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Cinema, a Siracusa gli stati generali del settore tra talk e incontri

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(Adnkronos) – Si svolgeranno dal 12 al 14 aprile nel Castello Maniace di Siracusa, sull'isola di Ortigia, gli 'Stati generali del Cinema', che tratteranno – tra i temi portanti – di tax credit, cineturismo e internazionalizzazione, per avviare e alimentare un osservatorio su dinamiche e prospettive del sistema audiovisivo. Tre giorni di dibattiti, talk e tavole rotonde, con oltre 200 autorevoli rappresentanti di tutto il settore del cinema italiano. La manifestazione intende approfondire opportunità e tendenze, condividere idee e progetti, con il concorso di autorevoli esponenti del comparto, tra cui registi, produttori, attori, sceneggiatori, distributori, critici e altre figure chiave nell’ambito della formazione professionale. In questa cornice ci sarà una finestra sul “Verticale Turismo e Cinema”. Gli 'Stati generali del cinema', promossi e organizzati dalla Regione Siciliana, tramite l'assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo, in collaborazione con il ministero del Turismo ed Enit, sono stati fortemente voluti per il ruolo nodale che l’audiovisivo riveste nell’economia culturale e artistica dell’Isola, importanza evidenziata e sostenuta dal presidente della Regione Renato Schifani e dall’assessore regionale del Turismo, Sport e Spettacolo Elvira Amata. "Investire nel settore audiovisivo – dichiara il presidente Schifani – significa rendere la nostra Isola sempre più presente sui palcoscenici internazionali con notevoli ricadute in termini economici e di immagine. Abbiamo quindi voluto riunire i principali rappresentanti dell’industria cinematografica per ascoltare e aprire uno spazio di confronto su obiettivi ed esigenze del settore. Questo evento è un momento chiave nell’attuazione della nostra strategia per potenziare il cineturismo che da anni, ormai, conosce un’espansione senza sosta e che vede la Sicilia tra le mete privilegiate”. "Una occasione privilegiata di confronto – sottolinea l’assessore Amata – con tutti gli attori della filiera cinematografica che contribuisce significativamente a stimolare un qualificato momento di riflessione e di elaborazione propositiva sul comparto e che costituisce, al contempo, un elemento di consolidamento del forte convincimento del ruolo acquisito dal cinema nel tempo in tutte le sue espressioni. Una ulteriore opportunità da cui partire per investire sempre più in modo corale nel settore dell’audiovisivo implementando ancora di più l’attrattività del nostro straordinario patrimonio paesaggistico, naturalistico, architettonico e culturale anche sotto il profilo turistico. Sono certa che i contributi che emergeranno da questa strategica assise, che segna una svolta nell’approccio di condivisione della filiera, costituiranno la base per le scelte e le strategie future per un comparto sempre più attivo e dinamico”. La manifestazione, che si avvale della direzione scientifica di Antonella Ferrara e la consulenza scientifica di Federico Pontiggia, è finalizzata all’analisi e al potenziamento di politiche a beneficio dello sviluppo dell’industria cinematografica. E si propone di coinvolgere, attraverso processi di partecipazione attiva, associazioni professionali, istituzioni culturali e altre organizzazioni rilevanti nel processo decisionale, per garantire una collaborazione efficace tra il settore privato e il settore pubblico nel raggiungimento degli obiettivi comuni. Gli 'Stati generali del cinema' si prefiggono di raccontare l’audiovisivo in un mondo che cambia, tra istanze autoriali, sfide industriali e ricadute sociali, riflettendo su scenari e tendenze, criticità e punti di forza. Dalla produzione all’esercizio, dalla distribuzione ai festival, dalle Film commission ai premi, dal Tax credit alla regia, tra tavole rotonde e geometrie variabili del “qui e ora”. Saranno dedicati anche ampi spazi di dibattito alle infrastrutture tecnologiche, che per la loro peculiare connotazione stanno segnando una rivoluzione nelle industrie creative del futuro, e, contestualmente, godranno di approfondimenti in ambiti tematici quali l'intelligenza artificiale e l'impatto socioeconomico sul territorio generato dalle produzioni. Tra gli eventi aperti al pubblico, venerdì 12 aprile alle ore 21 in Piazza Duomo ad Ortigia si svolgerà la proiezione della versione restaurata del film “Divorzio all’italiana”, mentre sabato 13, sempre alle 21 in Piazza Duomo, il concerto “Note a margine” di Nicola Piovani. Importante lo spazio che sarà dato al cineturismo – con il “Verticale Turismo e Cinema” del MiTur – vincente modello di economia culturale, e al suo ruolo per l’Italia e in particolare per la Sicilia, in quanto destinazione delle grandi produzioni cinematografiche. La vocazione dell’Isola, naturale set cinematografico en plein air, è confermata dai recenti casi della serie americana The White Lotus, dal nuovo capitolo della saga di Indiana Jones e dalle serie I Leoni di Sicilia e L’arte della gioia. L’evento avrà come scenario i suggestivi interni e le terrazze panoramiche del Castel Maniace di Siracusa, nell’ottica di evidenziare la vocazione storico-culturale e artistica della Sicilia: un omaggio al genius loci e alla cinematografia che l’ha esaltato e consegnato alla memoria collettiva. Nel dettaglio, secondo i dati forniti dalla Film commission Sicilia, sono stati oltre 20 i milioni di euro erogati per le produzioni cinematografiche nel triennio 2021-2023, a fronte di più di 100 progetti finanziati, tra film, serie, corti e documentari. Per il 2024, invece, è stato recentemente pubblicato online il nuovo bando: tra le premialità previste, quelle per chi investe di più all’interno della Regione, tra maestranze, attori e altre figure, e quelle per le produzioni maggiormente sostenibili. —[email protected] (Web Info)

Ecco il Kennedy che vuole affondare la rielezione di Biden

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(Adnkronos) – Se i sondaggi di oggi danno un po’ di sollievo a Joe Biden, con le ultime rilevazioni di Bloomberg che lo danno in recupero su Trump negli stati in bilico, c’è un iceberg dalla forma familiare che rischia di affondare la sua rielezione: Robert Kennedy. Ma non il leader politico che prese il testimone dal fratello presidente prima di essere assassinato anche lui, bensì suo figlio, conosciuto come RFK jr., un ex democratico pentito oggi al comando di una frangia anti-establishment e no-vax.  Sì, proprio come il miliardario newyorkese Trump vinse presentandosi come il difensore del popolo rurale americano, l’ennesimo Kennedy in politica è riuscito a posizionarsi da “underdog” pronto a scardinare il sistema (nel quale è nato e cresciuto). RFK, amante del body-building e delle teorie cospirazioniste, punta a presentarsi come terzo incomodo alle presidenziali di novembre – nei sondaggi nazionali viaggia intorno al 10% – e oggi a Oakland in California presenterà il suo candidato al ruolo di vicepresidente, anche perché molti stati richiedono un “ticket” per accettare candidature.  Al momento la sua corsa danneggia più Biden che Trump: quando Kennedy viene inserito nelle rilevazioni, il presidente perde punti. RFK jr. cavalca molto il fatto di essere “figlio, nipote e fratello di”, tanto da aver messo la sua faccia su quella dello zio presidente nello spot elettorale andato in onda durante il Superbowl dello scorso febbraio. Per questo è stato duramente criticato dalla sua famiglia: quattro dei suoi fratelli hanno definito la sua candidatura pericolosa per il paese e distante dai valori del padre.  Il legame tra i Kennedy e Biden è più forte che mai. Nel giorno di San Patrizio, 50 membri della dinastia si sono riuniti alla Casa Bianca, e Kerry (sorella di Robert jr.) ha pubblicato una foto del clan stretto intorno al presidente. Che in questi anni ha nominato tre Kennedy ambasciatori: Joe (inviato speciale in Irlanda del Nord), Caroline (Australia) e Victoria (Austria). —internazionale/[email protected] (Web Info)

Mirabilandia riapre e per Pasqua è caccia ai fantasmi

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(Adnkronos) – Giovedì 28 marzo Mirabilandia riapre le porte al divertimento. Saranno tre giorni di veri brividi, quelli della paura e quelli dei ghiacci che ricordano le ambientazioni di Ghostbusters: 'Minaccia Glaciale' nuovo capitolo della seguitissima saga arrivata al cinema nel 1984 e che conta milioni di appassionati in tutto il mondo. Da sabato 30 marzo a lunedì primo aprile – in concomitanza del primo weekend di apertura della stagione – tutti i visitatori del Parco potranno andare a caccia dei 'Mini Puft' (l’iconico pupazzo bianco, vestito da marinaio) e ricevere un gadget del film. Servirà l’aiuto di tutti per liberare il Parco dalla minaccia glaciale del temibile Garraka, il cosiddetto 'Re dei Ghiacci'. I rinforzi arriveranno con gli acchiappafantasmi dell’Associazione Ghostbusters Italia a bordo della Ecto-1, la mitica automobile utilizzata dai Ghostbusters come veicolo d’emergenza. “Aver legato il nome di Mirabilandia a Ghostbusters è per noi davvero un grande onore – afferma Sabrina Mangia, Sales and Marketing Director del parco – e per questo ringraziamo la Sony Pictures per l’opportunità. Ognuno di noi è cresciuto con la saga degli acchiappafantasmi e farla diventare reale per tre giorni tra le nostre attrazioni è una grande esclusiva che siamo sicuri entusiasmerà il pubblico. Questo evento, proprio in avvio di stagione, è solo l’anticipo di un 2024 che ci vedrà protagonisti con tanti appuntamenti ed eventi esclusivi”.  "Siamo entusiasti di portare l'emozione e l'avventura di Ghostbusters: Minaccia Glaciale direttamente nel cuore del divertimento italiano – dichiara Alessia Garulli, Vice President Marketing & Distribution Sony Pictures – scegliendo Mirabilandia come partner e location di una delle nostre attività promozionali del film. Collaborare con un parco così rinomato, amato e iconico è per noi un privilegio. L'incontro con i Ghostbusters sarà un'esperienza coinvolgente per i visitatori che offrirà loro l'opportunità di immergersi nell'universo degli Acchiappafantasmi. Non vediamo l'ora di condividere l'eccitazione e la gioia dei fan mentre vivono questa straordinaria avventura, anticipando l'uscita del film nelle sale italiane l'11 aprile". —[email protected] (Web Info)

Omicidio a Cesano Boscone, 29enne uccide lo zio a coltellate e si costituisce

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(Adnkronos) – Ha ucciso lo zio 41enne, con colpi di arma da taglio, al culmine di una lite per questioni che sarebbero ricollegabili a una donna. Per questo un ragazzo di 29 anni è stato fermato la notte scorsa a Corsico (Milano) dai carabinieri. I fatti si sono verificati a Cesano Boscone, comune dell'hinterland milanese, dove la vittima è stata prontamente soccorsa dai sanitari del 118 e trasportata presso l'ospedale San Carlo di Milano. Per l'uomo, però, non c'è stato nulla da fare, ed è deceduto poco dopo, per via delle lesioni riportate.  Il nipote 29enne, che si è costituito spontaneamente poco dopo presso il comando stazione carabinieri di Cesano Boscone, è stato ascoltato in procura, per circa un'ora, dal pm Bianca Maria Baj Macario. Il giovane, con una vistosa fasciatura alla mano destra, ha lasciato in manette il quarto piano del Palazzo di giustizia. La scorsa notte è stato lo stesso giovane a costituirsi al comando dei carabinieri di Cesano Boscone, dove è avvenuto il delitto.  Il sopralluogo effettuato da personale della sezione investigazioni scientifiche del comando provinciale carabinieri di Milano ha permesso di rinvenire l'arma del delitto. —[email protected] (Web Info)

Ascolti tv, Lolita Lobosco chiude al 27% di share e trionfa sul Grande Fratello

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(Adnkronos) –
Ultima puntata vincente per 'Le indagini di Lolita Lobosco', la serie tv in onda ieri sera su Rai1 vista da 4.974.000 telespettatori pari a uno share del 27%. Risultati con cui la fiction interpretata da Luisa Ranieri ha superato la concorrenza di Canale 5 che ha proposto la finale del 'Grande Fratello' seguita da 3.039.000 telespettatori raggiungendo uno share del 23,9%. Terzo gradino del podio in termini di telespettatori per Italia 1 con il film 'John Wick – Capitolo II' che ha totalizzato 1.099.000 telespettatori e uno share del 5,8%.  Fuori dal podio su Rai2 'Boss in incognito' ha ottenuto 1.055.000 telespettatori (share del 5,8%) mentre su Rai3 'Presa Diretta' ha realizzato 919.000 telespettatori e uno share del 4,4%. Su Retequattro 'Quarta Repubblica' ha conquistato invece 782.000 telespettatori e il 5% di share mentre su La7 'La torre di Babele' ne ha conquistati 792.000 pari al 4% di share. Chiudono gli ascolti del prime time Tv8 con 'Bruno Barbieri – 4 Hotel' visto da 379.000 telespettatori (share dell'1,9%) e Nove con 'Little Big Italy' seguito da 287.000 telespettatori (share dell'1,9%).  Nell'access prime time sulla rete ammiraglia di viale Mazzini 'Cinque Minuti' con Bruno Vespa ha totalizzato 4.639.000 telespettatori e il 22,16% mentre 'Affari tuoi' condotto da Amadeus ha interessato 5.682.000 telespettatori pari a uno share del 25,84%. Su Canale5 'Striscia la Notizia' è stata invece vista da 3.527.000 telespettatori pari al 16,02% di share. Nella fascia preserale su Rai1 'L'Eredità' è stata seguita da 4.623.000 telespettatori (share del 26,81%) mentre su Canale 5 'Avanti un altro!' ha conquistato 3.377.000 telespettatori pari al 20,9%.  Nel complesso la comparazione delle reti generaliste Rai più RaiNews24 nei confronti delle generaliste Mediaset più TgCom24 ha visto nell'intera giornata la Rai al 33,1% con 2.859.000 telespettatori e Mediaset al 29,4% di share con 2.542.000 telespettatori; in prima serata Rai ha ottenuto 7.522.000 telespettatori e il 35,2% mentre Mediaset ha conquistato 5.778.000 telespettatori e il 27% di share.   —[email protected] (Web Info)

Medici di famiglia a pagamento a Londra per tagliare le attese. In Italia che succede?

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(Adnkronos) –
Medici di famiglia a pagamento. E' la soluzione per tagliare le liste d'attesa che soffocano il Servizio sanitario nazionale anche Oltremanica. Nel Regno Unito, secondo dati recenti del National Health Service (Nhs), un paziente su 20 aspetta almeno un mese per riuscire a farsi visitare da un general practitioner – il Gp, l'equivalente inglese del nostro medico di famiglia – e solo a novembre scorso si contavano oltre 1,5 milioni di appuntamenti per un centro di assistenza medica di base evasi dopo un minimo di 4 settimane dal momento della prenotazione. Ed ecco che a Londra arriva il medico di famiglia a pagamento: a Fulham, nel sud-ovest della metropoli – informa il quotidiano locale gratuito 'The Standard' – apre la sua prima sede Dr Dropin, una piattaforma privata norvegese di medici di base che ha in programma altre 3 aperture nella capitale britannica entro fine anno.  Fondata a Oslo nel 2017, Dr Dropin offre nella sede di Fulham appuntamenti di 15 minuti con un medico di famiglia al prezzo di 79 sterline a persona (poco più di 92 euro), che scendono a 59 (poco meno di 69 euro) per una consulenza virtuale. Si prenota e si fa la visita, senza attese.
 Nel Regno Unito le lunghe attese in sanità hanno portato a un'impennata della domanda di cure mediche private: l'assicurazione sanitaria Vitality ha registrato una percentuale di richieste di assistenza di base decuplicata rispetto al 2015, riporta ancora The Standard. Il quotidiano cita Daniel Sørli, fondatore e Chief Medical Officer di Dr Dropin: "In tutto il Paese – afferma – i pazienti hanno difficoltà a vedere un medico di famiglia di persona e questo sta peggiorando gli esiti sanitari, con diagnosi e terapie mancate o ritardate. Al contempo, anche il morale dei medici è molto basso e tanti sono esausti". Proporre qualcosa che sia "una via di mezzo tra ciò che offre il Nhs e i costosi servizi medici privati esclusivi per i più ricchi" è l'obiettivo di Dr Dropin.  
Il 'modello inglese' è da imitare o respingere? Il medico di famiglia a pagamento "rappresenta un pericolo anche in Italia se non ci saranno correttivi". E la 'ricetta' per evitarlo è, soprattutto, quella di "valorizzare gli operatori sanitari che sono il fulcro del sistema. Dobbiamo ricordare che un medico di medicina generale accessibile, come evidenziano gli studi, fa bene alla salute dei cittadino. Quindi teniamoci stretto il nostro sistema sanitario nazionale pubblico e solidale", dice all'Adnkronos Salute il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, commenta gli sviluppi della situazione a Londra.  "Se noi italiani vogliamo evitare una deriva verso il privato come sta avvenendo in Gran Bretagna, Paese che pure ha inventato il Servizio sanitario nazionale – ricorda Anelli – bisogna puntare sui professionisti e sulla valorizzazione delle competenze. Se questo non avviene, se sempre più si gonfiano liste d'attesa, è chiaro che le persone devono trovare una soluzione al bisogno immediato. Già questo avviene per molte aree sanitarie. La medicina generale rappresenta un'isola dove vengono ancora garantite uguaglianza e gratuità nella stragrande maggioranza dei casi, anche se vediamo già l'accenno di qualche lista di attesa". 
La nostra medicina di famiglia "è un fiore all'occhiello – sottolinea il presidente Fnomceo – anche per la capillarità. Due grandi presidi del Ssn sono le farmacie e i medici di famiglia (e questi ultimi hanno in più la gratuità dell'assistenza), e oggi sono punto di riferimento". Arriveremo anche noi ad avere una medicina di famiglia privata? "Se continuiamo di questo passo", per Anelli "il pericolo c'è. Oggi – osserva – la carenza dei medici di famiglia ha costretto ad aumentare il rapporto ottimale tra numero di assistiti e dottori di fiducia, passati da uno a mille a uno a 1.200. Se questa tendenza dovesse continuare, temo che il rischio privato ci sia. Ma con la medicina generale privata perderemmo soprattutto l'aspetto della prevenzione, che oggi caratterizza il nostro Ssn e che evidenza una visione complessiva della medicina di comunità, non limitata alla singola prestazione. La continuità della cure, inoltre, produce un prolungamento della sopravvivenza. In questo senso il modello di medico di famiglia pubblico fa bene alla salute. Cerchiamo di non perderlo".   —internazionale/[email protected] (Web Info)

Vaccini, al Gemelli ambulatorio dedicato a fragili e anziani individuati con l’Ai

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(Adnkronos) – Le persone fragili sono in aumento, non solo per ragioni demografiche – gli over 65 sono ormai il 25% degli italiani – ma anche per la presenza di una serie di patologie (dai tumori al diabete) che rendono questi pazienti più esposti a complicanze di ogni tipo, comprese quelle infettive, molte delle quali sono prevenibili con i vaccini. Per proteggere al meglio questa popolazione di anziani e fragili bisogna essere proattivi e gli ospedali possono giocare un ruolo primario. Così il Policlinico Gemelli di Roma, in linea con il Piano nazionale per la prevenzione vaccinale 2023-2025, da aprile promuoverà un'offerta vaccinale 'proattiva' per fragili e anziani, presso un ambulatorio ospedaliero. E per individuare tra tutti i pazienti che transitano in ospedale quelli che rispondono alle caratteristiche di 'fragilità', il Gemelli, nell'ambito del progetto nazionale Dare (DigitAi lifelong pRevEntion), ha messo a punto un algoritmo di intelligenza artificiale così da offrire loro le strategie di prevenzione vaccinale più idonee.  "Al Gemelli – spiega Patrizia Laurenti, direttore Uoc di Igiene ospedaliera della Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs e docente di Igiene all'università Cattolica, campus di Roma – su 90mila pazienti dimessi l'anno, circa la metà è composta da soggetti potenzialmente fragili (pazienti oncologici, diabetici, immunodepressi, trapiantati). Per tutti loro potrebbe essere programmata una protezione vaccinale per malattie quali influenza, Covid-19, polmonite da pneumococco, Herpes zoster e, prossimamente, virus respiratorio sinciziale. Fondamentale l'alleanza con i clinici e gli specialisti che assistono questi pazienti perché ci aiutino a individuare, rispetto al loro percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale, il momento migliore per offrire questa copertura vaccinale". "La possibilità di offrire queste vaccinazioni in un setting ospedaliero – prosegue la specialista – è davvero un'opportunità grande che dobbiamo cogliere, perché porterebbe vantaggi non solo per i pazienti, ma anche per le strutture ospedaliere, con un efficientamento della loro organizzazione (più rapido turn over dei posti letto) e per l'abbattimento del rischio di ri-ospedalizzazione per complicanze legate alle malattie infettive prevenibili da vaccino. Vantaggi che si estendono all'intera società e al contrasto dell'antibiotico-resistenza". Un anno fa, ricordano dal Gemelli, l'Osservatorio italiano prevenzione lanciava il programma nazionale Ospivax. "Anche sulla base di quanto previsto dal nuovo Pnpv", Piano nazionale di prevenzione vaccinale, "che stimola a valorizzare per le vaccinazioni dei setting alternativi (medico di medicina generale, farmacie) ai centri vaccinali del territorio – sottolinea Laurenti – il programma invita a vaccinare in ospedale non solo i pazienti fragili e vulnerabili, ma anche gli operatori sanitari e i loro caregiver, secondo la strategia 'cocoon': proteggo il caregiver e il familiare di un paziente fragile, per proteggere meglio il paziente".  "L'obiettivo, come ospedale – continua la docente – è quello di mettersi al servizio della prevenzione perché abbiamo una grande opportunità di intercettare i fragili, che così possono approfittare di un'offerta vaccinale attiva, in integrazione con il territorio. I criteri di attribuzione dei 'bollini' Ospivax sono molto rigorosi, ma come Gemelli riteniamo di avere tutte le carte in regola per ottenere il bollino ed essere tra i primissimi a livello nazionale". Un punto cruciale è come individuare i 'fragili'. Sarà un algoritmo di intelligenza artificiale, messo a punto dall'Ict del Gemelli – quindi Emilio Meneschincheri e Tonino Marchetti – e applicato ai registri sanitari elettronici dell'ospedale, a individuare i soggetti più a rischio di fragilità. "Questi verranno ricontattati – chiarisce Laurenti – per un'offerta attiva di vaccinazione da erogarsi presso il nostro ambulatorio vaccinale ospedaliero (presso la sala prelievi del secondo piano, una volta a settimana) o presso i centri vaccinali di riferimento della Asl Roma 1 che collabora al progetto. Questa attività rientra nel Work Package 3 CareVax, parte del progetto nazionale multi-stakeholder Dare, i cui referenti per Fondazione Gemelli sono la professoressa Stefania Boccia e la dottoressa Roberta Pastorino. La fase pilota del progetto, che partirà il prossimo aprile e durerà 6 mesi, coinvolgerà i pazienti del Centro malattie apparato digerente (Cemad) e gli emodializzati. Il nostro obiettivo è di trasformarla in un'attività strutturata, a beneficio di tutti i pazienti del Gemelli”.  "La vaccinazione antinfluenzale – fa il punto Laurenti – va ripetuta ogni anno, a partire da ottobre. Il vaccino anti-Covid può essere offerto in concomitanza con l'antinfluenzale. Ma i soggetti fortemente immunodepressi potrebbero avere necessità di ripetere questa vaccinazione ogni 4-6 mesi. L'antipneumococcico può essere fatto con vaccini diversi e va ripetuto solo per alcuni tipi di vaccino. La vaccinazione contro l'Herpes zoster (fuoco di Sant'Antonio), del quale esiste una formulazione molto innovativa, la ricombinante adiuvata, previene la riattivazione del virus Varicella zoster, la dolorosissima neurite post-erpetica e altre gravi complicanze, quali la perdita della vista. Questo vaccino attualmente va fatto una volta nella vita. E' in arrivo anche il vaccino contro il virus respiratorio sinciziale per gli anziani, che potrebbe essere disponibile già dal prossimo autunno". "Sono allo studio – conclude l'esperta – anche delle formulazioni combinate contro l'influenza, il Covid-19 e il virus sinciziale in una singola somministrazione. Va sottolineato che oggi la produzione dei vaccini ha raggiunto profili di sicurezza elevatissimi". —[email protected] (Web Info)

Libri, il francese Thibault Muzergues: “Meloni prima leader post-populista”

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(Adnkronos) – È appena uscito in Francia un libro che è un manuale perfetto per orientarsi in quest’anno “super-elettorale”, e che parte dalla storia politica italiana per raccontare un fenomeno contemporaneo: il post-populismo. L’autore è Thibault Muzergues, analista politico francese che vive a Roma e lavora per il think tank americano International Republican Institute. Aver lavorato anche in Est Europa e nel Regno Unito fanno di lui uno dei migliori conoscitori dei sommovimenti politici che attraversano le democrazie occidentali.  Il post-populismo nasce con la fine della fase “rivoluzionaria” della Brexit, del primo mandato Trump e del governo Lega-M5S, ovvero quando pandemia e invasione russa dell’Ucraina cambiano la traiettoria di molti partiti politici. Che mantengono una serie di caratteristiche sovraniste/populiste (contrasto all’immigrazione clandestina, protezionismo a livello commerciale e conservatorismo sui temi sociali), ma le condiscono con elementi che pochi anni prima sarebbero stati un anatema: un buon rapporto con i mercati finanziari, dialogo costante con le istituzioni europee e una solida riaffermazione dell’Alleanza atlantica.  Nel libro, Giorgia Meloni emerge come la leader post-populista per eccellenza, in grado di mantenere lo spirito “di rottura” e allo stesso tempo mantenere credibilità e affidabilità internazionale. Insieme a lei si trovano Jimmie Åkesson in Svezia e Nikki Haley negli Stati Uniti. Ma il fenomeno esiste anche a sinistra, sebbene meno definito: gli esempi sono i laburisti inglesi di Keir Starmer, che ha “depurato” il partito dagli eccessi corbynisti e ora vola nei sondaggi, o il partito greco Syriza, che doveva travolgere l’Unione europea a suon di referendum ed è diventato molto più moderato.  L’AdnKronos ha incontrato Muzergues per commentare il suo libro e la situazione politica attuale. “Il populismo non è finito, ma coesiste con il post-populismo un po’ come il paganesimo e il cristianesimo fecero per tre secoli”, esordisce l’autore. “C’è un gioco di coabitazione, competizione e cooperazione. Nell’ultimo anno abbiamo assistito agli arretramenti di Vox in Spagna, del PiS in Polonia, di Andrej Babis in Repubblica Ceca. D’altra parte ci sono gli exploit di Trump alle primarie repubblicane e di AfD in Germania dopo 15 anni in cui Angela Merkel ha fatto da 'tappo’ ai movimenti anti-sistema. Il gioco tra populisti e il loro ‘antidoto' lo vediamo sia a livello nazionale, con Matteo Salvini che governa insieme a Giorgia Meloni, ed europeo, con la premier italiana che convince l’ultra-populista Orbán a votare il pacchetto di aiuti all’Ucraina”.  L’Italia nel libro di Muzergues è un grande laboratorio politico, a partire dall’Uomo Qualunque di Giannini fino al Movimento fondato da Grillo e Casaleggio. “Il Vaffa-Day del 2007 precede di quasi dieci anni gli shock di Trump e della Brexit. L’ondata populista ha sostituito la separazione tra destra e sinistra con la battaglia del popolo contro le élite. Oggi invece Meloni e Schlein tornano a scontrarsi su immigrazione, sussidi economici, tasse, sicurezza: non usano più la frattura popolo/élite, ma giocano su un terreno più ‘classicamente’ di destra contro sinistra".  Muzergues all’Adnkronos spiega anche l’inedita dinamica francese. “Marine Le Pen punta a diventare post-populista, per conquistare l’Eliseo e superare lo storico ‘cordone sanitario’ intorno alla sua famiglia. Mentre Macron avrà ‘salvato’ il Paese dal populismo due volte. La prima vincendo le elezioni contro Le Pen, la seconda quando, con lo scadere del suo secondo mandato, metterà fine al macronismo. È un paradosso, ma oggi è lui ad agitare lo scettro populista, ad esempio con i Grand dèbat national, assemblee tra governo e cittadini in cui si elimina la mediazione del parlamento e si smonta il sistema della democrazia rappresentativa. O quando cambia il nome all’Ena, la scuola dei grand commis, per sembrare uno che combatte le élite. Dunque esiste anche un populismo di centro, tipo quello di Renzi quando voleva rottamare la classe politica”. —[email protected] (Web Info)

Ai, cosa devono fare le imprese italiane per prepararsi alla nuova normativa

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(Adnkronos) – L’AI Act, il regolamento europeo che disciplinerà l’intelligenza artificiale nell’Unione, entrerà in vigore a breve ma sarà pienamente applicabile tra poco più di due anni. Nel frattempo la Commissione ha lanciato un AI Pact, cioè un patto che incoraggia le aziende a prepararsi in anticipo alle nuove regole. In che modo dovranno farlo? “Senza ansia, con grande competenza e consapevolezza” dice all’Adnkronos l’avvocato Licia Garotti, partner dello studio legale PedersoliGattai ed esperta di diritto delle Tecnologie e Proprietà Industriale. “Ogni realtà dovrebbe porsi due domande: sto già usando tecnologie IA? Spesso sono tecnologie già implementate nei processi aziendali, ma in modo inconsapevole. Siamo pronti a trarne il meglio? Senza fermarci alla sola IA generativa, le diverse forme di intelligenza artificiale comportano vantaggi importantissimi per produttività, innovazione e, dunque, competitività sui mercati. Le tecnologie di IA vanno inoltre affrontate in un contesto non solo normativo (necessario, ma non sufficiente). È tessuto composti di fili diversi: tecnologia, industria e governance, etica (imprescindibile), regolamentazione, risposta economico-sociale, impatti sulla sostenibilità. Senza i fili giusti, si rischiano dei buchi, dei vuoti. Ed è proprio questo il momento giusto per un’organizzazione (e una protezione) ragionata di dati e processi”, spiega Garotti.  Una domanda che ci si pone, soprattutto in ambito imprenditoriale, riguarda l’effetto-freno che il regolamento potrebbe avere sull’innovazione. “L’errore più grave per le imprese europee e, per prime, quelle italiane, è vivere l’adeguamento all’AI Act come un “ingessamento”, un blocco allo sviluppo e all’operatività”, spiega l’avvocato. “Il Regolamento può in realtà rappresentare una guida efficace per sviluppatori e utilizzatori. Ciò sfruttando, ad esempio, in maniera strategica l’AI Pact. È un sistema di conformità anticipata e volontaria (Anticipated Voluntary Compliance) che inizia dalla valutazione di impatto sul rischio. Con un adeguamento anticipato alle norme già bene delineate nella versione approvata dal Coreper lo scorso 2 febbraio, le imprese europee hanno la possibilità di accogliere le opportunità di una tecnologia in continua evoluzione”. Il quadro normativo non si esaurisce con l’AI Act: bisogna considerare anche la direttiva sulla responsabilità da sistemi di IA (AI Liability Directive), il digital service package (Digital Markets Act e Digital Services Act), le leggi nazionali e, a seconda del settore, le diverse normative di riferimento. Tra queste, l’avvocato Garotti cita “il Regolamento Dora rivolto ai servizi finanziari e assicurativi per la sicurezza e la resilienza delle infrastrutture digitali in Europa; o la disciplina dell’intelligenza artificiale nella legislazione europea sui dispositivi medici”. Tra gli elementi positivi di avere una legge che vale per tutta l’Unione c’è la standardizzazione: “In questo campo operano varie organizzazioni che cercano di uniformare i processi per tutti gli europei, riducendo i costi e le difficoltà burocratiche. Tra queste c’è il CEN-CENELEC che, attraverso il Comitato tecnico misto CEN-CENELEC 21 dedicato all’IA, è responsabile dello sviluppo e dell'adozione di standard per l'IA e dati correlati, oltre a fornire indicazioni agli altri comitati tecnici coinvolti. Nel contempo, gioca un ruolo decisivo la legislazione europea e italiana sui progetti, iniziative e incentivi adottati per incoraggiare gli investimenti per la produzione di semiconduttori e chip. In questo contesto, l'Italia sta svolgendo un ruolo primario nella predisposizione di misure idonee ad attrarre investimenti – anche di soggetti esteri – nel settore dei semiconduttori e della microelettronica”, precisa all’Adnkronos l’avvocato Licia Garotti.  Per alcuni si è dato più spazio alla competitività – per non rimanere troppo indietro rispetto a Cina e Stati Uniti che al momento non hanno una legislazione in materia – che ai diritti fondamentali. Per Garonna bisogna guardare non a Bruxelles ma a Strasburgo, sede del Consiglio d’Europa, e New York, nel palazzo delle Nazioni Unite: “Sui diritti cercherà di dare una risposta anche il progetto di Convenzione quadro sull'intelligenza artificiale, i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto, pubblicato dal Comitato sull'intelligenza artificiale (CAI) del Consiglio d'Europa a Strasburgo il 14 marzo 2024 (ancora in forma confidenziale, ancorché reso non ufficialmente disponibile). Le Parti devono adottare le opportune misure legislative, amministrative o di altro tipo per dare attuazione alle disposizioni contenute nella Convenzione, che possono includere misure specifiche o orizzontali indipendentemente dal tipo di tecnologia utilizzata. In questo quadro, si inserisce anche l’ultima risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla promozione di sistemi di intelligenza artificiale (IA) "sicuri, protetti e degni di fiducia", a beneficio dello sviluppo sostenibile per tutti. L'UE è però ancora in ritardo sugli investimenti (5-10 volte inferiori rispetto agli Stati Uniti, spesso senza coordinamento tra i Paesi dell’Unione)”, conclude Garotti. —[email protected] (Web Info)

Morbillo, Bassetti: “A Genova 5 casi in 7 giorni: inizio epidemia”

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(Adnkronos) – "Qui in Liguria, a Genova in particolare, abbiamo in corso un inizio di epidemia di morbillo con 5 casi nell'ultima settimana, tutti non vaccinati, con età compresa tra 25 e 50 anni". Così all'Adnkronos Salute il primario di Malattie infettive del policlinico genovese San Martino, Matteo Bassetti. "Dobbiamo fare grande attenzione al morbillo: ci aspettiamo tanti focolai epidemici nei prossimi mesi e anche in estate potremmo avere una elevatissima diffusione perché c'è tantissima popolazione suscettibile", dice il professore.  "Ci sono tutte le caratteristiche per parlare di una prossima epidemia in Italia – aggiunge preoccupato – copertura vaccinale inferiore al target, elevata circolazione di cittadini di Paesi dell'Est Europa nella fascia di età 20-40 anni con una percentuale di copertura sotto il 50%. Stiamo vedendo che la diffusione è in cluster nati durante feste, a scuole e in asili".  Bassetti si sofferma anche sull'allarme per la sindrome da shock tossico streptococcico (Stss), un'infezione batterica da streptococco, che arriva dall'oriente. "E' un problema importante non solo del Giappone. Le infezioni da streptococco – soprattutto quelle molto invasive – sono aumentate in tutto il mondo e anche in Italia, basta guardare i dati del nostro Paese se avessimo un sistema di sorveglianza", dice. "Giovedì presentiamo in Regione Liguria i dati delle infezioni da streptococco anche gravi", aggiunge l'infettivologo.  —[email protected] (Web Info)