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Salute: malattia renale cronica in 3,8% dipendenti screenati al Policlinico di Bari

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(Adnkronos) – E' bastato inserire, a partire dal 2021, tra gli esami già previsti i test di albuminuria (calcolo Acr) e creatininemia (Gfr) come indicatori di danno renale precoce e di progressione di patologia per individuare la malattia renale cronica nel 3,8% degli oltre 7mila lavoratori screenati al Policlinico di Bari ogni anno. Lo rendono noto la Federazione delle società medico-scientifiche Italiane (Fism), la Società italiana di nefrologia (Sin) e la Società italiana di medicina del lavoro (Siml), in occasione della Giornata mondiale del rene che si celebra oggi 14 marzo. A spingere in questa direzione il Policlinico di Bari l'aumento costante della prevalenza della malattia renale cronica (Mrc) che colpisce il 10% della popolazione generale nel mondo, il 7% in Italia. Da qui l'idea di inserire nella visita medica annuale il dosaggio di Acr e Gfr per ciascuno dipendente.  "L'utilizzo nelle visite di screening di Acr e Gfr – spiega Luigi Vimercati, direttore dell'Uoc di Medicina del lavoro universitaria del Policlinico di Bari – ha evidenziato che l'applicazione di due semplici marcatori di danno renale, dal bassissimo costo, ha permesso di identificare in 7.124 lavoratori screenati la Mrc nel 3,8% (fascia di età 20-39 anni: 3,36%; fascia di età 40-59 anni: 3,82%; fascia d'età 60-over: 5,97%), sottolineando l'importanza di un approccio multidisciplinare nella gestione dei pazienti a rischio di malattia renale cronica. La collaborazione tra esperti di diverse discipline (nefrologia, cardiologia, diabetologia, medicina del lavoro) può portare a nuove strategie per la tutela della salute dei lavoratori e la prevenzione delle malattie renali". "Inserire negli esami i test Acr e Gfr come indicatori di danno renale ha rivoluzionato la diagnosi precoce Mrc", afferma Loreto Gesualdo, nefrologo e presidente della Fism. E' "un importante passo avanti nel monitoraggio della malattia renale cronica, con l'obiettivo di migliorare la qualità della vita dei pazienti e ridurre il carico di questa patologia sulla società e sul Servizio sanitario nazionale. La diagnosi precoce di malattie renali misconosciute – sottolinea Gesualdo – può portare a interventi terapeutici tempestivi e migliorare significativamente la prognosi dei pazienti".  Sulla base di questi risultati, "la Fism – annuncia il presidente – in collaborazione con Sin e Siml, sta lanciando uno studio nazionale allargato ad altre realtà simili al Policlinico di Bari, per poi estenderlo a tutte le realtà lavorative pubbliche e private. L'obiettivo è implementare nuove strategie di prevenzione e monitoraggio della malattia renale cronica a livello nazionale, per una diagnosi precoce della patologia e per il rallentamento della sua progressione con strategie terapeutiche mirate". Evidenzia l'importanza di questo approccio integrato anche il presidente della Sin, Stefano Bianchi, secondo il quale questo metodo di lavoro "rappresenta un passo avanti significativo nella lotta contro la malattia renale cronica. L'identificazione precoce dei pazienti a rischio – aggiunge – e l'intervento tempestivo possono migliorare notevolmente l'esito clinico e la qualità della vita".  Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente eletto della Sin, Luca De Nicola: "L'uso combinato di Acr e Gfr come biomarcatori di danno renale precoce – rimarca – è fondamentale per una diagnosi tempestiva e un monitoraggio efficace dei pazienti affetti da malattia renale cronica". "Questa implementazione – conclude la presidente della Siml, Giovanna Spatari – dimostra l'importanza di un approccio multidisciplinare nella gestione della salute dei lavoratori. La collaborazione tra esperti di medicina del lavoro e nefrologia può portare a nuove strategie di prevenzione e cura". —[email protected] (Web Info)

Europa League, oggi ritorno ottavi: in campo Roma, Milan e Atalanta. Orario e dove vederla

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(Adnkronos) – Roma, Milan e Atalanta in campo oggi, giovedì 14 marzo, per le gare di ritorno degli ottavi di Europa League. Al Falmer Stadium dalle 21 si gioca la partita dei giallorossi contro il Brighton. Si riparte dal netto 4-0 dell'andata in favore della squadra allenata da Daniele De Rossi. Brighton-Roma sarà trasmessa in diretta tv su Dazn e sui canali Sky Sport Uno e Sky Sport 252 e in streaming su Dazn, Now e Sky Go. Il Milan affronterà lo Slavia Praga. Calcio d’inizio alle 18:45 all’Eden Arena. La squadra di Pioli, ripartirà dal successo del 4-2 conquistato all’andata a San Siro. La partita sarà trasmessa su Dazn, Sky Sport Uno e Sky Sport 253. In streaming su Dazn, Sky Go e Now.  Si parte dall’1-1 dell’andata allo stadio Alvalade per l'Atalanta che ospita lo Sporting: il fischio d’inizio è fissato alle 21. Sarà possibile vedere il match in tv su Dazn, Sky Sport Calcio, Sky Sport 4K, Sky Sport (254). E in streaming su Dazn, Sky Go, Now. —[email protected] (Web Info)

Malattie rare, italiani creano organoide d’osso per studiarle e testare nuove cure

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(Adnkronos) – Per la prima volta è stato creato in laboratorio un organoide d'osso, una riproduzione tridimensionale del tessuto cartilagineo e osseo umano, utilizzando cellule staminali scheletriche di pazienti con la sindrome di Hurler, per studiare i meccanismi e sperimentare trattamenti più efficaci per questa malattia genetica rara pediatrica che colpisce in Europa un bambino su 100mila. Il risultato è stato raggiunto grazie a una ricerca portata avanti dalla Fondazione Tettamanti di Monza e dalla Sapienza università di Roma, pubblicata sulla rivista scientifica internazionale 'Jci Insight'. Lo studio vede tra i co-autori Shunji Tomatsu dell'università del Delaware (Usa), tra i massimi esperti mondiali di mucopolisaccaridosi, gruppo di patologie genetiche rare di cui fa parte la sindrome di Hurler. Questa malattia è causata dalla mutazione di un gene e dalla conseguente assenza dell'enzima che nell'organismo umano si occupa dello 'smaltimento' di alcune catene di zuccheri, dette glicosaminoglicani. L'accumulo di queste molecole danneggia tutti gli organi e i tessuti, in particolare le ossa che risultano essere la parte del corpo più resistente alle terapie oggi disponibili: l'enzimatica sostitutiva, che consiste nella somministrazione dell'enzima mancante, il trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche e la terapia genica, ovvero l'infusione nel paziente di cellule staminali ematopoietiche del paziente stesso, in cui il gene mutato è stato 'corretto' in laboratorio. L'organoide, che replica alcune caratteristiche peculiari delle ossa dei pazienti colpiti da questa patologia, viene ritenuto dagli scienziati un modello prezioso per osservare con precisione ancora maggiore i meccanismi della malattia e su cui sperimentare farmaci più efficaci. "L'organoide è stato creato a partire da cellule staminali scheletriche, cellule essenziali per generare il tessuto osseo, prelevate dal midollo osseo dei piccoli pazienti", spiegano Marta Serafini della Fondazione Tettamanti dell'Irccs San Gerardo dei Tintori di Monza e Mara Riminucci, del Dipartimento di Medicina molecolare della Sapienza. "Queste cellule hanno generato cartilagine che si è poi trasformata in tessuto osseo e midollo osseo nel modello tridimensionale. E' stato osservato, anche attraverso analisi molecolari e istologiche, che l'organoide manifestava delle importanti alterazioni rispetto ai soggetti sani. La ricerca rappresenta un primo passo importante per approfondire lo studio di questa patologia e, in prospettiva, di altre malattie genetiche rare con coinvolgimento scheletrico".  "E' fondamentale sviluppare modelli per studiare malattie rare vista la difficoltà di ottenere e, quindi, di analizzare campioni di tessuto, in particolare da pazienti pediatrici", osservano Serafini e Riminucci.  La sindrome di Hurler è la forma più grave di mucopolisaccaridosi di tipo 1, malattia genetica rara che, a sua volta, fa parte della più ampia famiglia delle mucopolisaccaridosi, caratterizzate dall'assenza degli enzimi necessari a metabolizzare e smaltire nelle cellule le molecole di zucchero complesse. L'accumulo di tali molecole danneggia gli organi e i tessuti ed è alla base di gravi sintomi tra cui problemi nella crescita, deformità scheletriche, malfunzionamento degli organi interni e del sistema nervoso. Le ossa sono particolarmente resistenti alle terapie oggi in uso per il trattamento della sindrome di Hurler, spiegano gli esperti, e pertanto le deformità scheletriche risultano essere uno dei sintomi più gravi di questa patologia. Studiarne i meccanismi, anche attraverso organoidi ossei ricavati da cellule umane, aumenta le possibilità di conoscere la sindrome di Hurler più a fondo e di sperimentare in prospettiva terapie più efficaci. "Vorrei sottolineare – conclude Andrea Biondi, direttore scientifico dell'Irccs San Gerardo dei Tintori – l'importanza dei risultati all'interno della ricerca sulle malattie rare e in particolare quelle metaboliche congenite, che ha nel nuovo Irccs una delle sue aree più rilevanti di ricerca e sviluppo sia da un punto vista clinico che sperimentale". —[email protected] (Web Info)

Schillaci a Stati generali diabete, ‘in prevenzione i soldi meglio spesi’

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(Adnkronos) – "Il diabete e le malattie croniche non trasmissibili rappresentano veramente la sfida per una nazione come l'Italia, che ha il vantaggio di avere una popolazione particolarmente longeva. Ma noi, oltre a sperare che gli italiani vivano di più, vorremmo anche che passassero gli anni in buone condizioni di salute". Nella Penisola "sono quasi 4 milioni i pazienti affetti da diabete e molti altri sono quelli che non sanno di averlo. E' un quadro epidemiologico complesso, dovuto sicuramente a stili di vita non corretti", dall'alimentazione alla sedentarietà. "C'è il nostro impegno massimo a far sì che l'attenzione verso i corretti stili di vita venga portata ai ragazzi fin dalle scuole elementari e credo che l'azione più importante sia quella di migliorare la prevenzione". E' uno degli aspetti che il ministro della Salute Orazio Schillaci ha voluto evidenziare parlando agli Stati generali sul diabete, in corso a Monte Porzio Catone (Roma). "Investire in prevenzione – ha sottolineato – vuol dire investire e non spendere".  "E' proprio un paradigma che va cambiato – ha aggiunto il ministro – I soldi messi sulla prevenzione sono i soldi meglio spesi, perché permettono intanto ai cittadini di stare meglio, e poi permettono ai sistemi sanitari anche di risparmiare". Il diabete e le malattie croniche non trasmissibili sono "una priorità globale a livello mondiale che interessa tutti i sistemi sanitari, e devo dire purtroppo" che sono "in costante crescita anche nelle nazioni con un basso e medio reddito. Ieri ho partecipato alla prima riunione online del G20 Salute, che quest'anno si terrà in Brasile, e c'è grande attenzione da parte di tutti, ovviamente, anche alle malattie che stanno condizionando la crescita dei servizi sanitari dei Paesi con maggiori difficoltà".  "Qualunque sistema sanitario come il nostro – ha proseguito Schillaci – con una popolazione che cresce continuamente dal punto di vista dell'età, è ovvio che non può fare a meno della prevenzione. Noi ci siamo impegnati da subito a promuovere una corretta alimentazione. Ricordo la dieta mediterranea italiana e poi un'attività fisica continua. Questo serve veramente a tutti e serve al sistema sanitario nazionale. Dobbiamo garantire l'accesso ai servizi sanitari alle persone che convivono con il diabete o che sono a rischio di diabete, dobbiamo ridurre il peso di questa malattia sulla singola persona, sui familiari, sul contesto sociale".  "Ricordo che l'Italia si è dotata lo scorso settembre di una legge che prevede programmi pluriennali di screening per la celiachia e per il diabete di tipo 1 rivolti alla popolazione pediatrica – ha infine ribadito il ministro – Stiamo completando il decreto per individuare le modalità operative, le figure professionali e le fasce di popolazione da coinvolgere nel programma. Concludo ribadendo quanto sia importante avere un’alleanza tra mondo scientifico, medico, accademico e istituzionale e mondo politico". E' questa, chiosa Schillaci, "una sinergia imprescindibile per dare le risposte migliori e tempestive, all'altezza della crescente e giusta domanda di salute dei pazienti alla quale noi non possiamo non rispondere nella maniera migliore possibile. In particolare a quella del diabete che rappresenta sicuramente una malattia simbolo per i prossimi anni, per la quale dobbiamo prestare particolare attenzione".  —[email protected] (Web Info)

Russia domani al voto, Dunaev (Meduza): “Occidente non riconosca risultato”

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(Adnkronos) – Sono "fondati" gli appelli lanciati all'Occidente in questi giorni da diversi esponenti dell'opposizione russa a "non riconoscere" come legittimo il risultato scontato delle elezioni presidenziali "farsa" che si terranno da domani a domenica in Russia. Lo afferma in un'intervista all'Adnkronos l'analista di Meduza – sito indipendente con sede in Lettonia – e collaboratore di Carnegie Politika, Alexander Dunaev, secondo cui in questa situazione l'opposizione russa, orfana di Alexei Navalny, "può fare poco perché non può né impedire il voto né mobilitare le persone per protestare in maniera attiva perché qualsiasi manifestazione sarebbe soppressa dalle autorità". Ecco perché l'appello all'Occidente a delegittimare Putin "è una delle pochissime cose che si può fare, ma non l'unica", spiega l'analista, ricordando proprio la protesta ideata da Navalny poco prima della sua morte e che consiste nel recarsi alle urne in massa domenica a mezzogiorno. "Questa protesta non fa paura, ma dà molto fastidio al regime. Già su Telegram circolano notizie fake che riferiscono orari diversi – dichiara Dunaev – Questo è l'unico modo legale per esprimere il dissenso dato che si chiede di andare alle urne in massa. Decine di migliaia di persone in tutta la Russia" accoglieranno l'appello di Navalny, anche se ovviamente questa forma di protesta sarà "ignorata da tutti i mass media russi". Secondo l'analista, non riconoscere la legittimità di Putin "sarebbe una buona cosa", anche se "le conseguenze pratiche" di una mossa simile – che avrebbe un minimo di senso solo se fosse coordinata – potrebbero essere poco rilevanti. D'altronde, prosegue, "non riconoscere Putin è a costo zero, tanto i contatti sono al minimo", mentre l'Occidente potrebbe fare di più su altri due fronti. A partire dalle sanzioni, dato che "continua in modo indiretto a comprare idrocarburi russi, che sono la principale fonte di finanziamento del regime", e dagli aiuti all'Ucraina, evitando "balletti stucchevoli" sull'assistenza militare a Kiev. Ribadendo che le elezioni in Russia sono "truccate" e ricordando come proprio da un voto "farsa" scoppiarono le proteste del 2011, Dunaev sottolinea che non aver ammesso quei candidati che potevano creare "problemi minimi" a Putin, come Boris Nadezhdin ed Ekaterina Duntsova, conferisce al presidente eletto "una legittimità ben dubbia". L'analista commenta quindi gli ultimi episodi che hanno visto protagonisti alcuni leader della dissidenza russa, dalla morte in una colonia penale di Navalny fino alla recente aggressione a Vilnius contro Leonid Volkov, rimarcando che "c'è una tendenza a ricorrere alla forza per intimidire l'opposizione. In generale vogliono chiudere la bocca di chi dissente e in queste settimane hanno vietato alle aziende di collaborare con chi è stato dichiarato 'agente straniero'. Si tratta di un duro colpo per i finanziamenti delle voci indipendenti. Suppongo che questa pressione non si limiterà a questa settimana, ma andrà oltre". Sulle recenti minacce nucleari lanciate da Putin, che ha evidenziato come la Russia sia pronta ad usare armi tattiche (nonostante la smentita del Cremlino che ha parlato di frasi estrapolate dal contesto), Dunaev ritiene che Putin voglia "far vedere quanto è forte, ma sembra un bambino che grida 'al lupo al lupo' dal momento che è un anno e mezzo che sentiamo questi discorsi su quanto la Russia sia potente. Con queste dichiarazioni – conclude – vuole mobilitare l'elettorato passivo, che non si interessa tanto alla politica, a recarsi alle urne, dato che c'è un limite ai dati che si possono alterare per truccare l'affluenza. Così si presenta nel consueto ruolo di macho che non indugia se dovesse servire di ricorrere alla forza".  —internazionale/[email protected] (Web Info)

L’Aquila è la capitale italiana della Cultura 2026

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(Adnkronos) –
L'Aquila sarà la capitale italiana della Cultura nel 2026. L'annuncio arriva dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, nel giorno della proclamazione al Mic. Il capoluogo abruzzese ha battuto le altre nove città finaliste: si tratta di Agnone, Alba, Gaeta, Latina, Lucera, Maratea, Rimini, Treviso e i comuni della Valdichiana. La città è stata raccomandata dalla giuria presieduta da Davide Desario, direttore di Adnkronos. "Il dossier promuove un modello di valorizzazione del territorio e del patrimonio culturale, artistico e naturale – si legge nelle motivazioni della giuria – mira al recupero dell’identità, puntando sulla cultura intesa come volano per la crescita e come elemento fondante di una comunità. Il progetto coinvolge un numero rilevante di realtà, creando un forte collante con il territorio circostante; la strategia identificata è destinata ad avere un importante effetto moltiplicatore. Il budget previsto è coerente con gli obiettivi e il palinsesto degli eventi e delle iniziative si sviluppa per un intero anno e copre tutto il panorama delle espressioni artistiche e culturali: cinema, teatro, musica, arti visive; apprezzata l’attenzione ai giovani, che non saranno solo fruitori ma attori. Il progetto realizza anche una buona integrazione tra pubblico e privato ed è molto apprezzata la centralità e il coinvolgimento del sistema museale bibliotecario e universitario. Il giudizio è eccellente". "L'Aquila ha grandi valori culturali e certamente merita questo titolo di capitale italiana della cultura per il 2026". Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, apprezza la decisione della giuria che ha scelto il capoluogo abruzzese fra le dieci finaliste. "Ma è anche vero che tutte le città finaliste avrebbero meritato il titolo di capitale italiana della cultura e nel mio cuore vorrei che tutte quante venissero premiate, anche perché l'Italia ha una grande ricchezza: mentre altre nazioni hanno pochi luoghi iconici che tutti noi conosciamo, noi abbiamo almeno un centinaio di luoghi che da soli meriterebbero un viaggio. Ogni luogo ha una sua identità e una sua storia, che crocianamente è sempre un fatto contemporaneo". "La commissione è autorevole ed è distante, autonoma e indipendente dal ministro – tiene a sottolineare Sangiuliano – e ha fatto le sue scelte, valutando non le città in quanto tali ma i loro progetti. E mi impegno a trovare una qualche forma per premiare tutte le città finaliste e non soltanto la vincitrice e per coinvolgerle", come proposto anche dal presidente della giuria, Davide Desario. Tiene a questo proposito a sottolineare Desario: "La valutazione ha portato a una scelta che ha anteposto l'esame e il confronto dei dossier a qualsiasi ideologia politica. Ed è stato uno strepitoso viaggio attraverso la bellezza e la ricchezza della nostra nazione: sono ancora una volta rimasto sorpreso dalla autorevolezza, dalla capacità, dalla passione, messe in campo da tutti i rappresentanti delle città candidate, con un senso di squadra che unisce tutti i 'campanili'. Questo è l'emblema dell'Italia come vorremmo che fosse e che vuole migliorare a colpi di cultura, autentico volano per il Paese, con grandi e piccole realtà locali che guardano al futuro e alle nuove tecnologie, senza mai rinunciare alle radici e alle loro tradizioni". "L’Aquila si appresta a vivere il suo quindicesimo anniversario dal sisma: come ho detto nel corso dell’audizione il riconoscimento di Capitale Italiana della Cultura non può essere un risarcimento per quanto accaduto perché non può esserci risarcimento per ciò che il nostro popolo ha sofferto, ma rappresenta un elemento con cui ricostruire il tessuto sociale le nostre comunità", ha detto il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi, commentando la proclamazione della città.  Per il Comune dell’Aquila, oltre a Biondi, hanno partecipato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, e il sindaco di Rieti, Daniele Sinibaldi, che hanno manifestato sostegno alla candidatura aquilana supportata anche dagli Uffici speciali per la ricostruzione dell’Aquila e del cratere 2009 (Usra e Usrc) e dei territori colpiti dal sisma del 2016 (Usr). Il dossier “L’Aquila città multiverso”, si legge in una nota del Comune, "illustrato nel corso dell’audizione svoltasi il 4 marzo scorso nella sede del ministero dal sindaco Biondi, dal direttore della candidatura, Alessandro Crociata, dal coordinatore scientifico del dossier, Pierluigi Sacco, e dal direttore regionale dei Musei d’Abruzzo, Federica Zalabra, ha convinto la commissione esaminatrice. Salute pubblica e benessere, coesione sociale, creatività e innovazione, sostenibilità socio-ambientale sono i quattro cardini del documento che si sviluppa su cinque assi portanti per la sua declinazione e realizzazione: la multiculturalità, la multiriproducibilità, la multidisciplinarietà, la multinaturalità e la multitemporalità". “Sono estremamente felice e orgoglioso per un riconoscimento in cui abbiamo fortemente creduto, frutto di un viaggio iniziato nel 2021. Anche all’epoca, in piena pandemia, giungemmo alla finale per l’assegnazione del titolo di Capitale della cultura 2022, poi conferito all’isola di Procida. Non ci siamo perduti d’animo e da quel risultato abbiamo preso spunto per immaginare e mettere a punto una nuova proposta che fosse ancor più valida, convincente e affascinante proprio come il territorio dell’Aquila e quello delle aree interne non solo dell’Abruzzo e del Centro Italia ma dell’intero Paese. La questione delle aree interne rappresenta la sfida del domani dell’Italia unitamente al problema dell’inverno demografico. Questa vittoria certifica il valore che queste ampie porzioni della nostra Penisola rappresentano in una più ampia ottica di unità e coesione nazionale: città, borghi, paesi in cui sono concentrate straordinarie peculiarità e capacità in grado di dialogare con le realtà metropolitane e costiere, superando antistoriche logiche campanilistiche e distanze orografiche che anche grazie alla cultura possono essere ricucite” ha dichiarato Biondi. “È stata certificata, inoltre, la validità e la concretezza del dossier proposto, per il quale ringrazio quanti hanno contribuito con idee e proposte alla sua redazione, ma anche la serietà, la concretezza e la visione prospettica di un’amministrazione che ha sempre creduto nel valore sociale, etico e intellettuale, ancor prima che economico, degli investimenti in ambito culturale che nel corso di questi anni hanno raggiunto una quota pari a circa 25 milioni di euro. Per gli aquilani la cultura è sempre stata, soprattutto di fronte a grandi difficoltà come il sisma o la pandemia, un elemento determinante di riscatto e coesione sociale. È un successo che condivido con quanti hanno sostenuto la nostra sfida e verso i quali non posso che esprimere profonda gratitudine: Regione Abruzzo, Comune di Rieti, Uffici speciali per la ricostruzione dell’Aquila e del cratere 2009 e dei territori colpiti dal sisma 2016. Tutte le nove città candidate insieme all’Aquila saranno parte integrante di questo percorso: saranno nostre alleate per costruire una rete di connessioni tra i territori. Ci sono molti progetti da realizzare, tanto da fare ma sono certo che saremo all’altezza di questo importante e prestigioso riconoscimento”, ha concluso il primo cittadino del capoluogo abruzzese. Più sorprendente la vittoria elettorale in Abruzzo o quella dell'Aquila nella 'gara' a capitale italiana della cultura 2026? "Più sorpreso da questa, non c'è dubbio". Ma era più difficile vincere per lei le regionali nelle urne o per la città qui al Mic? "Sicuramente qui per L'Aquila". A ribadirlo è Marco Marsilio, neopresidente rieletto in Abruzzo, intervistato dall'AdnKronos subito dopo la proclamazione al Collegio Romano, sede del Mic. "Due vittorie a così brevissima distanza…potrebbero non reggere lo coronarie!", scherza il governatore. Cosa comporterà ora questa proclamazione? "Un grande impegno – risponde – da qui al 2026 lavoreremo molto per creare un cartellone di eventi che sia all'altezza di questo prestigioso riconoscimento. La Regione, dando seguito all'atto di indirizzo già approvato in giunta e in consiglio, metterà risorse per dare sostanza a questi progetti. Ci faremo trovare pronti – assicura Marsilio – ben consapevoli che avremo tutti i riflettori accesi su di noi nel 2026, che sarà una ulteriore occasione di crescita e di promozione per l'intero territorio e di coesione per la nostra comunità". Marsilio riconosce che "il titolo di capitale italiana della cultura era un obiettivo cui tenevamo molto". Ma a 15 anni dal terremoto che rase al suolo la città, che bilancio si può tracciare oggi? "Si può ben dire che L'Aquila è viva e vitale e sta vincendo la sfida della ricostruzione del suo rilancio", afferma il presidente della regione Abruzzo. "La designazione di L’Aquila a Capitale italiana della Cultura 2026 è una bellissima notizia, non solo per la città e il suo territorio, ma per tutto l’Appennino centrale. Si tratta di un risultato che rende merito all’ottimo lavoro del sindaco Pierluigi Biondi, della sua amministrazione e di una filiera che, a partire dal presidente della Regione Marco Marsilio, in Abruzzo ha dimostrato di essere efficace e vincente", dichiara il commissario straordinario al Sisma 2016, Guido Castelli. “Il legame che corre tra l’Aquila e la struttura commissariale che guido è costante e all’insegna di una fattiva collaborazione che trova la sua applicazione nella cabina di coordinamento integrata sisma 2009-2016, che presiedo – sottolinea Castelli – Il capoluogo abruzzese, dopo il terribile sisma del 2009, ha avuto la tenacia e la capacità di rialzarsi in piedi e la designazione odierna è un ulteriore, prestigioso, segnale di rinascita che questa splendida città merita".  "Sono certo che questo risultato porterà benefici non solo a L’Aquila, ma a tutto l’Appennino centrale – conclude – Questa vasta parte del nostro Paese è rimasta a lungo ai margini dell’agenda nazionale ma oggi, grazie all’attenzione e all’impegno concreto del governo Meloni, la tendenza è stata invertita attraverso l’adozione di una strategia di crescita e sviluppo che mette al primo posto la sicurezza e la sostenibilità”. "Complimenti a L'Aquila ma anche a tutte le città arrivate in finale. Avete fatto un grandissimo lavoro di programmazione e progettazione per il territorio. A Pesaro, stiamo vivendo questa bellissima esperienza da alcuni mesi e vi posso assicurare che è esaltante: non solo prende vita il progetto col quale si è vinto, nel nostro caso 'La Natura della Cultura', la sfida della sostenibilità che cammina parallelamente allo sviluppo culturale, ma cresce l'orgoglio locale". Così Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, Capitale della Cultura 2024, coordinatore dei sindaci Pd, presidente di Ali-Autonomie Locali Italiane, a margine della proclamazione de L'Aquila a Capitale della Cultura 2026. "Una comunità intera diventa protagonista della Capitale della Cultura, a partire dalla cerimonia di inaugurazione, che ha visto la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Così come sta accadendo a Pesaro, sarà per i nostri amici de L'Aquila", ha aggiunto. "Si tratta di una strategia da portare avanti, sia da parte delle città vincitrici, sia da parte di tutte le altre città, perché l'Italia ha bisogno di costruire attorno alla bellezza una strategia di competitività", ha proseguito Ricci. "I flussi turistici sono in aumento, verso il nostro Paese. Si parla di milioni di turisti, attratti dalla bellezza e dalla cultura italiana. Il punto è che in Italia abbiamo le grandi città d'arte che sono già in over booking: penso a Roma, Firenze, Venezia, Napoli. E quindi noi abbiamo bisogno di mettere in rete una squadra di città medie della cultura che possa arricchire la proposta italiana e rendere il nostro Paese più competitivo", ha aggiunto Ricci. "Se riusciremo a mettere a rete queste esperienze progettuali non solo diventeremo più forti nei nostri territori ma diventerà più forte il nostro Paese", ha concluso. —[email protected] (Web Info)

Ascolti tv, vince il film ‘Poli Opposti’. Fiorello da record

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(Adnkronos) –
Fiorello stabilisce un nuovo record d'ascolto con il suo mattin show: ieri 'Viva Rai2' è stato seguito da 1.145.000 spettatori, con il 21,6% di share. In termini di spettatori si tratta del risultato più alto dall'inizio della stagione mentre in termini di share, il risultato di ieri è il terzo più alto della stagione (meglio aveva fatto solo il 12 febbraio con 21,67% e il 13 febbraio con 22,33%, in pieno 'effetto Sanremo').  Nel prime time, è il film di Rai1 'Poli Opposti' ad avere la meglio con 2.262.000 spettatori e il 13.5% di share. Al secondo posto, 'Michelle Impossible & Friends' su Canale 5, con 1.975.000 spettatori e il 14.1% (lo share più alto si deve alla maggiore durata del programma di Canale 5 rispetto a quello di Rai1). Al terzo posto l'inossidabile 'Chi l'ha visto?' su Rai3, con 1.841.000 spettatori e l’11.9% di share.  A seguire, tra gli altri ascolti di prime time: 'Mare Fuori 4' su Rai2 (1.162.000 spettatori, share 7.7%). 'Suicide Squad' su Italia 1 (882.000 spettatori, share 5.6%), 'Fuori dal Coro' su Rete4 (829.000 spettatori, share 6.3%), 'Inchieste da Fermo' su La7 (729.000 spettatori, share 4.2%), 'Italia’s Got Talent' su Tv8 (494.000 spettatori, share 2.8%), 'Con Air' sul Nove (335.000 spettatori, share 2.1%). In access prime time, su Rai1 continua il successo della doppietta 'Cinque Minuti' (4.723.000 spettatori, share 22.7%) e 'Affari Tuoi' (che vola a 5.443.000 spettatori con il 26.5% di share), mentre su Canale 5 'Striscia la Notizia' ottiene 3.097.000 spettatori con il 15% di share. 
Vittoria di Rai1 anche nel preserale, con 'L’Eredità – La Sfida dei 7' (3.337.000 spettatori, share 24.6%) e 'L’Eredità' (4.725.000 spettatori, share 27.5%), che superano 'Avanti il Primo!' (2.054.000 spettatori, share 16.4%) e 'Avanti un Altro!' (3.373.000 spettatori, share 20.8%).  —[email protected] (Web Info)

Pechino Express, oggi seconda tappa nell’estremo nord del Vietnam

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(Adnkronos) – Prosegue a ritmo serrato l’avventuroso viaggio di 'Pechino Express – La rotta del Dragone'. Stasera in esclusiva su Sky e in streaming solo su Now, c’è la seconda tappa nell’estremo nord del Vietnam, quasi al confine con la Cina. Il conduttore Costantino Della Gherardesca e l’inviato speciale Fru guideranno i viaggiatori alla scoperta di paesaggi mozzafiato, dove gli occhi si aprono spontaneamente alla contemplazione e allo stupore. La rotta del Dragone porterà i viaggiatori in corsa tra Lang Son fino a Cao Bang, passando per Dong Dang, Hung Viet e Phúc Sen, quest’ultima tappa intermedia fondamentale dove le coppie firmeranno il libro rosso: un viaggio faticosissimo per un totale di 180 chilometri zaino in spalla.  Luoghi incontaminati e ricchi di tradizioni antiche che però celano imprevisti e colpi di scena inattesi anche in questo secondo tratto di viaggio, per lo show Sky Original realizzato da Banijay Italia. Dopo aver affrontato la prima tappa non eliminatoria, tutte le coppie ai nastri di partenza di questa stagione sono ancora in gara: Fabio ed Eleonora Caressa a formare 'I Caressa', poi Damiano e Massimiliano Carrara 'I Pasticcieri', Artem e Antonio Orefice 'I Fratm' e Paolo Cevoli ed Elisabetta Garuffi 'I Romagnoli'. Ai nastri di partenza anche Nancy Brilli e Pierluigi Iorio 'I Brillanti', Kristian Ghedina e Francesca Piccinini 'I Giganti', Maddalena Corvaglia e Barbara Petrillo 'Le Amiche', infine Estefania Bernal e Antonella Fiordelisi 'Italia Argentina'. In questa nuova puntata, sempre disponibile on demand e visibile su Sky Go, i concorrenti, provvisti solamente di uno zaino contenente una dotazione minima e di 1 euro al giorno a persona e in valuta locale, cominceranno il loro viaggio da Lang Son, una delle città più a nord del Paese. La coppia dei Romagnoli, che ha vinto la prima tappa, riceverà da Costantino Della Gherardesca la temuta e pesantissima busta nera, che al traguardo decreterà se la puntata è eliminatoria o meno. I giochi entreranno definitivamente nel vivo tra incomprensioni e alleanze, prove di abilità, forza, e mnemoniche, che metteranno severamente alla prova la resistenza fisica e nervosa dei viaggiatori.  A Phúc Sen, nel villaggio dei fabbri, dove si forgiano soprattutto coltelli esportati poi in tutto il mondo, i viaggiatori troveranno il traguardo intermedio di questa avvincente tappa: i primi a raggiungere Costantino e a firmare il libro rosso riceveranno l’immunità, il diritto a partecipare alla terza tappa e la possibilità di godere di un’esperienza straordinaria, decisamente più rilassante della corsa che dovranno affrontare gli altri viaggiatori; la seconda coppia classificata, invece, guadagnerà una posizione nella classifica finale. Tra mille difficoltà, infine, le altre coppie raggiungeranno il tappeto rosso a Cao Bang, posto ai piedi del Memoriale dei soldati caduti in guerra: a quel punto, assoluta protagonista sarà la busta nera, che decreterà la sorte di una delle coppie in gara.  —[email protected] (Web Info)

In vacanza ai Caraibi, trovati morti sulla spiaggia

Doveva essere una vacanza, ma si è trasformata in tragedia per una coppia inglese in pensione. Marito e moglie, rispettivamente di 77 e 76 anni, sono stati trovati morti su una spiaggia dei Caraibi.

La notizia si è subito diffusa sui media locali.

Stando a quanto riporta il britannico Daily Mail, che cita fonti di polizia, la donna sarebbe morta annegata nel tentativo di salvare il marito, che sarebbe stato colpito da un infarto mentre era in mare.

foto di repertorio

Covid, memoria immunitaria scudo contro nuove varianti: lo studio italiano

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(Adnkronos) – I linfociti T, le cellule custodi della memoria del nostro sistema immunitario, bastano a proteggerci dalle nuove varianti Covid anche in assenza di anticorpi specifici diretti contro i mutanti emergenti di Sars-CoV-2. Lo dimostra uno studio del San Raffaele di Milano, condotto in modelli sperimentali di topo e pubblicato su 'Nature Immunology'. Il lavoro suggerisce dunque che un'infezione precedente e la vaccinazione imprimono nelle nostre difese naturali un 'ricordo' che resta e che rappresenta uno scudo efficace in caso di incontri successivi con il virus. "I risultati del nostro studio – afferma il coordinatore della ricerca Matteo Iannacone, direttore della Divisione di Immunologia, Trapianti e Malattie infettive dell'Irccs ospedale San Raffaele e professore di Patologia generale all'università Vita-Salute San Raffaele – modificano la comprensione tradizionale dell'immunità e dimostrano l'importanza di includere la risposta immunitaria mediata dai linfociti T nel monitoraggio delle risposte alle vaccinazioni e nelle strategie di sviluppo di nuovi vaccini".  "L'indicazione alla vaccinazione – precisa lo scienziato – rimane il tassello fondamentale per proteggere la popolazione da malattia grave, e la nostra ricerca dimostra l'efficacia di questo approccio anche per la protezione contro reinfezioni causate da varianti virali".  I vaccini – spiegano dal San Raffaele – hanno svolto un ruolo cruciale nella riduzione della morbilità e della mortalità causate da Sars-CoV-2. Tuttavia, l'emergere di nuove varianti del virus in grado di eludere la risposta anticorpale solleva interrogativi sull'efficacia a lungo termine di questa strategia. Domande alle quali ha cercato di rispondere lo studio guidato da Iannacone e svolto in collaborazione con Luca Guidotti, vice direttore scientifico dell'Irccs milanese e professore di Patologia generale all'ateneo Vita-Salute; Marco Bianchi, responsabile dell'Unità dinamica della cromatina al San Raffaele e professore di Biologia molecolare all'università Vita-Salute, e Raffaele De Francesco, responsabile del Laboratorio di Virologia presso l'Istituto nazionale di genetica molecolare e professore di Microbiologia all'università Statale di Milano.  "Quando il nostro sistema immunitario viene colpito da un'infezione – ricordano gli esperti – mette in atto diversi meccanismi di difesa tra i quali l'attivazione dei linfociti B, deputati a produrre anticorpi, e l'attivazione dei linfociti T che coordinano l'intero sistema immunitario, sconfiggendo le cellule identificate come estranee e quindi potenzialmente dannose". Se finora la ricerca su Covid "ha enfatizzato principalmente la risposta anticorpale presupponendo che la risposta mediata da anticorpi fosse il principale, se non il solo, meccanismo di protezione dopo la vaccinazione o l'entrata in contatto con il virus", questo lavoro "apre nuove prospettive sulla comprensione della risposta immunitaria contro il virus" Sars-CoV-2, descrivendo "il ruolo fondamentale dei linfociti T come arma di difesa duratura presente nel nostro organismo, al di là della risposta mediata da anticorpi".  Gli autori hanno utilizzato diversi modelli murini, inclusi topi privi di anticorpi, ma con funzionalità linfocitaria intatta, e un innovativo modello che esprime un recettore ibrido Ace2 umano/topo. "La nostra ricerca – riferisce Iannacone – ha rivelato che i linfociti T, grazie alla loro memoria storica, sono in grado di fornire protezione contro il virus Sars-CoV-2 anche quando gli anticorpi non sono presenti. Questa forma di difesa, indipendente dagli anticorpi, sottolinea il significato cruciale della risposta cellulare mediata dai linfociti T nella lotta contro il virus".  Nel dettaglio, aggiunge la prima autrice dello studio Valeria Fumagalli, ricercatrice nel laboratorio di Iannacone e beneficiaria di un finanziamento specifico da parte della Fondazione Prossimo Mio di Milano, "abbiamo osservato come un certo sottogruppo di linfociti T, detti Cd8+, siano cruciali nel contrastare infezioni gravi, mentre i linfociti T cosiddetti Cd4+ giocano un ruolo complementare nelle infezioni più lievi, con un ruolo significativo giocato dall'interferone-gamma (Ifn-γ)".  "Questo lavoro – conclude Iannacone – mette in luce l'importanza di un approccio all'immunità contro Sars-CoV-2 che consideri sia la risposta anticorpale che quella cellulare. La nostra ricerca apre la via a nuove strategie vaccinali e terapeutiche per una protezione efficace e duratura contro il virus" di Covid "e le sue varianti emergenti". "Lo studio – rimarca Guidotti – è stato possibile grazie al continuo supporto di Fondazione Same, ente filantropico del gruppo Same Deutz Fahr, di Treviglio" in provincia di Bergamo. Fondazione Same ha permesso infatti la realizzazione e l'allestimento presso l'Irccs San Raffaele di ambienti di biosicurezza Bsl3 definiti "unici nel loro genere in Italia". Laboratori-bunker che, "grazie alle diverse tecnologie avanzate dedicate allo studio di virus respiratori ad alta pericolosità in modelli murini – puntualizza Guidotti – hanno consentito e continuano a consentire la conduzione di ricerche di alta precisione su Sars-CoV-2". Tra gli strumenti di ricerca innovativi impiegati in questo progetto, grazie alle donazioni, l'istituto di via Olgettina segnala anche una torre inalatoria che permette di esporre i modelli murini a particelle virali, infettandoli in modo fisiologico, mediante esposizione a Sars-CoV-2 aerosolizzato a pressione, temperatura e umidità. "Il sostegno di Fondazione Same – chiosa Guidotti – è l'ennesimo esempio di quanto la ricerca scientifica in Italia benefici enormemente da attività filantropiche di grande impatto".  —[email protected] (Web Info)