(Adnkronos) –
Meghan Markle "bullizzata mentre era incinta" sia di Archie sia di Lilibet attraverso i social media, con "abusi crudeli e odiosi" che dimostrano la "tossicità infinita" di Internet. La duchessa di Sussex ne ha parlato a un panel di alto profilo in occasione della Giornata internazionale della donna all'annuale festival ad Austin, in Texas. Ora, davanti al principe Harry in prima fila tra il pubblico, la duchessa ha spiegato che "per il mio benessere" ha deciso di "mantenere le distanze" dai social media. ''Non è dispettoso, è semplicemente crudele'' essere molestata attraverso i social ha aggiunto Meghan, ancora di più ''quando sei incinta o come mamma, sappiamo che è un momento così tenero e sacro''. Meghan, 42 anni, ha detto di essere stata messa a dura prova da questi insulti, tanto che ''potresti soccombere, o quasi soccombere per quanto è doloroso''. Meghan ha poi aggiunto di trovare "inquietante" che le donne "vomitino" odio l'una contro l'altra online, aggiungendo che "non riesco a capirlo. Se leggi qualcosa di inquietante su un'altra donna, perché lo condividi con i tuoi amici? Se fosse tua mamma, tua figlia, una tua amica non lo faresti''. L'ex attrice ha quindi affermato che "abbiamo dimenticato la nostra umanità e questo deve cambiare". In precedenza Meghan aveva affermato di essere la persona più trollata al mondo nel 2019. In un podcast in occasione della Giornata mondiale della salute mentale, Meghan ha affermato che l’impatto sulla sua salute è stato ''molto dannoso''. E ha spiegato che ''non ero nemmeno visibile, ero in congedo di maternità con il bambino, ma quello che è stato possibile produrre è quasi impossibile da pensare, è così grande che non puoi nemmeno pensare a come ci si sente". —internazionale/[email protected] (Web Info)
Meghan: “Io bullizzata sui social mentre ero incinta”
Ascolti tv, ‘The Voice Senior’ vince ancora
(Adnkronos) – 'The Voice Senior' vince ancora gli ascolti della prima serata di ieri con 3.548.000 spettatori e il 22,63% di share. Secondo gradito del podio per Canale5 con 'Terra Amara' vista da 2.917.000 telespettatori (16.7%) di share. 'Fratelli di Crozza' sul Nove totalizza 1.247.000 telespettatori e uno share del 6.7%, mentre per 'Quarto Grado' su Retequattro il risultato è di 1.158.000 telespettatori con uno share del 7.9%. A seguire, su La7, 'Propaganda Live' raggiunge 818.000 spettatori e il 5.7% di share, mentre su Italia1 'Edge of Tomorrow – Senza domani' totalizza 994.000 spettatori (5.5%). Su Tv8 la 'Formula 1 – Prove GP Arabia Saudita' ottiene 587.000 spettatori (3.2%), su Rai2 il film 'Piccole donne' raggiunge i 544.000 spettatori pari al 3.1% di share e su Rai3 'Saint Judy' ottiene 526.000 telespettatori (2.8%). Nell'access prime time sulle rete ammiraglia 'Cinque minuti' realizza 4.221.000 e il 21,42% di share mentre su 'Affari tuoi' condotto da Amadeus interessa 5.297.000 telespettatori (share del 25,87%). Su Canale5 'Striscia la Notizia' conquista 3.228.000 telespettatori e il 15,76% di share. Nella fascia preserale su Rai1 'L'Eredità' registra 4.503.000 telespettatori e il 26,59% share mentre su Canale 5 'Avanti un altro!' interessa 3.314.000 e il 20,38% di share. —[email protected] (Web Info)
Dengue, stretta sui controlli in porti e aeroporti: in arrivo nuova circolare
(Adnkronos) – A quasi un mese dalla prima circolare sulla Dengue della direzione della Prevenzione del ministero della Salute – che innalzava l'allerta in porti e aeroporti in Italia – è in arrivo una seconda circolare nei primi giorni della prossima settimana. L'obiettivo – a quanto apprende l'Adnkronos Salute – è una stretta sui controlli in porti e aeroporti da parte del personale Usmaf-Sasn (Uffici di sanità marittima aerea e di frontiera) per intensificare la caccia alla zanzara (Aedes aegypti) ed evitare che il vettore della febbre Dengue entri in Italia. Particolare attenzione quindi a un aumento delle disinsettazioni degli aeromobili e delle navi anche quelle da crociera. Tra le ipotesi si starebbe lavorando anche alla sperimentazione di un test rapido in aeroporto per chi arriva da zone a rischio. Nel 2023 sono stati registrati in Italia 362 casi di Dengue, 82 dei quali autoctoni. "Nel 2024 nel territorio nazionale sono stati identificati, al 21 febbraio 2024, 48 casi confermati di Dengue, tutti importati. Alla luce della panoramica illustrata, non posso che ribadire che la situazione in Italia oggi non risulta allarmante", così il ministro della Salute Orazio Schillaci rispondendo in Senato lo scorso 22 febbraio ad una interrogazione sul tema Dengue. —[email protected] (Web Info)
Cronaca nazionale/ Barca di migranti si schianta sugli scogli al largo di Lampedusa: uno trovato cadavere
Proseguono, non senza tragedie, gli sbarchi di migranti verso l’Italia.
Dopo un naufragio, quarantasei persone migranti sono rimaste bloccate sugli scogli di Ponente a Lampedusa.
Qui la Guardia costiera li ha recuperati, insieme al cadavere di un uomo.
Da quanto risulta, il gruppo era partito mercoledì sera da Zuwara, nella zona ovest della costa della Libia.
I passeggeri –sono in prevalenza pakistani ed egiziani.
Foto di repertorio
Covid, quattro anni fa l’Italia in lockdown contro il virus
(Adnkronos) – Sono passati 4 anni dal 9 marzo 2020 quando il presidente del Consiglio dell'epoca, Giuseppe Conte, annunciò all'Italia il lockdown contro l'emergenza Covid-19 arrivata nel Paese dalla Cina. "Le nostre abitudini vanno cambiate ora, dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa. Lo dobbiamo fare subito e ci riusciremo solo se ci adatteremo a queste norme più stringenti", avvertì l'ex premier. "Fu una decisione inevitabile e la misura, che si conosce dalla storia della Medicina, più efficace per bloccare la trasmissione delle infezioni di un virus respiratorio. Il lockdown è un caposaldo per l'Oms per evitare i contagi e la loro propagazione. Non si doveva discutere allora e tantomeno oggi la bontà dell'intervento, sarebbe davvero pretestuoso". Così all'Adnkronos Salute Massimo, professore emerito di Malattie infettive e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). "Oggi gli strumenti sono diversi, non c'è solo la chiusura delle attività", continua Andreoni ma in caso di una nuova pandemia "il lockdown sarebbe una scelta giusta – chiarisce – finché non ci saranno altri interventi applicabili immediatamente per evitare i contagi. Quindi – conclude – sì anche in caso di un nuovo virus molto infettivo sarà una scelta giusta". "Il lockdown fu una decisione giusta per i primi due mesi del 2020. Non c'erano alternative ed eravamo il primo paese Ue ad affrontare la pandemia Covid-19, ma è stato esageratamente prolungato con una decisione politica mascherata da scelta scientifica del Cts. Si vestiva di scienza quello che invece decideva la politica, ricordiamoci la Dad, il coprifuoco, l'obbligo della mascherina all'aperto, la chiusura dei ristoranti. Misure che oggi ho difficoltà a comprendere". Così all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova. "Quando si decise per il lockdown non fui molto d'accordo – ricorda Bassetti – dopo di che ad un certo punto non c'erano alternative perché si doveva ridurre la circolazione delle persone e quindi anche del Sars-CoV-2. Quindi credo che a marzo 2020 fosse una misura che non si poteva non prendere e in Europa fu fatto in molti paesi. Ma è servito davvero a ridurre la mortalità da Covid? – si chiede l'infettivologo – I dati sono contrastanti, c'è una metanalisi del 2022 fatta da un gruppo di economisti che evidenzia come i suoi effetti non hanno ridotto i morti ma hanno avuto conseguenze sull'economia e sulla società. A distanza di 4 anni non abbiamo certezze dell'efficacia del lockdown". In conclusione, "il lockdown è stato esageratamente lungo e dopo due mesi il Paese andava riaperto, comprese le scuole e le attività commerciali, come fece la Francia", conclude Bassetti. Quattro anni fa l'annuncio del lockdown per il Covid "fu un misto di ansia per quello che avrebbe significato per gli italiani, ma anche un sollievo perché sapevo che solo quella misura avrebbe potuto rallentare la progressione della pandemia". E' il ricordo, raccontato all'Adnkronos Salute, delll'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'università del Salento. "Il lockdown – continua Lopalco – diede il tempo alla maggior parte delle Regioni italiane, soprattutto del Sud, di organizzare la risposta ospedaliera all’ondata pandemica". "Ricordo perfettamente che quel giorno ero in auto da Pisa per rientrare in Puglia e assumere il ruolo di coordinatore della risposta alla pandemia, quando alla radio fu trasmessa la conferenza stampa del presidente del consiglio che annunciava il lockdown". Decretare il lockdown "è stata una decisione drammatica, presa in circostanze drammatiche. Ma assolutamente obbligata per evitare che ci fosse una tragedia ancora maggiore di quella che è stata in termini di morti e di paralisi del Servizio sanitario nazionale". Così all'Adnkronos Salute Walter Ricciardi, docente di Igiene all'Università Cattolica di Roma. "E' stata una decisione – conclude- che dovrebbe essere ricordata come misura eccezionale nella speranza che le lezioni apprese ci portino ad evitarla nel futuro, anche se non mi pare che si vada verso questa direzione: la memoria appare quanto mai corta", conclude —[email protected] (Web Info)
Renzo Bossi: “Mai avuto reddito di cittadinanza, querelo chi lo ha scritto”
(Adnkronos) – "Io non ho mai fatto alcuna richiesta per avere il reddito di cittadinanza e quindi non ho mai ricevuto un euro di sostegno, è una cosa che non mi riguarda, visto che lavoro da anni con le mie aziende". Renzo Bossi, figlio del fondatore della Lega Umberto Bossi, smentisce quanto apparso oggi su un quotidiano, dove il suo nome viene accostato a quello del fratello Riccardo, finito sotto inchiesta per una presunta truffa proprio relativa al reddito di cittadinanza che il primogenito di Bossi avrebbe indebitamente percepito per anni. Anche il figlio Renzo, come si legge su Repubblica, avrebbe usufruito del reddito. "Io – dice all'AdnKronos – non ho rapporti con mio fratello Riccardo da anni, e sono il primo a dire che la giustizia deve fare il suo corso, in caso di reati commessi da chiunque. Anche io nel 2012, ho iniziato un percorso giudiziario che poi è finito in nulla, con una assoluzione", dice ancora con il procedimento affrontato per le accuse di appropriazione indebita quando era in Consiglio regionale, in Lombardia. "Vorrei aggiungere però due considerazioni – dice ancora il figlio del fondatore della Lega – la prima è che ci troviamo di fronte a un articolo diffamatorio che, guarda caso, viene pubblicato alla vigilia di un voto importante come quello dell'Abruzzo, tirandomi dentro a una vicenda che non mi riguarda affatto, motivo per cui ho già dato mandato al mio legale di procedere per diffamazione nei confronti della testata e dei giornalisti che hanno scritto quelle falsità". "Inoltre – conclude – il reddito di cittadinanza è una misura che non ho mai condiviso, ma devo dire che averla tolta ha pure messo in difficoltà tanti Comuni che ora si trovano a fronteggiare situazioni di disagio di molti cittadini". —[email protected] (Web Info)
Ladri in casa del capitano dell’Atalanta Toloi, rubati gioielli e orologi
(Adnkronos) – Ladri in casa del capitano dell'Atalanta Rafael Toloi, a Bergamo. Il colpo, secondo quanto riferisce L'Eco di Bergamo, sarebbe stato compiuto nel pomeriggio della scorsa domenica, mentre il giocatore era impegnato nella partita Atalanta-Bologna al Gewiss Stadium. Nessuno della famiglia del difensore era in casa e i ladri hanno avuto tutto il tempo di fare razzia di gioielli e orologi di ingente valore. Al rientro, la famiglia ha trovato tutto sotto sopra. Sul posto è arrivata la polizia, con gli uomini della scientifica che hanno effettuato i rilievi, alla ricerca di eventuali impronte. Toloi è il quinto calciatore della Dea ad essere vittima dei ladri, dopo Boga, Muriel, Demiral e Scamacca. Ad agire sarebbe forse un gruppo specializzato nei furti in casa di giocatori di calcio. —[email protected] (Web Info)
Gp Arabia Saudita, la gara oggi in tv: orario, dove vederla
(Adnkronos) – Sabato 9 marzo Sarà Max Verstappen a partire in pole sul circuito di Gedda oggi, 9 marzo, al Gp di Arabia Saudita Gedda, seconda gara del Mondiale 2024 di Formula 1. Dietro al pilota olandese, la Ferrari di Charles Leclerc. Ecco gli orari e dove vedere la gara in tv e streaming, Il pilota olandese campione del mondo ha girato in 1'27''472 e precede la rossa del monegasco (+0''319). La Ferrari applaude anche il debuttente Oliver Bearman: il 18enne inglese, in pista al posto di Carlos Sainz operato d'appendicite, ha fatto segnare l'undicesimo tempo in 1'28"642, restano fuori dal Q3 per 36 millesimi. Oggi nel Gp partirà quindi dalla sesta file e dall'undicesimo posto. In seconda fila scatteranno la Red Bull del messicano Sergio Perez (+0''335) e la Aston Martin dello spagnolo Fernando Alonso (+0''374), quarto in griglia. Quinto e sesto tempo in terza fila per le McLaren di Oscar Piastri (+0''617) e Lando Norris (+0''660). In quarta fila, al settimo e ottavo posto, le Mercedes di George Russell (+0''844) e Lewis Hamilton (+0''988). Completano la top ten, in quinta fila, la RB di Yuki Tsunoda (+1''075) e la Aston Martin di Lance Stroll (+1''100). Dopo le prove libere e le qualifiche, sarà possibile vedere anche la gara in diretta tv e in streaming: l'appuntamento è per le ore 18 su Sky Sport Uno, Sky Sport F1, Sky Sport 4K e in streaming su NOW. La gara sarà quindi trasmessa in differita su TV8 alle 21.00. —[email protected] (Web Info)
Sanità, Sorrentino (Fp Cgil): “serve mobilitazione, Governo svende Ssn”
(Adnkronos) – A fine dicembre 2023 i sindacati dei medici e degli infermieri hanno scioperato due volte per rivendicare un'azione di sostegno alla sanità pubblica. A giugno era stata la Cgil a scendere in piazza. Le liste d'attesa per esami e visite e i pronto soccorso rimangono un problema in tante regioni. Come si difende il diritto alla salute e l'attuazione dell'articolo 32 della Costituzione? "Serve una mobilitazione di popolo. Il Governo sta ridisegnando attraverso più provvedimenti il senso dello stesso articolo 32, la sanità non è già da tempo universale e sempre meno pubblica. Mantenimento dei tetti di spesa su personale e tetti al salario accessorio, mancata attuazione della riforma dell’assistenza territoriale e privatizzazione del Ssn, mancata attuazione del Dm 77 e incremento delle convenzioni ed esternalizzazioni, incentivazione del ricorso alle prestazioni a pagamento dentro e fuori il Ssn, danno la dimensione del disinvestimento del Governo nel Ssn e nella giusta valorizzazione degli operatori". Così Serena Sorrentino segretaria generale della Funzione Pubblica Cgil, in un'intervista all'Adnkronos Salute sulla presente e futuro della sanità pubblica e dei suoi lavoratori. La segretaria generale entra nel merito. "L’idea che le 'farmacie dei servizi' e le 'aggregazioni funzionali territoriali' della medicina generale e gli studi dei medici convenzionati della medicina generale e specialisti diventino il sostituto delle case di comunità non risponde a quella esigenza di integrazione, universalità e modelli organizzativi basati su équipe multidisciplinari che è la vera riforma territoriale che i cittadini e gli operatori auspicano – ricorda Sorrentino – Il ministro Schillaci continua a rilasciare interviste in cui afferma di voler portare a termine la riforma contenuta nel Pnrr ma poi negli atti normativi, a partire dalla legge di bilancio, e nella rimodulazione dello stesso Pnrr dimostra di andare in direzione opposta e contraria. Tra i due modelli c’è una differenza di fondo: uno è orientato alla presa in carico del cittadino e nella cura durante tutto l’arco della vita, l’altro è orientato alla moltiplicazione dei centri di erogazione delle prestazioni".
Dal 2020 al 2022 la sanità è stata la priorità per i governi che si sono succeduti, con la fine della pandemia è tornata ad essere un 'problema' delle Regioni. Con l'autonomia differenziata c'è il rischio che il divario Nord-Sud si amplifichi? Il 'biglietto' per i viaggi della speranza per curarsi tanti non possono permetterselo. Perché l'Italia non riesce seriamente in una serie riforma sanitaria? "La sanità rappresenta due terzi dei bilanci delle Regioni, attorno alla salute ruotano interessi notevoli che vanno dalle nomine dei dirigenti (nonostante le norme che dovrebbero garantire separazione tra indirizzo politico e gestione) agli appalti, al mercato delle prestazioni destinate ai gestori privati – rimarca Sorrentino – Più il Ssn viene definanziato e smembrato, penso allo svuotamento dei dipartimenti, del territorio, alla mancata riforma delle cure primarie e della rete delle cronicità, più questo spazio pubblico che si riduce viene riempito da due fenomeni crescenti e contrapposti che allargano la forbice delle disuguaglianze: la rinuncia alla cura, il rivolgersi al mercato privato"
Dieci nodi da sciogliere per la sanità pubblica. "
Primo nodo da sciogliere il ruolo della medicina convenzionata, il secondo la programmazione dell’offerta formativa, terzo quello relativo alla valorizzazione del personale sia in termini assunzionali che di adeguamento delle retribuzione, quarto – osserva Sorrentino – non considerare i Lea come la soglia massima di garanzia a cui tendere ma il livello minimo da assicurare, quinto standard di qualità, appropriatezza e personale dovrebbero valere per pubblico e privato convenzionato con il vincolo della parità retributiva per contrastare distorsioni (come i gettonisti e il dumping contrattuale), sesto riabilitare la medicina di iniziativa come il centro della presa in carico investendo il doppio delle risorse in prevenzione (oggi molto al di sotto del 5% previsto dagli standards europei)". "Settimo cambiare il meccanismo di finanziamento del sistema salute non più facendo riferimento alla spesa in base al Pil (indicatore utile ma non sufficiente) ma agli esiti di salute attesi in base alla programmazione del Patto per la salute e dai Piani sanitari regionali rendendo l’epidemiologia e i profili di comunità strumenti alla base della valutazione di impatto della programmazione sanitaria, ottavo – prosegue la sindacalista – tenere insieme gli investimenti nella ricerca sanitaria pubblica con lo sviluppo di un sistema di produzione di farmaci e tecnologie biomedicali pubbliche mettendo a valore anche ciò che già esiste nel campo protesico e riabilitativo come il centro di Budrio Inail, nono integrare nel sistema delle cure di base e di comunità il benessere psicologico recuperando l’esperienza della presenza di supporti specialistici nel sistema di istruzione, nei consultori familiari, potenziando e capillarizzando l’esperienza dipartimentale sulla salute mentale, decimo investendo nei dipartimenti di prevenzione in raccordo con i sistemi di vigilanza sul fronte della salute, della sicurezza, dell’igiene pubblica". "Se la persona non torna al centro della cura, la sanità continuerà a ruotare attorno alle prestazioni che non è detto che tutelino la salute ma troppo spesso solo gli interessi speculativi".
Il precariato nella sanità. "Il nostro sistema è rigido e respingente alle innovazioni ma incontriamo tanti giovani operatori sanitari che ci chiedono di continuare nella nostra lotta perché non vogliono rinunciare a curare, ma vogliono farlo con dignità e strumenti adeguati. Forse c’è scoramento perché i sanitari, al pari della sanità, non sono trattati come una priorità nell’agenda politica, tuttavia riscontriamo nelle mobilitazioni di questi mesi che non c’è rassegnazione ed è per questo che invece sono centrali nell’agenda sociale, della Cgil e di tantissimi movimenti e associazioni, della cittadinanza. Serve una mobilitazione trasversale e generale per rilanciare il Servizio sanitario nazionale di cui i sanitari devono essere protagonisti insieme ai cittadini, come fu per la conquista di leggi importanti che ancora oggi configurano il profilo di attuazione dell’articolo 32 della Costituzione in Sanità: la legge 833 del 78, la legge 194 del 78, la legge 180 del 78". Così Serena Sorrentino segretaria generale della Funzione Pubblica Cgil, in un'intervista all'Adnkronos Salute sulla presente e futuro della sanità pubblica e dei suoi lavoratori. "Il precariato e l’assenza di prospettive di carriera che camminano con il percorso di aggiornamento professionale, le condizioni di lavoro usuranti sono i tre nodi a cui dare risposte attraverso un piano straordinario di assunzioni – suggerisce – come chiediamo da tre anni come Fp Cgil, mettendo più risorse sui contratti e togliendo i tetti che limitano la crescita di salario e occupazione. La programmazione della formazione sanitaria, la mobilità internazionale, la leva della valorizzazione dovrebbero essere parte di un monitoraggio costante che consente di 'aggiustare' la programmazione in itinere. —[email protected] (Web Info)
Indian Wells, Alcaraz batte Arnaldi e va al terzo turno
(Adnkronos) – Carlos Alcaraz, numero 2 del mondo, batte Matteo Arnaldi per 6-7 (5-7), 6-0, 6-1 nel secondo turno dell’Atp Masters 1000 di Indian Wells. Dopo il successo con l’azzurro, lo spagnolo affronterà il canadese Felix Augier-Aliassime nella marcia di avvicinamento allo scontro con Jannik Sinner. L’iberico e l’altoatesino sono destinati a sfidarsi in semifinale, in un match che potrebbe consentire a Sinner di effettuare il sorpasso in classifica. —[email protected] (Web Info)












