(Adnkronos) – Boom di punturine spiana-rughe in Italia. Nel 2022 sono stati effettuati 161mila trattamenti con il botox. In generale, "i dati rilevati da Isaps certificano che l'uso della medicina estetica non chirurgica, in particolare iniettabile, è in aumento. Sono stati 485mila gli interventi non-chirurgici in Italia, quasi il doppio di quelli chirurgici, 262 mila. Tra i più utilizzati l'acido ialuronico e, appunto, la tossina botulinica, mentre per la chirurgia al primo posto troviamo l'aumento del seno e il trattamento della palpebra". Lo evidenzia Giovanni Salti, presidente di Aiteb, l'Associazione italiana terapia estetica botulino, commentando il 2022 Isaps International Survey, uno studio dell'International Society of Aesthetic Plastic Surgery. "La tossina botulinica – spiega – si conferma un grande strumento per intervenire sulle imperfezioni, al primo posto nella classifica globale con 9 milioni di interventi e oltre 161 mila in Italia. Fa parte del gruppo degli iniettabili e rappresenta una soluzione sicura ed efficace per i pazienti che non vogliono ricorrere alla chirurgia e preferiscono trattare gli inestetismi in maniera non invasiva. Il target si concentra principalmente sulle donne dai 35 ai 50 anni con 4 milioni di pazienti, ma è ugualmente diffuso tra le altre fasce d’età, con 2 milioni dai 18 ai 34 e altri 2 dai 51 ai 64". "Le pratiche cosmetiche nel nostro paese vertono – continua il presidente – sul ringiovanimento facciale, con peeling chimici (21mila interventi) e rassodamenti della pelle (16mila). Ma anche su altre tipologie di intervento come l'epilazione, 20mila registrate, e trattamenti anticellulite, 17mila. Numeri che confermano la tendenza a evitare la sala operatoria". Non solo. L'Italia diventa sempre più meta per sottoporsi a trattamenti estetici. "I pazienti stranieri che si rivolgono alle nostre cliniche arrivano soprattutto dal Brasile, dove l'Italia si colloca al terzo posto, e dalla Romania, dove è prima. Gli argentini, invece, sono il Paese che si sposta di più per interventi medico-estetici, mentre gli italiani sono all'ottavo posto”. —[email protected] (Web Info)
Merlo (Sanofi): “Con monoclonale universale Rsv -89% ricoveri bimbi”
(Adnkronos) – "Come Sanofi siamo orgogliosi di aver messo a disposizione della sanità pubblica anche in Italia una soluzione di immunizzazione per proteggere tutti i nuovi nati nella loro prima stagione di Rsv ed evitare che non vengano più incontro a ospedalizzazioni da virus respiratorio sinciziale. I risultati in una regione, la Galizia della Spagna, in queste ore sono sorprendenti. C'è stata una riduzione dell'89% delle ospedalizzazioni da virus respiratorio sinciziale in tutti i nuovi nati sotto i 6 mesi di vita". Lo ha sottolineato Mario Merlo, General Manager Sanofi Vaccini Italia, intervenendo questa mattina in Senato alla presentazione del Manifesto 'Respirare per crescere – Alleati per un'infanzia libera dall'Rsv', frutto di un lavoro multidisciplinare svolto negli scorsi mesi e sostenuto da Sanofi. "Sono risultati eccezionali – ha aggiunto – e auspichiamo che anche in Italia, dalla prossima stagione, questa soluzione di immunizzazione sia disponibile per tutti i nuovi nati e in tutte le regioni. Auspichiamo che il ministero della Salute dia presto un indirizzo chiaro e univoco a tutte le Regioni italiane per far sì che tutti i nuovi nati in Italia possano beneficiare di questo eccezionale strumento di immunizzazione e di protezione". —[email protected] (Web Info)
Orfeo (Sin): “Preoccupa disparità offerta terapie Rsv tra Regioni”
(Adnkronos) – "La richiesta principale di noi neonatologi è che ci sia equità, naturalmente, nella disponibilità dell'anticorpo monoclonale per il virus respiratorio sinciziale per tutti i bambini su tutto il territorio nazionale. Noi siamo piuttosto preoccupati perché in Italia esiste una sanità con notevoli differenze tra una regione e l'altra. E lo dimostra anche la vicenda dell'anticorpo monoclonale Rsv: sappiamo che alcune Regioni del Nord e del Centro già si stanno attrezzando per acquistare il farmaco, mentre al Sud sono ancora molto indietro". Lo ha detto Luigi Orfeo, presidente della Società italiana di neonatologia (Sin), intervenendo questa mattina in Senato alla presentazione del Manifesto 'Respirare per crescere – Alleati per un'infanzia libera dall'Rsv', frutto di un lavoro multidisciplinare svolto negli scorsi mesi e sostenuto da Sanofi. "Io da campano – ha aggiunto – so che nonostante nella mia regione si sia dimostrato un notevole interesse per questo tipo di profilassi, al momento non ci sono ancora movimenti per l'acquisto delle fiale. Da qui la nostra preoccupazione. Il farmaco è disponibile, deve esserlo per tutti i bambini, da Nord a Sud. Questa è la battaglia che noi faremo fino in fondo". —[email protected] (Web Info)
Roma, focus su crisi energetica e impatto su real estate: appuntamento 8 marzo
(Adnkronos) – L'impatto della crisi energetica sul settore immobiliare. E' questo il tema del seminario dell'European Real Estate Society, Eres che si svolge a Roma l'8 marzo alle 14 nelle Scuderie di Palazzo Altieri (Via di S. Stefano del Cacco, 1) e organizzato in collaborazione con l'Università Tor Vergata, Fiabci e Isivi. L'Associazione, spiega all'Adnkronos Gianluca Mattarocci, professore di Economia degli intermediari finanziari, "riunisce accademici e operativi europei, professori, esperti in società di consulenza, gestori di fondi immobiliari. Ogni anno vengono organizzati due eventi che coinvolgono gli operatori del settore e per trattare un argomento di particolare interesse. Quest'anno il tema è quello della crisi energetica e l'impatto sul real estate". Il seminario prevede due sessioni. La prima riguarderà, illustra Mattarocci, "gli investimenti immobiliari e quando pesano nelle scelte di investimento i profili di efficientamento degli immobili. Si affronterà il tema degli operatori più interessati agli immobili green, si illustrerà le best practice del mercato in Europa e in Italia e i rendimenti che possono avere gli immobili di tipo green". Nella seconda sessione, rileva, "i lavori saranno incentrati sul finanziamento dell'efficienza energetica considerando le diverse tipologie di beni immobili, sugli obiettivi di efficientamento e su come facilitare i finanziamenti per banche o finanziatori". Già negli ultimi mesi e prima della crisi energetica, sottolinea Mattarocci, "abbiamo visto da parte delle autorità europee un forte interesse sugli interventi green e sull'efficientamento. Con la crisi energetica è aumentato l'interesse per realizzare interventi in tempi brevi, per rende gli immobili più efficienti e per ridurre i costi degli immobili. In Italia – osserva – abbiamo uno stock di immobili un po' più vecchio rispetto agli altri paesi europei e quindi meno efficienti dal punto dell'efficienza energetica. C'è una necessità di fare interventi in Italia", osserva il professore dell'Università di Roma Tor Vergata. Con la crisi energetica, osserva Mattarocci, "è necessario non solo un supporto agli investimenti ma anche una politica di incentivazione per effettuare una trasformazione degli immobili. Pertanto è importante raccogliere l'interesse degli investitori nazionali e internazionali anche da punto di vista della rigenerazione urbana. C'è una forte domanda sul settore". Per Mattarocci, anche di fronte alle problematiche riscontrate con i superbonus e in particolare con quello del 110%, "la soluzione non può essere solo quella del supporto pubblico. Non rappresenta una soluzione efficace. Nel post 110% si è registrato un incremento generale dei prezzi per gli interventi immobili che rischiano di rendere non realizzabili gli interventi necessari o ad un costo ragionevole. Pertanto serve un supporto parziale pubblico ma capitali privati per fare gli interventi necessari". Tra gli interventi previsti al seminario di Eres, oltre a quello di Mattarocci che concluderà i lavori, sono previsti quelli di Marc Francke (University di Amsterdam and European Real Estate Society), di Antonio Campagnoli (Fiabci), Simone Roberti (Colliers International), Luca D'Antrassi (Dea Capital Sgr), Raffaella Pinto (Cushman & Wakefield), Sven Ole Sommer (Jll), Angelo Peppetti (Abi), Luke Brucato (Immobiliare.it Insights), Luca Bertalot (European Covered Bond Council), Fabrizio Rampazzo (Blue Factory) e Massimo Nissoli (Harley and Dikkinson Esg). —[email protected] (Web Info)
Studio del PoliMi, anche l’agricoltura può inquinare
(Adnkronos) – L'impatto dell'agricoltura sull'inquinamento in Lombardia è paragonabile all'urbanizzazione, all'industria e ai trasporti. A rivelarlo è uno studio del Politecnico di Milano – pubblicato sulla rivista Chemosphere – che ha quantificato l’impatto legato ai terreni agricoli sulla distribuzione spaziale della concentrazione di polveri sottili (PM2.5) in Lombardia, mostrando come esso sia paragonabile a quello di altre fonti di inquinamento ben più note e studiate, come gli impianti industriali, l’urbanizzato o la rete stradale. Tale impatto paragonabile si è registrato non solo per le zone rurali, ma anche nelle aree più densamente popolate, hanno spiegato i ricercatori. Responsabili del progetto sono la professoressa Maria Brovelli e l’ingegnere Daniele Oxoli, del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano, in collaborazione con il professore Enrico Caiani e l’ingegnere Lorenzo Gianquintieri, del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, con il dottor Santoni di Fondazione Politecnico di Milano e con il professore Andrea Spinazzè dell’Università degli Studi dell'Insubria. Il team di ricerca ha rilevato, in particolare, che l’effetto dovuto ai terreni agricoli è risultato correlato ai picchi di inquinamento più intensi rispetto a quanto misurato nelle zone industriali e urbane ma con una durata limitata nel tempo. Tra le singole colture analizzate è stato registrato un impatto trascurabile delle risaie, più significativo invece per i terreni coltivati a cereali e mais. Questi risultati sono stati ottenuti attraverso un framework innovativo ed un modello data-driven che include la valutazione dell’impatto delle diverse destinazioni d’uso del territorio sulla distribuzione spaziale della concentrazione di PM2.5, per analizzare il ruolo dei terreni agricoli con una sensibilità molto maggiore rispetto a modelli pre-esistenti. Allo scopo sono stati analizzati i dati satellitari e di modelli atmosferici del programma Copernicus per la misura di concentrazione del PM2.5 insieme al database open access di uso del suolo e del sistema informativo agricolo di Regione Lombardia. Per l’analisi è stato utilizzato un innovativo sistema di Geoai (Geomatics and Earth Observation Artificial Intelligence) composto da una architettura a tre stadi, che permette di catturare e interpretare le dinamiche spaziali a livello locale, comparando così gli effetti legati al diverso uso del territorio sull’inquinamento. Gli studiosi assicurano che, grazie a questo nuovo approccio, sarà possibile in futuro generare evidenza rispetto alle concentrazioni di inquinante correlabili a specifiche attività agricole, come spandimenti e concimazioni. Il lavoro nasce nell’ambito del progetto di ricerca D-Dust – Data-driven moDelling of particUlate with Satellite Technology aid- finanziato da Fondazione Cariplo, il cui scopo è stato quello di valutare il contributo – in termini di operabilità, rapporto costo-efficacia e accuratezza – derivato dall’integrazione sistematica di dati non convenzionali nei tradizionali approcci di monitoraggio del particolato basati su sensori fissi a terra, con particolare attenzione alle stime basate su satellite e alle emissioni correlate all’agricoltura. —[email protected] (Web Info)
Padova, sì da tribunale a validità atto di nascita con due mamme
(Adnkronos) – Il tribunale di Padova riconosce la validità dell'atto di nascita con il nome anche della madre non biologica. Sono stati, infatti, riconosciuti come inammissibili i ricorsi del pubblico ministero che ne chiedeva la cancellazione. Secondo il tribunale per contestare l'iscrizione dell'ufficiale di stato civile occorre fare ricorso alle diverse e ben più articolate azioni di status (azioni con rito ordinario). Il Tribunale ha altresì affermato la piena legittimazione del sindaco del Comune di Padova, quale ufficiale di governo, a partecipare a detti giudizi, in concorrenza con il ministero dell'Interno, e la facoltà del Comune di avvalersi dell'Avvocatura Civica per la rappresentanza in giudizio. “Un passo avanti importante per le bambine e i bambini e per le loro mamme, oggi vince l’amore e l’interesse primario delle piccole e dei piccoli" ha detto il sindaco di Padova Sergio Giordani. "Ho sempre ritenuto di agire secondo coscienza e secondo i principi della Costituzione. Sono padre e nonno oltre che Sindaco e per me era impossibile immaginare che ci fossero bambini di serie A e bambini di serie B". "Nessuno scontro con la Procura, che ringrazio. Ora spero che il Parlamento prenda atto con urgenza che esiste un grave vuoto normativo e legiferi per tutelare queste famiglie – aggiunge – Un abbraccio a tutte le mamme per questo significativo pronunciamento, ho conosciuto le loro storie da vicino e ribadisco che il tema è solo di amore, buon senso e diritti per questi minori che diversamente sarebbero esposti a inaccettabili discriminazioni. Infine, un grande grazie alla nostra avvocatura civica del Comune di Padova, per il professionale lavoro e a tutti i dirigenti competenti”. "Da Padova arriva una bella notizia: sono inammissibili i ricorsi della Procura contro più di trenta atti di nascita di bambine e bambini con due mamme" dice in una nota la segretaria del Pd Elly Schlein. "Ancora una volta, la tutela delle bambine e dei bambini di famiglie omogenitoriali passa per un tribunale, che conferma l’operato di un Sindaco coraggioso e capace di ascoltare la loro domanda di riconoscimento e giustizia". "Sulla politica e sul Parlamento – continua Schlein – grava una responsabilità importante: rispondere al monito formulato dalla Corte costituzionale fin dal 2021 e approvare una legge che riconosca pari dignità a tutte le famiglie. Il Partito democratico ha già depositato un disegno di legge che va in questa direzione, così come molte delle altre forze di opposizione. Cosa ha da dire il governo di Giorgia Meloni? Continuerà a fare muro o ci lascerà portare l’Italia in linea con gli altri paesi dell’Unione europea?". "Non possono continuare a ignorare e calpestare la dignità e i diritti di centinaia di bambine e bambini chiudendo gli occhi di fronte alla pluralità di modelli familiari che sono presenti nel nostro Paese", conclude la segretaria del Pd. —[email protected] (Web Info)
Balzerani, rettrice La Sapienza: “Sconcerto per parole Di Cesare”
(Adnkronos) – La rettrice della Sapienza Antonella Polimeni esprime ''sconcerto'' per quanto dichiarato sui social media dalla professoressa Donatella Di Cesare in merito alla scomparsa di Barbara Balzerani. A nome di tutta la Comunità accademica, ricorda ''l’altissimo tributo di sangue pagato dall'Università Sapienza nella stagione del terrorismo, conferma la ferma condanna di ogni forma di violenza e prende le distanze da qualsiasi dichiarazione di condivisione o vicinanza a idee, fatti e persone che non rispettano o hanno rispettato le leggi della Repubblica e i principi democratici espressi dalla Costituzione". Ieri la dura reazione del deputato e responsabile organizzazione di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli, che ha postato lo screenshot del post di Donatella Di Cesare per la morte di Balzerani, in cui si legge: "La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna". "Ma davvero @DiDonadice ha fatto questo Post (poi cancellato per vigliaccheria) per ricordare la terrorista rossa che con le BR rapì Moro e senza mai pentirsi rivendicò l'omicidio di Lando Conti? Non sono queste le idee che non si cancellano da insegnare alla Sapienza", ha scritto Donzelli su X. Per Massimo Cacciari, quello di Di Cesare è un post di speranze rivoluzionarie fallite, più che di nostalgia per una "compagna" andata via. "Conoscendo Donatella Di Cesare e conoscendo la sua storia, che non ha nulla a che vedere con le Br, voleva semplicemente dire che siamo nati tutti negli anni '60 con la speranza di una trasformazione radicale di questo mondo finito in merda – spiega Cacciari all'Adnkronos – La sua è stata più una nota di malinconia per la mancata trasformazione che sognavamo tutti, per il cambiamento che non c'è stato. E' chiara la sciagura che hanno rappresentato le Brigate Rosse, la Di Cesare che è più giovane di me non ha vissuto gli anni di piombo, né la sciagura che hanno rappresentato i brigatisti per noi e per le nostre speranze, per una idea di riforma di questo Paese; sono stati loro insieme alla P2 col delitto Moro a bloccare la trasformazione del nostro Paese. Uno che come me ha vissuto tutto questo può capirlo, un altro nato dopo può parlare di speranze rivoluzionarie". Per l’assessora al Personale, alla Sicurezza urbana, alla Polizia locale, agli Enti locali e all’Università della Regione Lazio, Luisa Regimenti, "il fatto che una professoressa dell’Università La Sapienza, Donatella Di Cesare, inneggi agli ideali perseguiti dalla brigatista Barbara Balzerani, recentemente scomparsa, è qualcosa di estremamente grave. La Sapienza è l’Università dove insegnavano Aldo Moro, Vittorio Bachelet ed Ezio Tarantelli, vittime della tragica stagione degli anni di piombo. Bene ha fatto la Magnifica Rettrice Antonella Polimeni a prendere le distanze da simili affermazioni. I nostri giovani non hanno bisogno di cattivi maestri per i quali non dovrebbe esserci posto nell’Università italiana". —[email protected] (Web Info)
Lo zio di Kate Middleton contro Harry: “Sta dando la famiglia in pasto ai lupi”
(Adnkronos) – "Kate è bella fuori, ma più bella dentro ed è davvero una mamma affettuosa. Ecco perché ero così arrabbiato con Harry e Meghan: non metti un bastone fra le ruote e non reinventi la storia". Lo ha detto in un'intervista esclusiva al Sun, prima di entrare nella casa del Grande Fratello Celebrity, lo zio della principessa del Galles Gary Goldsmith. Per sua stessa ammissione non proprio una celebrità, come quelle che parteciperanno al reality, il controverso fratello della madre di Kate Middleton ha dichiarato al tabloid britannico di essersi "arrabbiato parecchio quando hanno preso di mira la mia bellissima nipote". “Penso che tutti abbiano pensato lo stesso: dare la tua famiglia in pasto ai lupi è semplicemente inappropriato e inutile", ha affermato Goldsmith, riferendosi alle accuse di razzismo contro Kate apparse nella traduzione olandese del libro di Omid Scobie 'Endgame', nel quale viene rivelato che membri della famiglia reale avrebbero chiesto a Meghan e a Harry di che colore avrebbe potuto essere la pelle del nascituro Archie. “È una sciocchezza assoluta – ha aggiunto – Kate non è razzista al 100% e nemmeno sua madre Carole. La mia famiglia non è razzista e che Kate venga ritratta in questo modo è lontanissimo dalla verità, è ridicolo". La notizia, a gennaio, che lo zio della principessa avrebbe partecipato al Grande Fratello Celebrity avrebbe gettato nel terrore sia la famiglia reale che i Middleton, scrive il Sun. Il timore è che Gary, la "pecora nera" di casa, quattro volte sposato, potrebbe rivelare notizie riservate su Kate, in convalescenza dopo l'operazione addominale subita a dicembre. In passato, infatti, si è dimostrato una mina vagante. L'uomo d'affari, che ha avuto Kate come damigella d'onore al suo primo matrimonio nel 1991 e ospite al secondo nel 1997, ha guadagnato 30 milioni di sterline dopo aver lanciato un'azienda informatica, successivamente rimasta impantanata in uno scandalo. “Non mi sono preso molta cura di me e ho preso delle decisioni piuttosto sbagliate – ha ammesso – Cerco di essere la versione migliore di me, ma non è sempre così. A 50 anni ho deciso che in questi giorni, al Grande Fratello, non dirò praticamente niente e mi godrò la vita appieno. In realtà non sono una celebrità, è solo che sono imparentato con una delle più grandi. Penso di essere ritratto come una sorta di cattivo e non lo sono. Quindi sarebbe bello mostrare l'altro lato di me". —internazionale/[email protected] (Web Info)
Zullo (Fdi): “Porterò lotta a virus sinciziale bimbi in Parlamento”
(Adnkronos) – "Il virus respiratorio sinciziale Rsv è una patologia particolare che colpisce, oltre agli adulti, i neonati e nel primo anno di vita diventa molto grave, per questo motivo mette in ansia i genitori. L'Alleanza per un'infanzia libera da Rsv e il Manifesto frutto di un lavoro multidisciplinare svolto negli scorsi mesi e sostenuto da Sanofi sono iniziative molto importanti. Come politico e medico mi sono reso disponibile ad elevare la questione a livello parlamentare e ad utilizzare gli strumenti legislativi messi a disposizione dei decisori politici quanto della cittadinanza, per far sì che ben presto l'immunizzazione passiva sia resa disponibile a tutti i nuovi nati nel nostro Paese". Lo ha detto il senatore Ignazio Zullo (Fratelli d'Italia), membro della X Commissione del Senato della Repubblica, intervenendo questa mattina nella sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama alla presentazione del Manifesto 'Respirare per crescere – Alleati per un'infanzia libera dall'Rsv', di cui è promotore. "Come politici – ha sottolineato – tra le prime iniziative potremmo anche sottoscrivere un'interrogazione, una mozione al ministro della Salute Schillaci, affinché questo strumento di prevenzione che può limitare fortemente le ospedalizzazioni, ridurre i costi sociali e sanitari, possa essere disponibile per tutti i bambini di tutte le regioni italiane", ha aggiunto Zullo, rivolgendosi alla senatrice Pd Ylenia Zambito anche lei membro della X Commissione del Senato. "La seconda proposta che faccio a tutti – ha proseguito – è portare questa iniziativa sul territorio, in ogni regione, approfittare della sensibilità di tanti colleghi senatori. Io sono pugliese e potrei promuoverla in Puglia. La collega Zambito, invece, nella sua Toscana. L'obiettivo comune è lavorare tutti insieme per rispondere ad un bisogno di sanità pubblica ancora insoddisfatto come l'Rsv, riducendo gli impatti della malattia per il nostro Ssn ed evitando disparità a livello regionale". —[email protected] (Web Info)
Nasce a Milano il San Raffaele Neurotech Hub
(Adnkronos) – Un 12enne paraplegico si alza dalla carrozzina e grazie a un esoscheletro comandato dal cervello colpisce una palla. Il 12 giugno 2014 sono cominciati così i Mondiali di calcio in Brasile, con un 'miracolo' frutto del progetto 'Andar de novo' firmato dal neuroscienziato Miguel Nicolelis. Padre delle interfacce cervello-macchine, professore emerito presso il Duke University Medical Center negli Usa, oggi Nicolelis è protagonista di un'alleanza italo-brasiliana che porta alla nascita del San Raffaele Neurotech Hub di Milano. Un polo dedicato alle ultime frontiere della neuroriabilitazione, che offrirà nuove speranze a pazienti colpiti da patologie neurologiche: dalle lesioni del midollo spinale al Parkinson, dagli esiti invalidanti dell'ictus alle forme più gravi di sclerosi multipla. L'Irccs ospedale San Raffaele e l'università Vita-Salute San Raffaele annunciano l'avvio della partnership con il Nicolelis Institute for Advanced Brain Studies, dell'Associazione brasiliana Alberto Santos Dumont for Research Support (Aasdap), per la creazione del San Raffaele Neurotech Hub. Risultato di 2 anni di lavoro, il nuovo polo sarà "la prima iniziativa di questo genere in Europa – spiegano dall'istituto del Gruppo San Donato – incentrata sull'implementazione su larga scala di moderne neurotecnologie e protocolli di neuroriabilitazione basati sull'impiego di un nuovo e generico approccio di interfaccia cervello-macchina non invasiva (nBmi)". Una strategia che "sarà la base per molteplici protocolli e terapie di neuroriabilitazione". L'hub partirà dalla creazione di un Centro di neuroriabilitazione che avrà la missione principale di "fornire a pazienti provenienti da tutta Europa pieno accesso a moderni protocolli di neuroriabilitazione e neurotecnologie" sviluppati dal team di ricerca brasiliano multidisciplinare guidato da Nicolelis. Oltre a essere autore del Master Plan del progetto del nuovo hub, insieme ad Alan Rudolph, Nicolelis sarà anche visiting professor all'università Vita-Salute San Raffaele e co-direttore di questa collaborazione. Si stima che oltre 1 miliardo di persone nel mondo soffra di un disturbo cerebrale di qualche tipo, includendo malattie neurologiche e psichiatriche, e che entro il 2030 il costo globale per trattare questi pazienti potrebbe avvicinarsi ai 6mila miliardi di dollari. Negli ultimi decenni i 'semi' di una possibile svolta: "La ripetuta evidenza che è possibile collegare in modo fluido il cervello a dispositivi robotici, elettronici o virtuali, attraverso le cosiddette interfacce cervello-macchina (Bmis)" inventate a fine anni '90 da Nicolelis con John Chapin, "è emersa come un potente nuovo approccio terapeutico e di neuroriabilitazione per affrontare questa importante sfida sanitaria a livello mondiale", sottolineano gli esperti dell'Irccs di via Olgettina. Il San Raffaele Neurotech Hup nasce proprio per "valutare e sfruttare il potenziale clinico dei nBmis". Sviluppati inizialmente per l'esperimento andato in scena 10 anni fa allo stadio di San Paolo, con la dimostrazione in mondovisione delle potenzialità del primo esoscheletro per arti inferiori controllato dal cervello, i protocolli di neuroriabilitazione che verranno implementati nel Centro di neuroriabilitazione del San Raffaele Neurotech Hub sono tutti basati sulla combinazione di nBmis, realtà virtuale, robotica e, più recentemente, tecniche neuromodulanti non invasive. Negli ultimi 25 anni, infatti, Nicolelis e i suoi gruppi di ricerca tra Stati Uniti e Brasile hanno messo a punto svariate applicazioni cliniche basate su diverse architetture di Bmis, combinate con molteplici strumenti derivati dai campi della realtà virtuale e della robotica. Per Nicolelis, "questa collaborazione con uno degli ospedali più prestigiosi al mondo è un sogno diventato realtà. La nostra partnership – dichiara – permetterà ai pazienti affetti da alcune devastanti patologie cerebrali di accedere a tecnologie all'avanguardia, sicure, accessibili ed efficaci basate sulle interfacce cervello-macchina. Sono sicuro che il mio caro amico John Chapin, con il quale ho inventato questa tecnologia, sarebbe orgoglioso di questo annuncio. Speriamo di raggiungere un gran numero di pazienti nei prossimi anni e dimostrare categoricamente che le Bmis non invasive, combinate ad altre moderne tecnologie e strumenti di dati, diventeranno l'approccio principale nel trattamento delle malattie neurologiche e psichiatriche nel prossimo futuro". "Siamo entusiasti di lanciare questo programma per aiutare i pazienti affetti da patologie neurologiche e ampliare la nostra ricerca sulle innovative tecniche di riabilitazione che utilizzano nuove conoscenze e protocolli per aiutare coloro che ne hanno bisogno e formare la prossima generazione di specialisti", afferma Rudolph "Siamo molto lieti di annunciare l'inizio del progetto strategico Neurotech Hub, che è il risultato dalla partnership che abbiamo stretto con il professor Nicolelis e il suo team – commenta Enrico Gherlone, rettore dell'università Vita-Salute San Raffaele – Dopo l'implementazione di un Master Plan biennale, il Neurotech Hub è pronto per entrare nella fase operativa che ci assicurerà nei prossimi anni di poter perseguire la nostra visione strategica: le neurotecnologie come una nuova e obbligatoria medicina avanzata di cui si intravede già un potenziale utilizzo nell'uomo per migliorare la nostra salute, sia motoria che cognitiva, sia nei disturbi neurologici che psichiatrici. Tutto ciò rappresenta indubbiamente un'opportunità di importanza cruciale anche per i nostri specializzandi, dando loro la possibilità di confrontarsi con una tecnologia all'avanguardia, unica in Europa". Per Marco Centenari, amministratore delegato dell'Irccs ospedale San Raffaele, "il nuovo Neurotech Hub rappresenta uno dei principali progetti strategici del nostro istituto. La collaborazione con il professor Nicolelis è la prova tangibile della nostra volontà di sostenere uno sforzo a lungo termine nell'ottica di sviluppare una medicina sempre più traslazionale. Il gruppo di Nicolelis sarà affiancato da un team di eccellenti neurologi del nostro ospedale guidati dal professor Massimo Filippi, che ha un'esperienza riconosciuta a livello internazionale nel testare nuove terapie nelle malattie neuroinfiammatorie e neurodegenerative, nonché nello sviluppo di nuovi biomarcatori per prevenire e trattare in modo più efficace tali malattie. Siamo convinti che nel prossimo futuro potremo contribuire a far progredire ulteriormente un campo trans-disciplinare come quello che sostiene lo sviluppo neuro tecnologico, valido aiuto per un neuro invecchiamento più sano". —salute/[email protected] (Web Info)












