(Adnkronos) –
Alexei Navalny morto per "sindrome da morte improvvisa". Nella serie di piroette e depistaggi attuati dalla Russia, spunta l'ultima diagnosi approssimativa dopo il decesso del dissidente 47enne, che si è spento in una colonia penale in Siberia in circostanze tutte da definire. Nel giro di 24 ore, da quando le prime news hanno iniziato a circolare, fonti più o meno ufficiali hanno proposto una serie di versioni e di cause: dal generico malore all'embolia, dalla trombosi alla sindrome da morte improvvisa, definizione generica che fa riferimento a malattie cardiache, talvolta misconosciute, che causano nella vittima fibrillazione ventricolare e arresto cardiaco. Non c'è nessuna certezza nemmeno sulla data e l'orario della morte. La notizia del decesso, ufficialmente avvenuto nella mattina di venerdì 16 febbraio, è stata resa nota nel primo pomeriggio. Elementi raccolti da media indipendenti, però, lasciano pensare che il decesso sia avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì: una differenza di una decina di ore. Perché la comunicazione è arrivata così tardi?
La ricerca della verità è complessa, come dimostra la via crucis affrontata dalla madre di Navalny. La portavoce dell'oppositore, Kira Yarmysh, su X ha descritto la giornata che la donna e un avvocato hanno vissuto in cerca di riscontri. "L'avvocato di Alexey e sua madre sono arrivati all'obitorio di Salekhard" per prendere possesso del corpo del dissidente e hanno trovaato "tutto chiuso, però, anche se la colonia penale ha assicurato che era aperto e che il corpo di Navalny era lì. L'avvocato ha chiamato il numero di telefono che era sulla porta. Gli è stato detto che era il settimo a chiamare oggi. Il corpo di Alexey non è all'obitorio", il primo aggiornamento. "A un altro degli avvocati di Navalny, che si è rivolto al comitato investigativo di Salekhard, è stato detto che 'la causa della morte di Alexey non è stata ancora stabilita ed è stato effettuato un nuovo esame istologico'. I risultati dovrebbero essere disponibili la prossima settimana: è evidente che mentono e fanno di tutto per evitare di consegnare il corpo". Quindi, poco dopo le 14 italiane, il nuovo post che ha ulteriormente delineato la situazione: "Agli avvocati è stato detto che l'inchiesta è stata conclusa e non sono stati individuati elementi relativi ad un crimine. Mentono ogni volta, portandoci a spasso e cancellando le tracce". Nelle stesse ore, su X scrive Ivan Zhdanov, direttore della Fondazione anti corruzione. "L'embolia si è rivelata una bugia", dice smontando una delle prime versioni 'pompate' da autorità e media vicini al regime. "Non restituiscono il corpo di Aleksei Navalny perché la causa della morte non è ancora stata stabilita. Quando l'avvocato e la madre di Alexei sono arrivati alla colonia penale, è stato detto loro che la causa della morte di Navalny è stata una sindrome della morte improvvisa", aggiunge inserendo una nuova tessera nel mosaico che rimane estremamente opaco. In questo contesto, trovano un terreno fertile anche ipotesi più estreme e solo apparentemente fantasiose. Navalny potrebbe essere stato vittima di "lento avvelenamento iniziato nell'agosto" dello scorso anno, come denuncia il sito di opposizione russa 'Sota', che cita due fonti di alto livello del Comitato investigativo. Il principale 'sponsor' dell'uccisione dell'oppositore sarebbe stato Alexander Bastrykin, capo del Comitato, che aveva in odio Navalny da quando aveva indagato su di lui nel 2012. Secondo le fonti, dopo l'arresto del blogger, Bastrykin aveva chiesto il permesso del presidente russo Vladimir Putin di ucciderlo mentre era detenuto nella colonia penale, con il sostegno del capo del Servizio penitenziario federale, Arkady Gostev. 'Licenza di uccidere' con un lento avvelenamento che sarebbe arrivata nell'agosto scorso come 'regalo' per i 70 anni di Bastrykin. Secondo il piano originale, Navalny sarebbe già dovuto morire per problemi cardiovascolari prima della fine dell'anno, ma ha 'resistito' fino a ieri. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Navalny, tutte le domande sulla morte: dal cuore al veleno, le ipotesi
Brian Wilson dei Beach Boys soffre di demenza, sarà messo sotto tutela
(Adnkronos) – Brian Wilson, cantante e co-fondatore dei Beach Boys, è affetto da una forma di demenza, e per questo i figli hanno chiesto che sia messo sotto la tutela legale del suo agente Jean Sievers e del manager LeeAnn Hard. La decisione riguardante il musicista 81enne, la cui band pop-rock ha rappresentato il mito californiano degli anni Sessanta, è stata presa – come ha riferito Hard in un comunicato su Instagram – in seguito alla morte della moglie Melinda Wilson a gennaio e – si legge nella dichiarazione – "dopo un'attenta considerazione e consultazione tra Brian, i suoi sette figli e i medici". La richiesta di custodia, avanzata dalla famiglia questa settimana a un tribunale di Los Angeles, dovrà ora essere approvata da un giudice. Wilson, genio del pop americano, ha fatto la storia nei primi anni '60, quando ha composto oltre 200 brani ispirati al sole, al surf e alle ragazze abbronzate (Surfin' Usa, I get around, Fun Fun Fun, Surfer girl). Ha reso i Beach Boys la band americana più venduta al mondo. L'artista è affetto da un grave disturbo neurocognitivo e "non è in grado di provvedere alle sue esigenze personali di salute", secondo i documenti del tribunale depositati dalla famiglia e citati dai media statunitensi. Ma la demenza diagnosticata a Brian Wilson è l'utimo dei problemi di salute mentale che lo hanno colpito: già in passato l'uso di droghe gli aveva causato gravi problemi, che si erano manifestati già alla fine degli anni '60, tanto che lo stesso musicista aveva descritto sua moglie Melinda, incontrata negli anni '80, come una "salvatrice" che gli aveva dato la possibilità di una seconda carriera e di finire il suo capolavoro incompiuto, l'album 'Smile'. —[email protected] (Web Info)
Atalanta travolge il Sassuolo, 3-0 al Gewiss Stadium
(Adnkronos) – L'Atalanta travolge il Sassuolo al Gewiss Stadium per 3 a 0 e si mantiene al quarto posto nella classifica di Serie A. Per i bergamaschi si tratta della quinta vittoria di fila e la sesta nelle ultime sette. Ad aprire le marcature per i nerazzurri al 22esimo Mario Pasalic. Nel secondo tempo segnano ancora per i bergamaschi Teun Koopmeiners al 58esimo minuto e Mitchel Bakker al 75esimo minuto. —[email protected] (Web Info)
Atletica, Furlani vola a 8,34 nel lungo: record italiano indoor
(Adnkronos) – Mattia Furlani migliora il record italiano di salto in lungo indoor. Negli Assoluti di Ancona, al quarto tentativo il 19enne salta 8,34 e dopo 17 anni cancella il primato di Andrew Howe, realizzato in occasione della medaglia d’oro agli Europei indoor di Birmingham del 2007. Nessun atleta under 20 ha mai ottenuto una simile misura indoor, a un solo centimetro dal record del mondo U20 all’aperto del russo Sergey Morgunov (8,35). Per il 19enne delle Fiamme Oro è attualmente la migliore prestazione mondiale del 2024, allo stesso livello dell’8,34 del giamaicano Wayne Pinnock, a sole due settimane dai Mondiali indoor di Glasgow. L'exploit di Furlani arriva con una sequenza impressionante: 8,31, 8,24, 8,03, 8,34, prima di una rinuncia e del nullo finale. "Impressionante, una giornata da ricordare -dice Furlani – Voglio solo ringraziare chiunque mi abbia supportato in questo percorso. Siamo all’inizio dell’anno e dobbiamo restare concentrati senza rischiare quanto accaduto all’ultimo salto oggi". Il pensiero va ai Mondiali d Glasgow: "Sì, con queste misure ci si diverte. Bisogna portarle al posto giusto al momento giusto, lavorando su questa strada". —[email protected] (Web Info)
Superenalotto, estratta combinazione vincente: numeri di oggi 17 febbraio 2024
(Adnkronos) – Superenalotto: estratta la combinazione vincente del concorso di oggi 17 febbraio 2024. Nessun '6' né '5+1'. Centrati invece quattordici '5' che vincono 15.008,22 ciascuno. Il jackpot per il prossimo concorso sale a 63,3 milioni di euro. La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto ad una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi. La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata. Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima: – con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro; – con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro; – con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro; – con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro; – con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro. E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni. Ecco la combinazione vincente del concorso di oggi del Superenalotto: 3, 11, 25, 34, 46, 64. Numero Jolly: 53. Numero Superstar: 75. —[email protected] (Web Info)
Israele-Hamas, Netanyahu non arretra: “Entreremo a Rafah anche se c’è accordo”
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L'esercito israeliano entrerà a Rafah "a prescindere dall'accordo" eventuale con Hamas. Benjamin Netanyahu sfida così le pressioni pubbliche che da giorni stanno conducendo Joe Biden e la sua amministrazione contro l'operazione terreste nel sud della Striscia di Gaza, dove sono rifugiati oltre un milione di palestinesi. "Tutti vogliono un nuovo accordo per gli ostaggi, anche io lo voglio. E' un bene se riusciamo ad ottenerlo, ma anche se otterremo l'accordo, Israele andrà avanti con l'operazione militare a Rafah", ha detto nella conferenza stampa affermando che "non c'è alternativa alla vittoria totale e non c'è modo di farlo se non eliminando i battaglioni di Hamas a Rafah. E noi lo faremo". "Quelli che ci vogliono impedire di operare a Rafah essenzialmente ci dicono: perdete la guerra, non permetterò che questo succeda. Non cederò a nessuna pressione", ha aggiunto il premier israeliano, spiegando di aver detto a Biden che Israele combatterà fino "alla vittoria totale e che questa comprende un'azione a Rafah". Un'operazione che, ha aggiunto, "ovviamente" avverrà solo dopo che ai civili verrà data l'opportunità di "evacuare in aree sicure", sostenendo che "c'è un sacco di spazio a nord di Rafah" dove i rifugiati palestinesi potranno andare". Per Netanyahu le richieste "deliranti" di Hamas sono il punto critico per arrivare ad un accordo sugli ostaggi e la sospensione delle ostilità, se il gruppo ci rinuncia potranno esserci progressi.
Hamas, da parte sua, "intende sospendere i negoziati fino a che non entreranno nella Striscia di Gaza gli aiuti". Lo ha detto un responsabile del movimento ad al Jazeera, secondo cui "i negoziati non possono tenersi mentre il popolo palestinese lotta per sopravvivere alla fame".
Rimane ottimista il ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani. "Credo che possiamo vedere un accordo molto presto, ma l'andamento degli ultimi giorni non è stato promettente", ha detto parlando alla conferenza sulla Sicurezza di Monaco. "Noi rimarremo sempre ottimismi, e sempre continueremo a spingere" per un accordo, ha poi aggiunto il premier, che è il mediatore chiave dei negoziati. Per Al-Thani un accordo "non dovrebbe essere condizionato" da un'intesa per il rilascio degli ostaggi. "Questo è il dilemma in cui ci troviamo e che sfortunatamente è stato usato in modo improprio da molti Paesi, cioè che per avere il cessate il fuoco è condizionale un accordo sugli ostaggi, non dovrebbe essere condizionale", ha detto il premier del Qatar. Non si fermano intanto i raid e i combattimenti tra Israele e Hamas a Gaza. Secondo quanto hanno detto alla Cnn medici degli ospedali dei Martiri di Al-Aqsa e Al-Awda, almeno 30 palestinesi sono stati uccisi e decine di altri feriti in attacchi contro diverse aree di Deir al-Balah, nella parte centrale della Striscia. Le forze israeliane che operano a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, hanno arrestato "100 sospetti terroristi" nell'ospedale Nasser. Lo affermano le Idf, come riporta il sito israeliano di notizie Ynet. Sempre a Khan Yunis, le Idf "hanno condotto raid mirati contro diversi obiettivi terroristici dove sono state trovate armi, comprese granate, ordigni esplosivi e fucili Ak-47", affermano secondo una nota rilanciata dal sito di notizie israeliano Ynet. Migliaia di israeliani sono scesi in piazza a Tel Aviv ed altre città per chiedere le dimissioni del governo di estrema destra guidato da Benjamin Netanyahu e nuove elezioni. I dimostranti, tra i quali vi sono i familiari degli ostaggi, chiedono al premieri di accettare il cessate il fuoco e l'accordo per il rilascio degli ostaggi ancora in mano ad Hamas. Proteste si sono registrate anche nei pressi della villa di Netanyahu a Caesarea. "La priorità è che venga preservata la sicurezza di Israele e per fare questo dobbiamo completare il lavoro di sradicamento delle strutture di Hamas". Così il presidente israeliano Isaac Herzog ha risposto a Antony Blinken che oggi a Monaco ha parlato delle "reali opportunità che abbiamo di fronte, per un futuro più sicuro per israeliani, palestinesi e tutti gli amici nella regione". "Ho sentito il suo discorso oggi – ha detto Herzog incontrando il segretario di Stato Usa a margine dei lavori della conferenza di Monaco- e credo che l'ho trovato interessante, credo che vi siano opportunità che debbano essere studiate". Ma Herzog ha insistito sul fatto che, oltre la distruzione di Hamas, per Israele "in questi momenti difficili", la priorità è la liberazione degli ostaggi. "Li vogliamo a casa e stiamo lavorando con la comunità internazionale, con voi sulla questione degli aiuti umanitari in modo da poterli aumentare in regola con le leggi umanitarie dove e quando sia necessario", ha concluso il presidente israeliano. Da parte sua, Blinken ha ribadito che "gli Stati Uniti non possono sostenere un'operazione militare di terra a Rafah senza un credibile ed applicabile piano per garantire la sicurezza dell'oltre un milione di rifugiati".I due leader, rende noto ancora il portavoce del dipartimento di Stato, Matthew Miller, "hanno discusso gli sforzi per garantire il rilascio degli ostaggi e ottenere una pausa umanitaria che possa rendere possibile l'aumento del flusso di aiuti umanitari ai civili palestinesi a Gaza. Il segretario di Stato infine ha "sottolineato la necessità per tutte le parti di adottare misure adatte a proteggere la vita dei civili ed impedire l'allargamento del conflitto". E ha ribadito "l'impegno degli Stati Uniti per una pace duratura nella regione che comprenda la creazione di uno stato palestinese con garanzie di sicurezza per Israele". Intanto gli Houthi dello Yemen hanno rivendicato il lancio di missili contro la petroliera britannica Pollux nel Mar Rosso. Stamani su X il portavoce Yahya Sare'e rilancia un messaggio in cui si afferma che la nave battente bandiera di Panama e diretta in India è stata colpita in una "operazione mirata", un attacco "preciso e diretto". Gli Houthi ribadiscono la minaccia: non esiteranno "ad attuare ed espandere le operazioni militari in difesa dell'amato Yemen e a conferma della solidarietà concreta con il popolo palestinese" fino "a un cessate il fuoco e alla revoca dell'assedio alla Striscia di Gaza". L'Amministrazione Biden si appresterebbe a inviare bombe e altri armamenti a Israele nonostante gli Stati Uniti spingano per un cessate il fuoco nel conflitto a Gaza. Lo scrive il Wall Street Journal, che cita funzionari ed ex funzionari americani. Secondo le fonti del giornale, la possibile fornitura – ancora sotto revisione interna e con dettagli che potrebbero cambiare – includerebbe tra l'altro circa un migliaio di bombe Mk-82 e kit Kmu-572. Tutto per un valore stimato in decine di milioni di dollari. Sarebbero quasi 29.000 i morti nella Striscia di Gaza dallo scorso 7 ottobre. Il nuovo bilancio del ministero della Salute di Gaza, dal 2007 sotto il controllo di Hamas, parla di almeno 28.858 morti e 68.667 feriti. Lo riporta la tv satellitare al-Jazeera. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Sinner in finale Atp Rotterdam, diventa numero 3 del mondo
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Jannik Sinner vola in finale al torneo Atp di Rotterdam 2024 e sale al terzo posto nel ranking. L'azzurro 22enne, attuale numero 4 del mondo, in semifinale batte l'olandese Tallon Griekspoor per 6-2, 6-4 in 1h22'. Sinner affronterà in finale Alex De Minaur. L'australiano, numero 5 del tabellone, in semifinale piega il bulgaro Grigor Dimitrov, testa di serie numero 6, per 6-3, 6-3. Sinner conduce 6-0 nei confronti diretti con il rivale, sconfitto l'ultima volta nella finale di Coppa Davis dello scorso anno. Il successo di oggi, il 14esimo consecutivo tra 2023 e 2024, consente al campione dell'Australian Open di scavalcare il russo Daniil Medvedev nella classifica che sarà ufficializzata lunedì 26 febbraio e di occupare il terzo gradino del podio nella graduatoria che il serbo Novak Djokovic guida davanti allo spagnolo Carlos Alcaraz. Il sorpasso su Medvedev può diventare realtà nel ranking di lunedì 19 febbraio in caso di trionfo a Rotterdam. "Sarò numero 3? Vuol dire tanto per me e per tutta l'Italia. La cosa più importante però è muovere il tennis italiano verso la direzione di far giocare tanti ragazzi, di essere un esempio. Alla fine è solo un numero. Oggi ho alzato il livello, è stata la miglior partita del torneo fino ad oggi e speriamo mi dia più confidenza per domani", dice il diretto interessato a Sky.
Sinner è il secondo italiano di sempre a raggiungere questo traguardo dopo Nicola Pietrangeli che, nelle classifiche stilate senza l'ausilio del computer,r è stato numero 3 del mondo a fine 1959 e a fine 1960. L'altoatesino raggiunge questo traguardo a 22 anni e 6 mesi. I più giovani top 3 della storia sono Andre Agassi (18 anni, 6 mesi e 8 giorni), Bjorn Borg e Boris Becker (entrambi a 18 anni, 6 mesi e 17 giorni), Rafael Nadal (19 anni) e Carlos Alcaraz (19 anni e 4 mesi). Sinner, testa di serie numero 1 in Olanda, è ad un passo dal 12esimo titolo della carriera. L'altoatesino comanda il primo set senza troppi patemi. Due break garantiscono all'azzurro una marcia spedita verso il 6-2 con cui si chiude il primo parziale. Il copione cambia nel secondo set. Griekspoor, che pure ha bisogno dell'intervento del fisioterapista, è pienamente in partita e fallisce le chance per l'allungo: alla fine del match, l'olandese paga le 6 palle break non sfruttate. Sul 4-4, Griekspoor va in tilt: precipita sotto 0-40 e completa l'opera con un doppio fallo che regala il break. Sinner chiude i conti, 6-4 e finale conquistata.
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Navalny, alla fine tutti con Calenda: anche M5S e Lega alla fiaccolata bipartisan
(Adnkronos) – Inizialmente l'indicazione era stata quella del 'silenzio', poi anche il Movimento 5 Stelle ha sciolto gli indugi e ha aderito all'iniziativa lanciata via social da Carlo Calenda per la morte di Alexei Navalny. In extremis anche l'adesione della Lega che fa diventare la fiaccolata in Campidoglio, lunedì alle 18:30, una manifestazione totalmente bipartisan con l'adesione di tutte le forze politiche. La prima ad aderire era stata Elly Schlein e via via anche le altre forze di opposizioni da Più Europa con Riccardo Magi, ad Alleanza Verdi e Sinistra con Angelo Bonelli a Italia Viva con Raffaella Paita. Intanto pure dalla maggioranza si sono fatte avanti le prime adesioni: Forza Italia, Noi Moderati. Quindi Fratelli d'Italia con Giovanni Donzelli. Alle 18 e 30 solo M5S e Lega mancavano all'appello ma a stretto giro sono arrivate anche le adesioni del partito di Giuseppe Conte e Matteo Salvini. A sera Calenda manda l'elenco dei partecipanti via twitter. Oltre ai partiti di maggioranza e opposizione ci sono anche Cgil, Csil e Uil. "Lunedì alle 18.30 a Piazza del Campidoglio ricordiamo Navalny e la sua battaglia per la libertà. Hanno aderito tutti i partiti. Forse è la prima volta nella storia recente del nostro Paese. Venite e diffondete. Viva Navalny, Viva la libertà", il commento social del leader di Azione. "In Campidoglio lunedì, per ricordare con una fiaccolata Alexei Navalny. E’ importante che l’iniziativa lanciata da Carlo Calenda abbia raccolto una grande adesione trasversale. Dobbiamo esserci tutti, per dare un segnale forte di unità nella battaglia per la libertà e contro il regime di Putin, che soffoca il dissenso e uccide gli oppositori. Oggi più che mai è necessario schierarsi dalla parte giusta, senza ambiguità", scrive su twitter Mara Carfagna, presidente di Azione. —[email protected] (Web Info)
Morte Navalny, G7 “indignato”: “Russia chiarisca circostanze”
(Adnkronos) – Il G7 accende i riflettori sulla morte di Alexei Navalny, l'oppositore di Vladimir Putin morto ieri in carcere in Russia. I ministri degli Esteri del vertice hanno manifestato la "loro indignazione" per la morte in carcere di Navalny, "ingiustamente condannato per attività politiche legittime e la sua lotta contro la corruzione". I capi delle diplomazie di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti riuniti a Monaco sotto la presidenza di Antonio Tajani hanno "chiesto alle autorità russe di chiarire a pieno le circostanze della sua morte" con un documento che non cita esplicitamente Putin. E, secondo una dichiarazione di Tajani in qualità di presidente della riunione, hanno chiesto alla Russia di "fermare la sua persecuzione inaccettabile del dissenso politico, così come la repressione sistematica della libertà di espressione e l'ingiusta limitazione dei diritti civili". I ministri, sul tema della guerra in Ucraina, "hanno sottolineato che la Russia dovrà pagare per i danni e la devastazione che sta provocando all'Ucraina e alla sua popolazione". I ministri "hanno ribadito la loro determinazione a mantenere gli asset sovrani della Russia nelle loro giurisdizioni congelati fino a quando non pagherà per i danni che ha provocato". I membri del G7 "continueranno a esplorare tutte le possibili strade per aiutare l'Ucraina a ottenere compensazioni dalla Russia, in linea con i loro rispettivi sistemi legali e con il diritto internazionale". I partecipanti al vertice "hanno condannato con forza il trasferimento di armi della Corea del Nord alla Russia, che viola direttamente le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza Onu". "Forte preoccupazione" è stata espressa per "il potenziale di qualsiasi trasferimento di tecnologia nucleare o relativa a missili balistici alla Corea del Nord o qualsiasi trasferimento russo alla Corea del Nord di armi convenzionali o altri beni dual-use in violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza Onu, che metterebbero ulteriormente in pericolo pace e sicurezza nel mondo". I capi delle diplomazie di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti chiedono all'Iran di "fermare l'assistenza alle forze russe e alla guerra di aggressione" russa contro l'Ucraina. A "tutti i Paesi" si chiede di "prevenire la fornitura di componenti o altri beni per i programmi di droni dell'Iran, volti a sostenere lo sforzo bellico della Russia". —internazionale/[email protected] (Web Info)
Liceo Made in Italy, a Crema un solo iscritto ma la classe parte per sorteggio: è polemica
(Adnkronos) – E' polemica a Crema contro la decisione dell'Istituto Munari di far partire dal prossimo anno scolastico una classe del nuovo liceo del Made in Italy, nonostante la maggior parte dei futuri studenti abbiano scelto l'indirizzo economico-sociale, quello già esistente. "A oggi – riferisce all'Adnkronos l'avvocato Luca Avaldi, rappresentante dei genitori nel consiglio d'istituto del Munari – mi risulta che ci sia un solo studente che ha scelto di essere iscritto al liceo Made in Italy e 48 che avrebbero voluto iscriversi all'indirizzo economico-sociale". Il problema nasce quando, nei giorni scorsi, ad alcune delle famiglie dei futuri studenti giunge una lettera dal dirigente scolastico, Pierluigi Tadi, che annunciando l'accettazione della domanda di iscrizione, spiega che "visto il rilevante numero di richieste di iscrizioni presentate per l'indirizzo del 'liceo economico sociale' e al fine di accontentare almeno per quest'anno il maggior numero di famiglie, dopo aver valutato attentamente le esigenze educative dei nostri studenti e le opportunità proposte dalla nostra offerta formativa, abbiamo deciso di mantenere per il prossimo anno scolastico entrambe le opzioni attivando così una classe di 'liceo economico Made in Italy' e una classe di 'liceo economico sociale'". Tuttavia – prosegue la lettera firmata dal preside – allo scopo "di formare due classi omogenee rispettose dei limiti numerici consentiti e dagli spazi a disposizione, abbiamo provveduto a distribuire gli alunni in ciascuna delle due classi sulla base delle richieste volontarie o, come extrema ratio, tramite sorteggio tra tutte le richieste di iscrizione risultate in esubero in una delle due opzioni dei percorsi in questione". "Questa comunicazione è stata per me un fulmine a ciel sereno, perché non è quello che avevamo deciso", dice l'avvocato Avaldi. "Il 12 gennaio – racconta – si è riunito il consiglio d'istituto e ci è stato detto che c'era la possibilità di aderire al nuovo indirizzo del liceo Made in Italy, se ci fossero stati studenti interessati. Anche io avevo votato a favore, perché mi sembrava intelligente dare la possibilità di scegliere un indirizzo in più, ma non si può imporlo in questo modo". Secondo il rappresentante dei genitori il dirigente scolastico "ci tiene al nuovo indirizzo, perché pochi licei in Italia l'avranno e farlo partire sarebbe per lui una bella pubblicità. Riuscirci così, imponendolo alle famiglie, però, non va bene".
Contro la decisione del preside si scaglia anche il Partito democratico. Parla di una "follia" il consigliere regionale dem, Matteo Piloni. "La volontà di studenti e famiglie non può essere calpestata", dice, spiegando all'Adnkronos che "il punto non è che la scuola si sia legittimamente proposta per il liceo Made in Italy", ma la decisione di far partire comunque la classe, a fronte di "una risposta chiara da parte delle famiglie: se c'è un solo iscritto, significa che non c'è interesse". E se "di fronte a questi numeri dovrebbe sembrare evidente a tutti il flop di una proposta che non aveva sostanza: nessun programma, nessuna linea guida, nessun indirizzo di formazione per gli insegnanti. Insomma, solo propaganda. Evidente a tutti tranne che a uno: il dirigente scolastico del Munari, il professor Pierluigi Tadi", evidenzia Piloni, che accusa il dirigente scolastico di un "eccesso di protagonismo e di molta rigidità". —[email protected] (Web Info)












