(Adnkronos) – "Il vantaggio di tezepelumab è quello proprio di agire un target a monte nella patofisiologia dell'asma" e di essere quindi "un approccio trasversale" alla malattia perché è un farmaco "di precisione, ma con la possibilità di agire in maniera efficiente in una patologia innescata da molteplici trigger. E' trasversale perché può contrastare percorsi infiammatori differenti e meccanismi presenti non su base infiammatoria". Lo ha detto Matteo Bonini, professore ordinario di Malattie dell'apparato respiratorio presso la Sapienza Università di Roma, intervenendo questa mattina a Milano, nel corso di un incontro con la stampa organizzato da AstraZeneca in occasione del via libera di Aifa a tezepelumab, primo anticorpo monoclonale anti- Tslp per l'asma grave. Questa "è una malattia infiammatoria cronica – sottolinea lo specialista – ma ha origine infiammatoria eterogenea: ne esistono anche forme non necessariamente infiammatorie". Il target di tezepelumab "è la Tslp, che è un acronimo per un nome abbastanza complesso, che è linfopoietina timica stromale, una citochina a monte della cascata infiammatoria" che si scatena a livello dell'epitelio bronchiale in presenza di trigger differenti. Gli studi registrativi che hanno consentito l'approvazione del farmaco e la sua commercializzazione in Italia "sostanzialmente hanno dimostrato un'efficacia su quello che generalmente viene considerato l'end point più importante per stimare il controllo di malattia – spiega Bonini – ossia la riduzione del numero di riacutizzazioni bronchiali, così come un effetto sulla sintomatologia respiratoria. Secondo le raccomandazioni internazionali, sintomatologia respiratoria e rischio futuro di riacutizzazioni sono i due domini su cui basare il controllo" della malattia. Proprio per l'attività sulla mucosa bronchiale, "con il farmaco si ha un miglioramento sia in termini di funzione respiratoria, della capacità di respirare in termini di flussi e volumi – chiarisce l'esperto – ma anche una riduzione dell'iperreattività bronchiale, sia che questa venga innescata da uno stimolo diretto che indiretto. A questi si associa anche una migliore qualità della vita, che è estremamente importante in quanto è definita un patient reported outcome". Tornando sul concetto di attività trasversale del trattamento, "le nostre competenze scientifiche – ricorda Bonini – negli anni hanno portato a distinguere diversi fenotipi di malattia, che sono delle forme di malattia caratterizzate da elementi clinici e funzionali, per poi raggiungere un livello ulteriore di approfondimento di patologia sulla base di endotipi che, oltre alle caratteristiche cliniche e funzionali, comprendono una determinata risposta a un farmaco e uno specifico meccanismo patofisiologico". "Tendenzialmente – dettaglia lo specialista – noi eravamo abituati a suddividere l'asma e l'asma grave in due endotipi più comuni: l'endotipo 'T2 elevato' e l'endotipo 'non T2 elevato'. Non è T2 basso, ma 'non T2 elevato' – puntualizza – perché in realtà questo endotipo fino a poco tempo fa era caratterizzato semplicemente da una classificazione di esclusione, di non presenza, di marcatori tipici del T2 elevato. Ora, con la possibilità di un anticorpo monoclonale anti-Tslp, noi possiamo uscire da questa dicotomia e possiamo non solo andare a offrire un'ulteriore arma terapeutica estremamente efficace e sicura per i soggetti che non esprimevano un endotipo T2, che rappresentano una minoranza dei soggetti con asma, intorno al 20-30%, ma abbiamo anche la possibilità di uscire da quella che è una dicotomia all'interno dell'endotipo T2 elevato, tra infiammazione prevalentemente atopica, allergica o infiammazione eosinofila, perché questo farmaco si è visto essere efficace in maniera trasversale dai fenotipi ed endotipi di malattia". —[email protected] (Web Info)
Uno Sguardo Approfondito sul Trattamento di Ansia, Ipocondria e Attacchi di Panico
(Adnkronos) –
In collaborazione con: Dott. De Masi
La psicologia moderna affronta una vasta gamma di disturbi, e tra questi, ansia, ipocondria e attacchi di panico sono tra i più comuni e complessi. Claudia De Masi, psicologa e psicoterapeuta a Roma, ha focalizzato la sua pratica professionale su queste specifiche patologie, utilizzando un approccio basato sulla Terapia Breve Strategica del prof. Giorgio Nardone presso la cui scuola ad Arezzo si è specializzata. Ansia: Un Disturbo Diffuso e Multiforme In Italia, più del 9% della popolazione soffre di ansia, una condizione che si manifesta in molteplici forme, come l'ansia generalizzata, il disturbo da stress post-traumatico, la fobia sociale e il disturbo ossessivo-compulsivo. L'ansia è caratterizzata da preoccupazione cronica, tensione nervosa e una costante sensazione di allarme, che possono interferire significativamente con la vita quotidiana. Claudia De Masi tratta l'ansia non solo come un insieme di sintomi, ma come una sfida complessa che richiede un approccio personalizzato. Il suo lavoro aiuta i pazienti a identificare e modificare pensieri e comportamenti disfunzionali, fornendo loro strumenti per gestire lo stress e migliorare la qualità della vita. L'ipocondria, che colpisce fino al 10% della popolazione italiana, è caratterizzata da una preoccupazione esagerata per la salute fisica, spesso senza una base medica reale. Questo disturbo può portare a un eccessivo controllo del proprio corpo, visite mediche frequenti e una costante paura di malattie gravi.
Claudia De Masi si concentra sull'aiutare i pazienti a riconoscere e cambiare i loro schemi di pensiero ipocondriaci. Attraverso un approccio strategico, lavora per ridurre l'ansia legata alla salute e per insegnare ai pazienti come gestire le loro preoccupazioni in modo più salutare. Gli attacchi di panico, che interessano fino al 4% degli italiani, sono episodi improvvisi di terrore intenso. Questi attacchi possono includere sintomi come tachicardia, difficoltà respiratorie, sudorazione e sensazione di perdita di controllo. La paura di questi attacchi può limitare significativamente la vita di una persona, portando a evitare situazioni che potrebbero scatenarli e a limitare, di conseguenza, la propria libertà abbassando, di molto, la qualità della vita. Nel trattamento degli attacchi di panico, Claudia De Masi adotta tecniche specifiche per aiutare i pazienti a gestire e interrompere il ciclo di panico. L'obiettivo è fornire strumenti pratici per affrontare i sintomi e recuperare una percezione più equilibrata e funzionale degli stimoli che creano paura. L'Approccio Breve Strategico
La Terapia Breve Strategica, centrale nella pratica di Claudia De Masi, è particolarmente efficace nel trattamento di queste patologie. Questo approccio si concentra su soluzioni rapide e pragmatiche, permettendo ai pazienti di vedere miglioramenti in tempi brevi. Questo tipo di terapia si focalizza prevalentemente sul qui e ora, esplorando i meccanismi che mantengono o incrementano i problemi e individuando strategie per risolverli. Il percorso terapeutico inizia con una valutazione completa, l’individuazione dell’obiettivo terapeutico seguita dalla definizione di un piano di trattamento su misura. Ogni paziente è guidato attraverso un processo di auto-scoperta e apprendimento, con l'obiettivo di aumentare la consapevolezza dei propri meccanismi disfunzionali per imparare come disinnescarli e gestirli e migliorare, di conseguenza, il proprio benessere. La dott.ssa Claudia De Masi offre un percorso terapeutico collaudato, funzionale e pragmatico per coloro che affrontano ansia, ipocondria e attacchi di panico. Il suo approccio, basato sulla Terapia Breve Strategica permette un percorso efficace e personalizzato, supportando i pazienti nel raggiungere un equilibrio emotivo e una migliore qualità di vita. —[email protected] (Web Info)
Rogliani (Tor Vergata): ‘Tezepelumab riduce riacutizzazioni in asma grave”
(Adnkronos) – "Rispetto agli altri biologici che abbiamo a nostra disposizione per i pazienti affetti da asma grave, tezepelumab è una grande opportunità terapeutica" perché "agisce a monte nella cascata infiammatoria e va a impattare su una delle citochine che viene rilasciata dall'epitelio bronchiale allertato, allarmato, da uno stimolo infiammatorio che può essere di varia natura: infettivo, fumo, particolato presente nell'inquinamento o un allergene". In risposta a "vari stimoli", infatti, "l'epitelio reagisce con una sorta di atteggiamento di protezione, innescando una cascata immuno-infiammatoria. Tezepelumab va ad agire proprio a monte di questa cascata, andando a bloccare una citochina, in questo caso la linfopoietina timica stromale", la Tslp, "andando a impattare in maniera significativa sul bisogno clinico delle forme di asma grave indotte da diversi trigger infiammatori e sulle riacutizzazioni che, fino ad ora, non avevano una tale opzione terapeutica disponibile". Lo ha detto Paola Rogliani, professoressa di Malattie dell'apparato respiratorio all'Università Tor Vergata e direttore Uoc Malattie apparato respiratorio, Fondazione policlinico Tor Vergata di Roma, intervenendo oggi a Milano in un incontro con la stampa promosso da AstraZeneca dopo l'approvazione, da parte di Aifa, di tezepelumab nell’asma grave. Gli studi registrativi che sono stati condotti "hanno mostrato outcome, quindi esiti di efficacia, di particolare rilevanza – sottolinea la specialista – perché si è visto che" il trattamento "migliora sicuramente il tasso di riacutizzazione riducendo" dal 50% all'80% "proprio questo che è uno degli outcome più importanti nel paziente affetto da asma grave. Ma va a migliorare anche i sintomi, e questo è un aspetto particolarmente rilevante e che differenzia questa molecola dalle altre nella stessa classe, oltre a migliorare quella che è la funzione polmonare, quindi i volumi che misuriamo alla spirometria. E in ultima analisi" c'è "un miglioramento sicuramente di quella che è la qualità di vita". Attualmente, ricorda Rogliani, "il trattamento dell'asma grave prevede l'uso di una combinazione di molecole per via inalatoria come terapia di base, con la possibilità di aggiungere anticorpi monoclonali per i pazienti eleggibili. In particolare, i pazienti con asma grave allergico o asma grave eosinofilico hanno a disposizione opzioni biologiche che mirano a bloccare singoli elementi della complessa cascata immuno-infiammatoria responsabile dei sintomi e delle manifestazioni cliniche dell'asma. Questi trattamenti lasciano attivi alcuni mediatori che possono ancora causare riacutizzazioni e compromettere il controllo della malattia e potrebbero non essere adatti per i pazienti con molteplici vie infiammatorie coinvolte nell'asma, e quindi potrebbero non rispondere all'eterogeneità della malattia e alla sua potenziale variabilità nel tempo. Tezepelumab – conclude la docente – agisce direttamente sul danno epiteliale e quindi sul segnale dell'innesco della cascata infiammatoria, permettendo di modulare contemporaneamente diversi mediatori infiammatori coinvolti nell'asma". —[email protected] (Web Info)
Covid, 4 anni fa le bare di Bergamo: la ‘lezione’ degli esperti
(Adnkronos) – Era la notte del 18 marzo 2020 e a Bergamo, nel silenzio attonito di una città divenuta epicentro della prima, tragica ondata di Covid, una fila interminabile di camion militari carichi di bare usciva dal Cimitero Monumentale. Sfilando nel deserto spettrale delle strade svuotate dal lockdown, il convoglio imboccava la circonvallazione direzione autostrada, per raggiungere le città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici non bastavano più, i morti erano troppi. Quattro anni dopo quelle immagini che hanno sconvolto il Paese, l'Italia celebra la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus. Con gli esperti, da Bassetti a Gismodo, fino a Pregliasco, che invitano non dimenticare la 'lezione'. "Le bare di Bergamo", dei morti di Covid che viaggiavano nel buio dentro i camion militari, "sono un'immagine che rimarrà indelebile nella nostra memoria". Nitida più che mai in quella della microbiologa Maria Rita Gismondo, tra i camici bianchi 'in trincea' nelle prime fasi dell'emergenza coronavirus, quando "in laboratorio si stava chiusi giorno e notte a processare campioni". Ora, "a distanza di 4 anni" da quella tragica notte, "dobbiamo superare quel momento di dolore e dobbiamo far sì di non dimenticarlo mai, perché si possa guardare oltre e non avvenga più". Perché "non si ripetano certi errori", dichiara l'esperta all'Adnkronos Salute. In migliaia di famiglie c'è stato "chi andava in ospedale con i propri piedi e veniva restituito dentro una teca, incenerito – ricorda la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e dia gnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano – senza neanche un ultimo saluto, senza che i loro cari avessero la possibilità di elaborare il lutto. Un passaggio estremamente importante", tanto che chi non l'ha vissuto mostra "ancora oggi sindromi ansioso-depressive. Nessuno dovrà mai più sperimentare quella terribile esperienza, non dovranno mai più esserci lutti non elaborabili", è il monito di Gismondo. "Non dimentichiamo – ripete – e non facciamo più alcuni errori che sono stati commessi". "Ricordiamo oggi le vittime del Covid che sono state quasi 200mila in Italia, dal 2020 ad oggi. Il Covid ci ha fulminati perché ci ha colpiti alle spalle. Ha fatto irruzione in un mondo dove nessuno parlava di malattie infettive. I professionisti della salute hanno compiuto qualcosa di straordinario, alzando giorno dopo giorno l'asticella dei loro limiti. Ma lo straordinario non deve diventare la regola", ammonisce l'infettivologo Matteo Bassetti, in un post sui social. "Solo così", lavorando affinché mai più ci si debba trovare impreparati, sottolinea il primario del Policlinico San Martino di Genova, "si potrà dare il giusto riscontro alle nostre rinunce e alle nostre fatiche. E la giusta commemorazione a chi ci ha lasciato, a chi è morto in questa guerra che ci ha levato troppo. Oggi il pensiero di tutti, nessuno escluso – avverte Bassetti – deve essere per quelli che non ce l'hanno fatta. Noi non vi dimenticheremo mai". A quattro anni dai giorni più drammatici della pandemia "purtroppo l’effetto 'memoria corta' ha prevalso. Al momento, a tutti i livelli, non sono state messe in atto azioni efficaci che possano evitare che in futuro una simile tragedia si ripeta". Così all'Adnkronos Salute, dell'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'università del Salento. "Dovesse arrivare una nuova pandemia – e non sappiamo quando ma sicuramente arriverà – la risposta del Paese sarà la stessa con appena un po’ di organizzazione e di esperienza in più. Non un euro è stato fino ad oggi dedicato ai servizi di prevenzione", conclude Lopalco. "Ricordare i numeri, quasi 200mila morti Covid in Italia dal 2020 ad oggi. Un numero impattante, come tre grandi stadi di calcio spazzati via in 4 anni. Certamente hanno pagato di gran lunga gli anziani e i fragili, ma all'inizio dell'emergenza anche i giovani hanno perso la vita. Secondo elemento da considerare sono i grandi passi avanti nel contrasto della malattia, si è riusciti a mettere insieme tutte le forze: la ricerca scientifica, le aziende, le istituzioni. La lotta al Covid è stato un esempio unico, neanche l'Aids è mai riuscito così in breve tempo ad avere una risposta con i vaccini e i farmaci", afferma all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, la Società italiana di malattie infettive e tropicali. "Il ricordo – sottolinea – va anche alla difficoltà di gestire nei primi mesi la situazione: dalla mancanza di posti letto in rianimazione ai dispositivi che non si trovavano. E poi, come non può non tornare alla mente il grande sacrificio del personale sanitario. Vedo che già ci siamo dimenticati tutto però", osserva Andreoni. Invece "in medicina alcune cose devono servire da lezione, altrimenti rischiamo di sperperare le conoscenze. La rete italiana di malattie infettive deve rimanere sempre attiva – ammonisce – è patrimonio da non sperperare: una nuova pandemia arriverà, queste patologie sono un problema di sanità pubblica e gestirle in reparti in esperti è l'arma vincente". "Mi preoccupa molto il revisionismo e a volte un negazionismo su Covid, rispetto a una situazione che abbiamo tutti vissuto. Ma ricordiamoci della paura di quei giorni, ricordiamo i morti". Sono le parole del virologo dell'università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco. Il giorno delle bare di Bergamo, che 4 anni fa venivano portate via sui camion militari. "Per certi versi – osserva Pregliasco all'Adnkronos Salute – è giusto che la resilienza, quella capacità dell'uomo di resistere alle avversità, porti a mettere in secondo piano le sofferenze patite, perché bisogna andare avanti. Credo però che ci si sia eccessivamente spostati verso una disattenzione alle problematiche di patologie infettive e anche che ci sia una sordida polemica, purtroppo, con dei coinvolgimenti non corretti della politica, e a evidenziare in modo negativo ciò che si è fatto". "Di sicuro – ragiona – a posteriori, come in tutte le nostre cose della vita, si può dire che questa o quella scelta avremmo dovuto farla diversamente. Il concetto del senno del poi è un classico. Ma ricordiamoci della paura di quei giorni – ripete – la paura che aveva ognuno di noi, operatore sanitario, medico, o quant'altro. Anche perché, poi, va ricordato che gran parte dei sanitari stessi avevano informazioni come quelle dei cittadini, attraverso i media. E sui media talvolta, nelle emergenze come su altri versanti, si inserisce una tifoseria, le informazioni sono spesso frammentarie, incomplete". L'invito di Pregliasco è a non dimenticare. "Nell'emergenza, nella sanità pubblica, facciamo tesoro di quello che è successo. Ricordiamo i morti. Ieri – riferisce – ho partecipato a una commemorazione vicino a Rho, dove abito in provincia di Milano, a Pogliano Milanese. Qui una statua ricorda i caduti del Covid nella cittadina, sono stati 41". E ricordando quello che è successo "dobbiamo considerare anche che il Covid c'è – ammonisce – c'è ancora su piccoli numeri, rimarrà con noi con andamenti probabilmente ondulanti, come dico sempre. Ma non c'è solo questo. Ci sono tutta una serie di patologie di cui il nostro mondo in qualche modo deve far tesoro, per evitare che ritornino". —[email protected] (Web Info)
Banksy, nuovo murales a Londra: il messaggio ‘ecologista’ dello street artist
(Adnkronos) – Un murales di Banksy realizzato con una colata di colore verde dietro albero spoglio è apparso durante la notte su un edificio residenziale a nord di Londra. A rivendicare la paternità dell'opera, dopo una mattina di speculazioni, è stato lo stesso street artist su Instagram. In un post,l’anonimo artista ha infatti pubblicato una foto di com'era il muro dietro l'albero prima del suo intervento. L'opera, realizzata a Hornsey Road, Finsbury Park, rappresenta una donna a grandezza naturale con uno spruzzatore di vernice a pressione che guarda verso l'alto l'albero, come per sincerarsi dell'effetto del suo lavoro. Visto con l'albero in primo piano e centrato sul muro, la vernice verde imita il fogliame della pianta, che è stata potata ed è completamente spoglia. Prima della conferma ufficiale, James Peak aveva riferito al programma Today della BBC Radio 4 che il lavoro portava tutti i segni distintivi" di Banksy. “Ha le tecniche giuste. Ha un messaggio interessante e facile da capire, una posizione molto intelligente. E risuona davvero nel momento in cui lo vedi. E, con Banksy, il contesto è tutto”, ha detto. I colori verde brillante rappresentano la municipalità di Islington, dove si trova l'opera, e anche, naturalmente, il giorno di San Patrizio, che è bello e festoso. "Il messaggio è chiaro", ha aggiunto. "La natura è in difficoltà e spetta a noi aiutarla a rinascere". —internazionale/[email protected] (Web Info)
Canonica (Humanitas): “Tezepelumab ‘pallottola magica’ contro asma grave”
(Adnkronos) – Nei pazienti con asma grave, grazie a tezepelumab "abbiamo a disposizione una 'pallottola magica' addizionale che permette di coprire un vasto spettro di bisogni non sufficientemente soddisfatti per una patologia che conosciamo, ma anche per curare i pazienti per i quali" fino ad oggi "non c'era nulla. Questo è un cambiamento epocale. I farmaci biologici ci hanno permesso di poter trattare al momento solo i pazienti con asma grave, ma la speranza è di poter usare il più presto possibile" nei pazienti che ne hanno necessità "il cosiddetto early treatment, cioè un trattamento precoce. Perché quando saremo in grado di identificare il paziente che ha un'asma lieve o moderata, che svilupperà asma grave, avremo la possibilità di usare un trattamento biologico in modo da prevenire l'evoluzione dell'asma da moderato a grave". Così Giorgio Walter Canonica, professore & senior consultant Centro di medicina personalizzata asma e allergie Humanitas University & Irccs Humanitas di Rozzano (Milano), commenta il rimborso di Aifa per tezepelumab nel trattamento dell'asma grave non controllato, nel corso di un evento organizzato da AstraZeneca, oggi a Milano. "L'asma grave o non controllata o difficile da trattare", ricorda lo specialista, si definisce così perché "non viene controllata nei sintomi nonostante" la somministrazione "del massimo della terapia tradizionale, la famosa triplice terapia inalatoria". Per l'asma grave si è sempre ragionato secondo il "modello che 'più è grave e più aggiungo farmaci'. Questo è un concetto che oggi possiamo sfatare perché con le terapie biologiche siamo anche in grado di diminuire, finalmente, quello che era il trattamento inalatorio tradizionale". Le terapie biologiche "hanno rivoluzionato quello che è lo status del paziente – spiega Canonica – quindi è chiaro che agiscono non solo i sintomi, ma anche sulla funzionalità respiratoria e la qualità della vita dei pazienti" perché, “è stato ormai dimostrato, i biologici agiscono sul rimodellamento delle vie respiratorie, cioè dei bronchi, indotto dall'infiammazione cronica che determina delle modificazioni nei bronchi – irrigidimento e restrizione del bronco – che cambiano la qualità della vita delle persone". Ma con tezepelumab si è fatto un passo in più, è stato sottolineato durante l'incontro. Questo anticorpo monoclonale, first-in class, inibisce infatti l'azione della Tslp, una citochina epiteliale chiave in grado di innescare la cascata infiammatoria che caratterizza l'asma ed è fondamentale nell'avvio e nella persistenza dell'infiammazione allergica, eosinofilica e di altri tipi di infiammazione, inclusa l'iper-reattività delle vie aeree. Tslp è rilasciata in risposta ai molteplici trigger, inclusi allergeni, agenti infettivi, inquinanti e altre particelle aeree e "danneggia la barriera epiteliale sia nell'asma eosinofila allergica sia nell'asma eosinofila non allergica", rimarca Canonica che definisce il nuovo trattamento una "pallottola magica" perché, agendo all'origine della cascata infiammatoria, ha il potenziale di aiutare a trattare un'ampia popolazione di pazienti affetti da asma grave indipendentemente dalla polarizzazione della risposta infiammatoria. Attualmente "i biologici vengono concessi solo in asma grave", ma sappiamo che "prima li uso meglio è, più facilmente ottengo dei risultati perché – conclude l'esperto – se riesco a bloccare le citochine, in questo caso una citochina chiave anche nel rimodellamento delle vie aeree, io prevengo l'insorgenza e lo sviluppo di una malattia come l'asma grave. Il nostro anelito, e il nostro dovere per i prossimi anni è proprio di ottenere questo". —[email protected] (Web Info)
Fedez e Muschio Selvaggio, Luis Sal torna con un podcast?
(Adnkronos) – Luis Sal sembra pronto a fare il suo ritorno nel mondo dei podcast. L'indiscrezione sul futuro dello youtuber bolognese, ex socio di Fedez nell'avventura di Muschio Selvaggio, è stata data da Selvaggia Lucarelli attraverso il suo profilo Instagram. "Luis Sal, da quel che mi risulta, a breve torna con un podcast", ha fatto sapere la Lucarelli, svelando che Luis Sal sarebbe pronto a tornare in video e che "quel podcast potrebbe anche essere proprio Muschio Selvaggio". Un anno fa, il sodalizio tra Luis Sal e Fedez giungeva al termine ed è della settimana la scorsa l'annuncio del rapper relativo allo stop del podcast in attesa che il contenzioso legale con l'ex socio si risolva. Oggi arriva l'indiscrezione su Luis Sal pronto a tornare sulla scena dopo mesi di silenzio. Se così fosse, lo youtuber non avrebbe accettato la proposta fatta da Fedez di rilevare la sua quota anche ad un prezzo di mercato superiore. Intanto, oggi è andato in onda il penultimo episodio registrato da Fedez e Mr Marra, dedicata al caso del serial killer Zodiac. —[email protected] (Web Info)
Andrologi: paternità ritardata dopo i 45 anni dannosa per i figli
(Adnkronos) – Gli uomini che ritardano la paternità, soprattutto dopo i 45 anni, non solo devono affrontare problemi di fertilità ma possono mettere a rischio anche la salute dei figli. A mettere in guardia i futuri padri sono gli esperti della Società italiana di andrologia (Sia) che ricordano l'importanza di anticipare la paternità e, dove non possibile, di preservare la fertilità fin da giovani, soprattutto attraverso un sano stile di vita. "Mentre si sa che per le donne dopo i 35 anni possono esserci cambiamenti fisiologici che influiscono sul concepimento, gravidanza e salute del bambino – spiega Tommaso Cai direttore dell'Unità operativa di urologia dell'ospedale di Trento e segretario della Sia – la maggior parte degli uomini invece non è consapevole dell'impatto dell'età dovuto non solo al calo naturale del testosterone, ma anche alla perdita di 'forma fisica' degli spermatozoi che può portare anche a cambiamenti nello sperma che vengono trasmessi da genitori a figli nel loro Dna. È ben documentato che concepire in età avanzata comporta il rischio che il bambino nasca o sviluppi nel tempo problemi di salute". Secondo uno studio pubblicato su Nature, ogni anno in più del padre comporterebbe un incremento di 1,51 nuove mutazioni genetiche nei figli, il 25% in più rispetto a quelle che dipendono dalla madre. Un altro studio, pubblicato sempre su Nature, suggerisce che i figli di padri anziani hanno un rischio più alto di autismo e schizofrenia nei figli. "In definitiva, così come la fertilità femminile – conclude Alessandro Palmieri, presidente Sia e docente di Urologia alla Università Federico II di Napoli – anche quella maschile, è tempo-dipendente. È dunque fondamentale sfatare il mito dell'uomo fertile a tutte le età e promuovere invece strategie di informazione, prevenzione e preservazione della fertilità maschile, cominciando dalla giovane età, poiché una volta instaurati i danni non sono reversibili". —[email protected] (Web Info)
Insulto razzista a Juan Jesus, Acerbi escluso da Nazionale
(Adnkronos) – Francesco Acerbi escluso dalla Nazionale dopo il caso dell'insulto razzista denunciato da Juan Jesus, difensore del Napoli, durante il match giocato ieri in casa dell'Inter e terminato 1-1. Juan Jesus, al 58', si è rivolto all'arbitro La Penna denunciando l'insulto che sarebbe stato pronunciato da Acerbi: "Mi ha detto 'negro'", le parole di Juan Jesus catturate dalle telecamere. A fine partita il difensore brasiliano, autore del gol dell'1-1, ai microfoni di Dazn ha ridimensionato l'episodio. "Il calciatore Francesco Acerbi, arrivato questa mattina nel ritiro della Nazionale a Roma, ha spiegato al Ct Luciano Spalletti e ai compagni di squadra, come previsto dalla policy interna del Club Italia, la propria versione sulla presunta espressione razzista segnalata dal calciatore Juan Jesus nel corso della gara Inter-Napoli", rende noto la Figc. "Dal resoconto del difensore nerazzurro, in attesa che venga ricostruito quanto avvenuto nel rispetto dell’autonomia della giustizia sportiva, è emerso che non vi è stato da parte sua alcun intento diffamatorio, denigratorio o razzista. Si è comunque convenuto – continua la nota – di escludere Acerbi dalla lista dei convocati per le prossime due amichevoli in programma negli Stati Uniti, per garantire la necessaria serenità alla Nazionale e allo stesso calciatore, che oggi farà ritorno al club di appartenenza. Di conseguenza, è stato convocato il difensore della Roma Gianluca Mancini, che faceva già parte della lista dei pre convocati". "La lotta al razzismo deve essere condotta senza se e senza ma. Sono episodi da condannare. Si tratta di uno dei ragazzi (Acerbi, ndr) più sereni, più buoni e che più si spende per gli altri nel nostro mondo. Non voglio banalizzare l'accaduto, ma dobbiamo stare attenti a non strumentalizzare. Abbiamo maggiori responsabilità, ma dobbiamo ricordarci che i calciatori sono vittime e non certo da compagni di squadra o avversari. I calciatori sono coloro che subiscono di più questi insulti e di certo non dalla nostra categoria". Così ai microfoni di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1 Umberto Calcagno, presidente dell'Assocalciatori. Acerbi si dovrebbe scusare pubblicamente? "Non credo, perché le parole di Juan Jesus sono indicative. Acerbi si è scusato subito e le scuse sono state accettate. Le cose che succedono dentro al campo non devono avere giustificazioni, ma il riconoscimento dell'errore è stato fatto da una persona che tutti riconosciamo essere un punto di riferimento nei comportamenti". —[email protected] (Web Info)
Roma, Totti: “Non mi aspettavo che De Rossi facesse così bene da subito”
(Adnkronos) – "Non mi aspettavo che Daniele facesse così bene da subito ma lo speravo”. Così l'ex capitano della Roma Francesco Totti parlando del ct della Roma Daniele De Rossi a margine dell’evento di lancio del progetto Betsson.sport. “Sta dimostrando di essere un grande allenatore e io, come tutti i tifosi giallorossi, spero continui su questi livelli. La Roma è una piazza difficile e sta dimostrando il suo valore”. Totti ha parlato anche di capitano Lorenzo Pellegrini: "Dopo De Rossi era difficile trovare un altro capitano, io avevo già detto che Lorenzo è un capitano vero, da Roma. Ora sta anche bene fisicamente e gli riesce tutto". "Milan ai quarti di Europa League? I rossoneri stanno bene, hanno ritrovato 3-4 giocatori di qualità e quantità. Sarà una sfida bellissima, mi auguro che la Roma passi il turno", ha detto Totti. "Il dna europeo del Milan? Sarà un fattore in più per loro ma non è più il Milan di una volta…", ha concluso l'ex campione. Quanto al futuro della Roma e a quelli che Totti definisce "'spifferi' su una cessione in Arabia" della squadra, "non è vero niente – assicura -. Se vedo una Roma araba? No, non è vero niente, mi sono informato”, conclude. —[email protected] (Web Info)












