(Adnkronos) – “Nessuno pensi di insabbiare il prima possibile lo scandalo-spioni, che ogni giorno si arricchisce di notizie inquietanti tra pezzi di Guardia di Finanza, Magistratura e media di sinistra. Chi sono i mandanti? A chi ha giovato questo spionaggio illegale di stampo sovietico? La Lega è pronta a denunciare e a chiedere risarcimento danni a tutti i livelli, nessuno escluso”. Così in una nota la Lega sul caso dei presunti 'dossieraggi'. "Come Lega andremo fino in fondo e chiederemo chiarezza – dice il vicepremier e il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini – Vogliamo sapere chi ha dato ordine di spiare centinaia di persone illegalmente. Neanche in Unione Sovietica pezzi di Stato, pezzi di Guardia di finanza, magistratura e giornalismo di sinistra lavoravano giorno e notte per spiare, diffamare, sputtanare, scannerizzare". "Mi rifiuto – aggiunge – di pensare che fosse un ufficiale infedele della finanza, un magistrato, un giornalista infedele, qua c'è evidentemente un sistema che aveva nella Lega, nell'impresa e nel centrodestra un avversario da abbattere. Vogliamo sapere chi c'era dietro, denunceremo e chiediamo gli interventi di condanna a tutti i livelli, anche ai massimi livelli istituzionali, perché gli italiani non possono pensare che qualcuno possa essere spiato nella vita privata da pezzi di Stato. E' inammissibile. Denunceremo a tutti i livelli". Il procuratore antimafia Giovanni Melillo e il procuratore di Perugia Raffaele Cantone saranno ascoltati in settimana davanti alla Commissione parlamentare Antimafia. Lo ha deciso l'Ufficio di presidenza della stessa Commissione, che si è riunito oggi proprio in seguito alla richiesta dei due procuratori che hanno scritto alla stessa Antimafia, oltre che al Csm e al Copasir, per chiedere di valutare "con l'urgenza del caso" l'opportunità di una loro audizione sulle vicende relative all'inchiesta di Perugia sul cosiddetto 'dossieraggio'. L’Ufficio di presidenza della Commissione Antimafia, guidata dalla presidente Chiara Colosimo, ha infatti calendarizzato le audizioni del procuratore nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, per mercoledì 6 marzo alle ore 16.30 e quella del procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, per giovedì 7 marzo alle ore 10. "Aspetto le audizioni di Melillo e Cantone poi decido per la mia", ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, rispondendo ai giornalisti a margine della sua visita oggi al Centro Spaziale del Fucino di Telespazio. "Mi accorsi delle intrusioni e sottrazioni di documenti e mail – ha ricordato Urso – quando ero presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) e già allora feci un esposto alla Procura di Roma nei primi giorni dell'agosto del 2022". "Ora leggo che intromissioni illecite erano avvenute anche sui miei conti correnti, e già negli anni precedenti quando avrei dovuto garantire, e ho garantito, come presidente del Copasir che le istituzioni democratiche fossero a tutela dei cittadini e dei parlamentari", ha proseguito il ministro. "Oggi mi accorgo – ha continuato Urso – che in quel momento qualcuno era entrato nei miei documenti ed email, e aveva violato i miei diritti sia per quanto riguarda i documenti e le mail che il mio conto corrente". "Credo ci sia motivo di approfondimento", ha quindi scandito Urso che sul prosieguo del dossier ha risposto: "Visto che due magistrati – Giovanni Melillo e Raffaele Cantone – hanno chiesto di essere auditi dal Consiglio Superiore della Magistratura, dalla Commissione Antimafia e dal Copasir, dopo le loro audizioni deciderò se farlo e se chiederlo anch’io". Dal mondo della politica a quello dell’economia sono decine i nomi di personaggi noti finiti nelle ricerche in banche dati compiute dall’ufficiale di polizia giudiziaria Pasquale Striano, indagato dalla Procura di Perugia per accesso abusivo a sistema informatico. Sul registro degli indagati compaiono una quindicina di persone, tra cui anche il sostituto procuratore antimafia Antonio Laudati e tre giornalisti del ‘Domani’. "A pubblicare le notizie i giornalisti non commettono mai un reato. Se quelle notizie sono frutto dei reati di qualcun altro non sta ai giornalisti accertarsene. I giornalisti hanno come unico scopo della loro professione cercare e verificare i fatti e pubblicare notizie che siano veritiere", afferma in una nota Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, in relazione all'inchiesta della procura di Perugia. "Se esiste un istituto che è il segreto professionale – prosegue – un motivo c'è ed è esattamente quello di non rivelare le fonti. Non vorremmo mai che l'indagine a carico dei giornalisti dovesse servire da un lato ad annichilire ancora una volta la libertà di stampa e dall'altro a provare a dare conferme che magari gli inquirenti non hanno", conclude Costante. “Dopo l’esposto del Ministro della Difesa Guido Crosetto tre giornalisti del quotidiano Domani sono finiti sotto inchiesta a Perugia per accesso abusivo e rivelazione di segreto. Ai tre cronisti e all’intera redazione del quotidiano va la nostra solidarietà. La loro unica colpa è quella di aver raccontato la verità”, afferma in una nota Sabrina Pignedoli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle. “La legge professionale n. 69/1963 e la legge sulla privacy del 1996 tutelano il segreto dei giornalisti sulla fonte delle notizie. Chi dalla destra parla di dossieraggio lo fa solo per gettare fumo negli occhi dei cittadini: le uniche intenzioni dei giornalisti infatti erano quelle di raccontare notizie e non di ricattare i potenti come invece fa chi fabbrica dossier. Consideriamo tutta questa vicenda dunque come un grave sopruso ai danni della stampa libera”, conclude Pignedoli. La senatrice di Forza Italia e componente della Commissione parlamentare Antimafia Daniela Ternullo dice che "dalle indagini della Procura di Perugia emerge un dossieraggio scandaloso e illegale per lo più nei confronti dei membri del governo e dei politici del centrodestra. Si va configurando un quadro estremamente preoccupante, potenzialmente capace di minare i nostri stessi equilibri democratici. Faremo tutto ciò che è in nostro potere per venire a capo di questa vicenda allarmante, anche a tutela di un organismo importante quale è la Procura nazionale Antimafia". Per il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva e componente del Copasir, "quella che sta emergendo è una vicenda molto grave, una iniziativa al di fuori della legge e della Costituzione – dice a Tgcom24 – Bisogna essere fermi, ne va della qualità della nostra democrazia. Faccio notare che il primo a subirlo e a denunciarlo è stato Matteo Renzi. Allora molti si girarono dall'altra parte con un certo compiacimento. Questo è quello che accade quando si innescano meccanismi fuori controllo".
Carlo Calenda sottolinea che "siamo di fronte a un fatto gravissimo perché lo Stato è custode, tutte le istituzioni dello Stato sono custodi di informazioni che ogni volta che vengono usate per scopi non leciti distruggono la fiducia del cittadino nello Stato. Quello che è successo è di una gravità inaudita". —[email protected] (Web Info)
Dossieraggio su politici e vip, Lega: “Spionaggio di stampo sovietico, chiederemo i danni”
Lavorare meno per lavorare meglio ed essere felici
Il rapporto Censis-Eudaimon afferma che per il 67% degli occupati italiani, la priorità è lavorare meno,un terzo degli intervistati non risponde a email e chiamate fuori dall’orario di lavoro, in futuro vorrebbe fare meno.
Secondo i dati Ocse, il 9,4% degli occupati, circa 2,7 milioni di persone, supera le 49 ore di lavoro a settimana, ore eccessive e straordinari sono diffusi soprattutto tra gli autonomi, meno tra i dipendenti, e pensare che la prima convenzione dell’organizzazione internazionale del lavoro (Oil) del 1919 prevedeva un limite massimo di 48 ore settimanali.
In Europa pochi passano più tempo in ufficio o in fabbrica dei lavoratori italiani, con scarsa produttività, infatti,mentre le ore lavorate nel 2022 sono aumentate del 4,8%, il valore aggiunto prodotto è stato solo del +4,1% quindi, la produttività è diminuita dello 0,7%.
Se in un’ora o in un giorno si genera un servizio o un prodotto di alto valore, quest’ora e questo giorno possono essere pagati di più, da qui, la correlazione tra bassa produttività e bassi salari, nonostante l’alto numero di ore di lavoro.
Se non si possono avere stipendi più alti, tanto vale lavorare di meno, magari la settimana corta, i metalmeccanici, in vista del rinnovo del contratto, chiedono la riduzione dell’orario a 35 ore e i tedeschi puntano alle 32 ore, la scommessa sarebbe, lavorare quattro giorni su cinque garantendo una produttività non inferiore a prima, (c’è chi scommette su un aumento della produttività).
In Gran Bretagna le conseguenze sulla produttività non sono state però positive, il 51% dei partecipanti al sondaggio sulla settimana di quattro giorni, meno della metà dice che la produttività è migliorata, ma molti dipendenti si sono dimessi perché, se lavori meno giorni, in quei giorni aumenta l’intensità di lavoro e si lavora peggio.
Il segreto è capire quando siamo più produttivi e come ottenere il massimo dal nostro lavoro.
Il lockdown ha rivelato che le riunioni di lavoro erano la principale fonte di scarsa produttività dei dipendenti.
Secondo uno studio pubblicato sulla Harvard Business Review, il tempo dedicato alla collaborazione è aumentato di oltre il 50% negli ultimi decenni.
I ricercatori hanno scoperto che i dipendenti nella maggior parte delle aziende trascorrono fino all’80% delle loro giornate incontrandosi, facendo telefonate e rispondendo alle e-mail, lasciando indietro compiti molto più importanti.
Alcuni hanno tenuto conto dei risultati di questa ricerca e hanno deciso di agire di conseguenza;hanno eliminato tutte le riunioni per un periodo di due settimane, mantenuto solo riunioni essenziali, il risultato: dopo due anni con questa modalità,l’azienda ha triplicato il numero di dipendenti, con riunioni più brevi e più produttive.
Può essere utile stabilire:una routine quotidiana che consenta di bilanciare il tempo speso in un lavoro sostanziale con la necessità di rispondere alle e-mail o partecipare alle riunioni, cercare di trovare il tempo per lavorare senza interruzioni, ad esempio bloccando le mattine e lasciando solo i pomeriggi disponibili per riunioni e chiamate.
La ricerca ha dimostrato che le persone che sono in grado di disconnettersi dal lavoro sono meno stanche e hanno un tasso di procrastinazione molto più basso, un maggiore impegno professionale e una migliore qualità della vita, diversi datori di lavoro l’hanno capito e offrono ai propri dipendenti routine di lavoro e rituali che promuovono l’equilibrio tra lavoro e vita privata, quando le persone trovano un equilibrio tra il lavoro e la vita privata sono più produttive, creative e felici.
Aiutare i dipendenti a evitare il sovraccarico e a disconnettersi dal lavoro in modo appropriato,li farà godere di una salute migliore, di un maggiore benessere e di una maggiore soddisfazione e li vedrà fare di più, meglio e in meno tempo.
Alfredo Magnifico
Lufthansa, in arrivo due giorni di sciopero del personale di terra
(Adnkronos) – Il sindacato Verdi ha nuovamente proclamato uno sciopero del personale di terra della compagnia aerea tedesca Lufthansa per giovedì e venerdì prossimi, 7 e 8 marzo 2024. Lo sciopero sulle retribuzioni e le condizioni di lavoro inizierà nelle aree destinate ai passeggeri alle 4:00 (03:00 Gmt) di giovedì e terminerà alle 7:10 di sabato. Nell’ambito dell’attuale controversia salariale per circa 25.000 dipendenti di terra si sono già verificate due ondate di scioperi, ciascuna delle quali ha paralizzato il traffico passeggeri per circa un giorno. La scorsa settimana Verdi ha organizzato uno sciopero nei reparti tecnici e di movimentazione merci della Lufthansa per costringere la compagnia a fare un'offerta migliore. Il sindacato Verdi hanno chiesto il 12,5% in più di stipendio e un bonus di compensazione dell'inflazione per un anno. Lufthansa ha finora offerto salari più alti del 10% per 28 mesi. Il prossimo ciclo di colloqui è previsto per il 13 e 14 marzo. Verdi è disposto ad anticipare i colloqui solo se verrà avanzata un'offerta migliore. —[email protected] (Web Info)
Obesità moltiplica rischio diabete 10 volte in donne 6 in uomini
(Adnkronos) – Obesità e diabete sono legati a doppio filo, tanto da aver portato alla nascita del neologismo 'diabesità'. Il peso eccessivo moltiplica di ben 10 volte il rischio di questa malattia metabolica nelle donne e di 6 volte nei maschi, secondo la letteratura scientifica. E basta un calo ponderale del 5% perché il rischio di diabete diminuisca del 40%. A ricordare i dati, in occasione della Giornata mondiale dell’obesità che si celebra oggi, la società italiana di diabetologia (Sid) che sottolinea come il problema sia particolarmente sentito in Italia, dove il rischio di sovrappeso e obesità è particolarmente elevato già dall’età pediatrica. Secondo l'ultimo rapporto "Childhood obesity surveillance initiative" dell'Ufficio europeo dell'Organizzazione mondiale della Sanità, il nostro Paese si colloca al 4° posto in Europa per prevalenza di sovrappeso e obesità di poco al di sotto del 40%, superata solo da Cipro, Grecia e Spagna. Per la sola obesità, invece, il nostro Paese è al secondo posto in Europa. "Un bambino obeso ha il 75-80% di probabilità di diventare un adulto obeso ad alto rischio diabete", spiega Angelo Avogaro, presidente Sid "Nel contrasto a questo fenomeno, oltre a una sana e varia alimentazione, serve un'attività fisica quotidiana, in Italia poco ancora troppo poco diffusa: il 44,8% degli italiani adulti non pratica un adeguato livello di attività fisica, mentre questa percentuale raggiunge addi il 94,5 % nei bambini, ultimo Paese Ocse". —[email protected] (Web Info)
Ucraina, Il Foglio: “L’Italia spende tre volte in più rispetto a dati ufficiali”
(Adnkronos) – L'Italia per l'Ucraina spende tre volte in più rispetto ai dati ufficiali. Lo rivela Il Foglio che contraddicendo quanto pubblicato sulla testata giornalistica tedesca 'Welt' secondo cui "l'Italia sull'Ucraina non fa quasi nulla", riferisce: "Ufficialmente, l’Italia ha speso finora per gli aiuti militari all’Ucraina 0,691 miliardi di euro. I dati però non comprendono quelli secretati". "Il numero è tre volte più grande: 2,2 miliardi di euro, che coincide con gli equipaggiamenti donati all’Ucraina". "Una tabellina che circola al ministero della Difesa, e che conferma il dato che ha ricavato il Foglio sull’Italia, aiuta ad avere un quadro della situazione – si legge – La Germania, finora, ha stanziato 17,7 miliardi, 3,5 miliardi all’anno fino al 2027. La Gran Bretagna 9,1 miliardi. L’Olanda 4,4 miliardi, spalmati su più anni (nel 2022 e nel 2023 i miliardi versati sono stati 2,6, incluso il contributo del paese al Nato Trust Fund). La Danimarca ha stanziato 8,4 miliardi, ma spalmati in sei anni, dal 2023 al 2028, significa 1,4 miliardi all’anno a partire dal 2023". "La Norvegia 3,8 miliardi spalmati in cinque anni, poco più di 0,7 miliardi all’anno – prosegue il quotidiano – La Polonia 3 miliardi, spalmati anch’essi su più anni. Il Canada meno dell’Italia, 2,07 miliardi. La Svezia 2,03 miliardi, ma la cifra offerta dalla Svezia comprende anche aiuti civili non scorporabili dai dati generali. La Finlandia, finora, ha messo a disposizione dell’Ucraina aiuti pari a 1,64 miliardi. La Svizzera 1,64 miliardi di franchi svizzeri, spalmati fino al 2028". —[email protected] (Web Info)
Cronaca nazionale/ Scuolabus incastrato sui binari del passaggio a livello, paura tra i bambini
Alla fine solo tanta paura; ma si è sfiorata la tragedia a Copertino, in provincia di Lecce, dove uno scuolabus pieno di bambini è rimasto incastrato tra i binari di un passaggio a livello durante la chiusura delle sbarre per il transito dei treni.
Sul mezzo i bambini in piedi, evidentemente molto preoccupati che di lì a poco sarebbe transitato un convoglio.
La foto ha fatto immediatamente il giro del Web scatenando reazioni furiose tra i genitori e non solo. L’autista, sospeso dal servizio, è stato sottoposto a esami tossicologici.
Fortunatamente l’allarme per lo scuolabus incastrato sui binari è stato immediatamente dato alla stazione ferroviaria, che ha bloccato il treno in arrivo diretto a Nardò.
Foto di repertorio
Mutui, l’analisi: “Chi ha tasso variabile stringa i denti o valuti surroga per abbassare le rate”
(Adnkronos) – Giovedì si terrà la riunione della Bce e, sebbene la maggior parte degli analisti non si aspetti un taglio dei tassi, sarà importante vedere quali segnali lancerà al mercato Christine Lagarde. In attesa dell’evento, Facile.it ha analizzato i futures sugli Euribor – che rappresentano le aspettative di mercato – scoprendo che le rate potrebbero iniziare a diminuire tra maggio e giugno, ma il calo sarà modesto, compreso tra i 14 e i 22 euro circa per un mutuo variabile medio. "L’Euribor spesso tende ad anticipare le mosse della Bce e a variare in funzione delle aspettative future, pertanto sarà fondamentale vedere quali messaggi arriveranno dalla Banca Centrale", spiegano gli esperti di Facile.it. "L’impressione generale – osservano – è che la discesa sarà più lenta rispetto a quanto si aspettavano i mercati a inizio anno. Chi ha un mutuo a tasso variabile dovrà stringere i denti ancora per un po’ o valutare opzioni come la surroga per abbassare le rate". Per la sua analisi, Facile.it ha preso in esame un mutuo medio variabile (126.000 euro in 25 anni, ltv 70%) sottoscritto a gennaio 2022, la cui rata è arrivata, a febbraio 2024, a circa 751 euro dai 456 euro iniziali. Continuando a scorrere i futures (aggiornati al 28 febbraio 2024) emerge che l’Euribor a 3 mesi dovrebbe scendere a circa il 3% entro la fine dell’anno e arrivare attorno al 2,65% entro giugno 2025; se così fosse, la rata scenderebbe di 67 euro entro dicembre 2024, arrivando ad un calo di 100 euro a giugno 2025. Per quanto riguarda la richiesta di mutui, analizzando quelli destinati all’acquisto della prima casa, secondo l’osservatorio di Facile.it, chi ha presentato domanda di finanziamento nei primi due mesi del 2024 ha puntato ad ottenere, in media, 136.523 euro da restituire in 25 anni, valori in linea con quelli rilevati a inizio 2023. Stabili anche l’ltv (il rapporto tra il valore del mutuo e quello dell’immobile) pari al 71%, e il valore medio dell’immobile oggetto di mutuo (circa 187.000 euro). L’unico dato peggiorato è l’età media di chi ha presentato domanda di finanziamento per l’acquisto della prima casa, aumentata di quasi un anno e arrivata a poco più di 37 anni e mezzo. L’aumento è ascrivibile al calo del peso percentuale degli under 36 sul totale richiedenti, passato da 53% del 2023 al 49% del 2024. Sul fronte dell’offerta, Facile.it ha rilevato che nei primi due mesi dell’anno le condizioni proposte dalle banche sono state nel complesso favorevoli, in particolare per i tassi fissi, con indici in costante calo; le migliori offerte per un mutuo standard da 126.000 euro in 25 anni (LTV 70%), partono da un tan fisso pari al 2,87%, vale a dire una rata di 589 euro; a gennaio 2024 la miglior rata era pari a 604 euro.
Stabili, invece, i tassi variabili, che restano sensibilmente più costosi rispetto a quelli fissi, con i migliori tan che partono dal 4,66%, pari ad una rata di 705 euro. La distanza tra tassi variabili e fissi ha spinto la quasi totalità dei richiedenti, più di 9 su 10, a scegliere questa seconda opzione. Il calo dei tassi fissi continua ad essere un’opportunità per coloro che vogliono provare ad approfittare della surroga, che nei primi due mesi del 2024 ha rappresentato un quarto della domanda totale di mutui (25%), in aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando era pari al 17%. —[email protected] (Web Info)
Effetto Ferragni su ascolti tv, ‘Che Tempo che fa’ balza al 14% di share
(Adnkronos) –
Effetto Ferragni sugli ascolti di 'Che Tempo che Fa'. Il programma condotto da Fabio Fazio, in onda sul Nove nel prime time di ieri sera, ha infatti sfiorato i 3 milioni di telespettatori (2.979.000) pari al 14% nella prima parte dalle 20.34 alle 22.10 e 1.316.000 telespettatori con il 9.8% nella seconda parte chiamata 'Il Tavolo'). Risultati che consentono al programma di piazzarsi sul secondo gradino del podio degli ascolti della fascia dopo la serie tv 'Makari' in onda su Rai1 (4.111mila telespettatori e 23% di share) e che risultano in crescita rispetto a sette giorni fa. La settimana scorsa la trasmissione aveva ottenuto 2.137.000 telespettatori e il 10,7% di share (1.188.000 spettatori e il 9.9% per la seconda parte chiamata 'Il Tavolo').
Terzo posto per Canale 5 con 'Lo Show dei Record' che ha realizzato 1.973.000 telespettatori e uno share del 12,99%. Fuori dal podio su Rai3 'Indovina chi viene a cena' ha totalizzato 984.000 telespettatori e uno share del 5,09% mentre su Rai2 l'Atletica leggera ha interessato 920.000 telespettatori registrando uno share del 4,55%. Su Italia1 il film 'The legend of Tarzan' è stato seguito da 868.000 telespettatori (share del 4,72%) mentre su Retequattro 'Zona Bianca' ha conquistato 536.000 telespettatori (share del 3,7%). Chiudono gli ascolti La7 con il film 'Il socio', seguito da 356.000 telespettatori (share del 2,16%) e Tv8 con il film 'A testa alta' stata visto da 253.000 telespettatori (share dell'1,31%). Nell'access prime time sulla rete ammiraglia di viale Mazzini 'Affari Tuoi' ha registrato 5.431.000 telespettatori e uno share del 25,26% mentre su Canale 5 'Paperissima Sprint' ha totalizzato 2.938.000 telespettatori (share del 13,68%). Nella fascia preserale su Rai1 'L’Eredità Weekend' ha interessato 4.560.000 telespettatori con il 25,4% mentre su Canale 5 'Avanti un altro! weekend story' ha realizzato 3.027.000 telespettatori (share del 17,41%). Nel complesso la comparazione delle reti generaliste Rai più RaiNews24 nei confronti delle generaliste Mediaset più TgCom24 ha visto nell'intera giornata la Rai registrare 2.928.000 telespettatori (30,4% di share) e Mediaset raggiungere 2.359.000 telespettatori (24,5% di share) e in prima serata Rai in testa con 6.669.000 telespettatori (32,1% di share) contro i 4.445.000 telespettatori e il 21,4% di Mediaset. —[email protected] (Web Info)
Val d’Aosta, il video della valanga di Gaby che ha isolato Gressoney
(Adnkronos) – Le incredibili immagini del momento in cui la valnga si è staccata in Val d'Aosta, al confine fra i comuni di Rhêmes-Notre-Dame e Rhêmes-Saint-Georges, interrompendo la strada regionale e isolando Gressoney-Saint-Jean. Sono migliaia le persone isolate. Alla galleria di Gaby sono iniziati i lavori di sgombero. —[email protected] (Web Info)
Colpo di coda infezioni respiratorie, Pregliasco: “Ne avremo per tutto marzo”
(Adnkronos) – "Quest'anno siamo già a più di 12 milioni di casi di infezioni respiratorie registrati nella stagione, con un cocktail davvero e ampio e diversificato di cause, con molta influenza H1N1, un po' di Covid, un po' di virus respiratorio sinciziale, rinovirus ed altri. Siamo, per fortuna, in una fase di discesa delle infezioni – nella cornice generale – ma anche questo tempo meteorologico un po' incostante non aiuta e quindi stiamo assistendo ad un colpo di coda con molti nuovi casi". A tracciare il quadro per l'Adnkronos Salute il virologo dell'università Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco, Ad insidiare la nostra salute in questo periodo ci sono "anche tutti quei classici virus 'cugini' dell'influenza e tipici di queste stagioni di passaggio. Patogeni che danno anche un po' di forme gastroenteriche, determinate dagli enterovirus, che creano fastidiosi disturbi intestinali". Quindi la stagione dei malanni "non è ancora finita e ci sono ancora un bel numero di casi. Ne avremo almeno per un mese, tutto marzo di sicuro", conclude Pregliasco. Anche secondo Pier Luigi Lopalco "la stagione dei virus respiratori non è ancora finita. Abbiamo molti casi. Serve ancora un po' di attenzione e, soprattutto, vanno evitati antibiotici a casaccio: non servono contro i virus e vanno sempre prescritti dal medico". Secondo il docente di Igiene all'Università del Salento, tuttavia, "più che colpo di coda possiamo definirlo un prolungamento della curva epidemica. Non è una sorpresa vista l’intensità con cui si sono diffuse le malattie respiratorie virali durante questa stagione". "Non dimentichiamo che lo scorso anno la circolazione virale si è prolungata fino ad aprile inoltrato. Da un punto di vista virale, nelle ultime settimane abbiamo assistito a un calo costante dei virus influenzali e ad una aumento della circolazione di virus respiratorio sinciziale", afferma all'Adnkronos Salute. "Abbiamo tantissime infezioni intestinali da microrganismi diversi che possono essere virali come il norovirus, rotavirus, adenovirus enterici e astrovirus, quindi non c'entra nulla con il periodo dell'influenza di dicembre-gennaio e un eventuale colpo di coda", afferma invece Matteo Bassetti. Secondo il direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova, "l'influenza intestinale ora è fisiologica e si diffonde facilmente nelle scuole e negli asili e poi si porta a casa. In questo periodo c'è una commistione di virus diversi, oggi l'influenza è minoritaria e ci sono virus intestinali insieme anche ai batteri. E' la normale circolazione pre-Covid, ora dopo 4 anni dall'emergenza ci facciamo più caos, a marzo-aprile c'è sempre stato un aumento dei casi di infezioni intestinali". —[email protected] (Web Info)












