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Non solo Fiorello e il Tg2, tutti i fuorionda entrati nella storia

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(Adnkronos) – Errori, battute o reazioni autentiche. La storia della televisione italiana è costellata di fuorionda, più o meno gravi o imbarazzanti. La gaffe su Fiorello e la figlia del conduttore del Tg2, Piergiorgio Giacovazzo – sul quale la Rai ha avviato un procedimento disciplinare – è quindi solo l'ultima della lista e ce ne sono alcune che hanno persino scosso la politica italiana. Ecco una veloce carrellata delle gaffe più clamorose, molte delle quali scovate dal tg satirico 'Striscia la Notizia' che ne ha fatto un proprio marchio di fabbrica: in oltre tre decenni, ne ha trasmessi circa 700.   Partiamo dal 1994. Durante la trasmissione di Raitre 'Milano, Italia', Achille Occhetto, leader del Partito Democratico della Sinistra, si lasciò sfuggire un commento irriverente su Michele Santoro e il suo programma 'Il Rosso e il Nero': “"Anche il Rosso e il Nero (trasmissione di Michele Santoro considerata spudoratamente vicina al partito di Occhetto) sbaglia, mi sono rotto i cog…ni". Nello stesso anno fece scalpore Gigi Marzullo che, durante il suo programma 'Mezzogiorno e dintorni con…', rivolse avances alla giornalista televisiva, Ilaria Moscato.   Il '94 regalò anche la madre di tutti gli inciuci politici. Rocco Buttiglione, segretario del Partito Popolare, propose ad Antonio Tajani (all’epoca portavoce di Forza Italia) un’inaspettata alleanza politica. Questo fuorionda, che coinvolgeva due schieramenti opposti, provocò un terremoto politico e portò, nel dicembre dello stesso anno, alla caduta del primo governo Berlusconi.  L'anno dopo, su Italia 1, l'ex ministro di Grazia e Giustizia, Alfredo Biondi (Fi) va a ruota libera con Vittorio Sgarbi e ha una 'buona parola' per tutti: da Indro Montanelli a Silvio Berlusconi che viene definito "Uno che non è una cima". Nel 1997 è la volta di Franco Frattini e Pierluigi Borghini (Forza Italia) che pensando di non essere ascoltati dicono cosa pensano davvero dei candidati del loro partito politico e degli alleati: "Cialtroni, pronti a tradire da domani".  Dieci anni dopo tiene banco il Flavio Insinna furioso ad 'Affari tuoi', accusato da 'Striscia la notizia' di insultare con frasi ingiuriose i concorrenti del suo show. Un 'dietro le quinte' eclatante è quello recente di Andrea Giambruno che ha portato alla rottura con la presidente del consiglio, Giorgia Meloni.  
Di pochi mesi fa è invece l'off di Bianca Berlinguer alla fine della registrazione di 'Prima di domani' su Retequattro. La giornalista si sfoga sul lavoro della redazione ("Non c'era un pezzo decente'') e minaccia: "Questi sono i miei ultimi 3 giorni, fino a venerdì, poi è finita". 

 
Ma il vero re del fuorionda della televisione italiana è Emilio Fede: da direttore del Tg4 ha fatto la storia con i suoi rimproveri a collaboratori, inviati e tecnici. Tra i momenti più memorabili, la sua esclamazione: "Che figura di merda".  —[email protected] (Web Info)

Sanità, Bianco (Ambrosetti): “Nostro report capovolge la prospettiva di sostenibilità”

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(Adnkronos) – “Il position paper sul binomio salute e sostenibilità che abbiamo presentato oggi al Senato – su iniziativa promossa dal senatore Liris e realizzata insieme a Ucb – è un punto di svolta fondamentale perché, per la prima volta, si parla di un concetto diverso di sostenibilità, c’è un nuovo paradigma. Quando sentiamo parlare di sostenibilità e di salute, intendiamo sempre sostenibilità economico-finanziaria, spesa, mancanze di risorse. Oggi abbiamo capovolto la prospettiva. Abbiamo parlato invece di sostenibilità in 3 dimensioni: non è solo quella economica ma è anche quella ambientale e, soprattutto, quella sociale. E quella economica l'abbiamo definita a partire dal valore, quindi non dalla spesa, o dal costo, ma dal valore”. Così Daniela Bianco, partner e responsabile Area Healthcare The European House Ambrosetti commenta all’Adnkronos Salute il paper presentato oggi in Senato in occasione dell’evento ‘Salute e sostenibilità, un binomio strategico per il sistema Paese’. “In questa visione di sostenibilità – continua Bianco – quando parliamo di salute, nel modello che abbiamo costruito all'interno del position paper, non ci sono solo gli attori del Servizio sanitario nazionale, dell'ecosistema della sanità, ma ci sono anche gli attori del mondo della finanza, le comunità locali, i cittadini, le industrie: tutte le componenti che hanno a che fare con ‘la ruota’ che è all'interno del position paper” e che invita a “lavorare su queste dimensioni dell'ambiente, del sistema di governance, dell'ecosistema della salute e quindi, anche sulla ricerca, l’innovazione e sulla ‘mission oriented’. Questo è il punto principale di questo paper che vuole essere un punto di inizio, non certo un punto di arrivo, su cui riflettere”. L’invito è di “lavorare insieme alle Istituzioni, alle comunità locali, i cittadini, a tutte le imprese, a tutte le aziende che lavorano sulla sostenibilità – conclude l’esperta – su questo concetto di sostenibilità e diffonderla all'interno del sistema Paese”. —[email protected] (Web Info)

Sanità, Chinni (Ucb Italia): “Salute e sostenibilità binomio strategico e indivisibile”

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(Adnkronos) – "Siamo qui in Senato per parlare del rapporto tra salute e sostenibilità perché è un binomio oramai non più divisibile. Noi pensiamo che oggi la componente Erg, cioè la parte environment, l'ambiente, debba essere assolutamente associata a quella sociale, così come a quella della governance. Ecco, il position paper realizzato da The European House Ambrosetti in partnership con Ucb Pharma prova a fare chiarezza su questo punto e soprattutto immagina delle linee guida per un approccio alla sostenibilità davvero allargato”. Lo ha detto Federico Chinni, amministratore delegato di Ucb Italia oggi, a Roma in occasione dell’evento ‘Salute e sostenibilità, un binomio strategico per il sistema Paese’ organizzato in Senato su iniziativa del senatore Guido Quintino Liris. “La nostra strategia – continua Chinni – prevede infatti di creare valori per i pazienti che serviamo, per le comunità nelle quali operiamo, per i nostri azionisti, ma anche per i dipendenti di Ucb e, ovviamente, per il pianeta. Però siamo anche qui per una ragione molto chiara e importante: questo obiettivo e questi risultati non si possono ottenere da soli. C'è bisogno è di una partnership allargata tra tutte le componenti del sistema salute, partendo dalle istituzioni, che oggi ci ospitano, ma anche con il coinvolgimento del “settore privato, la componente scientifica e ovviamente i pazienti”. Sullo studio realizzato da The European House Ambrosetti in partnership con Ucb Pharma e presentato nel corso dell’evento, Chinni sottolinea che pur avendo “ragionato su quella che è la nostra strategia allargata di sostenibilità, ci siamo anche interrogati su quali potevano essere delle raccomandazioni o delle azioni più puntuali per il sistema Paese nel quale ci troviamo ad operare. Per questo”, la stesura di questo documento è stata fatta con “l’aiuto dei colleghi di Ambrosetti, ma soprattutto coinvolgendo, in quest'ottica di collaborazione pubblico-privato, diversi portatori di interesse e stakeholder". Il "sistema salute – conclude l’Ad – ha bisogno di essere riconsiderato centrale”. Con la pandemia “abbiamo visto come senza salute non ci sia nemmeno economia, ma oggi ce lo stiamo dimenticando perché la complessità del mondo ci sta facendo” vivere altre realtà. "Però è molto importante riportare al centro del dibattito la salute perché è veramente la cosa più importante della quale dovremmo occuparci”.  —[email protected] (Web Info)

Clima, svelati in Artico nuovi meccanismi del black carbon

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(Adnkronos) – Nuovo passo avanti negli studi sul clima e sul riscaldamento climatico grazie all'identificazione in Artico di meccanismi che controllano le concentrazioni di black carbon. Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche, in collaborazione con l’Università di Stoccolma e l’Eth di Zurigo, ha identificato i meccanismi che controllano il trasporto in Artico del black carbon, un inquinante atmosferico che contribuisce al riscaldamento climatico, stabilendo anche la variabilità delle sue concentrazioni nelle diverse stagioni polari. I ricercatori ritengono che il lavoro, pubblicato come highlight su Atmospheric Chemistry and Physics, ponga le basi per una più approfondita comprensione dell’impatto di questo composto sul clima regionale e globale.   Il black carbon è un inquinante atmosferico capace di contribuire al riscaldamento climatico, ed è presente anche in Artico, regione polare in cui la concentrazione di black carbon dipende da diversi meccanismi che ne controllano il trasporto dalle medie latitudini, cioè dalle regioni dove è situata la maggior parte delle sorgenti. Finora sconosciuti, oggi questi meccanismi sono stati svelati dai ricercatori dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp) che, in collaborazione con l’Università di Stoccolma e l’Eth di Zurigo, hanno misurato per oltre quattro anni, in modo continuativo la concentrazione di black carbon in Artico, studiando come la sua concentrazione cambia nel tempo. Stefania Gilardoni, ricercatrice Cnr-Isp e autrice del lavoro, spiega che "questo composto, prodotto dalle attività umane e dagli incendi alle medie e basse latitudini, può sopravvivere a lungo in atmosfera e raggiungere la regione artica dove contribuisce al riscaldamento dell’atmosfera e alla fusione accelerata di neve e ghiaccio". "Attualmente – aggiunge – i modelli in uso non riescono a riprodurre la variabilità temporale del black carbon in Artico, rendendo difficile la capacità di predirne gli impatti sul riscaldamento climatico a scala regionale e globale".  La ricerca, finanziata dal Programma di Ricerche in Artico (Pra) del Ministero dell’università e della ricerca, e realizzata grazie al supporto dello Svalbard Integrated Observing System (Sios) network, ha utilizzato una modello di machine learning, ovvero una tecnica di intelligenza artificiale che ha contribuito ad analizzare le misure raccolte presso l’osservatorio atmosferico di Gruvebadet, nelle isole Svalbard. Mauro Mazzola, coautore dello studio e ricercatore Cnr-Isp,riferisce che i ricercatori hanno "misurato la concentrazione atmosferica di black carbon in modo continuativo, ovvero sia durante il giorno che la notte polare, a partire dal 2018, per oltre quattro anni, osservando che le concentrazioni di black carbon mostrano una forte variabilità stagionale, con valori maggiori tra dicembre e aprile". "Abbiamo scoperto – prosegue Mazzola – che questa variabilità dipende dalla frequenza e intensità delle piogge, che sono maggiori tra maggio e novembre, periodo in cui le concentrazioni di black carbon sono minori, dato che le piogge rimuovono efficacemente questo composto dall’atmosfera prima che questo possa raggiungere le regioni polari". All’interno di una stessa stagione, i ricercatori hanno inoltre rilevato differenze nella concentrazione di black carbon che dipendono dalla temperatura e dai fenomeni meteorologici.  "Nella stagione fredda (novembre – aprile) le concentrazioni maggiori di black carbon si osservano quando le temperature sono più basse e corrispondono al trasporto di masse d’aria fredda dal nord Europa e dalla Siberia"precisa Gilardoni. "Mentre, durante la stagione calda (maggio – ottobre) le concentrazioni maggiori di black carbon si registrano in corrispondenza di venti che trasportano aria inquinata dalle regioni più calde alle medie latitudini" aggiunge ancora.  Gli autori del lavoro ritengono che questo studio dimostri "l’elevato valore scientifico dell’osservatorio atmosferico di Gruvebadet, dove la ricerca italiana è impegnata da più di dieci anni, perché rappresentativo dei processi atmosferici che avvengono in una scala spaziale cha va da centinaia a migliaia di chilometri". "Inoltre, i risultati raccolti – assicurano gli scienziati – forniranno nuovi dati ai modelli climatici e di trasporto utili per capire come i cambiamenti dei fenomeni meteorologici e della circolazione atmosferica, innescati dai cambiamenti climatici, avranno un impatto sulla concentrazione di black carbon in Artico sul clima regionale e globale".  —[email protected] (Web Info)

Nuove tariffe, Gemmato: “Al lavoro per non mortificare realtà produttive

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(Adnkronos) – “C'è un tema che si sta affrontando. Il primo aprile dovrebbero entrare in vigore le nuove tariffe. È di tutta evidenza che si sta cercando di dare una risposta puntuale a un problema che viene da lontano e che noi puntualmente, come tanti altri problemi, stiamo cercando di approcciare e risolvere, ovviamente non mortificando quella che è la realtà produttiva della nostra Nazione, da un lato, e, dall’altro, cercando sempre di curare meglio l’Italia”. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato a margine della conferenza stampa di presentazione del documento di consenso "Salute & Sostenibilità: Binomio Strategico per il Sistema Paese" promosso da UCB Pharma, in collaborazione con The European House Ambrosetti, a proposito dell’ipotesi di rinviare l’entrata in vigore delle nuove tariffe per la specialistica ambulatoriale. E sull'ipotesi di un ulteriore rinvio della nomenclatore tariffario, Gemmato taglia corto: "sono voci, ho letto un'agenzia in tal senso, fondamentalmente è chiaro che una volta che parla il ministro Schillaci, ci adeguiamo alla sua volontà".  “Oggi spendiamo il 95% del Fondo sanitario nazionale- continua- per la cura e soltanto il 5% viene investito in prevenzione. Dobbiamo invertire la tendenza, immaginando nuovi modelli organizzativi per fare in modo che gli italiani si ammalino meno, invecchino meglio e quindi con un importante risparmio per il Fsn e per le casse dello Stato, rendendo così sostenibile la nostra sanità pubblica che in proiezione dovrà sostenere una popolazione che invecchia sempre di più, e questo è un elemento positivo, ma che deve avere nella sostenibilità la propria ragione di essere".  —[email protected] (Web Info)

Biden e le ‘super scarpe’ per non cadere, le sneakers del presidente

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(Adnkronos) –
Le sneakers di Joe Biden irrompono nella campagna delle elezioni Usa 2024. Le scarpe da ginnastica che il presidente degli Stati Uniti usa negli ultimi tempi sono diventati un argomento di discussione. Biden, che in passato è stato protagonista di cadute ripetute, da qualche tempo calza le Hoka Transport, un modello particolarmente comodo prodotto dal brand – nato in Francia e ora con base in America – molto apprezzato da chi fa attività sportiva e in particolare si dedica alla corsa. Il dettaglio, fashion e funzionale, non è sfuggito al Republican National Committee (RNC), il comitato nazionale repubblicano, che ha cavalcato il tema per mettere in discussione la stabilità e le capacità motorie del presidente, che a novembre sarà sfidato da Donald Trump. Biden, secondo il RNC, in sostanza sarebbe stato costretto dai suoi collaboratori a usare le scarpe 'speciali': le Hoka Transport ridurrebbero il rischio di cadute per il presidente incline ad inciampare. Le scarpe, che costano 150 dollari e si allacciano con un comodo sistema che evita nodi e fiocchi, sono finite nel mirino dei principali network, che hanno spedito cronisti nei negozi per provare le calzature. Dalla Fox alla Cbs, il verdetto pare sostanzialmente unanime: le scarpe scelte dal presidente sono molto comode e la suola larga garantisce notevole stabilità.   —internazionale/[email protected] (Web Info)

In India il blitz-show contro i pirati somali, “Marcos pari alle migliori forze speciali”

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(Adnkronos) – Una dimostrazione di forza. Uno show nelle acque del Corno d'Africa che ha spinto gli analisti a considerare i marine indiani, i Marcos, alla pari delle migliori unità speciali del mondo, comprese quelle britanniche e statunitensi. Il blitz in questione, di cui si è occupata la Cnn e durato quasi due giorni, si è concluso con il salvataggio al largo della Somalia dei 17 membri dell'equipaggio della nave Mv Ruen, senza causare vittime, e con il fermo di 35 pirati. L'operazione ha avuto come protagonista l'imbarcazione commerciale che i pirati somali erano riusciti a dirottare a dicembre dello scorso anno, la prima finita in loro possesso dal 2017. Navi da guerra spagnole, giapponesi e indiane avevano rintracciato circa tre mesi fa la portarinfuse bulgara battente bandiera di Malta mentre veniva portata nelle acque territoriali somale. Ma quando la settimana scorsa la Mv Ruen, sotto il controllo dei pirati, ha lasciato le coste del Paese africano con l'intento di attaccare altre navi in alto mare, la Marina indiana si è mossa per intercettarla. Il cacciatorpediniere Ins Kolkata, che opera nell'area per garantire la sicurezza marittima, ha utilizzato un drone per avere conferma che la portarinfuse fosse gestita da pirati armati, che hanno sparato sul velivolo senza pilota, distruggendolo, e poi sulla stessa nave da guerra. A quel punto la Ins Kolkata ha risposto al fuoco, bloccando la navigazione della Mv Ruen. Intanto un gruppo di marine era stato paracadutato a bordo dopo un volo di 10 ore dall'India. A quel punto la dimostrazione di forza indiana si è rivelata troppo per i pirati, costringendoli alla resa. Secondo una nota della Marina indiana, nell'operazione sono stati coinvolti un cacciatorpediniere, una nave pattuglia, un C-17 dell'Aeronautica che ha volato per 2.400 chilometri con a bordo i Marcos, un drone navale, un drone da ricognizione e un jet di sorveglianza P-8.  "Il successo dell'operazione caratterizza la Marina indiana come una forza di prim'ordine in termini di addestramento, comando e controllo", ha commentato l'esperto del Council on Foreign Relations International Affairs, John Bradford. "Ciò che rende impressionante questa operazione è il modo in cui il rischio sia stato ridotto al minimo, utilizzando una forza coordinata che include l'uso di una nave da guerra, droni, velivoli ad ala fissa e rotante e marine", ha aggiunto. Anche l'analista Carl Schuster, ex capitano della Marina degli Stati Uniti, ha sostenuto che il blitz abbia evidenziato la professionalità della Marina indiana, confermando l'alto livello di capacità dei Marcos appreso dalle loro controparti statunitensi e britanniche. "I quasi otto mesi di addestramento dei Marcos sono modellati sul modello della Sas britannica. Nonostante un processo di selezione molto intenso, solo circa il 10-15% di coloro che accedono alla formazione vengono promossi", ha affermato. La Marina indiana potrebbe presto essere chiamata a rispondere di nuovo in un'area ad elevato rischio di sicurezza. Gli analisti, infatti, temono che la precaria situazione nel Mar Rosso, dovuta agli attacchi dei ribelli Houthi con base in Yemen, possa impegnare le forze internazionali e fornire un'opportunità per i pirati somali nel vicino Corno d'Africa, rappresentando una nuova minaccia per l'economia globale. —internazionale/[email protected] (Web Info)

Ucraina, Russia lavora a un blocco di Paesi anti-Occidente

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(Adnkronos) –
Un'alleanza sempre più forte con Cina, Iran e Corea del Nord. Con l'obiettivo di creare una coalizione che sia in grado di controbilanciare quella dell'Occidente. E' questo a cui sta lavorando la Russia, sempre più isolata e colpita dalle sanzioni per l'aggressione lanciata più di due anni fa contro l'Ucraina. I piani russi sono stati analizzati dall'Isw, l'Institute for the Study of War, che ha notato come negli ultimi mesi Mosca stia premendo sull'acceleratore e promuovendo incontri bilaterali con lo scopo di stringere legami sempre più forti con Pechino, Teheran e Pyongyang. "Il Cremlino ha sfruttato la guerra in Ucraina per perseguire le relazioni bilaterali e creare una coalizione di stati per controbilanciare l'Occidente", ha affermato l'Isw, sottolineando come questo sia ''stato a lungo un aspetto centrale della politica estera della Russia''. Come esempio, il think tank che ha sede negli Stati Uniti cita l'incontro nelle scorse ore a Mosca tra il viceministro degli Esteri russo Andrei Rudenko e il rappresentante speciale cinese per gli affari della penisola coreana Liu Xiaoming. I due hanno parlato con una sola voce per accusare gli Stati Uniti e i loro alleati di ''pensare in blocco'', in stile Guerra Fredda, e di minacciare l'Asia nord-orientale. Ma la relazione bilaterale politica e diplomatica sempre più forte con la Cina che la Russia sta portando avanti, sfruttando allo stesso tempo le sue relazioni bilaterali con Iran e Corea del Nord, rappresenta proprio il tipo di ''pensiero in blocco'' di cui Liu e Rudenko hanno accusato gli Stati Uniti e i suoi alleati. In particolare, negli ultimi mesi la Russia ha costruito una collaborazione stretta con la Corea del Nord, dalla quale ha ricevuto missili balistici e munizioni di artiglieria da utilizzare nella guerra contro le forze armate ucraine. In cambio, Mosca avrebbe offerto a Pyongyang una cooperazione tecnologica e altro supporto non meglio specificato, spiega il rapporto di Isw. Il che, sottolinea, ha preoccupato la Corea del Sud che teme per la sicurezza nella penisola. Altri elementi che provano il lavoro che la Russia sta portando avanti per creare una coalizione anti-Occidente è l'incontro tra l'ambasciatore russo in Cina Igor Morgulov e Fu Hua, capo dell'agenzia di stampa cinese Xinhua. In agenda la cooperazione bilaterale nella sfera dei media, a sottolineare che la battaglia si gioca anche sul piano mediatico. Solo ieri, il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha poi avuto una conversazione telefonica con il presidente russo Vladimir Putin per discutere della cooperazione bilaterale. In questa occasione Raisi ha espresso la sua volontà di aiutare la Russia a stabilizzare la regione del Caucaso meridionale, con un riferimento agli sviluppi in corso in Armenia e in Azerbaigian. —internazionale/[email protected] (Web Info)

Allevi e la malattia: “E’ stato un viaggio all’inferno”

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(Adnkronos) – "Pronti per un piccolo viaggio nell'inferno?", chiede Giovanni Allevi, poco dopo essere stato accolto da un'ovazione di 6mila studenti riuniti al Forum di Assago per celebrare la Giornata mondiale della felicità, partecipando all'evento motivazionale gratuito 'Happiness on Tour. Vite – Storie di Felicità', promosso dalla Fondazione della felicità presieduta da Walter Rolfo. Una proposta, quella del musicista, che sembra stridere con il tema della giornata. Ma la meta d'arrivo del viaggio farà capire che non è così. E a imprimere una svolta saranno "13 globuli bianchi" che all'artista delle note hanno regalato "una botta di felicità, come essere investiti da un camion di felicità", sono le parole che usa. Un picco al quale seguirà quella che lui definisce una "fascia costante e compatta di gratitudine, indipendentemente da ciò che sarebbe accaduto. Questa fascia la chiamiamo: profonda gioia di vivere".  "Ecco – spiegherà al termine Allevi, con voce rotta dall'emozione – vi ho portato in dono, in offerta, la mia vita, la mia sofferenza e la mia felicità. E spero che possiate farne tesoro". L'inizio del viaggio da lui raccontato è una carrellata di immagini scintillanti: Allevi che gira il mondo, che suona davanti a distese di persone, che stringe la mano al Papa, sorride, fa conferenze stampa e interviste. "Quella che avete visto – dice ai ragazzi – era la mia vita fino a 2 anni fa. Poi una malattia terribile ha spazzato via tutto. Tanto che oggi mi chiedo: magari è venuta apposta? Nel giorno della felicità voglio fare un esperimento e raccontarvi l'ultimo giorno della mia vita recente in cui sono stato immensamente felice, ma prima devo raccontarvi alcune fasi di tipo medico, di avvicinamento a quel giorno".   I ragazzi lo applaudono, lo incitano. Allevi continua: "Un giorno mi dicono che devo fare una decina di punture sulla pancia. E io penso che non ne ho voglia, che è difficile con la neuropatia e il dolore alle mani. Poi ci rifletto e mi dico: va bene. Lo faccio con risolutezza, non rassegnazione. La parola resilienza non mi è mai piaciuta, mi fa pensare a un'accettazione passiva, io invece ho uno spirito combattivo. Dalle pagine di un libro uscito poco tempo fa, 'Imperium' di Giovanni Brizzi, apprendo che nell'antica Roma le persone destinate al comando dovevano avere tre doti: auctoritas, dignitas e gratia. Le prime due le immaginavo, ma ciò che davvero mi ha sorpreso è la grazia. Grazia nel parlare, nei gesti, nei movimenti, nelle intenzioni. Bellissimo. E ho fatto mie queste parole durante la malattia. Io non sono destinato al comando, sono una persona delicatissima e non riesco a dire agli altri cosa devono fare, come insegnante di scuola media ero un disastro. Ma nella malattia ho dovuto assumere il comando più importante: il dominio su me stesso e sulle mie paure e ansie, ho dovuto mantenere lo sguardo dritto sui fiori mentre camminavo sull'inferno e regalare un sorriso anche quando soffrivo".  Durante questo percorso i dottori spiegano al paziente che esistono delle sostanze chiamate "fattori di crescita', servono a stimolare il midollo a produrre staminali. "Cosa sono le staminali? Una meraviglia – dice Allevi – Sono il futuro della medicina. Tutti noi siamo in grado di produrle, o possiamo indurne la produzione con quelle punture sulla pancia. E te ne accorgi, perché senti un dolore pazzesco. Ma io di quel dolore dovevo essere contento perché significava che stava funzionando. Poi le cellule bisogna raccoglierle e mi portano in uno stanzone pieno di letti separati da teli. Mi tirano via il sangue. Il sangue entra in una macchina che lo centrifuga, separa le staminali. Si chiama aferesi e potrebbe non funzionare. C'era un telo e io non la vedevo, ma vicino a me c'era una bambina, avrà avuto 7 anni e piangeva. Dio, perché permetti queste cose? Io ho dato, lei è una bimba. Ma andiamo avanti. La mia sacchetta di staminali va in emoteca e inizia una fase apparentemente distruttiva, non potete capire il dolore. Il midollo deve essere distrutto" e "la scienza ha inventato la chemio per farlo". Una flebo di 20 minuti, "nel pomeriggio mi addormento e mi sveglio il giorno dopo. Sul tavolo la cena del giorno prima e la colazione del mattino. Divento immunodepresso, senza difese verso l'esterno, potrei morire per un raffreddore", continua l'artista. I medici ora sono bardati. In una decina di giorni l'effetto collaterale classico, la perdita dei capelli, per Allevi arriva con "un bruciore. Sono caduti tutti insieme, come una parrucca che mi toglievo. Mi sono ritrovato calvo, imbottito di oppioidi che mi davano la sensazione di avere la febbre a 39, dimagrito. Lì ho capito che bastava che decidessi di lasciarmi andare e mi sarei spento. Cosa mi ha dato forza? Il non voler dare un dolore ai miei familiari e poi la cultura – spiega – In quei giorni ho visto conferenze di filosofia, di letteratura classica, ho scoperto che la fragilità umana è una costante dell'umanità e mi sono sentito meno solo". A quel punto, prosegue il racconto, "arriva la fase geniale. Portano in stanza la sacchetta di staminali, è arancione – descrive Allevi – Me l'hanno infusa nel braccio sinistro. Le staminali entrano nel corpo e dicono: c'è da ricostruire un midollo. E magari producono globuli bianchi buoni e forti in grado di attaccare anche le cellule cancerogene. Inizia un'attesa snervante. L'infermiera Tiziana fa il prelievo, i medici dicono che non si vede niente. L'attesa, dicono i giapponesi, è disciplina, fa parte dell'arte del vivere. Poi una mattina un giovane dottore entra con veemenza, senza tuta, guanti, mascherina. Agita dei fogli, mi dice: 'Maestro, ha 13 globuli bianchi'. Con senso di umorismo gli rispondo che forse sono un po' pochini. In realtà erano 13 globuli bianchi per millimetro cubo, la bilancia iniziava a pendere di nuovo verso la vita. Vengo investito da una felicità allo stato puro. Non una sensazione effimera, mi è venuto addosso un treno, un grattacielo. Semplicemente perché ero vivo, non per un concerto o per il numero di follower. Ho provato un profondo senso di gratitudine per il talento dei medici, l'affetto degli infermieri, per il cibo lasciato sul tavolo, il rosso dell'alba che è diverso dal rosso tramonto". Dopo quel picco di felicità, conclude Allevi, è tornata la normalità, gli eventi che si susseguono quasi con noia. "Ma quel picco è rimasto alto" ed è iniziata quella che descrive come "una fascia compatta. La gioia di vivere".   —[email protected] (Web Info)

Meloni: “Ragazzi, vi vedo nervosi”. E l’opposizione protesta – Video

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(Adnkronos) – "Ragazzi, vi vedo particolarmente nervosi…". La presidente del Consiglio Giorgia Meloni 'richiama' le opposizioni in Aula alla Camera, ma le sue parole vengono seguite da lamentele ancor più evidenti dagli scranni del Pd, del M5S e di Avs. "Non posso chiamarvi 'ragazzi'? Vabbè, giovani onorevoli. Nemmeno questo? Evidente che non vi sono particolarmente simpatica…", dice Meloni.  —[email protected] (Web Info)