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Sanità, Vaia: “La prevenzione è un pilastro del Ssn, con stili di vita corretti -40% tumori’

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(Adnkronos) – "La prevenzione è il pilastro della sostenibilità del sistema sanitario. Il problema è che noi guardiamo tanto, troppo, al finanziamento. Certo dobbiamo finanziarlo. Oggi siamo a 134 miliardi. Possiamo immaginare di arrivare a 152, 250 e così via? No, sicuramente no". Certo "dobbiamo finanziare l'offerta, ma bisogna intervenire sulla domanda, diminuirla, per esempio con la prevenzione. Gli stili di vita corretti riducono del 60% questa domanda. Il 40% delle malattie oncologiche è prevenibile attraverso stili di vita salutari, dati Aiom (Associazione italiana oncologia medica). Ma dobbiamo partire dal prendersi cura della propria vita, partendo dal voler bene a se stessi. Quindi si comincia dall'allattamento al seno che fornisce la prima difesa passiva, gli anticorpi della mamma, e poi si continua con il Calendario della salute", dove "appuntare le date della vita" sanitaria. Accanto agli stili di vita come "il mangiare bene, bere con moderazione, fare attività fisica", per esempio, "tra i 10 ei 15 anni fare la vaccinazione Hpv, maschi e femmine, unica ad oggi utile ad eliminare un tumore", e così via "per gli screening" dove la donna "è più sensibile anche per le campagne di prevenzione dedicate". Lo ha detto Francesco Vaia, direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, nel suo intervento in occasione del '40esimo anniversario della Federazione italiana società medico scientifiche – Verso gli Stati Generali Fism', in corso a Roma oggi e domani.  "Oggi – sottolinea – con il ministero siamo partiti con la 'freccia azzurra'. Dopo la 'freccia rosa' per la donna, quella azzurra è per la prevenzione del tumore alla prostata negli uomini. In questo modo ci si prepara alla vecchiaia. Fino ad oggi abbiamo immaginato la vecchiaia" come sinonimo di "malattia: mi sono fatto vecchio e quindi sono ammalato. Questo paradigma va invertito, dobbiamo allontanare questo stato della morbidità". In questi giorni, aggiunge Vaia, "sto portando avanti il tema dello screening mammografico, da anticipare ai 45 anni e portarlo ai 70 anni per ampliare la fascia della popolazione. Questo espone finanziariamente il ministero e il Governo. Noi finanziamo la prevenzione con il 5% non del Pil, ma dei 134 miliardi del Fondo sanitario nazionale. E' nulla". "La pandemia da Covid ha esacerbato molte patologie, tra cui i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione che sono aumentati del 30%. Per invertire la rotta bisogna innanzitutto finanziare i centri per i disturbi del comportamento alimentare che fanno un grande lavoro, e rendere strutturali questi fondi. Questa è una prima risposta. Il secondo intervento a cui il Governo Meloni sta lavorando è quello di rendere gratuite 16 nuove prestazioni, a partire dall'assistenza psico-terapeutica per chi soffre di questi disturbi alimentari, tra cui l'anoressia. Con i nuovi Lea avremo queste ulteriori 16 prestazioni".  "La prevenzione deve essere vera attrice del cambiamento, perché dà un grande contributo alla sostenibilità del nostro sistema sanitario nazionale, intervenendo sulla domanda. Se noi interveniamo sulla domanda, eliminiamo il 60% delle malattie croniche degenerative. Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo fare in modo che le persone stiano bene, che non si ammalino". In che modo? "Attraverso l'adozione di stili di vita salutari che però non possono solamente essere responsabilità individuale della persona, che deve mangiare bene, seguire la nostra dieta mediterranea, non abusare di alcol, non fumare, svolgere regolarmente attività sportiva. Per la prevenzione oggi la vera sfida è dar vita ad una alleanza tra scuola, famiglia e sistema salute".  "Prendiamo l'esempio delle scuole": oggi "6 istituti su 10 non hanno le palestre – lamenta Vaia – Ecco, devono essere messi in grado di averle per consentire ai nostri ragazzi di fare sport sin da bambini. Non solo. L'alleanza di cui parlo deve coinvolgere anche coloro che amministrano le città, chiamati a curare luoghi della socialità, parchi, spazi per il tempo libero". La prevenzione per il Dg Prevenzione passa anche dal welfare aziendale: "Trascorriamo ogni giorno dalle 10 alle 12 ore nel luogo di lavoro. In questo lungo lasso di tempo – osserva – come possiamo fare prevenzione per combattere ad esempio la sedentarietà? Ci sono dei progetti che stiamo portando avanti con l'Inail, e già in fase avanzata – evidenzia – che hanno come obiettivo il benessere del lavoratore. La prevenzione non può essere solo un'affermazione di principio, ma un fatto concreto. Per questo ovviamente c'è bisogno anche di soldi. E' un investimento che deve andare oltre l'attuale 5% del Fondo sanitario nazionale che oggi viene destinato alla prevenzione". —[email protected] (Web Info)

Gemmato: “Per Aifa Nisticò professionista ottimo e profilo giusto”

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(Adnkronos) – "Robert Giovanni Nisticò è sicuramente un ottimo professionista, un profondo conoscitore del mondo farmaceutico e quindi immagino sia il profilo giusto per condurre un'Aifa finalmente riformata a performare e a rispondere alle esigenze di velocità e di cura che le aziende, ma soprattutto i cittadini, si aspettano". Così all'Adnkronos Salute il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, a margine del '40esimo anniversario della Federazione italiana società medico scientifiche – Verso gli Stati generali Fism', in corso a Roma oggi e domani.  "Per la nomina ufficiale di Nisticò alla presidenza dell'Agenzia italiana del farmaco – aggiunge Gemmato – attendiamo la prossima Conferenza Stato-Regioni, dopo l'indicazione da parte del ministro della Salute Schillaci".  "Insieme a un maggiore finanziamento del Fondo sanitario nazionale pubblico, registro che il governo Meloni porta a 136 miliardi di euro il finanziamento del Fondo sanitario nazionale". Ma "servono nuovi modelli organizzativi. In questo la Fism, e quindi le società medico scientifiche italiane, sostanzialmente si uniscono e danno un grande contributo a quello che può essere il dibattito. Il tema è quello della sostenibilità del nostro Servizio sanitario nazionale. Gli italiani invecchiano, la nostra è fra le popolazioni più longeve al mondo, siamo secondi soltanto al Giappone, per questo dobbiamo rendere sostenibile il nostro Ssn. Come? Investendo maggiormente in prevenzione, come emerso dal convegno della Federazione italiana società medico-scientifiche. Oggi, del Fsn, il 95% viene speso per la cura, soltanto il 5% per la prevenzione. Dovremo invertire questo rapporto in modo da evitare che determinate patologie si conclamino, per migliorare la performance di salute per il cittadino e un risparmio per le casse dello Stato". —[email protected] (Web Info)

Pnrr, Cartabellotta (Gimbe): “Nodo personale e differenze regionali condizionano scadenze”

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(Adnkronos) – "Al 31 dicembre 2023 le scadenze europee sul Pnrr sono state tutte rispettate. Tuttavia, effettuata la 'messa a terra' della Missione Salute, il rispetto delle scadenze successive sarà condizionato soprattutto dalle criticità di attuazione del Dm 77 nei 21 Servizi sanitari regionali, legate sia alle figure chiave del personale sanitario coinvolte nella riorganizzazione dell'assistenza territoriale, sia alle enormi differenze regionali, che rischiano di essere amplificate dall'autonomia differenziata". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Nino Cartabellotta, presidente Fondazione Gimbe, in occasione del '40esimo anniversario della Federazione italiana società medico scientifiche – Verso gli Stati Generali Fism', in corso a Roma oggi e domani.  Innanzitutto, c'è "la gravissima carenza di personale infermieristico: gli ultimi dati relativi al 2021 – ricorda Cartabellotta – documentano un numero di infermieri in Italia pari a 6,2 per 1.000 abitanti, rispetto alla media Ocse di 9,9, con rilevanti differenze tra regioni, che penalizzano prevalentemente quelle del Centro-Sud". Una "carenza" che "stride con il fabbisogno stimato da Agenas per attuare il Dm 77", sottolinea il presidente Gimbe, ossia "un range da 19.450 a 26.850 infermieri di famiglia. In secondo luogo", Cartabellotta evidenzia "il limbo in cui rimangono le modalità di coinvolgimento dei medici di famiglia nelle Case della comunità. Infine, tutte le differenze regionali: l'assistenza domiciliare negli over 65, le performance e i modelli organizzativi dell'assistenza territoriale, la dotazione iniziale di Case della comunità e Ospedali di comunità, l'attuazione del Fascicolo sanitario elettronico". Infine, "l'esigibilità dei nuovi servizi da parte dei cittadini si allontana anche per la rimodulazione al ribasso e lo slittamento di 18 mesi della scadenza per rinnovare le grandi apparecchiature".  —[email protected] (Web Info)

Ucraina, collaborazionisti e omicidi mirati: le rivelazioni dello 007

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(Adnkronos) – "Ufficialmente, non lo ammetteremo. Ma allo stesso tempo, posso offrire alcuni dettagli". Così il generale Vasyl Malyuk, alto ufficiale del Servizio di Sicurezza ucraino Sbu, in un lunga intervista concessa lunedì sera all'emittente Ictv e ripresa oggi dal Kyiv Post, rivela una campagna di omicidi "forse" gestita dall'agenzia di spionaggio nazionale ucraina, che ha portato all'uccisione di più di una dozzina di cittadini ucraini che collaboravano con il Cremlino nei territori occupati dai russi.  Dall'invasione su larga scala da parte della Russia nel febbraio 2022, gli agenti segreti hanno preso di mira "moltissime" persone responsabili di crimini di guerra ed attacchi contro cittadini ucraini ed hanno operato in profondità dietro le linee "nemiche", anche in Russia. Secondo Malyuk, la campagna di omicidi, gestita attraverso reti di agenti segreti e clandestini, ha colpito in primo luogo cittadini ucraini che collaboravano con le autorità di occupazione del Cremlino nell'arrestare e torturare altri ucraini. A seguito dell'intervista, martedì un tribunale di Mosca ha emesso un mandato di arresto per Malyuk con l'accusa di aver partecipato ad "atti terroristici" in violazione della legge della Federazione Russa, rende noto il Kyiv Post.  Nell'intervista, Malyuk offre molti dettagli su molteplici uccisioni e sui presunti processi interni del governo ucraino che le autorizzano.  Tra i bersagli, Malyuk cita l'ucraino Vladlen Tatarsky, propagandista del Cremlino, personalità mediatica, preso di mira a causa del suo servizio militare contro l'esercito ucraino nel 2014-16 e le sue richieste di eliminare gli ucraini come nazione, attraverso un genocidio sponsorizzato dallo stato, se necessario. Una statuetta piena di esplosivo ha ucciso Tatarsky in un caffè di San Pietroburgo il 2 aprile 2023.  Molti altri sono i nomi citati nell'intervista, dove Malyuk non nasconde che il numero di omicidi mirati contro chi collabora con le forze di invasione "è sostanziale ed è probabile che ne avvengano altri". Tra tutti cita anche il tentato omicidio del filosofo e politico russo e stretto alleato di Vladimir Putin, Aleksandr Dugin. Fallito perché il bersaglio il 20 agosto 2022 ha scambiato auto con la figlia, uccisa nell'esplosione di una bomba.  Gli operatori della SBU – ha poi tenuto a far sapere – stanno conducendo anche una campagna contro le raffinerie di petrolio russe utilizzando droni kamikaze a lungo raggio. In circa 10 settimane gli attacchi hanno ridotto la produzione nazionale russa di prodotti petroliferi del 12%.    —internazionale/[email protected] (Web Info)

Gaza, ex ambasciatore Israele Pazner: “Nessun attacco a Rafah durante Ramadan”

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(Adnkronos) – "Durante il Ramadan non entreremo a Rafah". A dirlo all'Adnkronos è Avi Pazner, ex ambasciatore israeliano in Italia. Intervistato, dopo che Washington si è astenuto nella risoluzione Onu per il cessate il fuoco a Gaza, il diplomatico a riposo si dice certo che le tensioni fra Stati Uniti e Israele su Rafah potranno essere superate in una o due settimane. "La questione è come evacuare i civili, non possiamo fare un'offensiva militare quando ci sono un milione e mezzo di civili" spiega.  "Gli Stati Uniti si erano già astenuti un'altra volta nel 2016, ma è la prima volta che accade in questa guerra – nota Pazner -, questo è dovuto alle differenze fra Usa e Israele sulla questione di Rafah. Noi vogliamo continuare l'offensiva per eliminare il controllo di Hamas sulla Striscia di Gaza, è lì che rimane il resto di Hamas, a Rafah ci sono quattro battaglioni di Hamas". Gli Stati Uniti vogliono trovare un'intesa su come evacuare la popolazione civile. Dopo il voto all'Onu, il primo ministro Benyamin Netanyahu ha deciso di non mandare negli Stati Uniti la delegazione che doveva discuterne, ma a Washington c'è il ministro della Difesa Yoav Gallant e lui ne sta parlando. "Sono sicuro – continua l'ex ambasciatore – che arriveremo a un'intesa fra noi e gli americani, ci vorrà una o due settimane, i due partner devono continuare a lavorare insieme. Questa è una difficoltà passeggera". Del resto, il mese sacro islamico di Ramadan "dura ancora dieci giorni, due settimane e durante il Ramadan non entreremo a Rafah – afferma Pazner – C’e tempo per arrivare a un accordo con gli Stati Uniti. La questione è come evacuare i civili da Rafah non possiamo fare una offensiva militare quando ci sono un milione e mezzo di civili".  Non so se si può parlare di "isolamento" di Israele, ma "ci sono molte critiche, come se il mondo avesse dimenticato gli orrori del 7 ottobre, i massacri, gli stupri e tutto ciò che questa organizzazione terroristica ha fatto contro Israele". "Ora si vede solo la risposta israeliana che, sono d’accordo, è molto forte. Però è la risposta che bisogna dare a un gruppo terroristico che continua a minacciare Israele. E’ evidente che, dopo sei mesi di guerra, la gente ne ha dimenticato la causa. Per questo dobbiamo fare la pace", afferma Pazner. "Io credo che alla fine i nostri amici e alleati capiranno che Israele si sta difendendo contro un attacco terroristico e che noi siamo la prima linea di difesa dell’occidente. E' importante che i nostri amici in Europa e negli Stati Uniti continuino a sostenerci", conclude il diplomatico a riposo, sottolineando che, se Hamas potrà rivendicare un successo contro Israele, allora "Daesh, Hamas, la Jihad Islamica potrebbero agire in altre parti del mondo, in Europa". —internazionale/[email protected] (Web Info)

Olitalia lancia Frienn, olio per fritture consigliato dagli chef italiani

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(Adnkronos) – Da Olitalia arriva Frienn l'olio per friggere, testato e consigliato da Apci (Associazione professionale cuochi italiani). Frienn in dialetto campano significa 'friggendo' e il nome è un omaggio alla grande tradizione napoletana dove la frittura è un rituale culinario pressoché quotidiano. La ricetta brevettata di Frienn è una combinazione di olio di semi di girasole alto oleico 100% italiani e antiossidanti che garantisce elevata stabilità alle alte temperature, riduce i cattivi odori e rende il fritto croccante e asciutto. La composizione di Frienn è senza olio di palma ed è stata studiata per valorizzare flavour e texture degli ingredienti, in quanto non trasferisce né colore né sapore ai cibi permettendo di apprezzare a pieno gli ingredienti della grande tradizione italiana. Può essere utilizzato per realizzare fritti dolci e salati, sia in padella che in friggitrice, anche ad aria.  Al centro di un restyling grafico e di un nuovo spot tv, Frienn è caratterizzato da un packaging di colore bianco che ne esalta l’unicità e permette al prodotto di distinguersi a scaffale dagli altri oli da frittura. Frienn ha inoltre un packaging sostenibile in quanto la bottiglia da 1 litro, così come le altre bottiglie della linea Olio di semi di Olitalia, è realizzata con 100% Pet riciclato e riciclabile proveniente da filiera controllata italiana Coripet.  L'azienda ha dedicato una sezione del proprio sito alla 'Frittura da chef', con i 6 'Tips & Tricks' fondamentali per chi vuole realizzare anche a casa una frittura croccante, asciutta, come al ristorante. Molti gli chef della ristorazione italiana che interpretano a loro modo Frienn, rendendolo protagonista dei loro piatti. A partire dai maestri del fritto, come Pasquale Torrente, che ha collaborato con Olitalia allo sviluppo di Frienn, Franco Pepe, uno dei migliori pizzaioli al mondo, che utilizza Frienn per realizzare il suo Assoluto di fritto, e Gino Sorbillo, il pizzaiolo della tradizione con la sua pizza fritta napoletana. Ma anche Francesco Martucci, Diego Vitagliano, la chef Cristina Lunardini, conosciuta dal pubblico italiano come la 'zia Cri', e lo chef Corrado Amato di Apci, che utilizza Frienn per il suo Tortello fritto.  —[email protected] (Web Info)

Messi si sbilancia: “Ritiro dal calcio? Ecco quando succederà”

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(Adnkronos) –
Lionel Messi parla del suo ritiro dal calcio. "So che lo sentirò, me ne accorgerò quando non riuscirò ad aiutare più i miei compagni in campo. Sono molto autocritico, so quando sto bene, quando sto male, quando gioco bene e quando gioco male. Se farò bene, proverò a continuare perché è giocare a calcio è ciò che amo", ha detto il fuoriclasse argentino.  "Quando sentirò che sarà il momento di fare questo passo, lo farò senza pensare alla mia età -aggiunge l'attaccante dell'Inter Miami e della Nazionale albiceleste al podcast 'Big Time'-. Oggi mi prendo ancora molta cura di me stesso. Mi riposo e mangio bene. Lo faccio sempre di più nel corso degli anni, anche perché ora il calcio è più fisico e giochiamo più partite. Non ho una routine particolare, solo quella classica di tutti i giocatori professionisti". Il 36enne argentino parla anche del suo addio al Barcellona nel 2021. "È stato difficile cambiare quando sono andato al Psg, perché stavo molto bene al Barcellona e pensavo che sarei rimasto lì. Non ero pronto a partire, è successo tutto molto velocemente, ho dovuto ricostruirmi la vita da un giorno all'altro. Ho conosciuto un altro campionato, un altro club, un nuovo spogliatoio. È stato un cambiamento che non stavamo cercando ed è per questo che all'inizio è stato difficile". —[email protected] (Web Info)

Digiuno intermittente, l’esperto Iss: “Non serve a dimagrire e non è per tutti”

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(Adnkronos) – No alle esasperazioni tra favorevoli e contrari al digiuno intermittente. Meglio attenersi alla scienza a partire dal fatto che questo regime alimentare "non serve per il controllo del peso. Per coloro che lo studiano, questo metodo – che prevede di mangiare solo in finestre di 6 o 8 ore al giorno e poi digiunare le restanti ore – serve per azzerare il metabolismo. Questa 'disintossicazione' dà una risposta al mangiare troppo, tipica della nostra epoca nelle società occidentali". Marco Silano, direttore del Dipartimento di malattie cardiovascolari, endocrine-metaboliche e dell'invecchiamento dell'Istituto superiore di sanità, interpellato dall'Adnkronos Salute fa chiarezza sul digiuno intermittente che ha sempre più 'tifosi' e sostenitori 'Vip', nonostante i dubbi su un utilizzo indiscriminato suggerito, per esempio, da un recente studio che indica un maggior rischio di morte cardiovascolare fra chi lo adotta.  Con l'azzeramento del metabolismo che si ottiene con questo metodo, precisa Silano, "si riesce ad abbassare, quasi annullandoli, i fattori molecolari che inducono la produzione di insulina, l'ormone che 'dice' al nostro organismo di trasformare il cibo che introduciamo in massa magra e, se poi questa è completa, in massa grassa". In qualche maniera, digiunando, "si mette il 'contachilometri' a zero e poi si riparte. In questo modo i danni di un'alimentazione sbagliata sono mitigati". Ma come qualsiasi tipo di regime alimentare, anche il digiuno "non deve assolutamente basarsi sul 'fai da te'. Va adottato solo dopo aver consultato il medico", raccomanda l'esperto. "Non è per tutti – puntualizza – e vanno valutate eventuali condizioni di esclusione, in particolare la salute di cuore e reni".  Inoltre, non è consigliabile protrarre a lungo questi regimi. Sul piano scientifico "non abbiamo dati a medio e lungo termine su quanto un ciclo di digiuno può essere ripetuto, anche perché gli studi in merito sono relativamente recenti sull'uomo. Abbiamo dati, relativi al digiuno, sugli organismi unicellulari, sugli animali più semplici, come alcuni vermi", aggiunge Silano, sottolineando che il "nostro metabolismo oggi soffre perché, alle nostre latitudini, mangiamo troppo. Un'alternativa più che valida a questi schemi di digiuno, spesso anche abbastanza complicati e difficili da seguire, è semplicemente mangiare di meno – suggerisce -, riducendo le quantità di cibo di ogni pasto. Il problema reale è che attualmente mangiamo troppo, troppe calorie, troppi zuccheri raffinati, troppi alimenti processati. Invece di ricorrere a queste forme complicate ed eccessive, i cui effetti a lungo termine non sono stati ancora studiati, si può semplicemente muoversi di più e mangiare meno tutti i giorni".  —[email protected] (Web Info)

Codice della strada, mail bombing al Senato contro il ddl

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(Adnkronos) – Mail bombing al Senato contro il ddl sul codice della strada approvato oggi alla Camera e che passerà ora all'esame di Palazzo Madama. Nel testo della mail, promosso dal coordinamento di varie associazione tra cui Cickilisti, Vittime della strada, Legambiente , si legge: "Onorevole Presidente, onorevoli Senatori e Senatrici, siete ancora in tempo per salvarmi la vita. La Camera dei deputati ha approvato una proposta di Nuovo Codice della Strada che complessivamente renderà le nostre strade ancora più pericolose, ma ora tocca a voi valutare come procedere". "Ci sono oltre 3.000 persone all’anno che perdono la vita sulla strada in Italia.
I loro familiari, trasformando con grande coraggio un dolore personale in un impegno per tutta la comunità, vi stanno supplicando di fermarvi" chiedendo di "accogliere le proposte che vengono e che verranno dalle associazioni di familiari vittime sulla strada, recependole nella riforma del codice che presto avrete la possibilità e responsabilità di discutere in Senato. Il Ministro e la Camera le hanno ‘ascoltate’, certo, solo che poi non hanno accolto nessuna delle loro proposte per modificare gli aspetti più critici del disegno di legge e introdurre le norme necessarie per una reale sicurezza stradale". I promotori fanno sapere che oltre 1000 mail sono state inviate agli indirizzi di posta elettronica del Senato in meno di un'ora.  —[email protected] (Web Info)

Gratteri: “Test psicoattitudinali per magistrati? Allora anche per chi governa”

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(Adnkronos) – "Se vogliamo farli, i test psicoattitudinali dovrebbero essere fatti sui magistrati ma anche per tutti i settori apicali della pubblica amministrazione, per chi ha responsabilità di governo e per chi si occupa della gestione della cosa pubblica". A dirlo è il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, durante la conferenza stampa sugli arresti di sei persone accusate di aver preso parte agli omicidi dell'innocente Giulio Giaccio, rapito, ucciso e sciolto nell'acido il 30 luglio 2000, e di Pasquale Manna, ammazzato a Ponticelli un anno fa nell'ambito di un regolamento interno al clan Veneruso-Rea della periferia est di Napoli.  "Dato che ci troviamo – ha aggiunto Gratteri – dovremmo fare anche narcotest e alcool test, poiché chi è sotto l'effetto di droghe e alcool può fare ragionamenti alterati e può essere sotto ricatto". Nel corso dell'incontro con la stampa, indetta nella sala Beatrice della Procura di Napoli, il procuratore Nicola Gratteri ha risposto anche alle domande sul presunto scontro con il cantante Geolier. "Non si è fatto il nome di nessuno, Gratteri non è contro nessuno – ha detto il procuratore – ho solo risposto ad una domanda del padre di uno studente".  Ha poi aggiunto che "io ho 66 anni e non si invita una persona così, c'è modo e metodo" parlando dell'invito avanzato dal rettore dell'Università Federico II di Napoli, Matteo Lorito, attraverso i giornali proprio in occasione dell'incontro con Geolier. "Il padre di uno studente – ha spiegato il procuratore – mi ha chiesto cosa pensassi dei rapper invitati all'università e io ho mostrato disappunto in relazione a coloro che nei video inneggiano a violenza, mafie e droga. Non si è fatto il nome di nessuno, la stampa ha parlato di scontro, ma Gratteri non è contro nessuno". —[email protected] (Web Info)