(Adnkronos) – Anche Ornella Muti e sua figlia Naike sono stati ospiti al Forum della Gioventù che si è tenuto a Sochi, in Russia. Questo evento ha visto la partecipazione di una folta delegazione italiana, tra cui anche lo street artist italiano Jorit e il pianista Lorenzo Bagnati. "E' stata un'emozione grandissima, c'era un grande affetto nei miei confronti", ha dichiarato l'attrice in un video pubblicato su Instagram dalla figlia Naike Rivelli che aggiunge: "Ovunque siamo andate, in televisione, conferenze stampe, ci siamo sentite libere di poterci esprimere su tutto, abbiamo parlato di pace, di eco-fashion. E' stato bello poter dire la nostra". Inoltre, durante il Forum, è stato svelato un murale dedicato a Ornella Muti, che è molto popolare in Russia. L’attrice, insieme alla figlia, ha partecipato all’inaugurazione del murale, incontrando l’artista 33enne Jorit che ha chiesto al presidente Vladimir Putin una foto "per dimostrare che è umano" e che "la propaganda dice cose non vere". —[email protected] (Web Info)
Continua a crescere il fatturato di Menarini e con 4,375 mld euro nel 2023 segna +5,3%
(Adnkronos) –
Continua a crescere il fatturato di Menarini che, raggiungendo i 4,375 mld di euro nel 2023, segna un +5,3% rispetto ai 4,155 mld del 2022. I dati sono stati presentati dall'azionista Lucia Aleotti, membro del board della farmaceutica, ieri sera durante un evento con la stampa a Firenze, dove ha sede la multinazionale. Il Gruppo si conferma solido, con un Ebitda – si legge in una nota – tra i 340-350 milioni (erano circa 400 milioni nel 2022) e un fatturato consolidato in costante aumento dal 2010, quando ha superato per la prima volta i 3 miliardi, costituito per il 96% dal settore farmaceutico, per il 3% dalla diagnostica e realizzato, per il 79% all'estero, mentre il 21% in Italia. È l’Europa il cuore produttivo di Menarini. Presente in 140 paesi, 17.800 dipendenti (49,5% donne), conta 12 dei 18 stabilimenti produttivi nel vecchio continente ( 8 in Italia) e 9 centri di ricerca e sviluppo: 4 in Italia, altri 2 in Ue, 2 in Usa e uno a Singapore. Il Gruppo, nel 2023 ha prodotto 833 milioni di medicinali (erano 762 milioni nel 2022), di cui 609 prodotte internamente per un totale di 16,1 miliardi di compresse.
Si rafforza la presenza di Menarini in oncologia, grazie all’acquisizione, nel 2020, dell’americana Stemline. L’azienda biofarmaceutica, per il farmaco Elzonris* (tagraxofusp), terapia per il Bpdcn – la neoplasia a cellule dendritiche plasmacitoidi blastiche, una patologia ematologica maligna rara – dopo l’approvazione dell’Agenzia americana (Fda), ha ricevuto il via libera dall’Agenzia europea dei medicinali (Ema) nel gennaio del 2021 come monoterapia per il trattamento di prima linea dei pazienti adulti con Bpdcn e la commercializzazione, con il primo lancio in Germania, nel giugno 2021. Tagraxofusp è anche in sperimentazione per ulteriori indicazioni per lo stesso target molecolare (Cd123+) tra cui la leucemia mieloide acuta, la mielofibrosi e la leucemia mielomonocitica cronica. Sempre in ambito oncologico, a gennaio 2023 la Fda ha approvato, con procedura 'Fast Track e Priority Review', Orserdu* (elacestrant) di Stemline per il trattamento orale come monoterapia del carcinoma mammario Er+/Her2- avanzato o metastatico, con mutazioni di Esr1, per donne in post-menopausa e uomini adulti. A settembre è arrivata l’approvazione in Europa da parte dell’Ema, seguita dalla Norwegian Medicine Agency in Norvegia e dalla Icelandic Medicines Agency (Ima) in Islanda; dal ministero della Sanità degli Emirati Arabi Uniti e dalla Sfda (Saudi Food & Drug Authority) nel settembre 2023 e da Mhra nel Regno Unito lo scorso dicembre. Sulla stessa molecola sono in corso altri studi di combinazione con altri farmaci e in monoterapia per fornire ulteriori opzioni di trattamento ai pazienti affetti da carcinoma mammario.
Oltre all’oncologia, con particolare attenzione all’oncoematologia e ai tumori solidi, la ricerca e sviluppo di Menarini si focalizza nell’area cardio-metabolica, con un ipocolesterolemizzante (obicetrapib), e degli anti-infettivi per malattie complicate delle vie urinarie e intraddominali, ma anche della cute e delle strutture cutanee. Nel corso del suo intervento, Lucia Aleotti, oltre a fare il punto sui principali dati del Gruppo, si è soffermata sull'evoluzione e della strategia dell'azienda. E' seguito l'intervento del Ceo di Menarini, Elcin Barker Ergun, incentrato sulle attività del Gruppo negli Stati Uniti e alle nuove prospettive. —[email protected] (Web Info)
Angola/ Giovane volontario italiano muore in un incidente stradale
Una notizia triste e dolorosa.
Si trovava in Angola per aiutare i bambini vittime di guerra ma qualcosa è andato storto ed è rimasto vittima di un incidente stradale che gli è costato la vita.
Il giovane italiano, originario di Verona, che aveva compiuto 35 anni alla fine della scorsa settimana, è morto in sella alla sua moto per cause che sono ancora in via di accertamento.
Nel 2016 in un altro incidente stradale aveva perso una gamba.
Foto di repertorio
Emergenza zanzare, il progetto: maschi killer come insetticidi green
(Adnkronos) – Combattere le zanzare usando le zanzare. Trasformandole cioè in 'insetticidi green' a effetto immediato, da utilizzare al bisogno per contrastare sul nascere eventuali focolai di infezioni come la Dengue. E siccome a trasmettere malattie sono le femmine, "la nostra idea è creare maschi di zanzara tigre geneticamente modificati in laboratorio che, liberati in natura, accoppiandosi con le femmine della loro specie sostanzialmente le uccidono". Amanti killer, assassini inconsapevoli. Paolo Gabrieli, biologo dell'università Statale di Milano, spiega così all'Adnkronos Salute il progetto che porterà avanti grazie a una delle 3 borse di studio da 150mila euro l'una assegnate in questi giorni dalla Fondazione Inf-Act con la collaborazione della Fondazione Armenise-Harvard. Grant destinati a scienziati a metà carriera, camici giunti 'nel mezzo del cammino', troppo spesso trascurati dai finanziamenti alla ricerca. Classe 1983, fin dalla laurea in Biologia Gabrieli si è dedicato allo studio degli insetti che trasmettono patologie umane e animali. Le
arbovirosi: un'emergenza in crescita
tra globalizzazione e cambiamento climatico, minaccia su cui si concentra sempre di più l'attenzione delle autorità sanitarie internazionali. Dopo esperienze di formazione e ricerca in Italia (università di Pavia, Perugia e Milano) e all'estero (Imperial College di Londra in Uk, Harvard School of Public Health di Boston negli Usa), oggi lo scienziato è professore di Zoologia in UniMi. "L''Armenise-Harvard Inf-Act Mid-Career Award' – afferma – mi permette di consolidare il gruppo di ricerca e di realizzare i nuovi approcci scientifici che ho immaginato per controllare in modo eco-compatibile le zanzare e le malattie che trasmettono. E' anche di vitale importanza per raccogliere nuovi dati e cercare ulteriori finanziamenti che ci permettano di conseguire l'obiettivo finale". "La tecnologia più efficace contro le cosiddette malattie trasmesse da vettori – ricorda Gabrieli – è il controllo delle zanzare. A questo scopo oggi si utilizzano gli insetticidi, che però comportano diversi problemi: possono essere tossici per l'ambiente e la salute umana, e sempre più spesso incontrano insetti diventati resistenti anche a più di un prodotto". Un po' come avviene con gli antibiotici, che usati troppo e male favoriscono lo sviluppo di superbatteri invulnerabili ai farmaci, "più utilizziamo insetticidi chimici e più rischiamo di selezionare popolazioni di 'super zanzare' insensibili alla loro azione. Servono quindi alternative per controllare le zanzare in maniera eco-compatibile".
La strategia ideata da Gabrieli e colleghi si ispira alla 'tecnica dell'insetto sterile' teorizzata negli anni '50 del secolo scorso. "I maschi di una specie – illustra il ricercatore – vengono presi, sterilizzati e reimmessi in natura, dove si accoppiano con femmine della stessa specie che quindi depongono uova sterili", ossia non figliano. Due i problemi: da un lato "per ridurre la popolazione complessiva di quell'insetto ci vuole tempo, bisogna aspettare delle generazioni", ragiona l'esperto. Dall'altro lato, "le femmine in circolazione continuano a pungere uomini o animali". Per le zanzare femmine, infatti, assicurarsi un pasto di sangue è essenziale per avere le energie necessarie alla riproduzione. E anche se accoppiandosi con maschi sterili non diventeranno 'mamme', le uova le depongono comunque e perciò devono mangiare. Pertanto "continuano a pungere, quindi a trasmettere almeno per un certo periodo eventuali infezioni". "Ciò significa che questo tipo di approccio non può essere usato in caso di focolai – chiarisce Gabrieli – perché funziona, ma nel tempo, sulle generazioni successive. Non nell'immediato come l'insetticida, ma preventivamente, per abbassare la popolazione di zanzare nel futuro. La strategia che abbiamo ideato, invece, agisce sempre sulle zanzare maschio, ma permette di controllare la popolazione di zanzare femmine subito". Come? "Attraverso tecniche di modificazione genetica – descrive lo scienziato – creiamo insetti maschi che rilasciati in natura, accoppiandosi, uccidono le loro femmine". In altre parole, con il loro 'abbraccio mortale' questi maschi assassini "funzionano come un insetticida. Però eco-compatibile". Zanzare contro zanzare, maschi contro femmine a fin di bene. Ma la prospettiva è l'estinzione? "In questo momento – precisa Gabrieli – parliamo di studi confinati in laboratorio. Lo scopo del nostro lavoro è dimostrare che la tecnica può funzionare nel controllo immediato di popolazioni di zanzare potenzialmente infettive, attraendo nuovi fondi per completare il progetto e trasferirlo dal bancone al campo". Tuttavia, puntualizza il biologo, "va considerato che la zanzara tigre, specie invasiva al centro dei nostri studi, è un problema in Europa e lo sta diventando anche in Italia. Molto probabilmente i focolai autoctoni di Dengue e Chikungunya che abbiamo registrato sono dovuti proprio alla presenza della zanzara tigre nel nostro Paese, perché è l'unico vettore in circolazione in Italia capace di trasmettere queste malattie. E l'approccio previsto dall'Ue è che, se abbiamo la possibilità di estinguere le specie di zanzare invasive, dobbiamo farlo". "Ecco dunque che bisogna fare dei distinguo. L'obiettivo del nostro progetto è il controllo della popolazione di zanzare – ribadisce il ricercatore – ma la tecnica" dell'amante killer "può essere declinata in base alle necessità contingenti e al pericolo rappresentato dalle diverse specie, perseguendo scopi differenti. Bisogna comunque ricordare che nella realtà – riflette Gabrieli – non saremo mai capaci di estinguere una specie dal pianeta Terra, probabilmente neanche di estinguere singole popolazioni a livello locale o micro locale. Si punta sul controllo, perché per trasmettere efficacemente un'infezione serve un certo numero di zanzare determinato da regole e modelli matematici. Se noi teniamo abbastanza basso il numero di zanzare, il ciclo di trasmissione della malattia che portano è molto improbabile". Il fine ultimo è questo. —[email protected] (Web Info)
Inchiesta Perugia, Cantone: “Numeri mostruosi, è uscito fuori un verminaio”
(Adnkronos) – È terminata dopo circa tre ore l’audizione del procuratore di Perugia Raffaele Cantone sul caso dell’inchiesta di Perugia, davanti alla Commissione parlamentare Antimafia. Il procuratore ha lasciato Palazzo San Macuto dove tornerà alle 14.30 per essere sentito davanti al Copasir. "Bisogna tutelare le banche dati, non solo quella della Dna, ma tutte quelle che hanno atti giudiziari", ha detto Cantone, che ha affermato che quelli dell'inchiesta sono "numeri molto più preoccupanti di quelli emersi, inquietano, sono mostruosi". "In questi mesi, da quando è uscita la prima notizia – continua il procuratore -, come procura di Perugia abbiamo fatto atti delicatissimi, abbiamo sentito per due volte il ministro della Difesa che va ringraziato per la sua scelta di rivolgersi all'autorità giudiziaria", spiega aggiungendo che in questo modo ha consentito di "far uscire questo verminaio". "Il mercato delle sos non si è affatto fermato", ha spiegato, sottolineando che le ricerche sono proseguite anche dopo che ci fu la fuga di notizie sull'inchiesta. "La vicenda è oggettivamente molto grave, il numero di accessi fatti è eccessivamente elevato e rende evidente che in 4 anni gli atti consultati sono tantissimi", ha aggiunto Cantone, che ha spiegato: "Laudati ha detto che intende rendere dichiarazioni e lo aspettiamo". "Quella effettuata da Striano – continua il procuratore di Perugia – è una ricerca spasmodica di informazioni su una serie di soggetti che spesso si è limitata a quella richiesta di informazioni, non spetta a me dire se è dossieraggio". Cantone ha quindi ricordato che qualcuno ha detto che la procura di Perugia ha smentito la presenza di un dossieraggio e precisato che in questi giorni "la procura non ha parlato con nessuno".
Al momento non sono emersi "elementi che ci facessero pensare a finalità economiche", ha detto ancora sottolineando che sono stati ovviamente svolti controlli sui conti del finanziere indagato. Nel corso dell'audizione Cantone ha ricordato che "l'atto in sé ha una sua valenza anche in relazione a chi lo utilizza" e ha sottolineato che "l'attivita ha riguardato soprattutto atti non coperti da segreto e ciò ci ha tranquillizzato rispetto a un'attività che resta comunque massiva".
Riguardo ai rapporti tra il finanziere indagato e i giornalisti coinvolti nell'indagine, Cantone ha osservato: "Ci risulta che Striano con una serie di giornalisti aveva rapporti di amicizia", ha detto il procuratore precisando che non si sa come il rapporto era nato ma che "non ci sono elementi per ritenere che ci siano state segnalazioni" da parte di qualcuno rispetto alla figura del finanziere. "L'indagine è affidata al gruppo valutario della Gdf di cui mi fido", ha continuato il procuratore ricordando che la Gdf "è la prima che ha ricevuto un danno" ed è "motivata ad arrivare alla fine di quanto accaduto". E ancora: "Qualcuno ha detto che stiamo attaccando la libertà di stampa, per me è un principio fondamentale e la stampa svolge un ruolo determinante. Conosco bene quali sono i limiti e i diritti della stampa". "I giornalisti sono solo quattro, altre quattro persone avevano rapporti con Striano ma non sono giornalisti", ha precisato Cantone riguardo ai cronisti coinvolti nell'inchiesta. Come spiega Cantone, "l'imputazione è provvisoria" e "abbiamo limitato le imputazioni a questi casi in cui abbiamo ritenuto, in base a elementi forti, che non c'era una notizia data alla stampa ma che la stampa aveva commissionato attività di informazione all'ufficiale di polizia giudiziaria. Un'ipotesi investigativa che speriamo sia smentita". "Questo numero enorme di dati, di informazioni, di atti scaricati alla banca dati della procura Antimafia, che fine ha fatto? Quanti di questi dati possono essere utili per cento ragioni? Ci preoccupiamo della criminalità organizzata, della stampa, ma quante di queste informazioni possono essere utili anche, per esempio, ai servizi stranieri e a soggetti che non operano nel nostro territorio nazionale? Tra l'altro tra i dati scaricati ci sono informative banali ma anche atti coperti dal segreto", ha domandato quindi Cantone. Secondo il procuratore "sarebbe impossibile contestare l'associazione a delinquere, non c'erano gli elementi". Secondo l'accusa, l'indagato "fa una serie di favori a una serie di soggetti che fra loro non hanno rapporto". "Il tema delle infrastrutture informatiche evidenzia che ovunque ci sono accessi abusivi. C'è bisogno di meccanismi contro gli attacchi esterni, ma anche rispetto agli attacchi interni le banche dati sono vulnerabili, ha aggiunto. "Il commissariamento della procura Antimafia è una boutade perché un organo giudiziario non può essere commissariato", ha poi detto rispondendo a una domanda sulle polemiche sulla Procura nazionale Antimafia della quale qualcuno ha chiesto il commissariamento. "Noi abbiamo sentito il senatore Lotito come persona informata dei fatti", ha quindi detto rispondendo alle domande dei commissari e precisando che "la nostra indagine riguardava il confezionamento della annotazione". "Non abbiamo ritenuto che fossero emersi elementi", ha proseguito Cantone quanto alla sua inchiesta aggiungendo che si è dunque deciso "di trasmettere a Roma che si sta occupando della vicenda specifica". Riguardo alle tipologie di accessi al centro dell'indagine, spiega, "ci sono nomi anche rilevanti, c'è la compagna di un ex presidente del Consiglio che non era di centrodestra, ma certamente la maggior parte degli accessi ha riguardato esponenti di centrodestra. C'era anche un esponente del Pd: se qualcuno avesse spiegato e volesse spiegare il perché sarebbe molto più semplice capire ma le valutazioni politiche spettano a voi". "Il Csm valuterà se e quando sentirci, noi ci siamo messi a disposizione. Le cose sono state dette in seduta pubblica, quindi si potrebbe anche ritenere sufficiente ciò che abbiamo detto”, ha aggiunto. —[email protected] (Web Info)
Ppe ricandida Von der Leyen: “Populisti vogliono distruggere Ue”
(Adnkronos) –
Ursula von der Leyen eletta Spitzenkandidatin, candidata di punta alla presidenza della Commissione Europea, del Ppe dal congresso del partito a Bucarest a maggioranza. Su 499 voti espressi, spiega l'eurodeputata Esther de Lange, 10 sono invalidi o nulli; su 489 voti validi, i sì per von der Leyen sono stati "400", i no "89".
Il Ppe non permetterà "mai" che l'Europa venga "distrutta" da "nazionalisti, populisti e demagoghi", ha detto von der Leyen nel suo discorso. "Qui, a casa nostra – afferma – gli amici di Putin tentano di riscrivere la storia e di dirottare il nostro futuro. Diffondo odio dalle loro tastiere. Non ci devono essere dubbi su che cosa è in gioco in queste elezioni: la nostra Europa, pacifica e unita, viene sfidata come mai prima, da populisti, nazionalisti e demagoghi, che siano di estrema destra o di estrema sinistra", come il "Rassemblement National. I nomi possono essere diversi, ma il fine è lo stesso: vogliono calpestare i nostri valori, vogliono distruggere l'Europa. E il Ppe non permetterà mai che questo accada", afferma. In Europa, ricorda poi von der Leyen, "quando siamo uniti possiamo smuovere le montagne. Abbiamo superato una pandemia globale: i cittadini in ogni Stato membro hanno avuto i loro vaccini" contro la Covid-19 "nello stesso momento, nella loro giusta quota. Molti pensavano che fosse impossibile, ma lo abbiamo fatto. Insieme". In questi anni "abbiamo rafforzato i confini europei e continueremo a farlo. Lasciatemi parlare chiaro: abbiamo rispettato i nostri obblighi internazionali nel passato, lo facciamo oggi e lo faremo in futuro. Ma siamo noi, gli europei, che decidiamo chi viene in Europa e in quali circostanze, non il crimine organizzato dei trafficanti", dice. "Il nostro messaggio è chiaro: amici miei, in tempi di cambiamento l'Europa vi copre le spalle. Questo è il nostro messaggio". "Sono fiduciosa – continua – perché se qualcuno mi avesse detto che negli ultimi cinque anni avremmo dovuto affrontare una pandemia globale, una guerra sul suolo europeo e la peggiore crisi energetica degli ultimi 40 anni, nessuno avrebbe mai creduto che ne saremmo usciti più forti. Ma è quello che abbiamo fatto. L'Ue ha dimostrato più volte una notevole resilienza, perché il mercato unico è il nostro porto sicuro e l'economia sociale di mercato è il nostro segno distintivo. Funziona per le persone, sia che vogliano assicurarsi un lavoro, che vogliano avere una famiglia, sia che stiano risparmiando per una casa, stiano affittando un appartamento o vogliano studiare in un'altra città", conclude. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Omicidio Tramontano, l’altra donna di Impagnatiello: “Dissi a Giulia di salvare lei e il bimbo”
(Adnkronos) – Quando ha conosciuto Alessandro Impagnatiello, l'uomo a processo per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano, "mi ha detto che era fidanzato, poi che si erano lasciati e che lui non voleva più stare con lei. Da dicembre del 2022 mi diceva che non stavano più insieme, che lei non abitava più a Senago. Mi ha invitato a casa sua, solo la prima volta c'erano tracce di Giulia, delle sue foto". Inizia così la testimonianza, protetta da un paravento, dell’ex collega di lavoro con cui Impagnatiello aveva una relazione parallela. "Ho capito che lei era ancora nella sua vita quando è stato in vacanza a Ibiza, tra marzo e aprile, ho visto delle foto. Lui ha detto che era incinta ma il bambino non era il suo, ma frutto di un incontro occasionale, che lui era lì per aiutarla perché lei voleva farsi del male, voleva uccidersi ed era bipolare", racconta, mettendo in fila gli ultimi mesi di vita di Giulia incinta al settimo mese del piccolo Thiago. "Dall’inizio ha detto che non era il padre, io ho chiesto di vedere il test perché non gli credevo, poi ci ho creduto per un po’ quando ho visto il test che mi ha fatto vedere", spiega. Quando lui le presta un tablet tutto per la giovane diventa chiaro: "Dalla cronologia ho visto che ha cercato ‘come creare un documento’. Non volevo agire subito, dopo avermi mentito la prima volta ho preferito aspettare per non essere ancora ingannata".
Nell’aula del tribunale di Milano risuona, per la prima volta, la voce di Giulia Tramontano, uccisa con 37 coltellate dall’ex compagno. Gli audio sono conversazioni tra Giulia e l’altra donna dell’imputato che si confessano le bugie dell’ex barman. “Avevo deciso di dire tutto a Giulia, che doveva sapere. Qualche giorno prima del 27 maggio del 2023 (giorno dell’omicidio, ndr) avevo parlato con lui, ma lui nonostante le prove continuava a negare. Una sera, tra il 24 e il 25 maggio, gli ho detto che era finita, lui continuava a negare: diceva che non era il padre, che non stava con Giulia, che voleva stare con me. Ha continuato a negare, sempre. ‘Se non ci credi chiama Giulia’ mi ha detto per convincermi della verità, ma io avevo già deciso di chiamarla e il giorno dopo l’ho fatto”, il racconto, sempre più drammatico, dell’ex collega di lavoro. “Le ho spiegato chi fossi e la situazione, io sono stata incinta e nei suoi panni avrei voluto sapere chi avevo a fianco. Lei mi ha ringraziato e mi ha chiesto di vederci. All’inizio ha detto di non dire niente a lui, ma lui ha scoperto che ho parlato con lei ed era incazzato, si è arrabbiato con me perché il gioco era finito. Quando ha capito che Giulia stava venendo dove lavoravamo, lui è uscito prima nonostante entrambe gli avessimo chiesto di essere presenti” racconta la giovane che, nel gennaio – quando anche Giulia era incinta del figlio di Impagnatiello -, ha interrotto la gravidanza. Nell’incontro tra le due ragazze, poche ore prima del delitto, “Giulia mi ha detto che anche lei aveva dubbi da mesi. Le ho raccontato cosa fosse successo dal giorno che l’ho conosciuto, era sconvolta, turbata, ma le ho confermato dei dubbi” aggiunge la giovane che sottolinea che la 29enne più volte l’ha ringraziata. "Ti prego salvati, appena puoi salvati tu e il tuo bambino…", uno dei messaggi che nel pomeriggio del 27 maggio del 2023, si scambiano le due donne. A scriverlo è sempre l’ex collega dell’imputato, che prova a mettere in sicurezza la donna incinta al settimo mese. “Le ho scritto questo intendendo di salvarvi da una persona non onesta, che aveva due vite parallele” racconta nella sua testimonianza in aula. Una ‘complicità’ che porta a Giulia a chiederle “tutte le prove” delle bugie dell’ex barman, ma anche a lamentarsi di essere stata lasciata sola, di aver dovuto sistemare da sola i mobili nella stanza del bambino, tanto da chiedersi in chat: “che uomo e?”. In aula va in scena un racconto preciso della relazione tra lei e Impagnatiello con tanto di video (mostrati alla corte) della cena per il suo compleanno e la dichiarazione dell’imputato – “Sono ufficialmente fidanzato con te” – dando prova di un’altra bugia: per Giulia il compagno era a una grigliata tra amici. “Lei non era felice, il giorno che aveva preso i mobili per il bambino era da sola, erano stati mesi difficili per lei. Lei subiva la mancanza, l’assenza di Impagnatiello” racconta la giovane che ha anche offerto un tetto a Giulia per non farla tornare nell’appartamento di Senago dove la 29enne è stata uccisa a coltellate la sera del 27 maggio del 2023. Alessandro Impagnatiello alza per la prima volta lo sguardo in aula e lo fa quando sul proiettore vengono mostrate le immagini della festa per annunciare il sesso del bambino che la coppia aspettava. Pochi secondi che mostrano la casa di Senago. E l'imputato singhiozza dietro le sbarre. “Si lamentava del bruciore di stomaco, del mal di testa continuo, della spossatezza ma anch’io ne ho sofferto nelle mie tre gravidanze. Non abbiamo mai pensato altro, ora lo attribuisco ad altro”. Questo uno dei passaggi dell’intervento di Loredana Femiano, la mamma di Giulia Tramontano. Parole che sono importanti per l’accusa alla luce del tentativo, ripetuto più volte, dell’imputato di avvelenare la giovane. “Mi colpì quella vasca così sporca”, uno dei particolari che emerge dalla testimonianza. Secondo la ricostruzione della procura di Milano, l’imputato avrebbe tentato proprio lì di dare fuoco al cadavere della giovane, incinta del piccolo Thiago. "Ho avuto una buona impressione quando l’ho conosciuto, un po’ spavaldo ma non che trattasse male mia figlia. Una persona normalissima, assolutamente normalissima…”. Suonano quasi beffarde le parole della mamma di Giulia in aula, che continua: “Giulia non si trovava e io ero disperata, in lui – spiega – non ho visto nessuna disperazione”. È un Alessandro Impagnatiello “altalenante” quello che emerge nelle parole di mamma Loredana. È il 2 dicembre del 2022 quando la 29enne annuncia al telefono la gravidanza che crea problemi nella giovane coppia. "'Ho parlato con lui e lui il bambino non lo vuole' mi racconta Giulia. Forse io sono una mamma che cerca il lato buono delle cose e le dico ‘magari si è spaventato, non fasciarti la testa’. L’indomani mia figlia mi richiama e dice: ‘ne abbiamo parlato, tutto bene, stai tranquilla’. Questa calma apparente dura qualche giorno, lui si rimangia tutto: 'mi ha detto che non lo vuole più”. Un travaglio che porta Giulia a rivolgersi anche a un consultorio e a considerare l’idea di interrompere la gravidanza, un’ipotesi che per la mamma "non è un’idea condivisa, ma una resa" di fronte a un compagno che non si decide. "Tu cosa vuoi?, le chiedo. Tu una famiglia ce l’hai, sei autonoma, quello che decidi noi ci siamo", le parole della donna che dal banco dei testimoni cerca di non farsi travolgere dalle emozioni. “Alessandro mi chiamò e gli dissi: hai finito questa altalena? Lui rispose ‘Io ho paura, ho paura, io avevo altri progetti. Non posso pensare di avere un figlio, se torna al Sud io poi non posso crescere mio figlio. Ti chiedo perdono ma io il bambino lo voglio’” aggiunge la teste. A fine gennaio Giulia racconta alla madre che Impagnatiello le aveva confessato di aver un’altra relazione. “Ero stanca anch’io di soffrire per mia figlia, i figli ti fanno entrare nelle loro vite ma non ti fanno decidere al loro posto. Ero sconvolta quanto lei”. Poi lui ritratta ancora sull’altra relazione, “io ero sfinita da mamma, non oso immaginare lei…” dice ancora la testimone. "Noi un nipote lo desideravamo tantissimo e Giulia amava al vita", dice la mamma della vittima in una testimonianza emozionata ma precisa, con la donna che racconta della relazione nata tra la 29enne e l'ex barman fino alla sera di sabato 27 maggio scorso, giorno dell'omicidio, quando riceve un messaggio probabilmente scritto dall'imputato e che allarma il padre della giovane incinta al settimo mese. "Il giorno dopo, la domenica mattina (28 maggio, ndr) la telefonata abituale non è arrivata. Continuo a chiamarla, non dico nulla a mio marito per non allarmarlo, il telefono era fermo con un messaggio non recapitato e alle 16.30 non ce la faccio più e chiamo la madre di Alessandro", ma nessuno ha notizie di Giulia. Intorno alle 19 è lui a chiamarla: "Sono dai carabinieri, per caso sai dove è Giulia?" le parole dell'imputato. Il viaggio da Sant'Antimo (Napoli) a Milano è un viaggio di paure: "I dieci chilometri da Milano a Senago mi sembravano diecimila", poi l'incontro dove lui non appare disperato, mentre "i miei figli hanno smosso il mondo per trovarla". Le ultime domande sono a una donna che sembra aver perso tutto e "con l’inizio del processo le cose sono anche peggiorate, mi sembra di violare la sua vita ogni volta che si parla di lei e ho anche scoperto che lui ha venduto l'auto con cui ha trasportato Giulia a sua cognata: io la voglio rottamare, li mia figlia è stata messa in un sacco. Ora io e mio marito abbiamo mille difficoltà, non dormiamo, non usciamo più. Io ho perso una figlia e un nipote, ma i miei figli hanno perso la mamma perché io non lo sono più", conclude. —[email protected] (Web Info)
Sinner pronto per Indian Wells: “Obiettivo è migliorarmi sempre”
(Adnkronos) – "Il mio obiettivo resta diventare un giocatore migliore settimana dopo settimana. Indipendentemente dai risultati, lavoriamo per questo e spero di dare il 100% sotto ogni aspetto". Queste le parole di Jannik Sinner, pronto al debutto al torneo Atp di Indian Wells, primo Masters 1000 della stagione. L'azzurro debutterà contro Thanasi Kokkinakis venerdì, e arriva da imbattuto nel 2024 e con la possibilità di lasciare la California da numero 2 del mondo. "La cosa più importante rimane il lavoro: io sono ossessionato dal lavoro, se non lavoro sto male", ha detto aggiunto l'altoatesino, convinto "di avere ancora tanto da imparare e questa è la parte più divertente. Con il mio team siamo abbastanza aperti all’idea di lavorare anche durante i tornei. Abbiamo lavorato tanto dal punto di vista fisico e in campo per aggiungere ancora variazioni. Devo prepararmi ad affrontare giocatori che ora mi conoscono meglio. Sarà una bella sfida". —[email protected] (Web Info)
Merck, comprovata resilienza nell’anno di transizione 2023
(Adnkronos) – Comprovata resilienza durante l'anno di transizione 2023 per la società tedesca Merck, azienda leader nel settore scientifico e tecnologico. Un anno -spiega l'azienda, caratterizzato da condizioni di mercato difficili nei settori Life Science e materiali per semiconduttori. Il fatturato netto ha registrato un calo organico dell'1,6% a 21,0 miliardi di euro. L'Ebitda ha registrato un calo organico del 9,0% a 5,9 miliardi di euro. La forte performance delle vendite e degli utili del settore Healthcare dimostra i vantaggi del modello di business diversificato di Merck. Verrà proposto un dividendo stabile di 2,20 euro per azione. Le previsioni per l'anno fiscale 2024 stimano un ritorno alla crescita organica, con un fatturato ed Ebitda in crescita organica da lieve a moderata.
L'anno fiscale 2023 è stato caratterizzato da condizioni di mercato difficili, spiega l'azienda, con il significativo calo della domanda legata a Covid-19, come previsto, e la persistente riduzione delle scorte da parte di clienti chiave di Merck nel settore delle soluzioni di processo, oltre al rallentamento ciclico della domanda di materiali per semiconduttori. Complessivamente, le vendite nette del Gruppo sono diminuite del 5,6% (organicamente: -1,6%) a 20.993 milioni di euro. L'Ebitda è diminuito del 14,2% (organicamente: -9,0%) a 5.879 milioni di euro. "Abbiamo ottenuto risultati solidi in un anno di transizione come il 2023, nonostante le difficili condizioni di mercato, dimostrando la solidità delle nostre attività. Le nostre attività diversificate continueranno a beneficiare delle interessanti opportunità di crescita del mercato anche nel medio termine -ha sottolineato Belén Garijo, presidente del Comitato Esecutivo e Ceo di Merck-. Ora ci stiamo concentrando sul graduale ritorno alla crescita nel corso dell'anno fiscale 2024, definendo al contempo la nostra roadmap strategica per garantire a Merck una crescita redditizia e sostenibile a lungo termine". Nell'anno fiscale 2023, il fatturato netto del Gruppo è diminuito organicamente dell'1,6% rispetto all'anno precedente. Gli effetti dei cambi, dovuti principalmente all'andamento del dollaro statunitense e del renminbi cinese, hanno avuto un impatto negativo del 4,1% sulle vendite. L'ebitda è diminuito organicamente del 9,0%. I cambi hanno avuto un ulteriore impatto negativo sugli utili del 4,9%. Il margine dell'Ebitda pre è stato del 28,0%. L'utile per azione è stato di 8,49 euro. Su questa base, il Consiglio esecutivo e il Consiglio di sorveglianza proporranno all'Assemblea generale annuale del 26 aprile 2024 un dividendo di 2,20 euro per azione. Questo corrisponde al dividendo dell'anno precedente. —[email protected] (Web Info)
Attacco Houthi a nave cargo, morti tre membri dell’equipaggio
(Adnkronos) – I proprietari del mercantile True Confidence hanno confermato oggi in una nota che tre membri dell'equipaggio sono stati uccisi in un attacco missilistico sferrato ieri da miliziani Houthi nel Golfo di Aden, al largo della costa meridionale dello Yemen. Il mercantile colpito ieri batte bandiera delle Barbados ed è di proprietà della Liberia. Il governo di Manila ha precisato che due delle vittime sono marinai filippini. In una nota, il Dipartimento per i lavoratori migranti ha spiegato che altri due marinai filippini sono rimasti gravemente feriti. L'equipaggio della True Confidence, colpita a 50 miglia nautiche a sud ovest del porto di Aden, era composto da venti marinai tra cui 15 filippini. ''Le autorità hanno trasferito i filippini sopravvissuti in un porto sicuro'', ha aggiunto Manila. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna sono responsabili della militarizzazione del Mar Rosso. E' l'accusa mossa dai miliziani yemeniti che dopo il 7 ottobre hanno iniziato ad attaccare mercantili, affermando che si tratta di azioni condotte in solidarietà con la popolazione palestinese. "Gli statunitensi e i britannici soffrono le ripercussioni della loro militarizzazione del Mar Rosso'', ha affermato il portavoce degli Houthi Abdusalam Salah. —internazionale/[email protected] (Web Info)












