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8 Marzo, SIPPS: Educare i bambini fin da piccoli al rispetto degli altri

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“Una donna non si tocca nemmeno con un fiore”. Una frase che andrebbe insegnata a tutti fin da piccoli, a scuola e in famiglia. Una frase da ricordare soprattutto in questi giorni, a poche ore dalla Giornata della Donna.

Per celebrare questa importante ricorrenza la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale sottolinea l’importanza di una corretta educazione dei bambini al rispetto e alla non violenza fin dalla più tenera età. ‘L’educazione deve cominciare fin dai primissimi anni di vita ma non può essere una educazione finalizzata al genere- spiega Maria Carmen Verga, pediatra di libera scelta della Asl Salerno – Vietri sul Mare e segretario nazionale della SIPPS- perché la percezione della differenza di genere nei bambini non c’è, matura man mano con il passare degli anni, e perché sull’educazione influiscono molteplici fattori.

L’educazione deve, dunque, essere comprensiva del rispetto della persona in generale e deve rendere il bambino capace di instaurare con tutti relazioni sane, prive di pregiudizi e di prevaricazioni’.
‘Sugli interventi da adottare- prosegue- abbiamo da tempo prove di efficacia, che rientrano in quella che viene definita ‘educazione sessuale completa’. È il tipo di educazione su cui l’Unesco ha stilato vere e proprie Linee guida: prima ancora della sessualità, si deve imparare il rispetto alla propria dignità, a sviluppare relazioni sociali corrette, a capire quali siano le scelte che influenzano il proprio benessere per comprendere poi i diritti propri e quelli altrui e per tutelarli per tutta la vita’.


Maria Carmen Verga sottolinea che ‘gli interventi educativi finalizzati alla prevenzione della violenza e della disuguaglianza di genere sono in realtà diversi ed a più livelli. Ne cito due, per esempio: è importante che i genitori abbiano una relazione affettiva e di confidenza sicura con i propri figli e il livello di istruzione dei bambini e adolescenti. ‘Alzare il livello culturale, o anche semplicemente di istruzione delle bambine e dei bambini- informa la pediatra- è infatti, documentatamente, un fattore protettivo anche rispetto a comportamenti insani nell’ambito di un rapporto di coppia e tra maschi e femmine’.

 Bisogna poi considerare il contesto ambientale, perché l’educazione non si esaurisce nel rapporto genitori-figli. ‘Per contesto ambientale- evidenzia Maria Carmen Verga- intendiamo non soltanto il contesto delle relazioni degli amici, dei parenti e dell’ambiente in cui la persona vive, ma anche i social. Non dimentichiamo, infatti, che i social sono un fattore che influenza la psiche dei nostri ragazzi in modo molto potente e su cui i genitori devono avere maggiore consapevolezza e maggiore controllo. Bisognerebbe inoltre chiedere alla politica di regolamentare in maniera efficace anche l’accesso dei minori al mondo dei social’.


L’impegno dei pediatri della SIPPS si riflette anche su come le bambine e i bambini debbano essere educati ad affrontare le contrarietà e i problemi quotidiani. ‘Abbiamo spesso a che fare con bambini che poi diventano adolescenti molto fragili- dichiara Verga- e che non sono capaci di tollerare un rifiuto, una contrarietà: mi riferisco al semplice giocattolo del bimbo o al capriccio di stare davanti alla televisione fino a problemi più seri, come il rifiuto della fine di una relazione affettiva. Riuscire a rendere questi ragazzi più forti rispetto alle contrarietà della vita è una cosa che poi può avere ricadute positive anche in una relazione tra uomini e donne’.


È chiaro che tutto questo produrrà effetti solo nel medio-lungo periodo. ‘Nell’immediato- precisa il segretario nazionale della SIPPS- purtroppo quello che stiamo dicendo non può essere la soluzione sicura per evitare i numerosi femminicidi che abbiamo sotto gli occhi nella cronaca di tutti i giorni e che sono commessi da adulti. La soluzione immediata è affidata alle Istituzioni. Possiamo però far conoscere diffusamente a tutte le donne, ma anche a bambine e adolescenti, quali sono i campanelli di allarme a cui si deve prestare attenzione, quali sono le situazioni a rischio da evitare, le precauzioni da adottare e tutti gli strumenti, anche giuridici, attualmente disponibili, per avere protezione e difendersi. In più, magari, se facciamo circolare dei messaggi positivi sull’educazione, sulla corretta relazione uomo-donna, anche per spirito di emulazione si può creare un sentimento diffuso più positivo che potrebbe bloccare qualcosa di negativo che sta per nascere’.

 Madri e padri, dunque, rivestono un ruolo fondamentale nello sviluppo e nell’educazione dei propri figli, proprio sul tema del rispetto. ‘Fin dall’infanzia- afferma Iride Dello Iacono, pediatra allergologo e consulente della SIPPS sui temi della genitorialità- si possono creare occasioni di confronto per educare alla non violenza. Il lavoro di sensibilizzazione e prevenzione costituisce uno dei punti cruciali per contrastare la violenza maschile sulle donne. Uno degli aspetti fondamentali per educare alla non violenza è quello di sviluppare la capacità di costruire relazioni basate sui principi di parità, equità, rispetto e inclusività. I bambini che crescono in contesti familiari in cui la madre subisce maltrattamenti da parte del marito o del compagno possono sviluppare modelli simili nei confronti dell’altro sesso, mentre le bambine potrebbero considerare una normalità il subire maltrattamenti da parte del partner’.


Occorre, dunque, una adeguata educazione sentimentale per superare le emozioni negative, come ad esempio la rabbia, la paura, la vergogna o il dispiacere per un rifiuto. ‘È compito dei genitori- continua- insegnare a riconoscere queste emozioni negative e a superarle in modo positivo. Bisogna poi stabilire dei limiti ma senza mai imporli con autorità, impulsività o toni di voce alterati: il confronto, con opportune delucidazioni sul perché, costituisce un metodo educativo persuasivo, rispettoso e non violento. Un’altra raccomandazione particolarmente significativa al giorno d’oggi è la limitazione ai dispositivi digitali, soprattutto se utilizzati per tranquillizzare un bambino in preda a una forte emozione. Da un lato bisogna tenere conto che molto spesso il contenuto dei cartoni che oggi vengono trasmessi non è solo violento ma le immagini, essendo particolarmente veloci e cariche di colori, risultano iperstimolanti ed eccitanti. Meglio la lettura di una fiaba o canticchiare una canzoncina’.


‘A tal proposito- dice ancora la consulente della SIPPS sui temi della genitorialità- voglio ricordare ‘Nati per leggere’ e ‘Nati per la musica’, progetti educativi di avvio molto precoce alla lettura e all’ascolto musicale in grado di dare stimolazioni delle emozioni positive’.

 Iride Dello Iacono non ha dubbi. ‘Qualora un genitore o un insegnante assista a un gesto violento che un bambino eserciti su una figura femminile che sia la sorella, la cuginetta, l’amica o la compagna di classe, occorre intervenire immediatamente, anche nel caso in cui si dovesse trattare di un gioco un po’ fisico, a cui in quel momento la bambina non abbia voglia di partecipare. Educare i figli di sesso diverso in maniera paritaria favorisce in entrambi sicurezza, autonomia e autostima. Un padre che valorizzi la figlia fa sì che lei stessa si senta apprezzata dalla figura maschile genitoriale e rafforzerà la ricerca futura di relazioni di reciproca stima con l’altro sesso e mai di sottomissione. Infine, a partire dai 12-13 anni, è estremamente utile avviare in ambito familiare, scolastico e pediatrico un’appropriata educazione sessuale, in cui si ribadisca il rispetto delle scelte, della persona e del corpo dell’altro, fattori cruciali per la prevenzione della violenza sessuale’.


La pediatra si sofferma inoltre sull’importanza di far comprendere alle giovani generazioni che la violenza non è solo fisica ma anche verbale. ‘Un bambino abituato a urla e frasi umilianti da parte del genitore diventerà a sua volta un adulto portato a urlare e ad umiliare. Gli sembrerà infatti normale che la relazione si basi su discussioni violente e non sul dialogo e non sarà abituato al reciproco rispetto delle opinioni’. E nella mente di una bambina che subisce violenza fisica e/o verbale potrebbero scatenarsi non poche e gravi problematiche. ‘Quando questo avviene soprattutto tra le mura domestiche la piccola svilupperà scarsissima autostima, mancato rispetto della propria persona e del proprio corpo. Tutto ciò, ovviamente, accadrà anche se la bimba assisterà alle violenze subite dalla mamma. E potrebbe strutturare un modello di relazioni basate sulla prevaricazione della figura maschile su quella femminile. Da qui la necessità che tutti coloro che sono preposti alla cura dello sviluppo psicofisico dei bambini a partire dai primi anni di vita orientino i propri sforzi a individuare precocemente condizioni familiari di disparità di genere o, addirittura, condizioni di violenza assistita o di violenza subita’.

 ‘Le esperienze vissute nella prima infanzia- interviene il presidente SIPPS, Giuseppe Di Mauro- hanno implicazioni per la salute fisica e mentale lungo tutto l’intero corso della vita. Tutte le competenze del bambino, quelle motorie, sensoriali, cognitive, emotive e sociali, si vanno costruendo nelle primissime epoche della vita, a partire dal concepimento fino al termine dei primi tre anni’.
‘Già nel 2014- ricorda- l’Unione europea ha enfatizzato la necessità che i genitori vengano sostenuti nell’interpretazione del loro ruolo educativo e nel farsi totalmente carico delle responsabilità che le funzioni correlate alla genitorialità comportano. I genitori, dunque, devono essere considerati una risorsa cruciale nell’educazione dei cittadini del domani. Per questo motivo gli interventi precoci a sostegno di una genitorialità responsiva costituiscono le basi perché vengano trasmessi comportamenti volti al rispetto, alla non violenza, all’accettazione della diversità e all’inclusione’.


‘Le azioni per intervenire sul vissuto sociale, sui fattori di rischio, sulle singole famiglie- informa Di Mauro- passano tutte attraverso percorsi di sostegno, di supporto e di aiuto alla genitorialità, dove il pediatra di famiglia riveste un ruolo fondamentale. Sostenere quindi i genitori in ambito educativo rappresenta la vera mission di una Società scientifica che opera in ambito preventivo’.
‘Nel tempo- conclude Di Mauro- la SIPPS ha sviluppato competenze e attenzioni a queste problematiche. Ne sono esempio le varie iniziative editoriali come le guide ‘Il bambino nella sua famiglia’ e ‘Includendo 360’, testo per la tutela della disabilità in pediatria. Senza dimenticare il booklet di Ginecologia ‘Chiedi a me’, rivolto agli adolescenti, con risposte dirette a domande dirette raccolte tra i giovani. La SIPPS ha inoltre condiviso e ha collaborato scientificamente al progetto ‘Nestlé Parenting Initiative’, programma internazionale di sostegno alla genitorialità’.
Perché ‘Una donna non si tocca nemmeno con un fiore’.

Di Amato (Maire): “Nostro impegno è verso la chimica del futuro”

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(Adnkronos) – "Il nostro lavoro è molto orientato verso la chimica del futuro, e dunque la transizione energetica. Ci definiamo ‘low carbon’, una sfida su cui stiamo lavorando e investendo molto ormai da anni. Grazie a NextChem, oggi abbiamo un portafoglio di tecnologie importante, e vediamo un grande sviluppo sia nel campo dell'idrogeno blu, che è la frontiera del domani, che dell'idrogeno verde. Non escludiamo poi uno sviluppo anche per quel che riguarda la reazione nucleare, grazie gli accordi raggiunti con la società Newcleo". Sono le parole del presidente del Gruppo Maire Tecnimont Fabrizio Di Amato, intervenuto a margine dell’evento ‘Out of the Unbox’, durante il quale la società ha incontrato la business community nazionale e internazionale per ripercorrere i principali risultati ottenuti dal Gruppo italiano di ingegneria e tecnologia nel corso del 2023. I risultati dell’ultimo anno sono stati per Maire molto soddisfacenti. I ricavi ammontano a 4.259,5 milioni di euro, in aumento del 23,0% sul 2022, l’Ebitda è pari a 274,4 milioni di euro, in crescita del 31,1%, l’utile netto è stato di 129,5 milioni, in crescita del 43,3%, e le disponibilità nette adjusted di 337,9 milioni, in crescita di 244,1 milioni. "Gruppo Maire ha due caratteristiche fondamentali: la prima, legata alla Tecnimont, è la capacità di eseguire progetti grandi e complessi in aree remote – spiega Di Amato – la seconda, che sta crescendo, è avere un portafoglio di tecnologie, composto soprattutto da tecnologie sostenibili, che ci proiettano al futuro e che nei risultati del 2023 ha contribuito per un quarto".  In occasione dell’evento Maire ha presentato anche la propria visione industriale come abilitatore tecnologico per supportare il processo globale di transizione energetica ed ha illustrato il piano strategico decennale 2024-2033. Secondo il piano strategico, al 2033 sono attesi ricavi per oltre 10 miliardi di euro e Ebitda di circa un miliardo. "Il piano strategico comprende queste due grandi componenti – conclude il presidente del Gruppo Maire – e, sicuramente, ha anche la capacità di aggregare non solo nuove acquisizioni ma anche e soprattutto nuove persone. Questi elementi ci aiuteranno a raggiungere gli obiettivi sfidanti che abbiamo voluto porci". —[email protected] (Web Info)

Bernini (Maire): “Per il 2024 ci prefiggiamo crescita del 40%”

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(Adnkronos) – "Guardiamo al futuro con grande serenità e soddisfazione. Tra i target che ci prefiggiamo per il 2024 c’è una crescita molto importante, nell’ordine del +40% rispetto a quanto già consegnato al mercato nel 2023. Abbiamo una pipeline commerciale estremamente in salute e questo ci dà la possibilità di poter traguardare un’ulteriore fase di crescita anche per gli anni successivi. Vogliamo mantenere un portafoglio di progetti in grado di esprimere redditività, anche superiore rispetto agli anni precedenti, volumi in crescita e la capacità di attrarre persone, elemento chiave per poter supportare la crescita”. Così l’amministratore delegato del Gruppo Maire Tecnimont Alessandro Bernini, in occasione dell’evento ‘Out of the unBox’, durante il quale la società ha incontrato la business community nazionale e internazionale per ripercorrere i principali risultati ottenuti dal Gruppo italiano di ingegneria e tecnologia nel corso del 2023. "Vogliamo continuare ad essere un polo attrattivo per il personale qualificato della nostra industria. Ritenerci ‘Employers of Choice’ non è uno slogan, ma è un dato di fatto, in quanto stiamo trovando sempre piena disponibilità in chi vuole far parte della nostra azienda, nelle varie geografie che ci interessano – spiega Bernini – dal sud-est asiatico, l’India in particolare, arrivando anche in Europa. Una disponibilità dettata dalla consapevolezza che in noi c’è capacità di sviluppo e crescita”. In questa occasione Maire ha presentato anche la propria visione industriale come abilitatore tecnologico per supportare il processo globale di transizione energetica ed ha illustrato il piano strategico 2024-2033.  Per Bernini l’aggiornamento del piano industriale "si è reso imperativo" perché "i risultati del 2023" e le previsioni per il 2024, "che presumibilmente coincideranno con gli obiettivi prefissati per il 2028", tracciano un percorso di crescita che già dall’anno scorso "ha superato le aspettative". Lo dicono i numeri, i risultati dell’ultimo anno sono stati per Maire molto soddisfacenti: i ricavi ammontano a 4.259,5 milioni di euro, in aumento del 23,0% sul 2022, l’EBITDA è pari a 274,4 milioni di euro, in crescita del 31,1%, l’utile netto è stato di 129,5 milioni, in crescita del 43,3%, e le disponibilità nette adjusted di 337,9 milioni, in crescita di 244,1 milioni.  "Uno dei grandi pilastri è il Super Cycle di investimenti, in particolare nel cosiddetto Downstream, quella porzione dell’Energy Value Chain che riguarda gli investimenti nella trasformazione, quindi non più l’utilizzo di risorse naturali per finalità energetiche – precisa – ma la trasformazione di queste risorse in qualcos’altro: dai prodotti per la petrolchimica, ai fertilizzanti, all’ammoniaca".  "In tutte le geografie questo sentimento e questa volontà di imprimere una velocità diversa ai percorsi di decarbonizzazione impone quello di accompagnare alle soluzioni tradizionali, soluzioni innovative volte a ridurre l’impronta carbonica e l’utilizzo di energia, quindi essere più efficienti da un punto di vista energetico – sottolinea l’ad di Maire – addirittura ad utilizzare un tipo di materia prima diversa rispetto a quello che si è utilizzata fino a ieri, non più oli a gas, ma rifiuti, energia elettrica che diventa grazie al processo dell’elettrolisi idrogeno e l’idrogeno e la Co2 sono i due Build Block fondamentali per produrre qualsiasi componente tradizionalmente prodotto con risorse naturali".  "È per questo che con la nostra NextChem, la divisione Sts, deteniamo già le soluzioni tecnologiche, quindi la combinazione dei due: la capacità di eseguire il grande stream di investimenti delle Major e delle National, accompagnate dalla possibilità di dare una soluzione tecnologica innovativa, è quello che risulta essere vincente anche nell’ultima acquisizione di portafoglio”, conclude.  —[email protected] (Web Info)

Mico Geraci, dopo 25 anni scoperti mandanti omicidio sindacalista

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(Adnkronos) – Svolta nelle indagini sull'omicidio di Mico Geraci, ucciso l'8 ottobre 1998 davanti alla sua abitazione a Caccamo (Palermo). A 25 anni di distanza hanno un nome i mandanti dell'omicidio del sindacalista siciliano della Uil. I carabinieri, su delega della Dda di Palermo guidata dal procuratore Maurizio De Lucia, hanno notificato in carcere un'ordinanza di custodia cautelare ai boss di Trabia, i fratelli Pietro e Salvatore Rinella.  Aveva appena 44 anni, Mico Geraci, quando fu ucciso sotto la sua abitazione a Caccamo con cinque colpi di fucile a pompa. I killer, che erano in quattro, lo attesero sotto casa, trucidandolo davanti al figlio 17enne. Pochi mesi prima, a Caccamo, Geraci si era scagliato contro la mafia e contro il nuovo piano regolatore che secondo lui tutelava alcuni interessi non cristallini. La Direzione distrettuale di Palermo è riuscita a ricostruire minuziosamente quell’efferato delitto definito, per molto tempo, "senza verità e giustizia". "Si è accertato che Mico Geraci fu ammazzato per il suo impegno civico e politico (cioè si era schierato apertamente, in certi discorsi, contro la famiglia mafiosa di Caccamo), rivelandosi particolarmente scomodo per i consolidati assetti mafiosi di quel territorio, sì da suscitare l’intervento e la reazione dello stesso Bernardo Provenzano che, personalmente, ne ordinò la soppressione". Così il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, dopo la svolta nelle indagini. "Non ci speravo più, la mia famiglia si era ormai rassegnata… Ma finalmente mio marito avrà giustizia". Piange Enza Scimeca, la vedova di Mico Geraci, dopo l'arresto dei fratelli Pietro e Salvatore Rinella. "Non sono riuscita a chiudere occhio questa notte", dice la signora Scimeca, che da 25 anni chiede giustizia per il marito. "Ci sono voluti 25 anni per conoscere i nomi dei mandanti dell'omicidio di mio marito Mico – aggiunge – E ci sono voluti altri due pentiti. Avevo sentito che il caccamese Emanuele Cecala aveva iniziato a collaborare con la giustizia. E così è stato".  "Da oggi siamo una famiglia più serena, anche se mio marito non me lo ridarà più nessuno – prosegue – Non cambierà nulla ma almeno avremo giustizia". E aggiunge: "Finalmente una buona notizia. Sinceramente non ci speravo più. Ero rassegnata. Ne parlavo proprio pochi giorni fa con mio figlio Giuseppe. Pensavamo che non avremmo mai saputo chi aveva voluto la morte di mio marito".  "La cosa più importante era arrivare a un processo e avere dei volti ai quali chiedere il conto per quanto accaduto a mio padre. Questa è la cosa che più ci interessava. E che venga riconosciuta la matrice mafiosa legata all'impegno antimafia di mio padre. In tutti questi anni abbiamo dovuto difenderci anche contro le malelingue che, seppure a denti stretti, ventilavano altre opzioni sulle origini dell'omicidio. Questi arresti sono anche un modo per zittire definitivamente queste malelingue". Lo dice all'Adnkronos Giuseppe Geraci, figlio di Mico Geraci. "Gli inquirenti hanno sempre tenuto la barra dritta sull'impegno antimafia di mio padre e sul contesto mafioso – dice ancora Giuseppe Geraci, che oggi lavora alla Regione dopo l'assunzione come figlio di vittima di mafia – Altre illazioni erano solo tentativo di avvelenare i pozzi…". E poi ci tiene a "ringraziare la Dda di Palermo", guidata da Maurizio De Lucia, e il pool che ha coordinato l'inchiesta, la procuratrice aggiunta Marzia Sabella e i pm Giovanni Antoci e Bruno Brucoli.  "Finalmente… Siamo soddisfatti per la notizia dell'arresto dei mandanti dell'omicidio del sindacalista Mico Geraci – ha detto all'Adnkronos il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri – Dopo tanto tempo verrà finalmente fatta giustizia, cosa che avevo auspicato quando venni a Palermo a novembre. Noi non ci siamo mai fermati. Avevamo chiesto tutti insieme di identificare i mandanti. Bene così, finalmente". Negli anni l'inchiesta sul delitto è stata archiviata e riaperta più volte. A novembre Bombardieri era andato a Palermo per ricordare Mico Geraci in un incontro organizzato dalla Uil regionale. "Vogliamo ricordare Mico Geraci, uno di noi che nel difendere la legalità ha perso la vita", aveva detto il segretario generale della Uil.  —[email protected] (Web Info)

Ucraina e rischio per soldati italiani? Duro botta e risposta tra Orsini e ministero Difesa

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(Adnkronos) – Alessandro Orsini replica al ministero della Difesa. "Il ministero della Difesa afferma il falso quando afferma che io avrei affermato il falso", esordisce il Professore in un post su Facebook e X. E, in quello che appare un botta e risposta, incalza: "Tutto ciò che ho scritto nel mio articolo per il Fatto quotidiano è vero e documentato. Domani entrerò nel merito di queste accuse rispondendo punto su punto".  "Per ora, voglio dire alcune cose", continua. "Primo, il comunicato stampa del ministero della Difesa mi ricopre di offese e di attacchi sul piano personale. Non è un comunicato stampa, ma l'attacco sguaiato del più potente apparato del governo che usa le tipiche tecniche intimidatorie delle dittature contro gli studiosi liberi, come l’identificazione del 'nemico del popolo' che minaccia la sicurezza nazionale diffondendo notizie false". "Secondo, le minacce di querela contenute in quel comunicato mi fanno ridere. Non ho nessuna paura. Continuerò a esprimermi liberamente", rimarca Orsini. "Terzo, simpatie per le dittature? Bisognerebbe chiedere a Guido Crosetto e Giuseppe Cavo Dragone quali siano i loro rapporti con il governo che ha rapito, torturato e ucciso Giulio Regeni – scrive il Professore – Se hanno buoni rapporti con quel governo, allora la logica dell'indagine scientifico-sociale consente di affermare che sono amici di una dittatura". "Quarto, io non ho mai proposto la resa dell’Ucraina, a cui sono sempre stato contrario. Ho proposto una trattativa con la Russia all’inizio della guerra per salvare l’Ucraina. Che è cosa ben diversa dal proporre una resa", conclude nel post in cui rimanda "a domani, con la mia replica, in cui spiego che i contenuti del mio articolo sono veri". Parole, quelle di Orsini, che arrivano dopo che ieri il Ministero della Difesa ha smentito "con fermezza le
affermazioni false e prive di fondamento contenute nell'articolo del Professore Alessandro Orsini dal titolo 'Pericolo per i militari italiani da Odessa: congelare il conflitto' pubblicato sul Fatto Quotidiano". "In particolare, il Professor Orsini sostiene, nelle sue apparizioni televisive come nel suo articolo, che vi siano soldati e mezzi italiani in servizio presso la base di Costanza in Romania, attribuendo a tale presenza un imminente pericolo. Questa affermazione è totalmente falsa", si legge nella nota di ieri del Ministero della Difesa. "I militari dell'Aeronautica Militare Italiana, che facevano parte della Task Force 'Gladiator' a Costanza, sono rientrati in Italia già dal 31 luglio 2023. Orsini, che si erge sempre a super esperto, ha preso un granchio macroscopico. Nel suo articolo – si legge nella nota – Orsini sostiene di aver consultato presunte fonti 'aperte' che indicano l'Italia come Paese che presidia quell'area del territorio romeno". "Quindi Orsini o è in assoluta malafede o non sa consultare neppure le normali fonti web senza verificare le date di quel che legge. La smentita di tale presenza è infatti facilmente verificabile attraverso una semplice ricerca su Google, ricerca che avrebbe evitato al Prof. Orsini di diffondere fake news e di alimentare inutili allarmismi. Infatti i militari dell'Aeronautica Militare Italiana, che hanno partecipato alla Task Force Gladiator a Costanza, hanno tutti terminato la propria missione il 31 Luglio 2023, come riportato da molte testate giornalistiche e diversi comunicati stampa", prosegue la nota. E ancora: "Il Ministero stigmatizza le presunte 'verità' del Professor Orsini, le cui tesi sono fondate su ipotesi non riscontrabili e che muove accuse totalmente infondate. Va ricordato al prof. Orsini che l'Italia si è schierata con la Ue, la Nato e soprattutto con il diritto internazionale che tutela la sovranità di uno Stato, l'Ucraina, che ha subito ormai più di due anni fa l'invasione russa. La rassegnazione cui invita il prof. Orsini è piuttosto prodromica al potere egemonico di talune oligarchie e regimi autoritari che, evidentemente, suscitano le sue simpatie. La diffusione di notizie false e strumentali, soprattutto in un momento delicato come quello attuale, è un atto di grave irresponsabilità nei confronti dei lettori e della credibilità della stampa che suscita, in questo modo, inutili e irresponsabili allarmismi. Il Ministero della Difesa, riservandosi di tutelare la propria immagine nelle sedi opportune, invita il professor Orsini a un maggiore rigore scientifico e ad un più confacente senso di responsabilità, astenendosi dal diffondere informazioni false e dannose per la sicurezza nazionale". —internazionale/[email protected] (Web Info)

Psittacosi, alert Oms su aumento casi umani in Ue: cosa dicono gli esperti

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(Adnkronos) – La psittacosi, malattia respiratoria causata da un batterio che infetta soprattutto gli uccelli (pappagalli, canarini, passeri, colombi) nell'uomo può essere mortale. Attenzione dunque ai sintomi. La psittacosi infatti innesca una polmonite seria, ma ci sono gli antibiotici per intervenire. Gli esperti spiegano cos'è e come si trasmette la malattia, all'indomani della segnalazione dell'Oms su un trend in crescita dell'infezione umana da Chlamydophila psittaci (C. psittaci) nell'Unione europea tra il 2023 e l'inizio del 2024, particolarmente marcato a novembre e dicembre scorsi. Nell'uomo "può provocare anche forme gravi che portano alla morte. Bene dunque l'alert lanciato dall'Organizzazione mondiale della sanità" su un aumento dei casi umani in Ue, "perché la comunicazione tempestiva di questi rischi può aiutarci a strutturare interventi il più possibile anticipatori di un'eventuale nuova emergenza infettiva", dice all'Adnkronos Salute Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano. "Bisogna accogliere questi alert con senso di responsabilità e attenzione, senza eccedere negli allarmismi – precisa l'esperto – ma nemmeno sottovalutandoli".  "Viviamo in un ecosistema fatto di continue interazioni tra virus, batteri, animali e uomo", spiega Pregliasco. Da qui la necessità di un approccio 'One Health' che richiede "la responsabilità e l'attenzione di tutti – ribadisce – e soprattutto delle istituzioni, chiamate a controlli sempre più intensi e numerosi nell'ambito di una rete internazionale complessa ed estesa che va finanziata, in modo che possa garantire una sensibilità adeguata" a captare in tempo future emergenze, e alimentata da "segnalazioni costanti da raccogliere e condividere velocemente. E' la lezione che Covid ci ha insegnato: comunicazione, attenzione, responsabilità e 'preoccupazione' – chiosa il virologo – nel senso letterale di 'occuparci prima' di possibili pericoli futuri".  "La psittacosi è una malattia respiratoria causata da un batterio che infetta soprattutto gli uccelli, in Italia è registrata in modo sporadico soprattutto nei volatili selvatici – dice all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit) – Ma questo alert dell'Oms deve fare porre maggiore attenzione a chi possiede piccoli volatili in cattività dentro casa, quindi osservarli se stanno male e soprattutto non toccarli. Come non vanno toccati se nei parchi o per strada vediamo uccelli che stanno male. E' una malattia comunque rara alle nostre latitudini ma si trasmette per via respiratoria, il contatto però delle mani con il volatile è un rischio da non correre". "Può essere una malattia mortale in alcuni casi perché innesca una polmonite seria, ma ci sono gli antibiotici per intervenire", conclude Andreoni.  
Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive ospedale policlinico San Martino di Genova, all'Adnkronos Salute spiega che la psittacosi in Ue "non deve preoccupare assolutamente anche perché ci sono stati 5 decessi in diversi Paesi. E' un'infezione causata dalla Chlamydophila psittaci che porta la polmonite: chi è a stretto contatto con gli uccelli, soprattutto i pappagalli, penso agli allevatori, ai veterinari o chi li ha per compagnia deve fare più attenzione e non toccare le secrezioni. Poi se vede dei sintomi può fare delle indagini specifiche. Però abbiamo degli antibiotici specifici per la Chlamydophila e chi ha contatti diretti con questi animali e ha sintomi deve riportarlo ai medici". "Se uno va in piazza del Duomo e sta vicino ai piccioni dandogli da mangiare non succede nulla e il rischio è molto basso. Servono contatti continui con le secrezioni e le deiezioni. C'è un alert dell'Oms e serve una sensibilizzazione, ma nessun allarme", conclude Bassetti.  Il batterio infetta principalmente gli uccelli e sta colpendo particolarmente in Ue dove i casi nell'uomo di psittacosi sono in aumento e hanno portato anche a 5 decessi. Tanto che ieri l'Oms ha lanciato un alert per segnalare i rischi e fare il punto della situazione. La segnalazione all'agenzia Onu per la salute è arrivata a febbraio da Austria, Danimarca, Germania, Svezia e Paesi Bassi che hanno informato, attraverso il sistema di allarme rapido e risposta (Ewrs) dell'Unione europea, di aver rilevato un trend in crescita di questi casi nel 2023 e all'inizio del 2024, "particolarmente marcato a novembre-dicembre 2023".  Nella maggior parte di questi casi, informa l'Oms, è stata segnalata l'esposizione a uccelli selvatici o domestici. Le infezioni umane di psittacosi si verificano principalmente attraverso il contatto con le secrezioni di uccelli infetti e sono per lo più associate a chi lavora con uccelli da compagnia o pollame, e a veterinari, proprietari di uccelli da compagnia e giardinieri nelle aree in cui la C. psittaci è epizootica nella popolazione di uccelli autoctoni. "I Paesi interessati – spiega l'Oms – hanno implementato indagini epidemiologiche per identificare potenziali esposizioni e cluster di casi". Fra le misure messe in campo l'analisi di campioni di uccelli selvatici sottoposti a test sull'influenza aviaria per verificare la prevalenza di C. psittaci tra gli uccelli selvatici. L'Organizzazione mondiale della sanità, si informa in una nota, "continua a monitorare la situazione e, sulla base delle informazioni disponibili", al momento "valuta basso il rischio rappresentato da questo evento" infettivo. —[email protected] (Web Info)

Ucraina, Russia: “Drone di Kiev abbattuto a Belgorod”

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(Adnkronos) – La Russia ha abbattuto un altro drone ucraino sopra la regione di Belgorod. Lo ha riferito il governatore Vyacheslav Gladkov sul suo canale Telegram. "Nella regione di Belgorod, il sistema di difesa aerea ha abbattuto un Uav di tipo aereo nell'area del villaggio di Blizhnoe. I servizi operativi stanno chiarendo le informazioni sulle conseguenze". Secondo i dati preliminari, non ci sono state vittime né danni, ha aggiunto il governatore. Nella regione di Kursk l'attacco di un drone ucraino ha causato un incendio in un magazzino di carburanti e lubrificanti. Lo ha riferito su Telegram il governatore Roman Starovoit, aggiungendo che "non ci sono vittime" e che sul posto sono al lavoro i servizi di emergenza. Gli Stati Uniti non invieranno truppe a combattere in Ucraina. Lo ha detto il coordinatore per le comunicazioni strategiche del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti John Kirby, commentando l'appello del presidente francese Emmanuel Macron agli alleati a non essere codardi. "Macron ha certamente tutto il diritto e la capacità di parlare per sé stesso e di esprimere le proprie opinioni. Tutto quello che posso fare è parlare per il presidente Biden, comandante in capo", ha aggiunto. "È stato molto chiaro fin dall'inizio di questa guerra. Non ci saranno truppe americane sul campo a combattere in Ucraina". Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non chiede agli alleati di inviare truppe in Ucraina, ha sottolineato Kirby. "Il presidente Zelensky non chiede questo. Chiede solo gli strumenti. Non ha mai chiesto che truppe straniere combattessero per il suo Paese. Lui e le sue truppe vogliono farlo, ma hanno bisogno degli strumenti per farlo".  Secondo quanto riferito dallo Stato maggiore delle forze armate ucraine, la Russia ha perso 420.270 soldati in Ucraina dall’inizio della guerra, il 24 febbraio 2022. Questo numero include 1.250 vittime subite dalle forze russe nell'ultimo giorno. Secondo il rapporto, la Russia ha perso anche 6.678 carri armati, 12.728 veicoli corazzati da combattimento, 13.479 veicoli e serbatoi di carburante, 10.308 sistemi di artiglieria, 1.008 sistemi di razzi a lancio multiplo, 701 sistemi di difesa aerea, 347 aerei, 325 elicotteri, 7.921 droni, 26 imbarcazioni e un sottomarino. —internazionale/[email protected] (Web Info)

Poste/Con il progetto polis il passaporto si richiede e si rinnova anche negli uffici postali

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foto Poste Italiane

Il progetto Polis di Poste Italiane procede a passi sempre più spediti con il lancio del nuovo servizio di richiesta e rinnovo passaporti negli uffici postali dei Comuni al di sotto di 15 mila abitanti. La novità, che interesserà progressivamente anche gli uffici postali molisani e parte in via sperimentale in provincia di Bologna, a San Pietro in Casale e Toscanella (frazione di Dozza), in vista della progressiva estensione a tutto il territorio nazionale, è stata presentata all’Ufficio Postale di piazza San Silvestro a Roma alla presenza del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, della Presidente di Poste Italiane, Silvia Maria Rovere, dell’Amministratore Delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante, e del Direttore Generale, Giuseppe Lasco.

Il progetto Polis, lanciato a gennaio dello scorso anno, trasforma gli uffici postali nella casa dei servizi digitali, uno Sportello unico per rendere semplice e veloce l’accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione in 7.000 Comuni al di sotto di 15mila abitanti. Il progetto è finanziato con risorse del piano complementare al PNNR (Dl 59/2021) con 800 milioni di euro e per circa 400 milioni a carico di Poste Italiane.

Grazie alla Convenzione firmata tra Poste italiane, Ministero dell’Interno e Ministero delle imprese e del made in Italy, i cittadini residenti o domiciliati nei Comuni inclusi nel progetto Polis potranno aprire la pratica di richiesta o rinnovo del passaporto presentando la documentazione direttamente allo sportello dell’ufficio postale, senza doversi recare in Questura, con la possibilità di ricevere il passaporto a domicilio.

Basterà consegnare all’operatore del più vicino ufficio postale del proprio Comune un documento di identità valido, il codice fiscale, due fotografie, pagare in ufficio il bollettino per il passaporto ordinario della somma di 42,50 euro e una marca da bollo da 73,50 euro. In caso di rinnovo bisognerà consegnare anche il vecchio passaporto o la copia della denuncia di smarrimento o furto del vecchio documento. Grazie alla piattaforma tecnologica in dotazione agli Uffici Postali Polis, sarà lo stesso operatore a raccogliere le informazioni e i dati biometrici del cittadino (impronte digitali e foto) inviando poi la documentazione all’ufficio di Polizia di riferimento. Il nuovo passaporto potrà essere consegnato da Poste Italiane direttamente a casa del richiedente.

Il servizio di rilascio del passaporto si aggiunge agli altri già attivi negli uffici postali Polis, nei quali è possibile ritirare certificati anagrafici e di stato civile, certificati previdenziali, certificato per le pratiche di volontaria giurisdizione. Ad oggi sono stati richiesti oltre 5.000 documenti.

Nei prossimi mesi sarà possibile fare richiesta della carta di identità elettronica e dei servizi dell’Agenzia delle entrate. I nuovi servizi sono forniti dagli Uffici Postali allo sportello, nelle sale dedicate o tramite totem digitali che permetteranno al cittadino di eseguire le richieste in modalità self.

“Grazie alla collaborazione con Poste Italiane, e alla sua capillare rete di uffici sul territorio, stiamo progressivamente spostando il baricentro delle attività del Viminale per renderlo sempre più vicino alle esigenze dei cittadini – ha sottolineato il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – Oggi prende avvio la sperimentazione di un progetto che, a regime, renderà possibile, nei piccoli Comuni, richiedere o rinnovare il passaporto direttamente negli uffici postali: una importante novità sulla strada della semplificazione dei canali di accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione. Un segnale di attenzione verso le comunità di quei piccoli centri abitati che rappresentano la spina dorsale del nostro Paese”.

Al Ministro dell’Interno va il ringraziamento di Poste Italiane per la collaborazione che ci ha permesso di ottenere un obiettivo così importante nel quadro del progetto – ha dichiarato l’Amministratore Delegato Matteo Del Fante – Polis procede rispettando con puntualità la tabella di marcia e suscita grande interesse anche in Europa per il suo valore inclusivo e per la capacità di offrire servizi essenziali al cittadino che risiede in piccoli Comuni, mettendolo al pari di chi vive nelle grandi città ed ha facile accesso agli uffici e ai servizi, grazie all’idea innovativa di ufficio postale che funge da sportello unico della pubblica amministrazione”.

“Sottolineo l’importanza della collaborazione stabilita negli anni tra Poste Italiane e il Ministero dell’Interno che sta producendo risultati a beneficio dei cittadini in termini di servizi e di sicurezza – ha commentato il Direttore Generale Giuseppe Lasco – L’avvio della sperimentazione per i passaporti è un nuovo passo in avanti del progetto Polis su cui Poste Italiane sta investendo risorse e competenze. Poste Italiane mantiene dunque gli impegni presi, confermando la sua visione di azienda da sempre vicina alle persone e ai territori per contribuire allo sviluppo sociale ed economico del Paese”.

Mar Rosso, Houthi: “Attaccati due cacciatorpedinieri Usa”

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(Adnkronos) – "Le forze armate yemenite hanno effettuato un'operazione durante la quale hanno attaccato due cacciatorpedinieri statunitensi nel Mar Rosso". Lo ha detto al canale televisivo yemenita Al Masirah il portavoce militare Houthi Yahya Saree, aggiungendo che i militanti hanno utilizzato nell'attacco missili antinave e droni. Mentre l'agenzia United Kingdom Maritime Trade Operations (Ukmto) riferisce via X di aver ricevuto una segnalazione di un "incidente a 54 miglia nautiche a sudovest di Aden" e precisa che "le autorità indagano". Non ci sono sinora altri dettagli.  "La fase successiva" agli attacchi nel Mar Rosso sarà “aperta a grandi e ampi sviluppi e le forze armate yemenite hanno molte carte a cui non hanno fatto ricorso” è la minaccia arrivata ieri dal ministro della Difesa del governo dei ribelli Houthi, Muhammad Nasser Al-Atifi. In una dichiarazione riportata dai media del gruppo sciita filoiraniano, Al-Atifi ha parlato di “un prezzo che sarà molto alto per i centri decisionali a Washington, Londra e Tel Aviv”, invitando i Paesi che “seguono alla cieca gli Usa e la Gran Bretagna a non commettere sciocchezze stringendo alleanze sospette che li porteranno a uno scontro non calcolato con lo Yemen e le sue forze armate”.   —internazionale/[email protected] (Web Info)

Israele-Hamas, WSJ: proposta breve tregua. Oltre 30 razzi dal Libano verso Kiryat Shmona

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(Adnkronos) – Una breve pausa, anche di pochi giorni, nei combattimenti nella Striscia di Gaza per guadagnare tempo e arrivare a un cessate il fuoco "più lungo" tra Israele e Hamas. E' quanto, secondo il Wall Street Journal, hanno proposto i mediatori nel contesto dei 'difficili' colloqui al Cairo e mentre si avvicina il mese di Ramadan, che dovrebbe iniziare il 10 marzo. Stando alle notizie, l'idea di una breve tregua caldeggiata sia dai negoziatori americani che arabi, potrebbe servire alle parti per dimostrare il reciproco interesse a un accordo più lungo. Dal canto suo Hamas afferma di "dimostrare la flessibilità necessaria" per arrivare a un accordo sulla "cessazione dell'aggressione" nella Striscia di Gaza. In una dichiarazione con nuove accuse a Israele di porre ostacoli nei colloqui, il gruppo, che nel 2007 prese il controllo della Striscia di Gaza, fa sapere che continuerà a negoziare con Israele tramite i mediatori fino al raggiungimento di un accordo per un cessate il fuoco. Hamas "continuerà a negoziare tramite i suoi fratelli mediatori per arrivare a un accordo che soddisfi le richieste e gli interessi del nostro popolo". Le accuse di Hamas a Israele sono sui punti che riguardano "un cessate il fuoco permanente, il ritorno degli sfollati, il ritiro dalla Striscia di Gaza e i bisogni della nostra popolazione". Intanto oltre 30 razzi sono stati lanciati dal Libano verso Kiryat Shmona, nel nord di Israele, dei quali 17 sono caduti in aree aperte e 13 sono stati intercettati dalle difese aeree dell'Idf. Hezbollah ha rivendicato la responsabilità del lancio di razzi , affermando che è stato condotto in risposta agli attacchi israeliani su Hula. L'Idf ha risposto, colpendo due siti di lancio situati a Taybeh e Aarab El Louaizeh, nel Libano meridionale, che erano stati utilizzati da Hezbollah per colpire l'area di Kiryat Shmona. L'esercito israeliano ha colpito inoltre strutture militari appartenenti a Hezbollah a Dibbine e Ayta ash Shab.  Dal canto suo l'Organizzazione mondiale della sanità ha affermato che più di 8mila persone devono essere trasferite fuori da Gaza per cure mediche. Richard Peeperkorn, rappresentante dell'Oms per Gaza e Cisgiordania, ha detto ai giornalisti che circa 6mila persone dovevano essere evacuate per ferite e disturbi legati alla guerra, fra le quali pazienti con lesioni da trauma multiplo, ustioni e amputazioni. Altre 2mila sono pazienti che necessitano di cure per cancro e altre gravi malattie croniche. L'agenzia delle Nazioni Unite per la salute ha sottolineato che spostare questi pazienti fuori da Gaza allevierebbe parte della pressione sui medici e sugli ospedali che stanno lottando per continuare a funzionare in una zona di guerra. E' salito ad oltre 30.700 il bilancio dei morti tra i palestinesi della Striscia di Gaza dall'inizio dell'offensiva terrestre dell'esercito israeliano. A darne notizia è stato il ministero della Salute della Striscia, controllata da Hamas. "Il bilancio dell'aggressione israeliana sale a 30.717 martiri e 72.156 feriti dal 7 ottobre", ha annunciato il ministero in un comunicato, precisando che nelle ultime 24 ore sono stati registrati "nove massacri" che hanno fatto 86 morti e 113 feriti. L'esercito israeliano afferma di aver ucciso nelle ultime 24 ore più di 20 combattenti di Hamas, la maggior parte dei quali nella città meridionale di Khan Younis, di cui 15 in un attacco aereo. Fra gli uccisi ci sarebbero due militanti che hanno partecipato all'attacco del 7 ottobre. L'ultima serie di attacchi israeliani a Khan Younis, Deir el-Balah e in tutta la zona centrale di Gaza hanno ucciso numerosi civili, ha riferito l'agenzia palestinese Wafa. I militari israeliani hanno inoltre annunciato l'uccisione di altri cinque combattenti di Hamas a Gaza accusati di coinvolgimento nell'attacco del 7 ottobre scorso in Israele. Le forze israeliane (Idf) hanno inoltre confermato l'uccisione di 20 combattenti in operazioni di ieri nel centro di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Diverse persone sono state uccise in un altro quartiere della città durante un'operazione di un elicottero e per le Idf si trattava di "terroristi". Le forze israeliane hanno anche riferito di aver trovato ingenti quantità di armi e munizioni nell'area. Il Programma Alimentare Mondiale (Wfp) ha invece riferito che il suo primo tentativo in due settimane di portare aiuti alimentari nel nord di Gaza è stato bloccato dalle Forze di Difesa Israeliane, precisando che il convoglio di 14 camion è stato "respinto" a un posto di blocco e successivamente è stato saccheggiato da una folla di "persone disperate". Ieri l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) aveva dichiarato che i bambini stanno morendo di fame nel nord di Gaza. Il mese scorso, il Wfp aveva annunciato che avrebbe sospeso le consegne di aiuti alimentari nel nord di Gaza fino a quando non ci fossero state condizioni che consentissero una distribuzione sicura.  —internazionale/[email protected] (Web Info)