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Caos nuove tariffe al ribasso, 36mila posti lavoro a rischio, 1.000 medici

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(Adnkronos) –
La 'tagliola' del nuovo tariffario del Ssn per esami e visite, che doveva entrare in vigore il primo gennaio e poi è stato rinviato al primo aprile, potrebbe abbattersi anche sui posti di lavoro di ambulatori, laboratori e centri privati accreditati con "36mila posti di lavoro a rischio a livello nazionale, tra cui quelli di oltre 1.000 medici". Lo denuncia l'Uap, l'Unione ambulatori e poliambulatori, che chiede "un intervento del Governo per salvare il lavoro degli italiani, in quanto il nuovo Nomenclatore mieterà vittime sulle famiglie italiane".  L'Uap non si ferma. "Il 20 marzo verrà convocata l'assemblea nazionale a cui sono chiamate a partecipare tutte le parti interessate del Governo, per riuscire a capire la volontà sottesa all'applicazione del nuovo Nomenclatore tariffario, che prevede un taglio dei rimborsi dell'80%, danneggiando soprattutto il Sud Italia – rimarca l'Uap – già in piano di rientro, che purtroppo vedrà chiudere non soltanto le strutture sanitarie private accreditate, ma anche gli stessi ospedali pubblici, già in crisi, peggiorando la situazione dell'abbattimento delle liste di attesa, che diverrà irrecuperabile, e togliendo così l'assistenza e il sostegno a centinaia di famiglie".  "Rimaniamo a disposizione per un confronto al tavolo del ministero della Salute, proponendo di accettare immediatamente i Nomenclatori tariffari predisposti dalla Lombardia e dall'Emilia Romagna, Regioni virtuose, per evitare il fallimento dei propri ospedali pubblici e la chiusura delle imprese italiane", avverte l'Uap che evoca anche l'abuso di posizione dominante nella querelle sul Nomenclatore, visto che si può configurare quando si impongono dei prezzi o condizioni contrattuali inique.  —[email protected] (Web Info)

La storia: “Nostra farmacia clonata da bazar illegale online, vende di tutto senza ricetta”

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(Adnkronos) – C'è l'amoxicillina con acido clavulanico – dose da 250/125 mg – proposta a un prezzo che va da 30,39 euro per 10 pillole (3 euro circa l'una) fino a 268,97 euro per 180 compresse. Ma per la versione 875/125 mg si arriva anche a 994,86 euro per 270 pillole. Ci sono i 'tag' strategici, per esempio 'migliore augmentin* prezzo', per attirare chi è in cerca dell'affare nei bazar online. Affare come 270 capsule di amoxicillina da 250 mg a 30 centesimi l'una. Questo è solo un esempio dei medicinali elencati su un sito web che all'apparenza apparterrebbe a una farmacia del Centro Italia. Peccato che la farmacia in questione fino a qualche giorno fa non sapesse neanche di avere questo portale in cui – testuali parole – si possono "ottenere i farmaci generici più convenienti in Italia". In più "senza necessità di prescrizione medica", con "consegna rapida e discreta, garantendo la privacy" e con possibilità di pagare anche in "criptovalute". "Massima flessibilità", il motto.  "Ovviamente questo non è il nostro vero sito web. Di quello che stava accadendo ce ne siamo accorti noi – racconta all'Adnkronos Salute Stefano Sebastiani, titolare della Farmacia Sebastiani che si trova a Villa Raspa (Spoltore, provincia di Pescara) – In passato avevamo il dominio '.com' con il nome della nostra farmacia e non l'abbiamo più rinnovato, lasciandolo a dicembre per attivare invece 'farmaciasebastiani.it'. Qualcuno se n'è impadronito, usando però tutti i dati nostri, compreso l'indirizzo della nostra farmacia. Vendono di tutto senza ricetta, a prezzi bassissimi. Lunedì abbiamo fatto la denuncia, siamo andati alla Polizia Postale. Sicuramente si tratta di una truffa, perché stanno usando i nostri dati. La Polizia Postale ci ha spiegato che bloccherà il sito e cercherà di individuare i responsabili".  
Sembra che il portale 'fake' faccia base "in Inghilterra". E solo il numero di telefono non è quello reale della farmacia a cui è stata rubata l'identità, ma è falso. "Nel senso – puntualizza Sebastiani – che è un pezzo della nostra vecchia partita Iva. Nonostante tutto, però, le persone ci trovano. Vanno su Internet, rintracciano il nostro numero ed è capitato che ci hanno chiamato. E' comunque un danno d'immagine. Ci hanno chiesto come funziona, come si può comprare a quei prezzi. Ed è imbarazzante. C'è anche il rischio, tra l'altro, che si tratti di farmaci contraffatti". Nella lista delle categorie di farmaci proposti da questa 'farmacia' illegale online si spazia da Covid (salda come prima voce) agli antivirali (idrossiclorochina compresa), dagli antidepressivi a medicinali anticancro, da prodotti per asma e colesterolo alla pillola del giorno dopo e agli immancabili farmaci per la perdita di peso. In realtà questi prodotti non possono essere venduti così, con le modalità promesse da questo sito. L'Italia ha delle norme molto rigide e definite su quali tipologie di medicinali e prodotti si possono commercializzare online, e i siti che possono vendere farmaci sono autorizzati dal ministero e devono riportare un bollino: si tratta di farmacie che hanno anche uno spazio online e devono essere riconosciute e riconoscibili.  E ovviamente il sito web segnalato non ha nessuna di queste caratteristiche. Nello spazio dedicato alle domande frequenti, chi si nasconde dietro questa attività dichiara di offrire "una vasta selezione di farmaci generici per trattare varie condizioni mediche, dalla salute sessuale al controllo del diabete e altro ancora". Sostiene di garantire "la qualità" e di proporre prodotti "da aziende farmaceutiche approvate e conformi agli standard internazionali", ma senza fornire alcuna prova di ciò. E rassicura anche sulla privacy. Il tutto fra un refuso e l'altro, il che potrebbe insospettire.  "Quello che posso dire – conclude Sebastiani – è che mi auguro che ora il sito in questione possa essere smantellato e oscurato il più rapidamente possibile. E ovviamente invito le persone a non fidarsi di queste offerte. Dietro un prezzo conveniente può nascondersi qualcosa di pericoloso per la salute. Occorre verificare sempre e rivolgersi unicamente a chi è davvero autorizzato a vendere questo tipo di prodotti anche online. Con i medicinali non si scherza".  —[email protected] (Web Info)

Carlo Ancelotti accusato di evasione fiscale in Spagna, rischia il carcere

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(Adnkronos) – La Procura di Madrid ha chiesto 4 anni e nove mesi di carcere per il tecnico del Real Carlo Ancelotti, accusato di evasione fiscale. Secondo la 'Fiscalia' Ancelotti avrebbe evaso circa un milione di euro, dai proventi per i diritti di immagine, nel periodo 2014-2015, all'epoca della prima esperienza da tecnico delle merengues. Stasera l'allenatore emiliano guiderà i blancos nel ritorno degli ottavi di finale di Champions League contro il Lipsia. —[email protected] (Web Info)

Sanità, Giuliano (UGL): “Italia nazione del paradosso. Oggi carenza di medici, fra qualche anno rischio sovraffollamento”

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“L’Italia rischia di essere la nazione dove il paradosso può diventare normalità. La cronica carenza di medici sta mettendo a rischio il diritto all’assistenza per i cittadini. Però l’affannosa ricerca di soluzioni odierne se non sostenuta da una adeguata programmazione rischia di generare, tra un decennio, l’effetto contrario. Se è vero che nel breve bisogna far fronte all’esercito di professionisti che vanno in pensione o scelgono di abbandonare il SSN in futuro il rischio è di assistere ad una inversione di tendenza con giovani leve immesse nel mondo del lavoro a fronte di un ridotto numero di posti disponibili. Un quadro che potrebbe generare una crisi di sovraffollamento che, inevitabilmente, si ripercuoterebbe sulle possibilità di offrire posizioni libere e sulla forza delle retribuzioni. Generando così un mercato al ribasso, quando uno dei problemi della professione medica è l’adeguamento degli emolumenti alla media dei colleghi europei” dichiara Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della UGL Salute. “Bisogna quindi intervenire rapidamente – prosegue il sindacalista – per affrontare oggi con vigore le carenze del personale. Abbiamo un piccolo esercito di medici in formazione, gli specializzandi dell’ultimo anno, che vanno valorizzati, formati, cresciuti dando una spallata al mondo dei baroni della medicina. Basta con giovani camici bianchi utilizzati per svolgere funzioni burocratiche e amministrative quando il loro ruolo può già essere attivo. E da qui iniziare a inquadrare il futuro, collaborando con il mondo universitario, per indirizzare verso le specialità mediche più scoperte coloro che sceglieranno i percorsi di medicina e chirurgia. Senza programmazione, senza collaborazione la sanità italiana non riuscirà mai a rialzare la testa e garantire alla popolazione, nel nome della giustizia sociale, il diritto alle cure per tutti come sancito dalla nostra Costituzione” conclude Giuliano.

Regionali Abruzzo, domenica 10 marzo al voto 1.208.276 elettori

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(Adnkronos) – Domenica 10 marzo, dalle ore 7 alle ore 23, si vota per l’elezione del presidente della Regione Abruzzo e per il rinnovo del Consiglio regionale. Sono 305 i comuni al voto, per un totale di aventi diritto pari a 1.208.276, di cui 592.041 uomini e 616.235 donne su una popolazione censita di 1.275.950. Le sedi dei seggi elettorali sono 1.634 di cui 13 ospedaliere. —[email protected] (Web Info)

Madonna di Trevignano, il vescovo: “Nulla di soprannaturale”

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(Adnkronos) –
Non c’è nulla di soprannaturale nelle presunte apparizioni della Madonna di Trevignano. Il vescovo di Civita Castellana, mons. Marco Salvi, ha emesso un decreto nel quale scrive che “ riguardo ai fenomeni di apparizioni e rivelazioni asseriti da Gisella Cardia (all'anagrafe Maria Giuseppa Scarpulla) e da Gianni Cardia: constat de non supernaturalitate”. Il vescovo chiede alla presunta veggente di intraprendere un cammino di purificazione.  Alla luce di questo, il vescovo impone “ai sacerdoti il divieto: di celebrare i sacramenti o guidare atti di pietà popolare in modo tale da connettere entrambi, in modo diretto e indiretto, con gli eventi di Trevignano Romano, sia nei terreni di proprietà dell'Associazione 'Madonna di Trevignano ETS' che in altri luoghi privati, pubblici ed ecclesiali”. Divieto anche “di recarsi nel luogo dell'apparizione alimentando nei fedeli l'idea che vi sia un qualche riconoscimento ecclesiale”. Salvi impone anche “a Gisella Cardia e a Gianni Cardia e a tutti i soggetti a vario titolo coinvolti negli eventi di Trevignano, il rispetto e l'adesione alle decisioni del Vescovo diocesano, nonché la disponibilità a compiere un percorso di purificazione e discernimento che promuova e mantenga l'unità ecclesiale; chiarifico che il titolo "Madonna di Trevignano" non ha alcun valore ecclesiale e non può essere usato come se lo avesse, anche in ambito civile”.  Il vescovo Salvi avverte anche “i fedeli circa l'obbligo disciplinare e spirituale derivante dal pronunciamento ecclesiale di astenersi dall'organizzare e/o partecipare ad incontri privati e/o pubblici (siano essi di preghiera e/o di catechesi) che diano per certa e indubitabile la verità sovrannaturale degli eventi di Trevignano o che siano atti a fare pressione sul Vescovo diocesano per modificare le proprie legittime decisioni sugli eventi stessi. Infine, ricordo a tutti che la comunione di amore con la Beata Vergine Maria, Madre del Signore e della Chiesa, viene nutrita a partire dalla Parola di Dio e dalla liturgia della Chiesa, che sono il vero e reale luogo d'incontro quotidiano con Colei che ci viene donata dalla Trinità quale segno di consolazione e di sicura speranza”. Il ritratto che emerge della presunta veggente di Trevignano, Gisella Cardia, nel decreto del vescovo di Civita Castellana, è che sia “inattendibile” e “autoreferenziale”. “Il problema principale – scrive nel documento il vescovo – risiede nel modo in cui la presunta veggente ricava la verità che insegna, ovvero non dall'interpretazione della Tradizione e in particolare della Scrittura, ma a partire da presunte ispirazioni che provengono dalle Persone divine e da Maria. I numerosi errori dottrinali vengono legittimati non da un'argomentazione teologica, ma dalla ispirazione immediata rivolta da Dio e da Maria alla presunta veggente, per cui sono incontestabili ‘ex sede’". Ulteriore problema, scrive il vescovo, “è dato dalla eccessiva semplicità dei temi dei messaggi e delle esortazioni della presunta veggente, incapaci di formare realmente i fedeli perché ben lontani dalla ricchezza della Scrittura e della più ampia Tradizione ecclesiale. Si tratta di contenuti che potrebbero essere offerti da qualunque persona che abbia un minimo di dimestichezza con i temi della spiritualità cristiana. Tali contenuti si rifanno a quel profetismo popolare che accompagna la storia della Chiesa occidentale sin dal Medioevo e che non ha nulla a che fare con la mistica popolare di cui parla Papa Francesco. Questo ha una rilevanza teologica perché li rende non indicativi del carattere soprannaturale delle presunte apparizioni in esame”. Nel contenuto dei messaggi, infine, osserva mons. Salvi, “c'è anche un giudizio sulla Chiesa cattolica istituzionale. Essa è giudicata come appartenente in parte all'ambito della salvezza e in parte al regno del maligno in base alla sua corrispondenza con le ispirazioni ricevute dalla presunta veggente. Al di là delle dichiarazioni di principio, per Gisella Cardia la Chiesa è oggetto di valutazione e di giudizio a partire dalla sua personale visione dottrinale, peraltro influenzata da sacerdoti a lei noti ma che espongono idee e posizioni quantomeno opinabili. Un esempio di questa autoreferenzialità della presunta veggente è li rifiuto, da lei operato, del sacerdote a lei inizialmente destinato dal Vescovo emerito, mons. Rossi, quale accompagnatore spirituale, affermando che non era lui la persona voluta dalla Madonna, e la scelta di un’altra persona perché gradita alla Vergine. Dalle risultanze degli accertamenti peritali disposti dalla Curia, ai quali la Cardia ha accettato di sottoporsi, si può evincere l'inattendibilità della stessa”. —[email protected] (Web Info)

Cortei, Meloni a Forze Polizia: “Ingiusta campagna denigratoria contro di voi”

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(Adnkronos) – "Ritengo ingiusta la sistematica campagna di denigrazione alla quale siete stati sottoposti". Così, a quanto si apprende, la premier Giorgia Meloni, aprendo l'incontro con i sindacati delle Forze di Polizia a Palazzo Chigi, tutt'ora in corso. "Abbiamo ritenuto importante convocare questo incontro, anche alla luce di quello che è successo in questi mesi e in queste settimane. Come sapete, l’aumento delle manifestazioni di piazza, soprattutto dopo la riacutizzazione del conflitto in Medio Oriente, ha determinato un impegno, qualitativamente e quantitativamente, più intenso per tutti voi. Dal 7 ottobre a oggi, infatti, le iniziative di piazza sono state più di mille. L’Italia, a differenza di altre Nazioni, non ha vietato le manifestazioni a favore della Palestina perché per noi è fondamentale garantire il pieno diritto ad esprimere qualunque posizione politica. È un diritto che va bilanciato col rispetto delle regole che lo disciplinano e con la necessaria tutela degli obiettivi sensibili e che sono presi di mira dai manifestanti, molto spesso riconducibili a simboli più della religione ebraica che allo Stato di Israele (posto che anche questi ultimi vanno difesi)", le parole della premier a quanto si apprende. "Ci tengo a ricordare, in questa sede, che nel 97% delle manifestazioni che si sono svolte in questi mesi non c’è stata alcuna criticità. Solo nel 3% dei casi si sono riscontrate criticità e questo dimostra l’ottima gestione dell’ordine pubblico e la vostra capacità di proteggere i siti sensibili. Sono dati, questi, che è giusto ribadire e sottolineare, perché ritengo ingiusta la sistematica campagna di denigrazione alla quale siete stati sottoposti". "Non esiste solo il diritto a manifestare, che nessuno mette in discussione: esiste anche il dovere di rispettare delle regole, che sono state fissate – e più volte sono state ritenute conformi alla Costituzione – proprio per ridurre i rischi di incidenti. Non si tratta di vuoti formalismi. Sono le regole del gioco democratico. Senza queste regole si tratta di un altro gioco. Chi pensa di spacciarlo come democratico sta barando".  "Il ministro Piantedosi, in Parlamento, e il Capo della Polizia, hanno assicurato la verifica attenta di quanto è accaduto a Pisa, e la piena collaborazione con l’autorità giudiziaria per far emergere errori o abusi. Fermi restando questi accertamenti, e rispettandone l’autonomia, lo scopo di questo nostro incontro è di guardare al presente e al futuro, e quindi di ricevere da voi proposte sul contributo che il governo e, per la parte di iniziativa del governo, il Parlamento possono dare oggi per migliorare la gestione dell’ordine pubblico. Vogliamo capire cosa si può fare per una migliore gestione dell’ordine pubblico", ha detto secondo quanto si apprende la presidente del Consiglio. —[email protected] (Web Info)

Taxi, Antitrust incalza comuni: “Aumentare numero licenze e flessibilità turni”

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(Adnkronos) – L'Antitrust incalza i comuni sul servizio taxi: infatti – dopo le richieste di segnalazioni inviate negli ultimi mesi – l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato li invita ad "adeguare il numero delle licenze alla domanda, spingendo l’aumento oltre il tetto del 20% fissato in via straordinaria nel cosiddetto decreto Asset" anche "adottando in tempi brevi i bandi di concorso pubblico per l’assegnazione delle nuove licenze". Inoltre l'Antitrust definisce "necessario rendere stabile ed effettivo il monitoraggio sulla qualità del servizio, richiedendo, almeno annualmente, alle cooperative di taxi le informazioni necessarie per stabilire se il numero di licenze attive sia sufficiente a soddisfare la domanda, rendendo pubblico l’esito del monitoraggio". Secondo l’Autorità andrebbero poi "adottate misure aggiuntive, come la regolamentazione dell’istituto delle doppie guide, l’implementazione del taxi sharing e l’efficientamento dei turni". In tal senso, si ricorda, a Firenze – nei periodi di maggior domanda – i tassisti possono svolgere i propri servizi con più flessibilità e l’amministrazione comunale può rilasciare licenze temporanee. L'Antitrust evidenzia come "il taxi sharing è obbligatorio quando almeno tre utenti sono diretti verso la stessa zona di destinazione".  Infine, "nell’ottica di mantenere un adeguato livello del servizio taxi per il trasporto di soggetti portatori di handicap di particolare gravità, i Comuni devono adeguare, laddove necessario, il numero di licenze taxi rilasciate a vetture attrezzate per svolgere questo particolare servizio". L'Antitrust ricorda di avere già ad agosto 2023 "inviato una prima richiesta di informazioni ai Comuni di Milano, Napoli e Roma e alle principali cooperative e piattaforme per la prenotazione dei taxi al fine di valutare le condizioni di fornitura del servizio e far luce sui gravi disservizi riscontrati dall’utenza". Terminata l’analisi delle informazioni acquisite, l’Autorità ha inviato una segnalazione ai suddetti tre Comuni in cui venivano evidenziate alcune importanti criticità come la strutturale insufficienza delle licenze per soddisfare la domanda (che genera un numero molto elevato di richieste inevase e tempi di attesa eccessivamente lunghi); una diffusa inerzia dei Comuni nel richiedere alle cooperative di taxi le informazioni necessarie a verificare l’adeguatezza del servizio, con esiti negativi in termini di rilevazione e correzione tempestiva di eventuali criticità; un’eccessiva rigidità del regime dei turni. L'Antitrust ricorda poi di avere evidenziato a Palermo una "strutturale carenza dell’offerta e l’assenza di controlli e di misure di regolamentazione flessibile dei turni, mentre nel Comune di Firenze è risultata la mancanza di un meccanismo di monitoraggio sull’erogazione e sulla qualità del servizio". Per questo motivo l’Autorità "ha deciso di inviare ai medesimi una segnalazione in cui sono state evidenziate tali criticità". Inoltre, per migliorare l’efficienza e la qualità del servizio taxi, l’Antitrust – anche in base a quanto sperimentato in alcuni Comuni – ha suggerito nelle proprie segnalazioni l’adozione di alcune misure correttive, appunto su licenze e flessibilità dei turni. Infine, nell’ottica di mantenere un adeguato livello del servizio taxi per il trasporto di soggetti portatori di handicap di particolare gravità, i Comuni devono adeguare, laddove necessario, il numero di licenze taxi rilasciate a vetture attrezzate per svolgere questo particolare servizio. —[email protected] (Web Info)

Assegno unico 2024, importi e aumenti: a quanto ammontano

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(Adnkronos) – La quasi totalità delle famiglie che percepisce l’assegno unico e universale per i figli a carico (92,3%) ha ottenuto – dalle modifiche entrate in vigore nel 2023, incluso l’aggiornamento automatico al costo della vita di soglie e importi – un aumento medio, rispetto all’assegno ricevuto nel corso del 2022, di 719 euro annui.  Dal punto di vista distributivo, sono le famiglie che appartengono ai due quinti più poveri quelle che sperimentano un maggiore aumento relativo (una variazione sul reddito familiare rispettivamente del 3,6% e del 2,2%). E' quanto rileva l'Istat precisando inoltre che una quota contenuta di famiglie (7,7% delle famiglie destinatarie dell’assegno) sperimenta, invece, un peggioramento dei redditi rispetto al 2022.  Tale perdita – si spiega – è riconducibile sia alla riduzione delle compensazioni temporanee per l’assegno unico ai 2/3 dell’importo, sia al fatto che nel 2022 erano ancora in vigore, seppure solo per i primi due mesi, le detrazioni per i figli a carico, l’assegno al nucleo familiare e l’assegno temporaneo, misure che nel loro insieme riguardavano una più ampia platea di famiglie.  —[email protected] (Web Info)

8 Marzo, SIPPS: Educare i bambini fin da piccoli al rispetto degli altri

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“Una donna non si tocca nemmeno con un fiore”. Una frase che andrebbe insegnata a tutti fin da piccoli, a scuola e in famiglia. Una frase da ricordare soprattutto in questi giorni, a poche ore dalla Giornata della Donna.

Per celebrare questa importante ricorrenza la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale sottolinea l’importanza di una corretta educazione dei bambini al rispetto e alla non violenza fin dalla più tenera età. ‘L’educazione deve cominciare fin dai primissimi anni di vita ma non può essere una educazione finalizzata al genere- spiega Maria Carmen Verga, pediatra di libera scelta della Asl Salerno – Vietri sul Mare e segretario nazionale della SIPPS- perché la percezione della differenza di genere nei bambini non c’è, matura man mano con il passare degli anni, e perché sull’educazione influiscono molteplici fattori.

L’educazione deve, dunque, essere comprensiva del rispetto della persona in generale e deve rendere il bambino capace di instaurare con tutti relazioni sane, prive di pregiudizi e di prevaricazioni’.
‘Sugli interventi da adottare- prosegue- abbiamo da tempo prove di efficacia, che rientrano in quella che viene definita ‘educazione sessuale completa’. È il tipo di educazione su cui l’Unesco ha stilato vere e proprie Linee guida: prima ancora della sessualità, si deve imparare il rispetto alla propria dignità, a sviluppare relazioni sociali corrette, a capire quali siano le scelte che influenzano il proprio benessere per comprendere poi i diritti propri e quelli altrui e per tutelarli per tutta la vita’.


Maria Carmen Verga sottolinea che ‘gli interventi educativi finalizzati alla prevenzione della violenza e della disuguaglianza di genere sono in realtà diversi ed a più livelli. Ne cito due, per esempio: è importante che i genitori abbiano una relazione affettiva e di confidenza sicura con i propri figli e il livello di istruzione dei bambini e adolescenti. ‘Alzare il livello culturale, o anche semplicemente di istruzione delle bambine e dei bambini- informa la pediatra- è infatti, documentatamente, un fattore protettivo anche rispetto a comportamenti insani nell’ambito di un rapporto di coppia e tra maschi e femmine’.

 Bisogna poi considerare il contesto ambientale, perché l’educazione non si esaurisce nel rapporto genitori-figli. ‘Per contesto ambientale- evidenzia Maria Carmen Verga- intendiamo non soltanto il contesto delle relazioni degli amici, dei parenti e dell’ambiente in cui la persona vive, ma anche i social. Non dimentichiamo, infatti, che i social sono un fattore che influenza la psiche dei nostri ragazzi in modo molto potente e su cui i genitori devono avere maggiore consapevolezza e maggiore controllo. Bisognerebbe inoltre chiedere alla politica di regolamentare in maniera efficace anche l’accesso dei minori al mondo dei social’.


L’impegno dei pediatri della SIPPS si riflette anche su come le bambine e i bambini debbano essere educati ad affrontare le contrarietà e i problemi quotidiani. ‘Abbiamo spesso a che fare con bambini che poi diventano adolescenti molto fragili- dichiara Verga- e che non sono capaci di tollerare un rifiuto, una contrarietà: mi riferisco al semplice giocattolo del bimbo o al capriccio di stare davanti alla televisione fino a problemi più seri, come il rifiuto della fine di una relazione affettiva. Riuscire a rendere questi ragazzi più forti rispetto alle contrarietà della vita è una cosa che poi può avere ricadute positive anche in una relazione tra uomini e donne’.


È chiaro che tutto questo produrrà effetti solo nel medio-lungo periodo. ‘Nell’immediato- precisa il segretario nazionale della SIPPS- purtroppo quello che stiamo dicendo non può essere la soluzione sicura per evitare i numerosi femminicidi che abbiamo sotto gli occhi nella cronaca di tutti i giorni e che sono commessi da adulti. La soluzione immediata è affidata alle Istituzioni. Possiamo però far conoscere diffusamente a tutte le donne, ma anche a bambine e adolescenti, quali sono i campanelli di allarme a cui si deve prestare attenzione, quali sono le situazioni a rischio da evitare, le precauzioni da adottare e tutti gli strumenti, anche giuridici, attualmente disponibili, per avere protezione e difendersi. In più, magari, se facciamo circolare dei messaggi positivi sull’educazione, sulla corretta relazione uomo-donna, anche per spirito di emulazione si può creare un sentimento diffuso più positivo che potrebbe bloccare qualcosa di negativo che sta per nascere’.

 Madri e padri, dunque, rivestono un ruolo fondamentale nello sviluppo e nell’educazione dei propri figli, proprio sul tema del rispetto. ‘Fin dall’infanzia- afferma Iride Dello Iacono, pediatra allergologo e consulente della SIPPS sui temi della genitorialità- si possono creare occasioni di confronto per educare alla non violenza. Il lavoro di sensibilizzazione e prevenzione costituisce uno dei punti cruciali per contrastare la violenza maschile sulle donne. Uno degli aspetti fondamentali per educare alla non violenza è quello di sviluppare la capacità di costruire relazioni basate sui principi di parità, equità, rispetto e inclusività. I bambini che crescono in contesti familiari in cui la madre subisce maltrattamenti da parte del marito o del compagno possono sviluppare modelli simili nei confronti dell’altro sesso, mentre le bambine potrebbero considerare una normalità il subire maltrattamenti da parte del partner’.


Occorre, dunque, una adeguata educazione sentimentale per superare le emozioni negative, come ad esempio la rabbia, la paura, la vergogna o il dispiacere per un rifiuto. ‘È compito dei genitori- continua- insegnare a riconoscere queste emozioni negative e a superarle in modo positivo. Bisogna poi stabilire dei limiti ma senza mai imporli con autorità, impulsività o toni di voce alterati: il confronto, con opportune delucidazioni sul perché, costituisce un metodo educativo persuasivo, rispettoso e non violento. Un’altra raccomandazione particolarmente significativa al giorno d’oggi è la limitazione ai dispositivi digitali, soprattutto se utilizzati per tranquillizzare un bambino in preda a una forte emozione. Da un lato bisogna tenere conto che molto spesso il contenuto dei cartoni che oggi vengono trasmessi non è solo violento ma le immagini, essendo particolarmente veloci e cariche di colori, risultano iperstimolanti ed eccitanti. Meglio la lettura di una fiaba o canticchiare una canzoncina’.


‘A tal proposito- dice ancora la consulente della SIPPS sui temi della genitorialità- voglio ricordare ‘Nati per leggere’ e ‘Nati per la musica’, progetti educativi di avvio molto precoce alla lettura e all’ascolto musicale in grado di dare stimolazioni delle emozioni positive’.

 Iride Dello Iacono non ha dubbi. ‘Qualora un genitore o un insegnante assista a un gesto violento che un bambino eserciti su una figura femminile che sia la sorella, la cuginetta, l’amica o la compagna di classe, occorre intervenire immediatamente, anche nel caso in cui si dovesse trattare di un gioco un po’ fisico, a cui in quel momento la bambina non abbia voglia di partecipare. Educare i figli di sesso diverso in maniera paritaria favorisce in entrambi sicurezza, autonomia e autostima. Un padre che valorizzi la figlia fa sì che lei stessa si senta apprezzata dalla figura maschile genitoriale e rafforzerà la ricerca futura di relazioni di reciproca stima con l’altro sesso e mai di sottomissione. Infine, a partire dai 12-13 anni, è estremamente utile avviare in ambito familiare, scolastico e pediatrico un’appropriata educazione sessuale, in cui si ribadisca il rispetto delle scelte, della persona e del corpo dell’altro, fattori cruciali per la prevenzione della violenza sessuale’.


La pediatra si sofferma inoltre sull’importanza di far comprendere alle giovani generazioni che la violenza non è solo fisica ma anche verbale. ‘Un bambino abituato a urla e frasi umilianti da parte del genitore diventerà a sua volta un adulto portato a urlare e ad umiliare. Gli sembrerà infatti normale che la relazione si basi su discussioni violente e non sul dialogo e non sarà abituato al reciproco rispetto delle opinioni’. E nella mente di una bambina che subisce violenza fisica e/o verbale potrebbero scatenarsi non poche e gravi problematiche. ‘Quando questo avviene soprattutto tra le mura domestiche la piccola svilupperà scarsissima autostima, mancato rispetto della propria persona e del proprio corpo. Tutto ciò, ovviamente, accadrà anche se la bimba assisterà alle violenze subite dalla mamma. E potrebbe strutturare un modello di relazioni basate sulla prevaricazione della figura maschile su quella femminile. Da qui la necessità che tutti coloro che sono preposti alla cura dello sviluppo psicofisico dei bambini a partire dai primi anni di vita orientino i propri sforzi a individuare precocemente condizioni familiari di disparità di genere o, addirittura, condizioni di violenza assistita o di violenza subita’.

 ‘Le esperienze vissute nella prima infanzia- interviene il presidente SIPPS, Giuseppe Di Mauro- hanno implicazioni per la salute fisica e mentale lungo tutto l’intero corso della vita. Tutte le competenze del bambino, quelle motorie, sensoriali, cognitive, emotive e sociali, si vanno costruendo nelle primissime epoche della vita, a partire dal concepimento fino al termine dei primi tre anni’.
‘Già nel 2014- ricorda- l’Unione europea ha enfatizzato la necessità che i genitori vengano sostenuti nell’interpretazione del loro ruolo educativo e nel farsi totalmente carico delle responsabilità che le funzioni correlate alla genitorialità comportano. I genitori, dunque, devono essere considerati una risorsa cruciale nell’educazione dei cittadini del domani. Per questo motivo gli interventi precoci a sostegno di una genitorialità responsiva costituiscono le basi perché vengano trasmessi comportamenti volti al rispetto, alla non violenza, all’accettazione della diversità e all’inclusione’.


‘Le azioni per intervenire sul vissuto sociale, sui fattori di rischio, sulle singole famiglie- informa Di Mauro- passano tutte attraverso percorsi di sostegno, di supporto e di aiuto alla genitorialità, dove il pediatra di famiglia riveste un ruolo fondamentale. Sostenere quindi i genitori in ambito educativo rappresenta la vera mission di una Società scientifica che opera in ambito preventivo’.
‘Nel tempo- conclude Di Mauro- la SIPPS ha sviluppato competenze e attenzioni a queste problematiche. Ne sono esempio le varie iniziative editoriali come le guide ‘Il bambino nella sua famiglia’ e ‘Includendo 360’, testo per la tutela della disabilità in pediatria. Senza dimenticare il booklet di Ginecologia ‘Chiedi a me’, rivolto agli adolescenti, con risposte dirette a domande dirette raccolte tra i giovani. La SIPPS ha inoltre condiviso e ha collaborato scientificamente al progetto ‘Nestlé Parenting Initiative’, programma internazionale di sostegno alla genitorialità’.
Perché ‘Una donna non si tocca nemmeno con un fiore’.