(Adnkronos) – Come medici di famiglia "stiamo lavorando in questo momento per affrontare la nuova convenzione della medicina generale che dovrà dare la possibilità di garantire un servizio di prossimità con un medico di famiglia che sia scelto dal paziente e che sia garantito sotto il profilo del rapporto di fiducia. All'interno di questo discorso, indubbiamente bisogna fare in modo che i nostri studi diventino un luogo dove si possano anche effettuare prestazioni di tipo diagnostico. Questo, ovviamente, all'interno di un contesto che consideri la presa in carico adeguata soprattutto per pazienti cronici, con tutte le attività di prevenzione che sono importanti per mantenere la sostenibilità del nostro servizio di territorio nazionale". Così Fiorenzo Corti, sono vice-segretario nazionale della Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale, a Roma in occasione dell'evento Adnkronos Q&A 'Salute e sanità, una sfida condivisa'. Nella gestione del paziente cronico a domicilio è centrale il ruolo l'infermiere di famiglia e di comunità , ma "questa figura non è ancora ben codificata", precisa. A proposito delle Case di comunità, "il finanziamento è stato fatto sulle strutture", osserva Corti che sottolinea come i medici di famiglia non abbiamo preclusioni al cambiamento. "Sull'informatizzazione – precisa – siamo stati noi in primi a fare questo percorso con la ricetta elettronica e i certificati di malattia. Ma dobbiamo ricordare ai pazienti che il medico di medicina generale non è quello che risponde ai wapp e spedisce le impegnative". Infine, c'è "la disponibilità a lavorare nelle Case di comunità, ma non inteso come un trasferimento 'sic et sempliciter' – puntualizza Corti – perché" la cosa importante "nella nuova medicina di territorio" è che queste strutture "siano un luogo dove" si incrocia l'attività "dei medici di famiglia con quella degli infermieri e degli specialisti". —[email protected] (Web Info)
Svendita, sequestro e bancarotta: ecco le opzioni-panico di Trump per la super cauzione
(Adnkronos) – Svendita, sequestro dei beni e bancarotta: queste le opzioni che Donald Trump, che i media americani descrivono sempre più "nel panico" e furioso, se arriverà alla scadenza di lunedì prossimo senza aver ottenuto la riduzione richiesta dai suoi legali dell'enorme cauzione, pari a 464 milioni di dollari, che deve depositare per poter portare avanti il ricorso contro la sentenza del processo per frode di New York. Mentre la scadenza si avvicina inesorabilmente, l'ex presidente si trova nella poco invidiabile posizione di contattare mega finanziatori repubblicani non per fondi per la sua campagna elettorale, ma per chiedere aiuto a mettere insieme l'enorme cifra che nessuna agenzia specializzata in cauzione ha accettato di coprire, secondo quanto affermato dai suoi legali che hanno chiesto alla corte d'appello di ridurla a 100 milioni. La procuratrice di New York, Letitia James, si è opposta a questa ipotesi, chiedendo a giudici di esigere la cauzione piena da Trump che potrebbe divedere la cifra in diverse fideiussioni. Insomma, la questione chiave, che potrebbe avere un impatto importante non solo sulle finanze ma anche sulla candidatura di Trump, è che cosa potrà succedere da qui a lunedì e, soprattutto, cosa succederà se la scadenza arriverà senza che Trump abbia ottenuto la riduzione della cauzione o sia riuscito a mettere insieme l'enorme cifra, che, a causa degli interessi, si fa ogni giorno più grande. Dopo un processo durato un mese, il giudice Arthur Engoron ha condannato Trump a pagare 350 milioni di dollari allo stato di New York per aver commesso per anni "frode", manipolando il valore dei suoi beni per avere vantaggi fiscali, con le banche e le assicurazioni. Con gli interessi accumulati prima del giudizio è salita a 464 milioni: nel sistema di New York a questo tipo di multe si accumula un interesse annuo del 9%, vale a dire che la cauzione che Trump dovrà versare aumenta ogni giorno di oltre 111mila dollari. Nel momento in cui ha pronunciato la sentenza, Engoron ha sospeso automaticamente per 30 giorni la sua applicazione, periodo che scade appunto lunedì prossimo. I tribunali di New York prevedono che in caso di ricorsi per questo tipo di risarcimenti, l'individuo o la società condannati devono presentare una cauzione a garanzia della cifra dovuta che, con gli interessi del 9%, solitamente è pari al 120% di questa. L'idea è di assicurarsi che i condannati non spendano o spostino i soldi durante il processo di appello, per evitare di pagare il risarcimento in caso di conferma della condanna. La cauzione può essere versata in contatti – come ha fatto Trump lo scorso anno per l'appello alla condanna a 5 milioni di risarcimento nel primo processo per diffamazione di E.Jean Carroll – oppure ottenerla da una società specializzata, cosa che l'ex presidente ha fatto per il secondo processo per diffamazione intentato contro di lui dalla giornalista che l'accusa di stupro, in cui è stato condannato a pagare 83 milioni di dollari. Trump ha chiesto all'Appellate Division, un corte d'appello di medio livello, di permettergli di depositare una cauzione inferiore o addirittura nessuna cauzione prima del ricorso. I suoi legali hanno sostenuto che questa misura non è necessaria per l'ex presidente che chiaramente possiede proprietà di valore e sarebbe in grado di pagare, se necessario. Inoltre, sottolineano, non sarebbe possibile a Trump vendere nulla di nascosto. La Corte a cui Trump si è appellato potrà emettere la sua decisione in ogni momento, anche dopo la scadenza di lunedì. I legali di Trump hanno chiesto, in caso di parere contrario alla loro istanza, che venga concesso al loro cliente il tempo di presentare un altro appello, questa volta alla Corte d'appello di massimo grado a New York, senza dover depositare la cauzione. L'ufficio della procuratrice James ha chiesto che non venga accolta la richiesta "straordinaria" di Trump, sostenendo che le dichiarazioni dei suoi avvocati riguardo la difficoltà di ottenere la cauzione sono infondate e mostrano "un rischio sostanziale che l'imputato cercherà di sottrarsi all'applicazione della sentenza, o la renderà difficile". La cauzione d'appello è simile alla più nota cauzione penale, che viene pagata dagli arrestati per ottenere il rilascio in attesa dell'esito del processo. Solitamente viene versata da un 'bondsman' che ottiene come garanzia dei beni collaterali che potrà sequestrare se l'imputato si dà alla fuga. Per la cauzione d'appello, individui e società di solito mettono un mix di cash e garanzie come collaterali dell'intera somma che sono stati condannati a pagare, in modo che chi ha vinto risarcimento potrà ottenerlo subito in caso di conferma della condanna in appello senza aspettare altri ricorsi legali. Se invece il ricorso ha successo, tutti i collaterali ritornano indietro tranne la commissione della società specializzata, che nel caso della cauzione di Trump sarebbero 18 milioni. Trump afferma che il suo brand da solo vale oltre 10 miliardi e nella dichiarazione finanziaria del 2021 afferma di avere un patrimonio di 4,5 miliardi, il grosso del quale però è composto da beni immobiliari, non da liquidi o azioni. Sempre nella dichiarazione finanziaria del 2021, presentata durante il processo di New York, si parlava circa 293 milioni in contatti, 93 dei quali non liquidi secondo la procura. Trump ha costruito il suo successo imprenditoriale, televisivo ed infine politico sull'immagine una grande ricchezza, quindi ora teme le conseguenza che potrà avere su questa il fatto di trovarsi effettivamente non nella capacità di pagare la cauzione. Durante la deposizione al processo, lo scorso aprile, l'ex presidente si è vantato di "avere un sacco di liquidità, credo che superiamo i 400 milioni in contanti, che è tanto per un immobiliarista. Gli immobiliaristi di solito non hanno contatti, hanno beni, non contanti". Gli avvocati di Trump hanno detto di aver contatto 30 diverse compagnie specializzate, la maggioranza delle quali hanno detto non prendono in considerazione una cauzione di questa entità. "Le poche rimaste hanno detto che non accetterebbero proprietà immobiliari come collaterali, solo contanti o equivalenti", hanno aggiunto. Affermazione contestata dalla procura di New York che sostiene che Trump potrebbe usare le sue proprietà come collaterali, anche senza cauzione, accusando Trump e i suoi legali di fare giochetti solo per ritardare il giudizio. Lo stesso ex presidente ha suggerito in un posto nei giorni scorsi che procura e giudice, accusati di essere agli ordini di Joe Biden, vogliono costringerlo "ad un mutuo o a svendere grandi proprietà", sostenendo che non "si è mai visto" che qualcuno sia costretto a pagare prima dell'esito del ricorso. L'ufficio di James ha replicato che questa è la prassi normale e che "non c'e' niente di insolito anche per sentenza di miliardi di dollari chiedere l'intera cauzione per l'appello". Un modo in cui Trump potrebbe fermare, almeno temporaneamente, il pagamento sarebbe dichiarare bancarotta, come hanno fatto i suoi alleati Alex Jones e Rudy Giuliani di fronte agli enormi risarcimenti che sono stati condannati a pagare, il giornalista complottista ai genitori delle vittime della strage di Sandy Hook e l'ex sindaco di New York alle due scrutatrici afroamericane della Georgia. Ma Trump si oppone a questa possibilità, riferiscono ai media americani fonti del suo entourage, per le possibili ricadute sulla sua immagine di businessman di successo a pochi mesi dalle elezioni presidenziali. Ma c'è anche una preoccupazione finanziaria, cioè il fatto che la dichiarazione di bancarotta farebbe andare in default una serie di prestiti bancari già contratti da Trump. Se arriverà la scadenza di lunedì senza una decisione della corte d'appello in favore di Trump, o senza un suo pagamento della cauzione, allora la procuratrice James sarà libera di chiedere il sequestro dei beni e non dovrà chiedere un nuovo ordine del tribunale per quelli nello stato di New York. Tra questi figurano la Trump Tower e la 40 Wall Street Tower, che si trova vicina agli uffici della procura. "Siamo pronti a garantire che il risarcimento venga pagato ai newyorkesi, ed oggi giorno guardo la 40 Wall Street", ha detto in un'intervista nelle scorse settimana, mandando un chiaro avvertimento a Trump. "Lei può congelare i suoi conti, sequestrare le sue proprietà immobiliari a New York e impedire a Trump in modo significativo l'accesso ai suoi beni newyorkesi", spiega a Nbcnews l'avvocato Chris Mattei, aggiungendo che la procuratrice potrebbe ordinare anche la vendita forzata degli immobili di Trump. Ma anche le proprietà fuori dallo stato di New York, a cominciare dall'attuale residenza del tycoon di Mar a Lago, o il golf club di Bedminster, in New Jersey, dove trascorre l'estate, potrebbero finire nel mirino della procuratrice James, che in questo caso però dovrebbe rivolgersi di nuovo ad un giudice per avere l'autorizzazione. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Kate Middleton, sospesi 3 impiegati London Clinic che hanno tentato accesso a cartella
(Adnkronos) – Almeno tre membri dello staff della London Clinic, dove la principessa Kate Middleton è stata operata all'addome lo scorso gennaio, sarebbero stati sospesi. Lo rivela il Mirror, secondo cui gli impiegati sono indagati e potrebbero potenzialmente affrontare azioni disciplinari per violazione dei dati personali ed essere accusati di un reato penale da parte del garante della protezione dei dati. A seguito delle accuse di violazione della privacy, dopo il tentativo di accesso illegale alla cartella clinica della principessa di Galles, l’autorità di vigilanza sulla privacy e sulla protezione dei dati del Regno Unito ha dichiarato di aver ricevuto una segnalazione di violazione e di “valutare” le informazioni. Sebbene anche il re abbia trascorso tre notti alla London Clinic nello stesso mese di Kate – assicura il tabloid britannico – la sua cartella clinica non è coinvolta nella violazione. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Sanità, Petralia (Fiaso): “Cambiare rotta per una riforma culturale e responsabile”
(Adnkronos) – “Cambiare rotta per il futuro della sanità in Italia. È questo l'impegno della Fiaso che" punta su “alcune direttrici per impostare un cammino di riforma, vera e propria, che deve essere innanzitutto culturale, prima che tecnica e organizzativa. Una riforma che parte dal concetto di responsabilità condivisa con una responsabilità capace di essere esigibile, conosciuta e accettata dai cittadini nei confronti della salute, da tutti gli operatori, ma anche dai decisori ai diversi livelli perché la responsabilità si esprime nella capacità di collaborare e di integrarsi seppure nelle diverse competenze". Lo ha detto Paolo Petralia, vicepresidente vicario di Fiaso, Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, nel suo intervento all’evento Adnkronos Q&A “Salute e sanità, una sfida condivisa", oggi a Roma. Servono poi “regole più semplici, più snelle, più attuali, forse anche meno in termini di quantità – afferma Petralia – perché il nostro Sistema sanitario ha 45 anni e deve poter essere agito ed esercitato, oggi, con i tempi e i modi attuali. Infine, le risorse, sia umane che finanziarie, perché certamente dobbiamo poter disporre degli uomini e delle donne necessarie e sufficienti per erogare salute, ma anche del denaro sufficiente per poterli pagare il giusto, tenerli, anziché perderli, e piuttosto che aggiungerli”. Sulla complessità del sistema, Petralia sottolinea che Fiaso rappresenta "180 su 200 aziende quindi tra Asl, aziende ospedaliere e universitarie. In Italia ci sono 534 società scientifici, sono 200 aziende. Dobbiamo ricordarci che abbiamo una necessità di fare sintesi, insieme alle associazioni dei pazienti e a tutti gli altri stakeholder e insieme alla politica. E' tempo di una grande alleanza – conclude – per fare una grande riforma, una riforma che prima di essere organizzativa, deve essere culturale. Non può prescindere un pensiero, un’azione non può prescindere da un pensiero sostenibile perché l'organizzazione è fatta di percorsi, di processi: abbiamo però bisogno che l’alleanza possa essere sostenuta in questa prospettiva". —[email protected] (Web Info)
Linfoma a grandi cellule B, parte a Milano la campagna ‘THEBIGB’
(Adnkronos) – Con una grande cellula B ha inizio #THEBIGB, la campagna di informazione diretta al grande pubblico sul Linfoma a grandi cellule B (Dlbcl), il più frequente della famiglia dei linfomi non Hodgkin, firmata da Sobi, azienda farmaceutica svedese dedicata alle malattie rare, con il patrocinio delle associazioni La Lampada di Aladino Ets e l’Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma (Ail). L’appuntamento con la prima di 4 spettacolari performance in acqua, sul Naviglio, nel cuore di Milano, è per oggi il 21 marzo alle 17.30; le successive sono previste alle 18.30, 19.30 e 20.30. Ogni performance avrà una durata di circa 15 minuti. Metaforicamente – spiega una nota – si metterà in scena una grande cellula B. Le cellule B, dette anche linfociti B, sono un particolare tipo di cellule del sistema immunitario che, quando crescono in modo incontrollato, causano il linfoma diffuso a grandi cellule B, una forma di tumore che colpisce il sangue. I “movimenti” di una grande cellula B saranno mesi in scena da una ballerina vestita di bianco, con una coreografia studiata appositamente per la campagna, all’interno di una grande bolla galleggiante sul Naviglio. Per l’occasione l’acqua del Naviglio, nei pressi della performance, verrà – grazie a un gioco di luci – colorata di rosso in modo da ricondurre lo spettatore alla metafora della cellula B presente nel sangue. “Oggi – dichiara Annalisa Adani, Vice President e General Manager Italia, Grecia, Malta e Cipro di Sobi – lanciamo la nostra prima campagna di sensibilizzazione sul linfoma a grandi cellule B, con questo evento, #THEBIGB, che vuole richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul Dlbcl. Oltre all’impegno sul piano clinico – è di questi giorni l'approvazione di una nostra nuova opzione terapeutica per questo tipo di linfoma – in Sobi portiamo avanti diversi progetti che rispondono a bisogni insoddisfatti delle persone con malattie ematologiche anche rare con l’obiettivo di favorire una maggiore inclusione e creare awareness su queste patologie così poco conosciute. È importante per noi il patrocinio di La Lampada di Aladino Ets e l’Associazione Italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma (Ail): le associazioni dei pazienti, i clinici e le istituzioni sono partner fondamentali di un percorso di inclusione e di accelerazione di accesso alle cure”. L’iniziativa “ è un'opportunità per rendere sensibile il pubblico su questa malattia e sui suoi sintomi – osserva Roberto Cairoli, direttore della Struttura complessa di Ematologia dell'Asst Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano – e condividere anche un messaggio di positiva speranza, poiché grazie ai progressi che si stanno facendo in ambito clinico oggi sempre più persone hanno la possibilità di guarire da questa malattia. Come medico professionista, comprendo l'importanza della diagnosi e del trattamento precoce quando si tratta di Dlbcl”. In Italia, ogni anno, più di 4 mila persone ricevono una diagnosi di DLBCL; si stima infatti un’incidenza di 7 persone ogni 100 mila. Per i pazienti, Davide Petruzzelli, presidente dell'Associazione La Lampada di Aladino Ets sottolinea che “l’innovazione terapeutica sta aprendo nuove prospettive nella cura del Dlbcl, inimmaginabili fino a pochi anni fa. I benefici tangibili derivanti dalla ricerca vanno ora coniugati con una altrettanto innovativa presa in carico dei malati, che tenga conto di tutte le dimensioni riconducibili alla qualità della vita, non solo quelle strettamente cliniche. Un evento come quello odierno – conclude – punta a sensibilizzare e informare, sappiamo bene come da qui si debba partire per creare quella consapevolezza che, quando sei paziente, diventa una determinante di qualità dell’intero percorso di cura”. —[email protected] (Web Info)
Sanità, d’Alba (Umberto I): “Ripensare offerta servizi e comunicare cambiamento”
(Adnkronos) – "La sfida che ci attende richiede interventi sul lato dell'offerta sanitaria, ripensando alle modalità attraverso cui i servizi sono resi ai cittadini. E' una sfida che riguarda la domanda espressa sai cittadini, ma anche di comunicazione perché il servizio sanitario che pensiamo, con le modalità d'accesso che pensiamo, andrà comunicato ai cittadini dando il senso del cambiamento, perché il rischio" è di" cambiare il sistema" mentre i cittadini "continueranno a pensare il sistema come era prima e questo non creerà altro che problemi". Lo ha detto Fabrizio D'Alba, direttore generale Policlinico Umberto I di Roma, oggi a Roma al convegno Adnkronos Q&A 'Salute e sanità, una sfida condivisa'. "Il nostro scopo – continua D'Alba – è ottimizzare le organizzazioni per modalità di accesso e percorsi assistenziali. Sulle liste d'attesa, dobbiamo far capire ai cittadini che la risposta a un bisogno ambulatoriale deve darlo il sistema, non una struttura singola”. —salute/[email protected] (Web Info)
Macron come Rocky, presidente in palestra con i guantoni
(Adnkronos) – Hanno suscitato reazioni diverse le immagini di Emmanuel Macron in versione pugile, maglietta e guantoni, con il volto contratto per lo sforzo mentre si allena colpendo il sacco
: su Instagram, dove la fotografa ufficiale del presidente francese, Soazig de la Moissonnière, ha postato le immagini in bianco e nero, non sono mancati i commenti, interdetti e divertiti, gli elogi e le critiche.
Qualcuno ha tirato in ballo Rocky Balboa, altri si sono chiesti se Macron si prepara alla sfida con Putin – che si è fatto ritrarre più volte mentre cavalca a petto nudo, spara, mette al tappeto gli avversari a judo, pesca in riva al lago o guida carri armati e sottomarini – e c'è chi si è chiesto se il momento fosse il più opportuno, dopo l'appello del leader dell'Eliseo ai partner occidentali ad alzare il livello di intervento e partecipazione alla difesa dell'Ucraina contro l'attacco russo. Parole lusinghiere sono arrivate dalla rivista "Femme actuelle", che parla del "marito di Brigitte Macron" con "uno sguardo determinato, come se volesse combattere con il suo avversario…", ma c'è anche chi ha reagito con sgomento di fronte a quella che la deputata francese ecologista Sandrine Rousseau ha definito "povertà di comunicazione politica". Un commento è stato postato anche da un professore dell'Università della Lorraine, Eric Anceau: "Poche ore fa, Emmanuel Macron si è fatto riprendere nella sua palestra di boxe. Queste foto sono state scattate e distribuite dal fotografo ufficiale, Soazig de la Moissonnière. Non so se siano state ritoccate o meno, e non importa. Quello che so, però, è che rientrano in quel virilismo neopopulista a cui oggi sono affezionati certi leader, a cominciare dal maestro del genere Vladimir Putin", ha scritto su X. Recentemente Brigitte Macron aveva rivelato in un'intervista a Paris Match che il presidente fa pugilato due volte a settimana e ha posato con i guantoni da boxe per promuovere l'esercizio fisico in vista delle Olimpiadi di Parigi. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Sanità, Gesualdo (Fism): “Noi al lavoro su prevenzione e nuovi percorsi di cura”
(Adnkronos) – "Quella tra salute e sanità è una sfida condivisa nella quale la Fism ha portato un contributo per quanto riguarda la tutela della salute dei cittadini. La Fism, rappresentando più di 192 società medico-scientifiche, può notevolmente dare il suo apporto nel percorso di salute del cittadino italiano. In modo particolare, per quanto riguarda i programmi di prevenzione, nel ridisegnare i percorsi di cura e nelle competenze. Non a caso la Fism fa parte del tavolo ministeriale sulla revisione del decreto 7077 (integrazione degli standard ospedalieri e territoriali). Inoltre, ricordo il ruolo che la Fism può avere nella predisposizione delle linee guida e delle buone pratiche per la tutela della salute di ciascun cittadino italiano". Lo ha detto Loreto Gesualdo, presidente della Federazione italiana società medico-scientifiche (Fism), a Roma a margine dell'evento Adnkronos Q&A 'Salute e sanità, una sfida condivisa'. —[email protected] (Web Info)
Sanità, Gallina: “Dal 2028 dati senza frontiere in Ue, investire per essere pronti”
(Adnkronos) – "Ciò che è successo la settimana scorsa", il passo avanti verso uno spazio europeo dei dati sanitari, "è una buona notizia per cittadini, ricercatori e anche operatori sanitari. Penso che possiamo dire che, a partire dal 2028, le frontiere all'interno dell'Unione europea non esisteranno più per l'utilizzo dei dati sanitari". Lo ha evidenziato Sandra Gallina, Dg Santè, direzione Salute e sicurezza alimentare della Commissione europea, intervenuta oggi in videocollegamento all'evento Adnkronos Q&A 'Salute e sanità, una sfida condivisa'. "Ne stiamo parlando – ha puntualizzato – mentre c'è ancora l'iter per la ratifica politica. L'accordo è stato raggiunto attraverso quello che noi definiamo il trilogo, cioè tra Commissione, Parlamento e Consiglio" Ue. Ma questa è "un'ottima notizia innanzitutto per quel cittadino che magari si trova all'estero, per vacanza o perché è uno dei molti giovani cervelli che lasciano l'Italia. Questi cittadini possono avere i loro dati sanitari con sé". E' un "game changer" questa possibilità, ha sottolineato la direttrice generale. "La rivoluzione della creazione di questo spazio europeo riguarda soprattutto il fatto che non solo i dati del fascicolo sanitario saranno sempre accanto al paziente, ma il paziente avrà accesso a questi dati. E' molto importante capire che mettiamo il paziente al centro di questo nuovo mondo digitale. Il paziente avrà il controllo dei propri dati, li potrà vedere e potrà vedere chi ha avuto accesso ai suoi dati, anche questa è una cosa molto importante perché si potrà avere accesso a questi dati solo con il permesso del paziente. Il centro del negoziato era proprio trovare questo equilibrio tra necessità di avere dati che saranno fondamentali per l'industria farmaceutica e necessità di un controllo da parte del cittadino". La transizione, ha puntualizzato Gallina, "sarà molto impegnativa. Dobbiamo assicurare che ci sia il tempo, ma che ci siano anche gli investimenti in termini finanziari per poter arrivare pronti all'appuntamento del 2028. Bisogna che tutti gli Stati membri a questo punto ci mettano del loro. I fondi l'Unione europea li ha messi e li continuerà a mettere. Noi continuiamo a credere nella sfida digitale come una transizione grande e importantissima per il nostro continente e per il mondo e questo sistema dovrebbe diventare progressivamente operativo. Saremo contenti quando saremo capaci di andare all'estero con la nostra cartella sanitaria, con la nostra tessera sanitaria in tasca, viaggiare e poter portare con noi i nostri dati. E' importantissimo anche all'interno di uno stesso Stato membro, perché molto spesso da un ospedale all'altro non c'è non c'è trasferimento". "Si è parlato di mantenere l'alta la produzione farmaceutica in Europa e gli investimenti. Questo si deve e si può fare attraverso anche tutti i dati digitali. Ci sono anche dei temi spinosi che vengono risolti dal digitale e mi riferisco alle malattie rare. Purtroppo non sono così rare, perché ci sono 30 milioni di europei che soffrono di patologie che possono interessare un numero di pazienti che arriva a 250.000 o" poche "decine. E' fondamentale per noi capire – attraverso il digitale, attraverso una raccolta di dati a livello europeo – quale può essere la cura, far sì che uno specialista che magari vuole avere una consultazione con un collega abbia la possibilità di trasferire il dato e raffrontare i dati". "Parliamo di una di una sanità molto più moderna, attraverso il digitale – ha proseguito Gallina – E non è solo una sanità che magari ha anche i costi alleggeriti, soprattutto la qualità sarà diversa. Il digitale permette una maggiore personalizzazione. Ed elemento fondamentale" di questo sistema "è la trasparenza e il controllo da parte del paziente. Il paziente dovrà essere capace di capire quale sia lo stato della sua salute. E ci saranno applicazioni di telemedicina che dovrebbero aiutare a ridurre gli spostamenti, soprattutto per i malati cronici". "Bisogna che sottolinei – ha ribadico Gallina – che i dati verranno tutelati al massimo livello di privacy già previsto nel Gdpr", Regolamento generale sulla protezione dei dati. "Il dato sanitario è anche più sensibile del dato 'individuale' e questi dati dovranno essere resi anonimi o per lo meno dovranno essere pseudonimizzati e dovranno essere trattati in ambienti che saranno sicuri. E c'è sempre questa proibizione della reidentificazione del paziente". "Il centro della grossa discussione – ha spiegato – è stato attorno al famoso 'opt-out', cioè la capacità che il paziente può avere di decidere di non partecipare, di non concedere i propri dati o di renderli visibili solo a certe figure. Il controllo del paziente secondo me è una grossa rivoluzione, che mette anche in una situazione di scelta e di maggiore capacità di decidere. I cittadini hanno il diritto a non voler condividere i propri dati e questa questione delicatissima è stata portata a termine con uno sforzo molto importante di visualizzazione, di immaginazione di quello che sarà il futuro". Il futuro, ha concluso la Dg Santè, "ha bisogno dei dati, ma il futuro ha anche bisogno di rendere la privacy il punto fondamentale". —[email protected] (Web Info)
Moby, i 2 traghetti più grandi nel mondo insieme in linea fra Livorno e Olbia
(Adnkronos) – Quella di oggi è una data che entrerà nella storia della marineria italiana: perché l’ingresso in linea, contemporaneamente, dei due traghetti più grandi e green al mondo, Moby Legacy e Moby Fantasy e il loro incrocio sulla tratta fra Livorno è Olbia è un record elevato a potenza. Grazie alla presenza contemporanea di queste due navi è come se ogni giorno sedici chilometri di auto, camion e semirimorchi salissero a bordo, con il conseguente risparmio ambientale ed economico, al servizio dei territori collegati. Con un nuovo innovativo sistema di salita e discesa a bordo che, diversificando i ponti dii accesso alla nave, permette di risparmiare molto tempo. E i passeggeri avranno a disposizione i due traghetti più moderni e innovativi al mondo con standard di servizi di bordo da nave da crociera e un intero ponte di ciascuna delle due navi gemelle dedicato alla ristorazione con tutte le tipologie di cibo, dalla braceria al ristorante gourmet, fino alle frutterie e ai punti di ristoro tradizionali, tutti accomunati dalla scelta di avere le cucine a vista, trasformando il viaggio in uno show cooking. Per festeggiare l’evento, Moby lancia, solo per oggi, una promozione straordinaria: il 21 per cento di sconto per passeggeri e/o auto e/o sistemazioni (cabine e poltrone) per i viaggi sulla linea Livorno-Olbia-Livorno effettuati da oggi al 31 dicembre 2024, fino ad esaurimento dei posti dedicati all’iniziativa. Lo sconto, al netto di tasse e diritti, sarà ovviamente riconosciuto anche ai passeggeri senza auto ed è cumulabile con tutte le offerte di Moby, ma non con la tariffa residenti.
—[email protected] (Web Info)












