preghiere per la protezione dal male essere ascoltate oggi. La fede unisca tutti i cuori buoni e rafforzi coloro che difendono la propria casa. E possa la vera pace avvicinarsi per tutta l'Ucraina e per tutte le nazioni che soffrono a causa delle guerre. Trascorrete una serena Pasqua!''. 
Zelensky ha commemorato anche le vittime del massacro di Bucha a due anni dall'espulsione dei russi dalla città e dalla scoperta dei crimini commessi. ''Sono stati commessi oltre novemila crimini di guerra dai russi'', ha detto il leader ucraino ricordando l'uccisone di 1.400 persone nella guerra scatenata da Mosca. "Questa guerra è di importanza globale. Questa è una guerra per il diritto all'esistenza del nostro Stato e allo stesso tempo per il diritto alla vita di ogni persona. Per la dignità per il nostro popolo e per ogni nazione che cerca il proprio destino'', ha dichiarato il leader ucraino.Una missione di osservatori dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani documentò, lo scorso dicembre che 73 civili, 54 uomini, 16 donne e due bambini, sono stati uccisi dai russi a Bucha dal 5 al 30 marzo.  Sono intanto circa 170mila le abitazioni di Odessa, nel sud dell'Ucraina, rimaste senza elettricità dopo la caduta dei frammenti di un drone lanciato dai russi e abbattuto dalla contraerei ucraina su un impianto energetico. Lo hanno dichiarato il governatore dell'oblast di Odessa, Oleh Kiper, e il più grande operatore privato di elettricità dell'Ucraina, Dtek.  L'aeronautica ucraina ha affermato di aver abbattuto nove degli 11 droni di tipo Shahed lanciati dalla Russia durante la notte, nonché nove dei 14 missili da crociera.  ''Kiev era un obiettivo e resta un obiettivo per Putin perché la capitale è il cuore del Paese'', ha detto il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, due anni dopo che le truppe russe si sono ritirate dalle regioni attorno alla capitale ucraina. ''Lo sappiamo e siamo molto più preparati alla possibilità di nuovi attacchi rispetto a due anni fa'', ha dichiarato il primo cittadino al giornale tedesco Bild am Sonntag. ''Se Putin dovesse prendere una simile decisione, allora sarebbe una decisione sanguinosa'', ha precisato. ''E' una guerra santa'', esistenziale e di civiltà quella che le forze armate russe stanno conducendo da oltre due anni contro le forze armate ucraine. E' quanto ha sostenuto il Patriarca Kirill, capo della Chiesa Ortodossa di Mosca e di tutte le Russie, utilizzando il termine 'guerra' per la cosiddetta operazione militare speciale. Si tratta, ha detto il religioso ortodosso, della lotta del popolo russo per la ''liberazione nazionale nella Russia sudoccidentale'', riferendosi all’Ucraina orientale e sudorientale. Ed è santa, questa guerra, perché difende la ''Santa Russia'' e il mondo dall'assalto dell'''Occidente caduto nel satanismo''. Il patriarca ortodosso ha anche fatto una previsione su come terminerà la guerra in Ucraina, ovvero con la Russia che otterrà l'influenza esclusiva su tutto il territorio della moderna Ucraina e con l'esclusione di qualsiasi governo ucraino che il Cremlino ritenga ostile a Mosca.  —internazionale/[email protected] (Web Info)

“Russia sapeva della minaccia Isis”, le responsabilità di Mosca nel dossier degli 007

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(Adnkronos) – I servizi di sicurezza del Cremlino erano a conoscenza della minaccia dell’Isis giorni prima dell'attentato alla Crocus City Hall di Mosca dove sono morte almeno 143 persone. A suggerirlo sarebbero documenti dell’intelligence russa ottenuti da un'organizzazione investigativa con sede nel Regno Unito. Secondo il Dossier Center di Londra, infatti, nei documenti ci sarebbe stata la prova che i tagiki radicalizzati dall’Isis-K – il ramo centroasiatico del gruppo terroristico – avrebbero potuto essere coinvolti in un attacco. Come spiega la Cnn, il Dossier Center è un gruppo investigativo russo sostenuto da Mikhail Khodorkovsky, un ex magnate del petrolio russo in esilio diventato critico del Cremlino. Già in precedenza il centro ha portato alla luce dettagli sul presidente russo Vladimir Putin e il suo regime, spesso utilizzando documenti e fughe di notizie provenienti dall’interno del governo russo. "Pochi giorni prima dell'attacco terroristico, i membri del Consiglio di sicurezza hanno ricevuto l'avvertimento che i cittadini tagiki potevano essere utilizzati in attacchi terroristici sul territorio russo", si legge nell'ultimo rapporto del gruppo pubblicato ieri, in riferimento all'agenzia di sicurezza russa mentre si sottolinea come "anche prima dell'attacco al Crocus, una fonte vicina ai servizi segreti ne aveva parlato al Dossier Center". Come già spiegato dagli Usa, nonostante le relazioni tra Washington e Mosca siano ai minimi storici, anche gli Stati Uniti avevano avvertito la Russia che i militanti dell’Isis stavano pianificando un attacco nel Paese. All’inizio di marzo, l’ambasciata americana aveva infatti avvertito di una crescente minaccia di attacchi terroristici contro la Russia, con la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Adrienne Watson che affermava che gli Stati Uniti avevano condiviso queste informazioni con le autorità russe in base alla politica del “dovere di avvertire”. Ma in un discorso pochi giorni prima dell’attacco, Putin aveva liquidato gli avvertimenti americani come “provocatori”, affermando che “queste azioni assomigliano a un vero e proprio ricatto e all’intenzione di intimidire e destabilizzare la nostra società”. Putin inoltre ha ripetutamente suggerito, senza prove, che l’Ucraina avesse contribuito a orchestrare l’attacco. L’Ucraina ha ripetutamente negato di avere qualsiasi legame con l’attacco. L’ex parlamentare russo Ilya Ponomarev, critico del Cremlino in esilio, ha affermato che le ultime prove pongono seri interrogativi alla leadership russa e alle sue forze di sicurezza. “Vediamo molto chiaramente che Vladimir Putin avrebbe potuto reagire a numerosi avvertimenti”, ha detto alla Cnn. L’Isis-K ha rivendicato la responsabilità di un attacco mortale all’ambasciata russa a Kabul nel 2022. L'anno successivo, secondo il Dossier Center, la polizia tedesca arrestò diverse persone provenienti dal Tagikistan accusate di aver pianificato un attacco alla cattedrale di Colonia. Presunti membri dell'Isis-K sono stati arrestati anche in Kirghizistan, accusati di aver pianificato un attacco contro una chiesa ortodossa. Ebbene, secondo il Dossier Center, le forze dell’ordine russe stavano monitorando tutte queste segnalazioni e "consideravano il rischio" per la Russia. Poi l'attentato alla Crocus City Hall e le accuse a Kiev e all'Occidente. —internazionale/[email protected] (Web Info)

Ecco l’ora legale, lancette avanti di un’ora

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(Adnkronos) – Lancette dell'orologio un'ora avanti alle 2.00 esatte di stanotte. Ecco il ritorno dell'ora legale, con un'ora di sonno in meno per una notte ma, in cambio, un'ora di luce in più a disposizione ogni giorno. L'introduzione dell'ora legale si basa, infatti, proprio sulla volontà di sfruttare meglio la luce solare durante le giornate più lunghe di primavera ed estate e di ridurre il consumo di energia elettrica. Sono anni che si discute sulla necessità di eliminare questo passaggio, dall'ora solare a quella legale e viceversa, che avviene due volte all'anno. Qualche anno fa è stata indetta una petizione su Change.org, la piattaforma gratuita di campagne sociali, con lo scopo di abolire l'ora solare e mantenere quella legale tutto l'anno. Secondo Terna, la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale, durante i sette mesi di ora legale l’Italia risparmierà circa 90 milioni di euro, grazie a un minor consumo di energia elettrica pari a circa 370 milioni di kWh che genererà, inoltre, un rilevante beneficio ambientale, quantificabile nella riduzione di circa 170 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera. Il beneficio economico stimato per il periodo di ora legale nel 2024 è calcolato considerando che il costo del kWh medio per il ‘cliente domestico tipo in tutela’ (secondo i dati dell’Arera) è, attualmente, pari a circa 24,3 centesimi di euro al lordo delle imposte. I circa 370 milioni di kWh di minori consumi di elettricità equivalgono al fabbisogno medio annuo di oltre 150 mila famiglie. Dal 2004 al 2023, secondo l’analisi della società guidata da Giuseppina Di Foggia, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 11,7 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2,2 miliardi di euro. —[email protected] (Web Info)