(Adnkronos) – Il presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi, è intervenuto oggi al taglio del nastro del nuovo impianto produttivo della MV Marine – storica azienda campana della costruzione dei Rib in Campania – inaugurato a Striano (Napoli) da Vincenzo Nappo e dal Sindaco Antonio Del Giudice. Un investimento importante che ha visto la progettazione da zero e in house di un impianto di 5.000 mq complessivi, articolati in aree di produzione perfettamente autonome, climatizzate e dotate di impianti tecnologici, sviluppate sulla base di 30 anni di esperienza della famiglia e finalizzate, grazie alla tecnologia 4.0, alla costruzione di unità pneumatiche a chiglia rigida attraverso una perfetta integrazione uomo-macchina. Il nuovo sito produttivo sorge nell'area industriale pianificata appena 10 anni fa dal Comune e ormai pienamente completata, attrezzata e ben collegata alla rete autostradale. Un cantiere green, progettato per operare all'80% con illuminazione naturale, che lavora con la tecnica del sottovuoto – abbassando l'emissione di sostanze volatili del 95% – e realizza tutto in casa, dal progetto al Rib finito. "Oggi si inaugura uno stabilimento di assoluta avanguardia tecnica e tecnologica” – ha commentato Saverio Cecchi, Presidente di Confindustria Nautica – “e se nel 2023 il comparto ha raggiunto il record assoluto di export, fatturati ed occupati, è merito anche di aziende come queste”. “La crescita della nautica al Sud passa per imprenditori illuminati e amministrazioni capaci di ascolto” – ha concluso Cecchi – “per questo, oltre a ringraziare la famiglia Nappo, mi complimento con il Sindaco di Striano, perché senza una amministrazione comunale forte, operativa e capace di ascolto non è possibile alle imprese fare investimenti come questo, nei tempi che oggi richiede il mercato". Confindustria Nautica prosegue il suo impegno per la crescita della nautica nel Mezzogiorno, a sostegno delle imprese, per le quali ha appena ottenuto i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate sull’applicazione del Bonus Sud, di eventi regionali boutique, come il Boatshow di Salerno, il Salone Nautico di Puglia, il Nauta di Catania, il Seacily di Palermo, la Fiera Nautica di Sardegna, e il sostegno alle società del settore charter – il cui numero di associate è raddoppiato, con il picco di aziende campane. —[email protected] (Web Info)
Naufragio Cutro, peluche e candele per ricordare vittime. Superstiti: “Faremo causa allo Stato”
(Adnkronos) – Cinquanta famiglie delle vittime e superstiti al naufragio di Steccato di Cutro intenteranno una "causa civile risarcitoria contro lo Stato italiano" per "l'omissione di soccorso e i gravi patimenti dei nostri cari successivi al naufragio". "In quella causa saranno valutate anche le eventuali responsibilità di Frontex". Lo ha annunciato Gul Jamshidi, afghano che ha perso nel naufragio di Cutro il nipote. "Perché noi sappiamo che le istituzioni sapevano da prima che la barca 'Summer Love' si trovava in mare vicino alle coste e che era in pericolo, ma non ha fatto nulla per diverse ore", ha aggiunto parlando con i giornalisti nel corso di una affollata conferenza stampa in corso a Crotone. "Vorrei ringraziare tutte le persone italiane che ci hanno aiutato in quest'anno e anche l'ambasciata che ci è stata vicina per risolvere le procedure burocratiche". Subito dopo ha preso la parola l'avvocato Stefano Bertone, dello studio legale che si occuperà dell'esposto che "sarà presentato non prima che siano chiuse le indagini" penali, precisa il legale. "La prima denuncia la presenteremo a Roma dove ha sede la Presidenza del consiglio dei ministri e la seconda a Catanzaro". "Cosa ha fatto Frontex delle informazioni arrivate quella notte? – chiede il legale – Non ci sono solo le responsabilità delle ultime ore, ma c'è un sistema che non ha funzionato. Frontex si tiene le informazioni e facilita il compito delle autorità italiane di sbagliare, che permettono un reato gravissimo. Se fossero stati avvisati prima avrebbero commesso lo stesso errore o no?". E annuncia: "Presenteranno richieste risarcitorie alla Presidenza del consiglio dei ministri, al Ministero delle Infrastrutture e al Ministero delll'Economia e finanze. Decideremo poi, sulla base di ciò che emergerà, se ampliare la platea dei soggetti convenuti anche a Frontex e alle istituzioni europee". Questa mattina all'alba, nell'ora in cui è avvenuto il naufragio, si è tenuta una veglia per ricordare le 94 vittime della strage. Oltre trecento persone, tra cui i parenti delle vittime e alcuni dei superstiti, hanno partecipato all'incontro organizzato dal giornale on line 'Crotone news'. Presente anche Khaled Ahmad Zekriya, Ambasciatore della Repubblica Islamica e dell'Afghanistan a Roma. Alle 4.30, l'orario del naufragio, la madre di due minori che hanno perso la vita, ha gettato in mare una corona di fiori. Alcuni familiari hanno srotolato una striscione con le fotografie a colori delle vittime. Sulla spiaggia sono stati sistemati i peluche che l'anno scorso furono lasciati dai cittadini al Palamilone, il palazzetto dello sport che ospitò le salme. Dopo un momento di preghiera islamica, sono state accese 94 candele, tante quante le vittime della strage di migranti. Presenti anche 36 studenti dell'Istituto dei Nobili di Catanzaro, che si sono organizzati da soli, con una insegnante, Caterina Mazzuca, noleggiando un pullman —[email protected] (Web Info)
Papa Francesco, ancora sintomi influenzali: sospese udienze oggi
(Adnkronos) – “Persistono i lievi sintomi influenzali, senza febbre. Per precauzione sono comunque sospese le udienze del Papa di questa mattina”. Lo fa sapere il Vaticano. Già sabato, per lo stesso motivo, erano state annullate le udienze previste per la giornata. Bergoglio si è però affacciato domenica alla finestra del Palazzo Apostolico e ha recitato l'Angelus in un'affollata piazza San Pietro. Queste non sono le prime volte in cui il Pontefice 87enne annulla le udienze del giorno a causa di una influenza o per il dolore al ginocchio che ormai da tempo lo costringe alla sedia a rotelle nei lunghi spostamenti. A dicembre fu costretto anche ad annullare il viaggio a Dubai per la Cop28 sul clima su consiglio dei medici perché non era ancora guarito dall’infezione polmonare che ne aveva causato il ricovero al Gemelli. Nel corso di diverse udienze è stato lo stesso Papa a scusarsi con i presenti per non riuscire a leggere i discorsi a causa della bronchite . Come lo scorso 12 gennaio incontrando un gruppo di comunicatori francesi: “Vorrei leggere tutto il discorso ma ho un problema, un po' di bronchite". Ieri comunque il Pontefice non ha voluto saltare l’Angelus e si è affacciato alla finestra del palazzo apostolico per guidare la preghiera mariana. —[email protected] (Web Info)
Sicurezza sul lavoro, “nel 2024 ispezioni saliranno del 40%”
(Adnkronos) – Il tema della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro "è all'attenzione dell'esecutivo fin dal suo insediamento con interventi specifici del ministero del Lavoro", che "sulla sicurezza continuerà il confronto già avviato con le parti sociali. Il dettaglio delle misure" sul tema illustrate questa mattina nel corso dei due tavoli in Sala Verde "sarà discusso nel Consiglio dei ministri di oggi". Lo rende noto Palazzo Chigi al termine dei due incontri tra il governo e le rappresentanze sindacali e datoriali sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro di questa mattina. "Il ministro Marina Calderone ha evidenziato il recente incremento del numero delle forze ispettive che permetterà nel 2024 di aumentare l’attività investigativa del 40% rispetto allo scorso anno. Allo stesso tempo, saranno sbloccate le assunzioni e sarà aperto un nuovo concorso per incrementare il contingente degli ispettori del lavoro, del nucleo ispettivo Carabinieri e del personale ispettivo di Inps e Inail". Sono "previsti anche il coordinamento delle attività ispettive e il potenziamento del sistema sanzionatorio in relazione ai subappalti e alla somministrazione illecita e fraudolenta. Per il governo sono prioritari, inoltre, la qualificazione delle imprese e la formazione, che deve riguardare sia i lavoratori che il datore di lavoro, e la salvaguardia delle imprese regolari con l’introduzione della Patente a crediti. Al primo tavolo hanno preso parte i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confasal, Cisal, Confintesa e Usb e al secondo quelli di Confcooperative, Legacoop, Ance, Casartigiani, CNA, Confapi, Confartigianato, Confindustria e Confimi Industria". Il governo, rappresentato dal Sottosegretario Alfredo Mantovano e dal ministro del Lavoro, Marina Calderone, ha incontrato oggi i segretari generali di Cgil, Maurizio Landini, della Uil Pierpaolo Bombardieri e della Cisl, Luigi Sbarra. Sono presenti anche rappresentanti di Ugl, Cisal e Usb. Dopo l'incontro con i sindacati, è iniziato il secondo tavolo con le rappresentanze datoriali. Sono presenti i rappresentanti di Confcooperative, Legacoop, Ance, Casartigiani, Cna, Confapi, Confartigianato, Confindustria e Confimi Industria. Per il leader Cisl Luigi Sbarra si è trattato di "un incontro positivo e apprezzabile, in cui il Governo ha illustrato alcuni elementi che caratterizzeranno il prossimo decreto sicurezza aprendo al contributo del sindacato per miglioramenti e integrazioni”. “In particolare la ministra Calderone ha preannunciato la volontà di rafforzare controlli, ispezioni , assunzioni, sanzioni, investimenti. Sono misure in parte condivisibili, che rispondono ad alcune priorità avanzate dalla Cisl ma che per essere davvero efficaci devono essere collegate a una complessiva e concertata strategia nazionale. Aspettiamo di conoscere nel merito i contenuti del Decreto per una valutazione completa. Bisogna dare continuità al confronto, renderlo strutturale, costante, per costruire insieme una controffensiva partecipata contro le morti sul lavoro, gli infortuni e le malattie professionali'', prosegue Sbarra. ''Pensiamo ad un vero e proprio patto che unisca Governo, Sindacati e Imprese per porre fine a una strage silenziosa che porta via oltre mille vittime ogni anno creando decine di migliaia di infortuni. La Cisl ha indicato la via di un decalogo con cui qualificare questo accordo. Vanno rafforzati controlli e ispezioni sui luoghi di lavoro, bisogna assumere più; ispettori, medici del lavoro e tecnici della prevenzione, puntare sulla qualità delle imprese con una patente a punti che stabilisca un rating sociale collegato alle gare pubbliche'', prosegue il leader della Cisl. ''Occorre estendere regole e procedure del Codice degli appalti pubblici anche ai grandi cantieri privati -prosegue Sbarra-. C'è da fare uno sforzo condiviso sul piano formativo, promuovere ad ogni livello cultura della sicurezza e della legalità, nella consapevolezza che un’azienda più sicura è anche una realtà più innovativa e competitiva. Per questo va fatto un grande investimento sulla prevenzione, le competenze e la comunicazione, anche istituendo la materia nelle scuole dell’obbligo. Secondo la Cisl è poi necessario far evolvere le relazioni industriali in senso partecipativo dando ai delegati della sicurezza maggiori poteri decisionali e di controllo nelle aziende. Il tema delle risorse non può essere un freno: si cominci a usare la totalità dell’avanzo Inail, circa 3 miliardi l'anno, che vengono ancora troppo dirottati sulla contabilità generale a copertura del debito pubblico''. ''Non va bene: sono soldi di imprese e lavoratori, lì devono tornare, con progetti coerenti e innalzamento delle rendite delle famiglie colpite. Al Governo chiediamo di dare concretezza e profondità a queste proposte, dentro un metodo decisionale compartecipato, fondato su una corresponsabilità che impegni ogni parte a comportamenti conseguenti”, conclude Sbarra. Critico invece il leader della Cgil, Maurizio Landini, secondo il quale è "l'incontro non è stato all'altezza dei bisogni che abbiamo, sia per il metodo perché siamo stati convocati alle 8.30 quando c'è il Consiglio dei ministri nel pomeriggio e ci consegnano un testo dopo un'ora perché glielo abbiamo chiesto''. Per Landini "non c'è una grande volontà di trovare degli accordi con le organizzazioni sindacali. Ci sono delle cose che non costano e che non fanno. Noi abbiamo chiesto una norma molto precisa ovvero di ripristinare la parità di trattamento economico e normativo per tutti i lavoratori di tuta la filiera degli appalti. Era una legge che è stata cancellata nel 2003. Non ripristinarla vuol dire di fatto lasciare la giungla del subappalto. Su questo non abbiamo avuto alcuna risposta". ''Credo che noi abbiamo dimostrato massima attenzione ai temi della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro. Abbiamo avuto vari confronti con le parti sociali, sia in sindacati che le associazioni datoriali. Si devono prendere delle decisioni. Le proporrò in Consiglio dei Ministri. Ho già fatto un'informativa al Consiglio la settimana scorsa. Lunedì (oggi, ndr) abbiamo convocato le parti sociali proprio presentare le nostre riflessioni. Una cosa è certa, da un lato c'è una riduzione del numero degli infortuni, certificato dall'Inail, ma l'edilizia è un settore che merita la massima attenzione, perché ci sono una serie di rischi legati alla tipologia di attività'', ha sottolineato il ministro del Lavoro, Marina Calderone, sabato in occasione del Forum in Masseria alle Terme di Saturnia, sulle manifestazione a Firenze. ''Sull'incidente di Firenze la magistratura farà il suo corso, noi stiamo fornendo tutto il supporto ai magistrati con le nostre forze ispettive. Speriamo di aver in tempi brevi l'esatta dinamica dell'incidente'', conclude Calderone. Dopo l'incontro tra il governo e le parti sociali, ci sarà il Consiglio dei ministri. Secondo quanto si apprende, su tavolo c'è un provvedimento organico per "il potenziamento della tutela in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, il coordinamento e il rafforzamento delle attività ispettive e del sistema sanzionatorio", anche in relazione al subappalto e alla somministrazione illecita e fraudolenta, oltre "alla qualificazione delle imprese, alla formazione del datore di lavoro e dei lavoratori e alla salvaguardia delle imprese regolari". Tra le misure allo studio: norma di coordinamento delle Procure della Repubblica sulle attività di indagini per i reati in materia di lavoro e di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro; inasprimento delle attuali sanzioni amministrative in materia di lavoro nero e irregolare; ri-penalizzazione delle sanzioni in materia di appalto, subappalto e somministrazione illecita; interdizione dagli appalti da due a cinque anni in caso di gravi violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro o di accertata responsabilità penale per reati in materia di salute e sicurezza sul lavoro; sospensione e decadenza dai benefici fiscali e contributivi per le imprese irregolari; valutazione di congruità del costo della manodopera in relazione al costo dell'intero appalto. La scorsa settimana era tornata d'attualità l'ipotesi di introduzione del reato di omicidio sul posto di lavoro. Un'ipotesi che ha trovato contrario il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. "Non ci sarebbe un effetto deterrente. Con l'esperienza dell'omicidio stradale, che ha aumentato a dismisura la pena, gli incidenti non sono diminuiti ma aumentati", ha ricordato il Guardasigilli. "Sono allo studio altre misure per contrastare il lavoro sommerso", ha aggiunto Nordio, dicendosi anche contrario all'istituzione della Procura nazionale per la sicurezza del lavoro. —[email protected] (Web Info)
Gaza, si dimette il premier dell’Anp: verso nuovo governo
(Adnkronos) –
Il primo ministro dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Mohammad Shtayyeh ha presentato le dimissioni sue e del suo governo al presidente Mahmoud Abbas. Lo ha annunciato lo stesso Shtayyeh nel corso di una conferenza stampa a Ramallah. Secondo quanto riferisce Asharq News, che cita fonti palestinesi, il nuovo governo potrebbe nascere entro la fine della settimana. Secondo quanto ha riferito Watan Tv, citando funzionari del governo, sarebbe stato Abbas a chiedere le dimissioni di Shtayyeh, dopo pressioni dei Paesi arabi della regione e degli Usa. La mossa, evidenzia l'agenzia Dpa, è considerata un passo verso la pace in Medio Oriente con la riforma dell'Autorità palestinese per governare Gaza una volta finita la guerra ed è vista come un passo simbolico che potrebbe spianare la strada all'obiettivo della soluzione dei due stati, nonostante restino molti ostacoli, a cominciare dalla forte opposizione israeliana. Le Forze della Difesa israeliana (Idf) hanno presentato il loro piano per l'evacuazione dei civili palestinesi da Rafah. Lo rende noto l'ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Si tratta di un piano che apre la strada all'offensiva militare di terra nella città, al sud della Striscia di Gaza, dove hanno trovato rifugio milioni di sfollati. Inoltre l'ufficio del primo ministro israeliano ha anche approvato la fornitura di aiuti umanitari al sud della Striscia di Gaza ''in modo da prevenire i saccheggi avvenuti nel nord della Striscia di Gaza e in altre aree''. In una nota si legge che l'esercito "ha presentato al gabinetto di guerra un piano per l'evacuazione della popolazione dalle zone di combattimento nella Striscia di Gaza, con l'imminente piano operativo".
L'Autorità palestinese respinge e "condanna il piano annunciato dal premier israeliano Benjamin Netanyahu per il trasferimento dei civili palestinesi" nella Striscia di Gaza perché "l'obiettivo è riportare l'occupazione israeliana" nell'enclave palestinese. Lo riferisce l'agenzia palestinese Wafa. Il portavoce della presidenza dell'Autorità palestinese, Nabil Abu Rudeineh, è tornato ad accusare gli Stati Uniti per il loro sostegno a Israele, che "continua la sua aggressione" contro i palestinesi, con l'appello a "muoversi diversamente" e a "fermare questa follia israeliana prima che sia troppo tardi". Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno inoltre fatto sapere di aver ucciso 30 miliziani di Hamas nel quartiere di Zeitoun a Gaza City nelle ultime 24 ore. Lo riferiscono le Idf, spiegando che un raid aereo ha colpito un edificio dal quale operava un cecchino di Hamas. I combattimenti stanno anche continuando a Khan Younis, nel sud di Gaza, ha aggiunto l'Idf. Cinque soldati israeliani sono invece rimasti gravemente feriti in scontri nel nord e nel sud della Striscia di Gaza, riferiscono sempre le Forze di difesa israeliane spiegando che i cinque sono stati trasferiti in ospedale per ricevere le cure necessarie. "Una maxi marcia". Un corteo di quattro giorni dal confine con Gaza a Gerusalemme. E' l'ultima iniziativa in Israele dei parenti degli ostaggi trattenuti dallo scorso 7 ottobre nella Striscia. Ad annunciarla è stato il Forum degli ostaggi e dei dispersi, come riporta il sito di notizie israeliano Ynet. L'inizio della marcia è previsto per mercoledì dalla zona di Re'im per arrivare poi a Sderot, proseguire verso Kiryat Gat, Beit Guvrin e Beit Shemesh e arrivare sabato prossimo a Gerusalemme. E' morto in ospedale, per le gravi ustioni riportate, Aaron Bushnell, il soldato dell'aeronautica americana che si è dato fuoco davanti all'ambasciata israeliana a Washington. Il 25enne Bushnell ha registrato mentre si immolava e invitava a "liberare la Palestina". Il video è stato condiviso sui social media. ''Non sarò più complice del genocidio. Sto per intraprendere un atto di protesta estremo, ma, rispetto a quello che le persone hanno vissuto in Palestina per mano dei loro colonizzatori, non è affatto estremo. Questo è ciò che la nostra classe dirigente ha deciso sarà normale'', ha affermato Bushnell prima di darsi fuoco. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Brasile, Bolsonaro a folla oceanica: “Sono perseguitato politico”
(Adnkronos) – ''Sono un perseguitato politico'' e le accuse di aver organizzato un colpo di Stato dopo le elezioni del 2022 ''sono solo menzogne''. Così l'ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro davanti a centinaia di migliaia di sostenitori riuniti a San Paolo, ai quali ha chiesto ''dimentichiamoci il passato''. Una folla oceanica vestita in giallo-verde, i colori della bandiera del Brasile, davanti alla quale ha detto che chiederà al Parlamento l'amnistia per le centinaia di suoi sostenitori che sono stati condannati per attacchi a edifici pubblici, parlando di "povere anime che sono imprigionati a Brasilia". "'Bolsonaro voleva fare un colpo di stato'. L'ho sempre sentito dire da quando sono entrato in carica. Cos'è un colpo di stato? E' un carro armato in strada, è un'arma, è un complotto, sta portando classi imprenditoriali al tuo fianco. Niente di tutto questo è stato fatto in Brasile. Io non ho fatto niente di tutto questo e continuano ad accusarmi di essere un golpista", ha dichiarato Bolsonaro durante la manifestazione. Come riporta il quotidiano 'O Globo', Bolsonaro ha affermato che "quello che cerco è la pacificazione, è cancellare il passato, trovare un modo per vivere in pace e non continuare a scandalizzarci". —internazionale/[email protected] (Web Info)
Elezioni Sardegna, testa a testa Todde-Truzzu
(Adnkronos) – E' in corso lo spoglio delle schede nelle 1.884 sezioni distribuite nei 377 Comuni della Sardegna per le elezioni regionali 2024. Con 183 sezioni scrutinate su 1.844. Paolo Truzzu, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Sardegna, è leggermente in vantaggio su Alessandra Todde: quando sono state scrutinate 315 sezioni su 1.844 è al 46,1%, contro il 45% della candidata del campo largo. Renato Soru rimane fermo al 7,9% e Lucia Chessa all'1%.
Secondo le direttive della Regione le operazioni sono partite dalla conta dei voti per i candidati presidente. Ci vorranno ore dunque prima che la Sardegna sappia chi dovrà guidarla per i prossimi cinque anni. I numeri a Baradili sono minuscoli, perché è il paese più piccolo della Sardegna, ma qui Alessandra Todde ha battuto Paolo Truzzu. Il sindaco di Cagliari aveva scelto simbolicamente di cominciare da qui la sua campagna elettorale, ma non è bastato per convincere quel corpo elettorale che ha le dimensioni di un condominio. Nel paesino dell'Oristanese hanno votato 48 dei 73 aventi diritto al voto e la candidata del Campo largo ha incassato il 48,9% (22 voti) mentre Paolo Truzzu si è fermato al 42,2% (19 preferenze). Solo tre voti per Renato Soru (6,7%) e uno solo per Lucia Chessa (2,2%). Sono stati 758.252 i votanti (affluenza del 52,4%) che ieri si sono presentati ai seggi tra le 6.30 e le 22. Dopo la conta dei voti ricevuti dai quattro candidati a prendere il posto di Christian Solinas si passerà al conteggio dei voti di lista e infine le preferenze ricevute dai consiglieri. Non si escludono problemi durante gli scrutini perché la legge elettorale in vigore in Sardegna permette di esprimere la doppia preferenza di genere (due candidati di sesso diverso, ma della stessa lista) e c'è anche la possibilità del voto disgiunto (indicando un candidato consigliere di una lista e il presidente sostenuto da un'altra coalizione). L'affluenza alle Regionali 2024 della Sardegna si è attestata dunque al 52,4%. Su 1.447.753 aventi diritto sono stati 758.252 i cittadini che si sono recati alle urne. Cinque anni fa il dato fu del 53,74%. La medaglia d'oro per l'affluenza spetta a Torralba, in provincia di Sassari: qui ha votato il 75,5% degli elettori, 584 su 774. Sul podio delle preferenze al secondo posto c'è Buddusò che chiude con l'affluenza al 72,9%: su 3027 aventi diritto si sono presentati in 2.206 ai seggi. Il Nuorese porta a casa la medaglia di bronzo: a Lodine ha votato il 72,8%, solo in 75 su 276 hanno disertato i seggi. Nuoro registra invece l'affluenza maggiore tra le principali città sarde: il 60%. Nel capoluogo barbaricino, città della candidata del Campo largo Alessandra Todde, alle Regionali del 2019 aveva votato il 57,20%. Il dato cittadino traina quello dell'intera circoscrizione: nel Nuorese ha votato il 56,4% degli elettori, cinque anni il dato si fa era fermato al 53,18. A Cagliari città hanno votato 79mila elettori, che rappresentano il 55,32% degli aventi diritto. Nel capoluogo sardo di cui è sindaco Paolo Truzzu, candidato del centrodestra alla guida della Regione, nella tornata elettorale del 2019 aveva votato il 58,97%. —[email protected] (Web Info)
Strage di Cutro, un anno fa il naufragio. Dal 2013 quasi 30mila morti nel Mediterraneo
(Adnkronos) – Un anno fa, nella notte tra il 25 e il 26 febbraio, un caicco partito dalla Turchia naufraga davanti alle coste di Steccato di Cutro: a bordo ci sono 180 migranti, 94 muoiono in mare. La tragedia scuote l'Italia e solleva numerose polemiche sui soccorsi. Il governo Meloni a pochi giorni di distanza vara una serie di nuove norme con una stretta per gli scafisti. Non è la prima volta che l'Italia si trova a fare i conti con un naufragio così tragico, ce ne sono stati alcuni con un numero di vittime anche più alto. Complessivamente, a quanto apprende l'Adnkronos, negli ultimi 10 anni sono stati quasi 30mila i morti nel Mediterraneo. Ieri a Crotone si è svolto il corteo dei familiari delle vittime e dei superstiti del naufragio di Cutro di un anno fa. Ad aprire il corteo uno striscione con la scritta: 'Mai più stragi di migranti nel Mediterraneo'. I familiari delle 94 vittime, tra cui oltre 30 bambini, hanno chiesto a gran voce “giustizia e verità” e hanno gridato “basta bugie”, chiedendo che venga fatta luce sulla tragedia.
Alcuni dei familiari delle vittime e dei sopravvissuti della strage di Cutro adesso vogliono fare causa allo Stato italiano. L'annuncio ufficiale avverrà questa mattina, nel corso di una conferenza stampa che si terrà a Crotone, alla presenza di una trentina tra superstiti e familiari di vittime. Proprio dieci anni prima di Cutro l'Italia è stata toccata da una delle tragedie più gravi nella storia del 'mare nostrum', ricordata come la 'strage di Lampedusa'. Evento che segna una svolta nella percezione sul dramma dei migranti lungo la rotta per l'Europa. E' il 2 ottobre del 2013 quando un peschereccio libico salpato dal porto di Misurata colmo di rifugiati eritrei prende fuoco a poche miglia dalla costa di Lampedusa, affondando davanti all'Isola dei Conigli. A bordo dell'imbarcazione oltre 500 persone: le vittime sono 368 e 155 i superstiti. Al governo in quel momento c'è Enrico Letta mentre il ministro dell'Interno è Annamaria Cancellieri. Pochi giorni dopo, l'11 ottobre, un altro naufragio: un peschereccio con a bordo 480 siriani cola a picco sempre al largo di Lampedusa. La sera prima, poco dopo la partenza, l'imbarcazione era stata intercettata da una motovedetta libica che aveva sparato raffiche di mitra. Al mattino lo scafo forato aveva cominciato ad affondare: annegano 268 rifugiati tra cui almeno 60 bambine. Anche in quell'occasione esplodono le polemiche sui soccorsi, arrivati con due ore di ritardo. Un altro anno drammatico è il 2016, quando al governo c'è Matteo Renzi e al Viminale Angelino Alfano. Anno che fa registrare il numero più alto di morti in mare con 5.136 vittime in tutto il Mediterraneo. In Italia il 26 maggio si contano 215 tra morti e dispersi in un naufragio nel Canale di Sicilia e il 2 novembre davanti a Lampedusa si registrano ancora 128 morti. Il 14 luglio 2014 sono 109 le vittime nel Canale di Sicilia e l'11 febbraio 2015 100 quelle a Lampedusa. I naufragi in questi dieci anni non hanno riguardato solo l'Italia: migranti muoiono in mare soprattutto al largo delle coste libiche, dove si registra il maggior numero di vittime, ma anche davanti alla Grecia, alla Turchia, in acque maltesi e in Egitto. In totale dal 3 ottobre 2013 al 20 settembre 2023 sono 28.800 i migranti morti o dispersi nel Mediterraneo. Il numero più alto di morti in mare si raggiunge nel 2016 con 5.136 vittime e il più basso nel 2020 con 1.449. Dall'inizio del 2023 al 20 settembre le vittime sono 2.356, nel 2022 sono 2.406, nel 2021 2.062, nel 2020 1.449, nel 2019 1.885, nel 2018 2.337, nel 2017 3.189, nel 2015 4.055 e nel 2014 3.289. (di Giorgia Sodaro ed Elvira Terranova) —[email protected] (Web Info)
Cronaca nazionale/ Operaio travolto e ucciso mentre era al lavoro in autostrada
Non si ferma, purtroppo, la scia di incidenti sul lavoro in Italia.
Tragedia oggi sul tratto piemontese dell’autostrada A7 Milano-Genova. Un operaio è stato travolto e ucciso mentre era lavoro in carreggiata nel territorio del comune di Castelnuovo Scrivia, in provincia di Alessandria.
Un mezzo ha investito in pieno l’operaio al lavoro senza dargli scampo.
Sul posto, proprio all’altezza dello svincolo di Castelnuovo Scrivia, sono accorsi in poco tempo i soccorsi medici del 118 che hanno provato a rianimare l’uomo investito ma purtroppo per la vittima non c’è stato nulla da fare.
La polizia stradale ha effettuato i rilievi del caso per ricostruire la dinamica dell’accaduto. Sul luogo della tragedia anche gli addetti di Autostrade Milano-Serravalle.
Foto di repertorio
Cortei Pisa e Firenze, Salvini: “Giù le mani da forze dell’ordine”. Opposizioni all’attacco
(Adnkronos) – E' scontro tra le forze politiche dopo quanto avvenuto due giorni fa ai cortei pro Palestina a Pisa e Firenze, con l'uso dei manganelli da parte della polizia. "E' giusto analizzare se si è fatto tutto quello che si doveva, anche i poliziotti non sono robot, sono uomini e donne, non è accettabile che le centinaia di migliaia di persone in divisa che garantiscono sicurezza e democrazia vengano tirate in ballo nella contesa politica. Giù le mani dalle forze dell'ordine", ha detto il leader della Lega Matteo Salvini, parlando alla scuola di partito. "Non tirate in politica poliziotti e carabinieri", ha scandito. Poco dopo è intervenuto il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia: "Già ieri sera ho espresso il mio stupore per le parole dei due capigruppo della Lega. Pronunciate dopo le parole nette e chiare, che non si possono prestare a fraintendimenti, del Capo dello Stato. Questa mattina il leader della Lega e vice premier Matteo Salvini, esibendosi alla scuola di partito della Lega, quindi davanti ad una platea di giovani, afferma che chi mette le mani addosso ad un poliziotto è un delinquente. Le immagini che sono arrivate da Pisa sono inequivocabili: non sono stati certo i manifestanti a manganellare le forze dell’ordine. E questa mattina il ministro dell’Interno in una intervista si è detto amareggiato e ha ammesso che verranno verificati e valutati gli eccessi compiuti dalle forze dell’ordine. Io credo che la ricerca pretestuosa dello scontro politico rischia di aprire conflitti poi difficilmente sanabili. Trovo l’atteggiamento e le parole del leader e dei dirigenti della Lega al limite dell’irresponsabilità". "Giorgia Meloni continua nel suo silenzio riguardo all'uso dei manganelli da parte della polizia agli studenti di Pisa, anche dopo la presa di posizione del Presidente della Repubblica Mattarella – scrive in una nota il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli – Tuttavia, si esprime attraverso le parole del coordinatore di FDI Donzelli, che attacca i manifestanti anziché ascoltare chi chiede più saggezza e dialogo in alternativa all'uso dei manganelli, come suggerito dall’appello del presidente della Repubblica". "Siamo di fronte a una strategia politica della destra che non risparmia neanche il Presidente della Repubblica Mattarella, dal quale il partito di Giorgia Meloni prende le distanze – aggiunge – Questo è un passaggio politico-istituzionale preoccupante che dovrebbe far riflettere seriamente sull'urgenza di unire l'opposizione in difesa delle istituzioni. La riforma del Premierato rappresenta un tassello fondamentale nella strategia della Premier, volta alla demolizione dell'istituzione della presidenza della Repubblica. Gli eventi di Pisa rappresentano un campanello d'allarme democratico, anche in relazione all'attacco che oggi la destra rivolge al capo dello Stato non raccogliendo l’appello di ieri del Quirinale". Per la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro (Fdi), "gli incidenti di Pisa sono serviti solo ad una sinistra cui non è parso vero potere cavalcare una nuova polemica strumentale su un fantomatico rischio autoritarismo e su una presunta volontà del governo di reprimere il dissenso. Al contrario, ogni giorno si svolgono in tutte le città italiane decine di manifestazioni, anche radicali, senza che si verifichi alcun incidente, tantomeno tentativi di repressione, grazie soprattutto alla grande professionalità delle nostre forze dell’ordine e all’equilibrio e al senso di responsabilità con cui riescono a gestire le situazioni più critiche. E’ evidente che da parte del governo non può esserci alcun interesse a impedire manifestazioni di piazza, semmai le immagini delle manganellate sono una vera manna dal cielo per la propaganda di chi fa opposizione alimentando continuamente un clima di tensione, per questo bisogna stare attenti al ruolo di estremisti e provocatori che cercano sistematicamente lo scontro con le forze dell’ordine, senza remore nel trascinare in situazioni di rischio i manifestanti pacifici". "Le immagini di Pisa sono sicuramente impressionanti, e se sono stati commessi degli errori nella gestione dell’ordine pubblico, con decisioni che vengono sempre adottate a livello locale e non certo determinate da indirizzi politici, questo sarà verificato con severità e trasparenza, come ha chiaramente annunciato il capo della Polizia Vittorio Pisani. Sono però inaccettabili sia i processi sommari verso gli appartenenti alle forze dell’ordine, troppo spesso vittime di aggressioni verbali e violenze fisiche da parte dei professionisti del disordine, sia i tentativi di attribuire al governo la volontà di comprimere il diritto al dissenso, che sono smentiti dal grande numero di manifestazioni che si svolgono ogni giorno senza incidenti di alcun tipo, grazie alla capacità delle forze dell’ordine di garantire la sicurezza dei cittadini e degli stessi manifestanti", conclude Ferro. "Le Forze dell’ordine rappresentano lo Stato, non certamente una parte politica: sminuire il ruolo assolto dalle stesse, come tentato dalle sinistre in queste ore, significa volerle delegittimare, indicandole a bersaglio di chi oramai da mesi cerca in ogni modo di alzare il livello dello scontro, soprattutto nelle piazze. Si farà chiarezza sulle dinamiche degli incidenti di Pisa, anche accertando eventuali responsabilità di chi ha sbagliato – dichiara Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera – Ciò che non si può in alcun modo mettere in discussione è che chi rappresenta lo Stato e vigila per la sicurezza di tutti, debba essere additato come nemico di chi manifesta e, in quanto tale, divenirne bersaglio". "Non solo, ma è ora di dire anche con chiarezza che le prescrizioni che vengono adottate in occasione di manifestazioni pubbliche, non comprimono i diritti di chi vi partecipa, ma sono dettate a tutela della libertà di tutti. Del resto, appaiono quantomeno viziate da difetto di memoria le prese di posizione di una certa sinistra che vorrebbe addebitare al Governo e al Ministro dell’Interno la responsabilità degli incidenti di Pisa, vergognosamente omettendo di ricordare che situazioni analoghe si sono verificate anche in un recente passato, con Governi di diverso colore dall’attuale, senza che alcuno facesse sentire la sua stonata voce", conclude Foti. "Vedere quelle immagini ha contrariato e amareggiato anche me – afferma in un'intervista al 'Corriere della Sera' il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi dopo gli scontri ai cortei a Pisa e Firenze – Quando si giunge al contatto fisico con ragazzi minorenni è in ogni caso doveroso svolgere ogni esame obiettivo su come siano andati i fatti. Ho chiesto di avere una dettagliata relazione sullo svolgimento degli eventi e su quale possibile attività di mediazione sia stata sviluppata per prevenire quegli incidenti che non fanno bene né ai manifestanti né agli operatori che erano sul campo. E nemmeno a tutti noi". Riguardo alle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Piantedosi afferma: "Ho parlato con il presidente. Condivido le sue parole come le condividono tutti i poliziotti. Tutti noi auspichiamo sempre che le manifestazioni pubbliche si svolgano pacificamente e senza incidenti. Fondamentale in tale senso è anche la collaborazione degli stessi manifestanti". Il ministro osserva che "da più di un anno le manifestazioni pubbliche gestite dalle forze dell’ordine sono state oltre 13mila, e di queste solo una minima parte ha fatto registrare incidenti, peraltro con una prevalenza di feriti tra le forze dell’ordine rispetto ai manifestanti. Dal riacutizzarsi del conflitto israeliano-palestinese l’impegno è notevolmente accresciuto. Dal 7 ottobre scorso sono state più di mille le manifestazioni e soltanto nel 3% dei casi si sono registrati incidenti". "Le nostre forze dell’ordine sono tra le migliori al mondo anche proprio dal punto di vista della gestione democratica delle manifestazioni di libero dissenso. Potrei invitarla ad una comparazione con quanto ricorrentemente avviene nel corso di analoghe situazioni in altri Paesi a noi vicini. In questa professionalità rientra anche la capacità di fare autocritica e di trarre insegnamento dagli errori eventualmente commessi, valutazioni alle quali anche questa volta non ci sottrarremo – precisa il ministro – Ma non può non essere sottolineato che il compito delle Forze di polizia in questi scenari complessi vada anche sostenuto con fiducia e senza pregiudizi: preavvisare le manifestazioni, rispettare le prescrizioni e gli accordi intercorsi con le autorità di pubblica sicurezza e, più in generale, rispettare la legge, sicuramente aiuta tutti a concorrere a quella complessa ricerca del punto di equilibrio tra libera manifestazione del pensiero, diritto alla pacifica riunione ed altrettanto doverosa salvaguardia della sicurezza pubblica". Le regole decise dopo il G8 di Genova prevedono un contatto tra manifestanti e forze dell’ordine solo in casi estremi e il ministro assicura: "Il governo non ha cambiato le regole della gestione dell’ordine pubblico. Dunque non è cambiato nulla di quel principio. Semmai si è ancor più rafforzato". —[email protected] (Web Info)












