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Omicidio a Salerno, uccide il padre a coltellate e chiama il fratello per avvisarlo

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(Adnkronos) – Ha ucciso il padre a coltellate e ha chiamato il fratello per avvisarlo. Tragedia familiare, nella serata di ieri ad Eboli, in provincia di Salerno. Riccardo Santimone, 76 anni, gommista in pensione, è stato accoltellato a morte al culmine di una lite. A confessare il delitto, consumato in un'abitazione del rione della Pace di Eboli, è stato il figlio Vincenzo Santimone, 47 anni, disoccupato con problemi psichici. L'uomo è un stato di fermo. Sul caso indagano i carabinieri della compagnia di Eboli, coordinati dalla Procura di Salerno.  A dare l'allarme è stato il fratello maggiore del 47enne, a cui si era rivolto l'uomo subito dopo la violenta lite familiare finita in tragedia. Sul luogo del delitto sono intervenuti il medico legale e la squadra rilievi del comando provinciale dei carabinieri di Salerno.  —[email protected] (Web Info)

Incidente a Novara, auto si schianta contro un palo: morto 28enne

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(Adnkronos) – Incidente mortale questa mattina a Brusnengo, nel novarese. Per cause ancora in corso di accertamento, un ragazzo di 28 anni ha perso il controllo della sua auto e si è schiantato contro un palo. A nulla sono valsi i tentativi di soccorso dei sanitari del 118: il 28enne è morto.  —[email protected] (Web Info)

Smog fa male anche alle ossa, con più verde meno osteoporosi

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(Adnkronos) – Non solo avvelena l'aria che si respira nelle città: lo smog può far male anche alle ossa. E l''antidoto' sembra essere il verde. Vivere in aree rigogliose, vicino a giardini o a parchi, può aumentare la densità ossea e ridurre il rischio di osteoporosi. A evidenziare questo effetto è una ricerca pubblicata online sugli 'Annals of the Rheumatic Diseases'. E secondo gli autori, sono proprio i livelli più bassi di inquinamento atmosferico negli spazi verdi che rappresentano un fattore significativo che contribuisce alle associazioni trovate. A firmare il lavoro sono ricercatori cinesi della Central South University di Changsha (Hunan) e della Huazhong University of Science and Technology di Wuhan. L'osteoporosi, condizione che rende le ossa fragili e soggette a fratture, causata da fattori genetici, ormonali e ambientali, può portare dolore cronico, mobilità ridotta e peggiore qualità di vita. E' già un problema sanitario a livello mondiale – evidenziano gli esperti – ma la sua prevalenza globale è destinata ad aumentare con il rapido invecchiamento della popolazione e i cambiamenti nello stile di vita. Partendo dal fatto che l'esposizione agli spazi verdi è stata collegata a minori rischi di cattiva salute, gli autori hanno voluto approfondire se ciò si estenda anche al rischio di osteoporosi. Per capirlo hanno analizzato i dati conservati nella Biobanca del Regno Unito su 391.298 persone, età media 56 anni, poco più della metà delle quali (53%) donne. Tutti avevano informazioni registrate sulla densità minerale ossea e fattori potenzialmente influenti tra cui etnia, reddito familiare annuo, livello di istruzione, stato lavorativo, zona residenziale, consumo di alcol, livelli di attività fisica, abitudine al fumo, dieta. Il loro rischio genetico di osteoporosi è stato calcolato utilizzando un punteggio e poi con un metodo di misurazione ampiamente utilizzato è stata determinata la quantità di spazio verde nella loro area residenziale. Le esposizioni medie annuali agli inquinanti ossido di azoto (NO2) e particolato Pm2,5 sono state stimate sulla base del codice postale residenziale e dei dati del progetto Escape, che sta esaminando gli effetti a lungo termine sulla salute dell'esposizione allo smog in Europa. Ogni partecipante è stato monitorato e durante un periodo medio di 12 anni si sono verificati nuovi casi di osteoporosi in 9.307 persone. Era più probabile che fossero anziani, donne, fumatori e pensionati e avevano anche maggiori probabilità di avere un livello di istruzione inferiore e di essere economicamente più svantaggiati. Ma è emersa anche un'associazione coerente tra la quantità di spazi verdi e i nuovi casi di osteoporosi. Gli autori hanno stimato l'indice di vegetazione calcolando la distanza dal verde residenziale disponibile in un intervallo compreso tra 300 e 1.500 metri. Con aumenti di questo indice, sono stati riscontrati un aumento della densità minerale ossea e un rischio inferiore del 5% di sviluppare osteoporosi. I principali fattori nell'associazione osservata tra spazio verde e riduzione del rischio di sviluppare osteoporosi erano i livelli più bassi degli inquinanti NO2 e Pm2,5. Diversi studi – ragionano gli esperti – hanno dimostrato che l'esposizione allo smog può produrre stress ossidativo e infiammazione e alterare gli ormoni, fenomeni che aumentano il rischio di osteoporosi. Le persone che vivono nelle zone più verdeggianti saranno esposte a un rischio minore perché gli alberi e le piante agiscono come filtri naturali, rimuovendo le sostanze inquinanti dall'aria. Essere fisicamente attivi è stato anche associato a un minor rischio di osteoporosi, forse perché vivere in aree con spazi verdi offre maggiori opportunità di esercizio, suggeriscono ancora i ricercatori.  Questo è uno studio osservazionale, puntualizzano gli autori, e come tale non può essere dirimente sulle cause. I ricercatori riconoscono anche diverse limitazioni, tra cui il fatto che il calcolo dell'indice di vegetazione era basato su indirizzi residenziali, quindi potrebbe non aver definito con precisione la quantità effettiva di spazio verde. E i partecipanti allo studio erano generalmente sani, quindi il potenziale di bias di selezione non può essere escluso. Ma i risultati, concludono comunque gli scienziati, "presentano la prima prova che indica che il verde residenziale è associato a una maggiore densità ossea e a un ridotto rischio di sviluppare osteoporosi. E forniscono preziose informazioni sul potenziale" di piante e alberi "nel prevenire l'insorgenza della condizione, sottolineando l'importanza del verde urbano nello sviluppo di strategie efficaci". —[email protected] (Web Info)

Tumori, al via collaborazione Novartis-Piemonte per presa in carico pazienti

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(Adnkronos) – Ogni anno in Piemonte sono oltre 30mila i nuovi casi di tumori e si stima che determinino quasi 58mila ricoveri. Un'emergenza sanitaria a cui è importante trovare risposte rapide. E se già annualmente il sistema regionale supporta con i suoi servizi 35mila malati, è di oggi l'annuncio dell'avvio di una collaborazione tra Regione Piemonte e Novartis Italia per migliorare ulteriormente la presa in carico e la gestione dei pazienti oncologici piemontesi.  Il Piemonte – si legge in una nota – è una regione chiave nella lotta contro i tumori: qui è nata la prima Rete oncologica regionale, modello per il resto di Italia; qui è inoltre presente lo stabilimento di ricerca e sviluppo Novartis di Colleretto Giacosa, diventato negli anni un hub dell'innovazione per la medicina nucleare di precisione e dove vengono prodotte alcune terapie in ambito oncologico destinate poi ai mercati mondiali. "Il Piemonte è un'eccellenza per la cura dei tumori grazie ai suoi centri all'avanguardia dove coesistono una ricerca scientifica di alto valore e una profonda attenzione alla cura dei pazienti – dichiara Valentino Confalone, Country President Novartis Italia – Questa collaborazione con la Regione ha quindi per noi un significato particolare: si aggiunge infatti a quello che già facciamo nel nostro stabilimento di Colleretto Giacosa dove siamo impegnati a reimmaginare gli attuali paradigmi terapeutici nel campo dell'oncologia attraverso i radioligandi e rappresenta un esempio virtuoso di sinergia attiva di tutti gli attori del sistema Paese, in cui istituzioni regionali, oncologi e associazioni pazienti svolgono un ruolo fondamentale. Solo collaborando insieme possiamo far evolvere il Servizio sanitario e renderlo pronto ad affrontare le sfide del futuro". La collaborazione si inserisce nell'impegno condiviso della Regione e di Novartis per dare attuazione al Piano oncologico nazionale e punta a migliorare la presa in carico e la gestione dei pazienti piemontesi. "La Regione Piemonte si distingue sul fronte oncologico con la realizzazione di un modello di assistenza d'avanguardia – afferma l'assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi – che mette insieme alta professionalità medica e alta tecnologia, al servizio del paziente sia in ospedale che sul territorio. La nuova Rete oncologica del Piemonte è un modello riconosciuto a livello internazionale, il valore aggiunto sul fronte della ricerca e terapeutico consiste nel saper unire le forze e fare gioco di squadra con tutti i soggetti coinvolti nella lotta ai tumori". Ogni anno circa 35mila persone usufruiscono dei servizi e delle prestazioni coordinate dalla Rete oncologica regionale del Piemonte. L'ottimizzazione dei percorsi organizzativi di gestione e monitoraggio dei pazienti gestiti tra ospedale e territorio, così come l'individuazione di sistemi più efficaci di prevenzione, diagnosi e presa in carico – conclude la nota – rimangono una priorità per la Regione, anche con l'obiettivo di ripristinare il sistema impattato fortemente dalla pandemia degli anni scorsi.  —[email protected] (Web Info)

Salute, più rischi diabete per chi dorme meno di 6 ore, lo studio

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(Adnkronos) – Un buon sonno, si sa, fa bene alla salute. Mentre per chi riposa poco o male, sono diverse le malattie in agguato. Fra queste c'è anche il diabete: secondo uno studio dell'università di Uppsala, in Svezia, gli adulti che dormono solo 3-5 ore al giorno corrono un rischio maggiore di sviluppare il diabete di tipo 2. Il lavoro, pubblicato su 'Jama Network Open', indica inoltre che mangiare bene non basta a controbilanciare gli effetti negativi della deprivazione di sonno sul metabolismo.  "Consiglio di dare priorità al sonno, anche se capisco che non sempre è possibile, soprattutto come genitore di 4 figli adolescenti", afferma Christian Benedict, autore principale dell'articolo, professore associato e ricercatore esperto di sonno del Dipartimento di Bioscienze farmaceutiche dell'ateneo di Uppsala. "Studi precedenti – ricorda Diana Noga, del team di Benedict – hanno dimostrato che un breve riposo quotidiano ripetuto aumenta il rischio di diabete di tipo 2, mentre abitudini alimentari sane come il consumo regolare di frutta e verdura possono ridurlo. Tuttavia, non è ancora chiaro se le persone che dormono troppo poco possono abbattere il pericolo di sviluppare il diabete 2 mangiando in modo sano". Per scoprirlo gli scienziati hanno analizzato informazioni raccolte nella Uk Biobank, uno dei più grandi database di popolazione del mondo, con quasi mezzo milione di residenti nel Regno Unito che sono stati mappati geneticamente e hanno risposto a domande sullo stato di salute e gli stili di vita. Hanno monitorato i partecipanti per oltre 10 anni, scoprendo appunto che una durata del sonno compresa fra 3 e 5 ore si associava a un maggior rischio di diabete di tipo 2. Al contrario, abitudini alimentari sane erano collegate a un pericolo ridotto di 'malattia del sangue dolce'. Ma anche chi mangiava bene, dormendo però meno di 6 ore al giorno, mostrava un rischio più alto di diabete 2. "Il nostro studio – commenta Benedict – è il primo a chiedersi se una dieta sana possa compensare la mancanza di sonno in termini di rischio diabete. Non dovrebbero destare preoccupazione – precisa – bensì essere letti come un promemoria sull'importanza del sonno per la salute". —[email protected] (Web Info)

Cronaca nazionale/ Ragazza 12enne trovata morta in casa

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FOTO DI REPERTORIO

Dolore e sconcerto per la morte di una ragazza giovanissima.

Dramma a Prata di Pordenone, dove una bambina di 12 anni di nazionalità statunitense è stata trovata senza vita dai suoi genitori, che come ogni giorno erano andati a svegliarla affinché si preparasse per andare a scuola.

Stando a quanto emerso la 12enne giocava a football americano alla base aerea americana di Aviano. Venerdì si sarebbe infortunata a un ginocchio durante un allenamento, e domenica sera è stata portata in ospedale perché continuava ad avere dolore alla gamba: i medici l’hanno sottoposta ad alcuni accertamenti – con radiografia ed ecografia, refertate con esito negativo -, al termine dei quali è stata subito dimessa.

Poi, purtroppo, l’improvviso decesso.

Sul posto il 112, che ha inviato a Prata sia ambulanza che l’automedica. I soccorsi tuttavia si sono rivelati inutili.

Foto di repertorio

Convivere con il Covid dopo l’emergenza, a Roma esperti a confronto  

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(Adnkronos) – Evoluzione del Covid dopo la fine dell’emergenza sanitaria a malattia endemica. Modesta adesione della popolazione alla campagna vaccinale, esigenza di continuare a proteggere le persone più fragili, che restano esposte alle complicanze e alle conseguenze di lungo termine dell’infezione. Questo lo scenario sul quale si sono confrontati a Roma rappresentanti delle società scientifiche, associazioni professionali e dei pazienti riunite nell'alleanza che ha sostenuto la campagna “Affrontiamo insieme la nuova normalità” supportata da Pfizer. Obiettivo sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di non abbassare la guardia sul Covid e di normalizzare la convivenza con il virus, attraverso prevenzione e sorveglianza epidemiologica.  Punto di arrivo della campagna – che nei mesi scorsi si è concretizzata in annunci pubblicati sulle più importanti testate nazionali e in uno spot televisivo interpretato dall'attore Michele Placido – il Manifesto 'Insieme per la nuova normalità', sottoscritto da tutti i componenti della coalition – si legge in una nota – dove vengono suggeriti 8 punti chiave per affrontare la fase post-emergenza: dall’attenzione verso le persone più fragili, all’equità nell’accesso alle cure e alla prevenzione, al supporto alla ricerca e ai professionisti sanitari, fino alla lotta contro la disinformazione. La “Nuova normalità” di cui parla la campagna – riferisce la nota – è la fase attuale, caratterizzata dalla presenza del virus Sars-CoV2, che abbiamo imparato a conoscere e che, grazie alla prevenzione, ha perso parte della sua capacità di causare una malattia grave, ma che continua a circolare e a far parte delle nostre vite. A modificare le caratteristiche del Covid – secondo gli specialisti – hanno contribuito la vaccinazione su larga scala, le terapie con anticorpi e antivirali e l’immunizzazione acquisita da larghe quote di popolazione guarita. Eppure, anche in questa nuova fase, nei soli mesi ottobre 2023 – gennaio 2024 si sono registrati oltre 600.000 nuovi casi di Covid-19, 84.000 ricoveri e oltre 4.000 decessi. Numeri lontani da quelli del periodo 2020-21, ma che comportano ritardi nei percorsi di cura dei pazienti con altre patologie e un carico rilevante per le famiglie e le strutture sanitarie.  Diversi i fattori che medici, farmacisti e rappresentanti dei pazienti hanno chiamato in causa per spiegare la scarsa risposta all’offerta vaccinale. Per gestire la convivenza con il Covid e valorizzare la vaccinazione e gli strumenti di contenimento del virus, convalidati anche dal Piano pandemico appena presentato – è emerso dall'incontro – l’esigenza primaria è rimodulare la comunicazione sul Covid e di considerarla come una patologia infettiva che ha dei picchi stagionali, come accade per l’influenza, e che nelle fasi di picco va contrastata con le risorse di prevenzione e trattamento.  In secondo luogo, l'alleanza raccomanda che la prossima campagna di comunicazione vaccinale per il Covid sia mirata alla popolazione anziana e fragile indicando i benefici specifici della vaccinazione – dalla semplice riduzione dei giorni di malattia fino alla prevenzione del ricovero e delle complicanze. È fondamentale il ruolo del medico di famiglia per identificare tra i propri pazienti gli appartenenti ai gruppi a rischio, favorendone l’accesso alla vaccinazione e, in questa prospettiva, sarebbe auspicabile prevedere il meccanismo della 'chiamata attiva'. Attività di formazione/informazione rivolte a medici, farmacisti e infermieri potrebbero garantire un approccio condiviso tra tutti i professionisti sanitari per trasmettere messaggi chiari e univoci volti a favorire l'adozione delle misure di prevenzione per la protezione delle persone più fragili. Infine, la coalizione è disponibile ad attivarsi per un maggiore coordinamento tra categorie professionali, Società scientifiche, istituzioni di tutte le aree geografiche, per promuovere l’approvvigionamento, l’organizzazione e la comunicazione sulle vaccinazioni. La campagna di sensibilizzazione “Affrontiamo insieme la Nuova Normalità” è realizzata con il patrocinio di una larga alleanza di soggetti tra Società medico-scientifiche, Organizzazioni di pazienti e Associazioni di settore: Aipo – Associazione italiana pneumologi ospedalieri; FederAnisap; Federfarma; Fimmg – Federazione italiana medici di famiglia; Fofi Federazione ordini farmacisti italiani; Sigg Società italiana di gerontologia e geriatria; Simg – Società italiana di medicina generale e delle cure primarie; Smiti – Società italiana di malattie infettive e tropicali; Sita – Società italiana di terapia antinfettiva; Siti – Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica; Ail – Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma; Amici Italia; Amici Obesi; Anmar – Associazione nazionale malati reumatici; Apmarr – Associazione azionale persone con malattie reumatologiche e rare Aps Ets; Associazione pazienti Bpco e altre patologie respiratorie; Cittadinanzattiva; Europa Donna Italia; Europa Uomo; Fand – Associazione italiana diabetici; FederCentri Aps Ets; Nadir Ets. —[email protected] (Web Info)

Bezos sorpassa Musk: è ancora l’uomo più ricco del mondo

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(Adnkronos) –
Jeff Bezos supera Elon Musk e torna a essere la persona più ricca del mondo, con un patrimonio di 200 miliardi di dollari, segnala il Bloomberg Billionaires Index. Musk è rimasto fermo a 198 miliardi, dopo aver perso 31 miliardi lo scorso anno, mentre Bezos invece ne ha guadagnati 23. Le azioni di Tesla ieri sono crollate di oltre il 7 per cento.  Musk aveva conquistato il titolo nel maggio dello scorso anno, superando Bernard Arnault, proprietario dell'impero del lusso francese Lhvm. Dal 2000 il patrimonio delle cinque persone più ricche al mondo è cresciuto del 114 per cento, per arrivare a 869 miliardi di dollari.  —internazionale/[email protected] (Web Info)

Cda Maire approva guidance 2024, ricavi +30-40%, ebitda +30-45%

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(Adnkronos) – Approvata dal Cda di Maire la Guidance 2024 che prevede un altro anno di forte crescita: Ricavi compresi tra €5,7 e €6,1 miliardi (+30-40%), raggiungendo il livello previsto nel Piano Strategico 2023-2032 con quattro anni di anticipo; Ebitda compreso tra €360 e €405 milioni (+30-45%); Capex comprese tra €140 e €170 milioni, principalmente dedicate all’espansione del portafoglio tecnologico; Disponibilità nette adjusted in rialzo rispetto al 31 dicembre 2023. Le acquisizioni di nuovi ordini nel 2023 per il gruppo Maire sono state pari a €11.174,1 milioni, in crescita di €7.566,7 milioni rispetto ai €3.607,4 milioni registrati nel 2022. Emerge dai conti approvato oggi dal cda.    —[email protected] (Web Info)

Maire: risultato netto 2023 di 129,5 mln euro (+43,3%), dividendo di 0,197 euro (+59%)

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(Adnkronos) – Risultato netto consolidato di 129,5 milioni di euro (+43,3%) per Maire nel 2023. Il Cda ha appravto i conti e proporrà un dividendo di 0,197 euro per azione, in aumento del 59% rispetto all’anno precedente, incrementando il pay-out dal 45% al 50%.  Questi nel dettaglio i dati di bilancio: I ricavi ammontano a €4.259,5 milioni, in aumento del 23,0%, principalmente grazie alla progressione dei progetti in esecuzione, che hanno raggiunto fasi in grado di esprimere maggiori volumi. L’Ebitda è pari a €274,4 milioni, in crescita del 31,1% grazie ai maggiori volumi consuntivati e ad una efficiente gestione dei costi di struttura. Il margine Ebitda è pari al 6,4%, con un incremento di 40 punti base, grazie ad un maggiore contribuzione delle soluzioni tecnologiche e dei servizi ad alto valore aggiunto. Ammortamenti, svalutazioni e accantonamenti ammontano complessivamente a €57,9 milioni, in leggero aumento a seguito dell’entrata in funzione di nuovi brevetti e sviluppi tecnologici e asset funzionali al processo di digitalizzazione dei processi industriali.  Il Risultato Operativo (Ebit) è pari a €216,5 milioni, in crescita del 37,1%, con un margine del 5,1%, in crescita di 50 punti base rispetto al 4,6%. La gestione finanziaria esprime oneri netti per €30,3 milioni, rispetto a €28,9 milioni, per effetto dell’aumento dei tassi di interesse sulle nuove linee di credito accese nel corso dell’anno, parzialmente compensato dai maggiori interessi attivi riconosciuti sulla liquidità. L’Utile ante imposte è pari a €186,2 milioni a fronte del quale sono state stimate imposte per un ammontare pari a €56,7 milioni che corrispondono a un’aliquota fiscale del 30,5%, sostanzialmente in linea con gli ultimi trimestri.  Tenendo in considerazione i risultati sopra menzionati, l’Utile netto è pari a €129,5 milioni, in crescita del 43,3%, con un’incidenza sui ricavi del 3,0%, in aumento di 40 punti base rispetto al 2,6%. L’utile netto del Gruppo è stato di €125,4 milioni, in crescita del 39,5%. Le Disponibilità nette adjusted al 31 dicembre 2023, escludendo le passività per leasing (IFRS 16) e altre voci minori, sono pari a €337,9 milioni, in aumento di €244,1 milioni rispetto a fine dicembre 2022. La generazione di cassa operativa ha beneficiato degli anticipi sulla forte raccolta ordini e più che compensa i dividendi pagati pari a €40,7 milioni, gli esborsi relativi al programma di buyback per €3,8 milioni e gli investimenti del periodo pari a €76,6 milioni. La voce è composta da €43,2 milioni relativi ad acquisizioni e €33,4 milioni per investimenti organici, dedicati principalmente all’ampliamento del portafoglio tecnologico e a progetti di innovazione digitale.  Il Patrimonio netto consolidato è pari a €579,7 milioni, in aumento di €51,6 milioni rispetto al 31 dicembre 2022, tenuto conto dell’utile netto del periodo, al netto del pagamento dei dividendi e dell’acquisto di azioni proprie.    —[email protected] (Web Info)