(Adnkronos) –
La forte opposizione degli Stati Uniti all'annunciata operazione militare israeliana a Rafah, ''fondamentale'' secondo Benjamin Netanyahu per eliminare Hamas, ma ad alto rischio per più di un milione di sfollati dal nord di Gaza che hanno trovato riparo nella città meridionale. La catastrofica situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, esasperata dai paletti posti da Israele all'ingresso degli aiuti umanitari e all'operatività dell'Unrwa, l'Agenzia dell'Onu che si occupa di assistere i rifugiati palestinesi. E poi, ancora, l'annuncio israeliano di voler costruire nuovi insediamenti in Cisgiordania, con il piano più grande dal 1993, dato tra l'altro proprio mentre il Segretario di Stato americano Antony Blinken era in visita in Israele e letto come una assoluta mancanza di rispetto. Sarebbero questi, scrive il Washington Post, i tre elementi chiave che hanno portato a un deterioramento dei rapporti tra Stati Uniti e Israele. O meglio, che hanno trasformato in ''un abisso'' quella che era una spaccatura sempre più profonda tra il presidente americano Joe Biden e il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Nella pratica, questo ''allontanamento chiaro degli Stati Uniti'', come ha scritto l'ufficio del premier israeliano in una nota, si è tradotto nell'astensione Usa, ovvero nella mancanza di veto sulla nuova risoluzione presentata al Consiglio di sicurezza Onu sul cessate il fuoco a Gaza. E che, proprio per la posizione americana dopo tre precedenti veti su altrettante risoluzioni, è stata approvata. Non senza un lavoro preliminare, dato che Washington è riuscita a far togliere il termine ''permanente'' dal cessate il fuoco richiesto, facendo così approvare un ''cessate il fuoco immediato'' fino alla fine del Ramadan. E chiedendo, allo stesso tempo, ''il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, nonché la garanzia di accesso umanitario'' nella Striscia di Gaza. Il presidente americano ''Biden ha fatto tutto quello che poteva per mesi per evitare uno scontro in pubblico'', ha spiegato al Washington Post Frank Lowenstein, un ex funzionario del Dipartimento di Stato Usa che ha contribuito a condurre i negoziati israelo-palestinesi nel 2014. Ma la posizione americana al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, già anticipata dagli Usa a Israele durante i colloqui del fine settimana, ''riflette un cambiamento molto serio nella posizione della Casa Bianca su come gestire gli israeliani durante il resto di questa guerra'', prosegue Lowenstein, secondo cui o ''gli israeliani faranno più attenzione adesso, oppure probabilmente gli Stati Uniti andranno avanti su questa strada''.
Nel fine settimana c'è stata un'altra prova di forza tra Biden e Netanyahu. Quest'ultimo ha deciso di impedire all'Unrwa di consegnare aiuti umanitari alla popolazione del nord della Striscia di Gaza. E le pressioni degli Stati Uniti non sono riuscite a convincere il premier israeliano a favorire il transito dei camion di aiuti dentro e attraverso la Striscia di Gaza. Tanto che Biden, alla fine, ha ordinato ai militari americani di lanciare aiuti alla popolazione dall'aria e di avviare le procedure per la costruzione di un molo galleggiante al largo della costa dell'enclave per consegnare aiuti via mare. L'Amministrazione Biden, inoltre, è ''molto irritata dalle azioni aggressive di Israele e dei coloni in Cisgiordania'', sottolinea il Washington Post. Tanto che funzionari della Casa Bianca hanno riferito a Israele che la costruzione di nuovi insediamenti, illegali, radicalizzerebbe ulteriormente la popolazione palestinese allontanando la soluzione a due Stati. Ma se le relazioni tra Stati Uniti e Israele potrebbero comunque resistere agli ultimi screzi, compresa la decisione di ritirare la delegazione israeliana in visita alla Casa Bianca, a essere ''particolarmente tesi sono i rapporti personali tra Biden e Netanyahu'', come spiega Mara Rudman, ex inviata per il Medio Oriente durante l'Amministrazione Obama. ''Le relazioni geopolitiche, così come anche le relazioni personali, attraversano momenti difficili, succede anche nei matrimoni migliori'', ha detto, sottolineando che ''gli Stati Uniti e Israele si trovano in questa situazione adesso''. Rapporti con certo idilliaci con l'Amministrazione Usa, Netanyahu li aveva già avuti ai tempi di Barack Obama. La goccia che ha fatto traboccare il vaso era stata, anche quella volta, una risoluzione al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Allora Gaza non c'entrava, ma gli insediamenti sì. In particolare, alla fine del 2016 gli Stati Uniti si sono astenuti dal votare una risoluzione che condannava gli insediamenti israeliani. Inoltre l'anno precedente Netanyahu si era recato al Congresso Usa per tenere un discorso e qui aveva criticato l'accordo sul nucleare che Obama aveva proposto all'Iran. Una violazione del protocollo che aveva lasciato i funzionari della Casa Bianca a bocca aperta. Si pensava che con Biden sarebbe stato diverso e così è sembrato all'inizio, ma ora è molto forte la pressione internazionale e di politica interna perché rompa i rapporti con Netanyahu e il suo governo di estrema destra. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Gaza, Usa si allontanano da Israele: i 3 punti critici
Europee, Picierno: “Il voto dei ragazzi rafforza la democrazia e il futuro”
(Adnkronos) – Alle elezioni europee “usa il tuo voto che il Parlamento europeo ha messo in campo, convintamente, in questi mesi. Non è semplicemente un atto dovuto. È il cuore della nostra scommessa. Perché più cittadine e più cittadini andranno a votare, più forte sarà l'Europa e più forti saranno i diritti civili, i diritti sociali, l'uguaglianza, la nostra democrazia, le nostre democrazie”. Lo ha detto Pina Picierno, vice presidente del Parlamento europeo e responsabile per la Comunicazione istituzionale, intervenendo all’evento ‘Giovani Sogni, costruire il futuro tra Napoli e l’Europa’, che si è svolto questa mattina all’Università Federico II di Napoli, organizzato dal Parlamento europeo in Italia e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea, insieme con Consiglio nazionale giovani e Agenzia italiana per la Gioventù, che si inserisce nel quadro della campagna istituzionale ‘Usa il tuo voto’ del Parlamento europeo volta a sensibilizzare i cittadini e soprattutto i giovani all’importanza di partecipare alle elezioni europee di giugno. “I vostri volti affamati di futuro – continua la vice presidente del Parlamento Ue – mi hanno ricordato una vecchia foto che arriva da Ventotene in cui si vedono i nostri padri fondatori, le nostre madri fondatrici: anche loro erano giovani. Pensavano al presente, al loro presente, perché progettavano il futuro.Quel futuro che noi oggi stiamo abitando e che si chiama Europa”. Commentando un’altra foto simile, quella dei ragazzi ucraini ai tempi di Euromaidan, prima “della guerra criminale, dell'invasione di Putin”, Picierno ricorda che questi giovani “chiedevano di essere parte della nostra Unione perché avevano compreso che un futuro insieme è un futuro più forte ed è un futuro più libero” che però inizia già oggi, ha ricordato la vicepresidente del Parlamento europeo, “con le nuove idee, le nuove energie e prospettive di cui noi abbiamo davvero tanto, tanto bisogno. Anche per questo – rimarca Picierno – occorre votare. Non lasciate il potere di decidere del mondo che verrà a chi preferisce decidere giocando a dadi con il vostro futuro. Non pensate mai che nulla possa cambiare. Non abbiate paura di mescolarvi, di partecipare. Non abbiate paura di essere i militanti del vostro futuro. Perché la democrazia non è davvero mai qualcosa di acquisito”. Le dittature, “i regimi illiberali, nella loro escalation che conosciamo, che è consolidata hanno sempre tre fasi: la prima – illustra la vice presidente del Parlamento Ue – è svuotare l'utilità di Parlamento; attaccare le donne, le minoranze etniche, politiche, religiose e poi, rendere il voto una casta. Un processo di involuzione che noi abbiamo visto maturare, lo hanno raccontato in queste settimane, i telegiornali, i giornalisti, lo abbiamo visto nella Russia di Putin. Non possiamo sentire questo come qualcosa che non ci appartiene, che non ci riguarda. Il virus dell'autoritarismo è presente”. Citando ‘Il tramonto della democrazia’ di Anne Applebaum, e invitando a leggerlo, la Picierno ricorda che “l'autoritarismo fa presa semplicemente su chi non tollera la complessità. E in questo non c'è assolutamente nulla di intrinsecamente di sinistra o di destra. È un istinto antipluralista che induce a diffidare di coloro che la pensano diversamente e crea un'allergia per i dibattiti accesi. La nostra democrazia, che è la cosa più bella, più preziosa che abbiamo, è nata dalla resistenza al nazifascismo, dall'incontro politico e intellettuale di diversità ideologiche, che hanno sempre avuto come orizzonte a qui guardare il bene comune”. L'Europa “nasce per questo, per essere la parte migliore della storia, per essere dalla parte dei ragazzi che non ce la fanno a tirare fuori i loro talenti. Possiamo insieme cambiare le cose, essere dunque strumento di progresso. Ed è per questo, che il vostro voto conta. Questo – conclude – è lo strumento davvero più importante e più prezioso che ognuno di voi custodisce nelle proprie mani per essere, insieme a tutti noi, i protagonisti del tempo che verrà”. —[email protected] (Web Info)
Farmaceutica, Reina (J&J): “Puntiamo su competenze tecnologiche e parità di genere”
(Adnkronos) – "Digitalizzazione e nuove tecnologie stanno influenzando il modo in cui guardiamo i candidati e per questo ci rivolgiamo anche a settori molto diversi dal passato oltre quello medicale. Inoltre, ci sono oggi richieste anche delle competenze sempre più specializzate dovute al bisogno di cogliere le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dalla robotica nell'ambito della salute". Ma sono importanti anche "soft skill legate all'agilità mentale, al problem solving". Inoltre, "abbiamo a mente che per attrarre le nuove generazioni è importante guardare anche ai bisogni dei candidati, come per esempio il lavoro agile, i programmi di work-life balance: cose che in J&J sono già parte integrante della nostra realtà". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Tiziana Reina, direttore HR J&J MedTech Italia and One HR IGI, oggi all'Università La Sapienza di Roma in occasione dell'evento promosso dalla Fondazione J&J a chiusura della seconda edizione del progetto Health4U, Stem University Johnson & Johnson Bootcamp. "Sicuramente – osserva Reina – esiste ancora un gap nei profili Stem", cioè delle materie scientifiche (science, technology, engineering, mathematics), "ma nell'ultimo periodo vediamo che questo gap si sta andando a colmare. Nello specifico, in J&J MedTech ci sono soprattutto alcune divisioni dove questi profili, soprattutto gli ingegneri biotecnologici, per esempio, sono molto ricercati e dove vedo un incremento costante di donne che ci seguono e quindi si uniscono a noi in J&J". Come azienda, per facilitare l'equilibrio tra i generi "lavoriamo su programmi di sensibilizzazione interna che possano valorizzare e creare anche dei percorsi di carriera accelerati per profili Stem sia maschili che femminili – sottolinea Reina – In J&J siamo da sempre impegnati anche per l'inclusione e la valorizzazione delle diversità. Per esempio, siamo molto orgogliosi di aver ottenuto di recente la certificazione per la parità di genere che sancisce ulteriormente l'impegno di J&J MedTech Italia nei confronti delle donne, della loro accelerazione di carriera e di questo balance". Tornando sui profili più ricercati, il capo delle risorse umane di J&J MedTech chiarisce: "Bisogna lavorare tanto su figure che conoscano e sappiano operare bene con i dati, quindi tutta la parte dell'artificial intelligence, data science, questo diventa fondamentale. Poi, è sempre più importante per noi l'attenzione al paziente, quindi tutti quei profili che lavorano sulla centralità del paziente sono fondamentali". —[email protected] (Web Info)
Fischetto(J&J): “Partnership università industria per formazione giovani”
(Adnkronos) – "Sicuramente la partnership tra aziende e università è fondamentale perché l'università, di fronte alle sfide generate dalla transizione digitale e dall'innovazione anche nel mondo della salute, dovrà continuare a creare le competenze necessarie ad affrontare queste sfide trasformandole in opportunità. L'industria dovrà invece indicare quali sono queste competenze e continuare a collaborare per sviluppare programmi di formazione congiunti, trasferendo l'esigenza di un'università nel mondo del lavoro". Così all'Adnkronos Salute Gabriele Fischetto, presidente della Fondazione J&J e amministratore delegato Johnson & Johnson MedTech, oggi all'Università La Sapienza di Roma in occasione dell'evento di chiusura della seconda edizione del progetto formativo Health4U Stem University Johnson & Johnson Bootcamp. "La Fondazione Johnson & Johnson – spiega Fischetto – nasce 23 anni fa per volere delle consociate J&J, e sostiene progetti dedicati al sociale e alla comunità. In questi 23 anni abbiamo supportato più di 400 progetti e interagito con oltre 240 tra associazioni e comunità. Ci occupiamo di salute mentale, di salute della donna e del bambino, di formazione nel campo della gestione sanitaria e di innovazione. Collaboriamo con l'università ed è per questo che siamo qui oggi alla Sapienza di Roma". "Crediamo sia fondamentale l'incontro tra l'industria e l'università – aggiunge – Quest'anno quasi 200 studenti hanno incontrato degli esperti, dei professionisti della nostra realtà industriale che li hanno avvicinati al mondo del lavoro, al mondo del lavoro nel comparto salute. E' un mondo che vive delle sfide. Sfide enormi, se pensiamo per esempio alla digitalizzazione della sanità e di tutto ciò che riguarda la salute: rimanere al passo con i progressi offerti dalla tecnologia sarà indispensabile e da integrare con il ruolo delle relazioni umane come punto centrale dei percorsi di cura". Un mondo che "offre delle opportunità, ma stiamo notando che abbiamo sempre meno giovani. Questo incontro – conclude Fischetto – per noi è fondamentale per riuscire ad attrarre, ad interessare i giovani laureati o i laureandi affinché possano intraprendere una carriera". —[email protected] (Web Info)
Salute del futuro tra sfide e opportunità professionali, convegno alla Sapienza
(Adnkronos) – Immaginare la sanità del futuro con le opportunità e professionalità che si possono aprire grazie all'innovazione e alla transizione digitale nel mondo della salute. E' il fil rouge del convegno 'Le sfide del mondo della Salute del futuro – prospettive e scenari: il ruolo dell'Università e dell'Industria', che si è tenuto questa mattina all'Università La Sapienza di Roma. Un appuntamento che chiude l'edizione 2024 di 'Health4U Stem University J&J Bootcamp', il progetto di formazione sostenuto dalla Fondazione J&J insieme all'ateneo romano, rivolto alle studentesse e agli studenti che hanno scelto una Facoltà in area Stem (chimica, medicina, biologia) per mostrare reali aspetti e applicazioni del mondo industriale J&J. Durante il corso, i referenti di Johnson & Johnson hanno presentato i ruoli aziendali e le professioni nel mondo dell'healthcare caratterizzato dalla digital transformation. La tavola rotonda – alla quale hanno preso parte Alberto Pastore, pro rettore al Placement, Scouting, Fundraising e Incubazione d'impresa; Domenico Alvaro, preside della Facoltà di Medicina e Odontoiatria; Gabriele Fischetto, presidente Fondazione J&J e amministratore delegato Johnson & Johnson MedTech, e Tiziana Reina, direttrice HR Johnson & Johnson MedTech and One HR IGI – ha fatto il punto proprio sulle professioni sanitarie e sulle nuove professionalità rese necessarie dall'introduzione dell'innovazione nel sistema sanitario in particolare quale sarà la sanità del futuro e quali le professioni più richieste. In una società che invecchia sempre di più e in cui si registra una forte carenza di personale medico sanitario (nei prossimi anni si prevede mancheranno circa 65.000 infermieri e 20.000 medici nel Servizio sanitario nazionale) – è emerso dall'incontro – è forte la necessità di rimanere al passo con i progressi tecnologici, ormai sempre più indispensabile per valorizzare al massimo il contributo della tecnologia in un ambito, quello della salute, che vede le relazioni umane come un punto centrale dei percorsi di cura. La convergenza uomo-tecnologia sarà dunque fondamentale per delineare un futuro di eccellenza del sistema sanitario grazie ai più recenti sviluppi della digitalizzazione della sanità come l'intelligenza artificiale, le stampanti 3D, la realtà virtuale e aumentata, la nanotecnologia e la robotica. —[email protected] (Web Info)
Influenza, colpo di coda di fine marzo: i rischi secondo i medici
(Adnkronos) –
Piccolo 'colpo di coda' dell'influenza, anche tra le persone fragili che si sono vaccinate all'inizio stagione "e che ora hanno una copertura vaccinale in calo. E' l'effetto del prolungamento, nel tempo, dell'epidemia influenzale. Di questi tempi normalmente è il clima che ci aiuta a tenere lontani i malanni stagionali, ma questi cambi repentini di temperature stanno favorendo di più i virus che noi umani". Così all'Adnkronos Salute Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg). Negli studi dei medici di famiglia, riferisce, "registriamo un nuovo aumento di chiamate per malattie respiratorie di tipo virale, tra cui l'influenza. Il rischio è il coinvolgimento dei più fragili, anche vaccinati, per la caduta della copertura immunitaria, fisiologica dopo un certo periodo. Normalmente, comunque, la vaccinazione 'regge' fino a marzo perché poi ci affidiamo alla bella stagione. Quest'anno vediamo una durata lunga". Per Scotti, oltre all'infezione e ai suoi rischi, per chi si ammala quando la copertura vaccinale si riduce c'è un altro pericolo da affrontare. "I pazienti in questo caso mi dicono: 'Mi sono ammalato anche se ero vaccinato, quindi inutile farlo'. Convincerli a vaccinarsi l'anno successivo diventa più difficile". "Dall'inizio della stagione, i virus influenzali di tipo A risultano largamente prevalenti (94%) rispetto ai virus di tipo B e appartengono per la maggior parte al sottotipo H1N1pdm09" spiegano nei bollettini. Tra i campioni risultati positivi da inizio sorveglianza, il 19% è positivo per Sars-CoV-2, il 17% per Rsv (virus respiratorio sinciziale), il 35% per influenza A e il 10% per Rhinovirus, mentre i rimanenti sono risultati positivi per altri virus respiratori. Tra i campioni analizzati gli ultimi 7 giorni in esame, il 3,7% è risultato positivo per Rsv, lo 0,7% per Sars-CoV-2 e i rimanenti per altri virus respiratori tra cui Rhinovirus, Metapneumovirus, Coronavirus umani diversi da quello di Covid, Adenovirus, virus parainfluenzali e Bocavirus. —[email protected] (Web Info)
Sinner in campo col campione di tennis in carrozzina – Video
(Adnkronos) – Jannik Sinner in campo con Alfie Hewett, numero 1 del tennis in carrozzina. L'azzurro, impegnato nell'Atp Masters 1000 di Miami, si cimenta in qualche scambio con la stella del wheelchair tennis. Hewett, 27 anni, in carriera ha vinto 8 titoli dello Slam in singolare e 19 in doppio. —[email protected] (Web Info)
Malattie rare, Specchio (Bambino Gesù): “Ricerca e approccio multidisciplinare fondamentali”
(Adnkronos) – “L'approccio clinico alle malattie rare è un approccio olistico, complesso che deve considerare una serie di aspetti. I malati rari hanno una serie di comorbidità, di condizioni associate. Ad esempio, un paziente con una malattia neurologica o con un'epilessia rara, soprattutto in età pediatrica, ha anche una disabilità cognitiva e motoria. Pertanto, l'approccio clinico deve essere multidisciplinare: più specialisti della salute intorno al singolo paziente e alla famiglia possono offrire un servizio efficiente e di qualità che tenda a migliorare la qualità di vita del paziente. Il successivo aspetto è relativo alla diagnostica, come migliorare la qualità della vita e l'approccio terapeutico. Fondamentale la diagnosi precoce che consente di raggiungere un trattamento personalizzato”. Lo ha detto Nicola Specchio, responsabile Uoc Neurologia dell’epilessia e disturbi del movimento e direttore Unità di ricerca in malattie neurologiche e neurochirurgiche dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, in occasione dell'evento Adnkronos Q&A 'Salute e sanità, una sfida condivisa', oggi a Roma. "Altro punto fondamentale da considerare quando si parla di multidisciplinarietà e quando si parla di approccio alle malattie neurologiche rare è quello definito dai Pdta – aggiunge il neurologo – strumento fondamentale che noi dobbiamo utilizzare in modo rapido per diverse malattie". Capitolo a parte, la ricerca clinica e la terapia sperimentale. "Per ottenere cure sperimentali abbiamo la necessità di snellire le procedure per iniziare i trial clinici. Abbiamo la necessità di un supporto da parte degli enti regolatori per fornire ai pazienti quelle che sono le opzioni terapeutiche più moderne e più innovative", conclude. —[email protected] (Web Info)
Attentato Mosca, Russia: “Ucraina, Usa e Regno Unito dietro attacco”
(Adnkronos) –
Ucraina, Usa e Gran Bretagna sono dietro l'attacco alla Crocus Hall di Mosca che ha ucciso almeno 139 persone. E' l'accusa mossa da Aleksandr Bortnikov, direttore dell'Fsb, l'intelligence russa, come riporta l'agenzia di stampa statale Tass. "Ci saranno rappresaglie, ovviamente. Tutti quelli coinvolti saranno trovati e puniti, lavoreremo", aggiunge. Bortnikov fa riferimento anche all'addestramento che l'Ucraina avrebbe condotto "in Medioriente preparando i miliziani", con "rappresentanti del regime di Kiev" che avrebbero raggiunto i terroristi per "lavorare con loro e prepararli". "L'attacco terroristico -dice ancora- era necessario per creare panico nella società russa. L'Occidente e l'Ucraina mirano a provocare altri danni al nostro paese. La celeberrima controffensiva" condotta da Kiev nella guerra contro la Russia "non ha prodotto risultati e quindi cosa bisogna fare? Bisogna dimostrare di valere qualcosa".
Accuse a Ue, Usa e Ucraina anche dal presidente della Duma Vyacheslav Volodin: "Vogliono dividere la società russa con simili attacchi terroristici'', ha sostenuto Volodin citato dalla Ria Novosti. "La società di oggi è estremamente consolidata e dobbiamo fare tutto per garantire che il consolidamento sia ancora più forte'', ha affermato Volodin. ''Perché i terroristi e coloro che stanno dietro di loro, ovvero il regime sanguinario di Ucraina, Washington e Bruxelles, sperano che attraverso tali attacchi terroristici potranno dividere la nostra società, seminare discordia, ostilità su base interetnica''. Ed è per questo, ha osservato, ''dobbiamo fare di tutto per impedire loro di raggiungere l'obiettivo. Dobbiamo fare tutto di affinché diventiamo ancora più forti''. Da parte sua il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, dopo che ieri il presidente russo Vladimir Putin ha parlato della responsabilità di "estremisti islamici" nell'attacco a Mosca, senza tuttavia 'scagionare' l'Ucraina, ha riferito che è troppo presto parlare di una reazione della Russia rispetto a un potenziale coinvolgimento di Kiev nell'attentato di venerdì scorso al Crocus City Hall. "Un'indagine è ancora in corso – ha detto Peskov alla Tass, rispondendo alla domanda se il presunto coinvolgimento di Kiev potrebbe avere conseguenze sulla disponibilità di Mosca ad avviare negoziati – Non sarebbe corretto fare speculazione in questo momento". Diversa l'opinione di Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza russo, secondo il quale "dietro l'attacco terroristico al Crocus City Hall di Mosca c'è l'Ucraina''. "Dopo la bugia di Putin", altre "menzogne vengono ufficialmente diffuse dal soggetto Patrushev e poi dal 'capo dell'Fsb' Bortnikov. Domanda: perché una tale dimostrazione di inadeguatezza collettiva?". Lo ha dichiarato sul social X il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak, riferendosi alle nuove accuse mosse da Mosca. "Ci sono fatti inconfutabili, comprensione comune (in diversi Paesi) delle cause e delle conseguenze, totale scetticismo anche da parte di Paesi neutrali riguardo la 'traccia ucraina nell'attacco terroristico alla sala concerti di Crocus' ", ha aggiunto Podolyak. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Icam cioccolato, fatturato in crescita del 7% nel 2023
(Adnkronos) – Icam cioccolato, azienda leader nella produzione e commercializzazione di cioccolato e semilavorati del cacao, annuncia la chiusura del 2023 con un fatturato di 216,5 milioni di euro, un incremento del 7% rispetto all’anno precedente. L’azienda lecchese continua il proprio percorso di crescita fatto di investimenti industriali finalizzati a mantenere alto il livello di innovazione dei propri prodotti e di progetti importanti nei paesi di origine del cacao dove garantisce un’elevata qualità della materia prima attraverso un approccio sostenibile per l’ambiente e le persone. In crescita +36% dal 2019 nel fatturato, Icam ha saputo gestire in maniera oculata le difficoltà che hanno caratterizzato il settore – gli aumenti del costo dell’energia prima e l’impennata del prezzo del cacao poi – e tornare alla situazione pre-pandemia nel 2023 con un Ebitda a doppia cifra. Una crescita organica ed equilibrata tra le tre differenti aree di business che contribuiscono alla composizione del fatturato dell’azienda: 47% per i prodotti a marchio proprio (sia per il canale professionale che per quello consumer), 38% per il private label e 15% dei prodotti destinati all’industria. Icam oggi è infatti una delle poche aziende in Italia che segue l’intero processo di trasformazione del cacao: from bean to bar per la quasi totalità delle insegne del private label nazionale e internazionale e per il consumatore finale con i prodotti a marchio Vanini; passando per una grande produzione di semilavorati destinati all’industria e al mercato professionale con i marchi Icam professional e Agostoni. Una realtà che si è saputa fare spazio nel settore dolciario nazionale e internazionale grazie a una profonda conoscenza della materia prima e un fortissimo spirito innovativo che le permette di essere sempre in grado di interpretare le necessità di business dei clienti (soprattutto quelli industriali), creando di volta in volta un’offerta ad hoc sulla base delle differenti esigenze. Questo approccio ha portato Icam a vedere crescere anno dopo anno il proprio business anche all’estero che oggi rappresenta il 56% del fatturato. Una presenza all’estero che si è ampliata continuamente nel corso degli anni nei paesi più strategici, sia a livello commerciale e di filiera, con un totale di circa 500 collaboratori in giro per il mondo. Oltre alla sede italiana di Orsenigo (CO), l’azienda è oggi presente in Uganda con Icam chocolate Uganda ltd., con degli uffici commerciali negli Stati Uniti (Agostoni chocolate US), nel Regno Unito (Icam chocolate UK) e, le ultime due subsidiary nate, Icam France e Icam chocolate Perù Sac. Icam da quasi 80 anni porta avanti un approccio che l’ha vista, da una parte, impegnata a girare il mondo per identificare i paesi con le condizioni migliori (politico-amministrative e geologiche) per la coltivazione del cacao (oggi l’azienda acquista cacao da 70 diversi paesi), intessendo relazioni forti con le cooperative di coltivatori con l’obiettivo comune di creare le migliori condizioni – lavorative, ambientali e di benessere – per ottenere un cacao dalle elevate qualità; e dall’altra di offrire ai propri clienti tutta la propria expertise per garantire un’offerta innovativa, di qualità e sempre in linea con i trend del settore. In particolare, l’impegno a salvaguardare l’ambiente e a preservare il benessere delle piantagioni di cacao nei paesi d’origine è, oggi più che mai, un elemento fondamentale e imprescindibile per Icam, non solo per le regolamentazioni europee sempre più stringenti su questi temi, ma soprattutto per garantire il benessere del pianeta, delle piantagioni e delle persone che da queste traggono il proprio sostentamento. Un impegno che Icam porta avanti da sempre attraverso programmi di formazione dei coltivatori atti a preservare la biodiversità dei terreni e contrastare erosione e impoverimento del suolo. Proprio all’inizio del 2023 è partito in Uganda (presso il centro di raccolta di cacao, Icam Uganda ltd., fondato nel 2013) il programma che coinvolge 600 agricoltori nell’apprendimento di alcune tecniche di coltivazione finalizzate all’incremento della resilienza dei terreni ai cambiamenti climatici. Avrà una durata di 3 anni e che verrà affiancato nel 2024 da altri importanti investimenti in progetti volti a incrementare la produttività delle piante di cacao, attraverso l’adozione di approcci sostenibili, e la tracciabilità in Africa centrale e anche in alcune piantagioni del Perù. Un programma di investimenti aziendali che non si ferma ai paesi di origine del cacao, ma che a cascata si riversa anche sullo stabilimento produttivo di Orsenigo, cuore pulsante dell’innovazione tecnologica dell’azienda, che sarà protagonista di alcune implementazioni finalizzate all’ampliamento della capacità produttiva e all’innovazione di prodotto, oltre al potenziamento dell’Innovation Center dove già oggi oltre 400 ricette oggi prendono vita attraverso il dipartimento R&D. Oggi viviamo un contesto socio-economico particolarmente complesso in cui chi opera nella produzione di cioccolato si trova ad affrontare diverse e importanti sfide, ha dichiarato Adelio Crippa, direttore generale di Icam cioccolato. Il costante aumento delle quotazioni del cacao, cominciato nel 2023, ha vissuto un’importante impennata nei primi mesi del 2024, passando dalle 3.400 sterline/ton a fine dicembre alle 5.500 sterline/ton di fine febbraio. Un aumento vertiginoso e un altrettanto preoccupante calo della disponibilità della materia prima che sta creando non poche preoccupazioni al mercato. Il nostro approccio sostenibile alla filiera che da sempre portiamo avanti, in Italia come nei paesi di origine, purtroppo non ci sottrae oggi dal dovere affrontare le conseguenze della riduzione della disponibilità di materia prima e dell’impennata del suo costo. Con l’obiettivo di impattare il meno possibile sui nostri clienti, e a cascata sul consumatore finale, stiamo continuando, da una parte, a portare avanti relazioni dirette e di lungo periodo con le cooperative di coltivatori per tenere monitorato il problema della disponibilità, dall’altra siamo in costante comunicazione con i nostri clienti con aggiornamenti periodici sulla situazione e fissando degli aumenti di prezzi calmierati ma necessari per sostenere l’intera filiera attraverso modalità sostenibili, come abbiamo sempre fatto. —[email protected] (Web Info)












