(Adnkronos) – Il premier israeliano Benjamin Netanyahu starebbe lavorando a una strategia che permetta di arrivare al rilascio dei prigionieri di Hamas. "Stiamo lavorando per ottenere uno schema per il rilascio dei nostri ostaggi, nonché per completare l'eliminazione dei battaglioni del nemico a Rafah" scrive su X, spiegando di aver inviato "per questo motivo una delegazione a Parigi". "Pertanto – prosegue – all'inizio della settimana convocherò il gabinetto per approvare i piani operativi d'azione a Rafah, compresa l'evacuazione della popolazione civile da lì". "Solo una combinazione di pressione militare e negoziati risoluti porterà al rilascio dei nostri ostaggi, all'eliminazione di Hamas e al raggiungimento di tutti gli obiettivi della guerra" aggiunge. Il governo israeliano ha approvato l'invio di una delegazione in Qatar per ulteriori colloqui su un potenziale accordo sugli ostaggi con Hamas. Lo riferiscono fonti citate da Axios, secondo cui tuttavia la delegazione israeliana avrà "un mandato limitato" e i colloqui si concentreranno sugli aspetti tecnici di una potenziale intesa. Secondo una fonte israeliana, citata da diversi media dello Stato ebraico, sarebbe stata concordata con Hamas "una bozza d'accordo" per un cessate uil fuoco temporaneo a Gaza, dopo i negoziati a Parig. "Ci sono stati colloqui positivi, ci sono progressi significativi – ha sottolineato -. Abbiamo una base su cui costruire un piano e i negoziati". La fonte afferma che lo schema sarà presentato prima al gabinetto di guerra per l'approvazione, poi al gabinetto allargato. La prossima fase dei colloqui, secondo la fonte, si concentrerà sulla questione centrale di quali ostaggi detenuti dai gruppi terroristici a Gaza e quali prigionieri palestinesi saranno rilasciati durante la tregua, insieme alle condizioni del cessate il fuoco. Secono i media sauditi Hamas avrebbe 'ammorbidito' alcune delle sue richieste per accettare l'accordo sul rilascio degli ostaggi in cambio della fine dei combattimenti. Per il sito Saudi A-Sharq, che cita fonti a conoscenza delle posizioni del gruppo, Hamas avrebbe ridotto il numero di detenuti palestinesi di cui chiede la liberazione, non chiederebbe più il ritiro completo delle forze israeliane da Gaza e sarebbe disponibile ad accettare una tregua iniziale di sei settimane, invece, del cessate il fuoco. Il gruppo chiede però che Israele si ritiri dai principali centri abitati, permettendo agli sfollati di tornare a Gaza. "L’annuncio del ministro israeliano Smotrich sulla costruzione di 3.300 nuove unità negli insediamenti illegali in Cisgiordania è provocatorio e pericoloso" scrive su X è l'Alto Rappresentante per la politica estera dell'Ue, Josep Borrell. "Gli insediamenti rendono israeliani e palestinesi meno sicuri, alimentano le tensioni, ostacolano gli sforzi di pace e costituiscono una grave violazione del diritto internazionale". "I nuovi insediamenti sono controproducenti alla ricerca di una pace duratura, sono anche in contrasto con il diritto internazionale". Lo ha dichiarato Antony Blinken, durante una conferenza stampa a Buenos Aires, affermando la contrarietà dell'amministrazione Biden all'annuncio, fatto ieri da Israele, della costruzione di 3mila nuove unità abitative in Cisgiordania. "La nostra amministrazione mantiene la ferma opposizione all'espansione degli insediamenti – ha continuato il segretario di Stato Usa – a nostro giudizio, questi solo indeboliscono, non rafforzano la sicurezza di Israele". Dichiarando gli insediamenti "in contrasto con il diritto internazionale", Blinken revoca la cosiddetta dottrina Pompeo, dal nome del segretario di Stato di Donald Trump, Mike Pompeo, che nel 2019 aveva dichiarato gli insediamenti "di per sé non in contrasto con il diritto internazionale". —internazionale/[email protected] (Web Info)
Sardegna al voto, seggi aperti fino alle 22: alle 12 ha votato il 18,4%
(Adnkronos) –
Urne aperte dalle 6.30 di oggi 25 febbraio in Sardegna per le elezioni regionali. Cominciano le operazioni di voto nelle 1.844 sezioni distribuite nelle otto circoscrizioni che ricalcano i confini delle vecchie Province: Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano, Olbia-Tempio, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano e Ogliastra. Sono 1.447.761 gli elettori sardi chiamati alle urne per il rinnovo del Consiglio e del presidente della Regione. Sono 58 i seggi a disposizione per i circa 1.400 aspiranti consiglieri distribuiti in venticinque liste a sostegno dei quattro candidati presidente. Gli altri due dei 60 seggi che compongono il Consiglio regionale della Sardegna spetteranno al più votato tra i candidati alla presidenza della Regione e al secondo classificato, mentre il terzo e il quarto resteranno fuori dall'assemblea. Sono dieci le liste che sostengono Alessandra Todde col Campo largo (M5s-A Innantis, Pd, Avs, Uniti con Alessandra Todde, Progressisti-La base, Demos, Sinistra Futura, Psi, Orizzonte Comune e Fortza Paris) e sono nove quelle per Paolo Truzzu col centrodestra (Fdi, Lega, Forza Italia, Psd'Az, Riformatori, Udc, Alleanza Sardegna-Pli, Sardegna al centro 20Venti, Dc di Rotondi). Sono invece cinque le liste che sostengono Renato Soru con la Coalizione sarda (Progetto Sardegna, +Europa-Azione con Soru, Rifondazione comunista, Liberu e Vota Sardigna) e una lista sostiene Lucia Chessa (Sardigna R-esiste). I seggi chiuderanno alle 22 e non è previsto un secondo turno col ballottaggio. Lo spoglio comincerà domattina alle 7 e nella giornata di lunedì si conoscerà il nome del prossimo presidente della Regione Sardegna. Paolo Truzzu ha votato a Cagliari verso le 10.30 nel seggio della scuola elementare Randaccio di via Venezia 2 nel quartiere di Monte Urpinu, non lontano dallo stadio Amsicora. Alla stessa ora Alessandra Todde ha invece votato a Nuoro ne seggio numero 4 della scuola primaria "Ferdinando Podda" di via Matteotti prima di tornare a Cagliari dove c'è il quartier generale della sua campagna elettorale. A Cagliari ha votato anche Renato Soru. Il fondatore di Tiscali, candidato con la Colazione sarda, ha raggiunto l'Istituto tecnico nautico Buccari-Marconi in piazza dei Centomila. Lucia Chessa ha invece votato ad Austis. "Dove ho vissuto tanto tempo, dove sono stata sindaca e dove conservo la residenza – ha scritto su Facebook dopo il voto -. 750 abitanti, quasi il 50% in meno di 10 anni fa. Quando si parla di spopolamento, delle zone interne e della Sardegna nel suo insieme, io so di cosa si tratta". Le dichiarazioni dei candidati alla presidenza della Regione diventano un caso. Truzzu, Todde, Chessa e Soru hanno parlato con la stampa che li ha attesi ai rispettivi seggi elettorali. Alessandra Todde ha poi affidato a una nota stampa il suo appello al voto, Paolo Truzzu invece lo ha fatto con un post su Facebook e subito è scattata la polemica. “Oggi l’importante è che la gente vada a votare, faccia valere il proprio voto e decida per il presente e il futuro della Sardegna – ha detto la candidata del Campo largo dal suo seggio di Nuoro -. Oggi ciò che conta è l’esercizio democratico del voto”. Il candidato del centrodestra ha affidato il suo appello ai social, pubblicando una sua foto col commento: “Che sia una splendida giornata per la Sardegna e per tutto il popolo sardo. Buon voto!”. Questa strategia di comunicazione a urne aperte ha fatto storcere il naso agli avversari del Campo largo. “Emergono forti perplessità sul mancato rispetto del silenzio elettorale da parte del candidato della destra Paolo Truzzu – dichiarano all'Adnkronos fonti autorevoli del centrosinistra -, che stamattina ha postato un’immagine di sé stesso al seggio mentre infila la scheda nell’urna”. Sono 266.052 i sardi che sono andati a votare per le Regionali tra l'apertura dei seggi fino alla prima rilevazione di mezzogiorno. La percentuale è del 18,4% rispetto al totale di 1.447.753 e il dato è in crescita (+1,83%) rispetto alle ultime Regionali del 2019, quando l'affluenza si era fermata al 16,57%. Il dato è in crescita anche rispetto all'ultima tornata elettorale: per le Politiche del 2022 l'affluenza alle 12 in Sardegna era stata del 15,5%. —[email protected] (Web Info)
Forza Italia, il Congresso incorona Tajani: “Tutti al lavoro per la vittoria”
(Adnkronos) – "Io ce la metterò tutta, grazie Forza Italia. Ora mandiamo un forte applauso a Silvio Berlusconi che ci ascolta da lassù". Conclude così il suo intervento da neo-eletto segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, dal palco dell'Eur di Roma, tra l'inno azzurro e un Lucio Battisti d'annata che assicura che "non sarà un'avventura". Sono da poco passate le 18 di sabato e il vicepremier, ora ufficialmente leader di Fi, dopo aver incassato il via libera degli oltre mille delegati che hanno sventolato alti i loro cartellini nella grande sala del Palazzo dei congressi all'Eur, può festeggiare il suo successo. "I primi messaggi che mi sono arrivati sul cellulare – dice subito – sono della famiglia di Berlusconi, di Marina e Pier Silvio". "Il sostegno della famiglia Berlusconi non è mai mancato" rivendica con la mano sul cuore. Ringrazia tutti Tajani, e promette solo un giorno di vacanza: "Domenica ci riposiamo – avvisa – poi al lavoro per il voto, perché non possiamo deludere l'Europa". Con un messaggio rivolto anche all'interno del partito, dove oggi si respira "un clima di grande unità e amicizia": "Non possiamo permetterci di avere un postificio, non possiamo permetterci di dividerci per piccole questioni, per interessi personali, lo dobbiamo per rispetto a Berlusconi". Lo sguardo è proiettato al voto di giugno alle europee, e oltre, perché "dalla vittoria dipende la sopravvivenza del nostro movimento politico nei prossimi trent'anni". In Forza Italia con questi impegni inizia l'era Tajani. Il testimone di Silvio Berlusconi passa ora nelle mani del titolare della Farnesina. Nella due giorni del congresso azzurro (il primo senza Berlusconi) che sancisce il nuovo corso non c'è spazio per divisioni e distinguo, come dimostra l'abbraccio a favore di telecamere tra Licia Ronzulli e Antonio Tajani: "Hai il sostegno di tutti noi", scandisce la vicepresidente del Senato, la quale non manca di ricordare che "si vince e si perde tutti insieme". Il clima di ritrovata concordia è certificato anche dalla scelta di procedere con l'elezione per semplice alzata di mano, evitando 'conte' interne, anche dei quattro vicesegretari (Deborah Bergamini, Alberto Cirio, Stefano Benigni – fedelissimo di Marta Fascina, assente anche oggi al congresso – e Roberto Occhiuto). Toni distesi pure sulle casse azzurre: Tajani assicura che la situazione è ormai sotto controllo "grazie al lavoro del tesoriere, e alla donazioni che, legalmente, riceviamo". La stagione dei 'morosi', ovvero dei parlamentari indietro con i versamenti al partito, afferma il neo-segretario, è alle spalle. Tutti d'accordo anche sul programma da qui al voto europeo dell'8 e 9 giugno: testa bassa pedalare per portare il movimento azzurro più in alto possibile. Il capogruppo alla Camera Paolo Barelli punta per il futuro a un risultato di 'coalizione' pari al 60-70%. I delegati invece si 'accontentano' di quanto promesso dal neosegretario, che in vista della consultazione Ue si tiene più cauto ribadendo l'obiettivo del 10%. Europa sugli scudi del congresso, perché la bandiera di Forza Italia oggi è quella europeista, senza se e senza ma. Dopo la 'benedizione' di Ursula von der Leyen e Manfred Weber di ieri, questa volta la testimonial del vecchio continente al congresso azzurro è un'altra esponente di spicco del Ppe – famiglia politica europea a cui Fi "orgogliosamente" appartiene -, ovvero la presidente del Parlamento Ue, la maltese Roberta Metsola, la quale incassa il sostegno di Fi anche per la guida del prossimo Europarlamento. "Tu Antonio sei una guida, che da sempre si batte per una Europa più forte", l'elogio a Tajani di Metsola, che non manca di ricordare Berlusconi: "Il vostro fondatore, che ha fatto la storia dell'Italia e dell'Europa degli ultimi 30 anni e sarebbe fiero di voi, ha avuto la lungimiranza di capire che il futuro di Forza Italia era nel Ppe". Il giorno più lungo di Tajani scorre con gli interventi dei delegati, degli amministratori locali e degli ospiti europei, che garantiscono appoggio al vicepresidente del Consiglio, definito punto di riferimento anche dal segretario generale dell'Internazionale democratica di centro Antonio Lopez. Lui incassa felice, spiegando che però qualcosa sull'attualità italiana la deve dire. Sugli scontri tra polizia e manifestanti difende le forze dell'ordine: "Nessuno le tocchi, se qualcuno ha sbagliato pagherà, ma per uno o due che hanno sbagliato non possiamo attaccare chi ci difende per quattro soldi…". A proposito dei manifestanti di Milano, identificati dalla Digos, stessa linea: "Il ministro Piantedosi prenderà i necessari provvedimenti" ma "non vedo il problema a essere identificati, sotto casa mia ci sono le forze dell'ordine che a volte identificano mio figlio o il fidanzato di mia figlia". La chiusura dell'intervento del segretario di Forza Italia è dedicata a Meloni e Salvini: "I nostri alleati non hanno nulla da temere da noi, ma nessuno può chiederci di rinunciare alla nostra identità". Poi la festa sul palco, tutti a cantare e ballare: perché non sarà solo un'avventura, come insegna appunto Battisti. (di Antonio Atte e Francesco Saita) —[email protected] (Web Info)
Ucraina, Meloni porta in dote a Kiev accordo su sicurezza: “Non siete soli”
(Adnkronos) – Un accordo sulla sicurezza decennale, che spazia dal piano militare a quello umanitario, dalla cooperazione nell'industria della difesa al sostegno al bilancio. E' il 'dono' che la premier Giorgia Meloni ha portato a Kiev in occasione del secondo "doloroso" anniversario dell'invasione russa. Meloni, arrivata in treno dalla Polonia (ancora l'unica via per raggiungere dall'estero l'Ucraina a causa della chiusura dello spazio aereo), accompagnata dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dal leader canadese Trudeau e da quello belga De Croo, ha portato un messaggio chiaro al presidente Volodymyr Zelensky: l'Italia e gli altri Paesi del G7 non lasceranno sola l'Ucraina e le rimarranno al fianco per tutto il tempo necessario. Insomma nessuna stanchezza né titubanza nel sostegno a Kiev è ammessa da parte delle cancellerie occidentali. "L'Ucraina può contare su tutte le nazioni del G7 e sull'Unione Europea. Non ci siamo mai tirati indietro e non intendiamo farlo adesso, nonostante quello che dice certa propaganda", ha insistito la premier durante il summit dei sette grandi, il primo sotto presidenza italiana, che ha presieduto da Kiev. "Il messaggio che voglio inviare oggi a Volodymyr Zelensky e a tutto il popolo ucraino è che non sono soli. Voglio che voi sappiate che siamo profondamente grati a questo popolo perché continua a lottare per l'Europa e la nostra sicurezza perché banalmente la sicurezza dell'Ucraina e dell'Europa coincidono”, ha scandito la premier, ribadendo fermamente l'adesione alla linea euroatlantica di sostegno incondizionato a Kiev. Parole che assumono ancora più rilevanza se contestualizzata nella visita alla Casa Bianca da Joe Biden prevista il primo marzo. Dopo un viaggio estenuante durato oltre 10 ore e iniziato dalla stazione di Przemysl, nel sud-est della Polonia, la visita di Meloni è iniziata con un incontro all'aeroporto cargo di Hostomel, uno dei primi obiettivi dei russi all'inizio dell'invasione e diventato un luogo altamente simbolico perché vide la Guardia nazionale ucraina riuscire strenuamente a respingere l'attacco. E mentre Zelensky ha premiato alcuni "eroi" sopravvissuti di quella battaglia, la leader di FdI ha ricordato che l'Ucraina "è un pezzo della nostra casa e faremo la nostra parte per difenderla". E l'accordo sulle garanzie di sicurezza, che ricalca a grandi linee quello già siglato da Parigi, Berlino e Londra, è un tassello importante di questa strategia. Quella in cui è arrivata Meloni per la seconda volta da quando è premier, è una Kiev alla ricerca di una faticosa nuova normalità. Nel centro della capitale la vita sembra scorrere normalmente, ma è solo un'apparenza. Anche la scorsa notte Mosca è tornata ad attaccare con i suoi droni e per due volte sono scattate le sirene d'allarme. La minaccia dei famigerati missili ipersonici Khinzal è uno spauracchio che tiene sotto forte pressione psicologica gli abitanti della capitale. E' dirigendosi verso la periferia che la guerra inizia a mostrare il suo volto. Cavalli di frisia ai lati delle strade. Cimiteri 'ingentiliti' da bandiere ucraine, checkpoint, un tetto di un supermercato sfondato. Un pulmino malandato sfreccia con a bordo qualche decina di militari in uniforme. Così fino a Hostomel, nel cui hangar giace con le sue enormi ali smontate la carlinga bruciata dell'aereo più grande del mondo, l'An-225 'Mriya', il cui restauro costerà più di 3 miliardi di dollari. "Questo posto è un simbolo del fallimento di Mosca e dell'orgoglio ucraino. Ci ricorda che c'è qualcosa più forte di missili e guerra, l'amore per la terra e la libertà", ha dichiarato Meloni. I corposi cortei di auto si sono quindi diretti a Palazzo Mariinskij, fastosa residenza che ospita la presidenza ucraina. Qui c'è stato un punto stampa a cinque (Meloni, Zelensky, Von der Leyen, De Croo, Trudeau) e la firma dell'accordo sulle garanzie di sicurezza Roma-Kiev. Meloni ha incassato la soddisfazione dell'alleato ucraino. "I nostri incontri con la premier italiana Giorgia Meloni sono sempre significativi – ha rimarcato Zelensky – Questo documento stabilisce una base solida per la partnership di sicurezza a lungo termine tra i nostri Paesi". La leader di Fdi si è quindi spostata alla Cattedrale di Santa Sofia da dove ha diretto il suo primo G7. Assente 'giustificato' il presidente francese, Emmanuel Macron, alle prese con gli agricoltori transalpini, che si è fatto rappresentare dal ministro degli Esteri, Stephane Sejourne. E ai maliziosi che guardavano all'assenza di Macron come uno 'sgarbo' a Meloni, la premier ha spiegato che l'assenza era stata "comunicata in anticipo" e ha inviato i saluti al presidente francese, impegnato in una "difficile giornata". Nel suo intervento di introduzione al summit, Meloni ha insistito molto, come per altro già fatto in mattinata a Hostomel, sull'importanza di non cadere nei tranelli della propaganda russa. "Penso che dobbiamo fare molto meglio per spiegare che l'attuale situazione del conflitto è la nostra vittoria, una vittoria ucraina, e non una vittoria per la Russia come la sua propaganda cerca di affermare", ha messo in guardia. Per poi aggiungere un passaggio dedicato ai rischi, ancora tutti sul tavolo, di un'eventuale vittoria sul campo di Mosca per l'Europa e non solo: "Il piano di Putin era una guerra lampo che avrebbe dovuto far capitolare l'Ucraina in pochi giorni, probabilmente con l'obiettivo di rivolgere poi lo sguardo verso altri Stati vicini, non solo europei". Ed è in questa lotta tra caos e diritto che il mondo si gioca il suo futuro in Ucraina, ha proseguito la premier, secondo cui "pochi trarrebbero vantaggio da un mondo senza regole, un mondo governato solo dalla forza militare e dove ogni Stato rischia di essere invaso dal suo vicino". L'Italia, ha chiosato, sta facendo a pieno la sua parte. "Siamo all'ottavo pacchetto di aiuti e stiamo facendo il massimo con i mezzi di cui disponiamo". E poi scommette sul futuro dell'Ucraina. L’Italia vuole avere un ruolo da “protagonista” anche in materia di ricostruzione dell’Ucraina. “Lo faremo con la presidenza del G7 e anche nel 2025 quando ospiteremo l’Ukraine recovery conference – ha concluso – Parlare di ricostruzione vuol dire scommettere sul futuro dell’Ucraina. Le imprese italiane sono pronte". (dall'inviato Piero Spinucci) —internazionale/[email protected] (Web Info)
Odermatt da record, vince ancora a Palisades e blinda la Coppa del Mondo
(Adnkronos) –
Nuova impresa dello sciatore svizzero Marco Odermatt che ha vinto il decimo slalom gigante consecutivo sabato sulle nevi di Palisades Tahoe, un successo che gli assicura la terza Coppa del Mondo assoluta consecutiva. Con la vittoria di oggi – la 35ma della sua carriera – Odermatt ha portato a 1001 punti il suo vantaggio su Manuel Feller diventando così irraggiungibile nonostante manchino ancora 10 gare alla fine della stagione. La sua serie di vittorie consecutive è la seconda più lunga nella storia dello sci alpino maschile. Il record di 14 vittorie consecutive di Ingemar Stenmark nello slalom gigante è ora nel mirino dello svizzero che può anche assicurarsi un altro globo di cristallo della disciplina il prossimo fine settimana ad Aspen e guidare anche la classifica di discesa libera e superG. Il 26enne svizzero potrebbe addirittura battere il suo stesso record di punti complessivi della scorsa stagione. Nella gara di oggi Odermatt ha distaccato il norvegese Henrik Kristoffersen di 12 centesimi, terzo l'americano River Radamus per il primo podio in Coppa del Mondo. Domani nuova gara maschile con uno slalom in Sierra Nevada mentre le donne gareggeranno in Val di Fassa, per un superG femminile dopo l'annullamento della gara odierna per troppa neve fresca. —[email protected] (Web Info)
Genoa più vicino alla salvezza, 2-0 all’Udinese
(Adnkronos) – Con una vittoria per 2 a 0 sull'Udinese, maturata negli ultimi minuti del primo tempo e mai in discussione nel secondo, il Genoa compie un passo importante verso la salvezza, salendo a quota 33 punti mentre i friulani restano a 23, appena tre punti sopra Sassuolo e Verona (già sconfitte in questa 26ma giornata di campionato). La partita è stata piuttosto equilibrata nel primo tempo con un'Udinese che in avvio ha anche sfiorato la rete con Walace: ma con il passare dei minuti è emerso il Genoa che prima colpisce il palo con Vazquez, poi va in vantaggio con la rovesciata di Retegui al 36mo e dopo 4 minuti raddoppia con Bani. In avvio di secondo tempo l'Udinese resta in 10 dopo tre minuti per il doppio giallo a Thomas Kristensen. Da quel momento la partita non ha avuto più storia con i rossoblu che hanno anche sfiorato il 3 a 0 negli ultimi minuti. —[email protected] (Web Info)
Berlinale 2024, l’Orso d’Oro va a Dahomey di Mati Diop
(Adnkronos) –
Dahomey di Mati Diop vince l'Orso d'Oro per il miglior film alla 74esima edizione della Berlinale. La Giuria internazionale, presieduta da Lupita Nyong'o e composta da Brady Corbet, Ann Hui, Christian Petzold, Albert Serra, Jasmine Trinca e Oksana Zabuzhko, incorona così la regista francese di origini senegalesi, che ha dedicato il suo documentario alla restituzione al Benin di ventisei oggetti trafugati del Regno di Dahomey durante la guerra di colonizzazione e conservati al Musée du quai Branly di Parigi. Hong San-soo manca ancora una volta l'Orso d'Oro e conquista il quarto Orso d'Argento in carriera. Premio della Giuria a L'empire di Bruno Dumont. Sebastian Stan, noto come il Winter Soldier del Marvel Cinematic Universe, vince il suo primo premio a un Festival: con A Different Man, in cui interpreta un aspirante attore affetto da una malformazione al viso, ottiene l'Orso d'Argento per la miglior interpretazione da protagonista. Emily Watson riceve il premio per la miglior interpretazione non protagonista nel film d'apertura del Festival, Small Things Like These, nel ruolo di una suore coinvolta nel caso delle Magdalene Houses. Niente da fare per i due film italiani in concorso, Antoher End e Gloria!.
Tra i documentari vince No Other Land, incentrato su un attivista palestinese, diretto da un collettivo israelo-palestinese formato da quattro giovani attivisti e realizzato come "un atto di resistenza creativa nella speranza di una maggiore giustizia". Nella sezione Encounters, dedicata ai lavori più pionieristici, s’impone Direct Action, fluviale documentario che racconta le vicende di un collettivo rurale di centocinquanta persone che ha resistito con successo al progetto di espansione di un aeroporto internazionale nel 2018, che dal 2021 ha dato vita a un nuovo movimento ecologista. —[email protected] (Web Info)
SuperEnalotto, numeri combinazione vincente oggi 24 febbraio
(Adnkronos) – Nessun '6' né '5+1' nell'estrazione del Superenalotto di oggi. Centrato un '5' da 210.526 euro. Il jackpot per il prossimo concorso sale a 66,7 milioni. La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto ad una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi. La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata. Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima: – con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro; – con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro; – con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro; – con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro; – con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro. E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni. Ecco la combinazione vincente: 41, 43, 46, 47, 63, 87. Numero Jolly: 30. Superstar: 44. —[email protected] (Web Info)
Scontri Pisa e Firenze, capo della Polizia Pisani: “Faremo verifiche”
(Adnkronos) – Cariche e manganellate durante il corteo di Pisa e poi a Firenze. "Purtroppo ieri durante i servizi di ordine pubblico i nostri operatori hanno posto in essere delle iniziative che dovranno essere analizzate singolarmente e verificate con severità e trasparenza" ha detto il capo della Polizia Vittorio Pisani al Tg1. "Quando le manifestazioni non sono preavvisate o non vengono condivise con la Questura, possono verificarsi dei momenti di criticità però questi momenti di criticità non possono essere una giustificazione". "Va precisato e va chiarito che le iniziative e le decisioni che vengono adottate in sede locale durante i servizi di ordine pubblico non sono determinate né da scelte politiche né da direttive politiche. La polizia di Stato è la polizia di uno Stato democratico e noi abbiamo il dovere di garantire anzitutto la manifestazione del dissenso, ma questa manifestazione deve avvenire pacificamente, isolando i violenti, e rispettando anche le prescrizioni delle autorità". "Indubbiamente il conflitto israelo-palestinese ha inciso nella gestione dell'ordine pubblico in termini di intensità per l'impiego del personale delle forze di polizia". "Va rappresentato che in molti Paesi europei non tutte le manifestazioni vengono autorizzate, in Italia nessuna manifestazione è stata mai vietata, anche quelle più radicali ed estreme. Le motivazioni ideologiche o politiche dei manifestanti vengono sempre affrontate dalla polizia di Stato con la massima neutralità- conclude -. Perché l'obiettivo ultimo della gestione dell’ordine pubblico è comunque quello di raggiungere il consenso unanime della collettività e di tutte le forze politiche". —[email protected] (Web Info)
Maldini e Pessina stendono la Salernitana, il Monza sogna l’Europa
(Adnkronos) – Seconda vittoria di fila e quinto risultato utile consecutivo per il Monza che si impone 2-0 in trasferta sulla Salernitana, sempre più ultima in classifica e con le speranze di salvezza ridotte al lumicino, grazie ai gol di Maldini e Pessina al 33' e al 38' della ripresa. Un successo che permette ai brianzoli di salire a quota 36 in classifica agganciando Napoli e Torino al 9° posto e continuare a sognare un posto in Europa per la prossima stagione. I granata restano invece desolatamente fermi a quota 13, a 7 punti dalla zona salvezza. La prima grande occasione del match è per gli ospiti al 2'. Cross di Birindelli, si coordina Djuric in area ma il suo destro finisce sul palo. Al 6' ancora i brianzoli pericolosi con Izzo con un tentativo di tap-in da distanza ravvicinata: guizzo di Ochoa che salva la sua porta. Al 9' rispondono in padroni di casa con Kastanos: il suo mancino dalla distanza non va lontano dal palo. Con il passare dei minuti i padroni di casa crescono e si portano con continuità nella metà campo avversaria. Al 28' ci prova Weissman di testa su cross di Zanoli ma la sua conclusione è di poco fuori. Al 35' ancora campani pericolosi: tiro di Candreva, deviazione di Gagliardini che per poco non spiazza Di Gregorio. Al 10' della ripresa grandissimo intervento difensivo di Pellegrino su Pessina: l'argentino anticipa all'ultimo momento l'ex Atalanta che si sarebbe trovato a battere a rete a porta vuota. Al quarto d'ora sale di nuovo in cattedra Ochoa che compie una parata clamoroso, questa volta su Gagliardini che va al tiro da pochi passi. Al 25' opportunità per Kastanos, il sinistro dell'ex Juve viene deviato in angolo dal provvidenziale intervento di Caldirola. Al 31' eccezionale doppio intervento di Di Gregorio che nega il gol a Tchaouna per due volte in pochi secondi. Passano due minuti e Maldini segna il gol partita. Bella azione del Monza con Gagliardini che verticalizza verso l'ex Milan che apre il piatto e supera Ochoa che questa volta non può nulla. Al 38' raddoppia Pessina. Il centrocampista biancorosso sfrutta una bella sponda aerea di Djuric e supera Ochoa con un pallonetto di sinistro. Sipario. —[email protected] (Web Info)












