(Adnkronos) – Diete e modelli alimentari sbagliati costano a ogni italiano circa 300 euro in più l'anno e incidono sulla probabilità̀ di avere malattie. Con un duplice rischio: l'impatto negativo sulla salute e, più̀ in generale, la crescita di costi economici e sociali. Un 'legame pericoloso' illustrato, dati alla mano, oggi dalla Fondazione Aletheia – think thank scientifico italiano – con il patrocinio del ministero della Salute, con il rapporto 'Malattie, cibo e salute'. A illustrare il report il Comitato scientifico della Fondazione, presieduta da Stefano Lucchini e diretta da Riccardo Fargione, con il coordinamento delle attività̀ scientifiche di Antonio Gasbarrini, preside della Facoltà̀ di Medicina e chirurgia dell'Università̀ Cattolica del Sacro Cuore. Nel 2023 l'eccesso di peso, in Italia, ha interessato il 46,4% della popolazione di maggiore età̀, rilevando una crescita nell'ultimo ventennio del 7,1% delle persone in sovrappeso e del 36,4% di quelle affette da obesità. A questo si aggiunge anche un aumento dell'incidenza di diabete che passa dal 6,3% nel 2021 al 6,6% nel 2022, con una crescita negli ultimi vent'anni del 65%. I costi sanitari legati a queste malattie comportano oggi – secondo quanto rilevato dal rapporto – una contrazione annua del Pil europeo del 3,3%. Entrando nel dettaglio, l'incremento del sovrappeso legato a stili nutrizionali errati rappresenta il 9% della spesa sanitaria nazionale e ad ogni italiano costa un''extra tassa' annuale di 289 euro. In tal senso la dieta mediterranea, patrimonio culturale immateriale dell'Unesco, rappresenta valori di contrasto a questo fenomeno."La dieta mediterranea – ha specificato Claudio Franceschi, docente emerito di Immunologia all'Università̀ di Bologna, tra gli autori della ricerca – rappresenta indiscutibilmente un elemento cardine per la salute dei cittadini poiché́ ha una serie di effetti favorevoli sulla composizione corporea, lo stato infiammatorio cronico caratteristico dell'invecchiamento ed anche su tutta una serie di parametri cognitivi". Da qui, dunque, i rischi di consumi elevati di cibi ultra-processati. Il rapporto evidenzia, infatti, come una riduzione del 20% delle calorie assunte da alimenti ad alto contenuto di zucchero, sale e grassi saturi potrebbe prevenire in Italia 688mila malattie croniche entro il 2050 e far risparmiare 278 milioni di euro l'anno di spesa sanitaria: circa 7 miliardi nei prossimi 25 anni. "L'evento di oggi – ha affermato Riccardo Fargione, direttore di Aletheia – consolida un percorso avviato con il ministero della Salute. Assistiamo spesso a disinformazione e strumentalizzazioni che spingono verso modelli di consumo dannosi per i cittadini. Non possiamo permetterlo in una Paese, come l'Italia, che vanta una cultura ed un patrimonio enogastronomico di assoluta eccellenza. Ma non possiamo permetterlo neanche a livello globale, per il bene dei cittadini e dei nostri figli. Ed è per questo che con la Fondazione Aletheia ci siamo dotati di un team di medici e scienziati di altissimo profilo per provare a scardinare falsi miti e mettere ordine su un tema delicatissimo". La ricerca focalizza inoltre la garanzia del controllo di qualità̀ dei prodotti assunti, sia in termini di composizione nutrizionale sia sotto l'aspetto della sicurezza alimentare. I prodotti italiani risultano infatti i più controllati dalle autorità̀ europee (oltre 11,3mila campioni analizzati), seguono quelli francesi (circa 10mila) e tedeschi (poco meno di 8,7 mila). Nel confronto, circa il 10,3% dei campioni di origine extra Ue ha registrato livelli di contaminazione da fitofarmaci superiori ai limiti di legge, ben 5 volte superiore a quelli di origine Ue (2%). —[email protected] (Web Info)
Salute, gioco patologico: presentato studio su strategia di autoesclusione fisica
(Adnkronos) – Dopo il primo significativo studio sul settore del gioco pubblico in Italia, dell'anno scorso, il Dipartimento di Scienze cliniche e Medicina traslazionale dell'Università Tor Vergata ha presentato questa mattina a Roma i dati di 'Strategia di esclusione dal gioco fisico', una misura preventiva mirata a proteggere i giocatori a rischio di sviluppare problemi legati al gioco patologico. Si tratta di un ulteriore passo avanti rispetto al precedente lavoro che aveva già delineato la necessità di un Registro unico delle esclusioni (Rue) per tutte le forme di gioco, non limitandosi a quello online. "Il Gruppo ricerca 'Diritti e salute del giocatore-consumatore' dell'Università degli Studi di Roma Tor Vergata, nato con lo scopo di studiare strategie per la tutela dei soggetti maggiormente vulnerabili, del giocatore consumatore e prevenire i fenomeni di disturbo da gioco d'azzardo (Dga) – afferma Giulia Donadel, del Dipartimento di Scienze cliniche e Medicina traslazionale – conclude il secondo anno di studio. Il Gruppo presenta proposte di integrazione secondo la Legge del 09/08/2023 n. 111, che prevede il rafforzamento dei meccanismi di autoesclusione dal gioco. A questo scopo viene presentato un percorso di integrazione tra normativa, informazione e tecnologia che prevede il coinvolgimento del consumatore-giocatore attraverso un processo di graduale potenziamento verso la presa di coscienza, con l'autoesclusione dal gioco fisico, e al contempo un ambiente di gioco sicuro e consapevole. L'obiettivo – continua – è la realizzazione di un portale di 'auto-esclusione inclusiva' come strumento con cui veicolare le politiche di prevenzione, in cui è necessaria la 'collaborazione pubblica' nella corretta gestione legata all'autoesclusione mediante l'utilizzo di strumenti digitali, con tecnologie che possono avvalersi dell'utilizzo dell'intelligenza artificiale per l'integrazione e l'analisi di dati atti a prevenire i fenomeni di disturbi da gioco d'azzardo e del gioco minorile". La ricerca approfondisce le modalità operative e tecnologiche per attuare efficacemente questa strategia, evidenziando i benefici attesi e gli impatti potenziali. La rete fisica di gioco in Italia – si legge in una nota – è stata analizzata in dettaglio per comprendere le dinamiche di accesso al gioco e le specifiche necessità di regolamentazione. L'analisi del 'customer journey' ha permesso di identificare i principali punti di contatto tra il giocatore e l'ambiente di gioco, cruciali per l'attuazione delle misure di autoesclusione. "La ricerca – aggiunge Laura D'Angeli, componente del Gruppo ricerche diritti e salute del giocatore-consumatore – pone al centro il consumatore-giocatore e il suo empowerment, promuovendo il rafforzamento degli strumenti e delle iniziative informative per supportare un percorso consapevole di gioco. L'analisi approfondita del 'customer journey' ha consentito di individuare i principali momenti di interazione tra il giocatore e l'ambiente di gioco, contribuendo a sviluppare una visione olistica dell'autoesclusione". Un aspetto centrale della ricerca è l'importanza della scelta volontaria di autoesclusione da parte del giocatore, non solo protegge i giocatori vulnerabili, ma per abilitare anche l'utilizzo dei loro dati personali per il monitoraggio e l'invio di avvisi. Le tecnologie mobili come smartphone e tablet o accessi web possono giocare un ruolo chiave permettendo un controllo continuo e discreto, con l'obiettivo di garantire un gioco più sicuro e consapevole. Questi sistemi possono gestire i dati personali in modo sicuro, stabilendo lo stato di autoesclusione dei giocatori in tempo reale. "L'ampliamento del sistema dell'autoesclusione al gioco fisico – sottolinea Cristiano Iurilli, responsabile Area legale del Gruppo ricerche diritti e salute del giocatore-consumatore – deve considerarsi un passo fondamentale per implementare una adeguata strategia volta a prevenire ed intercettare per tempo eventuali problematiche di gioco patologico o problematico. Con questa ricerca non solo l'Università di Tor Vergata vuole offrire al legislatore e al regolatore strumenti concreti per una revisione dell'attuale sistema di autoesclusione, oggi limitato al gioco online, ma si propone quale Osservatorio nazionale sull'autoesclusione per monitorare, nel continuum, il fenomeno e dunque offrire validi strumenti conoscitivi, interpretativi ed applicativi allo Stato, ai giocatori ed ai concessionari". A tale proposito, "la realizzazione di un framework di autoesclusione efficace, rispettoso dei diritti individuali e socialmente sostenibile – osserva Roberto Basili, del Dipartimento di Ingegneria dell'impresa – prevede una significativa base tecnologica in grado di garantire il giusto equilibrio tra automazione, fruibilità ed eticità. Le reti di telecomunicazione esistenti possono essere sfruttate da diversi servizi intelligenti per la gestione del flusso di dati necessario al supporto dell'autoescluso, rispettando la sua privacy e garantendo accuratezza. Nel progetto sono state studiate soluzioni applicabili e sostenibili, sfruttando le infrastrutture esistenti e le recenti innovazioni garantite dall'intelligenza artificiale". In sintesi, lo studio propone un quadro normativo-regolatorio che definisce i principali aspetti funzionali della strategia di esclusione, sottolineando l'importanza della comunicazione e dell'informazione al consumatore. "L'introduzione di misure di autoesclusione nel gioco fisico – rimarca Elisabetta Poso, direttrice dell'Ufficio Adì di Adm – rappresenterebbe una importante opportunità nell'ottica della prevenzione e riduzione del gioco compulsivo e patologico. L'Agenzia ha estremo interesse ad approfondirne la fattibilità e gli impatti. Tra le interessanti soluzioni scaturite dallo studio che viene oggi presentato, emerge che l'impiego della tecnologia, unito alla rigorosa protezione dei dati personali, potrebbe consentire l'introduzione dell'autoesclusione nel gioco fisico contemperando insieme l'esigenza di tutela della salute per i giocatori problematici con la possibilità, consentita alla generalità dei giocatori, di praticare il gioco come forma di intrattenimento fisiologica e consapevole. Infine, una più efficace strategia di comunicazione sarebbe sicuramente importante ai fini di una maggiore conoscenza dell'esistenza di questo utile strumento, presente nel gioco a distanza già da anni, e ne rafforzerebbe la diffusione e l’efficacia". Come ricorda Mario Lollobrigida, direttore Giochi di Adm, "tra i principi dell'articolo 15 della legge 111 del 2023, vi è quello del rafforzamento dei meccanismi di autoesclusione dal gioco, anche sulla base di un registro nazionale al quale possono iscriversi i soggetti che chiedono di essere esclusi dalla partecipazione in qualsiasi forma ai giochi con vincita in denaro. L'autoesclusione deve svolgere un ruolo importante nella prevenzione dei disturbi da gioco d'azzardo assumendo un ruolo fondamentale nella promozione del gioco d’azzardo consapevole. Già ora, per il gioco online costituisce un importante presidio di sicurezza per i giocatori. Per i concessionari – conclude Lollobrigida – regole forti in tema di autoesclusione anche sul gioco fisico potranno divenire un obbligo legale costituendo ancor prima una precisa scelta etica. L'Agenzia apprezza le proposte scaturite dalla ricerca sottolineando l'importanza dell'informazione degli utenti e la necessità di strumenti semplici che si concilino con l'esigenza di garantire comunque la sfera di privacy dei giocatori". —[email protected] (Web Info)
Estate, il medico: “Vacanze in montagna benefiche a 360°”
(Adnkronos) – Temperature miti, aria pulita, movimento fisico, buona alimentazione, natura e niente stress. Le vacanze estive in montagna hanno tutti gli ingredienti giusti per favorire il benessere a 360 gradi, nel corpo e nello spirito. E gli studi scientifici confermano anche i benefici a lungo termine, certificando che chi vive in quota ha più chance di longevità rispetto a chi vive in colina o al mare, come racconta all'Adnkronos Salute Vittore Verratti, docente di Scienze dell'esercizio fisico e dello sport all'Università D'Annunzio di Chieti, che il 13 luglio a Pizzoferrato modererà parte del convegno 'Montagna e benessere: dalla ricerca alle soluzioni cliniche'. "In generale, in un tempo in cui il riscaldamento globale crea disagi di temperatura sulle basse quote, come stiamo vedendo in questi giorni – spiega Verratti – in montagna il problema è ridotto, si avverte di meno. E' un elemento che permette, soprattutto alle persone anziane, di fare delle vacanze in grado di dare refrigerio, quindi davvero riposanti, ed è molto importante sul piano della salute. Poi c'è l'aspetto legato alla serenità della vita in montagna. E' un valore aggiunto, soprattutto per coloro i quali vivono nelle grandi città". I benefici, più nel dettaglio, "sono legati allo stile di vita, alla possibilità comunque di avere una qualità del quotidiano più serena, più a misura umana". Poi "c'è il bosco – continua – che è un luogo dove l'uomo si riconcilia con la parte ancestrale che lo contraddistingue, ottenendo un beneficio psicologico nello stare immerso nella sacralità del bosco". Importante anche l'alimentazione, "un aspetto di cui parleremo al convegno del 13 luglio. Il cibo di montagna è un altro valore aggiunto: il più delle volte si utilizza il chilometro zero, si è lontani dalle grandi distribuzioni, quindi i piccoli produttori riescono a ottemperare alle necessità delle popolazioni ridotte", sottolinea l'esperto. Ci sono, dunque, molti elementi che contribuiscono a una vita salutare che incide anche sulla sua durata. "Uno studio che abbiamo realizzato all'Università di Chieti – riferisce il docente – ha analizzato una serie di paesini dell'entroterra abruzzese, comparando la longevità in questi paesi con quella delle aree collinari e costiere. E ne è venuto fuori che i piccoli borghi montani, soprattutto quelli sopra i 600 metri, rispecchiano un andamento di ultralongevità interessante che si sovrappone ai dati delle 'blue zone' (aree in cui l'aspettativa di vita e superiore a quella media globale), per esempio Okinawa in Giappone, l'Olgliastra in Sardegna, l'Icaria in Grecia", ricorda Verratti. Questa 'evidenza di longevità', "in qualche modo – rimarca Verratti – rappresenta anche una cartina al tornasole di quello che può essere la relazione con la salute che contraddistingue questi luoghi della montagna. E' chiaro che le variabili sono tante: alimentazione, attività fisica, che sicuramente è un aspetto determinante, serenità. Questo mix, dati alla mano, indica la possibilità di avere effetti positivi sulla longevità. Non possiamo generalizzare nulla, ma che la montagna sia un luogo salutare è una certezza basata sulle evidenze". Ovviamente "non basta una vacanza – precisa il docente – ma qualche beneficio si ottiene anche nello spazio delle ferie estive". In particolare "nella fascia d'età sopra ai 60 anni è un luogo particolarmente adatto a rigenerarsi, così come è indicato per le persone che cercano serenità, refrigerio e tranquillità". —[email protected] (Web Info)
Il Policlinico Gemelli di Roma compie 60 anni, Mattarella: “Un punto di riferimento prezioso per il Paese”
(Adnkronos) – Era il 10 luglio del 1964 e a Roma veniva inaugurato l'Ospedale Agostino Gemelli, oggi Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs. Sono passati 60 anni e il 10 luglio 2024 l''Ospedale dei Papi' – così tutti gli italiani lo conoscono, da quando il 13 maggio 1981 Giovanni Paolo II, Papa Wojtyła, venne ricoverato proprio al Gemelli dopo l'attentato a piazza S. Pietro – ha festeggiato il suo compleanno in grande stile. Una delegazione della Fondazione è stata ricevuta in udienza dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Un camice bianco, quello per la direzione dell'Unità operativa complessa Italia, è il dono che il capo dello Stato ha ricevuto a nome di tutta la comunità del Gemelli da Antonio Gasbarrini, presidente di Medicina dell'Università Cattolica. "E' davvero un piacere accogliervi qui nelle varie articolazioni della costellazione che contrassegna un grande Policlinico con al centro la persona del paziente – ha dichiarato Mattarella – Non è possibile infatti scindere la considerazione della persona del paziente, da quella della cura, della ricerca scientifica e dell'insegnamento. Che è quanto avviene al Gemelli, che ringraziamo per questo. Anche i numeri sottolineano quanto il Gemelli sia un punto di riferimento prezioso per il nostro Paese. Numeri che dimostrano non solo il contributo offerto dal Gemelli alla salute dei nostri concittadini, ma anche la fiducia che questi vi ripongono. Ed è questa la certificazione più efficace della qualità delle attività svolte. Qualità peraltro ampiamente certificata dai tanti riconoscimenti ottenuti dal Gemelli, sia a livello internazionale che interno. Ma il riconoscimento più efficace – ha aggiunto il presidente – è la fiducia che riscuote tra la gente e il fatto di rappresentare un punto di riferimento per i nostri concittadini. Questi 60 anni, trascorsi nella costante crescita dell'attività di questo Policlinico, sono un'occasione per ringraziare a nome della Repubblica il Gemelli per quanto fa per la salute del nostro Paese e l'Università Cattolica con l'Istituto Toniolo per quanto fanno per sostenerlo. Grazie ancora. E' un piacere farvi gli auguri per i prossimi 60 anni di sempre maggiore crescita". Alla cerimonia sono intervenuti Carlo Fratta Pasini, presidente della Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs; Elena Beccalli, rettore dell'Università Cattolica, e Marco Elefanti, direttore generale della Fondazione Policlinico Gemelli. Presenti Paolo Nusiner, direttore generale dell'Università Cattolica; monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale; il preside di Medicina Gasbarrini; Giuseppe Fioroni, vicepresidente dell'Istituto G. Toniolo di studi superiori, e per lo stesso istituto Enrico Fusi, segretario generale, e Michele Lenoci, componente del Consiglio di amministrazione. Insieme a loro una rappresentanza di medici, ricercatori, operatori sanitari, dipendenti amministrativi, pazienti, associazioni di volontariato, donatori, studenti e specializzandi. "Ciò che accade ogni giorno nel nostro Policlinico, che Papa Francesco ha definito 'la città del dolore e del sollievo', è un piccolo e faticoso miracolo", ha affermato Fratta Pasini. Un miracolo "che continua a ripetersi – ha spiegato – nonostante le difficoltà legate alla recente impennata dei costi lo rendano sempre più difficile e pesante. Ai nostri collaboratori siamo costretti a chiedere sempre maggior dedizione e sforzi, quando non veri e propri sacrifici, che vengono ogni volta accettati con grande senso di responsabilità. E questo perché i nostri professionisti hanno sempre interpretato la cura e la preoccupazione per i pazienti non tanto come un lavoro, quanto come il senso stesso della propria esistenza. Il nostro Policlinico deve tutto a loro, ma può purtroppo ben poco riconoscere e offrire – ha rimarcato il presidente della Fondazione – per la sofferenza economica legata alle tariffe dei Drg 'congelate' da oltre 12 anni. Ed ecco perché il Policlinico Gemelli, nato 60 anni fa in pieno boom economico, rappresenta oggi un piccolo, quotidiano miracolo sanitario". "Persona, cura, dedizione, solidarietà". Sono le 4 parole che la rettrice Beccalli ha scelto per riassumere "l'orizzonte ideale del Policlinico Gemelli" di Roma. "Il 10 luglio 1964 – ha ricordato – prendeva forma il grande sogno di Padre Agostino Gemelli con l'inaugurazione di un Policlinico, parte integrante dell'Ateneo dei cattolici italiani. L'idea del Policlinico si sviluppò grazie all'appassionata determinazione del nostro fondatore e dei suoi stretti collaboratori di allora, la Beata Armida Barelli e Giancarlo Brasca, convinti che questa iniziativa avrebbe aggiunto un ulteriore, fondamentale, tassello al progetto educativo dell'Università", ha sottolineato Beccalli citando "alcuni padri ispiratori della nostra azione". "Nelle attività del Policlinico – ha sottolineato – presupposto imprescindibile è l'avere un'attenzione alla persona nella sua interezza, che si realizza in presenza di una vera e propria vocazione alla cura di medici e operatori sanitari. Tutto ciò deve avvenire, giorno dopo giorno, con quella dedizione che caratterizza coloro che sono al servizio delle istituzioni nell'ottica di contribuire al bene comune. E, allo stesso tempo, nel rispetto della virtù della solidarietà, uno dei cardini della Dottrina sociale della Chiesa, cui il personale sanitario del Gemelli è chiamato a ispirare il lavoro quotidiano per l'edificazione propria e di tutta la società. La solidarietà presidia e difende la vita di tutti, tutelando il diritto a essere curati. In questo senso il Gemelli è un vero e proprio luogo di solidarietà. Signor Presidente – ha aggiunto la rettrice, rivolgendosi al capo dello Stato – questa occasione è dunque simbolicamente un Suo dono prezioso al personale del Policlinico Gemelli e a tutta la comunità universitaria, perché è la conferma dello stretto legame tra l'Ateneo dei cattolici italiani e la Repubblica italiana. Un legame che noi cerchiamo di rafforzare alimentando quella missione sociale e civile che Lei stesso ci ha indicato come prioritaria nel Suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2020/2021". Fu per volontà dell'Istituto Toniolo di studi superiori e dell'Università Cattolica del Sacro Cuore che nacque il policlinico intitolato a padre Agostino Gemelli, fondatore della Cattolica. Le attività cliniche iniziarono nel maggio del 1964 con i primi reparti operativi, quelli di Patologia chirurgica e di Patologia medica, per un totale di 70 posti letto. Nel 1977 venne sottoscritta la prima convenzione tra Cattolica e Regione Lazio, che riconobbe al Gemelli la qualifica di Ospedale regionale con una dotazione di 1.786 posti letto e di 55 culle. "Oggi il Gemelli, in stretta unione con la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica – riferiscono dalla Fondazione – è uno dei più grandi ospedali privati non profit d'Europa e luogo in cui la didattica, la ricerca innovativa, le attività di cura e l'assistenza dialogano quotidianamente a beneficio della comunità di Roma, regionale e nazionale, per rendere disponibili le migliori e più avanzate terapie a tutti i pazienti, adulti e pediatrici".
I primi 60 anni del Gemelli sono l'occasione per ricordare "una straordinaria storia di instancabile servizio quotidiano per la tutela della salute e della vita", scrivono dalla Fondazione. Sessant'anni scanditi da "numerosi, tangibili e continui progressi". Fra gli altri, "la trasformazione del Policlinico Gemelli in Fondazione privata no profit nel 2015, che lo ha reso giuridicamente autonomo dall'Università Cattolica del Sacro Cuore, e il suo successivo riconoscimento come Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico nel 2018", per le discipline Medicina personalizzata e Biotecnologie innovative. Tappe che "hanno rafforzato ulteriormente l'identità del Policlinico Gemelli come un centro sanitario per 'acuti', orientato alla ricerca. Una storia che oggi fa del Gemelli un punto di riferimento per la sanità nazionale, capace di contemperare l'eccellenza nella missione di cura a vocazione universalistica assicurata a tutti e la non semplice sostenibilità economica, stante le condizioni di contesto". Da poco più di 300 ricoveri l'anno a quasi 100mila, 1 su 5 da fuori regione. Totale: Milioni di persone curate in 60 anni di attività. "Alcuni numeri rendono immediatamente il senso di questa storia prodigiosa", riporta la Fondazione. "Dai 304 ricoveri del 1964 ai 99.564 nel 2023. Dai 471 bambini nati nel 1967, anno di apertura della sala parto, ai 4.358 nati al Gemelli nel 2023. Settanta erano i posti letto nei primi reparti funzionanti nel primo anno di attività", mentre "oggi sono attivi 1.611 posti letto". Nel suo lungo cammino il policlinico si è affermato come "il più grande centro oncologico in Italia per numero di pazienti curati (57.751 nel 2023). Numerosi e prestigiosi i riconoscimenti ottenuti a livello mondiale. Il Gemelli per il quarto anno consecutivo si è confermato il 'migliore ospedale d'Italia' secondo la classifica stilata dal magazine americano 'Newsweek', e si colloca al 35simo posto del mondo e tra i primi 10 in Europa. Rimarchevole la recente conferma dell'accreditamento da parte della Joint Commission International (Jci)", ottenuto per la prima volta nel giugno 2021. Risultati a cui ha contribuito la "stretta collaborazione con la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica, con i suoi oltre 5.500 studenti e 2.100 specializzandi, che negli oltre 60 anni dall'istituzione (il 5 novembre 1961) ha dato un notevole contributo nella formazione di generazioni di medici e operatori sanitari. A oggi sono 10.838 i laureati in Medicina e Chirurgia, 214 i laureati in Medicine and Surgery e oltre 16.000 i laureati nelle Professioni sanitarie (4.844 presso la sede di Roma e 11.342 presso le sedi collegate). Il Gemelli è oggi anche uno dei più importanti centri di ricerca nazionali e internazionali. Sono 1.199 i progetti di ricerca clinica attivi, per un valore di 22.979.885 euro, oltre al valore delle sperimentazioni cofinanziate da aziende che è di 1.965.999 euro". —salute/[email protected] (Web Info)
Dai Ferragnez a Clio Make Up, le coppie social che si sono lasciate
(Adnkronos) – La notizia della separazione tra Clio Zammatteo, conosciuta come Clio Make Up, e il marito Claudio Midolo era già nell'aria da qualche tempo sui social. I fan avevano iniziato a sospettare qualcosa dopo aver visto Clio da sola al concerto di Max Pezzali a Milano e visibilmente dimagrita. Ieri è arrivata l'ufficialità: dopo 18 anni di vita insieme, Clio Zammatteo e Claudio Midolo hanno annunciato la separazione. La coppia, che ha costruito insieme l'impero di ClioMakeUp, ha deciso di prendere strade diverse, pur mantenendo un rapporto professionale. Ma il mondo degli influencer è spesso teatro di storie d'amore che finiscono, lasciando i fan sorpresi e dispiaciuti. Un esempio noto è quello dei Ferragnez: Chiara Ferragni e Fedez erano una delle coppie più amate e seguite sui social media. La loro vita quotidiana, condivisa sui social con i figli Leone e Vittoria, era seguita da milioni di fan. Tuttavia, anche loro hanno attraversato una crisi. Dopo settimane di rumors, frecciate e interviste, i due si sono ufficialmente allontanati, sebbene molti fan sperino ancora in un ritorno di fiamma. Un'altra coppia celebre che ha fatto sognare i fan sui social è stata quella formata da Giulia De Lellis e Andrea Damante. Usciti come coppia da 'Uomini e Donne' nel 2016, sono stati insieme per diversi anni, tra alti e bassi. Dopo vari tira e molla, la coppia ha deciso di separarsi definitivamente nel 2020. Tra le coppie più seguite del mondo della musica e della moda, c'erano anche Damiano David, frontman dei Måneskin, e Giorgia Soleri, modella e attivista. Anche la loro relazione è giunta al termine lo scorso anno, con la conferma della separazione arrivata direttamente via social da parte dell'influencer. Non solo influencer, ma anche personaggi televisivi come Veronica Ruggeri e Nicolò De Devitiis, inviati del programma "Le Iene", hanno annunciato la loro rottura tramite i social media. Legati dal 2019, la scintilla tra i due era scattata proprio a 'Le Iene'. Nei cinque anni di relazione, la coppia aveva conquistato l'affetto del pubblico con divertenti video pubblicati soprattutto da Nicolò su Instagram e TikTok. E adesso i fan sperano in nuovi inizi o possibili riconciliazioni. —[email protected] (Web Info)
L’anagrafe più pazza del mondo: la “signora” Vita Mala abita negli uffici del Comune di Roma
(Adnkronos) – Al Comune di Roma succedono delle cose che nemmeno il miglior sceneggiatore di Walt Disney saprebbe inventare. L’ultimo esempio? La “signora” Vita Mala comunica di alloggiare in via Luigi Petroselli 50 (codice di avviamento postale 00186), ovvero gli uffici centrali dell’anagrafe capitolina. E cosa fa il solerte impiegato del Comune? Protocolla la pratica e poi la invia immediatamente all’ufficio della polizia municipale affinché i vigili di zona possano effettuare il sopralluogo e confermare che la signora Mala-Vita ha la sua dimora abituale negli uffici dell’anagrafe in via Petroselli. Roba da non crederci, giusto? Eppure ci sono le prove: il documento è stato effettivamente protocollato dagli uffici del Comune di Roma. Ma alla polizia municipale, come si legge con un appunto scritto a penna, qualcuno si è reso conto che qualcosa non andava e lo ha messo in “STAND BAI” (scritto proprio così). A questo punto, è evidente, che all’ombra del Colosseo vale tutto. E la Mala Vita, lo sa benissimo. (di Davide Desario) —[email protected] (Web Info)
“Basta pioggia, torni il sole”: l’ordinanza del sindaco di Coulences
(Adnkronos) – Il sindaco di Coulonces, un piccolo comune di 216 abitanti del dipartimento dell'Orne, in Normandia, ha emesso un'ordinanza anti-pioggia. "In considerazione del fatto che durante le vacanze ci deve essere il sole, che la quantità di pioggia ha raggiunto il suo limite nel nostro Comune", e in tutta la parte nord della Francia, si prescrive "il bel tempo da metà luglio a ottobre, con temperature tra i 30 e i 35 gradi centigradi durante il giorno, non più di 20 la notte". "Niente canicola", sottolinea pensando ai più anziani. "Siamo un piccolo Comune, non vorrei perdere qualcuno". Poi raccomanda "ai gestori delle parrocchie" di pregare per far tornare un clima più normale. L'ordinanza fa leva sull'articolo L. 2212-2 del codice degli enti locali che tratta degli "inconvenienti che superano i normali disagi della vita sociale". "Dall'anno scorso non abbiamo avuto otto giorni di sole di seguito. È piuttosto strano quest'anno, incide sulla mente delle persone, che non sono inclini a fare festa". "Quando piove e sei bloccato in casa, pensi a tante cose. Mi sono ricordato che qualche mese fa un sindaco ha emesso un'ordinanza contro il maltempo. Stamattina, visto che pioveva a dirotto, ho pensato che fosse il momento giusto per farlo. Almeno farà sorridere", ha spiegato Daniel Marriere, citato da France 3. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Ucraina, Zelensky e l’incognita Trump: accordi e disaccordi tra i due
(Adnkronos) – Un presidente in guerra e un ex presidente che punta al ritorno nello Studio Ovale. Volodymyr Zelensky, che vuole "vincere ora, prevalere sulla guerra e sul terrore russo", e Donald Trump, che vuole conquistare la Casa Bianca alle presidenziali di novembre. Lo stesso tycoon convinto di essere in grado di "risolvere" la guerra in "un giorno" e ancor prima del 20 gennaio, dell'eventuale insediamento. Interpellato sulle prospettive di una rielezione di Trump, Zelensky – a Washington per il vertice della Nato – 'dribbla'. Al Ronald Reagan Institute ha detto di aver avuto in passato buoni colloqui con Trump. Prima dell'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, il 24 febbraio di due anni fa. "Se il popolo americano voterà per Trump presidente, spero non cambi la sua politica sull'Ucraina", ha risposto Zelensky a Bret Baier di Fox. Una replica che, evidenzia Politico, nasconde probabilmente una preoccupazione significativa, all'interno del governo di Kiev e fra i suoi sostenitori, per il possibile ritorno alla Casa Bianca di Trump. L'election day di novembre si avvicina e il pensiero corre alle stanze del Cremlino, al leader russo Vladimir Putin. Non c'è un dialogo in corso tra Putin e Trump sulle condizioni per raggiungere la pace in Ucraina, ha detto nei giorni scorsi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. "Adesso tutti aspettano novembre – secondo Zelensky, che afferma di non conoscere "molto bene" Trump – Gli americani aspettano novembre. E così l'Europa, il Medio Oriente, l'Indo-Pacifico. Il mondo intero guarda a novembre. E, a dire il vero, anche Putin attende l'arrivo di novembre". Per il presidente ucraino, quindi, "è tempo" di "prendere decisioni forti, di agire e non bisogna aspettare novembre". Zelensky, che giovedì vedrà Biden, ha chiesto "forza" e "intransigenza". E, ha detto, "prima di tutto l'America, prima di tutto i leader americani e il presidente degli Stati Uniti come leader del mondo libero devono essere intransigenti nel difendere la democrazia". "Irremovibili contro Putin e il suo Paese, inflessibili contro ogni possibile terrore". Lo spettro di un potenziale ritorno di Trump, che anche alla Nato non ha risparmiato dure critiche e nel timore che possa tagliare il sostegno militare Kiev, tormenta molti degli alleati europei degli Stati Uniti e incombe sul vertice di Washington. Senza mezzi termini il mese scorso Trump accusava Biden di aver provocato la guerra in Ucraina, innescando la reazione di Mosca alle sue promesse fatte a Zelensky riguardo l'ingresso nella Nato. Un percorso che da ore si dice "irreversibile", e per il quale si prepara un "ponte", ma che – per un diplomatico europeo di alto livello citato dalla Cnn – "è in gran parte reversibile". Con i leader dei Paesi dell'Alleanza che lavorano per iniziative a "prova di Trump", il tycoon afferma – sul social Truth – che "sono gli Stati Uniti che stanno pagando di più per aiutare l'Ucraina a combattere la Russia". E che "l'Europa dovrebbe almeno pareggiare" con "100 miliardi" di dollari per Kiev. Quello di giovedì alla Casa Bianca sarà il terzo incontro tra Biden e Zelensky in un mese: il 7 giugno si erano visti in occasione delle celebrazioni per l'80mo anniversario dello sbarco in Normandia e la settimana dopo al G7 in Italia, dove avevano firmato un accordo sulla sicurezza. Sull'Ucraina si estende l'ombra del voto negli Usa. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Mare, Musumeci: “Come risorsa è diventata una cosa seria, al Sud puntare su infrastrutture”
(Adnkronos) – "Il mare come risorsa è diventata uno cosa seria. Si sta rivelando una carta del mazzo mai giocata perché non ha mai avuto una sua centralità". A dirlo oggi il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, intervenendo occasione della presentazione del XII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare a cura dell'Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare Ossermare, Centro Studi Tagliacarne – Unioncamere, Informare, Camera di commercio Frosinone Latina e Blue Forum Italia Network. "L'Italia – spiega – ha bisogno di un Sud che giochi un ruolo importante, nel settore del mare, anche grazie alle infrastrutture che sono però rimaste molto indietro. Al Sud la governance locale e il tessuto imprenditoriale devono incontrarsi cosicché la ricchezza possa arrivare, senza ricorrere alla politica dell'assistenzialismo. E' finita, infatti, l'epoca dell'assistenzialismo in cui il governo manteneva solo aziende che non avevano più capacità di produrre ricchezza. In questo contesto le aziende dell'economia blu hanno bisogno di essere guardate con la necessaria attenzione, in un contesto nazionale e internazionale che diventa sempre più difficile a livello europeo, sperando così di spostare l'asse dal Baltico al Sud". "Questa – avverte – è una partita che va giocata sulla digitalizzazione, la transizione green e la dimensione subacquea. Prossimo mese porterò il ddl sulla dimensione subacquea che è un fronte su cui l'industria ha puntato la sua attenzione. L'Italia sarà così il primo Paese in Europa ad avere una legge sullo spazio subacqueo, con l'infrastruttura energetica, quella della comunicazione, l'ambizione di utilizzare le terre rare, con lo stimolo che si deve dare alla biologia e la geologia marina, con la cooperazione con la comunità scientifica e la comunità accademica". "Una realtà -continua- che emerge anche in questo ultimo Rapporto, ma lo avevamo colto già lo scorso anno, è che il mare come risorsa è diventata una cosa seria, il mare come risorsa sta davvero rivelandosi una non scoperta, ma una marcia in più, una carta del mazzo mai giocata perché non ha mai avuto una sua centralità. A determinare questa centralità una serie di coincidenze di carattere economico, sociale, sociologico, di contesto geopolitico e macroeconomico, grazie alle quali abbiamo finalmente compreso con molta esattezza che il Sud Italia non può restare prigioniero di quella gabbia ideologica che si chiama questione meridionale perché c'è solo una questione, che è nazionale". Nella geografia economica "noi abbiamo capito che le regioni del Sud – ha aggiunto Musumeci – si stanno liberando da questa gabbia ideologica che le ha tenute sotto l'ombrello dell'assistenzialismo. E siccome non è facile poter realizzare quelle infrastrutture strategiche – e non parlo da meridionale ma da uomo di governo – sono convinto che l'Italia abbia bisogno di un Sud che non arranchi ma di un Sud che sia nelle condizioni di giocare tutte le carte di cui dispone, una delle carte più importanti che non ha mai saputo giocare è quella del mare perché le infrastrutture vanno realizzate. Purtroppo non si realizzano da decenni, penso alle infrastrutture della mobilità, alle infrastrutture strategiche sanitarie, sociali e portuali che sono rimaste molto indietro nella pianificazione che per 70-80 anni ha caratterizzato tutti i governi che si sono succeduti a Palazzo Chigi". Oggi "abbiamo compreso come il mare possa essere lo sbocco al quale non abbiamo mai guardato con sufficiente attenzione o guardato con una certa riluttanza e un certo scetticismo". Musumeci ha poi sottolineato "l'importanza del ruolo dell'imprenditore privato" che deve incontrare "il governo, le istituzioni, anche quelle locali, perché "se mettiamo le imprese nelle condizioni di lavorare, di produrre e di investire la ricchezza arriva. Se, invece, continuiamo con la politica dell'assistenzialismo per sostenere imprese che non ce la fanno perché operano nel posto sbagliato, perché nate fragili o sono fuori mercato o non si sono ammodernate per una serie di ragioni, ecco quelle aziende non vanno sostenute assolutamente perché altrimenti le risorse che lo Stato riserva ad una azienda fuori dal mercato sono risorse assolutamente sprecate". Quindi il ministro ha espresso "apprezzamento per tutte le imprese che lavorano nella Blue Economy perché hanno scommesso in un momento certamente difficile, già nel 2019 si raggiungeva il picco della produttività nella economia blu ma la batosta del 2020 e del 2021 con la pandemia ha costretto anche quel settore della nostra economia a condizioni assolutamente gravi, quasi di paralisi". Dalla "fine del 2021 in poi, l'ascesa è stata assolutamente inarrestabile il che significa che come governo noi dobbiamo prendere atto del fatto che questo settore economico con le sue circa 300.000 imprese tra piccole, medie e grandi hanno bisogno di essere guardate con la necessaria attenzione in un contesto non soltanto nazionale ma anche internazionale ed europeo" ha concluso. "Quello del mare -ha sottolineato- è un settore economico nel quale lavorano circa 300.000 imprese tra piccole, medie e grandi che hanno bisogno di essere guardate con la necessaria attenzione in un contesto non soltanto nazionale ma anche internazionale ed europeo che diventa sempre più difficile. Non possiamo assolutamente dire che l'Unione Europea abbia operato in questi ultimi anni verso il settore della Blue Economy con iniziative appropriate. Anzi. Alcuni provvedimenti appaiono davvero contraddittorie e paradossali, parlo soprattutto di politica fiscale". "L'Europa continua ancora a guardare al Nord e non al Mediterraneo – protesta Musumeci – e questo è un limite che abbiamo tutti subito ed è un limite al quale il nuovo Parlamento europeo e mi auguro anche la nuova commissione europea, sebbene le notizie che arrivano da Bruxelles non sembrano incoraggianti, dovrebbero certamente cambiare perché il centrosinistra governa queste istituzioni dal 1979, sin dalla prima elezione diretta del Parlamento europeo". L'auspicio del ministro "è che la Commissione europea possa finalmente guardare con maggiore attenzione al Mediterraneo, cosa che nel passato non è stato fatto, perché oggi la partita economica, di crescita, di cooperazione e di sicurezza internazionale in Unione europea si gioca al Su, nel Mediterraneo non si gioca nel Mar Baltico" ha poi concluso. "Il dominio dello spazio e dell'area subacquea farà la differenza, ci stiamo lavorando con piglio e attenzione. Il prossimo mese porterò in Cdm il disegno di legge sulla dimensione subacquea. E' un fronte sul quale l'industria ha puntato l'attenzione, parliamo di robotica, di strumenti sofisticati, di nuove tecnologie e della necessità di scoprire una parte dell'80% della dimensione subacquea che ancora non si conosce". Ha concluso —[email protected] (Web Info)
Strage Erba, Olindo e Rosa restano all’ergastolo: “Istanza di revisione inammissibile”
(Adnkronos) – La corte d'Appello di Brescia ritiene inammissibili le istanze della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Non ammette, pertanto, nessuna delle nuove prove che gli avvocati hanno esposto per provare a riaprire il caso sulla strage di Erba e conferma, di fatto, l'ergastolo per Olindo Romano e Rosa Bazzi. La sentenza di oggi – arrivata quasi 5 ore di Camera di Consiglio – ribadisce quanto già stabilito in primo grado, in appello e in Cassazione sul quadruplice omicidio dell'11 dicembre del 2006 e sgretola le speranze della coppia che assiste, nella stessa gabbia, al verdetto. “È stata emessa una sentenza, leggeremo le motivazioni e ricorreremo in Cassazione” dice Fabio Schembri, uno dei difensori dei coniugi Romano. Nessuna sorpresa, come da pronostico. Anche i giudici di Brescia credono siano i vicini di casa gli autori del massacro nella 'Palazzina del ghiaccio' di via Diaz quando, sotto i colpi di spranga e coltelli, vengono uccisi la trentenne Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk di soli due anni, la nonna materna del piccolo Paola Galli di 57 anni. E' la mancina Rosa ad affondare la lama nella gola del bambino. Le fiamme appiccate cancellano le tracce, ma quando gli aggressori si chiudono alle spalle la porta dell'appartamento di Raffaella si trovano di fronte, increduli, i vicini di casa. Si salva per una malformazione alla carotide Mario Frigerio, assalito da Olindo. Viene, invece, colpita sulle scale e, poi, uccisa nella loro mansarda la moglie Valeria Cherubini di 55 anni. “Siamo soddisfatti perché sono state accolte le nostre richieste" dice il procuratore generale di Brescia Guido Rispoli. "Gli atti giudiziari bisogna studiarli dalla A alla Z e saperli leggere e tanti che hanno commentato questa vicenda non lo hanno fatto”. Questa sentenza conferma le prove “granitiche” sancite nelle tre sentenza". “Sono deluso, io resto convinto che non siano stati loro" ha detto Azouz Marzouk, aggiungendo che "finché non verranno riaperte davvero le indagini resterà della sua idea". Parte civile ma convinto dell’innocenza dei condannati a chi gli chiede se è il momento di chiedere scusa ai fratelli Castagna, Azouz replica: “Non li conosco”. “Vorremmo che le vittime potessero riposare in pace e confidiamo che oggi sia finito questo rimestare le stesse carte, perché di prove nuove non ce ne sono" dice Massimo Campa, legale dei fratelli Castagna. "Ho sentito i miei clienti, Beppe e Pietro erano insieme, e la parola che li rappresenta è ‘sollievo’, ora possono cercare di girare pagina. Noi avevamo fiducia, non avevamo paura della verità, non avevamo dubbi”. “È veramente un grosso passo avanti verso la fine di questa storia" afferma Adamo De Rinaldis, legale della famiglia Frigerio. "C’è chi ha provato a mettere in dubbio la memoria di Mario Frigerio, persona lucida, completamente in grado di raccontare la verità”. —[email protected] (Web Info)


