(Adnkronos) –
L’aeroporto di Milano Malpensa è ufficialmente intitolato a Silvio Berlusconi. Lo ha stabilito l’ordinanza di Enac, che ha effetto immediato: "L’Aeroporto di Milano Malpensa è intitolato alla memoria del Presidente Silvio Berlusconi, con la seguente denominazione: Aeroporto internazionale Milano Malpensa – 'Silvio Berlusconi'". La società di gestione Sea, fa sapere il Mit, "provvederà agli adempimenti di competenza connessi alla nuova denominazione". Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini esprime "grande soddisfazione". —[email protected] (Web Info)
Aeroporto di Malpensa ufficialmente intitolato a Silvio Berlusconi
Welfare, Riccardi (Prg Retail Group): “Senza nuove nascite non c’è futuro Paese”
(Adnkronos) – "Sul welfare sicuramente dobbiamo fare squadra perché è un tema veramente enorme. Siamo il più importante hub retail di prodotti per bambini presente nel Sud Europa. Abbiamo effettivamente abbiamo avvertito per primi questo calo drammatico delle nascite, negli ultimi 15 anni in Italia abbiamo perso oltre il 34% delle nascite, quindi più di un bambino su tre. Quello che per noi potrebbe essere un tema di business, siamo convinti che in realtà sia un tema di sostenibilità per l'intero sistema Paese. Senza nuove nascite non c'è futuro, quindi riteniamo che sia fondamentale creare un'alleanza per, in qualche modo, frenare questa caduta e possibilmente invertire questo trend in modo da poter ricominciare ad avere magari una piccola crescita". A dirlo oggi Claudio Riccardi, Quality and Sustainability Director PRG Retail Group, intervenendo all'appuntamento Adnkronos Q&A ‘La cura delle persone’, in corso al Palazzo dell’Informazione, in occasione della Giornata mondiale della popolazione. "In questo – precisa – noi vediamo il nostro ruolo proprio come hub retail, quindi come punto d'incontro tra le famiglie, tra i nostri fornitori, ma anche come capillarità sul territorio, con la possibilità di essere un centro di aggregazione, di fare qualcosa assieme. Siamo arrivati, qualche anno fa, partecipando ai primi Stati generali della natalità e poi anche con un confronto che abbiamo avuto con il Moige, per creare un'iniziativa, un progetto che fosse collettivo, di attivismo sociale e che potesse mettere insieme le aziende, il pubblico, il terzo settore, i nostri clienti. E le aziende, i nostri partner, i nostri fornitori". "Abbiamo così creato – sottolinea – una raccolta fondi a cui hanno aderito con grande entusiasmo anche i nostri stessi clienti, che hanno donato, nei primi mesi, ben settecentomila euro e questa donazione sta continuando. Questa raccolta fondi ci ha permesso poi di finanziare un progetto con il Moige, il quale ha formato alcuni genitori esperti che hanno offerto la loro attività, la loro competenza, i loro servizi, per supportare all'inizio duecentocinquanta famiglie italiane fragili e, soprattutto, i nostri clienti. Speriamo entro fine anno di poterne aggiungere altri duecentocinquanta. Supportare le famiglie in tutte quelle che sono le piccole esigenze quotidiane". "Noi – rimarca – speriamo di avere tante nostri competitor che decidano di copiarci o di unirsi a noi per portare avanti idee simili. Quando parliamo di 250-500 famiglie alla fine dell'anno può sembrare poco, però la forza è nel dare l'esempio concreto di quello che si può fare. Per stimolare e tracciare una via in cui ci possano seguire altre aziende, le istituzioni e altre associazioni. Una via che ci possa veramente portare a un'azione collettiva che è fondamentale per il futuro del nostro Paese, non solo della nostra economia. "Abbiamo fatto anche dei passaggi istituzionali – ricorda – come la sottoscrizione di un impegno con il ministero per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità per garantire che veramente non ci sia, al rientro dalla maternità o paternità, alcuna discriminazione, anzi abbiamo anche lanciato un programma di formazione usufruibile in modalità online. L'anno scorso siamo arrivati al percorso di certificazione della parità di genere, lo riteniamo uno strumento utilissimo per misurarci con degli indicatori sia di qualità che di qualità e per capire anche qual è la progressione". "Questo strumento – spiega Claudio Riccardi – ha comportato anche la creazione all'interno della direzione dell'azienda di un comitato specifico per la parità di genere e questo è importante, perché anche la presenza di un comitato dedicato alla parità di genere ci permette di portare avanti delle iniziative in modo continuativo. Ovviamente quando parliamo certificazione non vuol dire che è stata raggiunta, la certificazione è l'inizio di un percorso, è in qualche modo l'inizio di un'azione continuativa. In questo senso noi la vediamo un po' più come un punto di partenza che come un punto d'arrivo che secondo me invece è costituito non solo da avere una parità per i generi, ma dall'inclusione delle competenze specifiche che hanno ad esempio le donne nel valore dell'azienda e nello stile di management aziendale". —[email protected] (Web Info)
Welfare, Rizzitano (Aisla Lazio): 2Abbiamo contribuito a legge regionale caregiver”
(Adnkronos) – "Viviamo un tempo in cui le nostre associazioni sono finalmente ascoltate, riusciamo così a dare contributi per norme e leggi a livello regionale e nazionale. Abbiamo condiviso anche in parte i risultati delle nuove normative sul caregiver. In Regione Lazio è stata da poco emanata la legge che tutela e riconosce la figura del caregiver. A questo obiettivo Aisla – Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica – ha contribuito con degli emendamenti che sono stati accolti in seguito alle audizioni anche in Commissione. E anche a livello nazionale siamo presenti per dare il nostro contributo alle Istituzioni nella redazione della legge nazionale di prossima emanazione per riconoscere questa figura fondamentale". A dirlo oggi Paola Rizzitano, presidente Aisla Lazio e consigliere nazionale di Aisla intervenendo al nuovo appuntamento Adnkronos Q&A 'La cura delle persone', al Palazzo dell’Informazione, in occasione della Giornata mondiale della popolazione. "I nostri caregiver sono parte di un sistema molto prezioso per la cura e la presenza e in supporto del malato. La Sla è una patologia molto violenta che condiziona enormemente la vita non solo del malato e della sua famiglia – ha poi concluso Rizzitano – ma anche del caregiver. Avere il riconoscimento e rappresentanza a livello normativo, e prima ancora culturale e di condivisione anche in questi contesti per noi chiaramente è un'occasione molto preziosa". —[email protected] (Web Info)
Welfare, Quarta (Manageritalia): “Carico cura penalizza donne mercato lavoro e Paese”
(Adnkronos) – "Quasi esclusivamente le donne hanno sulla loro spalle i carichi di cura, non solo dei figli ma anche dei genitori anziani. Ma non è un tema solo femminile, dobbiamo fare un percorso culturale perché tutto ciò impatta moltissimo anche sulla presenza delle donne all'interno del mondo del lavoro. Quindi questo carico di cura, che in questo momento è quasi esclusivamente femminile, limita moltissimo la presenza delle donne nel mondo del lavoro e questo come sappiamo non è soltanto un handicap per le donne, ma è un handicap per il nostro paese". A dirlo Luisa Quarta, coordinatrice gruppo donne Manageritalia, intervenendo al nuovo appuntamento Adnkronos Q&A ‘La cura delle persone’, in corso al Palazzo dell’Informazione, in occasione della Giornata mondiale della popolazione. "Se andiamo a guardare i ruoli dirigenziali del nostro ultimo rapporto – spiega – la presenza femminile è intorno al 23%. Parlo del terziario che è un settore storicamente differente dai settori produttivi industriali italiani che vedono una presenza femminile addirittura minore. Il terziario è un settore principalmente costellato da multinazionali, da società di servizi molto grandi, che hanno proprio nella loro cultura aziendale il tema della valorizzazione della genitorialità per esempio, ma in generale del work life balance e dello smart working". "Quindi – sostiene Luisa Quarta – anche per questo l'aumento delle donne in ruoli soprattutto apicali è stato significativo negli ultimi anni. Ci sono anche le nuove generazioni che stanno arrivando quindi anche quello aiuta moltissimo. E' chiaro che se noi consideriamo il tema maternità che poi blocca non solo la carriera delle donne, ma alcune volte addirittura l'accesso delle donne, questo ci fa capire quanto sia importante lavorare sulla cultura della condivisione dei carichi di cura tra l'uomo e la donna. Sicuramente le aziende possono fare molto, a cominciare per esempio a lavorare per obiettivi, lì dove è possibile si può offrire lo smart working regolamentato. In questi ultimi anni abbiamo visto come lo smart working sia stato delegato semplicemente al tema della cura e della famiglia". "Favorire lo smart working – chiarisce – e quindi lavorare per obiettivi consentirebbe alle aziende stesse di essere più produttive. I dipendenti che hanno un chiaro obiettivo in termini lavorativi e hanno libertà di poterlo portare a termine senza definizione del luogo piuttosto che dei tempi, sono sicuramente dei dipendenti più produttivi, più felici, più sereni perché riescono a conciliare anche rispetto a quelli che sono gli impegni personali. Quindi il 'balance' diventa strategico non solo per il dipendente che ne beneficia, ma soprattutto per l'azienda che riesce così ad ottenere una maggiore produttività. E questo vale per qualsiasi tipo di azienda perché diciamo che è una procedura a costo zero, non ci sono degli investimenti particolari da fare o delle strutture organizzative". "Bisogna un po' uscire – sottolinea – dalla logica del controllo, del presenzialismo e questo ripeto vale per gli uomini così come per le donne. Quindi se vogliamo parlare di carichi di cura e di work life balance solo per le donne non riusciremo a raggiungere sicuramente l'obiettivo che ci stiamo prefissando". "Non possiamo nascondere – avverte – che le aziende pagano meno una donna rispetto a un uomo. Nel momento in cui non si parlerà più di maternità, ma di genitorialità ci sarà una ripartenza uomo donna assolutamente alla pari. Noi abbiamo anche dei dati a supporto. Ci sono tantissime aziende, ad esempio, che aderiscono al nostro progetto assolutamente gratuito che si chiama 'Un fiocco in azienda', programma concreto per aiutare genitori e aziende ad affrontare la maternità e il rientro in azienda delle mamme. Supporta la genitorialità e offre tre mesi di paternità retribuita al 100%. Dobbiamo fare qualcosa affinché le donne possano dare il loro contributo nel mondo del lavoro, possano essere valorizzate per portare il nostro paese ai massimi livelli di competitività". —[email protected] (Web Info)
Welfare, Bernini (Confcommercio): “Obiettivo è una cultura tesa a inclusività e coinvolgimento”
(Adnkronos) – "Il welfare aziendale deve perseguire non solo la conciliazione vita-lavoro, ma più in generale la costruzione di un insieme di servizi welfare che siano indice di una cultura organizzativa sempre più tesa all'inclusività, al coinvolgimento delle persone, al loro benessere e appunto a quello delle loro famiglie". A dirlo oggi Laura Bernini, responsabile settore welfare pubblico e privato Confcommercio, intervenendo all'appuntamento Adnkronos Q&A ‘La cura delle persone’, in corso al Palazzo dell’Informazione, in occasione della Giornata mondiale della popolazione. "Abbiamo sviluppato a favore delle famiglie politiche di welfare – spiega -mi riferisco alla decontribuzione per le lavoratrici madri, agli sgravi per l'assunzione delle donne, a un potenziamento infrastrutturale sugli asili nido, l'erogazione di bonus, nonché a interventi specifici su welfare che, come dire, riguardano la generalità della popolazione, ma che hanno però una destinazione più forte sulle famiglie. Apprezziamo chiaramente questi interventi, che però, come accade da un po' di tempo, sono temporanei, legati a un anno o un poco più, per cui non consentono alle nostre imprese di realizzare delle politiche volte allo welfare, alla conciliazione vita-lavoro, che abbiano un carattere di continuità e di strutturalità, ovviamente". "Per questo – avverte – per quanto ci riguarda, si devono percorrere le iniziative di potenziamento del welfare pubblico, ma sempre in stretta sinergia con il welfare complementare. Credo che sia l'unica chiave effettivamente di svolta per realizzare davvero uno sviluppo compiuto di tutte le iniziative. Da questo punto di vista, non posso che non citare il rinnovo del nostro contratto collettivo, che va in questa direzione, garantendo una maggior flessibilità nei congedi parentali, introducendo congedi per donne vittime di violenza, potenziando la certificazione di parità per le donne. Ci interessa anche molto l'ambito della 'silver economy', perché sicuramente la famiglia è il futuro del paese, ma in questo momento, vediamo di fatto che abbiamo una popolazione, tra virgolette, anziana, perché oramai si parla comunque di silver economy, caregiver 55, per cui è importante immaginare dei sistemi di welfare che siano costruiti. Siamo percorrendo effettivamente in sinergia con altri stakeholder del mercato questo tipo di percorso". —[email protected] (Web Info)
Nato, il ‘caso Biden’ piomba sul vertice: i leader in imbarazzo
(Adnkronos) –
Joe Biden sotto i riflettori al vertice Nato. Le condizioni di salute del presidente deglli Stati Uniti sono un tema che non può essere ignorato, dopo il flop nel confronto tv con Donald Trump. Il contrasto, scrive Politico, in questo momento non potrebbe essere più netto: iBiden, fragile fisicamente e politicamente, presiede quello che potrebbe essere il suo ultimo vertice Nato in un momento in cui l'Alleanza non è mai stata così forte.
Il sito specializzato nella politica degli Stati Uniti torna sul dilemma che circonda il presidente ed il Partito democratico e che è destinato a dominare la scena una volta che sarà calato il sipario sul summit di Washington. Lo fa dalla prospettiva dei leader della Nato arrivati nella capitale per un vertice che nei programmi doveva essere celebrativo, ma che si è trasformato in un test sulle capacità cognitive di Biden, chiamato nella notte italiana a superare l'esame della conferenza stampa finale. Quella in programma alle 18.30 locali – mezzanotte e mezza in Italia – sarà l'evento cruciale del vertice, soprattutto per il presidente. Questa tensione non sfugge ai funzionari della Nato di diverse Nazioni europee che affermano di essere allarmati dall'apparente declino di Biden e che sono sempre più preoccupati dalla prospettiva di vedere un ardente sostenitore dell'Alleanza sostituito a novembre dall'ostilità manifesta di Trump. Secondo Politico, in realtà i funzionari sono sempre più rassegnati alla sconfitta di Biden, che temono possa fermare o invertire il recente slancio dell'Alleanza, minacciando la capacità dell'Ucraina di respingere l'invasione della Russia. E alcuni non nascondono come il presidente preoccupi per questioni che vanno ben al di là della politica perché entrano nella sua sfera personale. "È una sensazione molto strana ascoltare il presidente degli Stati Uniti ed essere più stressato dal fatto che uscirà fuori tema che dall'entusiasmo di ascoltare il leader del mondo libero", ha affermato un diplomatico europeo di alto livello. "Ti preoccupi se sappia in che direzione sta andando, se cadrà, cosa dimenticherà o se dirà 'Corea del Nord' quando intendeva 'Corea del Sud'. È semplicemente un'esperienza strana", ha aggiunto, parlando a condizione di anonimato. Mentre i leader a Washington hanno applaudito il suo discorso e hanno scambiato con Biden sorrisi affettuosi e strette di mano, nelle cancellerie occidentali cresce la consapevolezza di uno scenario che sta cambiando, tra i crescenti dubbi del Partito democratico e la precarietà di un momento in cui la candidatura del presidente sembra dipendere da ogni parola che pronuncia o passo che compie. "Non aveva un bell'aspetto – ha detto un diplomatico di uno di quei Paesi basato a Washington – Preferiremmo una situazione più stabile negli Stati Uniti".
E tra i leader è evidente che serpeggi un certo nervosismo. "Non ho intenzione di commentare questo argomento", ha affermato il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, mentre altri suoi colleghi hanno risposto con parole di circostanza sul rispetto del processo democratico americano, esprimendo la speranza che la Nato resisterà anche a un secondo mandato di Trump. Alexander Stubb, presidente della Finlandia, di formazione americana, ha lamentato il livello "tossico" della polarizzazione politica negli Stati Uniti, affermando con ottimismo che Washington continuerà ad aver bisogno di alleati europei anche se il tycoon vincesse a novembre. "Naturalmente stiamo guardando alle elezioni in tutto il mondo e le elezioni americane sono molto importanti – ha scandito il primo ministro belga Alexander De Croo – Ma siamo estremamente chiari, sono i cittadini americani che faranno la loro scelta e la rispetteremo". De Croo, che ha incontrato Biden alla Casa Bianca circa un mese fa, ha detto ai giornalisti di aver trovato il presidente "molto chiaro sui nostri obiettivi" e ha elogiato il suo discorso di martedì davanti ai leader definendolo "estremamente forte". Ma quando gli è stato chiesto cosa pensasse della traballante performance del dibattito di Biden, De Croo si è allontanato, cedendo con entusiasmo il microfono a un altro leader in attesa dietro le quinte. "È incredibilmente imbarazzante per i nostri alleati ricevere queste domande sulle capacità mentali di Biden", ha chiosato Brett Bruen, ex funzionario del Dipartimento di Stato sotto Obama. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Welfare, Maderna (Lundbeck Italia): “Perimetro tra vita personale e lavorativa è cambiato”
(Adnkronos) – "Sicuramente l'equilibrio del bilanciamento tra vita personale, vita lavorativa e quella professionale si basa su un processo molto dinamico che cambia, che muta e quindi non è mai semplice. Abbiamo visto che bisogna ricorrere a tanta energia, tenacia e determinazione sia lato aziende e organizzazioni, sia lato istituzioni. Soprattutto perché negli ultimi anni il confine, il perimetro tra vita personale e vita lavorativa è decisamente cambiato". A dirlo oggi Raffaella Maderna, People & Communication Director Lundbeck Italia, intervenendo all'appuntamento Adnkronos Q&A ‘La cura delle persone’, in corso al Palazzo dell’Informazione, in occasione della Giornata mondiale della popolazione. "Chiaramente – sottolinea – una persona che sente di potersi esprimere al meglio all'interno della propria organizzazione è una persona che ha un benessere psicologico, mentale, fisico ottimale, quindi ha la possibilità di produrre di più in modo motivato e quindi questo ovviamente è anche un circolo virtuoso per attrarre persone all'interno della propria organizzazione". "L'azienda che rappresento – ricorda – è una multinazionale di origini danesi che opera da oltre 70 anni nell'ambito delle neuroscienze, in Italia da 30 anni. Quindi il nostro focus è il benessere psicologico e mentale delle persone con lo sviluppo, la commercializzazione e la produzione di farmaci nell'ambito delle neuroscienze. Chiamo in causa la cultura danese perché la cultura dei paesi nordici ci insegna molte cose, esiste il focus molto forte della genitorialità e quindi dell'apertura. Noi viviamo eventi concreti di organizzazioni, nella nostra casa madre, dove il padre è un presenza molto forte all'interno dell'organizzazione familiare e aziendale. La nostra organizzazione è al 50% rappresentata da donne, quindi secondo me questo è un aspetto molto importante, nonostante le professionalità più frequenti siano quelle di informatore scientifico del farmaco che prevede di per sé uno spostamento continuo sul territorio e quindi che richiede un'organizzazione del lavoro molto forte. Inoltre siamo un management team rosa". —[email protected] (Web Info)
Vulcano Stromboli, oggi nuova esplosione: sull’isola una nube e cenere
(Adnkronos) – Ancora una forte esplosione parossistica oggi a Stromboli per l'attività del vulcano: alle 14.09 si è sentito un boato a cui ha fatto seguito una nube altissima e la ricaduta di cenere. "Abbiamo sentito due boati – racconta all'Adnkronos Gianluca Giuffrè, un abitante di Stromboli – c'è stato un enorme nuvolone di materiale. Sono suonate le sirene e per fortuna il materiale è ricaduto per la maggior parte in mare. E qualche masso grosso nella parte alta della montagna. La situazione adesso sembra essersi ristabilita. Abbiamo fatto allontanare le persone dal mare, ma solo in via precauzionale. Vedremo cosa accadrà nelle prossime ore". Ieri, sull'isola è stato deciso l'allentamento delle misure restrittive con un'ordinanza che permette di riprendere "la scalata fino all’Osservatorio (100 metri di altitudine) per osservare un po' più da vicino l’attività eruttiva in atto, senza allontanarsi dal sentiero di salita al cratere, e di raggiungere Punta del Corvo (90 metri di altitudine) senza allontanarsi dal sentiero". E' attesa anche un'ordinanza che contingenti lo sbarco delle minicrociere, il cui accesso all'isola era stato interrotto lo scorso 4 luglio. —[email protected] (Web Info)
Dallo specchietto rotto al finto investimento, le truffe più diffuse al volante
(Adnkronos) – L'ultima frontiera in tema di frodi agli automobilisti è quella del truffatore-pedone che finge di essere stato investito e chiede al malcapitato guidatore un risarcimento in contanti; secondo l'indagine commissionata da Facile.it con la collaborazione di Consumerismo No Profit a mUp Research e Bilendi, nell’ultimo anno circa 2 milioni di italiani sono stati vittima di un raggiro mentre erano al volante o in fase di parcheggio. A cadere più spesso in trappola sono i giovani, con una percentuale che supera l’8% tra gli under 35 (a fronte di una media nazionale pari al 5%), mentre a livello territoriale è un fenomeno registrato in misura maggiore nelle regioni del Sud e nelle Isole (7%). E sebbene gli schemi utilizzati dai malfattori siano per lo più noti, nell’ultimo anno circa 880.000 automobilisti vittime di questo tipo di raggiro hanno pagato in contanti il danno millantato dal truffatore. Unica consolazione, se così si può dire, è che nella maggior parte dei casi le somme versate sono state contenute: il 29% ha dato 50 euro, il 31% tra 50 e 100 euro. Solo il l’8% dei truffati ha perso più di 300 euro. Analizzando le risposte di chi, nell’ultimo anno, si è trovato di fronte ad un tentativo di truffa emerge che lo schema più utilizzato dai malviventi è quello del finto tamponamento (44% dei rispondenti). La dinamica è sempre la stessa: l'automobilista ignaro, in fase di manovra in un parcheggio, sente un colpo all'auto, causato con arte dal malfattore, che subito dopo raggiunge il guidatore accusandolo di avergli tamponato l’auto e ammaccato la carrozzeria. E per evitare di coinvolgere la compagnia assicurativa, gli propone di saldare in contanti il danno subito. Una modalità che fa vittime, in particolare, tra le donne, dove la percentuale arriva al 47%, mentre si ferma al 41% tra il campione maschile. Altra truffa particolarmente diffusa è quella dello specchietto rotto (42% dei rispondenti). In questo caso la frode avviene in movimento; la vittima si trova alla guida della propria automobile quando ad un certo punto sente un forte rumore, normalmente causato dal lancio di una lattina vuota da parte di un complice del truffatore; pochi secondi dopo l’automobilista viene affiancato da un’altra vettura il cui conducente gli intima di accostare. Una volta scesi dal veicolo, il truffatore accusa l'automobilista di aver urtato, e rotto, il suo specchietto. Ancora una volta, la proposta del malvivente è di saldare il danno in contanti, senza coinvolgere la compagnia assicurativa, evitando così aumenti sull’RC auto. La truffa dello specchietto rotto, secondo l’indagine, ha particolarmente successo tra gli uomini, dove la percentuale arriva al 48% (rispetto al 35% del campione femminile). Come detto, l’ultima novità in tema di tentativi di truffa ai danni degli automobilisti è quella del pedone investito, che, secondo l’indagine commissionata da Facile.it in collaborazione con Consumerismo No Profit, ha riguardato il 13% degli intervistati. La dinamica è semplice; il malvivente-pedone si butta a terra non appena passa un'automobile fingendo di essere stato investito. Spesso interviene anche un complice che testimonierà di aver assistito al sinistro; sfruttando il senso di colpa dell’automobilista e la paura di possibili conseguenze, i truffatori propongono al guidatore di chiudere un occhio a fronte di un piccolo risarcimento in contanti. Vittime predilette sono i giovani con età compresa tra i 18 e i 25 anni (15%) che, forse anche per inesperienza, risultano più vulnerabili a situazioni di questo genere. La strategia dei truffatori è di chiedere un rimborso in contanti senza fare denuncia né alle autorità né alla compagnia assicurativa, così da evitare un peggioramento della classe di merito del malcapitato automobilista con conseguente aumento del premio RC auto. E nonostante si tratti di trucchi più o meno noti, come detto, tra chi è stato preso di mira dai truffatori nell’ultimo anno circa 880.000 italiani hanno ammesso di essere cascati nel tranello e di aver pagato in contanti il presunto danno. Gli automobilisti più navigati invece, una volta riconosciuto il tentativo di truffa, o hanno tirato dritto senza fermarsi e dare al truffatore la possibilità di portare a termine il suo piano (24%), oppure si sono fermati e hanno preteso di chiamare le forze dell’ordine (54%). Inutile dire che, al solo sentir parlare di Polizia, il più delle volte i malfattori hanno cambiato improvvisamente idea sulla richiesta di risarcimento. "Il consiglio per chi si trova in una situazione dubbia è di chiamare le Forze dell’ordine e, in ogni caso, trattandosi di un sinistro stradale è bene compilare il modulo Cai, Constatazione amichevole di incidente", spiega Andrea Ghizzoni, Managing Director assicurazioni di Facile.it. "Non facciamoci ingolosire – sottolinea – dalla possibilità di 'trovare un accordo' o saldare il danno senza passare dalla compagnia assicurativa poiché potrebbe trattarsi di una truffa. E in ogni caso va ricordato che, se il sinistro è reale, anche in presenza di una denuncia alla compagnia assicurativa è sempre possibile evitare il peggioramento della classe di merito rimborsando alla compagnia stessa, tramite Consap, il danno causato". —[email protected] (Web Info)
Addio al partigiano ‘Topino’, è morto a 99 anni Giulio Consigli: liberò Firenze
(Adnkronos) – Addio a a Giulio Consigli, nome di battaglia "Topino", l'ultimo partigiano della Brigata Sinigaglia (composta da 124 giovani combattenti) che nell'agosto del 1944 liberò Firenze dai nazifascisti. Consigli, 99 anni, è morto nella sua casa di Bagno a Ripoli, alle porte di Firenze, dove era mato il 12 ottobre 1924. Così il sindaco di Bagno a Ripoli, Francesco Pignotti, ha espresso sui propri canali social il cordoglio per la scomparsa dell'ex partigiano Giulio Consigli: "Oggi è un giorno molto triste. Ci ha lasciati poche ore fa Giulio Consigli, nome di battaglia 'Topino', l’ultimo partigiano combattente della Brigata Sinigaglia, che partendo dalle nostre colline in Fontesanta, nell’agosto del ‘44, liberò Firenze dai nazifascisti. Un partigiano coraggioso e un uomo umile, che non ha mai cercato i riflettori ma è sempre stato presente, finché la salute glielo ha consentito, nelle scuole, agli incontri con i più giovani, alle iniziative per la memoria, per raccontare cosa sono stati gli anni bui della dittatura e della guerra. Si è spento all’età di quasi 100 anni nella sua casa in via dell'Eremo, dove a breve porterò il cordoglio di tutta la nostra comunità insieme alle associazioni dell’Anpi. Una perdita enorme, se ne va un altro partigiano a cui dobbiamo tanto, forse tutto: la vita libera e democratica così come la conosciamo. Grazie Giulio, grazie Topino. Ti ricorderemo come un caposaldo della nostra democrazia. Viva la Resistenza sempre!". —[email protected] (Web Info)


