(Adnkronos) – "Ritengo che il Dm77 sia stato portato avanti con una continuità straordinaria dai due diversi governi che vi hanno lavorato: il primo, il governo Draghi, ha tracciato la guida; il governo attuale ne sta attuando le specifiche, valorizzandolo e approfondendolo. Il ruolo del Dm77 si condensa nei 4 punti oggetto degli allegati prodotti dall’attuale governo: dispensazione attiva del farmaco, legata al monitoraggio dell’aderenza alla terapia e alle interazioni farmacologiche; analisi di prima istanza, funzionali al controllo degli indicatori di eventuali ingravescenze o stabilizzazioni in pazienti cronici; possibilità di effettuare esami di telemedicina anche in locali separati; somministrazione di vaccini e test biologici. Il vero problema di fondo è la differente applicazione della normativa a livello regionale, perché la frammentazione causa discontinuità e inefficienze. Ciò che può aiutare è l’istituzione di un Tavolo di lavoro condiviso tra infermieri di comunità, medici di medicina generale e farmacisti, per l’individuazione di un modello operativo efficiente e che soddisfi le esigenze di tutti". Lo ha detto Marco Cossolo, presidente nazionale di Federfarma, intervenendo all'evento Adnkronos Q&A 'Salute e sanità, una sfida condivisa', oggi a Roma. —[email protected] (Web Info)
Farmaceutica, Merck: “Italia competitiva con norme e finanziamenti adeguati”
(Adnkronos) – "Se come Pese vogliamo" essere "attrattivi" e "concorrenziali a livello globale, abbiamo bisogno di un quadro normativo e regolatorio che riconosca la farmaceutica come un settore strategico e un finanziamento adeguato alla domanda di salute e migliorare l'accesso alla cura". Lo ha detto Ramón Palou de Comasema, presidente e amministratore delegato Healthcare – Merck Italia, a Roma in occasione dell'evento Adnkronos Q&A 'Salute e sanità, una sfida condivisa'. Merck crede in questo Paese. "Probabilmente – ha sottolineato il manager – siamo l'unica multinazionale farmaceutica con capitale estero che dà valore a tutta la filiera dell'healthcare, con 5 sedi" a livello nazionale differenziate "in Ricerca & Sviluppo e produzione. Da qui esportiamo in 150 Paesi. Nel periodo 2015-2022, l'investimento che Merck ha fatto in Italia supera i 320 milioni di euro". Colpisce "il livello dei ricercatori in Italia: è elevatissimo", ha rimarcato Palou de Comasema. Anche per questo "nel triennio 2020-2022 abbiamo realizzato 85 studi clinici con 5.500 pazienti. Probabilmente l'Italia, dopo gli Stati Uniti e la Cina, è un Paese al top, a livello di sviluppo di conoscenza scientifica". "L'industria farmaceutica in Italia può essere protagonista in Europa e nel mondo – ha evidenziato il presidente e Ad – grazie alla sua eccellenza in sinergia con la filiera industriale e distributiva che sta facendo leva sulla qualità del Servizio sanitario nazionale e del valore dei professionisti sanitari. Ma non possiamo nascondere che i tempi di accesso a una nuova terapia, in Italia, sono vicino ai 14 mesi" contro i "4 mesi della Germania". Dobbiamo dialogare, per una "rinnovata attenzione delle istituzioni nazionali nei confronti del settore". —[email protected] (Web Info)
Farmaceutica, Riccini (Farmindustria): “Una sfida attrarre investimenti in Italia”
(Adnkronos) – "Il sistema salute genera un valore economico grazie a vari settori d'industria e dei servizi, tra cui l'industria farmaceutica che si è confermata, anche nel 2023 e in questi mesi, un motore di sviluppo del Paese, della crescita di cui abbiamo molto bisogno e anche di generazione di innovazione a beneficio dei pazienti. Una delle sfide del prossimo futuro è saper attrarre in Italia investimenti a beneficio dei pazienti e della crescita". Lo ha detto Carlo Riccini, direttore Centro studi Farmindustria, a Roma in occasione dell'evento Adnkronos Q&A 'Salute e sanità, una sfida condivisa'. "L'industria farmaceutica – sottolinea Riccini – è un settore che sta dando grandi opportunità di occupazione ai giovani, ad esempio, ed è un grande partner del Servizio sanitario nazionale perché con i suoi investimenti agisce secondo un modello di Open innovation con tante strutture pubbliche, attraverso in particolare la ricerca clinica, con i sistemi di formazione e con la generazione di nuove competenze. Questo, alla luce dei trend internazionali di innovazione e della necessità di rinforzare la base produttiva, è certamente un asset strategico sul quale l'Italia deve puntare, ma anche l'Europa". I dati, continua, mostrano che "il valore della produzione ormai supererà i 50 miliardi anche nel 2023, oltre il 90% è dall'export. E c'è un dato molto recente pubblicato a livello europeo sui brevetti farmaceutici: in Italia in 5 anni sono cresciuti più della media europea. Sono l'immagine di un settore che ha saputo crescere cambiando pelle costantemente, aumentando il proprio valore aggiunto e che quindi rappresenta un grandissimo investimento per l'Italia e per l'Europa". Il modello dell'Open innovation, "che è la ricerca fatta in rete", esprime proprio "la capacità della farmaceutica di generare del valore – rimarca Riccini – con investimenti anche in altri settori, in particolare nella ricerca clinica e nelle strutture del Ssn. Se facciamo la percentuale pro capite degli investimenti in Open innovation, cioè le cosiddette esternalità positive della nostra ricerca, noi investiamo 15 volte quello che investe la media di tutti i settori dell'industria. Lo facciamo perché investiamo di più e perché siamo 'costretti' dai nostri modelli a investire in questo caso. Con la ricerca clinica dobbiamo farlo negli ospedali. Questo però è un fatto di grande valore. Ogni anno investiamo più di 750 milioni in ricerca clinica e anche di più, e questo si riverbera in tanti valori sia di tipo clinico, ma anche economico per l'intero Ssn". Certo, "la ricerca e sviluppo – osserva il direttore Centro studi Farmindustria – è il fiore all'occhiello dell'attività farmaceutica ed è necessaria, ma l'aspetto produttivo credo sia molto da valorizzare in questa fase. Si sta infatti andando in una direzione molto interessante perché non solo stanno aumentando tantissimo le pipeline: ci sono oltre 21mila farmaci in sviluppo; 1.700 miliardi di dollari investiti dal 2003 al 2028 dall'industria farmaceutica a livello mondo. Si sta sviluppando" inoltre "un tipo di ricerca molto differenziata: metà della pipeline è fatta da sintesi chimica e metà da farmaci biotech. Ci sono tantissimi livelli di interconnessioni tra tecnologie diverse, tra settori diversi. Ormai parliamo anche di farmaceutica integrata in un sistema di scienze della vita che è molto importante per l'Italia perché l'Italia – conclude Riccini – ha una carta grandissima da giocare che è l'eccellenza delle strutture cliniche". —[email protected] (Web Info)
Primo caso al mondo di trapianto di rene da maiale a uomo: il paziente sta bene e migliora
(Adnkronos) – Trapiantato per la prima volta al mondo, a Boston, il rene di un maiale, geneticamente modificato, su un paziente con malattia renale allo stadio terminale. A riportare la notizia del pionieristico trapianto che per gli esperti rappresenta una pietra miliare della medicina, è il 'New York Times' online. Il paziente, un uomo di 62 anni, continua a migliorare, dicono i medici del Massachusetts General Hospital. E in caso di successo del trapianto, la svolta offrirà speranza a centinaia di migliaia pazienti i cui destini dipendono da un organo nuovo. Finora i segnali sembrano promettenti: i reni rimuovono i prodotti di scarto e i liquidi in eccesso dal sangue, e il nuovo rene ha iniziato a produrre urina poco dopo l'intervento chirurgico, avvenuto lo scorso fine settimana. Il paziente riesce già a camminare nei corridoi dell'ospedale e potrebbe essere dimesso presto. Questa prima mondiale apre diverse prospettive. Una nuova fonte di reni "potrebbe risolvere un problema annoso: l'accesso inadeguato dei pazienti appartenenti a una minoranza ai trapianti di rene", ha osservato Winfred Williams, del Mass General, nefrologo curante del paziente. E c'è un altro aspetto: se i reni di animali geneticamente modificati potessero essere trapiantati su larga scala, anche la dialisi "diventerebbe obsoleta", ipotizza Leonardo V. Riella, direttore medico per i trapianti di rene al Mass General. Il paziente sottoposto a trapianto a Boston, Richard 'Rick' Slayman, supervisore del dipartimento statale dei trasporti, soffriva di diabete e ipertensione da molti anni ed era in cura al Mass General da oltre un decennio. I suoi reni sono andati in insufficienza e da allora è stato in dialisi per 7 anni, ricevendo infine un rene umano nel 2018. Ma anche l'organo donato ha fatto la stessa fine e ha sviluppato altre complicazioni. Quindi Slayman ha ripreso la dialisi nel 2023. Purtroppo però ha avuto gravi complicazioni vascolari e per lui sono cominciati ricoveri ricorrenti, ha spiegato Williams. Infine di nuovo la lista d'attesa per un altro organo. "Stava diventando sempre più scoraggiato, diceva di non poter proprio andare avanti così", ha raccontato il medico. "Ho iniziato a pensare alle misure straordinarie che avremmo potuto adottare", visto anche che "avrebbe dovuto aspettare dai 5 ai 6 anni per avere un rene umano. Non sarebbe stato in grado di sopravvivere". Quando Williams ha proposto a Slayman di ricevere un rene di maiale, dopo molte domande il paziente ha deciso di procedere. "L'ho visto – ha detto l'uomo in una dichiarazione fornita dall'ospedale – non solo come un modo per aiutarmi, ma come un modo per dare speranza a migliaia di persone che hanno bisogno di un trapianto per sopravvivere". I medici ora continueranno a monitorarlo per eventuali segni di rigetto. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Sanità, Giurdanella (Fnopi): “Per infermieri più formazione e stipendi adeguati”
(Adnkronos) – "Oggi abbiamo la necessità di adeguare gli standard organizzativi al mutare del bisogno di salute dei cittadini. E accanto a questo, abbiamo bisogno di sviluppare le professioni sanitarie. In questo la professione infermieristica chiede sostanzialmente tre cose: adeguare la componente contrattuale, c’è un gap stipendiale con gli infermieri che sono all'estero, e questo crea una competitività che noi non ci possiamo permettere. Il secondo elemento è quello di adeguare di standard organizzativi, ovvero come gli infermieri lavorano in una logica di evoluzione professionale, e la terza è l'elemento dell'evoluzione formativa. Abbiamo la necessità di adeguare la formazione con lauree magistrali di tipo cliniche, proprio per adeguare la risposta ai bisogni di salute dei cittadini”. Lo ha detto Pietro Giurdanella, consigliere Comitato centrale Fnopi (Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche) a Roma, partecipando all'evento Adnkronos Q&A 'Salute e sanità, una sfida condivisa'. —[email protected] (Web Info)
Sanità, Aceti (Salutequità): “Ssn tra migliori al mondo ma spende meno di altri Paesi”
(Adnkronos) – "
La sfida della sanità pubblica oggi è più accesso e più equità di accesso, quindi pari opportunità di cura nelle regioni. Dal punto di vista delle performance il nostro è un buon Ssn. Non solo, secondo i dati internazionali, è uno dei servizi sanitari che spende di meno però raggiunge dei risultati in termini di qualità dell'assistenza. Questo non toglie il fatto che bisogna continuare a finanziarlo meglio di quello che si sta facendo. Ma oltre a incrementare la spesa, occorre qualificare la spesa, spendere bene i soldi che vengono allocati”. Lo ha detto Tonino Aceti, presidente di Salutequità, intervenendo all'evento Adnkronos Q&A 'Salute e sanità, una sfida condivisa', oggi a Roma.
“Oggi abbiamo delle risorse che non sono spese – insiste Aceti, da poco nominato componente della Commissione nazionale sulle Liste d’attesa istituita con decreto dal ministero della Salute – Alcuni esempi: per l’edilizia sanitaria ci sono quasi 10 miliardi di euro non spesi; capitolo fondo per i farmaci innovativi, ogni anno strutturalmente c'è un avanzo. Sulle liste di attesa, un tema prioritario in questo momento, nel 2022 non abbiamo speso 152 milioni di euro che erano stati stanziati dal livello centrale nei confronti delle Regioni”. Ma per migliorare la spesa “va anche incrementato il livello di controllo della qualità di questa spesa, e oggi purtroppo noi abbiamo un finanziamento di 134 miliardi di euro nel 2024, misurato soltanto con 22 indicatori. E questo credo che sia un grande limite, perché noi dobbiamo render conto di come i soldi vengono utilizzati in termini di trasformazione di servizi accessibili a tutti", conclude.
—[email protected] (Web Info)
Sanità, Marino (Unindustria): “Ambulatori e strutture private accreditate pilastro Ssn”
(Adnkronos) – "L'apporto degli ambulatori e della sanità privata, in generale, è fondamentale per il Servizio sanitario nazionale. Le strutture sanitarie private accreditate presenti in più di 5mila presidi in tutta Italia sono una parte essenziale del Ssn, rappresentano infatti il presidio di prossimità al quale i cittadini possono accedere per avere tutte le prestazioni sanitarie in tempi rapidi, con grande efficienza e con un'alta qualità tecnologica e organizzativa. Quindi sono un pilastro molto importante del Ssn, stabilito per legge tantissimi anni fa". Lo ha detto Luca Marino, vicepresidente della Sanità di Unindustria, a Roma a margine dell'evento Adnkronos Q&A 'Salute e sanità, una sfida condivisa'. "Le nostre strutture garantiscono più di un miliardo di prestazioni l'anno a livello nazionale – ha aggiunto – e quindi supportano il Ssn. In questo modo favorendo ai cittadini l'accesso alle prestazioni molto più agevole di quanto non sarebbe se non ci fosse il nostro settore". Per questo motivo "chiediamo al ministro della Salute Schillaci un riconoscimento definitivo nel nostro ruolo e di essere parte della programmazione e parte dei loro progetti, da condividere insieme per creare un sistema sanitario futuro ancora più efficiente e vicino ai cittadini". —[email protected] (Web Info)
Goggia: “Nei primi 20 giorni dopo infortunio ho visto tutto nero”
(Adnkronos) – "Nel momento in cui stavo ancora 'strisciando' sulla pista e non mi ero ancora fermata dalla caduta, non sono quasi riuscita a pensare a nulla, pervasa ad un senso di sgomento e dispiacere enorme, è stato difficile per me una volta accorsi allenatori e preparatori dirgli mi sono rotta la tibia, mi sono fatta male. I primi 20 giorni ho visto tutto nero, ero profondamente disperata entro di me". Lo ha detto l'azzurra Sofia Goggia in un incontro con i media online 45 giorni dopo lo stop per infortunio. "So bene che nel mondo ci sono drammi ben peggiori, ma per un atleta rompersi una gamba non c'è nulle di più difficile dover affrontare un infortunio, per me non è il primo ma è stata la mia settima operazione. Come ho reagito? Ho pensato che nel mondo ci sono drammi peggiori del mio. Ho pensato: 'non sono sotto le bombe di Gaza'. Ho cercato di buttare lo sguardo oltre", ha aggiunto la velocista. "Quando ho visto le parole nel comunicato dopo l'infortunio 'tornerò anche questa volta', ho pensato che erano parole che non sentivo mie questa volta. Poi ho iniziato a lavorare, il piede migliorava, a casa, poi palestra, piscina, ho trovato mia indipendenza. I miei programmi adesso guardano molto il quotidiano ma voglio guarire e tornare sugli sci per la prossima stagione", ha aggiunto la Goggia. "Ho voluto aspettare una volta fatti gli esami diagnostici di controllo, altrimenti non trovavo il senso nel parlare. Abbiamo fatto questi esami la settimana scorsa. In passato mi sono rotta delle ossa, ma mai ho subito una cosa complicata come mi è accaduta il 5 febbraio. Mi sono rotta il pilone tibiale trasversalmente in più parti, un trauma da compressione e torsione fortissimo e si è frantumata la tibia in più parti. Le premesse dell'intervento erano estremamente complicate, perchè la Tac era molto brutta e riuscire a costruirlo era una impresa per gli ortopedici. L'intervento è riuscito perfettamente. Un ottimo punto di partenza per il recupero, ma bisogna andare con calma", ha confessato l'azzurra. "Ho una piastra a forma di 'L' che mi tiene la tibia ma essendo la frattura così bassa mi hanno fatto un taglio molto lungo per infilare la placca. I tempi per il ritorno? I tempi sono di sei mesi, quelli standard, una volta saldato l'osso e se ho un fisico idoneo per sciare posso anche andare prima, spesso sono tornata prima, accorciando i tempi, cosa che non voglio fare ora ma non è detto che debba aspettare i canonici sei mesi", ha spiegato la Goggia. —[email protected] (Web Info)
Meloni: “Volto coperto alla Camera? Ironia, non volevo intimorire”
(Adnkronos) – Dopo la foto finita addirittura in prima pagina sul Wall Street Journal, la premier Giorgia Meloni interviene sul 'caso' via social: "Noto lo scalpore di diversi esponenti dell’opposizione perché – scrive la presidente del Consiglio su Instagram – alle parole del leader dei Verdi Bonelli rivoltemi in Aula, 'non mi guardi con sguardo inquietante', ho risposto coprendomi ironicamente il volto per non destare ansietà al collega. Non so cosa intendesse con 'sguardo inquietante', ma mi scuso con il collega e con chiunque altro possa eventualmente sentirsi intimorito", le parole della premier. "Intimorito io? No. Il problema non sono nemmeno le scuse, il punto è che quando la premier viene in aula, deve fare la premier e avere una postura istituzionale, che lei non ha. Ieri in Aula parlavo di questioni serie, gravi, della tragedia di Gaza, e la mimica facciale, francamente fastidiosa, della premier è una cosa che non si vede in nessuna aula del parlamento, in Europa e nel mondo. Smorfie, battutine, sguardi mentre si parla di questioni rilevanti… no. Si può essere o non essere d'accordo ma si ascolta poi si risponde. Comunque, non mi sento intimorito, non mi sono mai fatto intimorire da nessuno, ma la invito ad assumere una postura istituzionale quando viene in Aula". Così Angelo Bonelli commenta all'AdnKronos il post della presidente del Consiglio. —[email protected] (Web Info)
Roma, scende da auto in panne: 85enne travolta e uccisa su Tangenziale
(Adnkronos) – Una donna è stata travolta e uccisa da una macchina dopo esser scesa dalla sua auto rimasta in panne al centro della carreggiata. E' successo intorno alle 10.40 di oggi sulla Tangenziale Est a Roma, all'altezza dello svincolo A 24, in direzione San Giovanni. La vittima, una 85enne, si trovava alla guida della sua Polo quando, dopo aver notato il guasto, è scesa forse per chiamare i soccorsi. E' stata investita da una donna di 65 anni che sopraggiungeva al volante di una Honda Jazz e non è riuscita a evitarla. Inutili i soccorsi immediati. Sul posto, insieme ai sanitari, gli agenti del II Gruppo Sapienza della Polizia di Roma Capitale. Chiusa la Tangenziale Est, in direzione San Giovanni, a partire da Batteria Nomentana per i rilievi dell’incidente. Pattuglie del II Gruppo Parioli e del IV Gruppo Tiburtino della Polizia Locale sono intervenute a supporto per gestire la viabilità della zona e le chiusure. Indagini in corso per stabilire l’esatta dinamica dell'incidente. —[email protected] (Web Info)












