(Adnkronos) – "A Mosca ci sono 2.700 italiani registrati all’Aire, non abbiamo notizie di italiani coinvolti” nell’attentato alla Crocus City Hall di Krasnogorsk. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine della conferenza stampa per annunciare la candidatura di Letizia Moratti alle Europee. Il titolare della Farnesina ha espresso "solidarietà alle famiglie delle vittime che purtroppo sono in costante aumento”. “Con grande serietà l’ambasciata d’Italia è il consolato stanno seguendo l’evolversi della situazione insieme all’unità di crisi del ministero degli Esteri”, ha detto Tajani, ricordando che "il ministero degli Esteri, sul sito Viaggiare informati, insieme alla nostra rappresentanza diplomatica a Mosca, fin dall’8 marzo aveva invitato gli italiani a non partecipare a eventi dove c’era molta gente a Mosca, come eventi culturali e musicali, perché la polizia russa aveva arrestato componenti di una cellula terrorista di matrice jihadista quindi c’erano dei pericoli di attentati a Mosca”, ha ricordato Tajani. “Fin dall’8 marzo – ha ribadito il vicepremier – c’era sul sito Viaggiare sicuri l’appello ai cittadini italiani di rinviare viaggi in Russia e per chi vive lì di evitare a Mosca luoghi dove ci sono concentrazioni di persone”. Esprimendo una "condanna chiara e netta da parte dei governo di ogni forma del terrorismo”, Tajani ha spiegato che “le persone ricercate” per l’attentato di ieri sera a Mosca “probabilmente vengono dalle regioni più vicine all’Afghanistan. "Il fenomeno del terrorismo – ha evidenziato il vicepremier – non va mai sottovalutato, affronteremo la questione del terrorismo anche al G7 di Capri e al vertice della Nato che si svolgerà subito dopo Pasqua a Bruxelles”. A chi gli chiedeva se quanto accaduto ieri a Mosca avrà ripercussioni sulla guerra in Ucraina, Tajani ha risposto: “Non credo abbia a che fare con la situazione in Ucraina, è una questione che riguarda il fondamentalismo islamico. Evidentemente anche la polizia russa era in allerta, stiamo seguendo 24 ore su 24 la situazione, il nostro consolato è rimasto aperto tutta la notte e lo stesso l’ambasciata”, ha garantito infine. —internazionale/[email protected] (Web Info)
E’ morto il pianista Maurizio Pollini, aveva 82 anni
(Adnkronos) – E' morto il pianista Maurizio Pollini. Il maestro aveva 82 anni. Ne dà notizia il Teatro della Scala di Milano, che "piange" la sua scomparsa, "uno dei grandi musicisti del nostro tempo e un riferimento fondamentale nella vita artistica del Teatro per oltre cinquant'anni", si legge nella nota del Teatro milanese. "Il Sovrintendente Dominique Meyer, il Direttore Musicale Riccardo Chailly, i professori dell'Orchestra e i lavoratori scaligeri sono accanto alla moglie Marilisa, al figlio Daniele e a tutta la famiglia. La camera ardente del Maestro Pollini si terrà al Teatro alla Scala", conclude la nota. Allievo di Carlo Lonati e Carlo Vidusso, protagonista assoluto della scena concertistica internazionale fin dalla vittoria, diciottenne, al concorso Chopin di Varsavia nel 1960, Pollini è stato un interprete capace di rivoluzionare la percezione di autori come Chopin, Debussy e lo stesso Beethoven e promuovere con infaticabile dedizione l'ascolto delle avanguardie storiche, sopra a tutti Schönberg, e della musica d'oggi. Accanto alla sua grandezza di strumentista resta fondamentale la sua testimonianza sul ruolo stesso della musica, intesa come componente essenziale della cultura e della vita civile e come strumento di trasformazione della società. Dal debutto l'11 ottobre 1958 all'ultimo recital il 13 febbraio 2023 Pollini ha suonato alla Scala 168 volte, cui si aggiungono gli incontri con gli studenti e le partecipazioni a giurie e convegni. Dopo i primi concerti diretti da Thomas Schippers e Sergiu Celibidache, con la serata del 23 ottobre 1969 prende avvio la collaborazione con Claudio Abbado, destinata a segnare la storia dell'interpretazione, ma anche la storia culturale della città di Milano. Il comune impegno per allargare il repertorio, in particolare alla seconda scuola di Vienna e alla nuova musica si coniuga a un eguale impegno ad allargare le platee in linea con l'impostazione di Paolo Grassi, che in quegli anni sviluppava nuove politiche per coinvolgere tutta la città nelle attività del Teatro. Fondamentali anche le collaborazioni con Riccardo Muti e poi con Daniel Barenboim e Riccardo Chailly, ma nel corso dei decenni si ricordano anche concerti con Carlo Maria Giulini, Pierre Boulez e Zubin Mehta. Al rapporto costruito negli anni con i musicisti scaligeri, sia in veste di Orchestra della Scala sia soprattutto in veste di Filarmonica, si aggiungono le apparizioni con grandi orchestre come i Wiener Philharmoniker (con Abbado) e il Gewandhausorchester di Lipsia (con Chailly) e numerose compagini, dedicate alla musica d'oggi, in particolare nei 'Cicli Pollini', promossi da Stéphane Lissner: l'Ensemble Intercontemporain, il Klangforum Wien, la Musikfabrik Köln, l'Experimentalstudio SWR. Nel campo della musica da camera lo ricordiamo in particolare accanto a Salvatore Accardo, Toby Hoffmann, Margaret Batjer e Rocco Filippini. Ma al centro dell'ininterrotta presenza scaligera di Maurizio Pollini ci sono soprattutto i recital: dallo storico ciclo con le 32 sonate di Beethoven nel 1995 al sempre attesissimo concerto annuale in cui ricorrevano le stelle fisse del suo universo musicale: oltre ad alcune occasioni bachiane, Beethoven, Brahms, Chopin, Debussy, Schönberg, e Nono.
Era malato da tempo e per questa ragione aveva cancellato gli ultimi concerti in programma. Musicista a tutto tondo, era stato anche direttore d'orchestra, Pollini era noto per la sua tecnica magistrale e per la sua continua ricerca della perfezione in tutto il vasto repertorio che eseguiva. Nato in una famiglia della borghesia illuminata milanese – era figlio dell'architetto Gino Pollini e della pianista Renata Melotti, a sua volta sorella dello scultore Fausto Melotti -. Pollini suscitò grande scalpore al Concorso Chopin di Varsavia, nel 1960, da cui uscì vincitore, per la sua esecuzione di 4 difficilissimi e complessi Studi di Chopin, tanto che il celebre pianista Arthur Rubinstein, componente della giuria, disse: "Questo giovane suona tecnicamente già meglio di tutti noi!". E il critico musicale esperto di pianismo, Piero Rattalino, presente all'esecuzione, aggiunse: "Questo giovane, o diventerà il più grande pianista del mondo, o finirà in manicomio!". Pollini non finì in manicomio e divenne certamente uno dei più grandi pianisti del mondo, pubblicando, dopo la vittoria al concorso di Varsavia, diverse registrazioni di opere di Chopin per la Emi. Allievo dei corsi di perfezionamento di Arturo Benedetti Michelangeli, il quale diceva che c'era "ben poco da insegnare a Pollini", il giovane pianista iniziò un'importante carriera concertistica che lo portò nelle più importanti sale di tutto il mondo con le maggiori orchestre europee, americane e asiatiche. Il suo repertorio spaziava da Bach, Mozart e Beethoven a Chopin, da Schubert a Schoenberg fino a Stockhausen, Manzoni e Sciarrino. Il compositore Luigi Nono scrisse appositamente per Pollini '…Sofferte onde serene…', dedicando lo spartito al pianista e alla moglie Marilisa Marzotto, anche lei pianista. Fondamentale nella sua vita l'amicizia con Claudio Abbado, il direttore d'orchestra scomparso dieci anni fa, con il quale condivise anche la passione politica. Celebre il suo concerto al Teatro Comunale di Bologna, nel gennaio del 1973, per denunciare gli orrori della guerra in Vietnam, seguito a un altro concerto, stavolta mancato, alla Società del Quartetto di Milano di pochi giorni prima, in cui aveva tentato di leggere un documento di protesta contro i bombardamenti americani in Vietnam, ma aveva dovuto lasciare la sala senza suonare. Eventi che diedero vita al 'caso Pollini' e che videro schierarsi diversi musicisti illustri (Claudio Abbado, Gianandrea Gavazzeni, Luigi Nono, Luciano Berio) in difesa dei diritti democratici e civili. "Desidero esprimere il mio profondo cordoglio per la scomparsa di Maurizio Pollini, pianista insigne, interprete rigoroso e ispirato di straordinarie pagine musicali, riferimento di generazioni di musicisti di tutto il mondo". E' quanto ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Un poeta del pianoforte che nei suoi lunghi anni di straordinaria carriera ha dato lustro all’Italia sulla scena artistica internazionale. Alla sua famiglia esprimo le mie più sentite condoglianze”. "Facciamo fatica a crederlo: una delle figure artistiche più importanti del pianismo mondiale, un grandissimo interprete tra i massimi del nostro tempo, uno studioso delle note, il pianoforte nel cuore e nelle dita, Maurizio Pollini, si è spento oggi 23 marzo 2024 a Milano" scrive il Maggio Musicale Fiorentino sui suoi profili social. "Tutto il Maggio Musicale Fiorentino, con il maestro Gatti e il maestro Zubin Mehta partecipa, con profondo cordoglio il lutto ed è vicino alla famiglia del maestro Pollini". "È difficile menzionare tutte le volte, nella sua gloriosa carriera, che ha emozionato il pubblico fiorentino con le sue interpretazioni di Chopin, Mozart o Beethoven o di molti altri compositori classici e romantici ma ricordiamo con commozione il suo ultimo concerto del 29 ottobre 2022 quando con il maestro Zubin Mehta offrì a Firenze nella grande Sala del Teatro l’esecuzione del concerto K595 di Mozart", conclude il post del Maggio. —[email protected] (Web Info)
Milano, 15enne accoltellato in strada: fermato un coetaneo e un 18enne
(Adnkronos) – Due giovanissimi – un 15enne italiano e un 18enne di origine marocchina – sono stati fermati con l'accusa di tentato omicidio di un minore, aggredito ieri sera, venerdì 22 marzo, in via Colombo a Cormano, comune in provincia di Milano. Sulla base della ricostruzione eseguita dai carabinieri sarebbe nata una lite in strada tra i due 15enni, quindi il maggiorenne avrebbe dato all'amico un coltello con cui ha colpito il 'rivale' alla testa e al torace provocandogli "profonde" ferite. Inutile il tentativo di fuga dei due incensurati: i militari della compagnia di Sesto San Giovanni hanno fatto scattare le manette. Per il minore si sono aperte le porte del Beccaria, mentre il 18enne è nel carcere di San Vittore. La vittima è rimasta ricoverata all'ospedale Niguarda: "E' in prognosi riservata, ma non in pericolo di vita". L'arma, un coltello a serramanico, è stata sequestrata. —[email protected] (Web Info)
Cronaca nazionale/ Trovato un cadavere nei pressi di un centro storico
Mistero sul ritrovameno di un cadavere di un uomo di circa 50 anni all’Aquila. Secondo quanto emerso dalle prime indagini, il corpo senza vita sarebbe stato trovato in prossimità della strada che porta nei pressi del centro storico.
Le indagini sono ancora in corso: al caso lavora la polizia scientifica.
La vittima sarebbe un uomo tra i 50 e i 60 anni. La sua morte potrebbe essere collegata a una rissa avvenuta poco prima del ritrovamento del cadavere nei pressi del centro storico.
Importanti per risolvere il caso saranno le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza della zona.
Foto di repertorio
Sabalenka torna in campo dopo morte ex fidanzato e batte Badosa
(Adnkronos) – Aryna Sabalenka avanza al 3° turno del torneo Wta 1000 di Miami (cemento, montepremi 8.770.480 dollari. La bielorussa, numero 2 del mondo e del seeding, supera la spagnolo Paul Badosa, numero 80 del ranking, con il punteggio di 6-4, 6-3 in un'ora e 23 minuti. La 25enne di Minsk è scesa lo stesso in campo nonostante nei giorni scorsi sia stata colpita da una tragedia personale da lei stessa definita sull'unico messaggio postato su Instagram "impensabile". La scomparsa lunedì scorso dell’ex compagno Konstantin Koltsov, 42enne ex campione di hockey, caduto da un balcone di un resort di Miami. —[email protected] (Web Info)
Sinner-Vavassori, il match dell’Atp Miami rinviato per pioggia
(Adnkronos) – Il match del secondo turno del torneo Atp Masters 1000 di Miami tra Jannik Sinner e Andrea Vavassori è stato rinviato oggi per pioggia. Il derby tra il 22enne altoatesino, numero 3 del mondo e seconda testa di serie e il 28enne piemontese, numero 148 del ranking Atp, è stato sospeso sul 3-2 40-40 per il campione dell'Australian Open. La partita è prevista come secondo incontro sul campo centrale e inizierà non prima delle ore 17 tempo permettendo. —[email protected] (Web Info)
Gp Australia, Verstappen in pole a Melbourne davanti a Sainz
(Adnkronos) – Il tre volte campione del mondo Max Verstappen conquista la pole position del Gp d'Australia 2024 sul circuito di Albert Park a Melbourne. L'olandese della Red Bull centra la terza partenza al palo su tre gare stagionali, la 35/a in carriera con il tempo di 1'15"915 precedendo lo spagnolo della Ferrari Carlos Sainz (1'16"185) che partirà con lui dalla prima fila. Seconda fila per l'inglese della McLaren Lando Norris (1'26"315) e per la seconda Rossa, quella del monegasco Charles Leclerc (1'16"435). Terza fila per l'altra McLaren dell'australiano Oscar Piastri (1'16"572) e per il messicano della Red Bull Sergio Perez (1'16"274), autore del terzo tempo ma retrocesso di tre posizioni per 'impending' nei confronti del tedesco della Haas Nico Hulkenberg. “La pole stavolta non era così attesa ma sono molto soddisfatto di questa Q3. Entrambi i giri sono andati molto bene, me la sono davvero goduta. Il weekend è stato difficile, ma alla fine ce l’abbiamo fatta e sono molto soddisfatto", le parole di Max Verstappen dopo la pole position. "La gara sarà molto strategica, le Ferrari sembrano essere molto veloci sui long run. C’è un punto interrogativo per domani, ma questo rende le cose divertenti", aggiunge il campione del mondo e leader iridato. "Forse abbiamo sottostimato la potenza della Red Bull, perdevamo molto di più di quanto pensavamo. Non ho fatto un buon lavoro nelle terze libere, speravo di riprendere confidenza in qualifica ma l'ho perso ancora di più. Concentriamoci per domani, sperando che il passo gara ci riporti dove eravamo. Oggi abbiamo perso l'anteriore, sono andato aggressivo nell'ultimo tentativo ma non è andata bene. Volevo provarci, forse avrei fatto meglio a prendere il 3° posto ed essere là davanti, forse sono stato troppo aggressivo", ha detto Leclerc dopo le qualifiche. "La gara? Ci sono 4 DRS zone, tutto è possibile. Il passo gara non è male, il podio è l'obiettivo. La vittoria, anche con il 2° posto in qualifica, è difficile: salvo sorprese, il passo della Red Bull è ancora più veloce del nostro", aggiunge il monegasco al microfono di Sky Sport. "Sono state due settimane molto difficili. Ho passato due giorni a letto e non sapevo se ci sarei stato o no. Alla fine sono riuscito ad essere qui e sono riuscito a partire in prima fila. Quasi non ci credevo, è stata davvero dura ma sono molto soddisfatto. Sono felice di poter battagliare con le Red Bull. Ieri ero un po’ arrugginito, ma oggi sono riuscito a ritrovare il passo e mi trovo molto bene con la macchina. Se me lo avessero detto due settimane fa non ci avrei creduto", afferma il pilota della Ferrari Carlos Sainz. "La gara? Non sono nella condizione perfetta quando guido, non voglio mentire. Ma credo di potercela fare e finché ce la faccio senza troppi dolori va bene. Chiaramente è difficile e scomodo, ma non ho troppo male, quindi spingerò. Per battere Max bisogna essere al 100%: non lo sono, ma darò tutto. Sto facendo di tutto per recuperare, domani devo fare 58 giri e non sono pochi. Non ho dolore e questo è importante. Con un lavoro perfetto si può vincere", conclude Sainz. —[email protected] (Web Info)
Ucraina, nuovi attacchi con droni su Belgorod: un morto e due feriti
(Adnkronos) – Una persona è morta e altre due sono rimaste ferite in un attacco con un drone contro la regione russa di Belgorod, al confine con l'Ucraina. Lo denuncia il governatore Vyacheslav Gladkov. "Droni hanno attaccato i distretti di Starooskolsky e quello di Chernyansky – ha reso noto via Telegram – Un civile è stato ucciso e altre due persone sono rimaste ferite nel distretto di Chernyansky". Torna intanto alta la minaccia intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia dopo i massicci raid sull'Ucraina condotti dalla Russia nelle scorse ore che non hanno risparmiato neanche la principale diga del Paese sul fiume Dnipro. E' stato "l'attacco più grande" all'infrastruttura energetica dell'Ucraina "degli ultimi tempi", ha commentato il ministro dell'Energia di Kiev, Herman Halushchenko. Blackout sono scattati in diverse città e, secondo la presidenza di Kiev, oltre un milione di persone sono rimaste senza elettricità. Almeno cinque persone hanno perso la vita. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Russia, altri 300mila soldati per nuovo attacco in Ucraina: il piano
(Adnkronos) –
La Russia prepara il nuovo attacco in Ucraina. Mentre Mosca è scossa dall'attentato che ha provocato almeno 40 morti alla Crocus City Hall, i vertici militari si preparano a varare una nuova mobilitazione con il reclutamento di altri 300mila soldati che dovrebbe prendere forma già a partire da lunedì 25 marzo. L'obiettivo della Russia è sferrare una nuova offensiva contro Kharkiv, nella regione che Vladimir Putin, dopo il trionfo nelle elezioni presidenziali, ha identificato come probabile 'zona cuscinetto' per garantire la sicurezza dei territori controllati dalla Russia. "E' tutto pronto per la mobilitazione 2.0. Kharkiv è la prossima. Con l'intenzione però di salvaguardarla, di non trasformarla nella prossima Mariupol", ha spiegato Una fonte del Cremlino. "Sarà l'occcasione per dimostrare che la Russia sa come combattere in modo civile", ha aggiunto.
Nel settembre del 2022 Putin aveva annunciato la mobilitazione parziale di 300mila soldati. Un mese dopo avere dichiarato che la mobilitazione era stata completata ma non c'era stato un atto formale. Legalmente, la Russia è ancora in stato di mobilitazione. Non ci sarà quindi ora un annuncio. Il reclutamento avverrà in modo più morbido e sotto traccia, secondo un iter già avviato. Il salto di qualità, però, è innegabile e persino Mosca non può più ricorrere alla riduttiva etichetta che faceva riferimento all''operazione militare speciale'. Trattasi di guerra, ma non per responsabilità russa, tiene a specificare il Cremlino.
"Nel momento in cui l'Occidente collettivo è entrato nel conflitto, lo ha trasformato in una guerra per noi. Ma questo non implica cambiamenti giuridici. Continua a essere una operazione militare speciale, in termini legali", dice il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. "Ma di fatto – riconosce – si è trasformata in una guerra per noi, con l'Occidente collettivo che rafforza sempre di più e sempre più direttamente il suo coinvolgimento nel conflitto". Peraltro "il termine guerra viene usato in contesti diversi", afferma ancora. Alcuni territori russi sono attualmente occupati di fatto dal regime di Kiev, si spinge a dire Peskov parlando delle quattro regioni ucraine annesse da Mosca nel settembre del 2022. Per il portavoce "è necessario proteggere queste nuove regioni e proteggere i residenti che ci vivono" e "la Russia non può consentire l'esistenza di uno Stato che non nasconde la sua intenzione di usare qualsiasi mezzo per riprendere il controllo della Crimea, e anche il Donbass e la Novorossiya". Da qui, come ha già detto Putin, la necessità di creare una zona cuscinetto identificata con la regione di Kharkiv.
La fase più recente della guerra è stata caratterizzata da raid e attacchi contro infrastrutture energetiche. I missili russi nell'area della centrale nucleare di Zaporizhzhia hanno provocato danni e causato un blackout che ha colpito oltre un milione di persone. L'Ucraina, con i droni, nelle ultime settimane ha preso di mira le raffinerie russe, considerate obiettivi militari legittimi come dichiarato la vice premier ucraina Olha Stefanishyna. L'Ucraina ''sta raggiungendo i suoi obiettivi'' e sta ''portando avanti con successo le operazioni'' in territorio russo, ha affermato Stefanishyna intervenendo al 'Forum sulla sicurezza di Kiev'.
Le raffinerie russe, ha aggiunto, ''secondo alti funzionari sono obiettivi assolutamente legali da un punto di vista militare''. Secondo le fonti del Financial Times, gli Stati Uniti temono che possa aumentare il prezzo del petrolio in seguito agli attacchi alle raffinerie e che Mosca possa mettere in atto pesanti ritorsioni. ''Comprendiamo gli appelli degli alleati americani. Allo stesso tempo, stiamo lottando con le capacità e con le risorse di cui disponiamo oggi'', ha affermato la vice premier. Kiev in un secondo momento ha definito 'fittizie' le informazioni riguardanti presunte pressioni americane sull'Ucraina perché interrompa gli attacchi contro le infrastrutture energetiche russe. "Si tratta di informazioni fittizie, nessuno detterà all'Ucraina le condizioni per portare avanti questa guerra dopo due anni di conflitto su larga scala", ha dichiarato al canale indipendente russo 'Dozhd' il capo dell'ufficio presidenziale dell'Ucraina, Mikhailo Podoliak, ricordando gli attacchi russi alle infrastrutture energetiche in Ucraina e sottolineando "il diritto assoluto dell'Ucraina a 'privare di energia" l'esercito russo, cioè a distruggere gli strumenti di guerra". "L'Ucraina distruggerà tutta l'infrastruttura militare che consente all'esercito russo di continuare a svolgere determinate operazioni sul nostro territorio", ha affermato. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Meloni-Macron, disgelo a Bruxelles: asse Italia-Francia su difesa europea
(Adnkronos) – Rivendica i risultati "soddisfacenti" ottenuti sulla migrazione nelle conclusioni del Consiglio europeo, evidenzia il ruolo svolto dall'Italia nel via libera ai negoziati per l'adesione della Bosnia-Erzegovina alla Ue, ribadisce il sostegno al presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel conflitto con la Russia e rinsalda l'asse con il presidente francese Emmanuel Macron sul fronte della difesa comune europea, argomento sul quale resta da sciogliere un nodo non da poco, quello delle risorse. Giorgia Meloni lascia Bruxelles dopo un Consiglio europeo dominato dal tema delle guerre, dall'Ucraina al Medio Oriente. Tutto questo mentre i missili di Vladimir Putin continuano a cadere sulle infrastrutture energetiche di Kiev costringendo al buio buona parte del paese. Le dichiarazioni roboanti arrivate dai vertici Ue sull'allarme per una estensione del conflitto lasciano il posto a parole più distensive. E' la stessa presidente del Consiglio a provare a smorzare i toni, dicendosi stupita dalle ricostruzioni giornalistiche "riguardo a un clima particolarmente teso" all'interno del Consiglio. In merito a una possibile 'preparazione' alla guerra secondo Meloni "si è fatta un po' di confusione: quello che era scritto nelle conclusioni effettivamente era messo in una parte dove poteva essere male interpretato. Non era un riferimento a 'prepariamo i cittadini perché siamo in guerra' ma alle crisi sul piano della protezione civile… C'è un riferimento al termine militare perché in alcune nazioni la protezione civile è militare", precisa l'inquilina di Palazzo Chigi a proposito di un passaggio presente nelle conclusioni del Consiglio europeo che poi è stato corretto. Sull'uso degli asset russi congelati la formula concordata dai leader Ue non chiude la porta all'uso degli extraprofitti per aiuti militari all'Ucraina, anzi. Anche l'Ungheria si mostra disponibile a ragionare sull'ipotesi, nonostante il primo ministro di Budapest Viktor Orban sia stato l'unico capo di governo europeo a congratularsi con Putin per la rielezione al Cremlino. Auguri che "non condivido", taglia corto Meloni al termine dei lavori davanti ai microfoni. La leader del centrodestra plaude, poi, alle decisioni adottate dal summit in materia di agricoltura: "Per noi la partita importante era che ci fosse nelle conclusioni anche un riferimento alla proroga degli aiuti di Stato in campo agricolo, una delle principali rivendicazioni poste dalle associazioni di categoria. Lo considero un importantissimo passo in avanti". Il Consiglio europeo, le fa eco il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, "ha richiamato la Commissione Ue e l'Agrifish a lavorare su misure straordinarie, come la semplificazione, il giusto reddito, gli strumenti di sostegno aggiuntivo, come l'estensione del quadro temporaneo sugli aiuti di Stato e sulla concorrenza leale, basata su regole sia a livello globale sia nel mercato interno". A margine del Consiglio e del vertice Euro ha luogo il faccia a faccia tra Meloni e Macron, per ricucire un rapporto che non è mai stato sereno tra i due. Basti pensare all'ultima polemica su un possibile intervento militare diretto sul suolo ucraino, paventato dal presidente francese ma bocciato in maniera netta dalla premier italiana. Al centro del colloquio, riferiscono fonti italiane, i principali temi dell'agenda internazionale a partire dall'Ucraina alla luce del "drammatico incremento degli attacchi russi contro la popolazione civile". A questo proposito viene confermato "il valore fondamentale dell'unità e della determinazione dell'Unione europea, in coordinamento con i partner G7, nel sostegno alla resistenza ucraina" per arrivare a una "pace giusta". Di "particolare rilievo" secondo le stesse fonti "l'unità ritrovata dal Consiglio europeo – anche grazie all'impulso italiano e francese – sul Medio Oriente, sull'agricoltura e sul tema della Difesa europea". Ma su questo ultimo punto resta da sciogliere il nodo delle risorse da affiancare al miliardo e mezzo già assicurato nel contesto della revisione del Qfp (Quadro finanziario pluriennale) per il nuovo programma di difesa europea presentato dalla Commissione. "La proposta di allargare il mandato della Banca europea per gli investimenti trova molto consenso – osserva Meloni -, è un passo avanti e secondo me si può fare qualche passo avanti ulteriore". Tra Meloni e Macron si registra "particolare convergenza" anche "sulla dimensione esterna dalla migrazione", sulla necessità di proseguire "sulla strada dei partenariati rafforzati con i Paesi di origine e transito" e del contrasto ai trafficanti di esseri umani. In vista della voto europeo di giugno è anche il tema delle alleanze a tenere banco. A chi le chiede se la presidente uscente della Commissione Ue Ursula von der Leyen sia ancora una buona candidata per la guida del prossimo governo dell'Unione, Meloni risponde ostentando prudenza: "Questo è un dibattito che appassiona voi e non me. Io aspetto di vedere come votano gli italiani prima di decidere chi debba fare cosa. Ci sono dei candidati, gli europei voteranno, dopo il voto si vedrà quali sono i pesi e si vedrà cosa si può fare". Poi dice di immaginare "un'Europa diversa da quella di oggi, molto meno ideologica" e "capace di difendere i propri confini".
Su von der Leyen è gelo da parte di Macron: "Ho sempre espresso dubbi sugli Spitzenkandidaten, perché non abbiamo liste transnazionali" e la figura del candidato di punta "iperpoliticizza il ruolo di presidente della Commissione, che istituzionalmente non è emanazione del Parlamento", sottolinea il capo dell'Eliseo in conferenza stampa. Meloni, poi, frena anche sull'ipotesi di un ingresso di Orban nei Conservatori e riformisti europei, famiglia politica di Fdi: "Non è un dibattito all'ordine del giorno". Dopo il Consiglio europeo, la presidente del Consiglio interviene agli Stati generali dell'Italia davanti alla platea dei funzionari impegnati a Bruxelles nelle istituzioni Ue e nella Nato (presente anche il commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni). Vogliamo un'Italia in Europa "sempre più autorevole e credibile, in grado di affrontare le tempeste a testa alta", esorta la premier. "Quando facciamo sistema e lavoriamo tutti nella stessa direzione non c'è niente che non riusciamo a fare", aggiunge a proposito del risultato raggiunto sulla direttiva imballaggi. E sul Pnrr si mostra fiera del giudizio positivo della Ue: "La Commissione europea dice che siamo la nazione che lo sta implementando con maggiore velocità". (dall'inviato Antonio Atte)
—[email protected] (Web Info)












