(Adnkronos) – "La svolta della medicina territoriale evidentemente ha, prima di tutto, a che fare con i servizi vicini ai pazienti e ai cittadini. Non dobbiamo dimenticare che comunque che questa 'fisicità' rimane importante. Ma le soluzioni digitali fondamentalmente potenziano ulteriormente, creano un sistema sanitario 2.0, nel senso ancora più performante ma non sostitutivo rispetto del contatto assolutamente fondamentale tra i cittadini e il sistema attraverso i propri operatori e i propri medici". Lo ha detto Americo Cicchetti, direttore generale della programmazione sanitaria del Ministero della Salute, a Bari, parlando a margine del convegno su 'Un grande impegno per la salute', parlando di medicina territoriale e del rapporto che il suo sviluppo ha con la digitalizzazione. "Sicuramente – continua- la tecnologia e l'infrastruttura sono importanti ma ciò che è importante, secondo me, è l' organizzazione del lavoro che permette di porre al centro dell'attenzione anche la soluzione digitale, la telemedicina, gli strumenti dell'intelligenza artificiale". Strumenti che però "non possono prescindere dal ruolo dell'operatore. Poi c'è una seconda cosa fondamentale: la trasmissione di una cultura digitale, cioè rendere il digitale e le soluzioni di telemedicina e di teleconsulto intellegibili e comprensibili da parte dei cittadini, soprattutto per le persone più anziane". "In realtà siamo in un mondo in cui anche gli anziani cominciano ad avere sempre più dimestichezza con questi strumenti", ha aggiunto. "Quindi abbiamo il contesto adatto per poter cambiare e trasformare davvero dal profondo il nostro servizio sanitario. E' importante avere la fiducia da parte dei cittadini – ha concluso Cicchetti – e su questo la comunicazione ha un ruolo estremamente centrale". "Siamo già nel futuro- sottolinea- , sicuramente il lavoro non manca. Stiamo implementando fondamentalmente delle riforme e un piano di investimenti importantissimo legato al Pnrr che riguarda proprio la trasformazione in senso digitale dell'intero servizio sanitario nazionale, con una particolare attenzione ai cittadini e quindi ad arrivare laddove l'assistenza effettivamente serve, cioè al domicilio del paziente".. "Le soluzioni digitali – ha aggiunto – sono assolutamente fondamentali per trasformare il servizio sanitario e renderlo sostenibile nel tempo, garantendo anche quell'accessibilità alle cure che è basata sul contatto diretto con gli operatori sanitari e soprattutto con i medici". —[email protected] (Web Info)
La lotta dei contadini pone interrogativi a tutti
Nella mia vita mi sono sempre definito figlio di un servo della gleba, mio padre, contadino, aveva piccoli appezzamenti di terreno, pagava le decime alla chiesa e al conte, quando arava il terreno lo faceva con l’aratro trainato dalle mucche e per usare l’aratro doveva accordarsi con qualcuno per avere la seconda mucca per avviare l’aratro.
Marx incolpò i proprietari terrieri del fallimento della rivoluzione russa perché si sentivano non schiavi o sottomessi ma padroni.
Ho guardato, seguito e ammirato con molta attenzione il movimento contadino che si sta diffondendo in tutta l’Unione Europea.
La “rivolta dei trattori” nasce da movimenti di base, i motivi: l’alto costo del gasolio e le agevolazione Europee in scadenza nel 2026; la richiesta di prorogare le agevolazioni Irpef annullate dalla Legge di Bilancio 2024; la contestazione ad alcune norme del Green Deal e della Politica agricola comune (Pac): la riduzione nell’uso dei fitofarmaci del 50% entro il 2030, l’alto costo delle sementi, dei concimi, dei fitofarmaci imposti dalle multinazionali; l’obbligo di tenere a riposo il 4% dei terreni per potere accedere ai contributi comunitari, una norma (generalizzata) già rinviata nel 2023 e ora se ne propone una seconda al 2024, ma agli agricoltori non basta; l’enorme forbice tra quanto viene pagato ai produttori e il prezzo del prodotto venduto al dettaglio.
Le manifestazioni non sono state promosse dalle associazioni classiche dei contadini ma da comitati spontanei, il colmo; i dirigenti delle associazioni ufficiali si assentavano dalle manifestazione dei trattori mentre venivano ricevute dalla premier Meloni, mentre i comitati promotori della protesta non solo non sono stati convocati ma neanche sentiti.
A noi vecchi sindacalisti hanno insegnato che anche quando non eravamo d’accordo con le iniziative spontanee non dovevamo astrarci ma essere presenti per confrontarci e orientarle, per stendere una sorta di “protezione” sui partecipanti.
Questa protesta che nasce dal basso è ulteriore segnale di crisi che investe la democrazia italiana e europea e che indebolisce e svuota di ruolo i cosiddetti corpi intermedi, (grandi associazioni e sindacati), che dovrebbero più delle Istituzioni essere collegate al sentire popolare. Ma non è più così, da tempo!
Ormai è prassi che le decisioni di associazioni di categoria e intercategoriali vengano prese senza far partecipare gli associati alle analisi o alle decisioni.
Le piccole aziende agricole subiscono una vera tirannia dal mercato (strozzinaggio e sfruttamento), le soluzioni prospettate dall’Europa ma soprattutto dal governo sono deboli e presentano non poche contraddizioni; rallentano il Green deal, danno risposte modeste sul piano della difesa del reddito degli agricoltori, si limitano a deboli enunciati sui nodi della filiera agroalimentare per definire i costi di produzione.
Questo sistema penalizza e sottovaluta il lavoro umano, non dà dignità ai contadini e comprime i salari, aggrava la malnutrizione e degrada la salute umana e animale, riduce la biodiversità e desertifica i territori. (Papa Francesco)
La filiera agricola deve sapersi collegare a quella dell’agro-alimentare, per costruire un’alleanza tra produttori agricoli, logistica, trasformazione dei prodotti e consumatori.
Gli agricoltori, i contadini, hanno lottato, portato in strada i trattori, avuto incontri, senza le organizzazioni di categoria, le tradizionali associazioni dei contadini sono state accantonate, i contadini hanno scelto la strada del fai da te per promuovere i loro interessi senza le loro organizzazioni di rappresentanza.
La lotta dei contadini europei evidenzia enormi contraddizioni; dalla tendenza di produrre prodotti alimentari sintetici e artificiali senza passare attraverso la terra e il ciclo della natura, alla robotica, la genetica, il digitale che non possono essere utilizzate per eliminare il lavoro manuale e per concentrare ulteriormente le aziende agricole, a rendere più standardizzate le varietà vegetali e animali non tenendo conto della biodiversità e della qualità dell’acqua.
Il rilancio dell’agricoltura richiede al settore bancario di rinegoziare i debiti, istituire tassi di interesse accessibili, sostenere e promuovere tutte le iniziative e le sperimentazioni attraverso diverse cooperative locali, da parte dei comuni sviluppare progetti alimentari territoriali, in particolare le mense; scolastiche e per indigenti.
La lotta contadina deve essere colta come l’occasione per avviare un dibattito per un piano agro-ecologico-alimentare.
Alfredo Magnifico
Sanità, Mandorino (Cittadinanza attiva): “Fiduciosi su innovazione e investimenti non solo economici”
(Adnkronos) – "Ovviamente noi riponiamo la nostra speranza sul servizio sanitario nazionale, sia per il futuro ma anche nel presente. Sappiamo che ci sono tanti spazi di innovazione e siamo fiduciosi che questa innovazione sarà colta e che ci saranno anche investimenti significativi non solo di risorse economiche ma anche proprio di pensiero, di strumentazioni, di tecnologie a disposizione della sanità". Lo ha detto Annalisa Mandorino segretario generale di Cittadinanza attiva, a Bari, a margine del convegno organizzato dal Ministero della Salute su 'Un grande impegno per la salute'. "E' ovvio – ha aggiunto – che in questo momento i cittadini spesso si trovano a fare i conti con un presente che ancora manifesta delle criticità, prima tra tutte la grande questione delle liste di attesa sulla quale continuiamo a ricevere segnalazioni e che fortunatamente siamo sicuri che il ministro ha tra le sue priorità e quindi sarà affrontata nel migliore dei modi, ovviamente insieme alle regioni per quanto riguarda la programmazione territoriale". —[email protected] (Web Info)
Margherita Buy, l’esordio alla regia: “E’ stata una piccola rinascita”
(Adnkronos) – "Ci ho lavorato tanto. Ma quando ti metti alla prova così, quando affronti una cosa che ti fa anche un po' paura e che non è esattamente quello che sai fare ma ti metti alla prova e ci riesci in qualche modo, è davvero una piccola rinascita". A parlare con all'Adnkronos è Margherita Buy, raccontando il suo esordio alla regia con 'Volare' -nelle sale dal 22 febbraio-che è il primo 'gioiellino' per l'indimenticabile interprete di decine di film italiani campioni di incasso, dalle pellicole di Nanni Moretti di cui è l'attrice-feticcio, a 'Maledetto il giorno che ti ho incontrato' di Carlo Verdone alle 'Fate ignoranti' di Ferzan Ozpetek. "Mi sento di nuovo con la voglia di fare le cose, è una cosa che accade in tutti i campi, è l'effetto di mettersi un po' in gioco -spiega la Buy. Che dietro la macchina da presa, complice la grande esperienza sul set, si è trovata benissimo: "E' stato bellissimo, una bellissima novità, mi sono sentita a mio agio -dice- Non ho fatto scelte particolarmente ardite, ho scelto di raccontare con una regia molto semplice, però ci tenevo tanto a questo racconto, era una cosa mia, l'ho scritto insieme a Doriana Leondeff e Antonio Leotti, l'ho scritto, ci ho messo tanto tempo e alla fine ho maturato questa decisione di farlo io". La pellicola racconta la storia di AnnaBì (interpretata dalla stessa Buy), un'attrice affetta da una fobia diffusa, la paura di volare. E così, quando le propongono un ruolo da protagonista per il quale deve salire su un aereo per la Corea dove l'aspetta il più noto regista coreano, lei non supera la sfida avvantaggiando la sua collega rivale, Elena Sofia Ricci. Una paura che attanaglia l'attrice anche nella realtà. "La paura di volare è molto autobiografica", dice. Ma dopo il film "Però adesso è una cosa che fa parte di me. Se prima mi dava tanta frustrazione, ora mi sono abbastanza accettata, lo prendo con un po' più di tranquillità, è diventata una cosa che accetto". Dirigere e recitare è stata un'esperienza intensa e faticosa. "Mi piacerebbe rifare questa esperienza, ma il mio lavoro è naturalmente come attrice -osserva la Buy- Se tornassi alla regia forse non lo interpreterei io, perché è stato un po' troppo faticoso. A quel punto mi dedicherai di più alla regia, alla direzione degli attori". Tra i protagonisti del film, oltre alla Ricci, Anna Bonaiuto, Giulia Michelini, Sergio Rubini, Euridice Axen c'è anche la figlia dell'attrice, Caterina De Angelis, nel ruolo della figlia Serena, che dovendo partire per l’America dove ha deciso di studiare, la spingerà a seguire un corso per chi soffre di attacchi di panico. "Lavorare con Caterina, con mia figlia, è stata una grossa esperienza, veramente, che ho il privilegio di aver potuto fare, facendo questo lavoro. Ci siamo scontrate su alcune cose, trovate su altre, è stata un'esperienza che ci ha dato un altro modo di vedere il rapporto tra madre e figlia. Non è una cosa da tutti", spiega all'Adnkronos Margherita Buy. E se le si chiede cosa veda prima nel suo futuro, se un film da regista o da attrice, risponde esattamente come Margherita Buy: "Oh, signore, non so che film voglio fare, non lo so -dice sgranando gli occhi- Il futuro già così mi fa una paura tremenda". (di Ilaria Floris) —[email protected] (Web Info)
Israele, stop totale a ostilità e ritiro Idf da Gaza: le condizioni di Hamas
(Adnkronos) – Hamas non accetterà nulla di meno di una "completa cessazione dell'aggressione", di un "ritiro dell'esercito di occupazione (le forze israeliane, Idf) da Gaza" e della "revoca dell'assedio ingiusto" all'enclave palestinese nel mirino delle operazioni militari israeliane dall'attacco del 7 ottobre in Israele. E' quanto ribadisce il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, in una dichiarazione di cui dà notizia la tv satellitare al-Jazeera. Haniyeh ha chiesto alle autorità israeliane la liberazione dei prigionieri palestinesi in carcere e ha accusato Israele per l'assenza di progressi verso un accordo che ponga fine al conflitto. Hamas "ha sempre trattato con i mediatori con spirito positivo e grande responsabilità per fermare l'aggressione contro il popolo palestinese", ha riportato anche il giornale 'Filastin', legato al gruppo che nel 2007 ha preso il controllo della Striscia di Gaza. "Raggiungere un accordo di scambio di prigionieri tramite cui saranno liberati i nostri prigionieri, soprattutto i più anziani e quelli a cui sono state inflitte condanne pesanti, è uno degli obiettivi di questi negoziati". Secondo Haniyeh, si lavora "con tutti gli strumenti a disposizione per fermare il massacro che il nemico compie 24 ore su 24". —internazionale/[email protected] (Web Info)
Terremoto oggi in provincia di Firenze, scossa magnitudo 3.5 a Marradi
(Adnkronos) – Una scossa di terremoto, di magnitudo 3.5, è stata registrata dall'Ingv alle 12.49 a 5 km da Marradi, comune in provincia di Firenze. Il sisma è avvenuto a una profondità di 4,7 km. —[email protected] (Web Info)
Sanità, Mantoan (Agenas): “Dopo oltre 20 anni un Governo torna ad investire sul Ssn”
(Adnkronos) – “Per venti anni forse di più non si è investito sul Ssn: lo abbiamo gestito, lo abbiamo compresso, era un problema per il Paese perché creava domande, quindi avevamo paura del nostro sistema sanitario. Oggi, invece, abbiamo investimenti su telemedicina, intelligenza artificiale, fascicolo sanitario elettronico. Non solo. I dati sanitari di 60 milioni di abitanti in tempo reale verranno portati nel famoso cloud. Siamo l'unico Paese a fare questo tipo di investimento”. Lo ha detto Domenico Mantoan, direttore generale Agenas, a Bari, intervenendo all’evento 'Un grande impegno per la salute", promosso dal ministero della Salute. Anche “le Regioni hanno fatto tutte una cosa straordinaria, ognuna ha una sua programmazione degli investimenti per i prossimi dieci anni in sanità digitale – ha aggiunto Mantoan – quindi hanno fatto uno sforzo di programmazione che come enti non erano abituate a fare, utilizzeranno aziende per fare software per la gestione a distanza di tante patologie, anche croniche”. Infine, “le circa 7mila farmacie rurali verranno fornite di strumentazione per la telemedicina – assicura Mantoan – e sarà data la possibilità anche alle altre farmacie di poter fare prestazioni di telemedicina. Tutto questo ci permetterà di passare da una gestione delle prestazioni alla vera presa in carico. Il cittadino stando a casa propria si sentirà assistito, curato grazie ad una comunità di medici, professionisti, infermieri, farmacisti. Questa è la filosofia del Dms77. Gli investimenti in telemedicina, in informatica, nel fascicolo sanitario elettronico servono a dare gambe e forza al Ssn" conclude. —[email protected] (Web Info)
Navalny, giallo sul corpo dell’oppositore di Putin: “All’obitorio non c’è”
(Adnkronos) – Il corpo di Alexei Navalny non è all'obitorio di Salekhard. Lo denuncia la portavoce dell'oppositore, Kira Yarmysh, su X. "L'avvocato di Alexey e sua madre sono arrivati all'obitorio di Salekhard. È chiuso, però, anche se la colonia penale ha assicurato che era aperto e che il corpo di Navalny era lì. L'avvocato ha chiamato il numero di telefono che era sulla porta. Gli è stato detto che era il settimo a chiamare oggi. Il corpo di Alexey non è all'obitorio", scrive. "A un altro degli avvocati di Navalny, che si è rivolto al comitato investigativo di Salekhard, è stato detto che 'la causa della morte di Alexey non è stata ancora stabilita ed è stato effettuato un nuovo esame istologico'. I risultati dovrebbero essere disponibili la prossima settimana: è evidente che mentono e fanno di tutto per evitare di consegnare il corpo". Aleksei Navalny sarebbe morto molto prima di quanto annunciato dalle autorità penitenziarie russe, molto probabilmente la notte fra giovedì e venerdì, testimonia un detenuto della colonia penale numero 3 di Kharp, nella regione di Yamal Nenets, citato da Novaya Gazeta Europe. La morte del dissidente, ha aggiunto, sembra aver colto di sorpresa il personale del carcere. Ieri mattina era iniziata una ispezione approfondita della colonia penale. La sera tardi e la notte si sono sentite auto arrivare nel complesso della colonia penale, almeno in tre diverse ondate. E la sera di giovedì i secondini hanno accelerato i controlli e la chiusura celle dei detenuti. Di solito invece le ispezioni, note con un mese di anticipo, vengono preparate da tutti, carcerieri e detenuti per evitare problemi. E invece ieri all'improvviso ne è iniziata una. Alle dieci del mattino (ora locale) è arrivata la notizia della morte di Aleksei Navalny. Alle due del pomeriggio il Servizio penitenziario federale ha pubblicato la notizia. Ma Baza, sito di notizie di solito bene informato su temi di sicurezza, aveva reso noto che Navalny si era sentito male intorno all'una di pomeriggio e che era morto alle 14.17, la stessa ora di cui ha parlato la portavoce Kira Yarmich oggi, confermando la morte. Ma non sono state avvistate autoambulanze la mattina di ieri. Sono arrivate solo dopo che tutti sapevano che l'oppositore era morto. Quindi, Navalny deve essere morto molto prima di quanto è stato annunciato, molto probabilmente la notte. Perché altrimenti avrebbero dovuto chiuderci in cella e condurre una ispezione la mattina?, ha aggiunto la fonte. "Alekei Navalny è stato ucciso a sangue freddo e il colpevole è una feccia disgustosa di nome Vladimir Putin che sa solo come rubare, uccidere e fare la guerra", ha scritto Evghenia Kara-Murza, giornalista, moglie di Vladimir Kara-Murza, esponente di spicco dell'opposizione russa, che, come Navalny, è sopravvissuto a tentativi di avvelenamento, e ora è detenuto in una colonia penale a regime speciale di Omsk, dove sconta una condanna a 25 anni di carcere per tradimento e diffusione di notizie false sulle forze armate. "Aleksei, tutto di un pezzo, passerà alla storia e Putin brucerà all'inferno per i suoi crimini odiosi", ha aggiunto. Continuano, intanto, in tutta la Russia le veglie funebri e le commemorazioni. Duecento persone arrestate secondo quanto ha riferito, sempre su X, l'organizzazione indipendente Ovd-Info. Agenti in borghese hanno rimosso i memoriali, creati in strada, con fiori e bigliettini, ma tributi nei confronti del dissidente continuano a comparire, anche solo a poche centinaia di metri di distanza, ai piedi di altri monumenti. A Mosca erano stati deposti fiori anche al ponte Moskvoretsky, dove otto anni fa era stato ucciso l'oppositore Boris Nemtsov. I fiori sono stati portati via, con la scorta della polizia, anche dalla Pietra delle Solovky, il memoriale per tutte le vittime delle repressioni politiche sulla Lubyanka, sempre a Mosca. A Vladivostok operai del comune hanno portato via i fiori deposti nel parco della Fede e della speranza dopo che la polizia ha registrato l'identità di chi si era presentato, e lo stesso è avvenuto a Khabarovsk. A Irkutsk la polizia ha fotografato tutti coloro che hanno portato fiori a un memoriale per Navalny vicino a una cappella accanto alla sede del governo regionale. Un memoriale a Ulyanovsk, vicino a un monumento per le vittime delle repressioni politiche, è stato fatto sparire. A Vladivostok, la gente ha iniziato a deporre fiori ai piedi dei monumenti per il poeta Osip Mandelstam, che sbeffeggiò Stalin in una sua opera, e Aleksandr Solzhenitsyn, che i gulag li descrisse per primo. Nuovi memoriali sono comparsi anche a Novosibirsk, Nakhodka, Khabarovsk e Krasnoturyinsk. A San Pietroburgo RusNews ha filmato le persone che venivano caricate dagli agenti sui cellulari, tra questi la loro reporter, Elina Kozich. Novaya Gazeta ha reso noto che il loro fotografo Alexei Dushutin è stato arrestato nella stessa città presso il Monumento alla memoria delle vittime della repressione politica. A Mosca è stata arrestata una giovane donna, Kristina Ilyina, che protestava da sola con in mano il cartello: "Oggi Aleksei Navalny è morto". Le autorità russe, riporta la Bbc, hanno messo in guardia dall'organizzare manifestazioni pubbliche nella Capitale. Alla stazione della metropolitana della Lubyanka, sempre a Mosca, è comparso un piccolo memoriale in onore del dissidente con fiori e biglietti. Qualche persona si è messa timidamente in fila a Mosca per deporre un fiore alla Pietra delle Solovsky, memoriale per le tutte le vittime delle repressioni politiche. Secondo quanto scrive Mediazona, ha deposto un fiore anche l'ambasciatore Ue a Mosca, Roland Galharague. —internazionale/[email protected] (Web Info)
In Sardegna migliora il saldo delle imprese ma non il tasso di natalità
(Adnkronos) – Per poter dare uno sguardo d'insieme alla situazione delle imprese in Sardegna sono da considerare diversi indicatori. A cominciare dal numero di imprese. A fine 2023 nell’isola risultano 144.389 aziende attive (170.683 aziende registrate), secondo i dati Infocamere – Movimprese, con 7.893 nuove iscrizioni e 6.330 cessazioni, dunque con un saldo positivo di 1.563 aziende. Saldo che risulta migliore di diverse regioni, tra cui Emilia-Romagna e Piemonte. Il numero complessivo di imprese attive è in leggero calo rispetto ai due anni precedenti, ma in aumento rispetto a quanto registrato negli anni dal 2014 al 2020. Il tasso di natalità delle imprese nel 2023 è al 5,5% (la media nazionale è al 6,1%), come nel 2020 e rappresenta il più basso dal 2012. Il tasso di mortalità delle imprese è al 4,4%, più contenuto rispetto alla media italiana che è al 5,3%, ma in crescita negli ultimi tre anni. Il medesimo indicatore è invece in calo rispetto a quanto registrato dal 2012 al 2020. Del totale di imprese attive (144.389), 34.116 sono imprese artigiane, con un'incidenza del 23,6%. A sottolineare una parziale ripresa dell'imprenditoria artigiana sull'Isola, il tasso di natalità di tale tipologia di impresa che si attesta al +6,1% su base annua, il secondo più elevato degli ultimi 10 anni. Anche se per numero complessivo le imprese artigiane attive sono diminuite di oltre 5 mila unità dal 2012 ad oggi. I settori trainanti sono i servizi al primo posto con oltre 44 mila imprese attive sul totale di 144.389, al secondo posto il commercio con quasi 35 mila imprese, al terzo posto agricoltura e pesca con 34,5 mila imprese attive. In fatto di nuove imprese, il tasso di natalità maggiore riguarda il settore edile e costruzioni con +4,5% nel 2023, mentre il settore del commercio ha registrato il più elevato valore di aziende che hanno chiuso l'attività, con un tasso di mortalità del 4,9%. Sotto l'aspetto della forma giuridica, il panorama delle imprese in Sardegna vede nel 2023 oltre la metà del totale (56,4%) di ditte individuali, il 25% ha forma di società di capitali, il 14,9% società di persone. Il rimanente 3,7% è costituito da altre forme di società, tra cui cooperative e consorzi. Dall'analisi dei dati di InfoCamere il tasso di sviluppo complessivo delle imprese presso le camere di commercio in Sardegna nel 2023 è pari all'1,1%, superiore alla media italiana (0,8%) e al quarto posto a livello regionale alle spalle di Lazio (2,1%), Lombardia (1,3%) e Campania (1,3%). Se confrontato con gli ultimi due anni, il dato regionale del tasso di sviluppo è in calo rispetto al 2022 quando era all'1,6% e soprattutto rispetto al 2021 quando era al 2,2%. Rispetto all'ultimo decennio, l'attuale tasso di sviluppo delle imprese (1,1%) è inferiore solo a quelli registrati nel 2016 (1,3%) e nel 2017 (1,5%). Tra i settori produttivi, le costruzioni hanno performance più dinamiche con +0,9%, mentre gli altri comparti hanno tutti segno negativo, in particolar modo il commercio -2% rispetto al 2022. In ogni caso, si tratta di un'involuzione più contenuta rispetto a quanto registrato nei singoli settori a livello di media nazionale. Il tessuto produttivo dell'Isola è caratterizzato da una netta maggioranza di ditte individuali. Complessivamente nel 2023 sono 92.290 quelle attive, contro 28.712 società di capitali, 19.124 società di persone e 4.263 altre forme. Ciò detto, il numero di ditte individuali è in costante calo dal 2012 al 2023, si passa da 102.590 ditte individuali nel primo anno della serie a 92.290 dell'ultimo anno, con una diminuzione di oltre 10 mila unità. Nel cagliaritano sono attive il 38,4% delle ditte individuali, il 30,1% nel sassarese, il 21,6% nel nuorese, il 10,6% nell'oristanese. Per quanto riguarda le società di capitali, quasi la metà del totale sono attive a Cagliari e provincia (46,1%), il 37,9% sono attive a Sassari, l'11% a Nuoro, il 4,9% a Oristano. Analizzando i dati provinciali per forma giuridica di impresa, nel 2023 la Sardegna segna un tasso di crescita pari a 0,91% con performance più elevate per le società di capitale +3,43% rispetto all'anno precedente. In calo invece le società di persone -0,81%. A livello di singole province, Sassari ha il tasso di crescita più positivo per le ditte individuali (+0,81%) rispetto al +0,29% della media regionale e +1,48% per altre forme societarie, il doppio della percentuale media delle altre province sarde. Oristano, invece, si distingue per il tasso di crescita più elevato (+3,60%) per le società di capitale. Il crollo del numero di società di persone è più marcato a Cagliari con -1,89% su base annua, oltre un punto percentuale più elevato della media regionale. Del totale di 34.116 imprese artigiane attive in Sardegna nel 2023, 13.067 operano nel settore edile e delle costruzioni, 11.384 negli “altri servizi” che comprendono trasporti, alloggio e ristorazione, sanità, servizi professionali e molti altri, 6.906 nell'industria in senso stretto, 2.540 nel commercio, 189 nel settore agricoltura, pesca e silvicoltura, oltre a 30 imprese non classificate. Il numero complessivo delle imprese artigiane (34.116) risulta in leggero aumento rispetto al 2022 (34.001) ma in calo pressoché costante dal 2012 quando si raggiunse 39.761 il numero più elevato negli anni recenti. In sintesi, negli ultimi 12 anni si sono perse oltre 5 mila realtà imprenditoriali artigiane. Come per l'indicatore generale, anche per le imprese artigiane cresce il numero nel comparto edile con un incremento costante a partire dal 2019. Al contrario, risultano in calo continuo dal 2012 al 2023, anno dopo anno, i settori del commercio e “altri servizi”, in linea con la diminuzione generale del numero di aziende artigiane in Sardegna. (segue) Nuove imprese digitali: Sardegna terza in Italia Nel 2023 sono aumentate del 5,6% le imprese artigiane digitali in Sardegna, un dato di oltre 2 punti superiore alla media nazionale (+3,3%) che pone la Regione al terzo posto assoluto per crescita in questo settore, alle spalle di Veneto (+6,6%) e Lazio (+5,9%), dati Ufficio Studi Confartigianato Imprese Sardegna su analisi dati Istat. Performance di questo livello non si registravano dal lontano 2012 quando la crescita raggiunse il 3,6%. Anche a livello di province e città metropolitane i numeri premiano le imprese digitali sarde, specie quelle di Cagliari, al terzo posto assoluto con +6,8%. Nella top 10 delle province anche Sassari con una crescita del 4,6%. Dati particolarmente interessanti che sottolineano una propensione verso l'innovazione degli imprenditori sardi del settore artigianale, che pur devono affrontare importanti gap legati alle infrastrutture, all'energia e alle questioni fiscali. (segue) Iniziative regionali per le imprese e il lavoro Una delle più recenti iniziative messe in campo dalle istituzioni regionali è quella dei Job Day, eventi dedicati all'incontro tra domanda e offerta di lavoro, oltre che alla formazione, con iniziative specifiche dedicate a imprese, lavoratori e studenti. Tra febbraio e marzo 2024 sono previsti 6 eventi nelle principali città sarde. Il 18 gennaio 2024 è stato approvato dalla Giunta regionale il piano di sostegno alle imprese, alla valorizzazione del lavoro femminile e alle categorie più fragili che prevede 735 di euro di fondi regionali per il triennio 2024-2026 e di ulteriori 744 milioni del Fondo Sociale europeo a supporto delle imprese per creare e sostenere l'occupazione, l'istruzione, la formazione di competenze, l'inclusione, i cantieri occupazionali. Per sostenere le imprese artigiane, sostenere l'occupazione giovanile qualificata e ridurre il rischio di estinzione di determinati mestieri, la Regione Sardegna ha di recente proposto un avviso pubblico per la concessione di incentivi a favore dell'assunzione di apprendisti nelle imprese artigiane. Il contributo è riservato alle sole imprese artigiane con sede legale e operativa in Sardegna. —[email protected] (Web Info)
Kylian Mbappé al Real Madrid? Operazione da mezzo miliardo (come minimo)
(Adnkronos) –
Il Real Madrid ha un piano finanziario da mezzo miliardo di euro per ingaggiare Kylian Mbappé. L'attaccante francese ha comunicato al Psg che non prolungherà il contratto in scadenza a giugno 2024 e che nella prossima stagione, quindi, giocherà in un'altra squadra. Tutte le piste o quasi portano al Real Madrid, da anni sulle tracce del 25enne. Il club del presidente Florentino Perez sta programmando un'operazione da 500 milioni di euro per assicurarsi la stella della Francia con un lungo contratto pluriennale. Il Real Madrid, come evidenzia il quotidiano As, può partire da una base di 128 milioni 'in cassa' a cui vanno aggiunti crediti quantificabili in 265 milioni. Il terreno, in vista dell'arrivo di Mbappé, è stato preparato anche con interventi sul monte ingaggi complessivo, ridotto di 78 milioni di euro secondo l'ultimo bilancio. Il nuovo Santiago Bernabeu, secondo le cifre messe nero su bianco dal club, consentirà di portare i ricavi da stadio a 317 milioni a stagione, più del doppio rispetto ai 150 milioni attuali. Insomma, l'affare Mbappé appare sostenibile per l'azienda Real Madrid, un colosso che dà lavoro al momento a 1.072 dipendenti. Se nella passata stagione i costi legati al personale 'mangiavano' il 72% del fatturato, la quota ora è scesa al 54% grazie anche ad un aumento dei ricavi (17%). Rimane un capitolo da affrontare. Come inserire eventualmente un ingaggio super in uno spogliatoio già pieno di star? E' il quotidiano Marca a ipotizzare soluzioni che consentirebbero al Real di far quadrare tutto. Mbappé potrebbe essere 'gratificato' con un 'signing bonus', un bonus alla firma del contratto che viene solitamente versato alle star che si liberano a parametro zero dal club precedente. La soluzione è ampiamente utilizzata negli sport americani, Nfl in primis, e ha preso piede anche nel calcio europeo, a cominciare dalla Premier League. Inoltre, l'ingaggio base destinato a Mbappé – inevitabilmente più basso rispetto a quello difficilmente quantificabile che viene offerto dal Psg – potrebbe essere arricchito dal Real Madrid con una serie di bonus ad hoc: cifre pattuite per il Pallone d'Oro o la Scarpa d'Oro, per non parlare di gol, assist, vittorie che potrebbero far aumentare senza particolari difficoltà il conto in banca del calciatore. —[email protected] (Web Info)











