(Adnkronos) – "Dopo aver sconfitto Napoleone, il duca di Wellington si lasciò andare alla malinconia e annotò che nella vita non c’era niente di più triste dei sentimenti provati all’indomani di una battaglia vinta. A parte -s’intende- quelli ancora più tristi che si provavano all’indomani di una battaglia persa. Ora i nostri eroi, accampati di qua e di là dei provvisori recinti di maggioranza e opposizione, devono forse aver provato a turno qualcosa del genere. Compiaciuti di aver vinto, quando è capitato. Eppure consapevoli delle insidie che ogni vittoria contiene. Tanto più in democrazia. E se invece non hanno provato niente di tutto questo si consiglia loro di correre ai ripari. Infatti è sempre la hubrys, come dicevano gli antichi, che contiene le più grandi insidie. Ed è assai probabile che l’ebbrezza del successo di un anno e mezzo fa, alle politiche, abbia indotto Meloni a sopravalutare le sue forze e a trovarsi dalla parte degli sconfitti in quel della Sardegna. Come è possibile che il campo dell’opposizione -largo, giusto o santo che sia- si senta ora fin troppo ringalluzzito da quest’ultimo voto e si illuda che il successo della Todde preluda a un rovesciamento generale delle sorti politiche. In realtà è sempre tutto molto relativo, e ogni successo andrebbe preso con le molle più di quanto di solito non si faccia. Poiché appunto il nostro è un paese diviso e attraversato da un’eccessiva faziosità. E quello che converrebbe alla politica, piuttosto che celebrare i fragili trionfi di volta in volta, sarebbe di dotarsi di quel tanto di umiltà utile a sopravvivere alle illusioni che vengono spesso generate da numeri piuttosto ballerini. Si dirà che Meloni, al netto della Sardegna, può contare su una solida maggioranza parlamentare e su un consenso ancora piuttosto ampio. Nonché sul fatto che non si intravede, neppure all’orizzonte, un’alternativa così strutturata da rappresentare una seria minaccia all’egemonia del centrodestra (o destracentro che dir sia voglia). E’ vero. Ma è altrettanto vero che ogni maggioranza, di questi tempi, si trova a combattere su due fronti. Uno è quello dell’altra metà del campo politico. E l’altro è quello di tutte quelle persone, sempre di più, che non vanno a votare. Esprimendo così un sentimento di estraneità e di opposizione perfino più minaccioso. Anche per questo alla premier converrebbe assumere, di qui in poi, una postura meno partigiana. E piuttosto che irridere i propri avversari e radicalizzare lo scontro politico, l’antica saggezza dovrebbe indurla a parlare a quella larga parte del paese che non la sostiene ma neppure la avversa troppo e che chiede a lei, come agli altri, di abbandonare la trincea della faziosità e perfino quella -apparentemente più nobile- della esagerata passione per le proprie ragioni e per i propri cari. La sconfitta della destra in Sardegna è figlia appunto di un eccesso di confidenza. Tentazione che appare sempre dietro l’angolo di ogni stagione e di ogni contesa. Si dirà che gli stessi difetti e le stesse tentazioni fioriscono sotto le bandiere della sinistra e perfino sotto quelle, assai più ripiegate, del centro. Ma appunto per questo sarebbe utile a tutti cambiare registro. E considerare che a lungo andare, in un paese così diviso e frammentato, la vittoria finirà per arridere a chi avrà la maggiore capacità di guardare oltre lo steccato della propria metà campo. Parole al vento, probabilmente. E infatti già in Abruzzo, e più avanti in Basilicata, si sentono rullare i tamburi di guerra e si annunciano da una parte e dall’altra argomenti e tonalità non troppo diversi da quelli appena risuonati nei comizi sardi. Sono le avvisaglie di quel confronto elettorale europeo che un po’ tutti considerano come la conferma oppure come la rivincita delle elezioni politiche di un anno e mezzo fa. Così però tutto resta precario, e le illusioni e le suggestioni di ogni battaglia evaporano in fretta non appena si profila una nuova sfida. Ci viene risparmiata in questo modo la malinconia del duca di Wellington. Forse in cambio dell’illusione che le prossime vittorie abbiano un carattere “napoleonico”. Cosa che non è, quasi ma". (di Marco Follini) —[email protected] (Web Info)
Che tempo che fa, da Chiara Ferragni a Gino Cecchettin: gli ospiti di Fazio stasera
(Adnkronos) – Nuovo appuntamento oggi, domenica 3 marzo, con 'Che tempo che fa' di Fabio Fazio sul Nove. Ospiti della puntata Chiara Ferragni, Gino Cecchettin, Loredana Bertè, Ibrahima Balde e Amets Arzallus Antia – co-autori del libro 'Fratellino', autobiografia di Balde -, Roberto Burioni, Simona Ravizza, Massimo Giannini, BigMama, Yèman Crippa – il detentore di tutti i record italiani di corsa nelle gare di lunga distanza -, Kristian Ghedina e Francesca Piccinini – 'I Giganti' della prossima edizione di Pechino Express -, il cuoco e conduttore Giorgione, Cristiano Malgioglio, Simona Ventura. Chiude la serata l’immancabile appuntamento con 'Che tempo che fa – Il Tavolo' con Nino Frassica, Mara Maionchi, la Signora Coriandoli, Francesco Paolantoni e Ubaldo Pantani. In studio come sempre anche con Luciana Littizzetto, Filippa Lagerbäck, Ornella Vanoni. —[email protected] (Web Info)
Violenza sessuale su una turista inglese a Napoli, arrestato gestore di un locale
(Adnkronos) – I carabinieri della compagnia di Napoli Centro hanno eseguito una misura cautelare, agli arresti domiciliari, emessa dal gip su richiesta della procura, nei confronti di un 27enne accusato della violenza sessuale subita da una giovane turista inglese lo scorso luglio. Le indagini dei carabinieri del Nucleo operativo, coordinati dalla procura partenopea, partite dalla denuncia della vittima, hanno consentito di acquisire molteplici elementi a carico del gestore di una spritzeria dell’area dei 'Decumani' di Napoli. L'uomo, dopo aver servito dei drink alla giovane turista, l’avrebbe seguita nel bagno del locale e poi costretta a subire un rapporto sessuale. Oltre agli elementi raccolti dai militari, tra cui le dichiarazioni della ragazza, di alcune persone informate sui fatti e materiali videofotografici di impianti di sorveglianza, sono stati acquisiti anche gli accertamenti delegati ai carabinieri del Ris di Roma. —[email protected] (Web Info)
Ucraina-Russia, Mosca: “Distrutti 38 droni Kiev sulla Crimea”
(Adnkronos) – Un attacco ucraino contro la Crimea è stato respinto dai russi, che rivendicano di aver intercettato e distrutto 38 droni ucraini in volo sulla penisola. Lo ha reso noto il ministero della Difesa di Mosca, dopo notizie di social media russi e ucraini che parlavano di esplosioni nella notte nel porto di Feodosia. Nel frattempo è salito ancora il bilancio delle vittime dell'attacco russo di Odessa arrivato a dieci morti, incluse una donna con il suo bambino di pochi mesi. I loro corpi sono stati estratti dalle macerie di un palazzo, ha reso noto il governatore, Oleh Kiper. Sono tre i bambini uccisi nel raid con droni all'alba di sabato: ci sono Mark di tre anni e Timofey, di soli 4 mesi, trovato accanto a corpo della madre. Le altre vittime sono tre uomini di 35, 40 e 54 anni, due donne di 73 e 31 anni. Dell'ultima donna trovata non si conosce l'età. "Quando un neonato viene ucciso è una crudeltà oltre l'umano. Non dovrebbe avvenire in nessun luogo", ha commentato su X la first lady Olena Zelenska, in un post dedicato al piccolo Timofey. "Due bambini sono stati uccisi a Odessa", ha scritto su X il presidente Volodymyr Zelensky- "il mondo sa quale deve essere la risposta al terrore. Il mondo dispone di sufficienti sistemi di difesa aerea, droni, sistemi di difesa anti missile. Il ritardo nella fornitura di armi all'Ucraina, così come di difese aeree per proteggere la nostra gente, porta a a perdite come queste". "La Russia ha fatto dei bambini ucraini i suoi obiettivi militari. Ecco contro chi combattono queste bestie". In un post su X il presidente ucraino Volodymr Zelensky esprime così il suo sdegno per l'uccisione, nel raid di ieri su Odessa, di tre bambini: "Mark, che stava per compiere tre anni, Yelyzaveta, che aveva otto mesi, e Tymofiy, quattro mesi". Zelensky fa sapere che "è possibile che ci siano ancora bambini sotto le macerie", mentre cinque persone sono state salvate. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Maltempo, allerta arancione oggi in Emilia Romagna: gialla in altre regioni
(Adnkronos) – Il maltempo non lascia l'Italia. Oggi, domenica 3 marzo, è infatti ancora allerta arancione in Emilia Romagna e gialla in altre regioni. Nell'ultimo bollettino della Protezione civile si legge, per quanto riguarda l'Emilia Romagna, di moderata criticità per rischio idraulico (allerta arancione) nella Pianura modenese, Bassa collina piacentino-parmense, Pianura piacentino-parmense e per rischio idrogeologico in Montagna emiliana centrale, Montagna piacentino-parmense, Alta collina piacentino-parmense, Montagna bolognese. E' invece allerta gialla in Montagna emiliana centrale, Pianura reggiana, Costa ferrarese, Montagna piacentino-parmense, Alta collina piacentino-parmense, Pianura reggiana di Po, Collina emiliana centrale, Pianura bolognese, Montagna bolognese, Collina bolognese e Pianura ferrarese. E' allerta gialla in parte dell'Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Veneto, Liguria, Toscana dove una nuova allerta meteo di codice ‘giallo’ per rischio idraulico del reticolo minore ed idrogeologico, vento forte e mareggiate è prevista per oggi dalla Sala operativa unificata della Protezione civile regionale della Toscana. Dalle aree più a nord-ovest (province di Massa Carrara e Lucca) piogge si estenderanno gradatamente al resto della Regione. In serata possibili isolati temporali sulle zone costiere e sull’Arcipelago. Le piogge saranno più intense a nord-ovest; lungo la costa e sulle zone settentrionali. Sono attesa anche raffiche di vento di Scirocco fino a 90 km/h su costa e sull’Arcipelago e fino a 80-90 km/h sui crinali appenninici, i rilievi e le zone sottovento. Anche il mare sarà molto mosso sulle coste esposte al flusso di Scirocco; temporaneamente agitato a largo nell’Arcipelago. In vigore l'allerta ‘gialla’ per rischio idraulico del reticolo minore e idrogeologico, mareggiate e vento forte. L’Agenzia Regionale di Protezione civile del Lazio ha emesso un’allerta gialla con validità, oltre a oggi, anche per le successive 18-24 ore. Si prevedono sul Lazio precipitazioni da isolate a sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, con quantitativi cumulati deboli fino a puntualmente moderati. In serata quota neve in calo fino a 1000 metri. In Veneto viene segnalato il possibile innesco di frane superficiali e colate rapide sui settori montani, pedemontani, collinari delle zone in allerta. Le previsioni indicano dal pomeriggio di oggi possibili precipitazioni in aumento fino a a tarda sera sulla pianura, quando pioverà estesamente, anche con rovesci; in montagna la probabilità di precipitazioni sarà medio-alta sulle Prealpi per modesti fenomeni diffusi e medio-bassa sulle Dolomiti per modesti fenomeni sparsi con quota neve attorno a 1300-1400 metri. Prosegue le fase di maltempo che da giorni sta interessando Torino e il Piemonte. Precipitazioni diffuse, anche molto intense, sono annunciate già dalla serata e per tutta la giornata di domani con la previsione di un innalzamento del livello idrometrico dei fiumi. Lo rende noto la Città di Torino sottolineando che “la situazione è costantemente monitorata dalla Protezione Civile”. —[email protected] (Web Info)
Tregua a Gaza, Hamas non consegna lista ostaggi vivi: Israele non va al Cairo per colloqui
(Adnkronos) – Un accordo per il rilascio degli ostaggi potrebbe essere concluso entro 24-48 ore se Israele accetterà le richieste di Hamas, aveva reso noto fonti del gruppo. Ma la decisione da parte dell'organizzazione di non consegnare la lista degli ostaggi ancora in vita e l'indicazione del numero di detenuti palestinesi che dovrebbero essere rilasciati, secondo le richieste di Tel Aviv, ha fatto sì che Israele non manderà oggi una delegazione al Cairo per colloqui sulla tregua ha fatto sapere un funzionario israeliano. Hamas non è disposto a rilasciare nessuna informazione sugli ostaggi fino a che non entrerà in vigore "un cessate il fuoco completo e non sarà alleviata in modo significativo la sofferenza degli abitanti di Gaza", aveva reso noto dal canto suo inoltre una fonte dell'organizzazione a un giornale nel Qatar, aveva reso noto Ynet. Dopo la delegazione di Hamas, al Cairo sono arrivate anche le delegazioni di Qatar e Stati Uniti per "un nuovo round di negoziati" che dovrebbe portare all'accordo sulla tregua ed il rilascio degli ostaggi, ha intanto riferito la tv egiziana, Al-Qahera News. Non è ancora chiaro, sottolinea invece il Times of Israel, se Israele manderà la sua delegazione senza aver ricevuto da Hamas la lista con i nomi degli ostaggi in vita. "Porto quotidianamente nel cuore con dolore la sofferenza delle popolazioni in Palestina e in Israele dovuta alle ostilità in corso. Migliaia di morti e feriti, di sfollati, immani distruzioni cha causano dolore con conseguenze tremende sui piccoli. Mi domando davvero si pensa di costruire un mondo migliore in questo modo? Davvero si pensa di raggiungere la pace? Basta per favore, diciamo tutti 'basta per favore'. Fermatevi". Così Papa Francesco dopo l'Angelus da Piazza San Pietro. "Incoraggio a continuare i negoziati per un immediato cessate il fuoco a Gaza e in tutta la regione affinché gli ostaggi – dice – siano subito liberati e tornino dai loro cari che li aspettano e la popolazione civile possa avere accesso sicuro agli atti umanitari". I primi lanci aerei di aiuti statunitensi sul territorio sono iniziati sabato, un giorno dopo che il presidente Biden ha lanciato un appello per un "cessate il fuoco immediato" – il primo che Biden ha lanciato dall'inizio del conflitto in ottobre. Ma il presidente degli Stati Uniti ha affermato in un post su X che la quantità di aiuti che affluiscono a Gaza "non è affatto sufficiente", aggiungendo che gli Stati Uniti "continueranno a fare tutto il possibile per far arrivare più aiuti". Le autorità israeliane però hanno ostacolato l'invio di aiuti umanitari a Gaza con criteri "arbitrari e contraddittori" secondo la Cnn, dopo aver sentito oltre una ventina di operatori umanitari. Fra i beni respinti dal Cogat, l'ente israeliano di coordinamento per i territori palestinesi, responsabile per il passaggio degli aiuti, figurano anestetici e macchine per l'anestesia, bombole di ossigeno, ventilatori, sistemi di purificazione dell'acqua, kit sanitari, sacchi a pelo, medicine contro i tumori e anche datteri, riferisce l'emittente. Il bilancio delle vittime di Gaza è intanto di 30.410 palestinesi uccisi e di 71.700 feriti, ha reso noto il ministero della Sanità della Striscia di Gaza. Israele ha nel frattempo reso noto che i membri di Hamas uccisi nei combattimenti sono 13mila, oltre ai circa mille uccisi in Israele subito dopo gli attacchi del 7 ottobre. "La maggioranza dei palestinesi sono morti o rimasti feriti a causa della calca". Lo ha detto il portavoce delle Forze di difesa israeliane, Daniel Hagari, dopo che l'esercito ha completato un'indagine preliminare sulla strage di giovedì a gaza durante la consegna di aiuti umanitari, costata la vota a oltre 100 persone. "In seguito ai colpi di avvertimento sparati per disperdere la folla e dopo che le nostre forze hanno cominciato a ritirarsi – ha ricostruito Hagari – alcuni saccheggiatori si sono avvicinati ai nostri soldati e hanno rappresentato una minaccia immediata per loro. Secondo una valutazione iniziale, i soldati hanno risposto verso questi individui". —internazionale/[email protected] (Web Info)
Renato Zero: “Non è tempo di pensione ma di palco e piazze”
(Adnkronos) – "Siamo qui per stabilire che non vogliamo andare in pensione e che a 73 anni suonati io mi permetto ancora qualche passetto di danza e di non farmi mancare il fiato dopo aver fatto tre pezzi di seguito, di quelli che non ti fanno respirare. Ed è innanzitutto una sfida per dimostrare a me stesso se mi merito ancora il centro del palco". Renato Zero riabbraccia il suo pubblico con 'Autoritratto', una serie di concerti-evento che hanno preso il via ieri sera da Firenze, con sei date al Nelson Mandela Forum fino al 10 marzo, e poi nella sua Roma, con otto serate dal 13 al 24 marzo al Palazzetto dello Sport. E con l'apertura del nuovo tour, che prende il titolo dall'omonimo album uscito a dicembre per Tattica e subito balzato ai vertici delle classifiche Fimi/Gfk, il cantautore romano ha annunciato due mega show: il 14 giugno all'Arena della Vittoria a Bari e il 21 giugno per la prima volta in piazza del Plebiscito a Napoli. "Io il mio pubblico lo riconosco malgrado gli anni e le rughe", ha confidato Zero. Immancabile la richiesta di un commento sul quasi coetaneo Claudio Baglioni che poche settimane fa ha annunciato che si ritirerà dalle scene entro il 2026. "Se credo che manterrà la promessa? Se uno lancia una moneta in aria, deve essere testa o croce, non c'è una terza possibilità – ha commentato Renato Zero – La cosa più elegante, per me, sarebbe quella di scendere dal palco un 24 febbraio del 2027 o del 2028 per salutare tutti in platea… e poi Renatino non c'è più. Così lasci una bella fotografia. Questa favola deve avere un finale soave, felice e io non dirò quando me ne andrò". Quanto a tornare a fare di nuovo un tour negli stadi, il Renato nazionale ha ironizzato: "Se devo fare un bel saluto potrei scegliere lo stadio Olimpico ma non è detto che sarà così". Al centro della scaletta i tredici brani di "Autoritratto", da "Quel bellissimo niente", cartolina d'amore per la sua Roma, fino a "Eccoci qui", un inno di speranza con un augurio di stretta attualità: "La pace brillerà / Vedrai"; a completare la playlist i successi che hanno segnato la sua carriera ultracinquantennale. A Zero piace parlare del nuovo tour come di "uno spettacolo più minimale di altri: non perché io offra di meno questa volta, ma perché la sintesi fa parte del percorso della maturazione di un artista. Le maschere del passato, ad esempio, non ci sono più: ora conta più l'orecchio dell'occhio, più la musica che i costumi". L'artista di tanti successi – da "I migliori anni della nostra vita", "Il cielo", "La favola mia" fino a "Cercami" e "Spiagge" (tornato cult grazie alla presenza nel film "Enea" di Pietro Castellitto) – si dice orgoglioso dei suoi tanti fan che lo seguono come folle osannanti: "Io al pubblico devo dare quello che il pubblico si attende da me. Io dico: 'questo mestiere se ami la gente fallo, se non ami la gente anche no', perché alla fine la gente si rende conto del bluff, si rende conto se è stata usata. Io sono ancora presente e mi permetto ancora di fare il tutto esaurito". Renato Zero parla di "Autoritratto" come del "tagliando che ciascuno di noi è tenuto a fare una tantum: io mi porto sul palco un bagaglio che si fa sempre innovativo; porto in scena sempre delle realtà che calzano bene con l'oggi. Credo che in questi ultimi tempi l'orecchio sia un po' in deficit perché sentiamo una musica talmente omologata che quando senti un brano sembra che li ha sentiti tutti. I miei costumi hanno talmente occupato uno spazio epocale forte che oggi esigo una certa novità nei miei confronti: faccio a meno delle piume e delle paillettes, che forse in passato hanno aiutato a vendere qualche biglietto e disco in più. Ma solo con piume e paillettes non sarei andato avanti". Renato Zero parla più volte dei ragazzi di oggi, invoca per loro fiducia e speranza. "In fondo io penso che i nostri giovani vogliono essere colti, vogliono impossessarsi della cultura, vogliono avere la possibilità di smentire questo stato comatoso dell'ignoranza che in questo paese imperversa – dichiara – E' come se qualcuno non ci volesse colti per una serie di motivi, uno fra tutti che la gente scema fa quello che cazzo ti pare perché non capisce nulla. Quando uno arriva all'età mia se tu mi vuoi vendere un aspirapolvere che non succhia, io te lo compro pure, per prenderti per il culo però. Allora a vent'anni non mi devi vendere il bluff e non mi devi mandare questi signori a dire 'il libro chiudilo e fai pippa'". Il cantautore invita ancora una volta il suo pubblico a scendere in piazza e a non rimanere tra le quattro mura a piangersi addosso. "La gente deve poter mettere il naso fuori di casa e avere la piazza che è il tabernacolo, il confessionale di un paese, di un popolo – spiega – La piazza è del popolo, e l'ho sempre detto, e questo deve tornare ad essere. Siamo scesi in piazza in tempi non sospetti per cose ben più leggere di queste. Allora non capisco perché oggi non si possa pretendere di poter utilizzare questi spazi che si chiamano 'Piazza del Popolo', 'Piazza Risorgimento'… son tuti nomi che urlano, che gridano, che vogliono soddisfazione, che vogliono vedere la gente insieme, vogliono vedere il ricco con il povero, il democristiano con il rosso…" Zero non si tira indietro neppure dall'attualità, accenna ai giovanissimi che scendono in strada a manifestare per lo stop alla guerra nella Striscia di Gaza e si sono presi anche le manganellate delle forze dell'ordine. "La piazza aspetta i ragazzi, Renato è con voi. E se mi gira, ci vado pure io in piazza – ha detto il cantautore – Nel senso che io non sto sull'Himalaya e dico: 'Ehi belli, come state laggiù? Sentite freddo?' Ma poi nella musica, nelle mie esternazioni io sono stato tante volte in piazza, con 'Rivoluzione', 'Bella libertà' e tanti altri brani: ci sono delle pagine mie che manifestano proprio la mia volontà di non tacere, di essere sempre attivo nella determinazione di voler cambiare le cose. Perchè se, poi, uno non ci sta fisicamente dietro a questa roba, non si cambia la vita, la società e il mondo per delega. Non si può dire: 'Senti, vacci te oggi perchè io ho da fare'. No, devi andare lì, devi portare il tuo visino acqua e sapone in piazza e devi farti riconoscere e non con le bandane come si faceva una volta, perché nessuno voleva essere riconosciuto: 'Io la rivoluzione la faccio però non mi espongo più di tanto'. E invece, no, bisogna andare a viso scoperto perché la gente deve sapere chi sei e il motivo perché sta lì, lo deve leggere nei tuoi occhi, nella tua presenza in quel momento. Quindi la piazza deve essere riabilitata, torniamo in piazza tutti". Renato Zero non fa i nomi dei nuovi talenti della scena musicale che apprezza ma quando gli viene chiesto di Sangiovanni – che ha detto di volersi prendere una pausa perché non ha più le energie fisiche e mentali per portare avanti la sua musica – risponde con un filo di emozione: "E' stato spiazzante, ha avuto il coraggio di togliersi dal banchetto, di prendersi i suoi tempi. E' una decisione che fa onore alla persona, all'artista e a un giovane. Anche da giovani si può avere il talento di valutare la propria professionalità". Buona parte della conferenza stampa è stata dedicata al pubblico fiorentino, che per primo lo applaudì nel 1973: "Presentavo al Palazzo dei Congressi 'No! Mamma, no!' ed ebbi 70 mila prenotazioni in una serata organizzata dalla Rca. Poi subentrò uno sciopero dei metalmeccanici che durò un anno e i dischi non partirono. Ma fu un debutto meraviglioso. E in tutti questi anni Firenze è rimasta, dopo Roma, la mia seconda città. A Firenze ci sono stati gli albori della mia carriera e grazie alla Toscana ho avuto l'opportunità di estendere il mio messaggio musicale al paese e da allora di allevare i miei amati sorcini. I fiorentini mi hanno aperto subito la porta. In Toscana c'è un popolo coraggioso. A distanza di più di oltre 50 anni, tornare di nuovo a Firenze per me è un altro battesimo". Nelle parole di Renato Zero su Firenze c'è anche posto per un pensiero sulla recente tragedia che ha segnato la città, quando a metà febbraio un crollo nel cantiere di via Mariti, dove si costruiva un supermercato, ha provocato cinque morti e tre feriti gravi. "Queste disgrazie sul lavoro – ha detto con una certa commozione – credo che abbiano proprio un sapore amaro per il fatto che basterebbe prendere delle misure, basterebbe periodicamente fare i controlli necessari e la gente tornerebbe a casa dalla famiglia invece che lasciare il mondo. Questo vale per tutta l'Italia perché purtroppo queste sciagure ormai le sentiamo tutti i minuti, da sud al nord e non si scappa". Renato Zero, che ha ideato, scritto e diretto lo spettacolo, è affiancato on stage da una superband composta da 11 musicisti (Danilo Madonia – direzione musicale, tastiere e pianoforte; Lorenzo Poli – basso; Lele Melotti – batteria; Bruno Giordana – tastiere e sax; Rosario Jermano – percussioni; Giorgio Cocilovo – chitarre; Fabrizio Leo – chitarre; Stefano Bergamaschi – tromba; Emanuele Feliciani – tromba; Elisabetta Mattei – trombone; Fabio Tullio – sax), un coro a 10 voci e dall’orchestra Piemme Project coordinata dal primo violino Prisca Amori; gli arrangiamenti sono a cura del maestro Alterisio Paoletti e del maestro Adriano Pennino. A sublimare le performance del cantautore la scenografia a cura di Igor Ronchese e Gigi Maresca, il light design di Francesco De Cave e i coinvolgenti visual affidati alla direzione di Younuts! (Antonio Usbergo e Niccolò Celaia), a legare spettacolo e racconto con un impatto fortissimo sulla messa in scena. (di Paolo Martini) —[email protected] (Web Info)
Israele, c’è l’accordo sulla tregua? Gli Usa dicono di sì “ma ora aspettiamo Hamas”
(Adnkronos) – Israele ha "praticamente accettato" una proposta di tregua di sei settimane a Gaza, c'è "una cornice di accordo" che Israele ha "più o meno accettato". Una seconda fase dell'intesa "per costruire qualcosa di più durevole" potrà essere concordata durante la tregua. Lo ha detto ai giornalisti un alto funzionario dell'amministrazione Biden, secondo quanto riferisce la Cnn. Il punto da risolvere, ha spiegato l'alto funzionario, è che manca l'accordo con Hamas su una "definita categoria di ostaggi". "Questa categoria di ostaggi vulnerabili" è al centro dell'accordo. Gli Stati Uniti, ha proseguito, hanno avuto diversi incontri in Israele e uno a Parigi nelle ultime settimane. Nuovi negoziati sulla tregua a Gaza e la liberazione degli ostaggi sono previsti al Cairo, hanno riferito due fonti ben informate alla Cnn, senza precisare le date. I colloqui saranno a livelli dei esperti, con la partecipazione di Stati Uniti, Israele, Egitto e Hamas. Non è chiaro se vi sarà anche il Qatar. Le discussioni fra Israele e Hamas verranno condotte in maniera indiretta, con i rappresentanti delle due parti in stanze separate. Intanto il ministro del gabinetto di guerra Benny Gantz vola a Washington contro l'approvazione di Benyamin Netanyahu, riferisce una fonte vicina a Netanyahu, citata da Haaretz. "Il primo ministro ha detto chiaramente a Gantz la scorsa notte che non approva il suo viaggio a Washington. Ogni viaggio all'estero di un ministro, che non sia privato ma nella sua veste ufficiale, richiede l'approvazione del primo ministro", ha riferito la fonte. Ma Gantz ha deciso di procedere comunque. A Washington, ha reso noto il suo ufficio, vedrà la vice presidente Kamala Harris e il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Jake Sullivan. Poi proseguirà per Londra, dove sono previsti altri incontri ad "alto livello". Ex capo di Stato maggiore ed ex ministro della Difesa, Gantz era il leader dell'opposizione a Netanyahu. E' entrato nel gabinetto di guerra dopo lo scoppio del confitto a Gaza. Migliaia di persone hanno manifestato a Gerusalemme per chiedere la liberazione degli ostaggi. La folla si è riunita a Paris square, vicino alla residenza del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu. Molti dei partecipanti sono arrivati a Gerusalemme con la marcia dell'unità, partita mercoledì da Re'im, il sito del festival musicale Supernova, teatro di una delle pagine più sanguinose dell'attacco di Hamas il 7 ottobre. Fra gli oratori sul palco le madri di Avinatan Or e Romi Gonen, un ragazzo e una ragazza rapiti al rave Supernova. Comparse insieme hanno voluto sottolineare l'unità nel chiedere la liberazione dei figli, malgrado provengano da ambienti molto diversi dal punto di vista politico e religioso, riferisce Times of Israel. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Gaza, caos aiuti umanitari. Cnn: “Beni respinti da Israele in maniera arbitraria”
(Adnkronos) – Le autorità israeliane ostacolano l'invio di aiuti umanitari a Gaza con criteri "arbitrari e contraddittori". Lo afferma la Cnn, dopo aver sentito oltre una ventina di operatori umanitari. Fra i beni respinti dal Cogat, l'ente israeliano di coordinamento per i territori palestinesi, responsabile per il passaggio degli aiuti, figurano anestetici e macchine per l'anestesia, bombole di ossigeno, ventilatori, sistemi di purificazione dell'acqua, kit sanitari, sacchi a pelo, medicine contro i tumori e anche datteri, riferisce l'emittente. "E' un sistema deliberatamente opaco e ambiguo" – afferma un funzionario umanitario- "puoi ottenere il via libera dal Cogat, ma poi la polizia, la finanza o la dogana respingono indietro il camion". Secondo le fonti, oltre 15mila tonnellate ai aiuti, la metà dei quali alimentari, sono in attesa dell'autorizzazione per entrare a Gaza. Il Cogat non ha risposto alle richieste di commento della Cnn, ma ha recentemente ribadito su X che "non vi sono limiti alla quantità di aiuti che possono entrare a Gaza". I controlli israeliani puntano ad evitare l'ingresso di beni che potrebbero avere anche uso militare. Ma Janti Soeripto, presidente di Save The Children in Usa, dice di "non aver mai visto una catena di rifornimento che dovrebbe essere semplice diventare così complicata… il livello di barriere agli aiuti umanitari è senza precedenti. Secondo Soeripto vi sono stati sacchi a pelo respinti perché hanno la zip, kit igienici rifiutati perché vi sono tagliaunghie. Un'altra fonte ha raccontato di sacchi a pello respinti perché color verde militare. E se i datteri in genere passano le ispezioni, un loro carico è stato bloccato dopo che i semi sono apparsi sospetti all'esame del carico con i raggi X. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Valencia-Real Madrid 2-2, gol fantasma allo scadere e polemiche
(Adnkronos) – Il Real Madrid pareggia 2-2 sul campo del Valencia nel match della 27esima giornata della Liga. I blancos vanno a segno con Vinicius (50’ e 76’) e rimontano dopo i gol di Hugo Duro (27’) e Yaremchuk (30’). La sfida si infiamma allo scadere. Il Real Madrid batte l’ultimo corner alla fine del recupero, al 100’, e mentre Brahim Diaz crossa ecco il triplice fischio finale dell’arbitro Gil Manzano: Bellingham colpisce di testa e realizza il gol del 2-3 che però non viene convalidato. Il match finisce 2-2, Bellingham protesta e viene espulso. “Non ho mai visto niente del genere nella mia carriera”, dice Carlo Ancelotti, allenatore del Real. —[email protected] (Web Info)











