(Adnkronos) – Una delegazione israeliana dovrebbe atterrare oggi al Cairo per portare avanti i colloqui per una tregua temporanea e il rilascio degli ostaggi. Lo riferisce il notiziario libanese Al-Akhbar. Citando fonti egiziane anonime, il rapporto afferma che la delegazione avrebbe con sé un elenco di prigionieri palestinesi che Israele rifiuta di rilasciare e chiederà di vedere un elenco di ostaggi che da includere nell'accordo. "Un alto funzionario ha detto che, nonostante le notizie secondo cui i negoziati per il rilascio degli ostaggi israeliani tenuti prigionieri a Gaza riprenderanno domenica al Cairo, nessuna delegazione israeliana parteciperà a meno che Hamas non fornisca i nomi degli ostaggi ancora vivi", scrive Ynet News. Almeno 17 cittadini palestinesi sono morti e decine di persone sono rimaste ferite, alcune delle quali gravemente, in seguito a nuovi attacchi compiuti dall'esercito israeliano a Deir al Balah e Jabalia, nella Striscia di Gaza, nelle prime ore di stamattina. Lo ha riferito la Wafa. Secondo l'agenzia palestinese, gli aerei da guerra delle truppe israeliane hanno bombardato due case nella parte orientale di Deir al Balah, nel centro della Striscia, provocando la morte di 15 persone oltre a decine di feriti e dispersi, che le squadre della protezione civile continuano a cercare tra le macerie. L'esercito israeliano ha inoltre bombardato una casa dove si trovavano circa 70 persone nel campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza, dove altre due persone sono morte. In Cisgiordania, anche un adolescente di 16 anni ha perso la vita nelle prime ore di stamattina a causa degli spari dei soldati israeliani in un villaggio a ovest di Ramallah. Un missile lanciato da un drone dell'esercito israeliano ha quindi colpito un'auto nel centro di Rafah, ferendone gravemente i cinque occupanti e diverse persone che camminavano nelle vicinanze. Lo scrive al Jazeera, aggiungendo che i feriti sono stati portati all'ospedale Abu Youssef al-Najjar di Rafah. L’esercito israeliano ha poi annunciato oggi la sospensione delle "attività militari" a Rafah, nel sud di Gaza, e a Deir Al-Balah, fino al 7 marzo per “scopi umanitari”, ha reso noto il portavoce delle Idf Avichay Adraee, precisando che la sospensione sarà tra le 10 e le 14. Il valico di Rafah, al confine con Egitto, dove avviene la consegna della maggior parte degli aiuti a Gaza, sta lavorando a un ritmo ridotto, e il valico alternativo di Kerem Shalom in Israele viene bloccato dai manifestanti che chiedono il rilascio di ostaggi detenuti da Hamas. L'aeronautica israeliana ha distrutto inoltre dei lanciarazzi nella Striscia durante la notte dopo che erano stati sparati proiettili sulle città al confine, di Sderot, giovedì, e Zikim, ieri. Lo hanno riferito le Forze di difesa israeliane. L'Idf ha anche affermato che le truppe di terra hanno ucciso almeno 28 militanti e trovato armi ed equipaggiamento militare nelle battaglie contro Hamas nel centro di Gaza e nelle parti occidentali di Khan Younis. L'esercito israeliano ha affermato di aver utilizzato un nuovo tipo di arma, senza fornire ulteriori dettagli Il capo dell’Unione africana Moussa Faki Mahamat ha accusato Israele di “uccisione di massa di palestinesi” e ha sollecitato un’indagine internazionale dopo la strage di civili in fila per gli aiuti alimentari. "Il presidente della Commissione dell'Unione africana Moussa Faki Mahamat condanna fermamente l'attacco delle forze israeliane che ha ucciso e ferito più di 100 palestinesi in cerca di aiuti umanitari salvavita", ha affermato l'organizzazione su X. Sarebbero 115 i morti palestinesi che giovedì erano in attesa degli aiuti a Gaza, rende noto il ministero della Sanità della Striscia, dopo la notizia secondo cui altre tre persone sarebbero morte nella calca. I feriti sono circa 760. Almeno tre persone sono state uccise in un attacco mirato di droni israeliani contro un'auto che viaggiava vicino a Nakura, nel sud del Libano. Secondo i media in lingua araba, uno dei morti sarebbe un alto funzionario di Hezbollah. Almeno 30.320 palestinesi sarebbero stati uccisi e 71.533 feriti negli attacchi israeliani a Gaza dal 7 ottobre. Lo ha reso noto il ministero della Sanità di Gaza, aggiungendo che 92 persone sono stati uccise e 156 ferite nelle ultime 24 ore. In seguito alla notizia delle autorità della Striscia secondo cui un decimo bambino è morto per malnutrizione e disidratazione, le Nazioni Unite hanno lanciato l’allarme sulla disperata insicurezza e sull’incombente carestia nell’enclave. "I documenti ufficiali di ieri o di questa mattina riportano della presenza di un decimo bambino morto per fame ufficialmente registrato in un ospedale", ha detto il portavoce dell'Oms Christian Lindmeier, aggiungendo che "si tratta di una soglia." molto triste, ma purtroppo ci si può aspettare che le cifre non ufficiali siano più alte". La notizia è arrivata dopo che i media hanno riferito che durante la notte quattro bambini erano morti all'ospedale Kamal Adwan, nel nord di Gaza, oltre che di altri sei giovani morti mercoledì nello stesso centro e all'ospedale Al Shifa, della città di Gaza. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Ucraina, attacco russo a Odessa. Drone su edificio a San Pietroburgo
(Adnkronos) – Aumenta il bilancio delle vittime nell'attacco con droni russi a Odessa: almeno quattro persone sono state uccise e otto ferite. Nel raid sono stati distrutti 18 appartamenti in un condominio di nove piani, hanno riferito le autorità. Tra i feriti ci sono un bambino di 3 anni e una donna incinta, ha detto in mattinata il governatore della regione di Odessa, Oleh Kiper, sottolineando che potrebbero esserci altre persone sepolte sotto le macerie. Le unità del Battaglione Sud russo hanno migliorato la loro posizione in prima linea nell'area di Donetsk, facendo perdere al nemico fino a 410 soldati, ha intanto dichiarato il portavoce dell'unità militare Vadim Astafyev alla Tass. "Le unità del Battaglione Sud, sostenute da forze aeree e di artiglieria – ha precisato – hanno migliorato la loro posizione in prima linea, colpendo le truppe e l'equipaggiamento della 24a Brigata Meccanizzata e della Terza e 92a Brigata d'assalto delle forze armate ucraine vicino a Novoye, Bogdanovka, Andreyevka e Kurdyumovka. Fino a 410 soldati nemici sono stati uccisi o feriti. I sistemi missilistici guidati anticarro e le munizioni vaganti hanno colpito due veicoli corazzati da combattimento e 12 veicoli a motore". Un drone si è intanto schiantato su un edificio di San Pietroburgo. Lo scrive l'agenzia russa Ria Novosti, citando testimoni sul posto. Sei persone si sono rivolte alle strutture mediche della zona, hanno dichiarato i servizi d'emergenza cittadini, mentre sei ambulanze, tra cui due unità di terapia intensiva, hanno lavorato sulla scena dell'incidente sulla Prospettiva Piskarevskij, nella parte nord-orientale della città. Le vetrate dei balconi di due case sono state danneggiate, mentre i residenti degli appartamenti colpiti sono stati evacuati. La Russia ha quindi notificato agli Stati Uniti il lancio del missile balistico intercontinentale Yars dal cosmodromo di Plesetsk. Lo ha detto alla Tass un funzionario del Pentagono, precisando che l'informazione sul test è stata comunicata tramite il Centro per la riduzione del rischio nucleare. Continueremo a monitorare la situazione". Il Ministero della Difesa russo ha riferito ieri che dal cosmodromo di Plesetsk era stato effettuato un lancio di addestramento al combattimento del missile balistico intercontinentale mobile a combustibile solido Yars, dotato di più testate. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Meloni in Canada vede Trudeau. Ieri l’incontro con Biden e l’annuncio su Chico Forti
(Adnkronos) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è arrivata a Toronto, accolta all'aeroporto Pearson dal ministro di origine italiana responsabile dell'Agenzia federale dello sviluppo economico dell'Ontario meridionale, Filomena Tassi e dall'ambasciatore d'Italia Andrea Ferrari. Nell'ambito della presidenza italiana del G7, la premier ha in agenda in mattinata un incontro con il primo ministro del Canada Justin Trudeau. A seguire, nel pomeriggio, vedrà invece i rappresentanti della comunità italiana a Toronto ed esponenti istituzionali canadesi. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha intanto incontrato alla Casa Bianca il presidente americano Joe Biden. Meloni è stata accolta nello Studio Ovale come presidente di turno del G7 a sette mesi dal primo faccia a faccia tra i due nel luglio del 2023. "Sono felice di essere qui. Non vedo l'ora di vederti in Puglia, ti aspettiamo", ha detto la presidente del Consiglio 'invitando' il leader Usa al meeting dei Grandi in programma Borgo Egnazia, in Puglia, dal 13 al 15 giugno. Biden, un attimo prima, aveva voluto ringraziare 'Giorgia' per l'impegno dell'Italia in Ucraina e si era detto felice per il nuovo incontro con la presidente del Consiglio. Nel faccia a faccia, i due leader hanno parlato del G7 ma soprattutto di Medio Oriente, Africa, migranti, Ucraina, Intelligenza artificiale e a come dare un "booster" ai rapporti bilaterali tra i due Paesi. "La crisi in Medio Oriente è una nostra preoccupazione, dobbiamo coordinare le azioni per evitare una escalation, e sosteniamo pienamente lo sforzo di mediazione degli Stati Uniti", ha detto Meloni sollecitando Biden: "Abbiamo bisogno di concordare la nostra azione per evitare una escalation". Per la presidente del Consiglio, la questione umanitaria "è una priorità" per l'Italia, che è "concentrata a contribuire con i propri sforzi" a una soluzione. Mentre per risolvere la crisi in Medio Oriente, l'Italia lavora per "garantire la prospettiva dei due Stati, l'unica soluzione di lungo termine". Ma Meloni ha anche insistito sull'impegno italiano per l'Africa, spiegando al suo interlocutore che "il prossimo G7 metterà una attenzione speciale sull'Africa. Ne discutiamo da tempo, l'Africa non è un continente povero , ha incredibili ricchezze umane e materiali" ma c'è "un approccio predatorio. Noi vogliamo cambiare questo approccio". Per questo, Meloni ha lanciato una proposta a Biden: vogliamo "risolvere la crisi dei migranti" e "combattere il traffico di essere umani", per questo "sono qui per proporre una alleanza globale contro il traffico di esseri umani". Dopo il faccia a faccia, Meloni e Biden hanno avuto un bilaterale tra delegazioni dei due Paesi. Tra i partecipanti, per parte americana, anche il segretario di Stato Antony Blinken. Nella giornata di ieri, dopo l'incontro con Biden, l'annuncio sul ritorno in Italia di Chico Forti che, secondo la famiglia, dovrebbe essere trasferito per Pasqua. "Sono felice di annunciare che, dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti, è stata appena firmata l'autorizzazione al trasferimento in Italia di Chico Forti", dice Meloni in un video messaggio. "Un risultato frutto dell'impegno diplomatico di questo governo, della collaborazione con il governo dello Stato della Florida e con il governo federale degli Stati Uniti che ringrazio. E' un giorno di gioia per Chico, per la sua famiglia e per tutti noi. Lo avevamo promesso e lo abbiamo fatto. E ora aspettiamo in Italia Chico", aggiunge. "È stata un'emozione per me poter annunciare alla famiglia di Chico Forti la bella notizia del suo prossimo ritorno in Italia. Una grande vittoria dedicata a chi, come i suoi cari, ha lottato per anni con coraggio affinché si riuscisse a ottenere il suo trasferimento. Avevo dato loro la mia parola che avrei dato il massimo per riportare Chico in Italia… e sono felice di essere riuscita a mantenerla. Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato senza sosta a questo obiettivo, a partire dall'ambasciatrice Zappia", dice ancora Meloni su Facebook. Chico Forti, pseudonimo di Enrico Forti, trentino, è un ex velista e produttore televisivo italiano, oggi 65enne, detenuto in carcere dall'ottobre del 1999 e condannato all'ergastolo nel penitenziario di Florida City per l'omicidio di Dale Pike, omicidio del quale si è sempre professato innocente. —[email protected] (Web Info)
Chico Forti torna in Italia, la famiglia: “Rientro per Pasqua”
(Adnkronos) –
Chico Forti torna in Italia. Il rientro potrebbe avvenire per Pasqua, quindi entro un mese, secondo quanto prevede e auspica la famiglia. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ieri a Washington ha incontrato alla Casa Bianca il presidente americano Joe Biden, nella serata italiana ha annunciato la notizia attesa da anni: Forti, dopo 24 anni di carcere negli Usa, sarà trasferito in Italia. "Sono felice di annunciare che, dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti, è stata appena firmata l'autorizzazione al trasferimento in Italia di Chico Forti", ha detto Meloni in un video pubblicato su Facebook prima dell'incontro con Biden. La famiglia di Chico Forti era stata avvisata qualche ora prima, come ha spiegato lo zio Gianni Forti a Rainews24. "La presidente del Consiglio Giorgia Meloni mi ha chiamato verso le 16 dicendomi che aveva raggiunto un accordo con il Governatore della Florida e che aveva sottoscritto i documenti necessari per l'iter di trasferimento di Chico Forti in Italia", ha spiegato il parente. "E' stata data la notizia a Chico direttamente dal presidente Meloni, che ha avvisato me. Ho provveduto a informare la mamma di questa bellissima notizia che dopo un quarto di secolo di battaglie finalmente sembra che siamo arrivati alla fine di questo terribile incubo", ha aggiunto. "Anche per lui credo che sia un premio alla sua tenacia e al suo coraggio. Nessuno sa come ha fatto a resistere per 25 anni", ha sottolineato Gianni Forti. Cosa prevede ora l'iter nel dettaglio? "Credo che il primo passo sia il suo trasferimento in una struttura federale e da li poi rientrerà in Italia secondo le regole previste dalla Convenzione di Strasburgo. Confidiamo che per Pasqua possa riabbracciare sua madre". Sessantacinquenne, trentino, campione di windsurf, produttore televisivo e cineoperatore d'assalto, Enrico Chico Forti negli Usa sconta una condanna per l'omicidio di Dale Pike. È in carcere da quasi 24 anni: ha rischiato la sedia elettrica, è stato condannato all'ergastolo senza appello. Ora, dopo l'ok al trasferimento firmato dagli Usa, si avvicina il momento del rientro in Italia, come ha annunciato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Washington. Dal 15 giugno 2000, giorno del verdetto, Forti si dice vittima di un complotto. Pike fu trovato morto in un boschetto che limita una spiaggia, a poca distanza dal parcheggio dove lui stesso aveva chiesto a Forti di accompagnarlo, dopo averlo prelevato all'aeroporto. La morte fu fatta risalire tra le ore 20 e 22 del giorno precedente, poco tempo dopo il suo commiato da Enrico Forti. Secondo la sentenza, non appellabile, Forti è stato condannato all'ergastolo per "aver personalmente e/o con altra persona o persone allo stato ancora ignote, agendo come istigatore e in compartecipazione, ciascuno per la propria condotta partecipata, e/o in esecuzione di un comune progetto delittuoso, provocato, dolosamente e preordinatamene, la morte di Dale Pike". La storia di Forti è legata a doppio filo all’omicidio di Gianni Versace, avvenuto il 15 luglio 1997, a Miami Beach, due chilometri in linea d’aria dal luogo dove, sette mesi dopo (il 15 febbraio 1998), fu trovato cadavere Dale Pike, ucciso fra l’altro con lo stesso tipo di pistola che esplose i suoi colpi mortali contro Versace; due proiettili alla testa, come per Pike. Nel marzo 2021, una prima svolta annunciata da Luigi Di Maio, all'epoca ministro degli Esteri: "Chico Forti è stato trasferito in un altro penitenziario americano, dove si collocano i detenuti in attesa trasferimento", le parole di Di Maio all'epoca. —internazionale/[email protected] (Web Info)
In Italia 1 mln di caregiver al fianco di chi ha disturbi del linguaggio
(Adnkronos) – Un milione di italiani 'angeli custodi' delle persone con disturbi del linguaggio. Caregiver che agiscono da 'partner comunicativi' dei pazienti, spesso colpiti anche da problemi di deglutizione. Casi, questi, in cui i caregiver forniscono un aiuto chiave nell'organizzare e gestire i pasti in raccordo con il logopedista. Al loro "ruolo cruciale" è dedicata la Giornata europea della logopedia che si celebra il 6 marzo. Come ogni anno, nella settimana in cui cade la ricorrenza – dal 4 all'8 marzo – la Federazione dei logopedisti italiani (Fli) apre un filo diretto con i cittadini. Telefonando dalle 10 alle 12 al numero 345.2754760, sarà possibile ottenere informazioni sulle principali problematiche del linguaggio e sull'assistenza ai pazienti. Gli esperti sono inoltre a disposizione all'indirizzo email [email protected]. Tutte le informazioni sul sito www.fli.it. "Anche per il paziente con problemi di linguaggio – spiegano i logopedisti – il caregiver è un pilastro fondamentale. Dei 3 milioni in Italia che assistono molti pazienti, circa un terzo si occupa proprio di supportare coloro che seguono cure logopediche. I caregiver possono contribuire alla prevenzione e alla rieducazione dei disturbi della comunicazione e della deglutizione, e sono anche un 'ponte comunicazionale' nel dialogo con persone con demenze e afasia come Bruce Willis. Agiscono tramite l'utilizzo di approcci codificati e con una serie di azioni e strategie condivise con familiari, amici e altri professionisti per favorire il dialogo e l'interazione". "I logopedisti – afferma Tiziana Rossetto, logopedista e presidente Fli – riconoscono il ruolo cruciale del caregiver nella gestione del paziente e della persona fragile con disturbi del linguaggio. La nostra collaborazione con queste figure di riferimento è una pratica consolidata già da ben prima del 2020, anno della pandemia, in cui è emerso a pieno titolo il loro valore nel tessuto sociale, e che si è incrementata nel tempo. La collaborazione con il caregiver comincia dunque dal primo incontro, con la stesura dell'anamnesi e la valutazione indiretta tramite interviste e questionari, e prosegue via via fino ai follow-up e alle dimissioni". Il supporto del caregiver "diviene fondamentale in caso di disturbi del linguaggio come l'afasia o le difficoltà comunicativo-linguistiche – sottolinea Ilaria Ceccarelli, logopedista Fli (Asl Roma 4) – Qui il caregiver agisce da partner comunicativo tramite l'utilizzo, ad esempio, di approcci codificati come il Communication Partner Training o la Comunicazione aumentativa alternativa, e con una serie di azioni e strategie condivise con familiari, amici e altri professionisti per favorire il dialogo e l'interazione". Non solo. "Anche in casi di disturbi della deglutizione – evidenzia Raffaella Citro, logopedista Fli (Aou Ruggi D'Aragona, Salerno) – il caregiver fornisce un aiuto chiave nell'organizzare e gestire i pasti secondo quanto concordato con il logopedista in termini di consistenza dei cibi, tempi di somministrazione, posture facilitanti, con un importante ruolo di monitoraggio per la sicurezza della persona assistita, i cui gusti e preferenze, con il supporto del caregiver, sarà possibile rispettare". "Negli ultimi anni, inoltre – aggiunge Anna Giulia De Cagno, logopedista e vicepresidente Fli – si è affermato il fondamentale ruolo del caregiver nella terapia indiretta o mediata, soprattutto per l'età evolutiva, in cui il logopedista condivide con le figure di riferimento strategie da utilizzare nei contesti di vita quotidiana per una stimolazione adeguata delle competenze socio-conversazionali e linguistiche". "Inoltre – ricorda Rossetto – quando si parla di caregiver non dobbiamo dimenticare che si tratta soprattutto di donne. E' su di loro che ancora maggiormente grava l'assistenza in famiglia, secondo le stime diffuse dal ministero degli Affari sociali. Eppure, il loro valore nel tessuto sociale non è riconosciuto e non riceve la giusta dignità in rapporto all'operato offerto. Anche perché, secondo dati dell'Istituto superiore di sanità, sono a maggior rischio per sintomi depressivi (34% vs 14% nell'uomo) e in generale per un peggioramento dello stato di salute complessivo (67% vs 53%). Anche per questo, come in tutta Europa, si è deciso di dedicare al caregiver la giornata più importante dell'anno" per la logopedia, conclude la presidente Fli che sarà presente il 6 marzo nella sede del Parlamento europeo di Bruxelles, insieme ai presidenti di tutte le associazioni nazionali dei logopedisti affiliate alla European Speech and Language Therapy Association (Esla), per celebrare insieme la Giornata europea della logopedia e la collaborazione tra caregiver e logopedista. —[email protected] (Web Info)
Smog, in periferie più danni a salute, tassi decesso quasi doppi
(Adnkronos) – La cappa di smog che aleggia sulle nostre città sta diventando più soffocante e letale nelle periferie, dove nei quartieri meno verdi e ad alta densità di traffico e di abitanti over 65, i tassi di decessi attribuibili a biossido di azoto e polveri sottili arrivano fino al 50-60% in più rispetto alla media delle aree centrali. Quasi il doppio. Sotto accusa il mix smog e stili di vita peggiori legati alle condizioni socio-economiche sfavorevoli, più comuni nei quartieri più periferici. Questa l'allerta lanciata a pochi giorni dal varo della nuova direttiva europea sulla qualità dell'aria e alla luce dei dati di una indagine condotta dall'Agenzia per la tutela della salute di Milano (Ats-Mi), recentemente pubblicata sulla rivista Epidemiologia&Prevenzione. Della 'relazione pericolosa' fra smog e salute parlano circa 200 scienziati da tutto il mondo, riuniti a Milano fino a oggi per la conferenza RespiraMi: Recent Advances on Air Pollution and Health 2024, co-organizzata dalla Fondazione Menarini in collaborazione con Fondazione Irccs Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico, e dall'Imperial College di Londra, con il patrocinio dell'Associazione italiana di epidemiologia. Alle 15, alla Fondazione Cariplo, interverranno alla conferenza RespiraMi il sindaco di Milano Giuseppe Sala e Poppy Lyle, responsabile dell'inquinamento atmosferico della Greater London Authority, che nell'agosto scorso ha deciso di estendere il divieto di circolazione dei veicoli più inquinanti a tutta l'area metropolitana (Ultra-Low Emission Zone), che si è tradotto in ampi benefici per la salute. Una revisione pubblicata su Lancet Public Health dell'Imperial College di Londra ha infatti dimostrato una chiara riduzione dei problemi cardiaci, con meno casi di ipertensione, ricoveri, morti per infarti e ictus quando si adottano queste misure. Anche Milano ha bisogno di aria più pulita. Con una popolazione di quasi 1,4 milioni di abitanti, la seconda città metropolitana d'Italia è storicamente afflitta dal problema dello smog. Per valutare gli effetti sanitari a lungo termine sulla popolazione, l'Ats ha condotto uno studio con cui ha stimato i livelli di concentrazione media degli inquinanti (No2, Pm10 e Pm2.5) per il 2019 con una risoluzione spaziale senza precedenti, pari a 25 metri quadrati. I dati sono stati poi incrociati con le informazioni sanitarie e anagrafiche georeferenziate già utilizzate per studi di popolazione in Ats-Mi. "I risultati permettono di definire una mappa dell'inquinamento, e dei suoi effetti, quartiere per quartiere e rivelano, per la prima volta, che biossido di azoto e polveri sottili hanno tassi di decesso per 100.000 abitanti che possono arrivare fino al 60% in più in alcune zone della periferia milanese rispetto al centro città", evidenzia Sergio Harari, co-presidente del congresso, della Divisione di malattie dell'Apparato respiratorio e di Medicina interna dell'ospedale San Giuseppe MultiMedica Ircss e dell'Università di Milano. "Il caso di Milano potrebbe avvicinarsi a quello che accade anche in altre grandi città italiane nelle aree periferiche – aggiunge Harari – che presentano elevati livelli di inquinamento atmosferico dovuti all'elevato numero di abitanti, a strade a intenso traffico veicolare come le tangenziali e al poco verde con ristagno d'aria. Il combinato disposto di smog e condizioni socio-economiche svantaggiate sovrapponibili alle aree periferiche, inducendo stili di vita peggiori come ad esempio più fumo e sedentarietà, produce un effetto moltiplicativo della mortalità da inquinamento nelle aree più lontane dal centro. Il fatto di essere più fragili ed essere esposti a inquinanti si traduce quindi in un danno maggiore", chiosa l'esperto. "Gli oltre 1.600 decessi l'anno per tutte le cause attribuibili al Pm2.5 e gli oltre 1.300 decessi annui attribuibili al biossido di azoto a Milano non sono infatti distribuiti allo stesso modo sul territorio. L'inquinamento ha effetti più grandi soprattutto nei quartieri periferici attraversati da strade molto trafficate, densamente abitati e dove c'è una maggior quantità di persone con oltre 65 anni, quindi più fragili – rimarca Francesco Forastiere, co-presidente del congresso, del Consiglio nazionale delle ricerche e del Gruppo di ricerca ambientale dell'Imperial College London – Il tasso di decessi risulta decisamente maggiore in alcune zone rispetto ad altre, meno urbanizzate e più verdi". "Per quanto riguarda l'esposizione al biossido di azoto, responsabile del 10% delle morti per cause naturali (130,3 su 100 mila abitanti), i tassi di decessi più alti si sono registrati in quartieri periferici come Quarto Oggiaro con 158 morti su 100.000 abitanti e a Gallaratese con 170 su 100.000, a fronte di valori attorno a 100 nel centro città", illustra Pier Mannuccio Mannucci, co-presidente del congresso, della Fondazione Irccs Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico e del Centro emofilia e trombosi Angelo Bianchi Bonomi di Milano. "Per il Pm2.5, responsabile del 13% delle morti per cause naturali (160 su 100 mila abitanti) e del 18% dei decessi per tumore del polmone, le conseguenze più pesanti si hanno in zone periferiche come Mecenate, Lorenteggio e Bande Nere dove i tassi di decesso superano i 200 per 100.000 abitanti, mentre in pieno centro si attestano attorno a 130 su 100.000 abitanti". Infine, gli effetti del Pm10 si sentono soprattutto nella zona di Niguarda, Bande Nere e Gallaratese a ovest e Buenos Aires in centro. "L'esposizione cronica allo smog è dannosa per la salute in termini globali, con ripercussioni non soltanto sull'apparato respiratorio, ma anche su quello cardio-circolatorio e un incremento di infarti e ictus. L'inquinamento può avere inoltre conseguenze negative a livello cerebrale, causando ritardi cognitivi nell'infanzia e un impatto sullo sviluppo delle malattie neurodegenerative, come ad esempio il Parkinson", concludono gli esperti. A 'salvare' il centro città sono le zone a traffico limitato, che giocano un ruolo molto importante nel ridurre inquinanti e effetti deleteri sulla salute, come dimostra una review pubblicata sulla rivista Lancet Public Health dall'Imperial College di Londra. La revisione ha passato in rassegna 16 studi condotti sulle Ztl in Germania, Giappone e Regno Unito, in cui si dimostra appunto una chiara diminuzione dei problemi a carico dell'apparato cardiovascolare, con meno casi di ipertensione, ricoveri, morti per infarto e ictus. In particolare, uno studio tedesco su dati ospedalieri di 69 città con Ztl ha riscontrato un calo del 2-3% dei problemi cardiaci e del 7-12% degli ictus, con benefici (soprattutto per gli anziani) che hanno comportato un risparmio di 4,4 miliardi di euro per la sanità. Diversi studi hanno inoltre evidenziato effetti benefici per l'apparato respiratorio, anche se i dati sembrano meno consistenti. "Un capitolo a parte lo merita la speciale Ztl di Londra. La scorsa estate, la capitale britannica ha deciso di estendere il divieto di circolazione dei veicoli più inquinanti a tutta l'area metropolitana (suscitando non poche polemiche). Il transito nella cosiddetta Ulez (Ultra Low Emission Zone) è consentito solo ai veicoli Euro 4 se a benzina o Euro 6 se a Diesel. Chi non possiede una vettura in linea con questi standard può utilizzarla previo pagamento di un pedaggio", commenta Harari. E l'iniziativa è stata elogiata da Maria Neira, direttrice del Dipartimento di sanità pubblica e ambiente dell'Oms, che in un'intervista sul British Medical Journal ha definito la Ulez londinese come un "esempio per tutti i sindaci del mondo". —[email protected] (Web Info)
Smog, D’Amato (Aipo): “Con Pm 2.5 in città più a rischio salute bambini e over 65”
(Adnkronos) – “Nel contesto delle polveri atmosferiche studi recenti ipotizzano che il Pm10 (particelle di diametro medio non superiore a 10 micron) abbia caratteristiche di nocività maggiori rispetto al particolato di anni addietro. Nel contesto, poi, di queste particelle di polveri, che derivano soprattutto dal traffico veicolare (con l’effetto favorente il loro incremento ad opera delle variazioni climatiche e del conseguente riscaldamento globale), ad avere una maggiore aggressività per le vie aeree sono le particelle più fini, cioè il microparticolato definito Pm2.5 per le sue dimensioni ridotte (non superiori a 2,5 micron) e tali da consentirne il passaggio con l’aria inalata nelle vie aeree inferiori. Nei bambini questo microparticolato favorisce l’insorgenza di allergopatie respiratorie e di asma bronchiale con sintomatologia caratterizzata da rinite, tosse e affanno". Lo afferma all’Adnkronos Gennaro D’Amato, delegato dell’Associazione italiana pneumologi ospedalieri (Aipo) nel Gruppo di lavoro Ambiente, Clima e Salute dell’Alleanza contro le malattie respiratorie croniche, Gard Italia, Co-Chairman della commissione della World Allergy Organization on "Climate change, Aerobiology and Allergy" e già primario di Pneumologia nell’ospedale Cardarelli di Napoli, commentando così l’allarme smog nelle periferie delle città. "Frequenti nell’infanzia – prosegue – sono anche le mucositi, quali espressioni di un'infiammazione della mucosa delle vie aeree superiori e, progressivamente, anche di quelle inferiori. Nei fumatori e in soggetti anziani con bronchite cronica la cappa di smog che aleggia sulle nostre città è un fattore favorente l’insorgenza di broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) e di enfisema che, in assenza di cure adeguate, possono essere l’anticamera dell’insufficienza respiratoria”. Le micro polveri sottili “contribuiscono a veicolare nelle vie aeree tracheobronchiali gli allergeni dell’atmosfera – sottolinea D’Amato – soprattutto pollini allergenici e miceti che sono già presenti in atmosfera in queste giornate pre-primaverili di marzo, favorendo così lo sviluppo di allergie nei soggetti predisposti ed inducendo il peggioramento dell’ostruzione bronchiale in chi è già affetto da asma e da Bpco“. Tra i consigli per ridurre la componente di inquinamento atmosferico, D’Amato non ha dubbi: “Occorrerebbe aumentare le zone Ztl con una netta riduzione del traffico veicolare nelle città e nelle periferie con maggiore inquinamento atmosferico, soprattutto quando le centraline segnalano un incremento in atmosfera delle polveri sottili e dei gas inquinanti come biossido di azoto (No2) ed ozono (anch’essi ad affetto irritativo e proinfiammatorio sulle vie aeree)”. Importante – aggiunge l’esperto – è "anche incrementare la presenza di verde nelle città. Infatti, il verde, con la fotosintesi clorofilliana, è in grado di produrre ossigeno e di assorbire la Co2 che è la principale componente delle variazioni climatiche e del Global warming”. In breve, “il verde agisce da ‘depuratore’ riducendo la presenza di agenti dell’inquinamento atmosferico. Tuttavia, è fondamentale evitare di piantare nelle città e nelle periferie inquinate verde ‘allergenico’ come ad esempio è avvenuto in passato anche a Milano con l’impianto diffuso di betulle allergeniche”. Dunque in città niente "cipressi e oleaceae – evidenzia D’Amato – che liberano pollini allergenici in grado di indurre un incremento delle allergopatie respiratorie e quindi non utili ma addirittura dannosi nelle città e nelle periferie inquinate (Oleaceae e cupressaceae possono andare bene nelle zone rurali ma non nelle città)". Esistono invece "piante ed alberi non allergenici o con pollini a scarso contenuto allergenico come faggi, lecci, tigli, castagni, ippocastani, palmacee, platani e pini ed altri che possono essere piantati nelle città con effetto di riduzione dell’inquinamento atmosferico. Comunque quando l’aria nelle città è irrespirabile e le centraline segnalano alte concentrazioni di polveri e gas è bene proteggersi con le mascherine Ffp2 quando si esce di casa", conclude. (di Francesca Filippi) —[email protected] (Web Info)
Bandi&concorsi/Guardia di Finanza: reclutamento di 12 tenenti in servizio permanente effettivo
Sul portale Concorsi Online del Corpo (https://concorsi.gdf.gov.it), in data 1 febbraio 2024, è stato pubblicato il bando di concorso il bando di concorso, per titoli ed esami, per il reclutamento di 12 tenenti in servizio permanente effettivo del “ruolo tecnico-logistico-amministrativo” del Corpo della Guardia di Finanza.
Tali posti sono ripartiti tra le seguenti specialità:
n. 2 (due) per amministrazione;
n. 2 (due) per telematica;
n. 2 (due) per infrastrutture;
n. 1 (uno) per motorizzazione-settore terrestre;
n. 1 (uno) per motorizzazione-settore navale;
n. 2 (due) per sanità;
n. 2 (due) per veterinaria.
Requisiti:
Possono partecipare al concorso i cittadini italiani che, alla data del 1° gennaio 2024, non abbiano superato il giorno di compimento del trentaduesimo anno di età (siano quindi nati in data non antecedente al 1° gennaio 1992), e alla data di scadenza del termine ultimo per la presentazione della domanda di partecipazione al concorso
siano in possesso di una laurea specialistica o una laurea magistrale o titolo equipollente (con
esclusione, quindi, dei diplomi universitari, delle lauree c.d. “triennali” o di “I livello”), in discipline attinenti alla specialità per la quale si concorre.
La domanda di partecipazione al concorso, da presentare entro le ore 12.00 del 2 marzo 2024, deve essere compilata esclusivamente in via telematica mediante la procedura guidata disponibile sul portale concorsi on line all’indirizzo “https://concorsi.gdf.gov.it” – dove è possibile acquisire ulteriori e più complete informazioni di dettaglio – seguendo le istruzioni del sistema automatizzato.
I concorrenti, ai fini della presentazione della domanda di partecipazione al concorso, devono munirsi di uno degli strumenti di autenticazione quali il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) o, altresì, il Sistema d identificazione digitale “Entra con CIE” con l’impiego della carta d’identità elettronica (CIE) rilasciata dal Comune di residenza.
Ulteriori informazioni sul concorso e i relativi esiti potranno essere reperiti sul portale attivo all’indirizzo
https://concorsi.gdf.gov.it e tramite l’APP Mobile “GdF Concorsi” disponibile sui servizi di distribuzione
digitale Google Play e App Store oppure scansionando con il proprio dispositivo mobile il QR code presente sul
citato portale.
Via libera alla mortadella in tutte le diete, Minelli: “Ricca di aminoacidi e micronutrienti”
(Adnkronos) – Osannata a fine anni '90 dall'imitazione Tv del Funari di Corrado Guzzanti che ne raccontava "la magia" in bocca, la mortadella (dal latino 'murtatum' – carne finemente tritata nel mortaio) può essere definitivamente sdoganata anche nelle diete. "Il ruolo prezioso che la mortadella ha giocato sul piano della cultura italiana apparentemente però non si accompagna ad un consumo consapevole della stessa, che qualcuno considera un alimento grasso, pesante e difficile da digerire. Ma sul piano nutrizionale è davvero così? Non proprio: contiene proteine ad alto valore biologico dove sono presenti tutti gli aminoacidi essenziali e numerosi micronutrienti, oltre che minerali come ferro, fosforo e zinco. Ecco perché la mortadella può essere inserita in tutte le diete". Lo spiega all'Adnkronos Salute l'immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud della Fondazione di Medicina personalizzata e docente di Fondamenti di dietetica e nutrizione all'Università Lum. La mortadella "ha un notevole valore saziante, proprio grazie al suo alto valore proteico. In quanto ricca di vitamine del gruppo B aiuta i processi metabolici, ovvero quei processi che, se ben calibrati, consentono a grassi, proteine e carboidrati di cooperare efficacemente per offrire energia al nostro organismo", continua Minelli. "I tanti minerali presenti nella mortadella supportano brillantemente il sistema immunitario e insieme alle proteine aiutano coloro che hanno bisogno di un'alimentazione ad alto valore nutritivo, primi fra tutti gli sportivi – sottolinea l'immunologo-nutrizionista – La mortadella è, rispetto alle carni rosse, più ricca di grassi insaturi, tra i quali vanno menzionati gli omega 3, omega 6 e omega 9, molto utili per la nostra salute. Questo alimento è noto per l'alto contenuto di acido oleico che stimola la produzione di ormoni, la rigenerazione delle membrane cellulari e la produzione di energia". "E' chiaro che, come tutti i salumi, la mortadella non può e non deve essere mangiata in gran quantità, perché il rischio sovrappeso e obesità è dietro l'angolo, oltre alle problematiche derivanti da un'eccessiva disponbilità di grassi nel sangue. Non dimentichiamo poi che, trattandosi di carne di maiale, notoriamente istamino-liberatrice, possono essere sempre in agguato conseguenze spiacevoli soprattutto a carico di soggetti allergici. Per il resto, da buoni italiani possiamo goderci il gusto della mortadella con un bel morso di saporita felicità", conclude Minelli. —[email protected] (Web Info)
Cronaca nazionale/ In bilico sul balcone con il cane, salvato dopo 44 ore
Tanta apprensione, ma questa volta il finale è positivo.
Si è conclusa bene la vicenda del ragazzo che minacciava di buttarsi dal balcone della sua abitazione, al quinto piano di un palazzo del centro di Pescara. Dopo 44 ore dall’inizio delle trattative il 23enne è stato tratto in salvo dalle forze dell’ordine ed è stato subito affidato alle cure del 118.
Da quanto si apprende, prima di essere prelevato era sceso dal balcone ed era entrato in casa. Poi ha aperto la porta alla mediatrice e agli altri agenti che lo hanno bloccato,.
Con lui è stato preso anche il cane del ragazzo, un pitbull, che per tutti questi giorni era rimasto con lui sul balcone.
La notizia sul quotidiano Il Centro.
Foto di repertorio












