Home Blog Page 664

Fedez in prima fila dall’amica Donatella Versace: “Mi è molto vicina”

0

(Adnkronos) –
Fedez ha scelto la sfilata dell'amica Donatella Versace per fare la sua prima uscita pubblica dopo che la rottura con la moglie Chiara Ferragni è diventata di dominio pubblico. Il rapper, a differenza dell'imprenditrice digitale, che ha disertato qualsiasi evento della Milano fashion week, è arrivato allo show di Versace senza rilasciare però dichiarazioni ai cronisti: "Non voglio parlare, non ho voglia", ha detto prima di sedersi in prima fila, poco distante dall'attrice premio Oscar Anne Hathaway e da Marco Mengoni.  Il cantante ha quindi applaudito entusiasta la collezione della stilista e amica, con la quale qualche giorno fa ha trascorso un pomeriggio in compagnia, assistendola nei preparativi allo show e assieme alla cagnolina Paloma, aveva poi cenato a casa della creativa. Il rapper, intercettato dalle telecamere di 'Pomeriggio Cinque', aveva confermato qualche ora fa la sua presenza allo show, spiegando che Donatella Versace gli è 'molto vicina in questo momento'. Del resto, non è una novità l'amicizia tra Fedez, Chiara e la direttrice creativa della griffe della Medusa: la stilista è stata immortalata più volte nei post dei due, insieme ai figli della coppia, Leone e Vittoria, che la chiamano affettuosamente 'zia'. La creativa ha anche vestito Fedez durante la sua partecipazione a Sanremo nel 2021. Per l'occasione il cantante aveva indossato una camicia personalizzata di Versace con le quattro iniziali dei nomi della sua famiglia, svelando in anteprima un indizio del nome scelto per la piccola nascitura, la V di Vittoria. Da parte sua, Donatella Versace, ha sempre preso le parti di Chiara Ferragni, anche in pieno 'Pandoro gate'. "Vorrei sapere esattamente di cosa si debba scusare Chiara – aveva osservato la stilista sulla propria pagina Instagram, scagliandosi contro gli 'haters di professione' -. Lei e Fedez hanno fatto sempre beneficenza. Era l'azienda che doveva versare il contributo. Loro sono un esempio per l'Italia e per i giovani". E questa sera, l'amica Donatella, in un momento particolarmente difficile per Fedez e Chiara, ha voluto ribadire la propria vicinanza. —[email protected] (Web Info)

Congresso Forza Italia, Tajani lancia sfida europea nel nome di Berlusconi-Maradona

0

(Adnkronos) – "Siamo come in finale di Champions, ma Maradona non c'è più". All'Eur, a Roma, il leader azzurro Antonio Tajani, parlando per circa due ore, si rivolge così alla platea dove ad ascoltarlo, tra bandiere di Fi e totem con le gigantografie del fondatore azzurro, ci sono gli oltre mille delegati al Congresso nazionale che voteranno domani il nuovo gruppo dirigente, dal segretario ai quattro vice (Deborah Bergamini, Roberto Occhiuto, Alberto Cirio e Stefano Benigni). "Ora serve l'aiuto anche della squadra e di tutta la curva" aggiunge, spiegando che "la squadra siamo noi, la curva sono i nostri elettori e Maradona è appunto Silvio Berlusconi". L'assenza del Cavaliere Tajani la esorcizza così e sarà ricorrente il nome di Berlusconi-Maradona in tutta la serata del primo Congresso di Forza Italia senza il patriarca di Arcore.  "Nonostante i capelli grigi, l'età e l'esperienza, questo è il discorso più difficile e importante della mia vita" ammette il vicepremier e ministro degli Esteri alla convention che domani lo incoronerà segretario. "Questa è la mia famiglia, quella a cui ho dedicato 30 anni della mia vita", aggiungerà alla fine senza nascondere la commozione.  Prima però la 'maratona' dal palco: ad ascoltarlo in prima fila anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il governatore del Lazio Francesco Rocca, i ministri azzurri Zangrillo, Pichetto Fratin, Casellati e Bernini. Tanti i big dell'economia, come Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, e Paolo Scaroni, presidente dell'Enel e del Milan. In platea anche volti storici del movimento politico, da Cesare Previti a Claudio Scajola. Nel nome di Berlusconi Tajani cerca l'equilibrio per guardare al futuro. A partire dal voto per le regionali e da quello europeo di giugno, al centro del suo intervento: "Abbiamo bisogno di avere consenso per le nostre battaglie, a partire dalle elezioni regionali", annuncia. "Possiamo tornare a essere i grandi protagonisti della politica italiana, tra Meloni e Schlein c'è un grande spazio che possiamo occupare con le nostre idee e i nostri valori, siamo popolari europei". L'obiettivo è quello indicato più volte dal titolare della Farnesina: la soglia del 10% alle Europee, con la scommessa di crescere alle successive elezioni politiche. Sul versante europeo la prospettiva è chiara: "Vogliamo essere protagonisti nel Ppe, Fi è cuore italiano del popolarismo europeo, siamo i difensori dell'occidente". Anche qui non manca di rimarcare come "il bis di von Der Leyen noi l'appoggeremo convintamente". Con buona pace degli alleati leghisti e degli euro-scettici del centrodestra. L'azzurro spiega però che non ci saranno rischi per l'alleanza: "Sono fiero di partecipare al governo di centrodestra, dove non c'è nessuna crisi e andremo avanti fino alla fine della legislatura". "Siamo forze diverse, questo va detto, e senza Berlusconi non sarebbe nato il centrodestra nel '94", scandisce.  Un merito che riconosce al fondatore azzurro anche Giorgia Meloni, nel suo video-messaggio inviato all'Eur. Per la premier "anche in Europa bisogna cambiare e portare una ventata di aria nuova". Le elezioni europee dell'8 e del 9 giugno saranno da questo punto di vista "un appuntamento decisivo", secondo la presidente del Consiglio e leader di Fdi, perché "anche se apparteniamo a famiglie politiche diverse" gli obiettivi "sono comuni" e proprio in Italia, prosegue la presidente di Fratelli d'Italia, "noi abbiamo dimostrato come una maggioranza pure composita ma coesa può fare la differenza": anche in Europa, quindi, "possiamo portare il modello italiano". Meloni non fa mancare la sua sponda all'alleato Tajani: "Antonio e tutta la classe dirigente del partito hanno saputo raccogliere l'eredità politica di Berlusconi e Forza Italia continua ad essere un punto di riferimento per una parte significativa dell'elettorato di centrodestra", evidenzia l'inquilina di Palazzo Chigi nel video-saluto. Il lungo discorso davanti alla platea azzurra dà a Tajani l'occasione per tracciare un quadro della situazione internazionale, a partire dal dossier Ucraina. In un passaggio particolarmente applaudito il ministro degli Esteri ricorda l'oppositore russo Navalny ("la sua morte in carcere ci riporta ai metodi spietati dell'Unione sovietica, poco importa se sia stato un killer o sia stato condotto alla morte da una carcerazione di quel tipo, sempre di omicidio si tratta"). Poi è lapidario sul capo del Cremlino: "Il Putin di Pratica di mare non c'è più". In sala risuona pure un monito a Israele. "Abbiamo il dovere di chiedere ai nostri amici israeliani di comportarsi secondo quelle regole di civiltà e di umanità che condividiamo con loro", dice sul tema del conflitto in Palestina. Non mancano i cavalli di battaglia del partito. Dalla lotta alle tasse al via libera alle privatizzazioni, alla giustizia. Sul primo tema assicura che "fino a che saremo al governo non ci sarà una patrimoniale, né aumento della tassa sulla casa degli italiani". Una frecciata anche alla Bce: "Noi chiediamo con forza alla signora Lagarde di cambiare la politica dei tassi" perché "tassi così alti non sono efficaci contro l'inflazione degli ultimi anni e al tempo stesso rallentano proprio la crescita".  Si torna poi all'appello per il voto, con l'obiettivo dichiarato del 10% alle europee: "Lancio un appello a tutte le forze che credono al popolarismo europeo per costruire un Ppe in Italia ancora più forte di quello che siamo, con una forza che guarda al futuro", dice. "Sono pronto a sottoscrivere accordi politici per costruire insieme quella 'dimora', per avere rappresentanti di forze civiche che credono nell'europeismo come noi. Apriamo le nostre porte, siamo una dimora dove insieme possiamo lavorare, e voglio trovare muratori come me che si rimboccano le maniche". L'ultimo omaggio è ancora per Berlusconi: "Oggi abbiamo fatto un bel regalo a tuo fratello, caro Paolo", afferma Tajani rivolgendosi al fratello del Cavaliere. "Era doveroso essere qui", dirà lo stesso Paolo Berlusconi lasciando il palazzo dei Congressi. Assente, per oggi, la compagna di vita del presidente azzurro, Marta Fascina, che però potrebbe partecipare domani alla chiusura dei lavori. (di Francesco Saita e Antonio Atte) —[email protected] (Web Info)

Ucraina-Russia, “abbattuto aereo di Mosca” – Video

0

(Adnkronos) – Le forze aeree ucraine hanno rivendicato l'abbattimento di un aereo militare russo d'allarme e controllo A-50 in volo sul mare di Azov. Lo ha annunciato il comandante delle forze aeree, Mykola Oleshchuk. A quanto ricorda il Kyiv Independent, la Russia possiede nove A-50 e un altro di questi aerei era stato abbattuto dagli ucraini sul mare d'Azov il 14 gennaio. Come aerei di allarme e controllo, gli A-50 possono individuare sistemi di difesa anti aerea, guidare missili e coordinare gli obiettivi dei caccia russi. A febbraio, gli ucraini hanno rivendicato l'abbattimento di diversi aerei russi: due caccia Su-34 il 21, un Su-34 e un Su-35s il 19, un Su-34 il 18, due Su-34 e Su-35 il 18. Sui canali Telegram, però, vengono diffuse immagini che documenterebbero rottami in fiamme nella zona di Krasnodar. Diversi blogger militari russi, riferisce il sito Meduza, parlano dell'abbattimento dell'aereo A-50. Military Informant afferma che l'aereo si è schiantato nella regione di Krasnodar e questo proverebbe che l'aereo è stato colpito da fuoco amico. La stessa tesi è sostenuta anche da altri milblogger. Il canale Telegram Fighterbomber vicino al ministero della Difesa ha riferito della perdita dell'A-50, aggiungendo che non è chiaro chi l'abbia abbattuto. —internazionale/[email protected] (Web Info)

Caso Ferragni, nell’inchiesta di Milano spunta un teste

0

(Adnkronos) – I follower di Chiara Ferragni continuano a diminuire mentre proprio il numero dei seguaci potrebbe aprire nuovi scenari nell'indagine sul caso che coinvolge l'imprenditrice considerando che parte del potere contrattuale, e quindi economico, di un'influencer è legato a like, visualizzazioni e interazioni. Il numero dei fan determina il prezzo di una sponsorizzazione, ma talvolta nel mondo del web non tutto è come appare, e quindi la verifica di quella cifra potrebbe svelare una realtà distorta che chiama in causa profili fake e bot, ma anche configurare – in astratto – una frode nei confronti di quelle società che si troverebbero a stipulare contratti su numeri non veritieri.  
Il numero di seguaci cambia il prezzo di un contratto commerciale, ma anche la capacità che un messaggio ha di arrivare ai potenziali clienti ma questo vale se i numeri che appaiono sui social corrispondono davvero a un consumatore. Più è alto il numero dei follower più la potenziale truffa verrebbe amplificata, secondo questa teoria. Un aspetto che potrebbe aprire scenari interessanti se ci si mette nei panni di chi indaga. Per ora questo aspetto, riguardo al caso Ferragni, è solo un'ipotesi priva di qualsiasi spunto reale.  Di elementi nuovi, invece, ne stanno fornendo i documenti acquisiti dalla Guardia di finanza e finiti sul tavolo del procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco titolare, insieme al pm Cristian Barilli, dell'inchiesta che vede l'imprenditrice digitale indagata per truffa aggravata sia per l'iniziativa benefica stipulata con la Balocco, sia per le uova prodotte da Dolci Preziosi che per la bambola in collaborazione con Trudy. Acquisizioni che insieme a una testimonianza stanno consentendo all'indagine di procedere pieno ritmo.  —[email protected] (Web Info)

Malattia del cervo zombie allo studio del Besta: “Valutiamo rischi per l’uomo”

0

(Adnkronos) – "L'origine" della malattia del cervo zombie "non è ancora stata completamente compresa". A spiegarlo è Fabio Moda, ricercatore dell'Irccs Istituto neurologico Besta di Milano, esperto nel campo delle malattie da prioni umane e animali, che collabora con l'Istituto veterinario norvegese (Oslo) e con la University of Life Sciences norvegese proprio su questo tema. "Per quanto riguarda la trasmissione agli esseri umani, al momento non ci sono prove che suggeriscano una potenziale zoonosi".  Il Besta è infatti in Italia uno dei pochi istituti che si occupa dello studio del deperimento cronico del cervo o Cwd, patologia neurologica degenerativa che colpisce i cervidi e che ha destato l'interesse dei media in questi giorni in seguito alla scoperta di malattia in 800 cervi e alci nel solo Stato del Wyoming, notizia ritenuta "un campanello d'allarme pubblico" negli Usa.  Al momento non ci sono evidenze che indichino che la patologia ha il potenziale per contagiare l'uomo. Perché dunque occuparsene? "Esiste la possibilità che tracce di prioni associati alla Cwd possano essere presenti nella carne, destinata al consumo umano, e che solo con le piattaforme di amplificazione attive all'Istituto Besta sia possibile rilevarle", evidenzia Moda. Anche in Europa la malattia è nota e presente, sottolineano dall'Irccs: nel 2016 è stata diagnosticata per la prima volta in Europa in una renna norvegese e da allora i casi di Cwd sono stati identificati anche in renne, alci e cervi in Norvegia, Svezia e Finlandia. Al Besta il gruppo di lavoro guidato da Moda studia da tempo la patologia. Il ricercatore biotecnologo della Struttura complessa di Neurologia 5 e Neuropatologia diretta da Bianca Pollo è coinvolto in prima linea in vari progetti, finanziati in parte dal Norwegian Research Council, che mirano a utilizzare piattaforme analitiche altamente sensibili dell'istituto per lo studio della Cwd.  Insieme ai colleghi esperti di prioni Federico Cazzaniga e Giuseppe Bufano, il team si concentra sulla distribuzione del prione Cwd nei tessuti periferici dei cervidi e sulla possibile trasmissione della malattia ad altri animali, in particolare agli ovini che condividono le stesse aree frequentate dai cervidi malati. Moda collabora attivamente con Sylvie L. Benestad dell'Istituto veterinario norvegese (Oslo) e con Cecilie Ersdal e Michael Tranulis della University of Life Sciences norvegese, proprio per studiare queste patologie. Il deperimento cronico del cervo è un'encefalopatia spongiforme trasmissibile causata dai prioni, proteine mal ripiegate in grado di alterare la forma di varianti normali della stessa proteina: il loro accumulo nel cervello causa una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale. La patologia rende i cervidi "sbavanti, letargici ed emaciati, provocando uno 'sguardo vuoto' per il quale è appunto conosciuta con il nome di malattia del cervo zombie", illustra il Besta.  Il Dna contenuto nella bava dell'animale potrebbe passare da un animale all'altro, e anche tra cervidi e ovini, tramite sangue o saliva. I prioni sono noti anche per essere responsabili di altre condizioni come l'encefalopatia spongiforme bovina, comunemente conosciuta come 'morbo della mucca pazza'. Si capisce dunque l'importanza di fare studi in questo settore.  Una delle ricerche più importanti che Moda sta svolgendo con Benestad riguarda proprio l'identificazione di biomarcatori periferici (sangue e urina) che consentano di riconoscere gli animali malati, ma che ancora non mostrano segni clinici di malattia. Uno degli aspetti cruciali di questa ricerca riguarda la valutazione della potenziale trasmissione dei prioni Cwd all'uomo. —[email protected] (Web Info)

Nuova terapia forma rara Sla, Singhal (Biogen): “Parere positivo Chmp una svolta”

0

(Adnkronos) – "Il parere positivo del Chmp rappresenta un punto di svolta che testimonia il valore di tofersen per il trattamento della Sla Sod1 e l'impegno di Biogen nel rispondere ai bisogni insoddisfatti delle persone con Sla. Siamo orgogliosi di aver contribuito ad aprire la strada al ruolo dei neurofilamenti negli studi clinici sulla Sla Sod1. E siamo profondamente grati alle persone con questa malattia, ai loro cari e ai clinici che hanno collaborato allo studio per la loro dedizione nel promuovere la ricerca per la comunità dei malati di Sla". Così Priya Singhal, Head of Development di Biogen, commenta il via libera del Comitato tecnico per i medicinali a uso umano (Chmp) dell'Agenzia europea del farmaco Ema alla prima terapia per il trattamento degli adulti con sclerosi laterale amiotrofica che presentano una mutazione nel gene della superossido dismutasi 1 (Sod1). "Il parere positivo sul tofersen" da parte dell'Ema "offre nuove speranze alla comunità Sla in Europa – sottolinea Philip Van Damme, professore di neurologia e direttore del Centro di riferimento neuromuscolare presso l'ospedale universitario di Lovanio in Belgio – Si tratta di una pietra miliare per l'intera comunità Sla: per la prima volta abbiamo un trattamento che ha portato a riduzioni significative dei neurofilamenti, che sono un marcatore del danno assonale e della neurodegenerazione. Il piano di sviluppo di tofersen ha inoltre fornito nuove e fondamentali conoscenze rispetto alla progettazione degli studi clinici e all'uso di biomarcatori surrogati quali il neurofilamento. Si tratta di progressi utili per l'intero campo". L'approvazione europea – spiega una nota – si basa sull'insieme delle evidenze raccolte, che comprendono il meccanismo d'azione mirato, i biomarcatori e i dati clinici. Nello studio di fase 3 Valor, durato 28 settimane, è stata osservata una riduzione del 60% nella concentrazione dei neurofilamenti plasmatici a catena leggera (Nfl) nei partecipanti che hanno ricevuto tofersen rispetto al gruppo placebo, suggerendo quindi una riduzione del danno neuronale. E' stata inoltre osservata, nei pazienti trattati, una tendenza alla riduzione del declino nella funzionalità clinica misurata attraverso la Als Functional Ratings Scale-Revised (Alsrs-R), nella funzionalità respiratoria (percentuale della capacità vitale lenta prevista) e nella forza muscolare (attraverso dinamometria manuale), rispetto al gruppo placebo. Gli effetti collaterali più comuni comprendono: dolore, affaticamento, febbre, dolori articolari, dolori muscolari e aumento dei livelli di globuli bianchi e proteine nel liquido cerebrospinale. Sono stati riportati anche gravi eventi neurologici, tra cui mielite e/o radicolite, papilledema e pressione intracranica elevata, meningite asettica. L'autorizzazione all'immissione in commercio in circostanze eccezionali è raccomandata quando la valutazione del rapporto beneficio/rischio è ritenuta positiva ma, a causa della rarità della malattia, è difficile che possano essere ottenuti dati completi come in normali circostanze di utilizzo. La raccomandazione del Chmp per tofersen sarà ora esaminata dalla Commissione europea per una decisione rispetto all'autorizzazione all'immissione in commercio nell'Unione europea, con esito previsto nel secondo trimestre del 2024. Tofersen – conclude la nota – è un oligonucleotide antisenso (Aso) progettato per legarsi all'mRna del gene Sod1, con l'obiettivo di ridurre la produzione dei livelli di proteina Sod1. La Food and Drug Administration americana ha concesso l'approvazione accelerata sulla base della riduzione dei livelli di Nfl nel plasma, osservata nei pazienti trattati con tofersen. L'approvazione per questa indicazione potrà essere subordinata alla verifica del beneficio clinico nel corso di uno o più studi di conferma. —[email protected] (Web Info)

Farmaci, Aisla: “Bene ok Ema a terapia anti-Sla ma ora accesso rapido a test genetici”

0

(Adnkronos) – Tofersen, un farmaco innovativo che contrasta la progressione della sclerosi laterale amiotrofica, ha ottenuto il parere favorevole del Comitato per i medicinali a uso umano (Chmp) dell'Ema. Ora è necessario attendere l'approvazione finale dell'Ue e poi dell'Aifa. Fortunamente, grazie all'uso compassionevole concesso dalla casa farmaceutica Biogen, promosso da Aisla, già da 2 anni i pazienti italiani hanno accesso a questo farmaco. Purtroppo, nel nostro Paese si rilevano forti disuguaglianze nell'accesso alle terapie, così come molti sono i pazienti non ancora consapevoli della loro condizione genetica. Così in una nota l'Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica (Aisla) sul via libera dell'Agenzia europea del farmaco Ema a una nuova terapia anti-Sla, accolto da "un minuto di applauso della comunità scientifica, alla vigilia della Giornata mondiale delle malattie rare".  Questa notizia – sottolinea Aisla – rappresenta una svolta nella storia della Sla e segna un cambiamento di prospettiva terapeutica. Nel mese di aprile 2022, il farmaco tofersen ha ricevuto l'approvazione della Fda come nuova opzione terapeutica per le persone affette da Sla con la mutazione nel gene Sod1, una forma rara che coinvolge solo circa il 2-3% dei pazienti, ovvero circa 120-150 persone in Italia. Fino ad ora, solo poco più della metà di queste persone sono state trattate con tofersen. "Questo segna un nuovo capitolo nella storia della Sla. Tuttavia, non è sufficiente – dichiara Fulvia Massimelli presidente nazionale di Aisla – Rivolgo il nostro appello alle istituzioni e autorità sanitarie e regolatorie, perché si adoperino al fine di promuovere una collaborazione più stretta tra i laboratori di genetica e i centri specializzati in modo da ridurre i tempi di attesa per i test genetici. E' fondamentale che ogni paziente abbia la possibilità di conoscere la propria mutazione genetica e poter accedere tempestivamente al trattamento". Ci sono disuguaglianze nell'accesso e i lunghi tempi di attesa per i risultati dei test genetici – fanno notare da Aisla – rappresentano un ulteriore ostacolo all'efficacia del trattamento (4-10 mesi per la diagnosi; 1-3 mesi per il risultato genetico; 2 mesi per ottenere il farmaco). E' importante sottolineare che il test genetico rientra nelle competenze del Servizio sanitario nazionale ed è gratuito per i pazienti. La diagnosi genetica in Italia è limitata a pochi centri specializzati e non vi è un'omogeneità nella copertura territoriale. Mancano linee guida nazionali per standardizzare i metodi di analisi genetica e i tempi di consegna dei risultati. "E' importante considerare che gli studi scientifici dimostrano che l'efficacia di tofersen nel trattamento delle persone con la mutazione Sod1 è maggiore se somministrato tempestivamente – afferma Mario Sabatelli, direttore clinico dell'area adulti del Centro Nemo di Roma e presidente della Commissione medico-scientifica di Aisla – E' fondamentale individuare tempestivamente la mutazione Sod-1, ma la ricerca di altre mutazioni di altri geni, come C9orf72, Fus e Tardbp, è altrettanto importante perché sono in corso studi promettenti".  Aisla ha avviato un'indagine per valutare l'accessibilità ai test genetici (https://bit.ly/3OVAPhs). L'appello accorato dell'associazione è rivolto a tutte le persone che hanno ricevuto la diagnosi di Sla, invitandole a richiedere ai centri di riferimento il proprio test genetico. Oggi più che mai – conclude la nota – con l'approvazione di tofersen è fondamentale accedere alle terapie nel minor tempo possibile per salvaguardare la salute, migliorare la qualità vita e combattere la progressione della Sla. —[email protected] (Web Info)

Spagna/ Va a fuoco palazzo di 14 piani: si contano almeno dieci morti

0

È di almeno 10 morti, 14 feriti e dieci di dispersi il bilancio di uno spaventoso incendio divampato nella serata di ieri in un complesso residenziale di due blocchi da 14 piani di recente costruzione nel quartiere Campanar di Valencia, in Spagna.

Il rogo è partito dal quarto piano di una delle palazzine, quella ancora in fase di costruzione, e ben presto si è propagato anche all’altra struttura complici le forti raffiche di vento che ieri spiravano sulla città costiera.

Lo scheletro-robot per tornare a camminare: “Che emozione rialzarsi in piedi”

0

(Adnkronos) – Alex Santucci, 49 anni di Bologna, e Davide Costi, 47 di Maranello, hanno un'avventura in comune. Li chiamano 'piloti'. "Piloti di esoscheletro". Sono fra i primi pazienti con una lesione midollare – Alex incompleta e Davide completa – ad aver sperimentato quello che è stato definito un robot indossabile: Twin, 'creatura' di Inail e Iit (Istituto italiano di tecnologia) presentata oggi a Milano, esoscheletro motorizzato per arti inferiori, in grado di trasferire a persone con capacità motoria ridotta o assente l'energia che permette loro di alzarsi e camminare con l'ausilio di stampelle o deambulatori. Il contributo che hanno offerto è stato definito dai tecnici "fondamentale. Senza di loro – si sono spinti a dire – sarebbe stato un esercizio bellissimo, ma inutile". L'esoscheletro, oggi alla sua seconda versione, "è come un vestito che si adatta piano piano", spiegano i pazienti all'Adnkronos Salute, al termine della dimostrazione di funzionamento che hanno offerto oggi al Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci.  "Un'emozione ogni volta che ci salti dentro", sorride Alex. Che tipo di emozione? "La stessa – cerca di descrivere Davide – che prova un bambino quando comincia a camminare da zero. Noi non la ricordiamo più, ma è anche quella caparbietà del bimbo che cade e si rialza, e ci riprova finché non ci riesce, perché la volontà di camminare è più forte di tutti gli altri ostacoli". All'inizio, continua Davide, "c'è un po' di paura perché devi imparare a conoscere la macchina, ti devi fidare di lei, devi capire come funziona. E' sempre un 'fidanzamento' uomo-macchina. Bisogna cominciare a frequentarsi e a piacersi", ride. "Poi facendo un uso periodico e costante nel tempo diventa appunto come un vestito. Quando ho cominciato a usare l'esoscheletro facevo più fatica a camminare, adesso è una cosa che mi viene molto più spontanea. Se prima il problema ero io che mi stancavo, ora nelle ultime sessioni è l'esoscheletro che scarica le batterie".  Sia per Davide che Alex lo spartiacque è stato un incidente stradale. "Era fine agosto 2020 – ripercorre Alex – il giorno dopo sarei partito per le ferie all'isola d'Elba. Quell'incidente mi ha portato una tetraplegia, una lesione incompleta. E all'inizio è stata dura fisicamente e psicologicamente. Le gambe non rispondevano e la sensazione di non poter ricominciare a camminare era veramente brutta. Ho fatto i primi 2 mesi bloccato a letto e verso il terzo mese ho iniziato a usare l'esoscheletro". Alex è stato selezionato per la sperimentazione avanzata di esoscheletri della serie Twin "Dopo i primi 10 passi si è acceso qualcosa a livello mentale. Da 10 i passi sono diventati 20, poi 30 e così via. Giorno dopo giorno le aspettative miglioravano sempre di più, le prime sedute facevo 4-5-10 metri con tanto dolore, poi siamo arrivati a fare mezz'ora o fino a 40 minuti di cammino".  Alex individua tre punti fondamentali: "Il primo è l'ausilio dell'esoscheletro – elenca in un video proiettato oggi – il secondo sono fisioterapisti, collaboratori, tecnici e tutte le persone che seguono questi progetti e il terzo, non meno importante è la testa. E' questa che ci dà la forza per continuare". Alex lavora in una ditta che controlla e gestisce impianti idraulici di realtà pubbliche e private, la fisioterapia l'ha fatta in uno dei centri coinvolti nel progetto, il Montecatone Rehabilitation Institute di Imola. Poi l'esocscheletro mi ha fatto fare un bel progresso Questa cosa è nata come un gioco, inizialmente, ed è diventata una sfida verso di me. E' stato un crescendo che continua ancora oggi e adesso la sfida è di continuare a migliorare quello che è lui, l'esoscheletro". "Per me – prosegue Alex – ha significato potermi rialzare in piedi e migliorare il mio modo di vivere. Fisicamente mi ha aiutato tantissimo. E poi ha significato tornare a guardare le persone negli occhi, alla stessa altezza. Questo cambia anche come gli altri si rapportano a te. Stando su una sedia a rotelle si vede il mondo in un'altra maniera, idem le persone. Il mio input al progetto sono state le sensazioni personali che avevo nella macchina, sia di equilibrio che di miglioramento anche fisico. Stiamo lavorando su tante cose". Uno dei suggerimenti per esempio è stato di rendere più agevole il passaggio delle stampelle durante la deambulazione. "Oggi – dice Alex – io continuo la mia battaglia per convincere chi ho attorno che l'esoscheletro come forma di riabilitazione incide tanto sul recupero sia fisico che mentale. Fa veramente tantissimo".  Sensazioni condivise con Davide, che di mestiere fa l'ingegnere meccanico, è un progettista. Moglie fisioterapista e due figlie, un incidente in moto mentre andava al lavoro 9 anni fa (era 38enne) gli ha provocato una lesione midollare completa. "Ma già quando ero ricoverato in ospedale avevo sempre l'idea di voler tornare in qualche modo a camminare. Non sapevo quando e come, ma la mia motivazione era quella. Poi ho saputo tramite l'Inail che c'era la possibilità di partecipare a questo progetto dell'esoscheletro, e mi sono offerto come volontario perché credo molto nel potenziale riabilitativo. Oltre al beneficio dello stare in piedi c'è un beneficio a 360 gradi nella vita, anche sociale. Ovvio, non è un dispositivo con cui si va a fare la spesa o in macchina o in giro quotidianamente. Ma è sempre un primo passo, un gradino che ti porta verso una condizione il più possibile simile a quella che c'era prima. E di passi avanti ce ne saranno altri. Sono convinto che la ricerca arriverà in tempi relativamente brevi a far camminare un po' tutte le persone". "Sono orgoglioso di essere stato uno dei primi a provarlo e poter essere magari di aiuto o di stimolo anche ad altri che lo potranno utilizzare in futuro", spera Davide. Il suo approccio all'esoscheletro è anche un po' 'ingegneristico'. "Vista la mia professione facevo tante domande durante le sessioni, ho sempre fatto tante domande su informazioni un po' più tecniche. Ora è anche sfidante chiedere alla macchina sempre di più, vedere dove è il suo limite, dove può arrivare e tu con lei. Per esempio all'inizio facevamo solo tratti in piano, ora anche in leggera salita e discesa, poi le curve. E' una scoperta continua, prendi confidenza e ogni volta osi sempre un po' di più". "Per me – conclude – l'asticella si può ancora alzare. Tutta la mia famiglia mi ha sempre supportato in questo percorso e io so dove voglio arrivare. Intanto il mio obiettivo è provare subito la versione Twin 2, che ha anche una camminata più fluida, poi voglio aumentare la frequenza dei passi e camminare più velocemente. Non dico arrivare a correre, ma non si sa mai – sorride – Al momento il limite è che è fornito come ausilio ospedaliero, ma spero che prima o poi possa diventare un ausilio domestico. Mi piacerebbe tornare a fare una passeggiata con mia moglie come facevamo una volta, riprendere e farci il nostro pezzettino a piedi e rientrare a casa. La metto nella lista di cose da fare. Vedremo se al prossimo incontro sarò riuscito a depennarla".   —[email protected] (Web Info)

Medici famiglia: “Malattie stagionali a lunga durata, tosse anche 1 mese”

0

(Adnkronos) – Nonostante la curva in calo dell'influenza e di altre patologie stagionali, "gli ambulatori dei medici di famiglia, in questo periodo, sono affollati a causa delle malattie respiratorie virali che quest'anno, come caratteristica, presentano una lunga durata. Insomma abbiamo meno casi, ma più controlli di persone preoccupate che vengono a farsi visitare per sintomi che permangono a lungo. La tosse, in particolare, può durare anche 4 settimane". A tracciare il quadro per l'Adnkronos Salute è Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg).  "In passato – spiega – magari avevamo 10 casi e 1-2 visite a paziente. Ora, con soli 3 casi, seguiamo il paziente anche 3 o 4 settimane con frequenti controlli, perché dopo la fase acuta, caratterizzata da febbre, raffreddore e mal di gola, continuano ad avere tosse e irritazione delle prime vie aeree. Sintomi che creano ovviamente una preoccupazione nelle persone che, quindi, ci chiamano e reiterano richieste di visite". La situazione, secondo Scotti, "rappresenta, probabilmente, l'onda lunga post-Covid".  "Tutte le misure adottate in pandemia – ragiona – hanno determinato di fatto una perdita della memoria immunitaria in molti assistiti rispetto ai virus respiratori normalmente circolanti. Questo fa sì che si sia esposti a 'ripetizioni' di virosi, causate da virus diversi che trovano poche difese attive. E tutto ciò in una sorta di continuità. E questo crea un circolo, come se non si uscisse più dall'influenza". A tutto questo si aggiunge "che la nostra popolazione è sempre più composta da anziani, fragili, con una maggiore tendenza alle complicanze". Insomma, "nei nostri studi sono molti i pazienti che, a causa di reinfezioni continue, hanno la sensazione che la loro influenza duri un mese. E, dopo il Covid, i sintomi allarmano di più".  All'origine di queste 'code', un peso "c'è l'ha sicuramente anche la meteorologia – osserva Scotti – con i repentini cambi di temperatura, ma anche l'inquinamento, per quanto riguarda le grandi città".  —[email protected] (Web Info)