(Adnkronos) – "L'estensione della rimborsabilità di dapagliflozin per i pazienti con scompenso cardiaco cronico è un ulteriore passo avanti per una classe di farmaci", i Sglt2i, "che ha dimostrato una protezione cardiorenale perché il trattamento precoce comporta una riduzione della progressione del danno d'organo, sia cardiaco che renale". Lo ha detto Loreto Gesualdo, ordinario di Nefrologia presso l'università di Bari e presidente Fism, Federazione italiana società medico-scientifiche, intervenendo questa mattina a Milano in un incontro con la stampa organizzato da AstraZeneca in occasione del via libera Aifa al rimborso di dapagliflozin, primo e unico inibitore selettivo del co-trasportatore renale di sodio e glucosio a essere disponibile in Italia anche per il trattamento del diabete mellito di tipo 2 e della malattia renale cronica. "E' veramente una rivoluzione – sottolinea Gesualdo – non solo nel campo dello scompenso cardiaco, ma anche in tutte queste patologie cronico-degenerative che, ricordiamo, nel 2040 rappresenteranno, se non interveniamo oggi, le 7 principali cause di morte. Lo scompenso cardiaco, il diabete e la malattia renale cronica sono tra le patologie che più frequentemente portano ad ospedalizzazione, cosa che va di pari passo con l'incremento della mortalità. Quindi intervenire oggi, avere a disposizione un farmaco che previene l'insorgenza di malattia renale cronica, è un investimento nel medio e lungo termine. Chi fa programmazione sanitaria deve capire che investire oggi in prevenzione, perché stiamo parlando non solo di cura – precisa – ma stiamo parlando di prevenzione di complicanze, significa anche rendere più sostenibile il sistema sanitario nazionale". La classe degli Sgl2i è "innovativa – rimarca Gesualdo – e sta cambiando la storia naturale del paziente affetto da una malattia renale cronica e da scompenso cardiaco". Questi farmaci hanno dimostrato infatti di svolgere "diversi effetti farmacologici: si comportano non solo da blandi diuretici, ma modulano a livello renale quello che è il meccanismo dell'iperfiltrazione, con effetti benefici a carico del rene che quindi poi si ripercuotono anche a livello del cuore. Inoltre, sono in grado di correggere i livelli di emoglobina e quindi l'anemia". La malattia renale cronica, così "come il diabete – prosegue il nefrologo – è un moltiplicatore di danno cardiovascolare e, insieme al diabete, porta allo scompenso cardiaco". Con dapagliflozin "abbiamo il classico esempio di prescrizione unica in grado di trattare il paziente con diabete, senza diabete, con malattia renale cronica e scompenso". Un "esempio dell'ecosistema digitale lanciato con Fism della prescrizione unica", perché è prescrivibile "sia nel setting diabetico che non diabetico. Sono numeri elevatissimi – puntualizza Gesualdo – stiamo parlando del 10% della popolazione a livello mondiale. In Italia, se prendiamo la fascia che va fra i 35 e gli 80 anni, si parla di un 7% di popolazione, quindi 3 milioni di italiani affetti, potenzialmente affetti da insufficienza renale, che non sanno di esserlo perché bisogna ricercarla". La malattia renale, continua lo specialista, è "una delle importanti complicanze del diabete. In questi anni la modalità in cui si presenta il danno renale nel diabete è cambiato. Prima era prevalente la perdita di proteine, quella che noi chiamiamo micro o macroalbuminuria. Adesso invece è sempre più frequente una perdita della funzione renale, si riduce la funzione del rene indipendentemente dalla perdita di proteine. E questo è legato un po' al cambiamento della patologia del diabete di tipo 2 che, oltre ad aumentare come frequenza, è sempre più frequente nelle persone anziane. Aumentiamo la vita delle persone con diabete, quindi è più probabile che sviluppino il danno renale". Il diabete si associa ad altri fattori di rischio per danno renale, l'obesità, l'ipertensione, l'alterazione dei lipidi, colesterolo, trigliceridi. "Questi – avverte Gesualdo – sono tutti i fattori di rischio per sviluppare un danno renale. Fino a poco tempo fa non avevamo a disposizione il controllo glicemico dell'ipertensione e dei lipidi per prevenire il danno renale. Adesso abbiamo un'arma che è appunto questa classe di farmaci e dapagliflozin per prevenire lo sviluppo del danno renale e, una volta che il danno renale si è sviluppato, abbiamo l'opportunità di curarlo. Questo è il grande vantaggio di questa molecola che agisce su tutto lo spettro della malattia renale nel diabete sia in termini di prevenzione che in termini di cura". In particolare, "da quando abbiamo iniziato ad utilizzare questi farmaci in maniera sempre più importante – conclude il presidente Fism – siamo stati in grado di ridurre in meno di 2 anni del 10-15% il danno renale. Quindi, in termini di prevenzione, anche quando il danno renale si è sviluppato, siamo stati in grado di evitare che la persona finisse in dialisi o andasse incontro a un trapianto. Usati precocemente, sono proprio in grado di permettere alla persona col diabete di ritornare a quello che è un rischio di danno di chi il diabete non ce l'ha". —[email protected] (Web Info)
Sanità, microbiologi: “Più efficiente se c’è stretta collaborazione con clinici”
(Adnkronos) – Una sanità più efficiente e sostenibile deve passare attraverso una più stretta collaborazione tra i microbiologici e i clinici. Obiettivo: una presa in carico migliore di pazienti di ogni età, dalle donne in gravidanza ai fragili, dai malati cronici ai trapiantati. E' il messaggio che arriva dalla 51esima edizione del Congresso nazionale di Amcli Ets – Associazione microbiologi clinici italiani, in corso a Rimini: un appuntamento che ha richiamato circa 1.800 professionisti che dall'8 marzo si confrontano in seminari e simposi su diverse tematiche di grande rilevanza per la salute pubblica. Tra questi l'Hiv, passato sotto silenzio durante gli anni della pandemia che ha spostato l'attenzione sui casi di Covid – sottolineano gli esperti Amcli – riducendo di conseguenza le diagnosi di questa infezione. Durante il meeting è stato ricordato il progressivo ed eccezionale calo delle nuove infezioni e delle morti associate, ma parallelamente si è riscontrato un notevole aumento delle persone in trattamento. Le evidenze degli ultimi anni hanno mostrato che una terapia efficace azzera la viremia e questo si ripercuote nella non-infettività dei soggetti infetti attraverso i rapporti sessuali non protetti. Grazie alla massiccia applicazione della terapia, che oggi supera l'80% degli individui in tutto il mondo – Africa inclusa – le prospettive di sopravvivenza e di qualità di vita delle persone che vivono con Hiv sono drasticamente migliorate, al punto che l'Unaids e l'Oms hanno alzato al 95% gli obiettivi da raggiungere entro il 2030 per quanto riguarda il numero di persone con infezione diagnosticata e in terapia con viremia soppressa. "Tutto ruota intorno alla diagnosi – evidenzia Maria Rosaria Capobianchi, consulente per la ricerca, ospedale Sacro Cuore Don Calabria Irccs Negrar di Valpolicella (Verona) e componente Gruppo di lavoro Amcli – Oggi disponiamo di metodi diagnostici per misurare la presenza di anticorpi e di antigeni dell'Hiv e di trattamento talmente efficaci da portare al paradigma U=U (Undetectable=Untrasmittable). Le persone che sono in cura hanno raggiunto un'aspettativa di vita che è molto simile a quella delle persone sieronegative. E' però fondamentale comprendere che il virus continua a girare e rappresenta ancora un grande problema, e le infezioni non diagnosticate sono responsabili di un tasso di trasmissione che è due volte e mezzo più alto del tasso di trasmissione di individui consapevoli. Inoltre le infezioni primarie, cioè quelle acquisite da poco, che coincidono quasi sempre con uno stato di inconsapevolezza della propria condizione, sono quelle a loro volta più prone alla trasmissione dell'infezione". Tra i temi affrontati durante i lavori congressuali anche le infezioni del sistema nervoso centrale, il cui sospetto impone l'inizio immediato di una terapia empirica che sia tempestivamente orientata e mirata in base ai risultati ottenuti dal laboratorio. Nell'approccio diagnostico alle meningiti batteriche, fungine e tubercolari, "la diagnostica tradizionale è ancora fondamentale nella pratica quotidiana nonostante l'introduzione dei test molecolari sindromici – precisa Cristina Giraldi, coordinatore Percorsi diagnostici di Amcli – E' importante integrare i metodi tradizionali con quelli innovativi, rafforzando sempre di più la collaborazione con il clinico". Liliana Gabrielli, responsabile del settore di Virologia, Uo Microbiologia Irccs Aou di Bologna, segnala "un dato curioso: nel 2020-2021, nell'Area vasta bolognese, non abbiamo avuto nessun caso di infezione del sistema nervoso centrale da enterovirus e questo probabilmente grazie alle misure igieniche implementate per la prevenzione dell'infezione da Sars-CoV-2. Ora invece abbiamo lo stesso numero di casi della fase pre-pandemica e nei pazienti anziani le infezioni virali del sistema nervoso centrale sono causate principalmente dal virus della Varicella zoster che causa delle infezioni nel sistema nervoso centrale sia in pazienti che presentano le tipiche lesioni cutanee, le vescicole, sia in pazienti che non hanno manifestazioni epidermiche. Il virus che predilige il genere femminile è l'Herpes simplex di tipo 2, infatti nella nostra esperienza il 72% dei pazienti che presentano questo tipo di meningite è di sesso femminile". Infine, sulle infezioni respiratorie in epoca post-Covid è intervenuto Antonio Piralla, virologo del Policlinico San Matteo di Pavia: "Una ricerca dal Gruppo di lavoro Amcli GliViRe, a cui hanno collaborato 8 centri – ha riferito – ha permesso di identificare i virus presenti nelle alte e basse vie respiratorie di pazienti affetti da insufficienza respiratoria, con particolare attenzione ai pazienti intubati. E' stato dimostrato che il virus dell'influenza A è quello maggiormente presente in questi pazienti affetti da polmonite virale". "L'intervento del clinico per la scelta della giusta terapia anti-infettiva non può prescindere dalla diagnosi microbiologica – conclude Pierangelo Clerici, presidente Amcli – Dobbiamo essere sinergici con le società scientifiche cliniche che sono, insieme al paziente, la nostra interfaccia. Siamo tutti parte del Sistema salute e solo la stretta collaborazione tra microbiologo, clinico e cittadino-paziente consente di essere interlocutori a livello istituzionale nel definire le migliori strategie clinico-assistenziali e di prevenzione per una risposta efficace alle istanze del Servizio sanitario nazionale". —[email protected] (Web Info)
Borghi (UniBo): “Efficace in 3 patologie dapagliflozin atteso da internisti”
(Adnkronos) – Il rimborso di dapagliflozin da parte dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha "un impatto grandissimo" perché rende disponibile, "per la prima volta, un farmaco che è in grado di dimostrare la sua efficacia nei confronti di 3 condizioni cliniche diverse" ossia scompenso cardiaco, diabete e insufficienza renale cronica, "che sono molto frequentemente combinate, soprattutto nei pazienti che di solito stanno nelle divisioni di Medicina interna. Disporre di un trattamento farmacologico così efficace su un paziente multiforme, quindi con diverse caratteristiche, è certamente un aspetto assolutamente straordinario, qualcosa che tutti noi stavamo aspettando da tempo". Lo ha detto Claudio Borghi, professore ordinario di Medicina interna dell'università di Bologna, oggi a Milano, intervenendo a un incontro con la stampa. "In ambito internistico – spiega Borghi – è fondamentale avere a disposizione un farmaco per lo scompenso cardiaco da poter utilizzare già nella prima fase di ospedalizzazione, perché si tratta di una finestra temporale di azione unica. Dapagliflozin può difatti essere somministrato già prima della dimissione del paziente e più rapidamente la persona viene trattata, prima i risultati sono visibili. Il medico internista vede pazienti anziani, fragili e con comorbidità: per questo, nel contesto internistico, poter utilizzare un farmaco senza effetti collaterali, che unisce grande facilità di utilizzo a un ottimo profilo di somministrazione, apporta benefici davvero rilevanti. Quotidianamente – osserva l'esperto – vediamo pazienti che possono presentare le 3 patologie singolarmente, ma molto spesso anche contemporaneamente, pertanto avere a disposizione un singolo farmaco come dapagliflozin efficace e sicuro in questi contesti clinici permette realmente di poter impattare sulla qualità di vita dei pazienti e migliorare la gestione di queste patologie". Come ribadisce Borghi, l'arrivo di questo farmaco, per la “medicina interna è una sorta di sogno realizzato. La maggior parte dei nostri pazienti – chiarisce lo specialista – hanno in generale un numero che oscilla dalle 5 alle 12 diverse patologie che ruotano di volta in volta nel generare il quadro clinico principale, per cui alcune volte diventa molto difficile immaginare quale sia la terapia prevalente o rendere compatibili diversi trattamenti". Un trattamento che risponde bene per 3 patologie spesso presenti contemporaneamente semplifica non solo la terapia, perché "da qualsiasi parte consideriamo il paziente esiste sempre una possibilità di entrare con successo", ma anche l'aderenza al trattamento con risultati che si sono dimostrati "rivoluzionari per tutte le patologie per cui è indicato, permettendo un aumento della sopravvivenza – evidenzia Borghi – e un notevole miglioramento della qualità di vita". —[email protected] (Web Info)
Senni (UniMiB): “Dapagliflozin rivoluzionario per scompenso cardiaco”
(Adnkronos) – "Credo che dapagliflozin sia un farmaco rivoluzionario perché, oltre ad avere ottenuto dei significativi risultati – una riduzione della morte totale del 10%, una riduzione della morte cardiovascolare del 14% e una riduzione del 29% dell'ospedalizzazione per scompenso cardiaco – questo farmaco è anche in grado di migliorare la qualità di vita di questi pazienti, che è altrettanto importante". Così Michele Senni, direttore del Dipartimento Cardiovascolare e dell'Unità compressa di Cardiologia dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, professore all'università Milano Bicocca, commenta all'Adnkronos il via libera dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) a dapagliflozin, primo e unico Sglt2i (inibitore selettivo del co-trasportatore renale di sodio e glucosio) rimborsato in Italia, oltre che per il trattamento dello scompenso cardiaco cronico sintomatico, anche per il trattamento del diabete mellito di tipo 2 e della malattia renale cronica. "Altro dato molto importante – continua Senni – è che finalmente abbiamo una classe di farmaci che è in grado di cambiare l'outcome dei pazienti, quindi la prognosi dello scompenso cardiaco", patologia che interessa "circa 850-900mila italiani ed è la prima causa di ricovero, dopo il parto naturale". Dapagliflozin "è un farmaco molto sicuro, molto ben tollerato e facile da usare – sottolinea il cardiologo – dato che è in unico dosaggio e unica somministrazione giornaliera", ma "deve essere utilizzato il più precocemente possibile. Abbiamo visto che i risultati sono già significativi entro 2 settimane nei pazienti con scompenso cardiaco a funzione sistolica preservata ed entro un mese in quelli con frazione di eiezione ridotta". Sono "centinaia di migliaia di persone – evidenzia Senni – che fino ad oggi non avevano nessun farmaco disponibile. Ora abbiamo finalmente un farmaco che li può curare cambiando l'outcome, quindi la prognosi, morte, ospedalizzazione, morte cardiovascolare, ma anche, ed è importante, la qualità di vita. Perché non solo bisogna far prolungare la vita dei pazienti, spesso anziani, ma anche farli vivere bene". Come è stato ricordato oggi nel corso di una conferenza stampa a Milano, organizzata da AstraZeneca, lo scompenso cardiaco, che si definisce come un'incapacità o insufficienza della pompa cardiaca a garantire l'adeguato apporto di sangue negli organi, "colpisce il 10% dei soggetti sopra i 65 anni. Il 10% della popolazione ha uno scompenso cardiaco. Quindi – conclude Senni – è importante che vivano bene, non solo più a lungo". —[email protected] (Web Info)
Svizzera/ Erano dispersi in montagna, trovati i corpi di cinque escursionisti
Terribile tragedia mortale della montagna con un bilancio alto di cittime.
Si sono concluse le ricerche dei sei scialpinisti, di cui cinque componenti della stessa famiglia, dispersi da sabato 9 marzo sulle Alpi svizzere mentre si trovavano sul percorso Zermatt-Arolla.
La Polizia cantonale vallesana, che coordinava le ricerche e i soccorsi in zona, ha comunicato di aver rinvenuto senza vita i corpi di cinque dei sei scomparsi nella zona della Tête Blanche.
Le operazioni di soccorso sul posto ora proseguono alla ricerca del sesto disperso anche se le speranze di ritrovarlo in vita sono praticamente nulle.
Turismo, premio Unpli a sagre, La Russa: “Sinergia tra istituzioni, associazionismo e imprese”
(Adnkronos) – “Rivolgo un sincero pensiero di apprezzamento per l'impegno e la dedizione che caratterizzano le Pro Loco italiane su tutto il territorio nazionale. Le sagre sono da sempre l'occasione per rinnovare le tradizioni delle nostre città, dei borghi, delle comunità locali. L'Italia vanta una straordinaria diffusione di prodotti tipici e di eccellenze culinarie che, assieme alle unicità e alle specificità dei territori, costituiscono un vero e proprio volante di attrazione per un turismo enogastronomico di qualità e sostenibilità. In tale condizione, questo appuntamento costituisce anche un'occasione per ricordare come la sinergia tra istituzioni, associazionismo e mondo delle imprese sia fondamentale per sostenere e valorizzare l'Italia dei campanili, delle tradizioni locali e dell'eccellenza". Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, in un messaggio letto dal senatore Antonio De Poli alla cerimonia di consegna del marchio “Sagra di Qualità”, promosso dall’Unpli, che si è tenuta oggi presso la Sala Koch del Senato. "Rinnovo quindi i miei auguri di buon lavoro, con la certezza che anche le realtà premiate nel 2024 sapranno incarnare al meglio lo spirito che caratterizza le attività di volontariato portate avanti da tutti a livello sociale, culturale e ambientale”, ha concluso La Russa. —[email protected] (Web Info)
Ucraina, Varsavia: “Militari Nato sono presenti nel paese”
(Adnkronos) –
"Personale militare della Nato è già presente in Ucraina". Lo ha dichiarato durante una conferenza il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, senza precisare la nazionalità dei militari presenti nel paese in guerra contro la Russia da oltre 2 anni. "Vorrei ringraziare gli ambasciatori di quei Paesi che hanno preso questo rischio. Questi Paesi sanno chi sono, ma non posso rivelarli. Contrariamente ad altri politici, non li elencherò", ha affermato Sikorski. Nei giorni scorsi, attraverso un audio intercettato dalla Russia e diffuso da media di Mosca, ufficiali tedeschi avevano suggerito la presenza di militari britannici in Ucraina. Precedentemente il Regno Unito aveva confermato l'invio di piccole unità nel Paese per l'addestramento medico. Il tema relativo all'invio di soldati Nato in Ucraina è stato prospettato come ipotesi dal presidente francese Emmanuel Macron. Nell'ambito dell'Alleanza Atlantica, numerosi paesi hanno preso le distanze dalla posizione di Parigi e evidenziato l'intenzione di non inviare truppe sul teatro di guerra. Parzialmente diversa la linea illustrata recentemente dal Canada attraverso le parole del ministro della Difesa, Bill Blair come ha scritto il Toronto Star. Il Canada sarebbe pronto a inviare i suoi militari in Ucraina, ma solo per addestrare le forze armate di Kiev e non per combattere contro la Russia. "Non verranno schierate truppe vicino alla prima linea", ha detto. L'invio sarebbe legato alle esigenze di avere istruttori in Ucraina per insegnare alla forze armate ucraine come utilizzare al meglio i sistemi forniti dai paesi occidentali. "Formiamo i soldati sul posto, perché non è semplice riuscire a farli uscire. Dobbiamo stare bene attenti a non far sembrare che le nostre truppe o i nostri soldati svolgano un ruolo militare in uno contesto di guerra". Le parole di Macron sono state seguite da un coro di 'no' dei paesi della Nato, tra Europa e Stati Uniti. L'invio di militari non è un'ipotesi presa in considerazione. L'ipotesi prospettata dal presidente francese, ovviamente, non è passata inosservata a Mosca. ''Le truppe occidentali sono già presenti in Ucraina da tempo'' e le parole del presidente francese di fatto ''hanno ufficializzato'' tutto questo, hanno detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza, Dmitry Medvedev, che quasi quotidianamente minaccia l'Occidente prospettando un allargamento del conflitto con il coinvolgimento di armi nucleari. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Turismo, Gava: “Premio Unpli a sagre di qualità riconoscimento a lavoro territori”
(Adnkronos) – “È un momento di riconoscimento del lavoro che viene svolto sul territorio tutto l’anno e dell’importanza dell’integrazione delle amministrazioni comunali con le Pro Loco. La presenza sui territori permette che le sagre di qualità vengano riconosciute anche all’estero”. Lo ha detto Vannia Gava, viceministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, intervenendo alla cerimonia di consegna del marchio “Sagra di Qualità”, promosso dall’Unione nazionale Pro Loco d’Italia, che si è tenuta oggi presso la Sala Koch del Senato. “Voglio ricordare i volontari che sacrificano i propri affetti e il proprio tempo libero per organizzare questi eventi. Il disegno di legge dimostra che si tratta di un’esigenza di tutti i territori, senza colori politici, affinché si possano svolgere senza intoppi questi eventi che fanno conoscere le nostre tradizioni e la nostra cultura”, ha spiegato. "Dobbiamo coinvolgere sempre di più ragazzi e giovani. Bisogna far portare avanti a loro le nostre tradizioni, affinché abbiano le loro radici ben piantate a terra, nei nostri territori. Come governo – ha concluso il viceministro – continueremo a seguire i vostri passi ed essere al vostro fianco”. —[email protected] (Web Info)
Turismo, La Spina (Unpli): “Oltre 20mila eventi organizzati da Pro Loco, qualità primo obiettivo”
(Adnkronos) – “Lavoriamo cercando di portare il meglio della nostra produzione locale. Oggi ci sarà una sfilata di realtà locali e paesi, ma anche di prodotti che rappresentano il meglio delle nostre produzioni in questi anni. Le Pro Loco organizzano più di 20mila eventi in tutta Italia. Vogliamo portare il messaggio che la qualità deve essere sempre il nostro primo obiettivo”. Lo ha detto Antonio La Spina, presidente dell’Unpli, alla cerimonia di consegna del marchio “Sagra di Qualità”, promosso dall’Unione nazionale Pro Loco d’Italia, che si è tenuta oggi presso la Sala Koch del Senato. “I nostri marchi vanno a un prodotto tipico locale che va valorizzato, attraverso il nostro evento, e lo facciamo anche mettendo insieme i produttori che sono parte integrante delle nostre produzioni. La sagra non rappresenta il sindaco o la Pro Loco, ma tutta la comunità", ha aggiunto La Spina. —[email protected] (Web Info)
Turismo: 45 sagre premiate in Senato, marchio di qualità da Unione Pro Loco d’Italia
(Adnkronos) – Sono 45 le sagre che oggi nella Sala Koch del Senato sono state insignite del marchio “Sagra di Qualità”, 5 gli eventi speciali certificati e 3 le menzioni speciali assegnate dall’Unpli – Unione nazionale Pro Loco d’Italia, per un totale di 53 manifestazioni organizzate nel 2023 in tutta Italia dai volontari delle Pro Loco e dalle comunità locali. Una cerimonia da record quindi per la quarta edizione del progetto nato nel 2019 per volere dell’Unpli e che fino ad oggi ha certificato 117 eventi con il marchio “Sagra di Qualità”, un sigillo assegnato alle manifestazioni con più di 5 anni di età e che rispettano i criteri di tipicità del prodotto, sostenibilità, sicurezza e igiene alimentare. Insieme alle sagre, per la prima volta quest’anno, è stato introdotto anche il marchio “Eventi di qualità” assegnato a 5 manifestazioni che si sono distinte per l’organizzazione, la partecipazione e l’attrattività generata. A ritirare il riconoscimento oggi in Senato i presidenti delle Pro Loco vincitrici e i sindaci dei territori di riferimento, che hanno preso parte alla cerimonia istituzionale con gli interventi del sen. Antonio De Poli, il presidente Unpli Antonino La Spina, il responsabile del Dipartimento Cultura e Turismo dell’Anci Vincenzo Santoro, il consigliere del ministro dell’Agricoltura della Sovranità alimentare e delle Foreste Angelo Rossi, il presidente Città del Vino Angelo Radica, il vicepresidente Città dell’Olio Alfredo D’Antimi e la viceministra all’Ambiente Vannia Gava. La certificazione, istituita e rilasciata dall’Unpli, spiega una nota, mira a qualificare e valorizzare il lavoro e l’impegno dei volontari che con il loro prezioso contributo rendono possibili gli eventi in assoluto più rappresentativi e sentiti dalle piccole comunità. Il sigillo di qualità testimonia il valore e l’importanza di questi eventi, in grado di ravvivare il legame con il territorio, celebrare le tradizioni e le eccellenze enogastronomiche locali, creare sinergie con le attività economiche del posto e promuovere un turismo consapevole e di qualità. Sono 110 mila gli eventi realizzati ogni anno dalle Pro Loco in tutta Italia, manifestazioni che raccolgono la partecipazione di 88 milioni di visitatori e mettono in moto 300 mila volontari, sostenuti da amministrazioni pubbliche, associazioni di volontariato, culturali, sportive, religiose e consorzi di tutela di prodotti locali. Di questi eventi 20 mila sono sagre, per una spesa complessiva di 700 milioni di euro sostenuta dalle Pro Loco, un indotto di 2,1 miliardi di euro, 10.500 occupati e 48 milioni di visitatori ogni anno, il 24% sono anziani, 45% famiglie e 31% sono giovani. Il 70% dei visitatori delle sagre spende in media 15-16 euro, per una spesa dei consumatori che raggiunge i 540 milioni di euro. “Questo è un premio molto importante: siamo alla quinta edizione. Con quest’anno siamo a cento nuove sagre riconosciute in tutta Italia e questo è il senso della comunità che vuole mettere in mostra il meglio delle proprie produzioni e della propria realtà economica – ha sottolineato il presidente dell’Unpli Antonino La Spina – Voglio ringraziare tutti i senatori che si stanno impegnando per la nostra valorizzazione. La sagra di qualità ha in sé molti valori, quali l’accessibilità, la sostenibilità e l’eco-sostenibilità. Noi rappresentiamo l’economia, i numeri sono enormi. Dal mondo della sagre, 20mila in Italia, arriviamo ad avere 50milioni di visitatori e oltre 2,1 miliardi di euro di ricadute per il territorio. Ci sono eventi che richiamano in una settimana centomila visitatori e distribuiscono oltre 70mila pasti. Il nostro lavoro è riuscire a far comprendere quanto vale tutto questo. Vale moltissimo e il futuro è molto sfidante”. “Oggi rappresentati i migliori ambasciatori della nostra storia e della nostra cultura. Questo riconoscimento è la vostra maglia rosa – ha affermato il senatore Antonio De Poli – La vita passa attraverso ognuno di voi, attraverso le manifestazioni e le sagre che avvengono nei vostri territori. Proprio qui in Senato ho presentato, come primo firmatario, ma firmato da più di 50 senatori di tutti i gruppi parlamentari quindi al di là dei colori di appartenenza, un progetto di legge che va a valorizzare e a semplificare le modalità di svolgimento di queste manifestazioni”. “E’ un grande riconoscimento – ha sottolineato la viceministra all’Ambiente Vannia Gava- Le sagre sono un biglietto da visita, sono gli ambasciatori italiani nel mondo e la loro presenza sui territori fa sì che i nostri prodotti vengano riconosciuti anche all’estero. Le sagre sono un patrimonio da salvaguardare perché diffondono la nostra tradizione e la nostra cultura ed è per questo che dobbiamo coinvolgere sempre di più i giovani. Come governo continueremo a seguire tutti i vostri passi e a esservi a fianco”. —[email protected] (Web Info)


