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Cronaca nazionale/ Scoperto cadavere di uno straniero in una casa cantoniera

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FOTO DI REPERTORIO

Un’imprudenza che è costata la vita ad uno straniero.

Un uomo di origini africane è stato trovato morto nella periferia di Maniago, all’interno di una casa cantoniera lungo la tratta ferroviaria.

Il corpo, in avanzato stato di decomposizione, è stato scoperto dagli agenti della polizia locale impegnati in un’attività di controllo del territorio e, in particolare, delle aree disabitate. Sul posto sono subito intervenuti i carabinieri.

La causa del decesso dell’uomo potrebbe essere riconducibile ad un’intossicazione de monossido di carbonio.
All’interno della casa cantoniera era stato acceso un  fuoco per riscaldare l’ambiente.

Foto di repertorio

Cade in uno scavo stradale, morto a Lucca operaio 52enne

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(Adnkronos) – Infortunio mortale sul lavoro in via dei Dorini a Lucca questa mattina intorno alle 8. Un uomo di 52 anni è caduto all'interno di uno scavo in un cantiere stradale dove sono in corso i lavori per una fognatura. La dinamica dell'incidente è da chiarire perché il corpo era sepolto nello scavo solo per la parte inferiore. Indagini in corso da parte degli inquirenti Quando i sanitari sono intervenuti sul posto non c'era più niente da fare ed è stato quindi constatato il decesso dell'operaio. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 con l'automedica di Lucca e l'ambulanza. Inizialmente era stato attivato anche l'elisoccorso Pegaso ma, vista la constatazione del decesso, il suo intervento non è stato purtroppo più necessario. Sul posto anche le forze dell’ordine e gli operatori della Prevenzione Igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro della Asl. —[email protected] (Web Info)

Maxi rissa tra mamme dopo discussione sulla chat della scuola, denunciate 7 donne

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(Adnkronos) –
Dalla discussione sul "gruppo whatsapp delle mamme" alla rissa in strada davanti ad un asilo: 7 donne denunciate per rissa dai Carabinieri. È accaduto a Napoli, nel quartiere Scampia. Tutto sarebbe nato in seguito ad una discussione in chat sul gruppo whatsapp di una classe d’asilo di una scuola di Scampia. L’istituto offre settimanalmente la possibilità a due genitori di partecipare alle attività della scuola, per monitorare e seguire l’andamento dei propri figli e assicurarsi che le promesse didattiche siano rispettate. La partecipazione è su turni, due genitori alla volta, da concordare per ogni classe tra gli interessati. Secondo quanto emerso, una delle mamme avrebbe deciso arbitrariamente di modificare il giorno di visita. Senza considerare le sovrapposizioni e senza chiedere un parere agli altri genitori. La decisione, comunicata sul gruppo whatsapp, diventa oggetto di discussioni e insulti. Il giorno successivo, la questione viene affrontata all’esterno della scuola. A iniziare due mamme, poi supportate da altre. Dopo qualche secondo di zuffa il conto arriverà a 7. Le donne infuriate si prendono a botte senza esclusione di colpi. Qualcuno avvisa i carabinieri della stazione di Scampia, la cui sede è esattamente di fronte alla scuola. Le donne si disperdono ma le indagini non si fermano. Quella violenta rissa è stata immortalata dalle telecamere di un'attività commerciale. Le immagini sono chiare e permettono dopo qualche giorno di identificare le donne coinvolte. Saranno tutte denunciate per rissa. —[email protected] (Web Info)

Sanità, Rocca (Lazio): “Autonomia preoccupa, partire bene o c’è rischio serie A e B”

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(Adnkronos) – "La posizione della Regione Lazio l'abbiamo espressa con chiarezza: io non ho nulla contro l'autonomia differenziata. Ho una fortissima preoccupazione: la Regione Lazio ha 22 miliardi di euro di debito. Allora, se dobbiamo parlare di autonomia differenziata, o ci mettono in condizioni di partire tutti allo stesso piano – e quindi allora lì sì che ci possiamo misurare con una nuova capacità organizzativa e anche su una possibilità di distribuzione di risorse – o altrimenti qui noi andiamo incontro a braccia aperte a Regioni di serie A e Regioni di serie B, e conseguentemente a servizi sanitari di serie A e di serie B". Lo ha evidenziato il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, intervenendo oggi all'evento Adnkronos Q&A 'Salute e sanità, una sfida condivisa'.  "E' un tema di risorse e di punto di partenza equilibrato per ciascuna amministrazione regionale – ha spiegato – che tenga conto delle peculiarità di ciascuna Regione. Il Lazio non è la Calabria come difficoltà, come sfida, come distribuzione degli abitanti. Ci sono una serie di elementi che devono essere tenuti in considerazione. E allora anche a me piace il tema dell'autonomia differenziata. Va detto che ormai è diventata un tema ideologico e non concreto. Vedo il Pd così accanito, e poi lo stesso" ex presidente regionale "Nicola Zingaretti aveva deliberato la richiesta di autonomia differenziata su alcuni temi sul criterio della spesa storica". Bisogna dunque "vedere – ha ribadito Rocca – se il punto di partenza per tutte le Regioni e Province autonome è lo stesso oppure no". "Ieri ho fatto un intervento dove si sono riuniti i piccoli ambulatori per il tema del nomenclatore tariffario che rischia di penalizzarli e sono andato lì a testa alta. Gli ho detto: so che da alcuni non sono particolarmente amato perché non ho rinnovato 27 accreditamenti a chi si è rifiutato di mettere nel ReCup le sue prestazioni, però altrettanto credo nel vostro lavoro a livello di comunità laddove rispondete alle mie esigenze programmatorie". Se ci sarà una proroga da parte del ministro della Salute Orazio Schillaci sull'entrata in vigore del nuovo nomenclatore? "Così mi ha detto, perché d'altronde si rischia di far chiudere migliaia di centri e dare il la solo a grandi gruppi. E questo onestamente lo trovo ingeneroso".  "Sul governo della sanità pubblica, che riguarda pubblico e privato accreditato, vado abbastanza orgoglioso delle misure che abbiamo preso dopo anni di assenza anche di governo del privato. Io pago le prestazioni, io ho la responsabilità di governare tutto il sistema, incluso il privato, è molto semplice l'equazione", ha chiarito. L'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Guido Bertolaso, "è un innovatore – ha continuato Rocca -. Io ho una grande ammirazione, ho lavorato fianco a fianco con lui quando era alla guida della Protezione civile. E sta facendo bene anche come assessore". La sua proposta su una tessera sanitaria a punti che potrebbe prevedere incentivi e premialità per chi segue stili di vita sani? "Io amo sinceramente e profondamente l'universalità del servizio sanitario che guarda la dignità di ogni persona, che non giudica nel momento in cui entri nell'ospedale, che si prende cura di chiunque, quindi non giudica lo stile di vita di nessuno. E' ovvio che dovremmo probabilmente trovare formule per incentivare stili di vita corretti. Non so come veniva concepita la premialità" nella proposta lombarda, ma occorre chiedersi "chi è che ha stili di vita più difficili". Sono "le fasce deboli della popolazione, quelli che hanno meno strumenti".  "Sotto questo aspetto – osserva commentando la prospettiva di una tessera sanitaria a punti – un pochino mi preoccupa la lettura di un punteggio, perché spesso è chi ha meno strumenti culturali e di orientamento sociale che poi paga un prezzo alto sugli stili di vita. Quindi sono curioso di capire come Guido Bertolaso abbia articolato il sistema. Io più che altro – ragiona il governatore del Lazio – troverei un sistema che lavori magari sui codici bianchi che a volte investono i pronto soccorso. Il sogno sarebbe studiare un sistema a metà tra ticket e sanzioni per i medici che non seguono adeguatamente i loro pazienti. Premesso che ho grande rispetto per i medici della medicina territoriale che fanno un grande lavoro, ma bisogna prendere anche atto dei numeri".  —[email protected] (Web Info)

Mafia, Mattarella: “Lotta è compito e dovere di chi ama la Repubblica”

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(Adnkronos) – "La 'Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie', ci rammenta che la lotta alle mafie è compito e dovere di tutti coloro che amano la Repubblica e intendono renderne migliore il futuro". Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Nata nella società civile, cresciuta grazie ai valori di cui è portatrice, la Giornata – sottolinea il Capo dello Stato – è ricorrenza significativa per la comunità nazionale. Un giorno che sottolinea l’impegno per liberare le popolazioni e i territori dalle mafie, per vincere l’indifferenza e la rassegnazione che giovano sempre ai gruppi criminali. Quando difendiamo la dignità di essere cittadini liberi, quando ci ribelliamo alle violenze e alle ingiustizie, quando davanti ai soprusi non ci voltiamo dall’altra parte, contribuiamo alla lotta contro le mafie".  "La lettura dei nomi delle innocenti vittime delle mafie è atto che ci ricongiunge a quanti hanno pagato con la vita la disumanità mafiosa e segno di vicinanza alle loro famiglie e, al contempo, espressione forte, collettiva, di quel desiderio di giustizia che costituisce l’energia vitale di una democrazia. Le Istituzioni – continua il Presidente Mattarella – sono chiamate a fare il loro dovere per contrastare, su ogni piano, le organizzazioni del crimine e l’azione dei cittadini e delle forze sociali è coessenziale per costruire e diffondere la cultura della legalità e della libertà. Le mafie sono una pesante zavorra per l’Italia, insinuate come sono in ogni attività illegale dei traffici criminaliyes".  "La Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie è un'occasione importante per rendere omaggio a chi ha perso la vita per mano malavitosa, per stringerci attorno ai loro familiari e trasmettere le loro storie ai più giovani, per rinnovare l'impegno quotidiano di ciascuno di noi e delle nostre Istituzioni contro ogni forma di criminalità organizzata. Il ricordo di chi ha pagato un prezzo così alto e l'esempio di chi ha sacrificato la propria vita a difesa della legalità, devono essere il faro che guida le azioni e l'operato di tutti noi. Sempre". Lo scrive su X il presidente del Consiglio Giorgia Meloni.  —[email protected] (Web Info)

Assange, Usa valutano accordo per un'”accusa ridotta”: l’ipotesi

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(Adnkronos) – Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti sta valutando se consentire al cofondatore di Wikileaks Julian Assange di dichiararsi ''colpevole di cattiva gestione di informazioni riservate'', ovvero l'ammissione di una colpevolezza ridotta. Lo scrive il Wall Street Journal citando fonti ben informate. Si aprirebbe così la possibilità di un accordo che potrebbe portare al rilascio di Assange dal carcere di massima sicurezza di Belmarsh a Londra dove è detenuto dal 2019 senza aver subito alcun processo. Assange, 52 anni, sta combattendo una lunga battaglia legale con il governo britannico per evitare di essere estradato negli Stati Uniti e affrontare lì un processo per aver pubblicato migliaia di documenti militari e dispacci diplomatici riservati di Washington. Il 21 febbraio scorso gli avvocati James Lewis e Claire Dobbin, che hanno rappresentato gli Stati Uniti durante un'udienza dell'Alta Corte di Londra, hanno affermato che il giornalista australiano aveva ''messo a rischio delle vite" diffondendo documenti statunitensi riservati e per questo motivo dovrebbe essere estradato per affrontare la giustizia americana. —internazionale/[email protected] (Web Info)

Omicidio Tramontano, la sorella di Giulia in aula: “Mi diceva che acqua odorava di candeggina”

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(Adnkronos) –
Quarta udienza a Milano del processo per l'omicidio di Giulia Tramontano, la 29enne incinta di 7 mesi uccisa a coltellate dal compagno Alessandro Impagnatiello. "Siamo qui per te Giulia, siamo qui per Thiago, siamo qui e lo saremo sempre. Oggi ti vedo ovunque, in questa Milano che non mi appartiene ma che tu amavi", il messaggio che Loredana Femiano, mamma della ragazza, ha affidato a Instagram.  La donna è in prima fila nell'aula del tribunale di Milano, accanto la figlia Chiara che oggi ha testimoniato e al figlio Mario che, sempre sui social, scrive: "Continueremo a lottare ogni singolo istante della nostra vita, affinché sia tolta la libertà per sempre a chi ti ha negato la possibilità di essere una madre, una figlia, una sorella e tanto altro. Ti amo e mi manchi Giulié".   "Mia sorella diceva che l'acqua che assumeva aveva uno strano odore di candeggina, beveva tantissime tisane ma non le davano sollievo. Tutto quello che mangiava aveva iniziato ad assumere un sapore strano", ha detto Chiara Tramontano. Secondo l'accusa, rappresentata dalle pm milanesi Letizia Mannella e Alessia Menegazzo, l'imputato avrebbe avvelenato per mesi la giovane incinta del piccolo Thiago.  La sorella racconta dell'ultimo Natale trascorso in famiglia e dei "fortissimi dolori allo stomaco, lei stava malissimo, soffriva terribilmente, aveva la borsa dell'acqua calda sempre con sé, il dolore di stomaco la stava spegnendo” aggiunge.  Chiara ha ripercorso gli ultimi mesi della sorella, a partire dalla notizia dell'arrivo del piccolo Thiago, la decisione di abortire, la difficoltà di accettare la decisione. "A inizio dicembre ricevo una foto di mia sorella in bagno e la foto del test positivo, vedo le sue lacrime e le chiedo se sono lacrime di gioia o di paura, la sua paura era come lui avrebbe accolto la gravidanza ed è così: è una brutta notizia perché il bambino non era gradito. Lei era infelice e triste perché già si sentiva mamma". Nella sua deposizione in aula la giovane non pronuncia mai il nome di chi siede con la testa bassa dietro le sbarre, lo chiama sempre "l'imputato". "Una ragazza del Sud che aspetta un figlio non è mai sola, non capivamo come due stipendi non potessero bastare per crescere un figlio". 
Nella data del presunto aborto "c'è stato un ripensamento di lui, lui cambia idea, dice di desiderare quel bambino. E' stato come buttare acqua sul fuoco, ha portato un po' di quiete anche a noi familiari, eravamo pronti a supportarli". La gravidanza era usata da lui come "un boomerang, era il momento delle responsabilità, non del voglio e non voglio".  Un racconto farcito anche dalla notizia di un tradimento, confessato e poi negato, in una relazione in cui "c'erano degli attriti frequenti sugli orari di lavoro e sul tenore di vita della loro coppia, lei era annoiata e lui era spesso assente in settimana e nel weekend preferiva restare a casa". 
Il racconto di Chiara, "sorella e confidente" è quello di una relazione 'incerta', "malata, a senso unico". "Io ero in disaccordo che lei continuasse a stare con lui, io credevo che lui l'aveva tradita ma lei era innamorata. Il mio disappunto sul viaggio a Ibiza non è stato accolto bene", ma a maggio nell'ultimo viaggio a Napoli "vidi il suo pancione e realizzai che stavo diventando zia. Sapevo che qualcosa non andava, anche in quel frangente non andava, ma io giurai a me stessa di aver smesso di essere giudice di quella storia e sarei stata accanto a mia sorella". "Lui le diceva che era pazza che aveva perso la ragione, che i tradimenti erano sue paranoie, che era folle perché voleva controllarlo. Le ha fatto credere che fosse pazza che vedesse indizi di tradimenti, ma quei tradimenti ci sono sempre stati".  Una relazione finita nel delitto del 27 maggio del 2023, all'indomani dell'incontro tra la giovane incinta del piccolo Thiago e l'altra donna di Impagnatiello. “Domenica 28 maggio mi chiama una ragazza e mi racconta tutta la storia, mi dice 'sono la fidanzata di Alessandro Impagnatiello'. Mi crollò il mondo addosso. Disse che sabato (il giorno prima, ndr) ho contattato tua sorella per dirle che eravamo le fidanzate dello stesso uomo. 'Ho comunicato tutto a tua sorella, anche della mia gravidanza che ho dovuto interrompere'” aggiunge nella sua testimonianza davanti al tribunale di Milano.  “Era una quantità di informazioni difficile da elaborare, mi chiedeva se avessi sentito Giulia, mi chiese 'pensi che tua sorella possa essersi suicidata? Te lo chiedo perché Alessandro mi ha detto che lei era bipolare, che aveva tentato più volte il suicidio e che le stava accanto per quello. Negai tutto, lei era spaventata che lui avesse potuto fare del male a mia sorella” racconta Chiara che chiede alla giovane di raccontare tutto ai carabinieri di Senago che erano già in contatto con i suoi genitori. Quello è uno dei pochi momenti in cui Chiara chiama l'imputato: “Gli chiesi incessantemente dove era Giulia, lui al nome dell'altra donna era furioso. Affermò che il sabato sera era rientrato dal lavoro e mi sorella era andato a letto, lei di notte si era alzata per andare a comprare delle sigarette e poi la domenica mattina, intorno alle 7, prima di andare a lavoro lei era a letto che dormiva”. Una bugia: Giulia era già morta.  Dal banco dei testimoni la ragazza ricorda le ricerche della sorella, gli appelli sui social, e il 'silenzio' invece dell'imputato che, davanti alla stazione dei carabinieri. “Mi disse che avrei dovuto mettere da parte i miei dissapori per lui, che avremmo dovuto fare squadra, mi inveì contro davanti ai carabinieri e io non avevo neanche aperto bocca”.  "Lunedì pomeriggio sulla scala dell'ultimo piano e davanti al box c'era della fuliggine come se fosse stato bruciato qualcosa. Il suo box era aperto e ho sentito puzza di bruciato, ma ho pensato fosse colpa di un neon. Il giorno dopo, martedì pomeriggio 30 maggio del 2023, sono andata a prendere la valigia in cantina e ho notato davanti alla mia porta un carrello per portare i pacchi", ha detto nella sua la testimonianzauna vicina di casa di Giulia.  Un delitto avvenuto all'interno dell'abitazione della coppia dove l'ex barman ha anche tentato di dar fuoco al corpo della compagna incinta, prima di trascinarlo nel garage e poi nel box servendosi di un carrellino, trovato con evidenti tracce di sangue della vittima. "Martedì pomeriggio (tre giorni dopo l'omicidio, ndr) ho incontrato Impagnatiello e gli ho detto 'ho saputo quello che è successo, mi dispiace', lui mi ha detto che aveva lasciato Giulia domenica mattina a casa che dormiva e che non rispondeva più al telefono. Si è messo a piangere mentre lo raccontava e ha pianto ancora mentre ci siamo salutati e gli ho detto 'vedrai che si risolverà tutto'".  
Parole pronunciate quando Giulia era già morta, ma il suo corpo era ben nascosto. L'imputato ha sentito le tre testimonianze di oggi con la testa bassa, il processo che lo vede accusato di omicidio aggravato e occultamento di cadavere riprenderà il prossimo 4 aprile quando quattro, tra medici e professori, saranno chiamati ad affrontare i dettagli dell'autopsia e della perizia tossicologica.     —[email protected] (Web Info)

Ucraina, Russia avverte: “Conseguenze irreparabili da invio truppe straniere”

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(Adnkronos) – Dopo un attacco missilistico russo che ha preso di mira Kiev causando decine di feriti, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato l'Occidente ad avere la "volontà politica" di aiutare il suo Paese ad affrontare la Russia fornendo più sistemi antiaerei. La contraerea ucraina ha ''abbattuto oltre trenta missili su Kiev'' lanciati dalle forze armate russe, ha riferito il presidente ucraino su 'X'. E descrivendo un ''terrore che continua giorno e notte'', ha affermato che ''è possibile porre fine a tutto ciò attraverso l'unità globale'' e con ''l'aiuto con i sistemi di difesa aerea''. Il leader ucraino ha aggiunto che ''i terroristi russi non hanno missili in grado di aggirare Patriot e altri principali sistemi mondiali. Questa protezione è ora necessaria in Ucraina. Da Kiev a Kharkiv, da Sumy a Kherson e da Odessa alla regione di Donetsk''. Perché ''dobbiamo dimostrare che il terrorismo è sempre il perdente. Dobbiamo dimostrare alla Russia che sarà costretta ad accettare una vita normale e libera in Ucraina. Abbiamo bisogno del sostegno dei nostri partner. E sono grato a tutti coloro che nel mondo aiutano davvero'', ha concluso Zelensky.  Intanto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, tornando sull'eventualità di invio di militari francesi in Ucraina, ha avvertito che le conseguenze dell'invio di truppe stranieri in Ucraina potrebbero essere ''irreparabili''. "Abbiamo ancora bisogno di informazioni precise. Finora, per quanto ho capito, non c'è nulla di preciso al riguardo. In ogni caso, abbiamo già detto più di una volta che l'invio di contingenti militari stranieri in Ucraina comporterebbe conseguenze molto negative, conseguenze addirittura irreparabili”, ha affermato il portavoce del Cremlino.  Poco prima, tornando sulle parole pronunciate ieri dal vice presidente del Consiglio di sicurezza russo Medvedev ("Truppe Francia in Ucraina? Manderemo indietro tante bare"), era intervenuto il vice presidente della Duma, Piotr Tolstoj, nel corso di una intervista esclusiva con Bfmtv. Con l'invio dei soldati francesi in Ucraina, a Odessa, Parigi ''vuole provocare la Terza guerra mondiale'', ha detto. Ma le forze armate russe ''non preoccupatevi, li uccideranno tutti'', ha aggiunto Tolstoj. "L'idea di inviare soldati francesi in Ucraina finirà con le bare coperte dalla bandiera tricolore a Orly", ha affermato ancora il vice presidente della Duma, aggiungendo che ''i francesi devono capirne le conseguenze''. Secondo Tolstoj, in Ucraina ''oggi ci sono 13.000 mercenari di cui 367 francesi. 147 sono già stati uccisi". Il vicepresidente della Duma ha quindi sottolineato che, dopo l'invio di truppe, ''se vengono uccisi 300 o 400 francesi, il vostro presidente sarà nella trappola: dovrà o accelerare la storia, o aumentare la presenza di truppe, o ritirare le truppe".  
La Russia ha rivendicato un'ulteriore avanzata nei pressi di Avdiivka, nell'Ucraina orientale. "Le forze armate russe hanno liberato il villaggio di Tonenke", ha fatto sapere il ministero della Difesa di Mosca, all'indomani dell'annuncio della "liberazione" della vicina località di Orlivka. Tonenke si trova a una decina di chilometri da Avdiivka, finita sotto il controllo russo il mese scorso dopo una delle battaglie più sanguinose dall'inizio del conflitto.  —internazionale/[email protected] (Web Info)

‘Parliamo di Hiv oggi. Per guardare al domani’, al via la seconda stagione del webinar promosso da Adnkronos

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(Adnkronos) – Un ciclo di webinar per indagare e raccontare i bisogni, le paure e le speranze delle persone con Hiv. E' 'Parliamo di Hiv oggi. Per guardare al domani', l'iniziativa promossa da Adnkronos in collaborazione con ViiV Healthcare e giunta alla seconda stagione. La prima puntata andrà in onda venerdì 22 marzo alle 11, sui canali web e social del gruppo Adnkronos.  Condotto dalla giornalista Maddalena Guiotto, il webinar si concentrerà sul tema 'U=U: quali sono le sfide per le persone con Hiv con ridotte opzioni terapeutiche?'. Il riferimento è al principio di U=U, ovvero 'Undetectable equal Untrasmittable', una condizione clinica per cui le persone in terapia antiretrovirale in cui il virus non è riscontrabile non lo trasmettono. A discuterne saranno: Antonella Castagna, direttore della Clinica di Malattie infettive dell'università Vita-Salute San Raffaele, Istituto scientifico San Raffaele di Milano; Roberta Gagliardini, specialista in Malattie infettive dell'Irccs Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma; Massimiliano Fabbiani, professore associato di Malattie infettive presso l'Università degli Studi di Siena, Azienda ospedaliero-universitaria senese. —[email protected] (Web Info)

Marino (Unindustria): “Su tariffario ha prevalso buonsenso, bene Rocca”

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(Adnkronos) – “Ha prevalso il buonsenso. Ringrazio il presidente Rocca per il suo intervento alla manifestazione odierna, in cui ha dimostrato grande solidarietà al settore che rappresentiamo, annunciando l’accordo concertato con il ministro Schillaci per il rinvio dell’applicazione del nuovo nomenclatore sanitario al fine di riaprire il tavolo tecnico per la revisione delle tariffe". Queste le parole di Luca Marino, vicepresidente della sezione sanità di Unindustria, a margine dell’incontro nazionale delle categorie ambulatoriali e poliambulatoriali al Teatro Brancaccio a Roma.  "Siamo estremamente soddisfatti della buona riuscita di questo evento che ha portato a Roma 800 persone da tutto il territorio nazionale ed ha unito tutte le associazioni di categoria intorno allo stesso obiettivo", conclude. —[email protected] (Web Info)