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Tumori, Barbieri (Ail): “Dopo diagnosi leucemia speranza da ricerca e nuove terapie”

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(Adnkronos) – "La diagnosi di leucemia crea uno sconvolgimento nella vita del paziente fin dal momento della scoperta della malattia. Sapere che la ricerca fa dei progressi, grazie ai quali per la sua malattia c'è una speranza e una qualità di vita maggiore, è il sogno del paziente. Lo scopo di Ail è proprio quello di divulgare ai pazienti tutte quelle che sono le nuove terapie, attraverso i seminari che organizza in giro per l'Italia per incontrare i pazienti". E' il commento di Rosalba Barbieri, vice presidente Associazione italiana contro leucemie linfomi e mieloma, alla notizia dell'ottenuta rimborsabilità di acalabrutinib in compresse per il trattamento della leucemia linfatica cronica, annunciata da AstraZeneca con una conferenza stampa a Milano.  Rispetto alla formulazione in capsule, acalabrutinib in compresse presenta un volume dimezzato ed è quindi più facile da deglutire. La gestione e l'adesione alla terapia diventa così più semplice, a vantaggio dei pazienti trattati, di solito over 70, anche perché il farmaco può essere somministrato con agenti che riducono l'acidità gastrica e può essere assunto con o senza cibo.  "La sinergia tra la sezione Ail e il centro di ematologia è un altro aspetto importante – aggiunge la vice presidente Ail – perché quando Ail ha la possibilità di venire a conoscenza delle innovazioni in campo terapeutico può trasferire questa conoscenza ai pazienti con una certa credibilità. Ail rappresenta infatti un riferimento per il paziente". Al di là delle cure, è particolarmente importante, per la qualità della vita dei pazienti, il sostegno psicologico, che dovrebbe essere disponibile "fin dai primi giorni perché – spiega Barbieri – è quello il momento peggiore, quello della diagnosi. E parlo non solo del paziente, ma anche dei familiari, perché in famiglia ci sarà qualcuno che si dovrà far carico di accompagnare il paziente e aiutarlo nelle terapie. Ail, infatti – evidenzia – porta avanti progetti anche per il supporto psicologico, affinché tutti i centri di ematologia possano avere uno o più psicologi". —[email protected] (Web Info)

Fiamme in casa a San Giuliano Milanese, salvata coppia accumulatori seriali

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(Adnkronos) – I vigili del fuoco di Milano sono intervenuti nella mattinata di oggi per un incendio che si è sviluppato al terzo piano di un edificio ubicato in via Bramante, a San Giuliano Milanese. All'interno dell'appartamento si trovavano un uomo e una donna, rispettivamente di 66 e 62 anni, identificati dai soccorritori come 'accumulatori seriali'. I due sono rimasti illesi.  Sul posto i vigili del fuoco intervenuti con 6 mezzi ed una ventina di uomini. L'immobile era saturo di materiale, cosa che ha reso particolarmente difficoltose le operazioni di soccorso. L'incendio è stato comunque domato e l'edificio è stato messo in sicurezza e completamente evacuato. Ora sono in corso le operazioni di smassamento. Sul posto sono intervenuti anche i sanitari del 118 Areucon un mezzo di coordinamento maxi emergenze, un'automedica, un'auto infermieristica e 2 ambulanze. Dopo l'evacuazione dell'intero edificio, otto piani in tutto, hanno valutato sul posto 32 persone. Tra tutti gli abitanti, una donna di 73 anni è stata accompagnata in codice giallo all'ospedale di San Donato per sintomi da esposizione al fumo. Gli altri sono risultati tutti illesi. —[email protected] (Web Info)

Tumori, ematologo Gaidano: “Acalabrutinib compresse migliora qualità vita pazienti”

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(Adnkronos) – "Grazie agli studi di ricerca molecolare e biologica sulla leucemia linfatica cronica, oggi abbiamo a disposizione farmaci molecolari intelligenti capaci di andare a bersagliare due target specifici, che per questa malattia sono essenzialmente il cosiddetto B cells receptor (Bcr) e il Bcl2. Oggi, e questa è una notizia molto importante, tra gli inibitori del Bcr abbiamo acalabrutinib in una nuova formulazione, molto più maneggevole sia dal punto di vista clinico che per il paziente. La formulazione in compresse di acalabrutinib migliora la qualità di vita dei pazienti perché è più facile da deglutire ed ha meno interazioni con altri farmaci". Lo ha detto Gianluca Gaidano, professore di Malattie del sangue del Dipartimento di Medicina traslazionale dell'Università del Piemonte Orientale, e direttore della Struttura complessa direzione universitaria di Ematologia presso l'azienda ospedaliero-universitaria Maggiore della Carità di Novara, commentando il via libera di Aifa alla rimborsabilità di acalabrutinib in compresse per il trattamento della leucemia linfatica cronica. La notizia è stata annunciata da AstraZeneca in una conferenza stampa a Milano.  "Ricordiamo che la leucemia linfatica cronica è una malattia dell'anziano, quindi il paziente spesso ha una politerapia in atto – precisa Gaidano – e in questo modo noi possiamo davvero garantire al paziente dei risultati di efficacia eccellenti. A 6 anni di trattamento si sono osservati risultati davvero sorprendenti, con il 78% dei pazienti vivi con questa formulazione terapeutica. Questo è quindi un passo avanti importante. Sicuramente siamo davvero grati che sia oggi disponibile per tutte le nostre e i nostri pazienti".  "La leucemia linfatica cronica – spiega l'esperto – è la leucemia più frequente nella popolazione adulta. E' una malattia dei linfociti B, quindi di un tipo specifico di cellule del sistema immunitario, in cui una sola cellula inizia a crescere e crescendo dà origine a tante cellule figlie, tutte caratterizzate da alterazioni molecolari che sostengono la crescita tumorale. E' caratterizzata da un aumento dei linfonodi, da un aumento della fonte dei globuli bianchi e, nelle forme più avanzate, da una riduzione dell'emoglobina che predispone ai sanguinamenti. Un altro aspetto fondamentale – rimarca Gaidano – è la predisposizione alle infezioni, perché il sistema immunitario dei pazienti con questa malattia è meno efficiente". —[email protected] (Web Info)

Caso Salis, Gabriele Marchesi torna libero: per lui nessuna estradizione in Ungheria

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(Adnkronos) – Gabriele Marchesi torna libero. Il 23enne, accusato di aver aggredito tre neonazisti a Budapest l'11 febbraio 2023 insieme alla connazionale Ilaria Salis che da quel giorno è detenuta in un carcere ungherese, non sarà consegnato all’Ungheria. Lo ha deciso la corte d’Appello di Milano – giudici Monica Fagnoni, Stefano Caramellino e Cristina Ravera – in merito al mandato di arresto europeo (emesso a ottobre ed eseguito lo scorso 21 novembre).  Una decisione che arriva al termine della sesta udienza e a poche ore dalla decisione ungherese di lasciare in carcere Ilaria Salis negandole gli arresti domiciliari. Da questo momento Marchesi non è più ai domiciliari, ma è un libero cittadino in Italia.  Le condizioni delle carceri in Ungheria, non aver fornito indicazioni sull’istituto che avrebbe accolto Gabriele Marchesi e la sproporzionalità della pena sono, in sintesi, i motivi che hanno portato i giudici della corte d’appello di Milano a negare la consegna a Budapest del 23enne. "Sono contento", così Gabriele Marchesi dopo la decisione dei giudici che hanno negato la sua consegna all’Ungheria.  —[email protected] (Web Info)

Pact4Future, Shiel (L’Oréal): “Scelte consumatori guidate da valori delle aziende”

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(Adnkronos) – "In un mondo come quello di oggi, in cui la fiducia è molto bassa ma le aspettative sono alte, le persone vogliono capire davvero come e per quale scopo lavorano le aziende. Ed è questo a guidare realmente le scelte che fanno i consumatori". A dirlo è Steven Shiel, special advisor to the chief Ca&e officer di L’Oréal, a margine della penultima delle quattro giornate di 'Pact4Future – il futuro prende forma', il forum internazionale organizzato da Università Bocconi e Corriere della Sera a Milano. (Video) Quella presentata da Shiel è una dinamica che oggi interessa un grande numero di aziende a livello globale. La brand identity delle imprese si sta infatti spostando dai prodotti ai valori ed anche l’attenzione e la fiducia dei consumatori sono sempre più spesso guidate dai valori che contraddistinguono il marchio piuttosto che dai soli prodotti.  Intervenendo nel corso del panel che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Gianmario Verona, presidente di Human Technopole e professore dell'università Bocconi, e Roberto Cingolani, ceo e general manager di Leonardo, Steven Shiel ha presentato la prima campagna corporate del Gruppo leader mondiale nel settore della cosmetica, intitolata 'Sense of purpose': "Un paio d’anni fa L’Oréal ha deciso ripercorrere gli anni di attività per tornare all’essenza di quello che siamo come azienda e sviluppare quello che chiamiamo il nostro 'Sense of purpose', ovvero 'Creare la bellezza che muove il mondo'. E questo è ciò che stiamo cominciando a comunicare ad un ampio ventaglio di stakeholder e anche ai consumatori – spiega Shiel – aiutando così le persone a comprendere chi siamo come azienda, quello in cui crediamo e ciò per cui ci impegniamo".  I valori sono da sempre centrali per L’Oréal e la campagna 'Sense of purpose' è una prova dell’impegno di lunga data del Gruppo nel fornire alle persone non solo prodotti innovativi e di alta qualità, ma anche un nuovo modo di intendere la bellezza e la cura di sé all’insegna della sostenibilità ambientale e sociale e dell’inclusione.  "Grazie alla campagna 'Sense of purpose', presente sia sui social media che sulla stampa e in ogni altro mezzo di comunicazione – conclude Shiel – stiamo aiutando i consumatori ad avere una migliore comprensione di chi siamo e stiamo costruendo con loro un legame ancor più degno di fiducia". —[email protected] (Web Info)

Sanità, Gandolfo (Sirm): “Digitalizzazione aiuta ma il paziente resta al centro”

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(Adnkronos) – "Il patient journey di Fism", il 'viaggio del paziente' che indica il percorso figurativo che il cittadino affronta nel relazionarsi con i servizi sanitari, dal momento della prima interazione con la struttura fino alla dimissione e oltre, con successivi percorsi di assistenza e follow-up, "oggi rappresenta un'importante novità propositiva nell'organizzazione del nostro lavoro. Per noi radiologi la digitalizzazione è una cosa assolutamente normale, siamo stati credo gli antesignani in questo. Lavoriamo con macchine digitali che consentono la trasmissione di immagini, diagnosi dalla radiologia ad altri reparti, da un ospedale ad un altro, lavoriamo in tele-radiologia e teleconsulto. Quindi, questa visione di insieme non può che vederci favorevoli. Tuttavia, il paziente resta sempre al centro". Lo ha detto Nicoletta Gandolfo, presidente eletto della Sirm (Società italiana di radiologia medica e interventistica) 2025-2026, in occasione del '40esimo anniversario della Federazione italiana società medico scientifiche – Verso gli Stati Generali Fism', a Roma.  "Un vero ecosistema digitale – sottolinea – vuol dire mettere in rete tutti gli specialisti con al centro il paziente, con la possibilità di utilizzare dei sistemi e dei linguaggi univoci e non frammentati, con la possibilità di potersi parlare tra ospedale e ospedale nella stessa regione o nella stessa provincia". Un elemento "che oggi purtroppo non ci è sempre consentito per problematiche di privacy, di trattamento dei dati e di trattamento delle aziende. Un grandissimo lavoro andrà fatto con tutti gli attori, ma soprattutto – evidenzia – sarà fondamentale il ruolo del Garante della privacy". —[email protected] (Web Info)

Sanità, Fism: “Mancanza di tempo e risorse ostacoli per linee guida e best practice”

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(Adnkronos) – Complessità metodologica, mancanza di tempo, carenza di risorse economiche, difficoltà a collaborare con altre società scientifiche sembrano essere gli ostacoli più frequenti incontrati dalle società medico-scientifiche nell'elaborazione di linee guida e buone pratiche cliniche. E' quanto emerge dal workshop 'Linee guida, buone pratiche assistenziali', che ha preceduto l'apertura del convegno 'Dalla multidisciplinarietà alla prescrizione unica', prima tappa degli Stati generali per il '40esimo anniversario Fism, Federazione italiana delle società medico-scientifiche' a Roma.  All'incontro – riporta una nota – Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ha illustrato la metodologia per l'elaborazione delle linee guida e best practice ai sensi della legge 24/2017 e degli standard adottati dall'Istituto superiore di sanità, rilevando le barriere che ne rallentano la produzione e l'adozione, ma evidenziando anche valore e limiti delle buone pratiche clinico-assistenziali che potrebbero essere integrate nell'aggiornamento della norma. Nicoletta Gandolfo, presidente eletto della Sirm (Società italiana di radiologia medica e interventistica) 2025-2026, nonché delegata a supporto del Tavolo tecnico per le linee guida presso l'Iss, ha riferito sui lavori in atto da parte della Commissione e sui criteri di priorità che vengono adottati per la scelta della formulazione delle linee guida. Il presidente della Fism, Loreto Gesualdo, ha poi condotto il dibattito tra relatori e partecipanti delle società scientifiche.  Nell'ottica di una collaborazione istituzionale sempre più ampia, Gesualdo e Cartabellotta hanno confermato al presidente dell'Iss Rocco Bellantone, intervenuto alla tavola rotonda su Dm70 e Dm77, che i risultati della survey condotta sulle linee guida e buone pratiche cliniche sarà messa a disposizione dell'Istituto superiore di sanità nell'ottica di una collaborazione istituzionale sempre più ampia. —[email protected] (Web Info)

Epatiti A,B, C ed E: quale è in crescita e quale no, i dati

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(Adnkronos) –
Nel 2023 in Italia sono aumentati leggermente i casi di epatite A, B ed E, mentre sono risultati in calo quelli di epatite C. E' quanto emerge dai dati del bollettino del sistema di sorveglianza Seieva (Sistema epidemiologico integrato delle epatiti virali acute), coordinato dall'Istituto superiore di sanità. Per queste tre forme di epatite, sono stati complessivamente 529 i casi segnalati. Nel dettaglio, per l'epatite A lo scorso sono stati notificati al Seieva 267 casi, con trend in aumento rispetto all'anno precedente. Le Regioni che hanno registrato un numero maggiore di casi sono state Lombardia (55), Toscana (43), Emilia Romagna (29), Marche (28) e Lazio (27). Le fasce d'età maggiormente colpite sono state quelle adulte: 35-54 (25,1% dei casi) e 25-34 anni (19,1%). I casi pediatrici sono stati 45, in lieve aumento rispetto all'anno precedente quando erano stati 37. La maggioranza dei casi si è verificata in donne (59%). I fattori di rischio più frequentemente segnalati sono stati consumo di molluschi crudi o poco cotti contaminati dal virus (nel 35,5% dei casi), viaggi in zone endemiche (31,9%), rapporti sessuali fra uomini (24,6%) e consumo di frutti di bosco (17,4%). Per l'epatite B sono stati segnalati 153 nuovi casi, in lieve aumento rispetto al 2022 quando erano stati 109. Le Regioni che hanno segnalato la maggior parte dei casi sono Emilia Romagna (33), Lombardia (31) e Toscana (21). Più colpite le persone di età compresa fra i 35 e i 54 anni (il 46,4% dei casi rientrava in questa fascia d'età) e la fascia 55-64 anni (24,8%). L'età mediana è di 53 anni (range 17-89). Come negli anni passati, si osserva una maggior percentuale di casi nei maschi (78,4%). I fattori di rischio più frequentemente indicati sono l'esposizione a trattamenti di bellezza quali manicure, piercing e tatuaggi (38% dei casi), le cure odontoiatriche (28,7%) e comportamenti sessuali a rischio (25,2%); l'esposizione nosocomiale (ospedalizzazione, intervento chirurgico, emodialisi o trasfusione di sangue) è riportata dal 19,9% dei casi. Sono stati 51 i nuovi casi di epatite C acuta nel 2023 – riporta ancora l'Iss – 4 in meno di quelli registrati nel 2022. Le Regioni con il maggior numero di casi sono state Lombardia (33,3%), Lazio (25,5%) e Veneto (9,8%). Più colpiti gli uomini (72,5% dei casi) e la fascia d'età 35-54 (52,4%), in linea con le osservazioni degli anni precedenti. Il fattore di rischio di maggiore importanza è stato il ricorso a trattamenti estetici (manicure/pedicure, piercing e tatuaggi), riportato dal 40,4% dei casi, che ha superato per la prima volta negli ultimi anni l'esposizione nosocomiale (29,4%), negli anni scorsi principale fattore di rischio. L'uso di droghe è stato registrato nel 27,1% del campione, il ricorso a trattamenti odontoiatrici nel 23,9%. L'esposizione sessuale (partner sessuali multipli o mancato uso del profilattico in corso di rapporti occasionali) si osserva in 16 persone fra quelle con età superiore ai 15 anni. Per l'epatite E sono stati notificati 58 casi, registrati principalmente in Lazio (20,7%), Lombardia (17,2%), Emilia Romagna (15,5%), Umbria (10,3 %) e Abruzzo (10,3%). Dato che il numero di casi supera lievemente quello di casi con epatite acuta C, la E risulta essere stata nel 2023 la terza causa più frequente in Italia di epatite virale. In linea con quanto osservato negli anni precedenti, l'infezione ha riguardato per lo più soggetti maschi (70,7%) e nel 96,5% dei casi con età maggiore di 34 anni; 20 casi si sono verificati in soggetti anziani ( età maggiore di 64 anni). Quattro dei casi registrati avevano fatto un viaggio in area endemica e in particolare in Costa d'Avorio, India, Malawi e Sudafrica, mentre 54 (93,1%) sono casi autoctoni. Per quanto riguarda i fattori di rischio, più della metà dei casi (53,1%) ha riferito di aver consumato carne di maiale cruda o poco cotta. Il 10,2% ha invece riferito il consumo di carne di cinghiale cruda o poco cotta. Fare più test per l'epatite D per curarla meglio. E' l'indicazione dell'Istituto superiore della sanità, che a questa infezione dedica un focus nel bollettino del sistema di sorveglianza Seieva (Sistema epidemiologico integrato delle epatiti virali acute). Il virus dell'Epatite Delta (Hdv) – si ricorda – è un virus satellite che può coinfettare o sovrainfettare persone colpite anche da epatite B. In Italia, la prevalenza di nei pazienti HBsAg positivi (ovvero con infezione da epatite B) è stimata tra il 4,5% e il 13,0%, e la sovrainfezione con Hdv causa una più rapida progressione nella cirrosi, un aumento significativo del rischio di sviluppo di epatocarcinoma, scompenso epatico, necessità di trapianto e aumento della mortalità. Analizzando i dati provenienti dalla sorveglianza Seieva, l'esecuzione del test per la rilevazione dell'Hdv tra i casi di epatite acuta nonA-nonE o sconosciuta è definito "certamente insufficiente": la percentuale di casi testati rimane al di sotto del 50% durante tutto il periodo di osservazione (1991-2023). In generale, l'andamento della percentuale di testati è altalenante, con valori tra il 40% e il 50% negli anni '90, che negli anni successivi scendono fino a sotto il 30% (indice di una minore attenzione verso la problematica) e solo negli ultimi anni risalgono. La proporzione di soggetti testati per IgM anti-Hdv è passata dal 35,4% nel 2019 al 48,8% nel 2023. Complessivamente, come ci si attendeva, nel periodo compreso fra il 1991 e il 2023 le persone HBsAg positive, tra i casi di epatite acuta nonA-nonE, sono state testate con maggiore frequenza rispetto a quelle negative (42,9% contro 34,5%).  —[email protected] (Web Info)

Costruzioni, focus sulle pavimentazioni continue con Conpaviper al Gic 2024

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(Adnkronos) – Lo stato dell’arte e le principali innovazioni normative e tecniche, destinate a rivoluzionare il panorama delle pavimentazioni continue in Italia. Sarà questo uno dei focus centrali della 5ª edizione del Gic, le Giornate Italiane del Calcestruzzo e degli Inerti da Costruzione e Demolizione/ Italian Concrete Days, l’unica mostra-convegno italiana dedicata specificamente alle macchine, alle attrezzature e alle tecnologie per la filiera del calcestruzzo, alla prefabbricazione, ma anche alla demolizione delle strutture in cemento armato, al trasporto e al riciclaggio degli inerti, alle pavimentazioni continue e ai massetti, in programma nei padiglioni del Piacenza Expo dal 18 al 20 aprile 2024. Grande protagonista, Conpaviper, l’Associazione che rappresenta il settore delle pavimentazioni continue in Italia, che durante la tre giorni piacentina presenterà il nuovo “Codice di Buona Pratica per i pavimenti industriali”, un documento che arriva a 20 anni di distanza dall'ultima edizione e che segna un passo fondamentale verso l’eccellenza e la qualità nel settore.  In aggiunta, verrà presentata la prima edizione del “Codice di Buona Pratica per sottofondi”, insieme al nuovo “Quaderno Tecnico Promozionale per i massetti di supporto”, strumenti indispensabili per professionisti e aziende del settore. Momento clou sarà il convegno “Le regole di buona pratica per i pavimenti industriali”, in programma il 19 aprile (Sala B, dalle ore 10:00), durante il quale esperti e professionisti del settore avranno l’opportunità di conoscere da vicino le nuove direttive e di discuterne l’impatto e le applicazioni. «Per noi di Conpaviper, la presenza alla Gic è più che un’opportunità espositiva: è un momento cruciale di incontro e di dialogo con tutti i protagonisti della filiera. Presentare qui il nostro lavoro significa aprire nuove strade di collaborazione e condivisione di know-how», commenta Enzo Parietti, presidente di Conpaviper.  Anche Giovanni Saba, vicepresidente con delega alle pavimentazioni ad uso industriale, esprime grande soddisfazione: «Il nuovo “Codice di Buona Pratica” per pavimenti industriali è il frutto di tre anni di intensa lavorazione da parte dei nostri comitati tecnici. Siamo orgogliosi di poter condividere un documento così atteso e rilevante, che testimonia l’impegno di Conpaviper per la promozione di standard di qualità sempre più elevati».  Durante l'intera durata della manifestazione, nel proprio stand, Conpaviper distribuirà gratuitamente tutti i documenti tecnici dell’associazione, offrendo una risorsa preziosa per gli operatori del settore alla ricerca di aggiornamenti e linee guida all'avanguardia. ''Sono davvero lieto di aver instaurato una collaborazione con il Conpaviper che – comprendendo l’elevata specializzazione del Gic – ha deciso di presentare in anteprima nazionale il “Codice di Buona Pratica per pavimenti industriali”, e sono certo che saranno moltissimi gli operatori nazionali di quel comparto che non mancheranno a questo importante appuntamento'', sottolinea Fabio Potestà, Direttore della Mediapoint & Exhibitions e Organizzatore del Gic.  —[email protected] (Web Info)

Leucemia linfatica cronica, ok Aifa a rimborso acalabrutinib in compresse

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(Adnkronos) – L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha approvato la rimborsabilità della nuova formulazione in compresse di acalabrutinib per pazienti con leucemia linfatica cronica (Llc) sia di nuova diagnosi sia precedentemente trattati. La dose raccomandata è di 100 mg due volte al giorno (intervallo di dose di 12 ore).  La Llc, la più frequente fra le leucemie negli adulti (30% delle diagnosi) nel mondo occidentale – è stato ricordato durante un media tutorial, oggi a Milano – colpisce ogni anno circa 3mila italiani. Uno dei maggiori ostacoli al trattamento di questi pazienti, che in genere ricevono la diagnosi dopo i 70 anni e spesso presentano una o più comorbidità, è individuare opzioni terapeutiche efficaci e tollerate per la gestione a lungo termine della neoplasia ematologica.  La terapia mirata acalabrutinib in capsule è già stata approvata dall'Aifa nel 2021. Nella nuova formulazione in compresse, acalabrutinib presenta un volume ridotto del 50%, rendendo così più facile la deglutizione. Inoltre può essere somministrato con agenti che riducono l'acidità gastrica, come gli inibitori della pompa protonica, senza comprometterne l'assorbimento, e può essere assunto con o senza cibo. In questo modo, diventa più semplice la gestione e l'adesione alla terapia, a vantaggio dei pazienti trattati. Sono state dimostrate con uno studio clinico la pari efficacia e sicurezza delle due formulazioni e, grazie a questa approvazione, un maggior numero di pazienti potrà beneficiare di acalabrutinib. "Nella leucemia linfatica cronica i linfociti B, che hanno acquisito specifiche alterazioni molecolari e generano una condizione di immunodeficienza che predispone alle infezioni, crescono in numero eccessivo nel sangue, nel midollo osseo e nei tessuti linfatici, che di conseguenza aumentano di volume determinando linfoadenopatie e splenomegalia – spiega Gianluca Gaidano, professore ordinario di Malattie del sangue al Dipartimento di Medicina traslazionale dell'Università del Piemonte Orientale e direttore della Struttura complessa a direzione universitaria di Ematologia dell'Azienda ospedaliero-universitaria Maggiore della Carità di Novara – Aumentando il numero dei linfociti, resta meno spazio a disposizione per i globuli bianchi sani, i globuli rossi e le piastrine, che diminuiscono. Il calo dei globuli rossi determina anemia, mentre, a causa del minor numero di piastrine, il sangue non coagula normalmente, con tendenza a emorragie ed ematomi. La malattia ha un andamento clinico molto eterogeneo: la maggioranza dei pazienti non presenta sintomi, arriva alla diagnosi in seguito a controlli eseguiti per altri motivi e rimane stabile per molto tempo senza necessità di terapia. Possono trascorrere diversi anni prima della comparsa di sintomi evidenti. I trattamenti sono necessari quando i globuli bianchi tendono a crescere molto rapidamente o quando i valori di globuli rossi e piastrine scendono sotto i livelli di allerta. Anche linfonodi o milza molto grandi richiedono un intervento terapeutico".  Oltre ai sintomi, si devono considerare "le conseguenze emotive, sociali e funzionali del convivere con una patologia cronica. Da qui il ruolo sempre più centrale della qualità di vita – sottolinea Rosalba Barbieri, vice presidente Ail, Associazione italiana contro leucemie linfomi e mieloma – Anche coloro che presentano sintomi e che, quindi, richiedono un trattamento, oggi possono condurre una vita normale grazie alle terapie innovative che devono essere effettuate nei centri specializzati di ematologia". Barbieri evidenzia inoltre che "un bisogno e un diritto dei pazienti è l'accesso rapido e uniforme all'innovazione su tutto il territorio nazionale. L'impegno di Ail si concretizza nel sostegno al paziente e ai caregiver in tutto il percorso di cura, a partire dal momento della diagnosi, anche fornendo informazioni sulla patologia".  Il trattamento della Llc, illustra Gaidano, "include diverse opzioni terapeutiche, dagli inibitori di Btk agli inibitori del Bcl2. Inoltre non prevede più la chemioterapia, con vantaggi importanti per i pazienti. Acalabrutinib appartiene alla classe degli inibitori di Btk, che ha rivoluzionato la cura della malattia. Il farmaco ha evidenziato un beneficio significativo in termini di efficacia e tollerabilità a lungo termine, tanto nel trattamento in prima linea quanto nella malattia recidivante o refrattaria". In base ai dati dello studio di fase 3 Elevate-TN, condotto su 535 pazienti non trattati in precedenza – dettaglia una nota – a un follow-up di 6 anni acalabrutinib, in combinazione con un anticorpo monoclonale (obinutuzumab) o in monoterapia, ha dimostrato un miglioramento della sopravvivenza libera da progressione (Pfs) rispetto alla chemio-immunoterapia (obinutuzumab e clorambucile), indipendentemente dalla presenza di caratteristiche genetiche sfavorevoli.  "Nello studio – rimarca Gaidano – i regimi contenenti acalabrutinib hanno migliorato la Pfs rispetto alla chemio-immunoterapia. Con il regime di chemio-immunoterapia si è registrata una mediana di Pfs pari a 27,8 mesi, non raggiunta invece con acalabrutinib in monoterapia o in combinazione con obinutuzumab. A 6 anni di follow-up, il 78% e il 62% dei pazienti trattati rispettivamente con acalabrutinib più obinutuzumab o con acalabrutinib in monoterapia era vivo senza progressione di malattia, rispetto al 17% con la chemio-immunoterapia. Analogamente, con acalabrutinib sono stati registrati tassi di risposta clinica e tassi di risposta completa significativamente più elevati". E nello studio di fase 3 Ascend, condotto su 310 pazienti con Llc recidivante o refrattaria, acalabrutinib ha ridotto il rischio di progressione della malattia o morte del 69% rispetto al braccio di controllo (rituximab combinato con idelalisib o bendamustina).  "Lavoriamo ogni giorno per rendere disponibili trattamenti sempre più mirati, efficaci e con il miglior profilo di tollerabilità possibile – dichiara Paola Morosini, Medical Affairs Head Oncology AstraZeneca – La qualità di vita dei pazienti è una priorità per la ricerca di AstraZeneca. Acalabrutinib è una molecola di nuova generazione, che nasce da anni di ricerca, e ora è disponibile nella formulazione in compresse che, grazie alle innovazioni di cui abbiamo parlato, consentirà a un maggior numero di pazienti di beneficiare di questa terapia. Il nostro ampio programma di sviluppo comprende oltre 25 studi clinici riguardanti monoterapie e terapie di combinazione su diverse forme di tumori ematologici. Il nostro obiettivo è contribuire a migliorare il percorso di cura di pazienti affetti da neoplasie ematologiche, divenendo punto di riferimento in quest’area terapeutica". —[email protected] (Web Info)