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Il paziente al centro, le sfide della sanità di oggi nel convegno Adnkronos a Roma

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(Adnkronos) – Prevenzione, nuove tecnologie, eccellenze e criticità del sistema salute italiano, tenendo sempre a mente che al centro deve esserci il paziente. Questi i temi, attuali e complessi, che sono stati approfonditi durante il convegno ‘Salute e Sanità, una sfida condivisa’, organizzata da Adnkronos presso il Palazzo dell’Informazione a Roma. Un incontro che si è incentrato su due direttrici: la gestione delle risorse, quindi di problemi quali le liste d’attesa e l’accesso ai pronto soccorso, e l’innovazione tecnologica, che richiede una costante formazione e un nuovo approccio al paziente. Sullo sfondo, una medicina che cambia. Risorse e organizzazione, un binomio inscindibile Si parte da un presupposto, messo subito in chiaro da Francesco Rocca, governatore della Regione Lazio: “Il sistema sanitario italiano è uno dei migliori del mondo”. Fondamentale è il suo universalismo, ha sottolineato Rocca: “Io credo nel servizio sanitario universale, perché ho conosciuto gli altri sistemi sanitari avendo girato il mondo in un’ottica di chi cerca di servire le persone più vulnerabili. E quindi in questo senso il mio servizio sanitario me lo tengo stretto e lo proteggo e faccio di tutto per rafforzarlo” Cosa serve per mantenerlo a sua volta in salute e migliorarlo? Servono risorse ma, a monte, un’organizzazione adeguata, altrimenti diventa impossibile spendere bene i fondi di cui si dispone. D’accordo il direttore generale del Policlinico romano Umberto I, Fabrizio D’Alba, intervenuto su Pronto soccorso e liste d’attesa e che ha sottolineato come il tema delle risorse non possa essere svincolato da quello dell’organizzazione, perché il sistema sanitario è a risorse ‘scarse’, ovvero definite, quindi da gestire al meglio: “Una risorsa è adeguata o meno anche in base a quello che si decide di offrire”. Tutto passa attraverso la definizione dell’offerta assistenziale perché o si adeguano e ottimizzano le risorse oppure si rimodula l’offerta. Ma, ha precisato D’Alba, occorre anche lavorare sull’appropriatezza che condiziona l’accesso alle strutture e i percorsi assistenziali. Sulle liste d’attesa, “dobbiamo far capire ai cittadini che la risposta a un bisogno ambulatoriale deve darlo il sistema, non una struttura singola”. Il sistema sanitario come pilastro della democrazia Un altro aspetto evidenziato nella mattinata è stato il ruolo del sistema sanitario come pilastro della democrazia, secondo i principi fondanti di universalismo, equità e uguaglianza. “Se non è più così, perché non ce li si può più permettere, occorre pensare a strade alternative governandole politicamente”, ha spiegato Nino Cartabellotta, presidente Fondazione Gimbe. “Ci illudiamo di poter avere la spesa sanitaria pro capite più bassa d’Europa e con un ampio paniere di servizi Lea. Risultato: metà del Paese non ha avuto servizi e il personale sanitario è stato mortificato, ora non li ricompri nemmeno coi soldi: la spesa per il personale andrebbe tolta dal deficit dei Paesi, che permetterebbe a tutti di investire adeguatamente nel personale”, ha chiarito il presidente che auspica “un patto sociale: ognuno deve rinunciare a un pezzo di privilegio, a regole immutate non se viene fuori”. Inoltre, ha continuato Cartabellotta, occorre ridefinire i Lea, perché se ad esempio la diagnostica di bassa complessità ormai la fanno i privati, quindi i cittadini la pagano di tasca propria o attraverso le assicurazioni, “perché non levarla dai Lea”? Sicuramente, ha riconosciuto il presidente Fondazione Gimbe, si tratterebbe di una misura impopolare, ma è importante tenere a mente che “il livello di salute e benessere della popolazione condiziona la crescita economica del Paese”. Anche Paolo Petralia, vice presidente vicario Fiaso, ha parlato di patti e accordi. Medici, pazienti, stakeholders, politica, aziende dovrebbero mettersi insieme e trovare una sintesi: “E’ tempo di una grande alleanza per fare una grande riforma, culturale prima che organizzativa”, con alla base un pensiero sostenibile e condiviso “con il paziente, o meglio la persona, al centro, in una logica complessiva di tenuta”. La medicina territoriale: medici, farmacie, Case della Comunità Si è poi parlato di medicina territoriale: “E’ fondamentale – ha detto Rocca -, è uno dei temi che deve essere accompagnato con attenzione a riprendersi, perché comunque è stato trascurato troppo a lungo. È la presa in carico del paziente, l’accompagnamento dei nostri cittadini nel momento di cui hanno necessità di un’attenzione medica, quindi su questo c’è un grande investimento programmato sulle Case della salute, gli Ospedali di comunità. E poi, ovviamente, una buona medicina del territoriale è un ottimo filtro soprattutto per i nostri pronto soccorso cittadini”. 
Il governatore della Regione Lazio ha fatto riferimento alle case di comunità, le nuove strutture socio-sanitarie che entreranno a far parte del Servizio Sanitario Nazionale per potenziare e sviluppare l’assistenza territoriale e che prevedono un modello di intervento multidisciplinare, riunendo specialisti di vari settori per garantire servizi correlati al bisogno di diagnosi e cure della popolazione. Sul tema concorde Loreto Gesualdo, presidente Fism, per il quale anche le società scientifiche possono fare molto per mettere al cento il paziente e per il quale le case di comunità “devono fare multidisciplinarietà nello stesso posto, di concerto con RSA e ospedali”, perché spesso “il paziente è multidimensionale”, ha più patologie. Un tipo di organizzazione che, ha evidenziato, avrebbe ricasco sul decongestionamento dei Pronto soccorso e degli ospedali stessi. E nel contesto della territorialità anche le farmacie possono avere un ruolo significativo come punti di riferimento di prossimità, quindi rimettendo al centro i bisogni del paziente. Ne ha parlato Marco Cossolo, presidente Federfarma, chiarendo che questo ruolo non è in alternativa a quello del medico di famiglia, bensì in team: le farmacie possono essere vicine alle persone non solo fisicamente ma anche come orari e professionalità. In particolare, gli ha fatto eco Sabrina De Camillis, head government affairs & communications GSK Italia, i pazienti più anziani che, tra le altre cose, potrebbero accedere alla prevenzione, quindi alle vaccinazioni, in un luogo conosciuto e di facile accesso. Notevole anche il contributo che possono dare i medici di famiglia. Fiorenzo Corti, vice segretario nazionale Fimmg, oltre a sottolineare come non sempre sia garantito al cittadino il diritto di scegliere o cambiare il medico territoriale, ha spiegato anche il valore aggiunto di questa figura che potrebbe intervenire, tra le altre cose, nella gestione della patologia cronica e dell’assistenza domiciliare. O anche procedere a una diagnostica per immagine negli studi. Corti però ha tirato anche un po’ le orecchie ai pazienti, che devono cambiare il loro approccio e non vedere più il medico di famiglia solo come quello che fa le ricette. Medicina difensiva e prevenzione, il ministro Schillaci Corti è tornato poi su un tema caldo già sfiorato, quello dell’appropriatezza delle prestazioni: “Non è detto che aumentando l’offerta il sistema migliori il servizio, molte volte si fanno esami non si sa perché”. Ed è stato il ministro Schillaci ad approfondire questo punto: in Italia si ricorre molto alla medicina difensiva che porta a “over prestazioni per 8-9 miliardi l’anno”. Invece, ha evidenziato Schillaci, “chi ha bisogno deve poter fare gli esami giusti nel momento giusto”. Ecco perché il ministero ha messo in piedi lo scudo penale per i medici, calcolando anche che nel 98% dei contenziosi non si ravvisa un illecito di questo tipo nel loro comportamento. Stando questo dato, diventa invece importante garantire agli operatori sanitari la serenità per poter svolgere il proprio lavoro. 
Schillaci ha poi messo in luce la necessità di non abbandonare il paziente dopo la diagnosi o l’intervento, ma di realizzare un adeguato follow up: “Non lasciarlo solo”. Il ministro è intervenuto anche sulla prevenzione, sottolineando come in questo campo “non si spende ma si investe”. L’obiettivo è sì vivere di più, e l’Italia ha una delle aspettative di vita più alte del mondo, ma anche di invecchiare meglio e in salute, o oggi non è sempre così. Un obiettivo che parte da lontano, “dall’educazione ai corretti stili di vita fin dalle elementari”. Un aspetto già toccato da De Camillis, per la quale “la prevenzione deve essere la star”, a cominciare dalle vaccinazioni che possono contribuire a mantenere in salute l’anziano e portare a un invecchiamento attivo. “Non servono più risorse ma una loro organizzazione più efficiente, usando anche le farmacie, ha affermato”. Anche perché maggiore salute significa anche meno esami e meno ricoveri quindi meno ingolfamento del sistema e liste di attesa più snelle. A vantaggio dei pazienti. Il ruolo delle nuove tecnologie: un nuovo approccio per tutti Infine, le nuove tecnologie sono fondamentali per mettere il paziente al centro: innovazioni che, ha sottolineato Francesco Gabrielli, professore di eHealth all’Università San Raffaele, stiamo imparando man mano ad usare: oggi abbiamo una serie di dati dall’interno del corpo umano che ci consente una visione molto diversa rispetto alla medicina ‘800 e ‘900esca. Servono però la sperimentazione clinica e un cambio di approccio, perché se continuiamo con i tempi di 50 o 100 anni fa abbiamo un sistema vecchio, non adatto alle esigenze attuali. Anche per D’Alba il ruolo della tecnologia è fondamentale, perché “consente di regolare in modo alternativo la prestazione e rendere più snelli e trasparenti i percorsi di prenotazione”. Paziente al centro anche attraverso la medicina predittiva, come ha rimarcato Gaetano Marrocco, Director of the Medical Engineering School

all’Università di Roma Tor Vergata, pensando da una parte al fenomeno della dematerializzazione del dispositivo medico che “diventa non più esterno ma spalmato sul corpo come una seconda pelle”, che fa analisi sui parametri vitali e trasmette i dati, e dall’altra alla digitalizzazione delle protesi, diffusissime (basi pensare alle capsule dentarie). Innovazioni che portano a una migliore qualità della vita: la digitalizzazione del dispositivo medico “potrebbe rilevare la temperatura corretta e anche la pressione, più precisa, senza l’effetto camice bianco”, che la fa innalzare quando è il medico a misurarla. “Si tratta di un cambiamento epocale – ha concluso Marrocco – perché dà una visione completamente differente” della salute del singolo, “ma anche permette di applicare le cure in maniera più adeguata”. In sintesi, il fil rouge tra i tanti interventi che si sono susseguiti durante i lavori è che per una sanità che metta al centro il paziente occorre la collaborazione di tutti: dalla politica alle aziende farmaceutiche, dalle società scientifiche ai medici e agli infermieri, fino alle farmacie sul territorio. Ma anche c’è bisogno del paziente stesso, perché, come ha sottolineato Pietro Giurdanella, consigliere Comitato centrale Fnopi (Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche), in un’epoca digitale il cittadino non può più essere passivo ma deve svolgere un ruolo attivo. —[email protected] (Web Info)

Marrocco (Tor Vergata): “Per mettere il paziente al centro serve salto tecnologico”

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(Adnkronos) – “Mettere il paziente al cento, quindi non lasciarlo solo quando torna a casa dall'ospedale” richiede “scelte di tipo organizzativo e politico, ma serve anche un salto tecnologico per portare a domicilio quello che si faceva nell'ospedale. Le tecnologie che ci sono bisogna imparare a utilizzare, mentre quelle che non ci sono le possiamo immaginare e quindi inventare”. Così Gaetano Marrocco, Director of the Medical Engineering School all'Università di Roma Tor Vergata, intervenendo all’evento Adnkronos Q&A “Salute e sanità, una sfida condivisa”, a Roma. “Ci sono due tendenze abbastanza note in ambiente accademico, ma anche industriale – spiega Marrocco -. La prima è la dematerializzazione del dispositivo medico e l’altra è la sua digitalizzazione come per esempio per le protesi. Nel primo caso, il dispositivo cessa di essere qualcosa di esterno e diventa tutt'uno con il nostro corpo, una seconda pelle fatta di membrane digitali che includono sensori, un po' di elettronica, un sistema di trasmissione capace di acquisire la temperatura del nostro corpo, fare l'analisi chimica del sudore, individuare, precursori di stress e poi di trasmetterli in modo tale che poi vengano questi dati elaborati".  "Nel caso dell’impiego di protesi digitali – continua – possiamo risolvere un problema che hanno alcuni pazienti che, nel tempo, dopo l’intervento per una frattura, per esempio, avvertono un pizzicore alla gamba che potrebbe essere dovuta a un’infiammazione, ma anche a un’infezione. Se la protesi potesse dare l’informazione del tipo di problema, si eviterebbe lo sconforto del paziente con una più rapida soluzione del caso. La stessa cosa vale nel caso di valvole cardiache sensorizzate”. La digitalizzazione del dispositivo medico “potrebbe rilevare la temperatura corretta e anche la pressione, più precisa, senza l'effetto camice bianco”, che la fa innalzare quando è il medico a misurarla. “Si tratta di un cambiamento epocale – conclude Marrocco – perché dà una visione completamente differente" della salute del singolo, "ma anche permette di applicare le cure in maniera più adeguata”. —salute/[email protected] (Web Info)

Terremoto tra Puglia e Grecia, scossa di magnitudo 4.6 nel Mar Ionio

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(Adnkronos) – Forte scossa di terremoto oggi, 22 marzo 2024, tra Puglia e Grecia. Il sisma di magnitudo 4.6 è stato registrato alle 6:20 nel Mar Ionio, ad una profondità di 64 km. Secondo i dati dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il terremoto ha avuto epicentro a circa 50 chilometri dall'isola greca di Corfù. La scossa è stata avvertita distintamente nel Salento, ma non si segnalano danni a persone o cose. . —[email protected] (Web Info)

Sciopero treni 23-24 marzo, weekend difficile per chi viaggia: orari e fasce garantite

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(Adnkronos) – Disagi per chi viaggia in treno questo weekend 23-24 marzo per uno sciopero nazionale proclamato da alcune sigle sindacali autonome (CUB Trasporti, SGB e USB) per il personale del Gruppo Fs Italiane. Disagi e disservizi si potrebbero avere anche per Italo e Trenord.   Secondo quanto comunica il gruppo Fs in una nota, la mobilitazione, che inizierà alle 21 di sabato 23 fino alle ore 21 di domenica 24 comporterà cancellazioni totali e parziali di Frecce, Intercity e treni Regionali di Trenitalia e potrebbero avere un impatto significativo sulla circolazione ferroviaria. Gli effetti, in termini di cancellazioni e ritardi, potranno verificarsi anche prima e protrarsi oltre l’orario di termine degli scioperi,.   
Garantite da Trenitalia alcune corse nazionali che per legge non possono saltare e il cui elenco si trova sul sito dell’azienda. Salvi anche i treni regionali nelle fasce orarie più battute dai pendolari, quelle tra le 6 e le 9 e tra le 18 e le 21. Trenitalia, tenuto conto delle possibili importanti ripercussioni sul servizio, invita tutti i passeggeri a informarsi prima di recarsi in stazione e, ove possibile, a riprogrammare il viaggio.  Informazioni su collegamenti e servizi attivi sono disponibili attraverso l’app Trenitalia, la sezione Infomobilità del sito web trenitalia.com, i canali social e web del Gruppo Fs Italiane, il numero verde gratuito 800 89 20 21, oltre che nelle biglietterie e negli uffici assistenza delle stazioni ferroviarie, le self-service e le agenzie di viaggio convenzionate. —[email protected] (Web Info)

Gaza, Blinken oggi in Israele. All’Onu voto risoluzione su cessate fuoco

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(Adnkronos) – Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, oggi in Israele per sollecitare il governo di Tel Aviv ad accettare una tregua a Gaza ed evitare l'offensiva delle forze di terra a Rafah, in vista del voto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su un progetto di risoluzione statunitense che chiede un cessate il fuoco nell'enclave palestinese. Washington ha fatto sapere che sottoporrà al voto un documento sulla necessità di un "cessate il fuoco immediato come parte di un accordo sugli ostaggi". "I negoziatori continuano a lavorare. Il divario si sta riducendo e continuiamo a spingere per un accordo a Doha. C’è ancora un lavoro difficile per arrivarci. Ma continuo a credere che sia possibile", ha detto ieri Blinken in Egitto. Il viaggio di Blinken coincide con la ripresa dei negoziati di Doha per il rilascio degli ostaggi in cambio della tregua. Secondo quanto hanno anticipato fonti bene informate citate alla Cnn, alle trattative parteciperà anche il direttore della Cia Bill Burns.Cnn, il direttore del Mossad israeliano David Barnea, oltre che il Premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani e al ministro dell'Intelligence in Egitto, Abbas Kamel. 
Il principale nodo che rallenta i negoziati è che Hamas sostiene che rilascerà gli ostaggi solo nel quadro di un accordo che metta fine alla guerra, mentre Israele è pronto a discutere solo di una pausa temporanea. Gli Stati Uniti speravano di ottenere un cessate il fuoco di sei settimane e un accordo sugli ostaggi entro l'inizio del Ramadan, il 10 marzo, ma i successivi round di colloqui non hanno ancora dato risultati, con Washington che in gran parte incolpa Hamas per la situazione di stallo.  
Oltre 350 "terroristi di Hamas e della Jihad Islamica" sono stati catturati nell'operazione che l'esercito israeliano sta portando avanti da giorni nel complesso dell'ospedale al-Shifa a Gaza City. Lo ha indicato il portavoce delle Forze di difesa israeliane, Daniel Hagari, spiegando in un briefing che i combattimenti nell'area continuano dal momento che "ci sono terroristi di Hamas e della Jihad islamica che hanno deciso di barricarsi nella zona del pronto soccorso". Sottolineando che si tratta dell'operazione che ha visto il più alto numero di "terroristi" catturati dall'inizio della guerra, Hagari ha affermato che "si stanno arrendendo, li stiamo interrogando e ci stanno fornendo informazioni di intelligence molto preziose e importanti". Secondo Hagari, finora sono stati arrestati 500 sospetti, "358 dei quali sono terroristi di Hamas e della Jihad islamica". Il portavoce ha precisato che tra questi ci sono tre esponenti della Jihad islamica e alcuni dirigenti di Hamas. Nell'operazione inoltre sono stati eliminati 140 "terroristi".  L'esercito americano ha annunciato di aver distrutto nel Mar Rosso due missili balistici anti-nave e un drone navale lanciati dagli Houthi dallo Yemen. In una nota sul social X, il Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom) ha precisato che "è stato stabilito che queste armi rappresentavano una minaccia imminente per la coalizione e le navi mercantili nella regione".  Anche la Finlandia ha annunciato che riprenderà i finanziamenti all'Unrwa, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, accusata da Israele di collusione con Hamas. "Il miglioramento della gestione del rischio da parte dell'Unrwa, ovvero la prevenzione e l'avvio di un attento monitoraggio dei comportamenti scorretti, ci fornisce a questo punto garanzie sufficienti per continuare il nostro sostegno", ha dichiarato durante una conferenza stampa il ministro finlandese del Commercio estero e dello Sviluppo, Ville Tavio. Diversi Paesi, tra cui Stati Uniti, Italia e Gran Bretagna, hanno sospeso i finanziamenti all'Unrwa dal momento che, secondo Israele, 12 dipendenti dell'Agenzia avrebbero preso parte al massacro del 7 ottobre. Altri, come Canada, Australia e Svezia, hanno ripreso i finanziamenti, mentre l'Arabia Saudita ha annunciato un aumento dei fondi.   —internazionale/[email protected] (Web Info)

Ucraina, Pentagono: “Kiev deve prendere decisioni difficili”

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(Adnkronos) – "Sappiamo che l'Ucraina deve prendere decisioni strategiche, se ritirarsi da alcune aree per rafforzare le linee difensive. Sono decisioni difficili da prendere, non siamo in grado di fornire i sistemi di cui hanno bisogno perché non c'è l'autorizzazione del Congresso". Il Pentagono, attraverso le parole della portavoce Sabrina Singh, accenna alle strategie che l'Ucraina, in una fase cruciale della guerra con la Russia, è chiamata a varare. La carenza di munizioni e l'assenza di aiuti Usa, con il pacchetto da 60 miliardi bloccato al Congresso, obbliga Kiev a prendere decisioni drastiche. "Continuiamo a sostenere l'Ucraina. Il presidente è stato chiaro, soldati americani non metteranno piede sul terreno. Abbiamo inviato pacchetti di aiuti ogni settimana fino a dicembre. Il modo migliore per sostenere l'Ucraina è ottenere il via libera del Congresso", dice Singh rispondendo ad una domanda nel briefing al Dipartimento della Difesa.  La Russia spinge ma non sfonda. L'Ucraina è in difficoltà per la carenza di munizioni ma resiste. E' il quadro che delinea l'intelligence britannica fotografando la situazione nell'est dell'Ucraina, il fronte più caldo del conflitto. Le forze russe "continuano a concentrare le loro operazioni nell'oblast orientale ucraino di Donetsk, ottenendo successi minimi", afferma l'intelligence di Londra in una "situazione instabile" caratterizzata da difficoltà per entrambe i campi. I russi "hanno cercato di espandere le aree di controllo a nord ovest della città di Donetsk e cercheranno di prendere una serie di villaggi, fra cui Orlivka, Tonenke, Pervpmaiske e Nevelske. Le avanzate russe si sono ridotte nelle ultime settimane, in parte per le pesanti perdite subite nella campagna per Avdiivka. La situazione rimane instabile, con le carenze ucraine di personale e munizioni che limitano la loro capacità di tenere le posizioni".  Rob Bauer, capo del comitato militare della Nato, nelle stesse ore mette in guardia contro un eccessivo pessimismo sulle possibilità di vittoria dell'Ucraina. Le guerre non vengono vinte dai pessimisti, "il mondo è stato tropo ottimista nel 2023, non dobbiamo fare l'errore contrario di diventare troppo pessimisti nel 2024", dice Bauer intervenendo al Forum sulla Sicurezza a Kiev. Secondo Bauer, bisogna avere fiducia nel successo ucraino, anche se servono più rifornimenti bellici. "Gli alleati della Nato, e molte altre nazioni nel mondo, stanno fornendo un sostegno senza precedenti all'Ucraina e questo ha fatto la differenza, ma l'Ucraina ha bisogno di un ulteriore sostegno", afferma.  
La guerra si snoda anche attraverso raid per colpire infrastrutture strategiche. Le truppe russe hanno colpito le infrastrutture energetiche nella parte occupata dell'oblast di Kherson. lasciando i residenti della città di Kakhovka, controllata dai russi, senza gas, elettricità e fornitura d'acqua, dice Yurii Sobolevsky, il primo vice capo del Consiglio dell'oblast di Kherson, definendo l'attacco russo "una provocazione", poiché i delegati di Mosca hanno affermato che sono state le forze armate ucraine a condurre l'attacco. "L'esercito ucraino colpisce solo obiettivi militari. E lasciare le persone senza le condizioni di vita necessarie, questa è l'abitudine dell'esercito russo", scrive Sobolevsky su Facebook. Kakhovka è una città portuale situata sulla sponda orientale del fiume Dnipro, che ospitava circa 34.750 cittadini prima dell'inizio dell'invasione su vasta scala della Russia nel 2022. Le truppe russe hanno occupato la città fin dall’inizio della guerra e bombardano regolarmente città e villaggi ucraini dalla parte occupata dell’Oblast di Kherson. Dall'altra parte, la ferrovia verso la Crimea, che la Russia sta costruendo nelle aree occupate, è "un obiettivo significativo" per le forze armate di Kiev. Lo chiarisce Andrii Yusov, rappresentante dell'intelligence militare ucraina, citato da Interfax-Ukaine. Il riferimento è alla ferrovia che le forze di Mosca avrebbero cominciato a costruire per collegare la città russa di Rostov alla Crimea, passando per l'oblast ucraino di Zaporizhzhia . La ferrovia "è una minaccia seria. E quindi è un obiettivo significativo per le forze armate ucraine", dice Yusov, ricordando come i russi ricorrano alla ferrovia per il rifornimento logistici militare, tanto più ora che il ponte di Crimea non è pienamente operativo. La domanda è se riusciranno costruire la ferrovia e "se ce la faranno, quanto a lungo e quanto efficientemente potrà operare", aggiunge.  —internazionale/[email protected] (Web Info)

Sul ‘Sole 24ore’ i 60 anni dell’Adnkronos: “L’eco di 60 anni d’Italia”

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(Adnkronos) – "Nei 60 anni di vita dell'Adnkronos l'eco di 60 anni d'Italia": il Sole 24 Ore dedica un servizio all'Agenzia di stampa "nata dalla fusione delle agenzie Kronos (fondata nel 1951 da Pietro Nenni) e Adn (Agenzia Di Notizie, fondata nel 1959 da Amintore Fanfani). Giuseppe Pasquale Marra, detto Pippo, editore e presidente, direttore e cronista, ha mandato alle stampe un libro che celebra e racconta i sessant’anni della agenzia: "Il 24 luglio 1963, la nuova testata vede per la prima volta la luce. Siamo in un mese cruciale, alla vigilia di una svolta che vedrà il Partito socialista entrare nella stanza dei bottoni, per usare l’espressione coniata da Pietro Nenni e annotata nel suo diario: 'Solo così, e solo allargando la base democratica dello Stato attraverso la partecipazione sempre più larga alla vita civile dei lavoratori e dei nuovi ceti culturali e sociali e attraverso la valorizzazione dei sindacati, solo rafforzando il controllo parlamentare sarà possibile dare sostanza e concretezza all’ingresso dei socialisti nella stanza dei bottoni'".  La vicenda della Adnkronos, agenzia di stampa generalista, è la vicenda del Paese. Scrive nel suo contributo la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: "La redazione giornalistica ha collezionato in questi sei decenni di attività numerosi scoop ed esclusive. Penso su tutti al 13 maggio 1981: l’Adnkronos è stata l’agenzia che ha catturato e diffuso la foto della pistola puntata da Mehmet Alì Agca contro San Giovanni Paolo II nell’attentato in piazza San Pietro". La vicenda della Adnkronos è anche la storia di una minoranza – il socialismo laico – che non accetta la condizione di minorità conferita dal trovarsi – culturalmente e politicamente, quindi anche editorialmente – schiacciata fra i due grandi monoliti: il Partito Comunista e la Democrazia Cristiana. Ricorda Ugo Intini, a lungo giornalista dell’«Avanti!» e poi parlamentare del Psi e portavoce del suo segretario Bettino Craxi: "Nel 1978 mi sono trasferito a Roma come direttore dell’«Avanti!», ho conosciuto Pippo Marra, che nel frattempo ne era diventato presidente, e ho assistito alla success story dell’agenzia, legata dapprima alla collaborazione tra Marra e l’industriale Bracco, che ne aveva preso il controllo, poi alla instancabile attività del solo Marra. Il monopolio dell’informazione era ormai incrinato ma, ancora negli anni 80, quella che è stata definita la egemonia culturale comunista faceva sentire il suo peso. Non solo i dirigenti di «Repubblica», ma anche quelli del «Corriere della Sera», della «Stampa», di quasi tutti i maggiori quotidiani e della Rai avevano un occhio di riguardo per il Pci. Gramsci aveva teorizzato esattamente questa egemonia".  "In un passaggio storico come quello di Tangentopoli, in cui i giornali controllati dai grandi gruppi privati assecondano ogni scelta e ogni tumulto della magistratura, si verifica un caso particolare. Sul piano politico -si legge sul quotidiano- Francesco Cossiga aveva dato un contributo di razionalità negli anni Ottanta contro i tabù dell’egemonia culturale comunista. Nei mass media il suo amico Marra aveva fatto lo stesso. Nel 1992, alla caduta della Prima repubblica, Marra non aggrega la sua agenzia al coro giustizialista contro i partiti. Nonostante la illustrazione della forma del gruppo multimediale assunta ora da Adnkronos, resta viva la poesia descritta nel suo intervento in questo libro da Gianni Letta: 'Per chi, come me, ha cominciato a fare il giornalista nell’era della carta (quella che ahimè va purtroppo scomparendo!) e che per tanti anni si è aggirato in redazione o in tipografia tra le macchine per scrivere, le telescriventi, le linotype, il piombo e poi il computer, le agenzie di stampa, rappresentano il “Quinto cavalleggeri” che libera dal panico della pagina bianca, l’amico geniale e fedele, il collega sempre a disposizione, mai in ferie, mai “di corsa”, mai al bar, sempre sobrio, costante nei sentimenti, senza bisogno di urlare, perché ci pensa la realtà a farsi udire. Finché ho diretto “Il Tempo” le ho percepite come il rumore del mondo, non erano – ovviamente – persone in carne e ossa, ma neppure macchine disanimate: erano “cose vive”, la prima eco del nostro pianeta, che ruotando intorno al suo asse, esigeva la nostra attenzione con il ticchettio del telex e il fruscio della carta che si srotolava magicamente carica di informazioni sempre nuove'". —[email protected] (Web Info)

Salute, a RomeCup 2024 le soluzioni robotiche e di Ai degli studenti di ‘HealthBot’

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(Adnkronos) – Nel reimmaginare il settore della salute l’intelligenza artificiale (Ai) trasformerà la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle patologie, facilitando il compito dei medici e il percorso di cura dei pazienti. Proprio per questo la quarta edizione di Fattore J, progetto realizzato da Johnson & Johnson Innovative Medicine e Fondazione Mondo digitale, ha previsto un contest creativo, “HealthBot”, per invitare i ragazzi a sviluppare prototipi di soluzioni robotiche e di intelligenza artificiale per la salute che sono stati presentati a una giuria di esperti nel corso della RomeCup 2024, in corso all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Tra i progetti presentati all’evento dedicato alla robotica e all’intelligenza artificiale, per diffondere l’innovazione mettendo in collegamento scuole, centri di ricerca, aziende, università e istituzioni – spiega una nota – e pensati per rispondere alle molteplici esigenze del settore salute ci sono soluzioni per supportare l’aderenza terapeutica e ricordare l’assunzione dei farmaci, come ‘Pharmabot’ dell’Istituto de Amicis Cattaneo di Roma o la ‘Smemobox’ del Fermi di Roma e progetti per favorire l’inclusione di persone con disabilità, come VisionAll’ dell’Itis Ettore Majorana di Cassino, dedicato a chi è affetto da disabilità visive. Non mancano le idee per accelerare la diagnosi di malattie come ‘Project B.o.n.e’ dell’Istituto Federico Caffè di Roma che prevede un software in grado di identificare precocemente l’osteoporosi e supportare il lavoro dei medici, o il programma ‘Parkinson Detector’ dell’Itis Omar di Novara che usa l’Ai per riconoscere la figura umana all’interno di un filmato e misurare gli angoli di movimento degli arti che possono essere possibili indicatori precoci del Parkinson. Infine, un progetto dedicato all’assistenza virtuale. Il ‘Team Marconi’, dell’istituto Marconi di Nocera Inferiore, ha previsto la realizzazione di un assistente medico virtuale che interagisce con una fascia wearable la quale rileva i parametri vitali di pazienti che svolgono attività sportive. Durante l’evento i progetti sono stati valutati da una giuria composta da Alfonso Molina, direttore fondazione Mondo Digitale, Michele Cornella, Business Intelligence Manager di Johnson & Johnson Innovative Medicine Italia, Massimo Walter Rivolta, ricercatore del Dipartimento di Informatica dell’Università degli studi di Milano e Daniela Mondatore di Cittadinanzattiva, con l’obiettivo di premiare la soluzione tecnologica più innovativa e di maggiore impatto per la salute dei pazienti. Il lavoro considerato più innovativo è stato ‘Pharmabot’, secondo classificato il progetto ‘Smemobox’ e al terzo posto si è piazzato ‘VisionAll’. La conoscenza del valore dell’innovazione nella salute è al centro della quarta edizione di ‘Fattore J’, il progetto promosso da Johnson & Johnson Innovative Medicine e Fondazione Mondo Digitale per sensibilizzare i giovani sui progressi scientifici in campo sanitario.  Quest’anno, in particolare, l’iniziativa si pone l’obiettivo di raggiungere 5mila studenti con attività formative sul tema della prevenzione e dell’innovazione terapeutica nelle aree dell’oncologia, dell’HIV e della salute mentale. Sino ad oggi sono stati sensibilizzati 300 mila giovani a una corretta informazione scientifica, ad assumere comportamenti responsabili per la salute di tutti e a confidare nei progressi della ricerca e sono stati formati 30 mila studenti italiani su empatia, rispetto, inclusione e fiducia nella scienza. Il contest Heath Bot è stata una delle tappe di questo percorso dedicato ai ragazzi, per dare loro la possibilità di ideare e sviluppare soluzioni innovative ed essere sempre di più attori del cambiamento di domani, per un mondo più in salute. Per lo sviluppo di queste soluzioni, gli studenti si sono avvalsi del supporto di esperti di innovazione e Ai di J&J, che li hanno supportati nella preparazione dei progetti sia durante incontri in presenza nella nuova sede di Milano di Johnson & Johnson Innovative Medicine che nel corso di webinar dedicati. “L’innovazione – afferma Mario Sturion, managing director di J&J Innovative Medicine – Italia è il valore che guida le nostre azioni ogni giorno. In Johnson & Johnson Innovative Medicine lavoriamo per aprire la strada alla medicina di domani, sviluppando trattamenti rivoluzionari che trasformeranno il futuro della salute, e con i quali affrontiamo alcune delle malattie più complesse in diverse aree terapeutiche. Nel corso del 2023 abbiamo investito nel mondo 15 miliardi di dollari nella ricerca e sviluppo di nuovi trattamenti: per noi innovare significa continuare a migliorare le prospettive di vita delle persone e fare in modo che i progressi della scienza e della medicina raggiungano tutti. Per questa quarta edizione, abbiamo previsto, nell’ambito della RomeCup un contest creativo, ‘HealthBot’, per invitare i ragazzi a sviluppare prototipi di soluzioni robotiche e di intelligenza artificiale per la salute. Con HeathBot vogliamo che gli studenti e le studentesse siano sempre di più attori del cambiamento di domani, per un mondo più in salute”. "L’Intelligenza artificiale – commenta Federica Mazzotti, Business Transformation Director di J&J Innovative Medicine Italia – sta rivoluzionando il settore della salute, offrendo opportunità significative per supportare i clinici nella diagnosi precoce e nella cura personalizzata di numerose patologie. In J&J contribuiamo a creare le condizioni per una società pronta ad accogliere le innovazioni e a tradurle in opportunità concrete a favore dei pazienti. Desidero ringraziare tutti gli studenti che hanno partecipato con impegno al contest HealthBot, dimostrando grande creatività e consapevolezza di come le nuove tecnologie e l’AI possono essere messe al servizio della medicina del futuro”. "La nostra esperienza con Fattore J è stata molto bella, abbiamo visto una gentilezza e disponibilità molto affascinante. Si relazionano persone di diverse età e categorie lavorative”, commentano gli studenti dell’Istituto De Amicis Cattaneo di Roma, autori del progetto “Pharma Box” vincitore del premio Healthbot riferendosi anche all'opportunità di lavorare insieme agli universitari.  Come sottolinea Mirta Michilli, direttrice generale Fondazione Mondo Digitale: “La sfida della consilience, la convergenza tra discipline diverse, è un asse portante della RomeCup. L'approccio delle scienze della vita contamina da sempre tutta la manifestazione. Con la prima edizione del contest creativo HealthBot, novità della quarta edizione di Fattore J, abbiamo sfidato i ragazzi a progettare soluzioni innovative di robotica e intelligenza artificiale su compiti di realtà, partendo dalla loro esperienza di salute. Sono emerse idee progettuali molto interessanti e promettenti con una visione inclusiva e solidale della medicina”.  Per Daniela Mondatore, di Cittadinanzattiva, “le nuove tecnologie rappresentano una grande opportunità per contribuire ad una maggiore equità nella salute, assicurando ad un più ampio numero di cittadini la possibilità di accedere alle migliori cure possibili. Per questo motivo è di fondamentale importanza puntare su iniziative come il contest 'HealthBot' che, non solo favoriscono la creazione di soluzioni innovative per il benessere, ma soprattutto coinvolgono e sostengono le nuove generazioni nel guardare con fiducia e consapevolezza queste nuove soluzioni tecnologiche”. —[email protected] (Web Info)

Sanità, De Camillis (Gsk Italia): “Per nuovo Ssn puntare su prevenzione e Ia”

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(Adnkronos) – "Partiamo da un dato: le risorse" per la sanità pubblica "non sono infinite, quindi bisogna usarle con efficacia anche magari utilizzando le nuove tecnologie, sistemi come l'intelligenza artificiale, cercare di ridurre la distanza tra le Regioni. La prevenzione deve giocare un ruolo decisivo da 'star' nel nuovo sistema sanitario, perché questo ci consente di mantenere un Ssn sostenibile e universale. Aggiungo che occorre puntare sulla prevenzione 2.0, implementare il Piano nazionale vaccinale" perché "vaccinare gli adulti significa risparmiare risorse che possono essere così destinate ad aree in cui c'è ancora molto da fare, come per esempio l'area oncologica". Lo ha detto Sabrina De Camillis, Head Government Affair & Communication Gsk Italia, a Roma a margine dell'evento Adnkronos Q&A 'Salute e sanità, una sfida condivisa'.  —[email protected] (Web Info)

Cronaca nazionale/ Bimba di quattro anni rimane sola sullo scuolabus per alcune ore

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FOTO DI REPERTORIO

Una storia assurda di disattenzione, per fortuna finita evitando la tragedia.

Nel Teramano una bambina piccola è stata dimenticata per ore su uno scuolabus. La piccola, di quattro anni, frequenta una scuola dell’infanzia.
È stata dimenticata sullo scuolabus che doveva portarla a scuola e praticamente per tutta la mattinata la piccola è rimasta sul mezzo che nel frattempo è tornato nel deposito. A trovarla, dopo circa quattro ore, sono stati altri ragazzini, degli studenti delle scuole medie che dovevano salire sul pulmino.

L’assistente non si è accorta che si era addormentata sui sedili e lei quindi è rimasta sul mezzo.

La piccola è stata riaccompagnata nella sua scuola e lì è stata affidata alla maestra e successivamente ai suoi genitori.

Foto di repertorio