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Ucraina, Russia attacca con nuova ondata di droni

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(Adnkronos) –
L'Ucraina si difende dalla nuova ondata di attacchi con droni portata dalla Russia. La contraerea di Kiev ha rivendicato l'abbattimento di 16 dei 18 droni lanciati la scorsa notte dai russi contro diverse località. Gli attacchi sono stati diretti contro "Poltava, Kiev, Khmelnytskyi, Mykolaiv, Kirovohrad, Dnipropetrovsk, Zaporizhzhia, e la regione di Kherson", ha riferito l'aviazione ucraina su Telegram, citata da Ukrinform.  Nelle ultime 24 ore l'esercito russo ha bombardato 263 volte l'oblast di Zaporizhzhia. Sono stati colpiti dieci insediamenti, una persona è morta e due sono rimaste ferite, riferisce su Telegram Ivan Fedorov, capo dell'amministrazione militare di questa regione, citato da Ukrinform. Il morto è un 61enne di Huliaypole. Nella stessa città sono rimasti feriti un uomo di 33 anni e una donna di 71. Entrambi sono ricoverati in ospedale. Intanto, le forze russe avrebbero occupato il villaggio di Lastochkyne, a ovest di Avdiivka, la città da loro recentemente conquistata. Il cambiamento sul campo viene descritto da Ukrainska Pravda che cita gli analisti di DeeepState, il blogger militare ucraino Stanislav Buniatov e diverse fonti russe. Secondo Buniatov, gli ucraini si sono ritirati dal villaggio per proteggere le vie di rifornimento ed evitare perdite umane. Video del villaggio catturato sono stati pubblicati sui social russi. L'esercito ucraino, infine, rivedica l'uccisione di 810 soldati russi nelle ultime 24 ore, portando il totale a 409.820 dall'inizio dell'invasione di due anni fa. Lo riferisce il consueto bollettino dello stato maggiore di Kiev, che riporta anche la distruzione di 8 tank, 16 veicoli corazzati e 29 sistemi d'artiglieria russi.  —internazionale/[email protected] (Web Info)

‘Oppenheimer’ domina anche i Sag Award, prosegue la marcia verso gli Oscar

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(Adnkronos) – 'Oppenheimer' conquista anche i Sag Award continuando a dominare la stagione dei premi che precedono gli Oscar. Alla premiazione degli Screen Actors Guild (Sag) ieri sera a Los Angeles il film di Christopher Nolan ha vinto per il miglior cast (il massimo premio ai Sag Awards in assenza di una categoria per il miglior film), mentre Cillian Murphy e Robert Downey Jr hanno vinto rispettivamente come migliore attore protagonista e non protagonista. Accettando il primo premio a nome del cast, Kenneth Branagh ha detto che gli interpreti del film erano tutti "grati, umili e orgogliosi". La serata è stata punteggiata da riferimenti allo sciopero degli attori, che l'anno scorso ha bloccato Hollywood, e per la battaglia unitaria che ha portato a significativi risultati.  Rendendo omaggio al sindacato degli attori statunitensi, Branagh ha detto: "Grazie per aver combattuto per noi, grazie ad ogni membro del Sag-Aftra, il cui sostegno e il cui sacrificio ci permette di stare qui, meglio di prima". Il film, sul fisico teorico J Robert Oppenheimer, descritto come il padre della bomba atomica, è ormai dato quasi per certo come vincitore dell'Oscar, dopo che si è affermato in tutti i premi considerazioni preparatori degli Oscar. Anche l'affermazione di Murphy come migliore attore, ieri sera, è vista come un importante punto segnato dall'attore sul suo rivale più temibile, Paul Giamatti in 'The Holdovers – Lezioni di vita'. Ad aggiudicarsi il premio come migliore attrice protagonista ai SAG è stata poi la star di 'Killers of the Flower Moon', Lily Gladstone. E anche questo premio viene considerato un impulso significativo alla sua campagna verso l'Oscar, dove dovrà vedersela con Emma Stone, vincitrice per 'Povere Creature!' ai Bafta, la scorsa settimana. Diverso il discorso le Da'Vine Joy Randolph che è stata premiata come migliore attrice non protagonista per 'The Holdovers – Lezioni di vita', sia ieri sera che in tutti gli altri premi che precedono gli Oscar e che dunque è data per favorita anche per l'ambita statuetta. Nella stessa situazione si trova Robert Downey Jr per 'Oppenheimer', giudicato miglior attore non protagonista sia ieri sera che negli altri premi di avvicinamento all'Oscar.  Tra i vincitori delle categorie televisive dei SAG, Ali Wong e Steven Yeun per la serie 'Beef' e Pedro Pascal per il dramma post-apocalittico 'The Last of Us'. Ayo Edebiri e Jeremy Allen White sono stati invece premiati per 'The Bear', mentre Elizabeth Debicki ha vinto il premio come migliore attrice drammatica per aver interpretato la principessa Diana in 'The Crown'. 'The Bear' ha vinto anche il premio per il miglior cast di una commedia corale, mentre 'Succession' ha vinto per il miglior cast di un dramma, per la sua quarta e ultima stagione, acclamata dalla critica. Durante la serata, è stato reso omaggio, nel momento 'In Memoriam' a Matthew Perry, Harry Belafonte, Michael Gambon, Tina Turner, Angus Cloud, Glenda Jackson, Alan Arkin, Julian Sands, Lance Reddick, Lee Sun-kyun, Tom Wilkinson, Andre Braugher e Chita Rivera, scomparsi negli ultimi 12 mesi.  Tra le curiosità, il fatto che le star de 'Il diavolo veste Prada' Meryl Streep, Emily Blunt e Anne Hathaway si sono riunite per consegnare il primo premio della serata, dando vita ad uno sketch comico con alcune delle battute più famose del film e con Blunt e Hathaway calate nel ruolo di assistenti della Streep.  I SAG Awards quest'anno per la prima volta sono stati trasmessi in streaming in tutto il mondo su Netflix. Sulla cosa ha scherzato in apertura del premio il conduttore della cerimonia Idris Elba. "Non vedo l'ora di tornare a casa e farmi consigliare da Netflix questo spettacolo", ha scherzato. Il premio alla carriera è andato a Barbara Streisand, che ha reso omaggio ai colleghi attori e registi presenti in sala, dicendo: "Ho adorato abitare con voi nel magico mondo dei film". —[email protected] (Web Info)

Manganellate agli studenti, Vecchioni in lacrime: “Non può succedere”

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(Adnkronos) – "Sono cose che non possono succedere". Roberto Vecchioni in lacrime davanti alle immagini degli scontri di Pisa, con le cariche della polizia contro il corteo pro Palestina composto anche da studenti delle scuole superiori. Vecchioni, ospite fisso di In altre parole su La7, osserva le immagini mandate in onda nel programma condotto da Massimo Gramellini. "Non sono cose da vedere… Si devono vedere, ma sono cose che non possono succedere… Non devono succedere… Noi non siamo così", dice il cantautore. —[email protected] (Web Info)

Lavoro/ SDA Corriere Espresso: nuove assunzioni di Addetti alla Logistica 

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SDA Corriere Espresso, azienda del gruppo Poste Italiane, offre nuove opportunità di lavoro a persone in possesso del diploma, con flessibilità, capacità di collaborazione, spirito di squadra, orientamento al cliente e ai risultati e voglia di mettersi in gioco. Le assunzioni sono rivolte ad Addetti alla Logistica, i quali dovranno gestire tutte le attività di magazzino (piking, carico/scarico merce, operazioni di logistica, movimentazione e processamento della merce, ecc.), assicurare il rispetto dei tempi e degli standard qualitativi, fornire supporto operativo alle attività di magazzino, garantire lo smistamento della merce secondo i tempi stabiliti e assicurare la corretta movimentazione interna delle merci in ottica di ottimizzazione dei processi. SDA rappresenta il partner ideale nella gestione della logistica e della distribuzione in Italia e nel mondo, opera in un mercato in continua evoluzione, promuove il cambiamento, ottimizza i processi e sviluppa i prodotti e i servizi che soddisfino le aspettative e le esigenze dei clienti. I candidati, che saranno assunti da SDA, parteciperanno con responsabilità ecoinvolgimento, comportandosi eticamente e garantendo centralità del cliente, qualità del servizio e interesse verso i risultati, essi infatti rappresentano un patrimonio di competenzeed esperienze importante per la conduzione e l’evoluzione del business per questo è fondamentale che ognuno sia messo in condizione di accedere al percorso di arricchimento professionale più vicino alle proprie capacità. La domanda per la partecipazione alla selezione presso SDA deve essere presentata entro il 29 febbraio 2024.

Per verificare la posizione… continua a leggere

Cagliari, anziana uccisa a botte in casa dal figlio con problemi psichici: arrestato il 43enne

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(Adnkronos) – Un'anziana è stata uccisa a botte dal figlio con problemi psichici nel suo appartamento di San Gavino, in provincia di Cagliari. La donna, Maria Atzeni di 76 anni, è stata trovata distesa in terra con segni evidenti di percosse in una stanza messa a soqquadro. Assente il figlio 43enne con problemi psichici poi rintracciato dai carabinieri mentre vagava per una strada di Pabillonis, un paese a una decina di chilometri.  Mentre venivano effettuati i rilievi dal Ris e interrogato il 43enne, in cura al Centro di igiene mentale, il cerchio delle indagini si è chiuso. Del caso si sta occupando la pm Nicoletta Mari che ha disposto l'arresto dell'uomo, S.U., per l'omicidio della madre. —[email protected] (Web Info)

Follini: “A coalizioni servono regole, non si litighi sulla politica estera”

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(Adnkronos) – "La politica italiana sta appesa alle coalizioni. Ma le coalizioni stanno appese al nulla, o quasi. E così, la navigazione prosegue senza meta, oscillando di continuo tra patti di sangue che non vengono rispettati e congiure di palazzo che non vengono portate a termine. Di maggioranza o di opposizione che siano, le nostre alleanze restano sempre in bilico tra paci e guerre che si lasciano quasi sempre a metà. Non è solo il tema di questa legislatura. E’ dalla notte dei tempi che i governi poggiano su di una faticosa promessa di collaborazione tra partiti affini. Simili eppure rivali. Legati da qualche somiglianza ma protesi anche a difendere la propria originalità. C’è una lunga storia, che comincia con De Gasperi e arriva fino ai giorni nostri, tutta intessuta di quel continuo andirivieni tra soci di maggioranza troppo legati per andar da soli e troppo individualisti per andar d’accordo fino in fondo. Così oggi, lamentarsi e denunciare la poca armonia che regna tra Meloni e Salvini, o dalla parte opposta tra Schlein e Conte, può apparire come un rito stanco e inutile. E’ sempre andata così e continuerà ad andare cosi dato che nessuna persona di buonsenso può immaginare che un giorno o l’altro la contesa politica si possa incarnare e riassumere in due e due soli partiti. E però proprio per questo le coalizioni, di maggioranza o di opposizione che siano, avrebbero bisogno di regole e di principi. Si dovrebbe definire prima cosa è negoziabile e cosa no, su quali basi poggia lo stare assieme e quali confini si possono invece attraversare in nome del proprio legittimo particolarismo. Altrimenti la vita degli schieramenti finisce per diventare un happening. Spettacolo del quale ormai neppure gli abbonati sembrano essere troppo soddisfatti. Si dovrebbe almeno fissare un punto. E cioè quello -cruciale- della più rigorosa disciplina in materia di politica estera. Infatti, si può litigare fin che si vuole sul terzo mandato o sulle politiche radiotelevisive. Incrociare i ferri tra alleati ogni volta che si profila una nomina all’orizzonte. Disputarsi ferocemente il potere locale. Ma sull’orizzonte internazionale, almeno su quello, dovrebbe invece essere tassativo andare d’amore e d’accordo. E invece l’asino casca proprio in quel punto. A destra e a sinistra, peraltro. Avviene infatti che sui grandi dossier geopolitici, quelli che fanno epoca, ci si lasci andare da un po’ di tempo in qua ad una sorta di ordine sparso, come a concedersi un reciproco giro di valzer sotto gli occhi increduli del resto del mondo. E’ ormai acclarato, ad esempio, che la Lega non condivide affatto la postura rigorosamente severa della premier verso la Russia putiniana. E altrettanto che il M5S versione Conte non perde occasione per distinguersi dal sostegno (armi incluse) che il Pd offre alla causa ucraina. Tutte cose a cui ci si sta finendo con l’abituare, assai colpevolmente. Almeno in questo si dovrebbe recuperare l’antico retaggio della prima repubblica. Laddove ogni patto di governo era rigorosamente poggiato sulle affinità che si registravano sui grandi dossier planetari. Salvo magari litigare su tutto il resto. Ma solo dopo aver messo al sicuro il buon nome del paese e della sua politica globale. Ora, dato che di coalizioni se ne formeranno altre, e nessuna forza politica potrà mai ragionevolmente pensare di governare senza costruire uno schieramento più vasto, sarebbe il caso che si cimentassero tutti nel compito di fissare alcune regole. Così da poter magari litigare allegramente sulle nomine nelle aziende partecipate o sul prezzo della benzina. Ma anche, assai più seriamente, così da salvaguardare il nostro buon nome sulla scena internazionale. Diversamente, un giorno o l’altro dovrà capitare che Meloni e il Pd si trovino involontariamente alleati l’una con l’altro in nome di un mondo che brucia. O piuttosto, specularmente, che si trovino alleati Salvini e Conte in nome di un ordine occidentale da scompaginare. Scenari da incubo, direbbero i protagonisti -accomunati almeno in questo. Salvo averli costruiti senza quasi rendersene conto con le proprie stesse mani". (di Marco Follini) —[email protected] (Web Info)

Catania, ucciso a coltellate a Mascalucia dopo una festa di compleanno: fermato 60enne

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(Adnkronos) – Al termine di una festa di compleanno a Mascalucia, vicino Catania, un 43enne è stato ucciso con una coltellata all'addome. Fermato il presunto omicida, un 60enne, che avrebbe colpito l'uomo per futili motivi.  Il 43enne è morto durante il tragitto verso l’ospedale. La Procura etnea ha avviato le indagini. —[email protected] (Web Info)

Houthi attaccano petroliera americana Thorm Thor, Usa: “Missile abbattuto”

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(Adnkronos) – Attacco degli Houthi oggi 25 febbraio alla petroliera americana Torm Thor nel golfo di Aden. Ma la nave da guerra americana Uss Mason ha abbattuto il missile balistico anti nave, ha reso noto su X il Comando centrale americano (Centcom). La USS Mason e la MV Torm Thor non hanno riportato danni.  Nella notte un vasto attacco di Stati Uniti e Regno Unito era stato sferrato contro numerosi obiettivi Houthi in Yemen, riporta il New York Times citando fonti dell'amministrazione Usa, spiegando che gli attacchi hanno mirato a ridurre la capacità dei miliziani sostenuti dall’Iran di attaccare le navi lungo le rotte nel Mar Rosso. Aerei da guerra americani e britannici hanno colpito sistemi missilistici, lanciatori e altri obiettivi, hanno detto i funzionari. Australia, Bahrein, Canada, Danimarca, Paesi Bassi e Nuova Zelanda hanno fornito supporto all'operazione, secondo una dichiarazione congiunta dei paesi coinvolti diffusa dal Dipartimento della Difesa. Commentando l'operazione il capo del Pentagono, Lloyd Austin, ha spiegato che "i ribelli Houthi continueranno ad affrontare azioni di ritorsione per i loro attacchi alle navi nel Mar Rosso e nelle acque circostanti". "Gli Stati Uniti non esiteranno ad agire, se necessario, per difendere la vita e il libero flusso del commercio in uno dei corsi d'acqua più critici del mondo". —internazionale/[email protected] (Web Info)

Eurovision, gli spagnoli Megara vincono a ‘Una voce per San Marino’: Bertè seconda

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(Adnkronos) – Loredana Bertè manca "per un soffio" l'obiettivo dell'Eurovision Song Contest. Stanotte la band spagnola dei Megara con il brano “11:11” ha vinto il concorso 'Una Voce per San Marino', che consente al vincitore di rappresentare la piccola repubblica all'Eurovision Song Contest che si terrà dal 7 all'11 maggio 2024 a Malmö in Svezia. Loredana si è classificata al secondo posto "per un soffio", come hanno sottolineato i conduttori sul palco. Terzo classificato La Rua. Mentre i Jalisse si sono aggiudicati il premio per il 'miglior look'. La Bertè è stata comunque insignita di due premi: quello del fan club eurovisivo italiano e quello critica assegnato dalla stampa accreditata sammarinese e internazionale. Il regolamento di 'Una voce per San Marino' prevede che le candidature possano arrivare da tutto il mondo ed è libera anche la lingua con la quale interpretare il proprio brano e così la giuria presieduta da Celso Valli ha premiato la rock band spagnola.  La vittoria dei Megara ma soprattutto la mancata vittoria di Loredana Bertè ha scatenato una vera e propria rivolta sui social, iniziata stanotte dopo il verdetto e proseguita per tutta la giornata, soprattutto su X. Al centro della delusione dei telespettatori italiani, che hanno seguito la diretta sull'emittente della piccola repubblica, soprattutto il fatto che la Bertè non potrà partecipare all'Eurovision Song Contest, previsto dal 7 all'11 maggio 2024 a Malmö in Svezia.  Al centro delle critiche anche i vistosi problemi tecnici che hanno messo a dura prova i conduttori della serata Fabrizio Biggio e Melissa Greta Marchetto. "L’unico senso di tutta questa baracconata poteva essere mandare loredana bertè all’eurovision, e invece… Vergogna!", scrive un utente. "La Bertè seconda è una vergogna, questo concorso è una truffa", gi fa eco un altro commentatore. "San Marino aveva una possibilità per diventare rilevante e iconico portando Loredana Bertè all’Eurovision 2024, ma l’ha sprecata per colpa di quei 4 giudici che hanno votato", scrive un altro. "Buongiorno, voglio dire agli amici di San Marino che ci ricorderemo di loro negli anni a venire quando ci saranno da assegnare i 12 punti", minaccia un altro utente riferendosi al massimo punteggio che ogni Paese può assegnare ad un altro all'Eurovision. "Numero di cantanti italiani famosi disposti a partecipare a Una Voce Per San Marino d'ora in poi: zero!", sentenzia un altro. E c'è persino chi nella notte ha modificato più volte la voce dedicata alla Repubblica di San Marino su Wikipedia (di cui circolano diversi screenshot in rete, con le modifiche immortalate prima che il testo corretto venisse ripristinato): in uno, in calce alla definizione del piccolo Stato, era stato aggiunto "non porta la Bertè all'Eurovision". In un'altra modifica più articolata si leggeva: "San Marino era uno Stato senza sbocco al mare dell'Europa meridionale situato nel centro-nord della penisola italiana, al confine tra le regioni italiane Emilia-Romagna e Marche. Dopo la mancata vittoria di Loredana Bertè al concorso Una voce per San Marino è stato retrocesso a regione e annesso alla Toscana". Anche la pagina dedicata a Bjorn Borg è stata modificata all'insegna dell'ironia per qualche minuto e nella biografia aggiunto il passaggio: "Nel 2024 boicotta la terza edizione di Una voce per San Marino per non permettere all'ex moglie Loredana Bertè di andargli a rompere le scatole in Svezia durante l'Eurovision Song Contest 2024".  La vittoria del concorso sanmarinese permette infatti di rappresentare il piccolo Stato all'Eurovision e questo era il motivo per cui Loredana aveva preso parte ieri sera alla finale. Già a Sanremo, la Bertè, che con 'Pazza' ha vinto il Premio della Critica intitolato alla sorella Mia Martini, aveva detto che le sarebbe piaciuto vincere il festival proprio per andare all''Eurovision. "Così vado a rompere le scatole al mio ex marito Bjorn Borg", aveva scherzato la cantante che proprio per via del matrimonio con lex tennista è molto conosciuta nel paese scandinavo. Ma poi il festival è stato vinto da Angelina Mango che rappresenterà dunque l'Italia al festival europeo. Di qui l'idea di invitare Loredana a San Marino per tentare quella che è ormai diventata una seconda chance per staccare un biglietto per l'Eurovision. I fan ci credevano anche perché il brano di Loredana sta ottenendo ottimi risultati sia in radio che sulle piattaforme di streaming e la concorrenza vista ieri sul palco di San Marino non sembrava davvero potere mettere in discussione la superiorità di 'Pazza'. E alla lettura del verdetto così inaspettato, è iniziato il fiume di post contro l'organizzazione delle kermesse di San Marino e contro l'esito della gara.   —[email protected] (Web Info)

Trump stravince le primarie in Sud Carolina: “A novembre dirò a Biden ‘sei licenziato'”

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(Adnkronos) – Donald Trump ha vinto alle primarie della Carolina del Sud con un margine di 20 punti sull'avversaria Nikki Haley, che pure è stata una popolare governatrice di questo Stato. E' la quarta vittoria consecutiva, dopo i successi alle prime tre primarie in Iowa, New Hampshire e Nevada. A novembre "guarderò dritto negli occhi di Joe Biden e gli dirò: sei licenziato", ha dichiarato Trump, riprendendo le parole del suo show televisivo "The apprentice". Arrivata seconda con il 40%, mentre Trump è al 60%, Haley ha annunciato che non intende arrendersi. Il 40% "non è un gruppo così piccolo – ha detto l'ex ambasciatrice all'Onu – ci sono importanti numeri di elettori alle primarie repubblicane che dicono di volere una alternativa. Non abbandonerò la lotta quando c'è una maggioranza di americani che disapprovano sia Donald Trump che Joe Biden".  Tutti gli occhi sono ora rivolti al 5 marzo, il "super martedì", quando le primarie si svolgeranno contemporaneamente in Alabama, Alaska, Arkansas, California, Colorado, Maine, Massachusetts, Minnesota, North Carolina, Oklahoma, Tennessee, Texas, Utah, Vermont, Virginia e le Samoa americane. Finora Trump ha sempre vinto con largo margine e sembra sulla strada per poter avere la nomination in tasca ben prima della convention repubblicana di Milwaukee il 15-18 luglio che incoronerà formalmente il candidato del Gop alle elezioni di novembre.   —internazionale/[email protected] (Web Info)