(Adnkronos) – Il gup di Roma ha condannato a 5 anni, in rito abbreviato, Jacopo De Vivo, arrestato nel febbraio 2023 insieme alla compagna, la praticante avvocato Camilla Marianera, con l’accusa di corruzione in atti giudiziari. De Vivo e Marianera, il cui processo è in corso con rito ordinario, sono accusati di avere venduto in cambio di ‘mazzette’, notizie coperte dal segreto istruttorio. De Vivo, in carcere da oltre un anno, sconterà il resto della condanna ai domiciliari con il braccialetto elettronico, dopo il parere favorevole espresso dalla procura. Per lui la pm titolare dell’inchiesta Giulia Guccione aveva chiesto una condanna a 6 anni. Il giudice ha inoltre stabilito risarcimenti da stabilire in sede civile, a favore della Presidenza del Consiglio e del ministero della Giustizia che sono costituiti parti civili. Secondo l’atto d’accusa dei pm, dal 2021 al dicembre scorso, i due ''erogavano utilità economiche a un pubblico ufficiale allo stato ignoto, appartenente agli uffici giudiziari di Roma e addetto all’ufficio intercettazioni, perché ponesse in essere atti contrari ai doveri del suo ufficio, consistenti nel rilevare l’esistenza di procedimenti penali coperti dal segreto, l’esistenza di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, atti remunerati mediamente nella misura di 300 euro a richiesta’’. —[email protected] (Web Info)
Europa League, sorteggi quarti di finale: derby Milan-Roma e Liverpool-Atalanta
(Adnkronos) – Milan-Roma nei quarti di finale di Europa League. Lo ha stabilito il sorteggio effettuato a Nyon. Le gare di andata si giocano l'11 aprile, il ritorno il 18 aprile. L'Atalanta affronterà il Liverpool, con l'andata a Anfield. Le altre sfide sono Bayer Leverkusen-West Ham e Benfica-Marsiglia. In semifinale, la vincente di Benfica-Marsiglia affronterà la vincente di Liverpool-Atalanta. Chi passa il turno tra Milan e Roma, invece, in semifinale incontrerà una tra Bayer Leverkusen e West Ham. Milan-Roma Liverpool-Atalanta Bayer Leverkusen-West Ham Benfica-Marsiglia. La Fiorentina giocherà contro il Viktoria Plzen nei quarti di finale di Conference League. Lo ha stabilito il sorteggio effettuato nella sede dell'Uefa effettuato a Nyon. L'andata l'11 aprile in Repubblica Ceca, il ritorno una settimana dopo a Firenze. Questi i quarti di finale di Europa League: Aston Villa-Lille; Olympiacos-Fenerbahce; Brugge-Paok Salonicco; Viktoria Plzen-Fiorentina. In caso di passaggio del turno i viola affronteranno in semifinale la vincente di Brugge-Paok. Chi passa invece tra Aston Villa e Lille, sfiderà la vincente di Olympiacos-Fenerbahce. —[email protected] (Web Info)
Caso Moro, esce libro: “Quel 9 maggio Cossiga e Paolo VI in attesa della liberazione, poi lo choc”
(Adnkronos) – C'è ancora chi preferisce non esporsi, tornando però a raccontare cose che riaffiorano nel tempo. Ci sono ancora -quel che più conta- tante zone d'ombra, troppe, per quello che è il delitto politico più clamoroso della storia della Repubblica. E alla fine, a 46 anni dall'omicidio di Aldo Moro, si continua a riflettere, a cercare di capire, a scartare fake news e quindi a scrivere. Come fa nel suo libro la giornalista e scrittrice Stefania Limiti ("Quel che resta del caso Moro", edizioni Interlinea, pp. 155, in uscita domani, 16 marzo) costruendo la sua narrazione nel dialogo tra chi fu testimone di quei giorni e la realtà geopolitica di fine anni '70, che vedeva l'Italia come la faglia più pericolosa dell'ecosistema nato dopo Yalta, tra interessi atlantisti e piduisti, e presunti rischi di vittoria politica dei comunisti italiani, troppo lontani anche da Mosca e quindi fuori controllo. Il volume ha il merito di riaccendere i fari, senza ricorrere ad azzardate ipotesi e dietrologie, sulla drammatica vicenda che inizia il 16 marzo del 1978 a Via Fani, con la strage dei 5 uomini della scorta e il rapimento di Moro, e tutto quello che poi implode, per fattori esterni e ancora poco noti, all'interno di una serie di trattative per la liberazione dell'uomo simbolo del compromesso storico, che tutti volevano salvare (e forse potevano in tanti) e nessuno riuscì a far uscire vivo dalla 'prigione del popolo'. Se si guarda all'epilogo, al 9 maggio, quella storia, con la 'S' maiuscola, che la famiglia Moro evocherà come unico tribunale della verità per far chiarezza "sulla vita e sulla morte di Aldo Moro", sta per prendere una strada diversa. Quella che un regista come Marco Bellocchio, nel suo 'Buongiorno notte' sceglie di percorrere, con un Moro libero e confuso per le strade di Roma, dopo 55 giorni. Eppure, stando al racconto di Limiti -ecco la testimonianza della fonte coperta "ma di primo piano nella democrazia cristiana del tempo", come sottolinea la stessa autrice all'AdnKronos- quella possibilità che avrebbe cambiato la Storia -certo del Paese ma anche di quell'uomo- fu a un passo dal divenire realtà, proprio la mattina del 9 maggio. Moro stava infatti per essere liberato. "9 maggio 1978, ore 7,45: sappiamo che Cossiga entra alla buvette di Montecitorio ed è soddisfatto. Assicura un testimone che era lì: "Andavo sempre verso quell'ora proprio perché si poteva incontrarlo facilmente, erano minuti preziosi per parlarsi – è la testimonianza raccolta dall'autrice- . Credo che avesse convocato Signorile al Viminale nelle ore successive, come è noto, proprio perché avrebbe dato ai socialisti, al di là del loro effettivo ruolo, la responsabilità dell'esito positivo del sequestro. Sì, Cossiga era davvero contento durante quel caffè, naturalmente non mi disse nulla…". Ha gioco facile, l'autrice a mettere in fila orari e avvenimenti noti con quanto apprende dalla fonte scudocrociata, che innanzi tutto offre una chiave di lettura nuova dell'incontro tra Cossiga e Signorile, su cui anche ultimamente si è tornati a parlare, per retrodatare clamorosamente la notizia di Moro rivenuto morto a Via Caetani, ben prima della telefonata del brigatista Morucci al professor Franco Tritto. Ora si aggiunge un tassello non da poco: Cossiga pare dunque voler coinvolgere il vicesegretario socialista per trovare un modo 'accettabile' per dare all'opinione pubblica e forse anche ai tanti nemici di Moro dentro e fuori della Dc, la notizia della liberazione del suo vecchio maestro, senza derogare dalla linea della fermezza, apparentemente unica stella polare di democristiani e comunisti. E' libero grazie a una trattativa che ha visto al centro i socialisti, poteva essere l'escamotage accettato da tutti. Stesso ottimismo pareva nutrirlo il Vaticano. Già l'8 maggio "la cerchia dei più stretti assistenti di Paolo VI venne messa in allarme perché avrebbe potuto ricevere una telefonata in cui si annunciava l'accettazione della proposta da parte delle Br e l'avvio delle procedure per la liberazione dell'ostaggio", scrive ancora Limiti, riportando la testimonianza di don Cesare Curioni, l'uomo della trattativa portata avanti dalla santa Sede. Nel libro si apprende pure come lo stesso Fanfani, dopo la telefonata ultimatum di Mario Moretti del 30 aprile, in cui il capo delle Br chiede un segnale immediato della Dc per evitare l'epilogo sanguinario, fosse ormai pronto a metterci la faccia. "Fanfani -racconta alla Limiti Beppe Pisanu, nel 1978 capo della segreteria politica di Benigno Zaccagnini- non aveva ancora parlato quando arrivò la notizia della morte di Moro". Qualcuno decise che le parole dell'altro cavallo di razza dello scudocrociato, avrebbero messo nei guai chi invece voleva la fine di Moro. Ucciderlo dopo il via libera alla trattativa di Fanfani sarebbe stato un colpo mortale per gli avversari di Moro, brigatisti e non, e quindi non si diede il tempo a Fanfani di intervenire. Per arrivare a presentare questo nuovo pezzo della vicenda la ricostruzione della Limiti, già autrice di 'Doppio livello, come si costruisce la destabilizzazione in Italia', lascia spazio più volte alle parole di Moro, ma non soltanto a quelle tristemente note del cosiddetto 'Memoriale' o quelle scritte nelle decine di lettere indirizzate a amici e politici durante i 55 giorni. Trovano posto infatti nel volume brani significativi degli interventi del Moro politico e non ancora prigioniero dei brigatisti. Che a ben vedere, sin dagli anni '60, dalla prima apertura ai socialisti, non sono riflessioni e timori così diversi da quelli che ribadirà poco prima di morire. "La Dc ha perduto la forza di essere se stessa e di farsi rispettare, non ha nessuna voglia di cambiare strada, non intende imparare niente dai fatti, c'è una congiura della mediocrità e dell'incultura", dice Moro nel '71, non nascondendo il suo timore per l'avanzata della Destra alle ultime elezioni. Il leader democristiano non ci gira intorno, chiede al partito "di uscire dal suo cinismo, dalla sua mediocrità, dalla sua paura, dal suo elettoralismo deteriore" e di essere "invece capace di offrire una parola di franchezza e di chiarezza, una prospettiva di più sostanziale libertà". Accuse che ripeterà anche quando sarà nelle mani dei suoi carcerieri, non risparmiando critiche ai vari Andreotti e Zaccagnini. (di Francesco Saita) —[email protected] (Web Info)
Elezioni Basilicata, fonti: “Voci ritiro Lacerenza prive di fondamento”
(Adnkronos) – Le voci sul ritiro di Domenico Lacerenza come candidato civico del campo largo di centrosinistra alle elezioni in Basilicata sono "prive di fondamento". E' quanto affermano fonti Pd, aggiungendo che "in merito all'articolo di Repubblica dal titolo 'Domenico Lacerenza verso il ritiro' si apprende che lo stesso primario del dipartimento di oculistica di Potenza considera prive di fondamento le voci di un suo ritiro".
Anche dal fronte M5S viene escluso un passo indietro di Lacerenza. Chi ha parlato con il leader Giuseppe Conte racconta che -di fronte ai rumors di un possibile ritiro dalla corsa- l'ex premier ha escluso la possibilità: "assolutamente no", avrebbe rassicurato i suoi. Subito dopo la sua designazione, Lacerenza si era attivato per avviare "il confronto con le forze politiche lucane moderate e progressiste con l'obiettivo prioritario di trasformare la piattaforma di idee e posizioni su cui c'è stata da subito convergenza in un programma compiuto". "È un passaggio importante per rendere concreto l'impegno per i lucani e per il quale è indispensabile che ci sia la massima coesione delle forze politiche anche a livello locale", ha affermato in una nota. Ma nel corso della giornata è salita la tensione con Carlo Calenda, secondo il quale un veto dei 5 Stelle avrebbe tagliato fuori Azione della coalizione di centrosinistra. "I 5 Stelle hanno escluso Azione. Ne abbiamo preso atto, fine. Non c'è nessun problema", ha affermato. Al di là della ricostruzione di Calenda, l'esito è che comunque al momento Azione non solo è fuori, ma potrebbe addirittura convergere sul presidente uscente del centrodestra, Vito Bardi. Un esito che allarma parte del Pd lucano. Sulla questione è intervenuto oggi Stefano Bonaccini. "Escludere a priori qualcuna delle opposizioni che ha dato disponibilità sarebbe un errore". Ma, aggiunge il presidente dell'Emilia Romagna e presidente del Pd a 'L'aria che tira', "sarebbe un errore anche che una forza politica come Azione, che si sta lamentando per non essere coinvolta, non escluda di stare con la destra… Dire sono disposto a stare con il centrosinistra e contemporaneamente con il centrodestra…". Bonaccini ha chiesto dunque uno "sforzo di unità". "Prima di individuare i responsabili si devono usare le prossime ore per chiedere uno sforzo di unità. "Non è detto che si debbano mettere per forza insieme tutti, ma in una stagione in cui la destra ha il vento a favore sarebbe bene che chi è alternativo alla destra in Parlamento e spesso nei territori" stia insieme, ha spiegato il presidente del Pd. "Chiedo a tutti uno sforzo di responsabilità per cercare di ripartire e trovare le ragioni di restare uniti", ha aggiunto. Il messaggio del Pd nazionale attraverso la coppia Davide Baruffi e Igor Taruffi, incaricati da Elly Schlein di gestire la partita candidature, è stato chiaro: proviamo ad allargare la coalizione ma non si può rimettere in discussione il candidato. Ossia Domenico Lacerenza. Questa la cornice, si riferisce all'Adnkronos, dentro cui stamattina si è svolta una riunione da remoto del Pd lucano con i due responsabili della segreteria Schlein. Tanti gli interventi, compreso quello di Roberto Speranza, racconta chi ha partecipato. "In molti -si riferisce- abbiamo evidenziato le problematicità della candidatura di Lacerenza ma la linea del nazionale è chiara e nessuno vuole passare per quello che ha fatto saltare anche questo nome… ". Insomma, perplessità ma ci si adegua all'indicazione del Pd nazionale su Lacerenza.
Quanto alla volontà di allargare, recuperando Azione e Marcello Pittella, le possibilità sono remote. Anzi, "stanno a zero", dicono dal territorio. L'unico modo per riaprire la partita sarebbe quello di superare la candidatura Lacerenza. "Se Pittella va a destra, non lo segue nessuno. Se invece fa un'operazione terza, allora in qualche singolo potrebbe nascere la tentazione". —[email protected] (Web Info)
Tornano Open day dermatite atopica in 40 centri, campagna Sidemast
(Adnkronos) – Si riaprono le porte della Dermatologia di oltre 40 centri universitari e ospedalieri italiani, in occasione della campagna di sensibilizzazione sulla dermatite atopica dell'adulto 'Dalla parte della tua pelle', promossa dalla Sidemast (Società italiana di dermatologia e malattie sessualmente trasmesse) e giunta alla sua quarta edizione. Un'iniziativa che consentirà ai cittadini di tutta Italia di ricevere, dal 23 marzo al 15 aprile, consulenze dermatologiche gratuite. La campagna – realizzata con il patrocinio dell'Associazione dermatologi-venereologi ospedalieri italiani e della sanità pubblica (Adoi) e dell'Associazione nazionale dermatite atopica (Andea) e con il contributo non condizionante di Sanofi – ha ampliato la sua offerta: rispetto ai 28 centri che nel 2023 hanno aderito all'iniziativa, mettendo sotto la lente più di 1.300 pazienti, quest'anno quelli coinvolti saranno più di 40, da Nord al Sud del Paese. Grazie ai consulti realizzati durante gli Open day sarà possibile, in caso di diagnosi positiva, indirizzare i pazienti verso i centri di riferimento Sidemast sul territorio affinché intraprendano il percorso terapeutico più adatto ad ognuno di loro. Per accedere ai consulti la prenotazione è obbligatoria al numero verde 800086875 attivo 7 giorni su 7 dalle 10 alle 18, a partire dalle 14 di oggi. "La campagna – Giuseppe Argenziano, presidente Sidemast – ha un immenso valore etico e strategico per la nostra società. Si tratta non solo di avvicinare sempre di più le persone che soffrono di questa malattia invalidante ai dermatologi che hanno il compito di curarla al meglio, ma anche di sensibilizzare la popolazione tutta alle misure di prevenzione della dermatite atopica". "Questa nuova edizione della campagna, rispetto agli anni precedenti – afferma Per Marco Ardigò, componente del Consiglio direttivo Sidemast e responsabile per le campagne di sensibilizzazione – estende in modo significativo il progetto ad altri centri dermatologici italiani, per raggiungere il maggior numero possibile di pazienti sul territorio nazionale. L'obiettivo è sia di sensibilizzare i cittadini al tema della dermatite atopica, sia di avvicinare i pazienti ai centri specializzati italiani in grado di offrire assistenza diagnostica e proposte terapeutiche innovative". "La dermatite atopica – conclude Maria Concetta Fargnoli, vicepresidente Sidemast – interessa circa il 20% dei bambini ed il 2-5% degli adulti. Nell'adulto si manifesta con secchezza, arrossamento, escoriazioni ed ispessimento della pelle, accompagnati da intenso prurito. Si localizza prevalentemente a livello del volto e del collo, nella piega del gomito, dietro al ginocchio e sulle mani ma può interessare anche zone più estese del corpo. Il prurito è il sintomo più importante, può essere molto intenso ed interferire con il sonno, le attività quotidiane, lo studio e le capacità lavorative. Le manifestazioni cliniche spesso localizzate in zone visibili ed il prurito condizionano negativamente la vita personale e le relazioni sociali del paziente con importanti ricadute sulla loro qualità di vita e sulla sfera psicologica". —[email protected] (Web Info)
Salute: Schillaci, ‘aumentano disturbi alimentazione, segnali allarme in under 8’
(Adnkronos) – "In Italia, secondo le stime, oltre 3 milioni di persone soffrono di questi disturbi alimentari e negli ultimi anni, in particolare durante la pandemia, si è registrato un incremento di casi intorno a un terzo", oltre a "un abbassamento dell'età di esordio e un aumento della gravità dei disturbi. E deve far riflettere il fatto che ci sono segnali di allarme anche in bambini prima degli 8 anni". Così il ministro della Salute Orazio Schillaci, nel suo intervento oggi al ministero per la presentazione della Giornata nazionale del Fiocchetto lilla. Questa sera la facciata del ministero sarà illuminata di lilla. "Come emerge dai dati contenuti nel Focus sui giovani fino a 25 anni che abbiamo pubblicato oggi (triennio 2019-2021), dal Sistema Emur che monitora gli accessi in pronto soccorso emerge – ha evidenziato il ministro – un significativo aumento degli ingressi per disturbi dell'alimentazione: da 3.023 accessi del 2019 si passa ai 3.245 del 2021. In particolare, gli accessi riferibili alle donne sono passati dal 61,1% del 2019 al 72,7% del 2021. E c'è un numero degli accessi in crescita nelle classi di età 11-13 e 14-17". Sempre nello stesso focus, "il monitoraggio delle Schede di dimissione ospedaliera indica l'anoressia nervosa come la diagnosi che ha visto una vera e propria impennata (dal 48,3% del 2019 al 58,7% del 2021) – ha aggiunto – Si tratta di una reale emergenza sociale e sanitaria in cui il rapporto con il cibo, con il peso e con l'immagine corporea sono la punta dell'iceberg di un fenomeno le cui cause derivano da una molteplicità di fattori sociali, psicologici e biologici". (segue) —[email protected] (Web Info)
Melanoma e controlli saltati, in Europa 100mila anni di vita persi tra 2020 e 2021
(Adnkronos) – Un neo sospetto e la tentazione di 'non pensarci'. La cosa peggiore per la prevenzione del melanoma. Uno studio internazionale, a cui hanno preso parte per l'Italia i ricercatori dell'Istituto nazionale tumori Fondazione Pascale di Napoli, ha rivelato che tra il 2020 e il 2021, nel pieno dell'emergenza pandemica e delle restrizioni Covid, i controlli 'saltati' e i conseguenti ritardi diagnostici e di cura hanno causato la perdita di ben 111.464 anni di vita in 31 Paesi in Europa. Con un costo di 7,1 miliardi di euro. Nello stesso periodo, secondo lo studio pubblicato sulla rivista Jama Network Open, solo in Italia sono andati persi 15mila anni di vita. Per richiamare l'attenzione sull'importanza della prevenzione e della diagnosi precoce la Fondazione Melanoma e l'Istituto tumori Pascale di Napoli hanno lanciato il nuovo cortometraggio dal titolo 'Su noi due', con protagoniste due volti noti della soap 'Un posto al Sole', Lara Sansone e Miriam Candurro, e con co-protagonisti altri due beniamini della Tv, Gigi & Ross. Le comparse sono tutti infermieri veri e lo stesso corto – che dura 10 minuti – è stato realizzato negli ambulatori dell'Istituto dei tumori di Napoli e nel presidio ospedaliero Ascalesi, da 4 anni accorpato al polo oncologico. Presentato questa mattina all'hotel Mediterraneo di Napoli, è in lizza per i vari festival del Cinema, primo fra tutti quello di Venezia, e per questo non può ancora essere mandato in onda in Tv e nelle sale cinematografiche. Prodotto da Bronx Film e con il supporto non condizionante di Bristol Myers Squibb, il cortometraggio racconta la storia di due amiche con un approccio ben diverso alla prevenzione del melanoma: Anna, interpretata da Miriam Candurro, più scrupolosa, che scopre di avere un melanoma nelle prime fasi della malattia; e Teresa, interpretata da Lara Sansone, meno attenta alla prevenzione, che scopre di avere la stessa malattia della sua amica quando ormai il cancro ha già iniziato a diffondersi. Nel cortometraggio, quando Anna manifesta i suoi timori per un neo sulla sua coscia, la sua amica le consiglia sorridendo di "non pensarci". Il peggior consiglio, concordano gli esperti. "Pensarci è invece proprio quello che dobbiamo fare noi tutti", sottolinea Paolo Ascierto, presidente Fondazione Melanoma e direttore dell'Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia oncologica e Terapie innovative dell'Istituto Pascale. "Anche per il melanoma, infatti, prevenire è meglio che curare. Perché nonostante questo tumore non ci spaventi più come in passato grazie alla disponibilità di farmaci innovativi, in primis l'immunoterapia che è in grado di guarire il 50% dei pazienti con malattia metastatica, la prevenzione e la diagnosi precoce restano le nostre migliori armi", rimarca l'oncologo.
Più tardi si arriva alla diagnosi, più la malattia progredisce e diventa più complicato curarla. Proprio come è successo – e succede ancora – alle migliaia di pazienti che durante la pandemia, a causa delle restrizioni, della carenza di personale e della paura di ammalarsi di Covid, hanno rimandato lo screening. "Il nostro studio, basato sui dati di 50.072 pazienti europei, stima che in circa il 17% il melanoma sarebbe progredito a uno stadio più alto nel periodo 2020-2021 a causa di soli 2 o 3 mesi di ritardi nella diagnosi o nel trattamento – spiega Ascierto -. Ci deve allarmare il fatto che, per una sola malattia, si siano persi così tanti anni di vita e che migliaia di pazienti abbiano subito un peggioramento della qualità della vita". Il cortometraggio è dunque un invito a pensare alla prevenzione del melanoma, il terzo tumore più frequente al di sotto dei 50 anni in Italia: nel 2023 sono state stimate circa 12.700 nuove diagnosi, di cui 7mila tra gli uomini e 5.700 tra le donne. Scoprirlo prima è meglio, come mostra la storia di Anna e Teresa. "Una diagnosi precoce è in grado di influenzare in maniera importante la prognosi – conclude Ascierto -. L'aspettativa di vita per i pazienti con melanoma in stadio iniziale raggiunge il 95% a 10 anni dalla diagnosi. Per cui 'pensiamo' alla prevenzione. E, soprattutto, agiamo". (dall'inviata dell'Adnkronos Salute Adelisa Maio) —[email protected] (Web Info)
Mattarella: “L’Europa riapra speranza di pace, l’Italia costruisca ponti di dialogo”
(Adnkronos) – L'Italia ripudia la guerra "come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Sono le poche parole dell’articolo 11 che contiene le ragioni, le premesse del ruolo e delle posizioni del nostro Paese nella comunità internazionale: costruire ponti di dialogo, di collaborazione con le altre nazioni, nel rispetto di ciascun popolo". E' il monito che arriva dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenuto alla commemorazione dell'80esimo anniversario della distruzione della città di Cassino e del territorio circostante. "Sono mesi, ormai anni, amari quelli che stiamo attraversando. Contavamo che l’Europa, fondata su una promessa di pace, non dovesse più conoscere guerre. Ai confini d’Europa, invece, anzi dobbiamo dire dentro il suo spazio di vita, guerre terribili stanno spargendo altro sangue e distruggendo ogni remora posta a tutela della dignità degli esseri umani. Bisogna interrompere il ciclo drammatico di terrorismo, di violenza, di sopraffazione, che si autoalimenta e vorrebbe perpetuarsi. Questo è l’impegno della Repubblica italiana", il richiamo di Mattarella. "Far memoria di una tragedia, di una battaglia così sanguinosa, come quella di Cassino, che ha inciso nelle carni e nelle coscienze del nostro popolo e di popoli divenuti nostri fratelli, è anche un richiamo -ha aggiunto il Capo dello Stato- a far cessare, ovunque, il fuoco delle armi, a riaprire una speranza di pace, di ripristino del diritto violato, della dignità riconosciuta a ogni comunità". "Cassino esprime un ricordo doloroso di quanto la guerra possa essere devastante e distruttiva ma è anche un monito a non dimenticare mai le conseguenze dell’odio, del cinismo, della volontà di potenza che si manifesta nel mondo. Cassino città martire. Cassino città della pace. Questo il messaggio forte, intenso, che oggi viene da qui. È questo -ha affermato Mattarella- il traguardo a cui ambire. È questa la natura dell’Europa, la sua vocazione, la sua identità. È questa la lezione che dobbiamo tenere viva, custodire, trasmettere". "Vent’anni dopo quei drammatici eventi, Papa Paolo VI, nell’inaugurare la ricostruita Abbazia, volle tributare alla figura di San Benedetto il riconoscimento di essere Patrono dell’Europa. 'Messaggero di pace, lo definì, realizzatore di unione, maestro di civiltà'. La nuova Abbazia ha la stessa vocazione ma ambisce anche a essere prova di un’accresciuta consapevolezza degli orrori delle guerre e di come l’Europa – ha concluso Mattarella – debba assumersi un ruolo permanente nella costruzione di una pace fondata sulla dignità e sulla libertà. Ne siamo interpellati". —[email protected] (Web Info)
Champions League, sorteggio quarti di finale: Real Madrid-Manchester City
(Adnkronos) – Il sorteggio dei quarti di finale di Champions League ha definito oggi gli abbinamenti per la nuova fase della competizione. Spicca la sfida tra Real Madrid e Manchester City, detentore del titolo. Le squadre allenate da Carlos Ancelotti e Pep Guardiola tornano ad affrontarsi dopo la semifinale dello scorso anno e quella dell'edizione 2021-2022. Un anno fa, il City demolì il Real al ritorno per 4-0 dopo il pareggio per 1-1 all'andata a Madrid. In finale, come è noto, il Manchester City ha sconfitto poi per 1-0 l'Inter, delusione negli ottavi di finale di questa edizione: i nerazzurri sono stati eliminati dall'Atletico Madrid. I quarti di finale di Champions League si giocheranno il 9 e il 10 aprile (le gare di andata) e il 16 e il 17 aprile (gare di ritorno). Arsenal-Bayern Monaco Atletico Madrid-Borussia Dortmund Real Madrid-Manchester City Psg-Barcellona. Il sorteggio ha definito anche il tabellone per le semifinali. La vincente di Atletico Madrid-Borussia Dortmund affronterà la vincente di Psg-Barcellona. Nell'altra semifinale, incroci tra le vincenti di Arsenal-Bayern Monaco e Real Madrid-Manchester City. —[email protected] (Web Info)
L’allarme di Sicindustria: “La mafia ha rialzato la testa”
(Adnkronos) – “L’analisi della commissione regionale Antimafia mette nero su bianco una situazione di cui già avevamo purtroppo consapevolezza: la mafia negli ultimi anni ha rialzato la testa e stiamo assistendo a una recrudescenza di atti criminali a danno delle imprese". Lo ha detto, in una intervista all'Adnkronos, il neo Presidente di Sicindustria, Luigi Rizzolo, commentando i dati emersi dalla relazione della Commissione antimafia dell'Assemblea regionale siciliana. Secondo quanto sottolineato dagli inquirenti all'Antimafia è generale il tentativo della mafia di "infiltrarsi nell’economia legale" attraverso azioni parassitarie, limitando la concorrenza degli altri imprenditori che non possono competere con ingenti flussi di capitale illecito. Ciò accade soprattutto nei territori con una propensione imprenditoriale più spiccata come nelle zone del Trapanese, Catanese, Palermitano, Ragusano e Siracusano. Pertanto, c’è una mafia che assume caratteristiche imprenditoriali sempre più estese nei diversi settori dell’economia più redditizia: dal settore energetico a quello dei rifiuti, dal turismo a tutte le attività connesse alla gestione del tempo libero. "La posizione di Sicindustria in tal senso è assolutamente chiara e netta: non bisogna abbassare la guardia e occorre sempre denunciare qualsiasi tentativo di ingerenza criminale all’interno del circuito economico – dice ancora Rizzolo – Posso anche dire che per quanto riguarda il nostro Sistema, l’asticella dell’attenzione è tenuta sempre molto alta e abbiamo tutti gli strumenti per intervenire nei confronti di chi risulta connivente con ambienti mafiosi per interessi personali". Dallo spaccato della relazione dell'Antimafia, guidata dal deputato Antonello Cracolici, emerge un'organizzazione criminale meno pressante ma capillare, che agisce all'insegna del "pagare meno ma pagare tutti". Si registra anche una caduta della tensione antimafia che si è tradotta in un sentimento di pericolosa indifferenza dopo l'onda emotiva successiva alle stragi, un tessuto connettivo caratterizzato da ingenti risorse derivanti dal traffico di stupefacenti. "Io sono alla guida di Sicindustria da poco più di tre mesi, ma il mio impegno è quello di portare avanti una linea fatta da pochi annunci e tanta concretezza", dice ancora il Presidente Rizzolo. Nel corso delle audizioni dell'Antimafia sono stati sentiti nove prefetti, 19 procuratori capo, 4 procuratori antimafia, 302 amministratori locali, questori, comandanti provinciali della guardia di finanza e dei carabinieri, nonché i vertici delle direzioni investigative antimafia. Le audizioni con i Comitati dell’ordine e della sicurezza di tutte le province siciliane – iniziate a febbraio 2023 a Castelvetrano e concluse a Catania a settembre – hanno segnalato come ”alla recrudescenza del fenomeno estorsivo sia connessa una minore capacità del sistema imprenditoriale siciliano di reagire, sia in termini di denunce che in termini di reazione, con numerosi casi in cui, al contrario, è l’imprenditore o il commerciante a cercare, di sua sponte, la protezione dei clan per la cosiddetta messa a posto”. Un dato a cui si affianca, sottolinea la Commissione, ”un preoccupante sfilacciamento del tessuto sociale che, invece, sull’onda emotiva successiva alle stragi di mafia, si era schierato contro lo strapotere delle mafie. Una caduta della tensione che si è tradotta in un sentimento di indifferenza che ha determinato l’assenza di associazioni antiracket in alcune province siciliane o la loro cancellazione per inattività, riducendo la loro funzione, in alcuni casi, alla mera assistenza legale della vittima di estorsione senza che ciò si traduca in una attività di prevenzione e sensibilizzazione contro il racket”. Sono 30, in tutto, le associazioni antiracket registrate nell’Isola, 31 se si considera quella in attesa di iscrizione a Ragusa dove, nel 2021, ben tre associazioni sono state cancellate per inattività. "Un passaggio che mi ha colpito nell’analisi della Commissione è quello relativo alle associazioni antiracket, la cui funzione sul territorio ritengo essere molto importante come testimonia anche una delle ultime intercettazioni che ho letto dove a proposito di un imprenditore veniva detto di non contattarlo perché vicino ad Addiopizzo", dice ancora Luigi Rizzolo. "Sull’allarme lanciato dalla Commissione in merito alla cancellazione di alcune associazioni, credo che una possibile ragione, accanto alla caduta di tensione che va assolutamente contrastata, sia anche la proliferazione forse eccessiva registrata in un certo periodo storico. Ciò che conta è, comunque, avere sempre la consapevolezza che un mercato alterato danneggia tutti. Anche chi è convinto di avere un vantaggio momentaneo”, conclude il Presidente di Sicindustria. (di Elvira Terranova) —[email protected] (Web Info)


