(Adnkronos) – "Non abbiamo i documenti per dire che Putin abbia ordinato l'omicidio". E' quanto ha detto oggi Alessandro Orsini in studio a Prima di Domani, il programma condotto da Bianca Berlinguer su Rete4. "E' possibile che questi documenti vengano fuori più avanti, ma allo stato attuale delle nostre conoscenze non ci sono" aggiunge il professore di sociologia del terrorismo internazionale, sottolineando come si possa pronunciare una "condanna morale" del "regime detentivo di Navalny, non altro". —internazionale/[email protected] (Web Info)
Napoli-Barcellona 1-1, gol di Lewandowski e Osimhen in andata ottavi Champions
(Adnkronos) –
Napoli e Barcellona pareggiano 1-1 nell'andata degli ottavi di finale di Champions League disputata oggi 21 febbraio 2024. Catalani avanti con Lewandowski, pareggio di Osimhen. Il ritorno si giocherà a Barcellona il 12 marzo. Con Calzona al debutto sulla panchina azzurra, la serata inizia in salita per il Napoli. Il Barcellona è padrone del campo in avvio, gestendo il pallone con continuità. Il baby Yamal, 16 anni e qualche mese, si rende subito pericoloso al 3' ma non inquadra la porta. Il ragazzino ci riprova al 9' e Meret deve metterci i pugni per respingere. Il monologo catalano prosegue al 15' con Lewandowski, conclusione sull'esterno della rete. Il Napoli prova a trovare assetto e distanze ma concede ampi spazi per la manovra blaugrana. De Jong ha metri di campo per avviare la manovra, le punte ricevono palla con continuità. Al 23' serve un miracolo di Meret, che respinge d'istinto la conclusione di Lewandowski. Al 25' si fa vivo Gundogan, il portiere del Napoli è attento. Dopo mezz'ora all'angolo, il Napoli comincia a mettere la testa fuori dal guscio. Politano e Kvaratskhelia provano a strappare, non si vedono tiri verso la porta catalana ma almeno il Barcellona deve preoccuparsi anche di difendere e il primo tempo va in archivio con maggiore equilibrio in campo. Il Barcellona riprende il pallino del gioco in avvio di ripresa e si presenta al tiro al 49' con Gundogan. La pressione degli ospiti aumenta, Lewandowski è sempre nel vivo della manovra e al 60' colpisce. Il centravanti riceve palla da Pedri, evita Di Lorenzo e batte a rete: Meret non può difendere il primo palo, 0-1. Il Napoli riesce a reagire e a trovare il pareggio con la fiammata di Osimhen. Il nigeriano riceve da Anguissa, si gira e di destro fa centro: 1-1 al 75' tra le proteste dei catalani, che reclamano per un fallo dell'attaccante. Il gol accende il Napoli, che prova l'assedio finale con un attacco rivoluzionato: fuori Kvaratskhelia, Osimhen e Politano, dentro Lindstrom, Simeone e Raspadori. All'85' Anguissa cerca il jolly di testa, palla sul fondo. All'88' chance per Simeone, mira sbagliata. Prima del fischio finale, il Barcellona sfiora il vantaggio con Gundogan: finisce 1-1, verdetto rinviato al ritorno. —[email protected] (Web Info)
Strage Palermo, l’amica di Antonella: “Diceva che la coppia le metteva contro marito e figli”
(Adnkronos) – Antonella Salomone "era preoccupata" per l'arrivo di Massimo Carandente e Sabrina Fina, la coppia accusata della strage familiare di Altavilla Milicia insieme al marito della donna, Giovanni Barreca, e alla figlia di 17 anni. "Era preoccupata perché li avrebbe rivisti per la seconda volta", ha detto Piera, la migliore amica della vittima, ai microfoni del programma di Ra1 'La Vita in Diretta'. "Antonella mi aveva chiesto di esserci, nel caso potevo anche dormire lì da loro perché il mio compagno era partito e sarebbe rientrato il 6 febbraio, quindi io sarei stata sola qui ad Altavilla", ma "all'ultimo momento ho avuto un compleanno", ha raccontato. Piera racconta che Antonella non si sentiva sicura con queste persone in casa: "Mi chiedeva un consiglio su questa coppia, diceva che le mettevano contro il marito e i figli". Proprio con la figlia maggiore c'erano dei problemi, "non andava tanto d'accordo con i genitori di Antonella, con i nonni materni". La presenza di demoni in casa? "Antonella – ha risposto – non me ne parlava assolutamente", ma "mi parlava delle problematiche che c'erano in famiglia, di quelle economiche", del marito "che non era tanto espansivo e che non faceva una vita sociale, quella che invece avrebbe voluto fare lei". Negli ultimi mesi, Antonella si era anche rivolta a un'agenzia immobiliare: "Cercava casa per lei e per i figli", perché lei e il marito "non avevano la patente e i ragazzi si muovevano a piedi o in bicicletta, quindi vivere lì", nella villetta dove è avvenuta la strage, "non era molto sicuro. La nostra richiesta risale al 7 marzo 2023", racconta a 'La Vita in diretta' l'agente immobiliare a cui si era rivolta la donna. Come mai non ha trovato casa? "Perché le garanzie reddituali non erano presenti", ha spiegato. "Senza buste paga, per me è difficile poter proporre dei clienti", ha detto. —[email protected] (Web Info)
Smog ‘veleno’ per il cervello, più segni Alzheimer in chi vive in aree inquinate: lo studio
(Adnkronos) – Lo smog potrebbe avvelenare anche il cervello. Scienziati statunitensi hanno scoperto che le persone più esposte all'inquinamento atmosferico da polveri Pm2,5 hanno una probabilità maggiore di presentare a livello cerebrale alte quantità di placche amiloidi 'spia' di Alzheimer. Lo studio – pubblicato su 'Neurology', rivista ufficiale delll'Accademia americana di neurologia – non dimostra che lo smog causa la malattia neurodegenerativa, ma indica un'associazione da approfondire, precisano i ricercatori. "Questi risultati aggiungono una prova al fatto che il particolato fine derivante dall'inquinamento atmosferico legato al traffico influenza la quantità di placche amiloidi nel cervello. Sono necessari ulteriori studi per indagare i meccanismi alla base di questo collegamento", afferma Anke Huels della Emory University di Atlanta, autore del lavoro. Gli scienziati hanno esaminato il tessuto cerebrale di 224 persone di età media 76 anni, per la maggior parte residenti nell'area metropolitana di Atlanta, che hanno accettato di donare il cervello dopo la morte per contribuire alla ricerca sulle demenze. Per ognuno di loro, in base all'indirizzo di casa al momento del decesso, i ricercatori hanno analizzato l'esposizione allo smog da traffico: il livello medio di esposizione all'inquinamento atmosferico era di 1,32 microgrammi per metro cubo (μg/m3) nell'anno precedente alla morte e di 1,35 µg/m3 nei 3 anni precedenti. Gli autori hanno quindi confrontato l'esposizione allo smog con la presenza di segni cerebrali dell'Alzheimer, come le placche amiloidi e i grovigli di proteina tau. Hanno così osservato che le persone più esposte all'inquinamento atmosferico uno e 3 anni prima del decesso avevano maggiori probabilità di presentare livelli più elevati di placche amiloidi nel cervello. Più precisamente, chi nell'anno precedente alla morte era stato esposto a livelli di Pm2,5 superiori a 1 µg/m3 aveva una probabilità quasi doppia di presentare più placche amiloidi cerebrali, mentre i più esposti allo smog nei 3 anni prima di morire avevano una probabilità dell'87% superiore di presentare una quantità maggiore di placche. Gli scienziati si sono anche chiesti se la variante genetica principale associata all'Alzheimer, Apoe e4, avesse qualche effetto sulla relazione tra smog e spie cerebrali della malattia. L'analisi ha mostrato una relazione più forte tra inquinamento atmosferico e segni di Alzheimer nel cervello delle persone senza la variante Apoe e4. "Ciò suggerisce – spiega Huels – che fattori ambientali come lo smog potrebbero contribuire all'Alzheimer nei pazienti in cui la malattia non può essere spiegata dalla genetica". Due i limiti principali dello studio: da un lato l'esposizione all'inquinamento atmosferico è stato misurato solo in base all'indirizzo di residenza al momento del decesso, il che potrebbe aver portato a una classificazione errata dell'esposizione stessa; dall'altro le osservazioni hanno riguardato principalmente persone bianche con un alto livello di istruzione, pertanto i risultati potrebbero non essere rappresentativi di altre popolazioni. Anche da qui la necessità, rimarcata dagli autori, di andare più a fondo con nuove ricerche per far luce sul link smog-Alzheimer. —[email protected] (Web Info)
Israele-Hamas, Gantz: “Primi segnali verso accordo su ostaggi”. Venerdì colloqui a Parigi
(Adnkronos) –
"Ci sono i primi segnali di progresso verso un nuovo accordo sugli ostaggi". Lo ha affermato il ministro del gabinetto di guerra israeliano, Benny Gantz, in una dichiarazione trasmessa dal ministero della Difesa. "Siamo davanti a un'operazione a Rafah, che inizierà dopo l'evacuazione della popolazione dalla zona. Se non ci sarà un piano per liberare gli ostaggi, opereremo anche durante il Ramadan", ha precisato Gantz. Confermando durante una conferenza stampa che ci sono "tentativi in corso" per promuovere una nuova intesa sugli ostaggi, e parlando di segnali "promettenti", Gantz – riferendosi anche alle parole del ministro delle Finanze Smotrich, secondo cui la liberazione degli ostaggi non è la priorità – ha assicurato che Israele "non smetterà di cercare una strada e non perderà alcuna occasione per riportare a casa le nostre ragazze e i nostri ragazzi".
Israele ha però smentito la notizia del quotidiano saudita Asharq al-Awsat, secondo cui avrebbe inviato una delegazione per i colloqui sugli ostaggi con Hamas al Cairo dopo che il gruppo terroristico "ha ammorbidito le sue posizioni". "Il rapporto saudita non è corretto, una delegazione israeliana non andrà al Cairo. Israele attende la risposta di Hamas, che dovrebbe arrivare oggi o domani, e poi verrà presa una decisione", ha detto a Ynet una fonte israeliana. Il direttore della Cia, William Burns, è atteso venerdì a Parigi per una nuova serie di colloqui con le controparti di Qatar, Egitto e Israele per riprendere gli sforzi per arrivare all'intesa sugli ostaggi, in cambio di una tregua con Hamas, riferiscono fonti a conoscenza del dossier al sito Axios. Intanto il presidente israeliano, Isaac Herzog, ha criticato duramente Smotrich, dopo che l'esponente di estrema destra ha dichiarato che garantire il ritorno degli ostaggi "non è la cosa più importante" per Israele in questo momento, indicando come priorità la distruzione totale di Hamas. "Un discorso molto irrispettoso sta cominciando a svilupparsi sugli ostaggi e le loro famiglie", ha dichiarato Herzog, citato dai media dello Stato ebraico. "Non esiste 'mitzvah' più grande nel giudaismo di salvare i prigionieri – ha aggiunto -. Si può discutere sul modo in cui raggiungere l'obiettivo, ma invito l'opinione pubblica e soprattutto i funzionari eletti a tenere conto dei sentimenti delle famiglie degli ostaggi". "Bisogna sapersi comportare con la massima sensibilità e capire che a volte ci sono cose che non vanno dette in pubblico", ha concluso Herzog. Le autorità israeliane intanto si apprestano ad aprire il valico di frontiera di Karni, con la Striscia di Gaza, per permettere l'ingresso di maggiori aiuti umanitari per la popolazione palestinese nel nord dell'enclave, come riporta l'emittente Abc News citando fonti di Tel Aviv. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Re Carlo torna al lavoro dopo il cancro e vede Sunak
(Adnkronos) – Re Carlo III ha ricevuto oggi in udienza il premier Rishi Sunak, primo incontro di persona da quando nelle settimane scorse gli è stato diagnosticato il cancro. Il sovrano 75enne ha incontrato il premier – riprendendo le udienze settimanali per discutere delle questioni di governo – oggi pomeriggio a Buckingham Palace. Re Carlo III ha già iniziato a sottoporsi alle terapie subito dopo la diagnosi di tumore come ha fatto sapere una nota di Buckingham Palace. Carlo è reduce da un breve ricovero per una procedura legata a una patologia benigna, l'ipertrofia prostatica, estremamente comune tra i soggetti anziani. Durante gli esami, come ha spiegato il comunicato di Buckingham Palace, "è stato individuato un altro motivo di preoccupazione". Non ci sono indicazioni precise relative alla patologia, che non sarebbe un un tumore alla prostata, né allo stato di avanzamento del cancro. Secondo i media britannici, Carlo ha informato personalmente i figli William e Harry e i propri fratelli: la principessa Anne, il principe Andrew e il principe Edward. Diverse possono essere le ipotesi. "Dopo l'intervento per l'ipertrofia prostatica benigna a cui il sovrano è stato sottoposto, possiamo ipotizzare che abbiano trovato un tumore alla prostata, alla vescica o al polmone. Sono infatti questi gli organi sospetti, ma ovviamente siamo nel campo delle ipotesi" spiega all'Adnkronos Salute Vincenzo Mirone, responsabile Ufficio Comunicazione della Società italiana di urologia. "Quando eseguiamo un intervento per l'ipertrofia della prostata – sottolinea Mirone – facciamo poi analizzare i tessuti oggetto della resezione dall'anatomopatologo". L'esame istologico della prostata asportata "a volte può evidenziare la presenza di cellule tumorali – aggiunge Giuseppe Carrieri, presidente degli urologi italiani – della cui conoscenza prima non sapevamo nulla. Quanto è successo ai colleghi della London Clinic è accaduto a tutti gli urologi, ovvero scoprire un tumore dopo un banale intervento alla prostata. Nella pratica urologica è comune anche se, fortunatamente, i casi sono in diminuzione". "Quando un personaggio importante come Carlo III si sottopone ad un intervento come quello per l'ipertrofia della prostata, prima della procedura vengono eseguiti esami importanti come la Tac ed è difficile che durante l'intervento o nel perioperatorio vengano scoperti dei problemi oncologici di altra natura" spiega all'Adnkronos Salute Gabriele Antonini, urologo-andrologo dell'ospedale Sandro Pertini di Roma. "Le ipotesi che possiamo fare è che ci sia un problema locale, i colleghi inglesi sono entrati endoscopicamente nella prostata del paziente attraverso l'uretra, hanno analizzato la vescica e hanno trovato un tumore vescicale. Questa è la prima ipotesi con le poche informazioni che abbiamo", dice Antonini. "Altro discorso può essere avvenuto se nello screening preoperatorio è stata fatta una lastra ai polmoni e i colleghi possono aver trovano una formazione sospetta – prosegue – oppure hanno notato nel sangue una alterazione dei globuli bianchi, forse una leucemia. Con l'età di Carlo III ci potrebbe stare" conclude. —internazionale/[email protected] (Web Info)
La mototerapia e il taxi galeotto, l’inventore: “Per un sogno di bimba invento unicorni”
(Adnkronos) – "Alcune settimane fa sono stato all'ospedale Gaslini di Genova. C'era una bimba, Azzurra di 5 anni. Sì, le è piaciuto andare in moto, però il suo sogno sono gli unicorni. La settimana dopo, con dei miei amici che vanno a cavallo e una mia amica che ha il maneggio, le abbiamo fatto una sorpresa: l'ospedale l'ha fatta uscire e lei ha trovato un 'unicorno' vero nel bosco. Ognuno di noi ha da regalare esperienze uniche a chi ha bisogno. La mototerapia è questo". Lo spiega così Vanni Oddera, 43 anni, campione di freestyle motocross, inventore della mototerapia. Oggi la Camera ha dato il via libera a una legge per il riconoscimento e la promozione di questa realtà nata da una sua idea, ormai più di 14 anni fa, provvedimento che ora passa all'esame del Senato. Un via libera su cui c'è chi ha espresso preoccupazione, come il capogruppo di Italia Viva alla Camera, Giuseppe Faraone, per il fatto – ha detto – che in Parlamento "si discuta una proposta di legge su un'iniziativa non validata dall'Istituto superiore di sanità". Che valore aggiunto può dare la mototerapia? "Per tanti bimbi, per tante disabilità, la moto è un grandissimo ostacolo – sottolinea Oddera all'Adnkronos Salute – ma riuscire a salire" in sella "e correre via vuol dire superare questo ostacolo. E questo offre maggiori certezze di poter riuscire a fare nella vita tante più cose di quelle che si pensavano. Poi la moto è adrenalina, genera endorfine, ti fa star bene – sorride – come tante altre cose nella vita. Quello che noi vediamo è che quando entriamo negli ospedali con le moto, si trasforma tutto l'ospedale: non è più un luogo di cura, diventa un 'circo' per tutti, ci si diverte e i bimbi ritornano ad essere bimbi, non più pazienti. Anche le famiglie si staccano da quella cruda e dura realtà e gli stessi medici e infermieri". Ne è passato di tempo da quel 2009, quando tutto è cominciato. "Avevo appena finito una gara internazionale a Mosca, ero arrivato sul podio e mi aspettava la festa – racconta – Ho preso il primo taxi sotto l'hotel, un taxi molto scassato e arrugginito. Appena dentro, ho sentito una forte puzza di piscio. Anche in maniera sgarbata ho detto al conducente: dai, veloce. Lui si è girato, ho visto nei suoi occhi un uomo come me. La differenza era che io avevo avuto molta più fortuna nella vita, lui meno. Era un uomo senza gambe, aveva questi comandi rudimentali al volante. Quella notte diedi la mia vincita al tassista e me ne tornai in hotel. Lì ho iniziato a chiedermi cosa avrei potuto fare per cambiare il mondo intorno a me in meglio. Ho pensato di regalare la mia passione agli altri. Sono tornato a casa, nel mio campo di allenamento, ho cominciato a invitare le associazioni disabili della zona. Non mi allenavo più solo per me stesso, ma per gli altri. Poi un bimbo mi chiese di salire sulla moto. Appena partiti mi disse: che bello sentire il vento in faccia anche quando non c'è. Mi si è aperto un mondo". Per questo, pensando al via libera della Camera, Oddera ha scritto su Facebook che sperava di "vivere una giornata potente" come quella di oggi, da quando il primo bimbo della mototerapia è salito con lui sulla sua moto. Che magie si possono creare? Per spiegarlo l'atleta torna agli aneddoti: "Un po' di anni fa eravamo andati in Sicilia. Faceva molto caldo. Su una macchina, talmente vecchia e arrugginita che si scrostava la vernice al sole, c'erano un papà, una mamma e tre bimbi, tutti e tre autistici. Ho provato a farli salire in moto con me, con il terzo di loro ci ho impiegato quasi un'ora e mezzo, ma una volta in sella si è proprio liberato. Il giorno dopo la mamma mi ha detto che la notte stessa il ragazzino ha iniziato a dormire da solo. Quando trovi la chiave di lettura riesci a far fare un sacco di cose ai ragazzi con queste tipologie di malattie". E la 'famiglia' della mototerapia continua a crescere. "Noi ogni fine settimana abbiamo gare o eventi o demo sportive di freestyle motocross. Da anni, quando andiamo a fare queste demo sportive dedichiamo mezza giornata alla mototerapia, chiamiamo le associazioni, chiamiamo i ragazzi, ci organizziamo prima. Li facciamo venire lì, 'saltiamo' per loro, e poi li portiamo in moto. Riusciamo a raggiungere praticamente tutta l'Italia. In Italia siamo noi del team di freestyle motocross DaBoot che stiamo portando avanti questa cosa da 14 anni. Però adesso abbiamo creato una rete intorno di centinaia di persone in tutta Italia, che non sono piloti, ma persone che fanno lavori differenti, chi il commercialista, chi il muratore, chi il falegname. Perché comunque la mototerapia vuole lanciare questo messaggio: donare il proprio tempo di qualità, la propria passione che si ha agli altri. Non sempre deve essere la moto, non devi fare i 'salti mortali' per far stare bene gli altri", chiarisce. La volontà del campione, "oltre ad abbattere barriere", è stata infine anche quella di superare i confini geografici: "Ho scelto anche dei gruppi di piloti in tutto il mondo. E loro ora stanno portando avanti la mototerapia in Spagna, in Russia, in Sudamerica, in Francia", conclude.
UNA LEGGE SULLA MOTOTERAPIA
– "Il fatto che possa nascere una legge sulla mototerapia è una grandissima soddisfazione. L'idea è che serva per tutelare intanto la mototerapia, che deve essere una 'terapia complementare' gratuita. Per tutti quelli che ne vogliono usufruire: ragazzi con disabilità, bimbi malati oncologici, ospedali. E' la cosa che mi preme di più". Lo ripete più volte Oddera. La gratuità è uno dei punti, evidenzia. "E poi – continua – far sì che chi vuole iniziare questo percorso per fare mototerapia segua dei corsi, sia formato nel tempo. E quando diventerà pilota per portare i ragazzi con disabilità, dia però anche continuità al progetto. Perché adesso, purtroppo, ci sono tanti emulatori che lo fanno non in sicurezza e in più lo fanno una o due volte e poi lasciano stare. Questo può comportare una crisi, magari, in bimbi o pazienti che la provano una volta, vorrebbero rifarlo, e poi non possono più. Bisogna dare continuità al progetto. E una legge deve fare questo: anche con la federazione italiana del motociclismo cercare di regolamentare bene, ad hoc, quella che è la mototerapia". Il sì della Camera al provvedimento "è una grandissima soddisfazione. Una legge sarebbe un gran bel 'finale' per aprire un nuovo futuro a livello sociale sulla disabilità – riflette Oddera – Perché la mototerapia, nata nel 2009 da una mia idea, è stata un po' una testa d'ariete, una cosa nuova che ha iniziato ad abbattere un sacco di barriere. E' giusto che tutte le cose belle che troviamo noi nella vita siano alla portata di tutti. La moto, per esempio, a me regala grandi emozioni e non è giusto privare i ragazzi con disabilità di questo oggetto di libertà che è la moto". —[email protected] (Web Info)
Farmaceutica, Valducci (Valpharma): “Per 2024 segnali in crescita con nuovi prodotti”
(Adnkronos) –
Valpharma è stata la prima industria farmaceutica di San Marino e oggi è una realtà solida, proiettata all'export e guidata da una presidente con idee chiare, Alessia Valducci. Da Cerasolo di Rimini, l'azienda si è fatta largo e oggi ha creato da sola un distretto del farmaco. "Per il 2024 i segnali sono positivi e di crescita, per il fatturato del 2023 siamo in linea con quello del 2022, 70 mln di euro", spiega all'Adnkronos Salute Valducci. Ma la sfida "sarà la linea di confezionamento per i nostri clienti, daremo un pacchetto 'full service' dalla produzione all'confezionamento". E poi ci sarà il trasloco per il nuovo 'Polo della salute'. "Ogni anno aggiungiamo valore, con coraggio", prosegue la presidente e per il 2024 la parola chiave "è rispetto, delle persone e per se stessi". Valpharma Group comprende tre realtà: Valpharma Spa, Valpharma International Spa ed Erba Vita Spa. Realtà che operano in 70 paesi e 5 continenti dai farmaci, ai nutraceutici (integratori), ai dispositivi medici e servizi.
Altra novità per il 2024 è la Cina, una inversione di tendenza rispetto al settore visto che tanta produzione fa il percorso contrario dall'Oriente in Italia. "Produrremmo per il mercato cinese un miorilassante – racconta – è stato un percorso lungo e complesso. Nel mercato della nutraceutica già eravamo presenti mentre non c'eravamo nel pharma". Valpharma ha nel suo Dna guardare e costruire ponti con l'estero visto che il primo cliente dell'azienda fondata da Roberto Valducci, papà di Alessia, fu nel 1977 il Sud Africa. Valducci senior è stato un pioniere, da perito chimico a fondatore della prima industria farmaceutica di San Marino. "In Usa abbiamo aperto i nostri uffici e presto partiremo con la vendita online per la nutraceutica. Andrò in Giappone per rinforzare la nostra posizione e per incontrare due nostri grossi clienti", aggiunge la chairwoman. Nel 2022 il fatturato complessivo di Valpharma Group è stato di oltre 70 milioni di euro (con una crescita del 3,4% sui 67,7 milioni nel 2021). L’Ebitda corrisponde a 6,9 milioni di euro, mentre l’utile post imposte è di 1,2 milioni di euro. Sono oltre 430 i dipendenti sui 3 stabilimenti, ai quali si aggiungono i 45 agenti che lavorano su tutto il territorio nazionale. La produzione del gruppo è di circa 2 miliardi di compresse prodotte ogni anno. Valpharma è un’azienda farmaceutica specializzata nello sviluppo di prodotti a rilascio modificato e controllato. Produce: antiipertensivi, antireflusso, antinfiammatori non steroidei, anticostipazione, antidiabetici, anti-aggreganti, ipnoinducenti.
"Sono figlia di un romagnolo che negli anni '50 ha avuto il coraggio di andare a lavorare a Milano. Poi ha deciso di mettersi in proprio e grazie all'aiuto di mia madre, medico, ha aperto la sua azienda. A Milano aveva lavorato per un'azienda americana che produceva farmaci retard", ricorda la figlia parlando del padre scomparso a 85 anni. E' stato lui a spingere per l'acquisizione di Erba Vita: "Io non ero proprio contenta, visto che seguivo già tre aziende, ma mio padre si era innamorato di quella realtà e ci credeva molto", aggiunge la Valducci. La famiglia ha creato dal nulla un distretto del farmaco a pochi passi da una altra realtà molto importante come San Patrignano.
Nel 2017 l'acquisto di Erba Vita. "Il settore nutraceutico un mondo affascinante – sottolinea Alessia Valducci – con tempi molto più veloci rispetto alla farmaceutica dove impieghiamo anni per una registrazione. Ma vive anche di mode e di momenti. Stiamo puntando, ad esempio, sulla menopausa, e cerchiamo di aiutare le persone con i nostri prodotti naturali. Lo stesso con la melatonina che ha visto un grande successo". Secondo l'associazione Integratori & Salute, che rappresenta il comparto in Italia all'interno dell'Unione italiana food, il consumo degli integratori alimentari nel nostro Paese è passato dai 125 milioni di confezioni vendute nel 2013 ai 200 milioni del 2023, con una crescita di circa il 60% delle vendite a volume.
Dietro e dentro Valpharma, "ci sono tantissimi giovani, c'è un ricambio generazionale in atto e puntiamo con la loro linfa ad essere sempre più innovativi", prosegue la presidente. Ogni anno le aziende del gruppo investono circa il 10% del fatturato in innovazione tecnologica per mantenere alti gli standard produttivi. A questo si aggiunge la lunga esperienza fitoterapica di Erba Vita, dove lavora anche un team di ricerca e sviluppo interno che studia e sviluppa le formulazioni dei prodotti con la massima attenzione per la qualità delle materie prime utilizzate. Il settore farmaceutico da anni batte ogni record quando si parla di occupazione femminile. E Valpharma conferma il trend. "Le spingo e stimolo sempre – conclude la presidente – abbiamo bisogno della loro forza e visione, sono donne metà del vertice azienda e nelle tre direzioni di produzione abbiamo tre donne". —[email protected] (Web Info)
Cronaca nazionale/ Operaio perde la vita, travolto da un muro
Ancora un tragico incidente sul lavoro, purtroppo mortale.
Un operaio edile di 50 anni è morto a Campofelice di Roccella, in provincia di Palermo, investito dal crollo del muro di una casa in ristrutturazione che si trova in via Madonnina di Gibilmanna.
La ditta per cui l’uomo era assunto stava eseguendo dei lavori di ristrutturazione di un’immobile in campagna.
L’operaio di 50 anni, originario di Lascari, è stato travolto dai blocchi di tufo.
Presenti sul posto i vigili del fuoco, i sanitari del 118, carabinieri e personale dell’Asp.
Foto di repertorio
Cnr, dagli scarti di melagrana protezione ‘verde’ per il cuore
(Adnkronos) – Scarti di melagrana per tenere sotto controllo la pressione sanguigna e proteggere il cuore. Un estratto di bucce e semi di melagrana completamente solubile in acqua, ottenuto mediante una tecnica innovativa, verde, efficiente e con possibilità di produzione industriale, si è rivelato efficace nel trattamento dell’ipertensione, sia acuta che cronica. Lo dimostra uno studio, condotto su modelli animali, pubblicato sulla rivista 'Nutrients' e realizzato da un gruppo di ricerca dell’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze (Cnr-Ibe) e dell’Università di Pisa. L’estrazione del succo di melagrana genera sottoprodotti non commestibili, bucce e semi, pari al 60% del peso del frutto, che sono disponibili in grandi quantità e conosciuti da tempo per le loro proprietà salutari, in gran parte dovute ai cosiddetti ellagitannini, in particolare punicalagina e acido ellagico. "Finora, il recupero e la valorizzazione di questi sottoprodotti sono stati ostacolati dalla mancanza di una tecnica di estrazione adeguata, in grado di restituire un prodotto completamente solubile in acqua e più sicuro per l’organismo. Infatti, la qualità e le proprietà degli estratti di prodotti naturali, tra cui i sottoprodotti della melagrana, dipendono anche dalla tecnica estrattiva", sottolinea Francesco Meneguzzo, ricercatore del Cnr-Ibe. "L’applicazione della cavitazione idrodinamica, già verificata con successo su sottoprodotti degli agrumi e delle filiere forestali – spiega ancora il ricercatore – ha consentito di estrarre una grande quantità di bucce e semi di melagrana in sola acqua, a bassa temperatura e in pochi minuti, con un consumo energetico molto limitato, restituendo un prodotto completamente solubile". Lo studio ha previsto la somministrazione dell’estratto di melagrana per via orale a ratti spontaneamente ipertesi. "Dopo la somministrazione orale – afferma Lara Testai dell’Università di Pisa – i risultati hanno dimostrato una buona bioaccessibilità intestinale e la capacità di contrastare efficacemente l’incremento della pressione in un modello sperimentale di ipertensione, migliorando la disfunzione e riducendo lo spessore dell’endotelio, che è il tessuto che riveste l’interno dei vasi sanguigni". "In aggiunta a questo – precisa Testai – la somministrazione dell’estratto di melagrana ha dimostrato importanti effetti a livello cardiaco, perché ha consentito di abbassare i livelli di citochine, le molecole responsabili dei processi infiammatori e fibrotici a livello cellulare. Questi riscontri suggeriscono la possibilità di sviluppare meccanismi diversi e a più ampio spettro, rispetto alla protezione cardiovascolare". Questo tipo di ricerca dimostra come gli scarti della lavorazione di prodotti vegetali come la melagrana siano ricchi di sostanze preziose per la salute, rappresentando anche un valore aggiunto in un’ottica di sostenibilità. Gli esiti dello studio, infatti, oltre a suggerire i potenziali benefici per la salute umana, potranno contribuire ad aumentare il valore della filiera della melagrana e ad abbattere l’impatto ambientale connesso ai relativi sottoprodotti. —[email protected] (Web Info)












