(Adnkronos) –
Alexei Navalny è stato avvelenato con il Novichok. A denunciarlo è la moglie dell'oppositore russo, morto venerdì scorso in una colonia penale russa, in un video in cui accusa le autorità russe di nascondere il corpo del marito, in attesa che spariscano le tracce dell'agente nervino dal cadavere. Nel video Yulia Navalnaya – oggi a Bruxelles per incontrare i ministri degli Esteri della Ue – fornisce anche il nome delle persone coinvolte nella morte del marito, e le motivazioni del nuovo avvelenamento. Navalny era stato avvelenato il 20 agosto 2020 durante un suo viaggio in Siberia, anche in quel caso i suoi sostenitori denunciarono l'uso del Novichock da parte delle autorità russe. Yulia Navalnaya ha poi aggiunto: "Continuerò il lavoro di Alexei. Continuare a lottare per il nostro Paese". "Voglio vivere in una Russia libera, voglio costruire una Russia libera. Continuerà il lavoro di Alexei Navalny", ha continuato la vedova, che ha poi puntato il dito contro Vladimir Putin: "Ha ucciso mio marito". La causa della morte di Alexei Navalny è "ancora ignota". Kyra Yarmish, portavoce di Navalny all'estero, dal suo profilo X diffonde le informazioni raccolte nelle ultime ore dalla madre e dai legali del dissidente russo, morto venerdì in una colonia penale in Siberia. Alla madre di Alexey Navalny, Lyudmila Navalnaya, è stato impedito per il terzo giorno consecutivo l'accesso all'obitorio per vedere il corpo del figlio. "Uno degli avvocati è stato letteralmente cacciato", scrive Yarmysh su X. "Quando al personale è stato chiesto se il corpo di Alexei fosse lì, non hanno risposto'', prosegue il post. Quindi l'ulteriore aggiornamento: "Il comitato investigativo ha detto alla madre e agli avvocati che le indagini sulla morte di Navalny sono state ampliate. Non è noto per quanto tempo durerà" l'indagine. "La causa della morte è ancora 'indeterminata'. Mentono, prendono tempo e non lo nascondono nemmeno". Le indagini sulla morte di Alexei Navalny sono in corso e vengono condotte in conformità con la legge russa. A dichiararlo a Mosca è stato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, per il quale la reazione dell’Occidente alla notizia è stata "assolutamente inaccettabile". "Consideriamo assolutamente inaccettabili affermazioni del genere, francamente odiose", ha detto ai giornalisti Peskov. "Queste dichiarazioni, ovviamente, non possono causare alcun danno al nostro capo del nostro Stato", ha aggiunto. Non c'è stata risposta ad una domanda sulla reazione del presidente russo Vladimir Putin alla notizia della morte di Navalny: "Non ho nulla da aggiungere", si è limitato ad affermare Peskov. Intanto oltre 300 persone sono state arrestate in Russia nelle ultime ore per aver reso omaggio al leader dell'opposizione. Lo riferiscono attivisti per i diritti umani, aggiungendo che sono stati mandati consigli di sicurezza ai russi che desiderano deporre fiori ai memoriali sorti in tutto il paese, da San Pietroburgo al nord-ovest fino a Magadan nell'Estremo Oriente. Memoriali per Navalny anche nella capitale Mosca e persino nella città di Luhansk, nell'Ucraina orientale, occupata dai russi. ''Portate con voi il passaporto. Conservate una copia del numero verde per i detenuti. Portatevi dell'acqua, un telefono completamente carico e un power bank'', si legge in un post. Lo staff di Navalny, che ora opera in esilio, si è anche offerto di pagare eventuali multe inflitte ai manifestanti. Restano misteri sulla morte del critico numero uno del presidente russo Vladimir Putin, sul suo corpo sarebbero stati trovati lividi compatibili con le convulsioni. Il corpo di Navalny non è ancora stato mostrato ai familiari. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Navalny, la moglie: “Avvelenato con Novichok”. Ancora negato accesso a salma
Usa, sparatoria in casa con 7 bambini nel Minnesota: 4 morti
(Adnkronos) – Due agenti di polizia e un paramedico dei vigili del fuoco sono morti a Burnsville vicino a Minneapolis, capitale del Minnesota, dopo essere intervenuti in una casa dove un uomo armato si era barricato con una donna e sette bambini. Lo scrive lo Star Tribune spiegando che i poliziotti hanno fatto irruzione nell'abitazione dopo aver tentato una mediazione per ore. Il paramedico è stato ucciso mentre prestava soccorso a uno dei feriti, mentre un terzo poliziotto è rimasto ferito nella sparatoria. L'aggressore è morto a sua volta puntando contro di sé l'arma e sparandosi. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Israele: “Operazione Rafah al via se ostaggi non tornano entro Ramadan”
(Adnkronos) – L'operazione militare su Rafah andrà avanti come previsto a meno che non saranno rilasciati gli ostaggi israeliani ancora nella Striscia di Gaza entro l'inizio del Ramadan, il mese sacro all'Islam. Lo ha dichiarato il ministro del gabinetto di guerra di Israele, Benny Gantz. Il Ramadan inizierà il 10 marzo. "Se entro il Ramadan i nostri ostaggi non saranno a casa, i combattimenti continueranno nell'area di Rafah", ha detto Gantz indicando, per la prima volta, una tempistica di un'operazione nella città del sud della Striscia di Gaza. Intanto Hamas ha respinto quella che ha definito una "decisione criminale'' da parte di Israele di ''limitare l'accesso dei palestinesi nella moschea di Al-Aqsa durante il Ramadan''. La chiusura della Spianata delle Moschee ai palestinesi promuove, sostiene Hamas in un comunicato, ''la criminalità sionista e la guerra religiosa condotta dal gruppo di coloni estremisti del governo di occupazione terroristico contro il nostro popolo palestinese e la violazione della libertà di culto nella benedetta Al-Aqsa Moschea''. Per questo, Hamas chiede ''al nostro popolo palestinese nei Territori occupati, ad Al-Quds (Gerusalemme, ndr) e nella Cisgiordania occupata, di respingere questa decisione criminale, di resistere all'arroganza dell'occupazione'' e di ''mobilitarsi, recarsi e stazionare nella benedetta Moschea di Al-Aqsa''. Inoltre Hamas avverte Israele che ''qualsiasi danno alla Moschea di Al-Aqsa o alla libertà di culto in essa contenuta non passerà senza conseguenze'' e annuncia una ''benedetta intifada ed esplosione di fronte all’ingiustizia, all’arroganza e all’aggressione''. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto di aver preso una ''decisione equilibrata'' rispetto all'accesso dei fedeli palestinesi alla moschea di al-Aqsa durante il mese sacro di Ramadan. Come spiega il suo ufficio, Netanyahu ha deciso che sarà ''consentita la libertà di culto nei limiti delle esigenze di sicurezza''. Non sono stati forniti dettagli sui limiti considerati. Israele spesso stabilisce dei limiti entro i quali i fedeli possono raggiungere la moschea di al-Aqsa, come ad esempio l'età. L'obiettivo dichiarato dalle autorità è quello di evitare che scoppino episodi di violenza nella moschea, che fa parte di un complesso sacro anche per gli ebrei. Nelle ultime 24 ore nella Striscia di Gaza sono 107 i palestinesi che hanno perso la vita e 145 quelli rimasti feriti a causa dei raid aerei israeliani. E' quanto si legge nell'ultimo bollettino del ministero della Sanità di Gaza City. Sale così a 29.092 il numero dei palestinesi uccisi e a 69.028 quelli rimasti feriti da quando, lo scorso 7 ottobre, è iniziata la rappresaglia israeliana per l'attacco subito da Hamas. Gli ultimi attacchi israeliani hanno anche causato la morte di 16 persone nella città di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, mentre altri cinque palestinesi sono stati uccisi nel nord dell'enclave palestinese. E oggi si apre all'Aia la prima udienza della Corte internazionale di giustizia (Cig) per fare luce sulla politica israeliana in Cisgiordania e nei Territori palestinesi occupati. I primi a testimoniare saranno proprio i palestinesi e in particolare il ministro degli Esteri dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Riyad al-Maliki. All'udienza, che durerà una settimana, parteciperanno 52 Stati e tre organizzazioni internazionali. Il mese scorso la Cig aveva chiesto a Israele di prevenire il genocidio nella Striscia di Gaza e di fare tutto quanto era nelle sue possibilità per proteggere i civili palestinesi. Era stata l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel dicembre del 2022, a chiedere alla più alta Corte dell'Onu un parere consultivo e non vincolante sulle conseguenze legali delle azioni di Israele nei confronti dei palestinesi nei territori occupati La richiesta era quindi arrivata prima dagli attacchi del 7 ottobre da parte di Hamas contro Israele e della successiva rappresaglia sulla Striscia di Gaza. Israele ha preso il controllo della Cisgiordania e di Gerusalemme Est nel 1967. Oggi in quei territori vivono circa 700mila coloni israeliani e tre milioni di palestinesi. I palestinesi rivendicano i territori per uno stato indipendente con Gerusalemme Est come capitale. Sirene d'allarme sono suonate questa mattina nelle comunità israeliane al confine con la Striscia di Gaza. E' la prima volta che accade in diverse settimane. Lo riporta il Times of Israel spiegando che le sirene sono suonate a Ein HaShlosha, Nirim e Nir Oz. Al momento non si hanno notizie di danni o di feriti. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Oppenheimer conquista i Bafta 2024
(Adnkronos) – Oppenheimer ha fatto incetta di premi ai Bafta 2024, vincendo come Miglior film, Miglior regista, Miglior attore protagonista e Miglior attore non protagonista. L'epica biografia di Christopher Nolan su J Robert Oppenheimer, il fisico teorico descritto come il padre della bomba atomica, ha ottenuto sette premi in tutto durante la cerimonia alla Royal Festival Hall di Londra. Il regista britannico, che ha vinto il suo primo Bafta, ha reso omaggio alla sua star Cillian Murphy e ha ringraziato chi ha collaborato al film : "Grazie per aver affrontato qualcosa di oscuro". Murphy è stato premiato come Miglior attore per il ruolo del protagonista e ha detto a Nolan: "Grazie per avermi sempre spronato e per aver preteso l'eccellenza, perché è quello che tu hai sempre fatto". Robert Downey Jr ha vinto il premio come Miglior attore non protagonista per il suo ruolo di Lewis Strauss, capo della Commissione per l'energia atomica. Oppenheimer ha vinto anche i Bafta per la migliore fotografia, la colonna sonora e il montaggio. Emma Stone è stata invece premiata come Migliore attrice protagonista per Poor Things ('Povere creature!'). L'attrice ha reso omaggio allo scrittore Tony McNamara per aver ideato la battuta 'Devo andare a prendere a pugni quel bambino' presente in una memorabile scena del film. Poor Things ha vinto cinque premi in totale, tra cui design dei costumi, trucco e acconciatura, design della produzione ed effetti visivi. Il dramma giudiziario 'Anatomy Of A Fall' ('Anatomia di una caduta') ha vinto come Miglior sceneggiatura originale. Il premio per la sceneggiatura adattata è stato assegnato ad 'American Fiction'. Il flm drammatico sull'Olocausto 'La zona d'interesse', diretto dal regista britannico Jonathan Glazer, è stato premiato come Miglior film non in lingua inglese e come Miglior film britannico. Ha vinto anche il premio per il Miglior sonoro. —[email protected] (Web Info)
Ghali: “Pace non è contro qualcuno ma per tutti”
(Adnkronos) – "E' chiaro" che la pace non è contro qualcuno e che la pace è per tutti. Così Ghali ospite a 'Che tempo che fa'. Poi, tornando sulle polemiche durante il Sanremo 2024 per il suo appello in merito al conflitto in Medio Oriente, a Fabio Fazio ha detto riferendosi agli appelli di pace: "E' quello che abbiamo imparato a scuola ed è strano ritrovarsi in un mondo così. Fa un po' strano. Ci hanno insegnato una cosa per tutta la vita ed a un certo punto sentiamo che non si può". "Qualsiasi cosa – il successo, tutti i beni, tutte le ricchezze che abbiamo – non sarebbero delle ricchezze se non possiamo condividerle. Sono condivisibili solo se stanno tutti bene, se c'è pace. Se in una stanza siamo in dieci e 7 persone stanno male, stanno male tutti. E' importante stare tutti bene per quanto sembri banale", ha sottolineato ancora dopo la sua esibizione con il medley 'Bayna' e 'Casa Mia', branco che ha portato sul palco di Sanremo. “A un certo punto ero annebbiato da tutto il successo. Inizi a rotolare per inerzia, non hai tempo per ragionare, per fare una vita normale – ha raccontato ancora l'artista riferendosi al periodo dopo Sanremo 2016 – Ho dovuto fare i conti con la mia vita personale. Mi sono staccato un attimo dalla musica, volevo tornare alla mia essenza che perdi sotto i riflettori di tutti i giorni". "L’arte è una valvola di sfogo, una stanza creativa per chi soffre e capisce che può trarre vantaggio dalle proprie sfortune. L’arte è l’unico modo che abbiamo per far diventare una pietra preziosa il nostro dolore”, ha sottolineato. "Stop al genocidio". E' stato il messaggio con cui Ghali si è congedato da Sanremo 2024 dopo l'esibizione nella serata finale. Il cantante, dopo aver proposto il brano 'Casa mia', ha chiuso la sua settimana sanremese ringraziando per l'accoglienza e l'ospitalità. Mentre la mamma dalla platea mostrava un cartello dedicato al figlio, è entrato in scena l'alieno che ha accompagnato Ghali al Festival. Il cantante ha confabulato con Rich Ciolino, il maxipupazzo che lo segue ovunque. Quindi, il messaggio: "Stop al genocidio" con riferimento alla Striscia di Gaza, che senza una citazione esplicita è menzionata anche nel testo della canzone: "Ma, come fate a dire che qui è tutto normale; Per tracciare un confine; Con linee immaginarie bombardate un ospedale; Per un pezzo di terra o per un pezzo di pane". —[email protected] (Web Info)
Terzo mandato, documento sindaci Pd: “Tetto anomalia italiana”
(Adnkronos) – Il documento è del 15 febbraio e da qualche giorno circola tra i sindaci Pd. Finora è stato sottoscritto da almeno una trentina di primi cittadini e potrebbe essere presentato come ordine del giorno oggi in Direzione. Nel testo si chiede l'eliminazione del vincolo dei due mandati – "una vera anomalia dell'ordinamento italiano, in quanto è rinvenibile nell'ambito dei Paesi europei solo in Portogallo (tre mandati) e in Polonia" – e di dare mandato ai parlamentari Dem di sostenere la riforma in Parlamento. Sono in corso interlocuzioni tra Elly Schlein e gli amministratori Pd, come annunciato sabato al termine della segreteria Dem. "Non ci posizione cristallizzate, la discussione è aperta", la linea emersa dalla riunione. L'odg dei sindaci, visionato dall'Adnkronos, è un documento corposo, di ben 5 pagine, in cui si elencano i motivi per cui è arrivato il momento di superare il tetto dei due mandati introdotto nel 1993, contestualmente all'elezione diretta dei primi cittadini, in una "fase storica caratterizzata da una forte animosità nei confronti del ceto politico e dai timori per le possibili controindicazioni legate all'elemento fortemente innovativo, per il sistema, rappresentato dall'elezione diretta". Negli anni il vincolo è stato progressivamente rivisto, per cui al momento "per i comuni con popolazione fino a 5mila abitanti non esiste più alcun limite di mandato per i sindaci; per i comuni con popolazione da 5.001 fino a 15.000 abitanti esiste un limite di tre mandati consecutivi; per i comuni con oltre 15.000 abitanti il limite rimane quello dei due mandati consecutivi. Pertanto, la situazione attuale vede una disparità di trattamento nei confronti dei sindaci di 730 Comuni su un totali di 7896 Comuni italiani", si sottolinea. Un "assetto differenziato di regole in materia di accesso alla carica di sindaco può rappresentare una violazione di alcune fondamentali previsioni costituzionali" e "contraddistinto da una intrinseca irrazionalità, che non appare ragionevolmente giustificabile alla luce di esigenze oggettive e di sistema". "Oltre alle questioni di diritto – si legge ancora nel documento – esistono però anche motivazioni politiche per l'abolizione del limite dei mandati ai sindaci e agli amministratori". Innanzitutto la "continuità amministrativa" e poi "l'esperienza e competenza" di un"sindaco che ha già servito due mandati". E ancora una "risposta alle esigenze locali" laddove "mantenere un sindaco ben consolidato potrebbe essere la risposta migliore per rispondere efficacemente alle esigenze specifiche della comunità locale". Ci sarebbe, inoltre, una "leadership stabile" che aiuta anche a "garantire una certa stabilità politica e istituzionale". Anche per quello che riguarda "le riforme istituzionali" che hanno bisogno di tempi adeguati "volte a migliorare il funzionamento delle istituzioni locali e promuovere una migliore governance". E, si sottolinea, "gli stessi motivi per l'abolizione del limite dei mandati dei sindaci, possono essere riproposti per l'abolizione del limite di mandati degli amministratori". Per questi motivi, si conclude, "si chiede l'eliminazione del vincolo dei mandati per l'elezione degli amministratori e di dare mandato ai parlamentari del Pd di perorare l'indirizzo del presente ordine del giorno in sede di Commissione parlamentare e di Aula". —[email protected] (Web Info)
Navalny, morte è mistero e Russia fa muro. La moglie Yulia oggi al Consiglio Ue
(Adnkronos) – Yulia Navalnaya, moglie di Alexei Navalny morto in carcere in Russia all'età di 47 anni, sarà oggi al Consiglio Affari Esteri dell'Ue. A darne notizia è stato ieri l'alto rappresentante per gli Affari esteri dell'Ue, Josep Borrell su X. "I ministri dell'Ue invieranno un forte messaggio di sostegno ai combattenti per la libertà in Russia e onoreranno la memoria di Alexei Navalny" aggiunge. "Il messaggio è chiaro: abbiamo un 'problema russo' di fronte a noi e questo rappresenta una grande sfida" aveva detto Borrell durante la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco. Secondo quanto scrive Novaya Gazeta, che cita una fonte delle unità paramediche, il corpo di Navalny è nell'obitorio dell'ospedale distrettuale di Salekhard in Siberia e presenterebbe dei lividi, sembra non derivanti da percosse. "Da paramedico esperto, posso dire che le ferite descritte da coloro che le hanno viste sembravano essere dovute a convulsioni… Se una persona ha le convulsioni e gli altri cercano di trattenerla ma le convulsioni sono molto forti, presentano lividi. Hanno anche detto che aveva un livido sul petto, del tipo che deriva dal massaggio cardiaco indiretto", ha affermato la fonte. "Quindi hanno cercato di rianimarlo, e probabilmente è morto per arresto cardiaco", ha proseguito il paramedico. "Ma nessuno dice nulla sul motivo per cui avrebbe avuto un arresto cardiaco". Novaya Gazeta Europa scrive inoltre che "dopo la morte improvvisa di Navalny venerdì, il suo corpo è stato inizialmente portato nella città di Labytnangi, a 36 chilometri dalla colonia penale dove è morto nel villaggio di Khark, nel distretto autonomo di Yamalo-Nenets, nell'estremo nord della Russia. Tuttavia, fonti rivelano che il corpo è stato poi trasferito venerdì all'ospedale clinico distrettuale nella capitale regionale di Salekhard". "Di solito i corpi delle persone che muoiono in prigione vengono portati direttamente all'Ufficio di medicina legale in via Glazkova, ma in questo caso sono stati portati all'ospedale clinico per qualche motivo", ha detto un paramedico del servizio di ambulanza di Salekhard. "Lo hanno portato all'obitorio e poi hanno piazzato due poliziotti davanti alla porta. Naturalmente, tutti volevano sapere cosa fosse successo, di cosa si trattasse e se stessero cercando di nascondere qualcosa di serio". Ben presto, prosegue, è emerso che il corpo consegnato era quello di Alexey Navalny e che la sua morte "non era di natura criminale", un termine usato per indicare che non erano coinvolte armi da fuoco. Si è poi sparsa la voce – afferma la fonte – che ai patologi ospedalieri era stato vietato di eseguire un'autopsia". Secondo quanto apprende Novaya Gazeta almeno fino a sabato nessuna autopsia era ancora stata eseguita. "A questo punto i pareri sono discordi", ha aggiunto il paramedico. "Alcuni hanno detto che da Mosca era arrivato l'ordine di attendere l'arrivo degli specialisti dalla capitale, mentre altri hanno detto che gli stessi medici dell'ospedale si erano rifiutati di eseguire l'autopsia. Il caso è politico e non è chiaro come andrà a finire. E se si esegue un'autopsia e si riceve l'ordine diretto di cambiare il risultato, non se ne può uscire. E si può essere anche incolpati. Ma se non c'è stata l'autopsia, non c'è nessuno a cui chiedere". Secondo il quotidiano tedesco Bild tra Mosca, Washington e Berlino sarebbe stato in programma uno scambio di prigionieri. Putin voleva Vadim Krasikov, l'agente responsabile dell'omicidio di Tiergarten, di cui fu vittima il 23 agosto del 2019 nel parco berlinese il dissidente georgiano-ceceno Zelimchan Kangoshvili. Si discuteva, scrive la Bild, della possibilità che Putin liberasse in cambio il dissidente Navalny che però sarebbe morto poco prima di un suo possibile rilascio. Il ministro della Giustizia tedesco, Marco Buschmann, ha chiesto a Mosca di consegnare il corpo del dissidente Alexei Navalny, per consentire un esame indipendente sulle cause della sua morte. "I leader russi devono avere questo minimo gesto di rispetto nei confronti del defunto Navalny e della sua famiglia, dopo averlo negato all'attivista mentre era in vita". "Solo con un'indagine indipendente – ha aggiunto- si potrà stabilire, a beneficio dell'opinione pubblica mondiale e del popolo russo, ciò che il mondo intero già sa: Putin ha ucciso Navalny, direttamente, o indirettamente attraverso le condizioni della sua detenzione". Piazza del Campidoglio accoglierà oggi alle 18.30 una fiaccolata in memoria di Alexei Navalny. "Sarò in piazza anche io al fianco di tutti coloro che difendono i valori della democrazia, della libertà, dei diritti civili" ha scritto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri su X. L'iniziativa è stata lanciata sempre via social da Carlo Calenda e via via ha raccolto le adesioni sia dei partiti della maggioranza che dell'opposizione. In piazza scenderanno anche i sindacati confederali. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Ucraina, Zelensky: “Settimana dura, dobbiamo resistere”
(Adnkronos) – Una settimana dura per l'Ucraina. Il consueto messaggio serale del presidente Volodymyr Zelensky somiglia ad un bilancio parziale per archiviare l'ultima durissima fase della guerra contro la Russia. Le forze armate di Kiev, da pochi giorni sotto il comando del generale Oleksandr Syrsky, hanno abbandonato la città di Avdiivka, nell'est del paese, lasciando campo libero al nemico che ha alzato la propria bandiera sulle macerie. "Esprimo gratitudine per tutti i soldati, per tutti coloro che si impegnano per la difesa, per tutti coloro che aiutano", dice Zelensky. "Questa settimana, i cuori di tutti quelli che tengono a noi – non solo in Ucraina – hanno sperimentato sentimenti di preoccupazione per i nostri eroi, per la nostra Avdiivka, per ogni soldato e per il destino del nostro popolo e del nostro intero paese". La Russia, mentre Vladimir Putin ribadisce offerte irricevibili di dialogo, rivendica progressi dopo la conquista di Avdiivka e, con informazioni non verificate in maniera indipendente, annuncia di aver guadagnato oltre 8 chilometri rispetto alla precedente linea del fronte. I piani di Kiev, non è un segreto, sono condizionati dalla carenza di armi e munizioni che rischia di diventare cronica. Il sostegno dell'Ue – oltre agli accordi di sicurezza firmati con Regno Unito e negli ultimi giorni con Francia e Germania – non è sufficiente per compensare lo stop alle forniture americane. Il pacchetto da 61 miliardi con armi e equipaggiamenti è fermo al Congresso degli Stati Uniti: Zelensky, dopo l'ok del Senato, attende il sì della Camera dei Rappresentanti a maggioranza repubblicana. Un voto negativo, da non escludere vista la presenza di Donald Trump sullo sfondo, non è da escludere: senza armi americane, per Kiev la situazione diventerebbe ancor più complicata. "La battaglia continua, la cosa più importante è che facciamo il possibile e l'impossibile per sconfiggere la malvagità russa e proteggere il maggior numero di vite ucraine. Gli ucraini hanno combattuto con eroismo in passato, ma per la prima volta nella sua storia l'Ucraina ha ottenuto solidarietà e sostegno a livello globale", dice facendo riferimento al supporto che la comunità internazionale ha espresso nella Conferenze sulla sicurezza a Monaco di Baviera. "Sebbene ci siano diversi orientamenti politici nel mondo, diversi problemi, noi continuano a fare il massimo affinché il mondo sia con l'Ucraina e affinché i nostri soldati possano fermare la crudeltà russa e riprendere ciò che è nostro. Dobbiamo continuare a resistere, dobbiamo centrare i nostri obiettivi ucraini in questa guerra", conclude. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Israele, Netanyahu: accessi limitati a Spianata moschee durante Ramadan
(Adnkronos) –
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accettato la richiesta del ministro della Sicurezza nazionale di estrema destra Itamar Ben Gvir di limitare il numero dei fedeli musulmani sul Monte del Tempio e sulla Spianata delle moschee durante il Ramadan che inizierà a metà marzo, come riferisce l'emittente 'Channel 13'. La decisione è stata presa nonostante lo Shin Bet abbia avvertito che il provvedimento potrebbe rischiare di infiammare ulteriormente le tensioni, soprattutto se si applica anche agli arabi israeliani. La polizia israeliana, tuttavia, sarebbe favorevole a una decisione come quella presa da Netanyahu. Il premier"ha preso una decisione equilibrata che consente la libertà religiosa con i necessari limiti di sicurezza, che sono stati stabiliti da funzionari professionisti",si legge in una dichiarazione dell'ufficio del primo ministro.
Il tema, secondo i media, divide il governo israeliano. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant e il ministro del gabinetto di guerra Benny Gantz si sono opposti apertamente alla decisione del premier."Il primo ministro sta aggirando l'establishment della sicurezza e, a causa di ciò, commetteremo errori", avrebbe detto Gallant durante l'incontro, riferendosi alla contrarietà dello Shin Bet e delle forze di difesa (Idf). "Questa non è unità e non è un gabinetto. Non è così che lavoriamo", avrebbe detto anche Gantz. Netanyahu, intanto, tira dritto sull'operazione in corso a Gaza. Nel mirino c'è sempre Rafah, sono si sono rifugiati oltre 1,5 milioni di palestinesi che hanno lasciato il Nord e il Centro della Striscia. "I nostri coraggiosi soldati sono nei tunnel a demolire le infrastrutture di questi assassini", e "l’esercito israeliano sta facendo sforzi che nessun altro esercito ha mai fatto nel proteggere i civili", dice il premier. "Non possiamo lasciare intatto un quarto dei battaglioni combattenti di Hamas", aggiunge intervenendo alla Conferenza dei presidenti a Gerusalemme. "Finiremo il lavoro con i nostri coraggiosi soldati", e "ci assicureremo che la popolazione civile" abbia un modo per raggiungere zone sicure. Netanyahu, nelle stesse ore, punta il dito contro il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, che ha usato la parola 'genocidio' riferendosi alla condotta di Israele. "Le parole del presidente del Brasile sono vergognose e gravi. Significa banalizzare l'Olocausto e tentare di danneggiare il popolo ebraico e il diritto di Israele a difendersi", dice Netanyahu, convinto che Lula abbia "superato una linea rossa". Secondo il premier israeliano, "paragonare Israele all'Olocausto nazista e a Hitler significa superare una linea rossa" perché "Israele combatte per la sua difesa e per garantire il suo futuro fino alla vittoria completa e lo fa – afferma – rispettando il diritto internazionale". —internazionale/[email protected] (Web Info)
Monza-Milan 4-2, Pioli incassa il poker e rossoneri k.o.
(Adnkronos) –
Il Milan perde 4-2 sul campo del Monza nel match in calendario oggi per la 25esima giornata della Serie A 2023-2024 e perde la chance scavalcare la Juventus e conquistare il secondo posto. I rossoneri rimangono a 52 punti, a -2 dai bianconeri. Il Monza si aggiudica il derby lombardo nel finale e festeggia: ora i brianzoli hanno 33 punti, a metà classifica. Il Milan comincia bene e al 5' va vicinissimo al vantaggio con Theo Hernandez, che sfrutta il gran lavoro di Chukuwueze e spedisce il pallone a fil di palo. L'occasione iniziale illude chi si aspetta un match scoppiettante. I rossoneri provano a gestire il gioco e ad affondare, ma il Monza non 'collabora': la formazione di Palladino chiude tutti gli spazi e raramente si fa viva davanti. Maignan si sporca i guanti poco prima della mezz'ora per bloccare una conclusione innocua di Carboni. La sfida, quando lo 0-0 sembra destinato a resistere fino all'intervallo, si infiamma nel finale del primo tempo. Thiaw fa saltare l'equilibrio al 44' con un fallo su Mota. Per l'arbitro Colombo è rigore, Pessina dal dischetto non sbaglia e firma l'1-0. Nei minuti di recupero, il Diavolo prima spreca e poi sprofonda. Al 49' Jovic ha a disposizione la palla del pareggio, ma trova l'opposizione di Pablo Marì che salva la porta dei padroni di casa. Si va dall'altra parte, Colpani innesca Mota che buca Maignan con un destro dosato: 2-0. La missione del Milan diventa ancor più complessa in avvio di ripresa. Jovic abbocca e rifila uno schiaffo a Izzo: espulsione, rossoneri in 10 per tutta la ripresa. Il Monza può comandare le operazioni e trova gli spazi per affondare. Al 63' il tris sembra cosa fatta, ma Colpani riesce nell'impresa di sbagliare il colpo di testa da due passi. L'errore costa caro e il Milan torna in partita. Cross dalla destra toccato da Pulisic, Giroud ringrazia e timbra: 2-1 al 64'. Nel finale succede di tutto. Il Milan all'88' completa la rimonta con il capolavoro di Pulisic: l'americano si accentra da sinistra e spara di destro, palla in rete e 2-2. Il Monza, però, pesca il jolly Bondo. Il centrocampista, appena entrato, riceve palla e di destro buca Maignan: 3-2. Saltano tutti gli schemi, per i padroni di casa si aprono praterie e al 95' Colombo chiude i conti: 4-2, vince il Monza. —[email protected] (Web Info)












