(Adnkronos) – Sarà eseguita oggi a Palermo l'autopsia sui corpi di Antonella Salamone, la 40enne uccisa con i due figli, Kevin di 16 anni ed Emanuel di 5. In carcere ci sono il marito e padre delle vittime, Giovanni Barreca, il muratore 54enne di Altavilla Milicia (Palermo), accusato dell'omicidio con due presunti complici: Sabrina Fina e Massimo Carandente. Il gip di Termini Imerese ha convalidato nei giorni scorsi i fermi disposti per la coppia, ma non quello imposto a Barreca, stabilendo, però, la custodia cautelare in carcere per tutti e tre. I tre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Le accuse per tutti sono di omicidio e soppressione di cadavere. L'esame sarà eseguito sui resti carbonizzati della donna, trovati sepolti vicino casa della famiglia, e sui corpi dei ragazzini, incaprettati per chiarire i tempi esatti dei delitti e cause della morte. Non è ancora chiaro come sia stata uccisa la donna, i due fratelli, che il padre riteneva posseduti dal demonio e che sarebbero stati anche torturati. Da ieri la figlia 17enne di Barreca, unica sopravvissuta alla strage, è indagata dalla procura dei minori di Palermo per concorso in omicidio. La giovane, che è stata fermata, è stata disposta la custodia cautelare in carcere. La ragazza ha reso un racconto spontaneo per rivelare il suo "pieno coinvolgimento" nella strage. Interrogata in presenza del suo avvocato, ha fornito un "resoconto agghiacciante, anche rispetto al suo contributo personale", di quanto avvenuto nella casa di Altavilla. La ragazza, spiega una nota della procura, ha raccontato delle "torture subite dalla madre e dei fratelli, delle loro atroci sofferenze e dell'agonia fino alla morte". Ha anche raccontato del modo in cui è stato dato fuoco al corpo della madre e di come hanno sepolto i resti. La figlia di Barreca è indagata per concorso in omicidio e occultamento di cadavere. —[email protected] (Web Info)
Guerra Ucraina-Russia, assedio Avdiivka: esercito Kiev si ritira da città
(Adnkronos) – L'esercito ucraino si ritira da Avdiivka, città che si trova nell'est dell'Ucraina, presa d'assalto dalle forze russe. "Sulla base della situazione operativa intorno ad Avdiivka, per evitare l'accerchiamento e tutelare le vite e la salute dei nostri soldati, ho deciso di ritirare le nostre unità dalla città e di spostarci per difendere posizioni più favorevoli", ha confermato in un messaggio postato nelle scorse ore su X il capo dell'esercito ucraino, Oleksander Syrskyi, scelto per l'incarico a inizio mese dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky in sostituzione del generale Valery Zaluzhnyi. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha difeso il ritiro dell'Esercito ucraino dalla città di Avdiivka, presa d'assalto dalle forze russe. E' stata la decisione giusta "per salvare vite", ha detto rispondendo alle domande dopo il suo intervento alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco. "Feroci battaglie" si stanno svolgendo all'interno di Avdiivka, aveva scritto sui social ieri un comandante militare ucraino, mentre le forze di Mosca si avvicinavano al centro industriale della città. "Le nostre truppe stanno utilizzando tutte le forze e i mezzi disponibili per frenare il nemico", aveva dichiarato il generale Oleksandr Tarnavskiy, aggiungendo che "nuove posizioni e potenti fortificazioni continuano ad essere preparate, tenendo conto di tutti gli scenari possibili" ovvero anche un possibile ritiro. Nei giorni scorsi le truppe russe erano riuscite a prendere il controllo della principale via di rifornimento per Avdiivka. "Il rifornimento di Avdiivka e l'evacuazione dalla città sono ora più difficili, ma usiamo un'arteria logistica approntata per tempo", aveva detto il portavoce militare ucraino Dmytro Lykhoviy, parlando alla televisione di Kiev. Da diversi giorni sia i blogger militari ucraini che quelli russi avevano riferito di avanzate da parte dei russi, particolarmente a nord est della città. Prima della guerra, Avdiivka era una città industriale di oltre 30mila abitanti, ma ormai è ridotta a un ammasso di rovine dove sono rimaste poche centinaia di residenti. I russi hanno lanciato in ottobre l'offensiva contro la città. Mosca preme per la sua conquista, sperando che il presidente russo Vladimir Putin possa annunciarla prima delle elezioni presidenziali del 15-17 marzo. "Questa è la guerra della Russia contro qualsiasi regola", ha detto Zelensky, nel suo intervento alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco in cui ha rimarcato come "gli ucraini stanno resistendo da centinaia e centinaia di giorni". "Per favore non chiedete all'Ucraina quando la guerra finirà, chiedete a voi stessi perché Putin è ancora in grado di portare avanti questa guerra", ha detto ancora. "L'Ucraina ha già distrutto i miti con cui la Russia ha cercato di mistificare la realtà e a cui il mondo purtroppo ha creduto. Il mito che la Russia potesse conquistare un altro Paese in pochi giorni o in poche settimane", ha poi affermato il presidente ucraino. "Se non agiamo ora" il leader russo Vladimir "Putin riuscirà a trasformare i prossimi anni in una catastrofe", ha quindi sottolineato, chiedendo agli alleati di Kiev maggiore supporto nella guerra contro l'invasione russa. "Non dobbiamo fare qualcosa, ma tutto il possibile", ha detto il presidente ucraino. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Crollo in cantiere a Firenze, recuperato nella notte corpo quarta vittima-Video
(Adnkronos) – E' stato ritrovato nella notte il corpo di un quarto operaio, vittima del crollo, avvenuto ieri mattina, venerdì 16 febbraio, nel cantiere dove erano in corso i lavori per la realizzazione di un nuovo supermercato a Firenze. Proseguono le ricerche dei Vigili del fuoco: resta un disperso. Tre i feriti, due dei quali in gravi condizioni ricoverati all'ospedale Careggi (VIDEO). E' stato il crollo del solaio di un prefabbricato a provocare la tragedia nel cantiere edile a nord-ovest della città quattro le squadre dei vigili al lavoro dalle 9 del mattino per le operazioni di soccorso. La procura di Firenze, guidata dal procuratore capo Filippo Spiezia, ha intanto aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo e crollo colposo relativamente all'incidente sul lavoro avvenuto questa mattina. Il cantiere è stato posto sotto sequestro.
La presidente Esselunga Capriotti
"Esprimiamo profondo cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime del gravissimo incidente di questa mattina nel cantiere di via Mariti a Firenze. Siamo sconvolti per quanto avvenuto. Il cantiere in costruzione era affidato in appalto a una società terza e siamo a disposizione delle autorità per contribuire a chiarire la dinamica di quanto accaduto e per qualsiasi esigenza. In segno di lutto nel pomeriggio i negozi Esselunga della città di Firenze verranno chiusi”. E' quanto dichiarato da Marina Caprotti, presidente di Esselunga, in merito al terribile incidente avvenuto questa mattina.
Le reazioni
"A nome mio e del Governo esprimo cordoglio per le vittime del crollo di una trave avvenuto in un cantiere a Firenze". Così, sui social, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. "Seguo con apprensione l'evolversi della situazione e ringrazio quanti stanno partecipando alle ricerche dei dispersi e alle operazioni di soccorso dei feriti. Le nostre più sentite condoglianze alle famiglie colpite da questa terribile tragedia", scrive inoltre la premier. "Solo adesso, al termine del Comitato per l'ordine e la sicurezza, ho saputo di questa tragedia immane" ha detto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. E questo "sia perché ci sono delle persone decedute, e lo sarebbe in ogni caso, poi quando ci sono persone morte sul lavoro questo offende e allarma e crea dispiaceri ulteriori. Non si dovrebbe mai morire di lavoro".
Lo sciopero
Fiom e Uilm, insieme alla Cgil e alla Uil, hanno proclamato 2 ore di sciopero nazionale per mercoledì 21 febbraio da effettuare in tutti i luoghi di lavoro, anche in assemblea o secondo le modalità stabilite dalle Rsu. Lo rendono noto la Fiom e la Uilm in un comunicato congiunto dopo che questa mattina a Firenze, a seguito del crollo di un cantiere per la costruzione di un supermercato Esselunga, 3 lavoratori hanno perso la vita e al momento altri lavoratori risultano dispersi sotto le macerie. "È l’ennesima tragedia che colpisce i lavoratori in continuità purtroppo con la lunga catena di morti sul lavoro che quotidianamente registriamo lungo tutto il territorio nazionale. Nell'esprimere il cordoglio e la vicinanza di tutti i metalmeccanici alle famiglie degli operai deceduti siamo ancora una volta a denunciare un sistema di appalti e subappalti che non garantisce il rispetto delle norme a tutela della salute e sicurezza", sottolineano Fiom e Uilm. Il nostro grido di allarme, concludono, "è ormai da troppo tempo inascoltato, non è più possibile rimandare, il lavoro e la sicurezza devono tornare al centro del dibattito politico, vanno trovate soluzioni e non parole". —[email protected] (Web Info)
Navalny e gli altri oppositori, la lunga lista delle vittime di Putin
(Adnkronos) – Alexey Navalny è morto in carcere alla soglia dei suoi 48 anni che avrebbe compiuto a giugno. Da Mosca le notizie sulle cause del decesso arrivano con difficoltà, mentre da più parti e dalla stessa moglie dell'oppositore il dito è puntato su Putin. E' lunga lista degli oppositori del presidente russo, morti in circostanze sospette tra cui anche personaggi che certo non possono essere definiti nemici del regime. Tra i tanti la sua creatura, Evgheny Prigozhin, morto in un incidente aereo lo scorso agosto, due mesi dopo aver mosso i suoi mercenari verso Mosca, contro i vertici della difesa, e il suo mentore, l'ex oligarca Boris Berezovsky, presunto suicida a Londra nel 2013, dove non nascondeva la sua opposizione a Putin. La giornalista di Novaya Gazeta Anna Politkovskaya aveva seguito con attenzione e in prima linea gli abusi commessi dalle forze russe in Cecenia ma anche durante la tragica presa di ostaggi del teatro Dubrovka di Mosca e della scuola di Berlsan in Ossezia del Nord. E' stata uccisa lo stesso giorno del compleanno di Putin nel 2006 a colpi d'arma da fuoco sul pianerottolo della sua casa a Mosca. L'ex agente del Kgb Aleksander Litvinenko è morto in ospedale a Londra nel 2006, dopo aver bevuto una tazza di te avvelenata con il polonio in un albergo di Mosca con due inviati del Cremlino. Litvinenko si era rifugiato in Gran Bretagna dopo aver denunciato il regime russo. Più di dieci anni dopo un altro esponente del mondo dei siloviki, dei servizi militari del Gru, Sergei Skripal, fuggito in Inghilterra dove collaborava con i servizi, è sopravvissuto a un avvelenamento con il Novichok a Salisbury. Lo stesso Aleksei Navalny, così come Vladimir Kara-Murza, è sopravvissuto a un avvelenamento con il novichok. Boris Nemtsov, esponente dell'opposizione in Russia, già vicepremier, è stato ucciso nel febbraio del 2015 in pieno centro a Mosca. Colpito da quattro proiettili alle spalle. Aveva completato un dossier sul ruolo delle forze militari russe nel Donbass. Zelimkhan Khangoshvili, un georgiano che aveva combattuto contro la Russia nella seconda guerra cecena, è stato ucciso nell'estate del 2019 in un parco di Berlino dal presunto agente dell'Fsb Vadim Krasikov, detenuto in Germania, dove è stato condannato all'ergastolo (e che Mosca vuole scambiare per il giornalista americano Evan Gershkovich, arrestato per spionaggio). Trovati morti a Londra anche l'oligarca georgiano Badri Patarkatsishvili, il suo socio, Nikolai Glushkov e il fondatore della Yukos, Yuri Golubev. Il fondatore dell'emittente del Cremlino Rt, Mikhail Lesin, era stato trovato morto in circostanze misteriose nella sua stanza di albergo a Washington nel 2015. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Elezioni europee, Italia divisa sui social: fiducia al Nord e al Centro ma Ue non conquista il Sud
(Adnkronos) –
Italia divisa sull'Europa, tra fiducia e diffidenza, rabbia e preoccupazione. E' la fotografia scattata in esclusiva per l'Adnkronos da Vis Factor tramite Human, piattaforma di web e social listening sviluppata a partire dal 2018 da un team interamente italiano con algoritmo a base semantica italiana. Il 54,52% degli italiani esprime sui social network in prevalenza un sentiment positivo nei confronti dell'Europa, contro il 45,48% che la guarda con sospetto e attacca in Rete. Le emozioni che emergono dalle conversazioni sui social sono in prevalenza fiducia (31%), preoccupazione (24%) e rabbia (9%). Ma c'è anche un 17% di indifferenti.
Dell'Europa si dibatte maggiormente su Instagram (45,3%), ma anche su Facebook (30,1%) e su X (24,6%). Il tema interessa più gli uomini (61,9%) che le donne (38,81%). Chi mostra un giudizio favorevole sostiene che l'economia è in ripresa ed è cautamente ottimista verso il futuro, inoltre mostra fiducia nelle istituzioni europee. I critici sono invece preoccupati per il ruolo dell'Europa nello scacchiere internazionale, oltre che per l'immigrazione e la sicurezza.
L'Italia verso le elezioni europee: l'analisi social – Ecco il report
Tra i concetti più citati in relazione all'Europa svettano le elezioni europee, il caso Ilaria Salis, la protesta dei trattori. Ma sui social si dibatte anche di green deal, di politiche europee e di banche centrali, con tutte le critiche del caso. E' interessante tuttavia notare che l'Italia è spaccata sostanzialmente in due sulla visione di Europa: infatti al Centro e, soprattutto, al Nord, prevale nettamente un sentiment positivo. Al sud e sulle isole, invece, negativo. Nel dettaglio, l'analisi realizzata da Vis Factor, società leader a livello nazionale nel posizionamento strategico, ha preso in considerazione le differenti circoscrizioni elettorali che andranno al voto a giugno per il rinnovo del Parlamento europeo. Ecco quanto emerge riguardo alla visione di Europa: il sentiment positivo si attesta al Nord Ovest al 65,05%, al Nord Est 62,88%, al Centro 57,12%. Di segno opposto, dunque pollice verso, per le isole -52,84% negativo- e Sud, 57,43% negativo.
Anche i temi più dibattuti all'interno di ogni circoscrizione sono differenti, con l'economia a farla da padrona al Centro e al Nord e il lavoro che polarizza le conversazioni sui social nel Meridione. Per quanto riguarda il Nord est, online si parla di Europa in relazione a economia (31,16%), immigrazione (19,13%), lavoro (18,34%). Al Nord ovest di economia (27,56%) sanità (20,39%) e ambiente (17,14%). Al Centro di economia (29,33%), infrastrutture (19,87%) e ambiente 18,11%). Al Sud lavoro (30,24%), economia 22,55%), Mezzogiorno (16,11%). Sulle isole di infrastrutture (27,14%), lavoro (24,32%), economia (20,11%). “Le conversazioni social analizzate riflettono l'incertezza economica globale, con preoccupazioni per l'inflazione, il costo della vita e il futuro del lavoro – la lettura di Tiberio Brunetti, imprenditore, analista politico e fondatore di Vis Factor -. C'è un dibattito acceso sulle politiche economiche dell'Ue, con alcuni che chiedono un maggiore intervento pubblico e il sentiment è generalmente negativo sulle prospettive economiche a lungo termine. Si nota un forte sostegno all'azione per contrastare il cambiamento climatico, con molti utenti che chiedono all'Ue di fare di più".
Le politiche green, in tema d'Europa, sono uno dei 'dossier' capaci di attrarre l'attenzione della Rete. "A questo proposito – spiega ancora Brunetti – il Green Deal è visto come un passo nella giusta direzione, ma emerge preoccupazione per il suo impatto sull'economia e sulle comunità rurali. Le proteste degli agricoltori evidenziano la necessità di trovare un equilibrio tra la protezione dell'ambiente e la tutela degli operatori del settore. Infine l'immigrazione: un tema controverso, con opinioni forti e divergenti: c'è preoccupazione per l'impatto sull'economia, sulla sicurezza e sulla cultura. Si discute molto sulla necessità di un'equa distribuzione dei migranti tra i diversi stati membri dell'UE e il sentiment è generalmente negativo, con alcuni utenti che chiedono un controllo più rigoroso dell'immigrazione e altri che promuovono una maggiore accoglienza e integrazione". Per il fondatore di Vis Factor, "di queste indicazioni devono tener conto i partiti se vogliono mobilitare gli elettori al voto. Quello dell'affluenza è il grande tema che resta sullo sfondo: se i leader agganceranno le proprie campagne ai temi portanti delle discussioni sull'Europa si riuscirà a far decollare il dibattito e coinvolgere gli italiani se, diversamente, come sembra dalle prime avvisaglie, i temi saranno concentrati sulla contingenza politica italiana, il rischio è quello di allontanare ulteriormente gli italiani dalle urne e confermare il trend negativo che è tra i peggiori dei Paesi Ue", conclude Brunetti. L'analisi di Vis Factor è stata realizzata prendendo in considerazioni le conversazioni social generate dagli utenti in relazione all'Europa in vista delle elezioni europee all'orizzione, a giugno 2024. Al fine di analizzare la semantica, il sentiment e le emozioni sono stati monitorati post e commenti dal 17 gennaio al 14 febbraio 2024 su X, Instagram, Threads e Facebook. Nel corso del periodo considerato, le menzioni rilevate sul tema Europa sono state circa 12.600, con 3 milioni e 200mila interazioni generate. —[email protected] (Web Info)
Schillaci: “Ssn tra i migliori al mondo ma dopo 45 anni serve revisione”
(Adnkronos) – "Io credo che il nostro Ssn, che rimane uno dei migliori del mondo, abbia bisogno di una revisione perché sono passati 45 anni. Nel frattempo è cambiato il mondo della salute, c'è tanta innovazione tecnologica che va seguita, soprattutto c'è una popolazione che per fortuna vive di più ma vive spesso affetta da malattie cronico-degenerative. Per questo motivo bisogna da subito investire in prevenzione, vedere la spesa sanitaria non come una spesa ma come un investimento nel futuro della salute dei cittadini e soprattutto sfruttare al meglio i fondi che ci sono del Pnrr per avere finalmente una medicina territoriale affidabile e puntare sulla telemedicina e su tutto ciò che riguarda le nuove possibili terapie”. Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci a margine dell'evento ''Un grande impegno per la salute", promosso dal ministero della Salute oggi a Bari. "Sulla sicurezza dei medici e degli operatori sanitari – continua il ministro- siamo già intervenuti lo scorso anno nel cosiddetto Decreto bollette aumentando le pene per chi commette atti violenti contro gli operatori sanitari. Io credo però, e l’ho sempre detto, che non è solo un problema di pene, è un problema culturale. Quando una persona si rivolge a un medico, a un infermiere, deve capire che chi indossa un camice bianco sta offrendo aiuto e cure. Ad allarmare è anche il dato di genere: il 70% delle aggressioni, anche verbali, contro gli operatori sanitari, colpisce le donne. Quindi è qualcosa di inaccettabile, di indicibile che va affrontato, anche dal punto di vista culturale”. "La carenza di personale – sottolinea il ministro- è un tema sentito nei prossimi tre anni, soprattutto come sapete per quanto riguarda i medici ci sarà la cosiddetta gobba pensionistica. Stiamo lavorando su questo. Vorremmo entro quest’anno abolire il tetto di spesa assunzionale che da anni esiste e che nessuno, da 15 anni ha mai pensato di abolire. Questa è una delle prime intenzioni che abbiamo, sulle quali stiamo lavorando, nel primo giorno che ci siamo insediati al ministero". "Analogo problema, ancora più grave – ha aggiunto Schillaci – se guardate i dati Ocse, riguarda il personale infermieristico che manca non solo in Italia ma anche negli altri Paesi, come il Giappone e gli Stati Uniti. Quindi credo che lì sarà necessario cercare di far venire i professionisti dall'estero" ma "lavorare anche in modo che il mestiere così importante dell'infermiere venga rivalutato, tenendo conto che oggi sono persone che studiano spesso tre anni o cinque anni e che quindi meritano un'attenzione particolare sia in termini economici che in dimensioni lavorative” . La sanità oggi spesso è una sanità con le luci ombre, non solo in Puglia ma in tante altre Regioni italiane. Quindi io spero vivamente, nell'interesse di tutti i cittadini, che le Regioni che magari facciano di più, riescano a superare questi problemi che ci sono, di natura spesso organizzativa. E ribadisco ovviamente che da parte del Ministero c'è sempre attenzione e disponibilità nell'interesse soprattutto, ripeto, di chi vive in determinate Regioni e dare il supporto qualora richiesto". Conclude Schillaci “Il pronto soccorso – continua- dall'inizio è stato un oggetto della nostra azione di governo. L'anno scorso, nel decreto Bollette abbiamo aumentato l'indennità per il pronto soccorso” come “un lavoro usurante, questo vuol dire avere ovviamente un vantaggio pensionistico per tutti gli operatori del pronto soccorso. Ma il disagio che si vive al pronto soccorso può essere superato solo rafforzando la medicina territoriale. Bisogna offrire alle cittadine e ai cittadini la possibilità, quando hanno un problema, di non andare solo al pronto soccorso. Su questo ci sono gli investimenti importanti del Pnrr per la medicina territoriale. La sfida è proprio far sì che finalmente possiamo avere una medicina territoriale efficiente, che è stato il vero tallone d'Achille dell'Italia durante la pandemia. Questo ridurrà sicuramente anche l'accesso al pronto soccorso”. Sulle liste d'attesa, il ministro ricorda: “Intanto dobbiamo avere i dati, dobbiamo sapere con accuratezza, su questo stiamo lavorando con il Ministero, con Agenas per avere finalmente i dati. In questo ci devono aiutare le regioni sul vero tempo di attesa per alcune prestazioni, perché se noi vogliamo agire in maniera efficace dobbiamo capire quali prestazioni in quali siti hanno una lista d'attesa che è inaccettabile”. Bisogna che “nelle regioni ci sia un unico gruppo di prenotazione regionale – ha ricordato il ministro – che metta insieme la sanità pubblica e la sanità privata convenzionata. Poi è importante, credo, anche la presa in carico del singolo paziente: non deve essere il paziente a cercare la prestazione”. "Infine abbiamo necessità assoluta, in questo forse ci può aiutare anche l'intelligenza artificiale, di avere una migliore appropriatezza prescrittiva, perché – ha concluso – noi dobbiamo fare nei tempi utili gli esami necessari a chi ne ha veramente bisogno”. Infine .“Il G7 della salute si svolgerà ad Ancona nella seconda settimana di ottobre. Abbiamo tematiche molto importanti. Intanto daremo spazio anche all'interno del G7 all'intelligenza artificiale che è uno dei topic più importanti. Ci occuperemo di ‘preparedness’, cioè di possibili emergenze perché su questo c'è un lavoro già iniziato nel G7 precedente, che era stato condotto dal Giappone, per far capire come poi i sistemi sanitari siano interconnessi tra di loro: se c'è un'emergenza non può che essere un'emergenza globale”. Tra i temi al centro dell’attenzione spicca “l’antimicrobicoresistenza che è la vera pandemia, non del domani, ma dell'oggi, e sul quale bisogna intervenire e agire rapidamente. E parleremo poi anche di innovazione tecnologica perché è un problema che riguarda sia l'uomo che l'animale. Su questo, ha ricordato il ministro, “l'anno scorso abbiamo messo molti soldi oltre 50 milioni. Questa è la vera sfida da affrontare da subito perché è quella che tanti chiamano la pandemia silente sul quale però dobbiamo avere da subito delle risposte concrete”. A tale proposito il ministro ha ricordato la necessità di “un discorso culturale importante”. Infine, in chiusura, Schillaci ha richiamato l’attenzione sulla necessità di “fare uno sforzo comune – il governo, le regioni – per dare una risposta ai cittadini”. —[email protected] (Web Info)
Sud, Gemmato: “Dal Governo impulso a rilancio con Zes unica Mezzogiorno”
(Adnkronos) – “La strategia del Governo Meloni per il rilancio del Sud ha dato nuovo impulso all’attrazione degli investimenti privati anche grazie alla scelta di istituire la Zes (Zone economiche speciali, Ndr) unica del Mezzogiorno, che estende le agevolazioni fiscali e le semplificazioni procedurali e normative dalle aree retroportuali delle precedenti 8 Zes a tutto il territorio del Sud Italia. L’istituzione della Struttura di Missione Zes presso la presidenza del Consiglio dei ministri consente di promuovere in modo organico e complessivo la visione di sviluppo del Sud, pur nella specificità dei singoli territori, assicurata dal disegno della Cabina di regia Zes, dove è prevista la presenza di tutte le regioni del Mezzogiorno, garantendo così una voce significativa alle singole vocazioni territoriali nel processo decisionale sulle scelte strategiche fondamentali. Come già fatto per il Pnrr e con le risorse europee e nazionali delle politiche di sviluppo e coesione, il Governo continuerà a lavorare per riallocare efficientemente ed assegnare tutte le risorse disponibili, individuando, per tutti i settori e gli ambiti territoriali scoperti, le più opportune misure finanziarie e soprattutto attuative necessarie ad assicurare nei fatti, in non solo sulla carta, la riduzione dei divari territoriali nelle dotazioni infrastrutturali”. Così Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute, intervenendo oggi a Bari, nel coso di ‘Un grande impegno per la salute’, evento di approfondimento sulle tematiche e sul futuro della sanità nel nostro Paese. “Con il ministro Schillaci – continua Gemmato – abbiamo oggi verificato punte di eccellenza e al contempo criticità ancora da colmare nell’assistenza sanitaria pugliese e siamo qui a testimoniare la piena collaborazione per dare alla Puglia e al Sud l’offerta di salute equa e omogenea che merita, sancita dalla nostra Costituzione e dovuta a tutti i cittadini italiani”. Sui finanziamenti in sanità, non è stato fatto “nessun taglio dal Governo, ma” si è puntato alla “valorizzazione del personale sanitario e abbattimento liste d’attesa. L’applicazione dei nuovi criteri di riparto del Fondo sanitario nazionale (Fsn) per il 2023 “hanno spostato alle Regioni del Sud 220 milioni di euro”. Sulla legge di Bilancio 2024, per quest’anno “si sommano 3 miliardi di euro ai precedenti 2,3 miliardi già stanziati per un totale di 5,3 – ha elencato il sottosegretario – 4 miliardi di euro per l’anno 2025, si sommano ai 2,6 miliardi già previsti, per un totale di 6,6 miliardi di euro; 4,2 miliardi di euro per l’anno 2026” si aggiungono “ai 2,6 miliardi già previsti, per un totale di 6,8 milioni di euro. Fondo sanitario nazionale raggiunge la cifra totale di 134 miliardi di euro per il solo 2024”. Sulle liste d'attesa “abbiamo spostato lo 0,3% del livello di finanziamento indistinto del Fondo sanitario nazionale per il 2023 e lo 0,4% per il 2024”. Sulla gestione della sanità pubblica “non abbiamo un approccio ideologico – ha detto Gemmato – perché il privato convenzionato è comunque, per quanto riguarda il cittadino, come se fosse il pubblico: ciò che dobbiamo garantire è l'universalismo del nostro sistema sanitario così come previsto nell'articolo 32 della nostra Costituzione, cioè l'accesso gratuito e veloce alle cure. Al cittadino poco interessa o importa che i quattrini vengano dati dal privato convenzionato e dal pubblico”. Sulla riforma dell'Aifa sottosegretario ha sottolineato: “L'Agenzia del farmaco aveva, diciamo, una stortura: il direttore generale e il presidente del Consiglio di amministrazione. La responsabilità legale non era in mano al presidente del Cda ma al direttore generale. Ciò provocava sostanzialmente un cortocircuito e abbiamo avuto per anni un'Aifa ingessata. Questo Governo si è assunto la responsabilità di rinnovarla, abolendo le due figure e unendole nella sola figura del presidente del Cda, che è il professor Palù. E insieme ha fatto un altro snellimento delle due commissioni, quella tecnico-scientifica e quella economica, commissione prezzi, è stata unificata in un'unica commissione proprio per rendere maggiormente performante la nostra Aifa, che significa riuscire ad autorizzare all'emissione in commercio – la cosiddetta IC – tanti farmaci e quindi a dare strumenti di cura agli italiani importanti, oltre ad essere attrattivi per l'industria farmaceutica”. Dalla commissione d'inchiesta Covid – ha continuato- appena istituita ci aspettiamo innanzitutto un contributo di verità. Durante la pandemia del coronavirus tante sono state le storture. A Bari i costi per l'ospedale in Fiera" realizzato per le maxi-emergenze, "sono triplicati dagli iniziali 7-8 milioni di euro. Io da parlamentare, nella scorsa legislatura, ho presentato due interrogazioni per far luce anche su mascherine e presidi sanitari che arrivarono all'epoca dalla Cina. Sicuramente era un momento complicato: tuttavia, bisogna capire se in questi momenti particolari c'è stato chi ha sbagliato, se c'è chi ne ha approfittato verificando e validando illeciti guadagni”. “C'è tanta oscurità che immagino una commissione di inchiesta parlamentare può contribuire a risolvere, non sostituendosi evidentemente alla magistratura – ha precisato Gemmato – ma ampliando il raggio di azione, portando in Parlamento il dibattito e capire cosa si è fatto di sbagliato per non ripetere eventuali errori in futuro”. Sulla scelta della presidenza italiana della Puglia come sede del G7 per il 2024 ha dichiarato: “Il primo ministro Giorgia Meloni ha scelto la Puglia come sede del G7 e ciò significa che la Puglia diventerà centrale del mondo. Di questo siamo felicissimi: però dobbiamo riuscire ad agganciare e a dare centralità alla nostra comunità scientifica e continuare in quel rapporto di saldatura tra ministero, comunità scientifica e mondo produttivo con particolare riferimento alla farmaceutica”. .Rafforzamento dei servizi sanitari, prevenzione e approccio One Health sono i temi al centro del dibattito che vedono la Puglia scenario privilegiato. “La Presidenza Italiana raccoglie il testimone delle presidenze precedenti – sottolinea il sottosegretario – in particolare continuando ad affrontare il tema fondamentale dell’Architettura Globale della Salute” per rafforzare i servizi. “Abbiamo condiviso la necessaria centralità dell’approccio One Health per una maggiore integrazione tra salute umana, animale e tutela dell’ambiente e l’urgenza di contrastare l’antimicrobico resistenza. Altre tematiche centrali che ci vedranno impegnati riguardano la sanità digitale e l’intelligenza artificiale, strumenti con una grande potenzialità per ridurre le disuguaglianze e migliorare – conclude – l’assistenza territoriale”. A tale proposito è previsto un evento dedicato proprio a Bari. —[email protected] (Web Info)
Sondaggi politici: cala la maggioranza di governo
Nuove rilevazioni politiche, cala leggermente la maggioranza di governo.
Ecco chi sale e chi scende, stando alla Supermedia di Youtrend per Agi.
Fratelli d’Italia scende al 28,1% (-0,5%), la Lega: è all’8,3% (-0,2%), Forza Italia va al 7,5%, guadagnando lo 0,1% , il Partito democratico: va al 19,7% con mezzo punto in più dall’ultima rilevazione.
Il Movimento 5 stelle resta al 16,2% senza variazioni. Non si muovono nemmeno l’Alleanza Verdi-Sinistra (3,9%) e +Europa (2,5%). C’è un passo avanti per Azione di Carlo Calenda, che sale al 4,1% guadagnando tre decimi, mentre cala leggermente Italia viva di Matteo Renzi: 3%, un decimo in meno.
Tra i partiti non presenti in Parlamento, Italexit è all’1,6% stabile mentre Unione popolare di Luigi De Magistris sale all’1,3% (+0,1%).
Bodycam ai medici contro le aggressioni, la sperimentazione a Salerno
(Adnkronos) – Una bodycam come quelle già in uso nelle forze di polizia, che riprende quello che accade davanti all'operatore o soccorritore sanitario che la indossa. L'Asl Salerno ha lanciato l'iniziativa sperimentale per gli operatori dei reparti di psichiatria, per l'emergenza e per la medicina penitenziaria. "L'obiettivo è investire nella sicurezza dotando gli operatori dei reparti di psichiatria (Spdc), della rete del 118 e dei professionisti della medicina penitenziaria di camere dedicate alla sicurezza dei professionisti aziendali", annuncia l'azienda sanitaria. Un progetto sperimentale coordinato da Anna Bellissimo, direttore Uoc Rischio clinico, e da Aristide Tortora, direttore Uoc Servizio di Prevenzione e Protezione, che distribuirà nei prossimi mesi ed entro giugno 500 videocamere indossabili per gli operatori dei servizi aziendali. "Investiamo diffusamente in tecnologia anche per supportare e difendere i professionisti aziendali e gli assistiti dal rischio di aggressione", ha affermato il direttore amministrativo Germano Perito. Secondo l'Asl di Salerno, "la sicurezza in ambito sanitario è infatti essenziale per preservare il benessere degli operatori sanitari e degli assistiti, al fine di garantire l'ambiente di lavoro e per ridurre i costi indiretti degli episodi di violenza contro i professionisti sanitari. Le bodycam sono una delle risposte messe in campo dall'azienda per la gestione sicura di situazioni critiche per la prevenzione di potenziali incidenti". Il progetto sperimentale arriva dopo la richiesta della Cisl Fp che lo scorso anno aveva chiesto un intervento su questo fronte: "A causa delle ripetute aggressioni a carico del personale sanitario, la bodycam può rappresentare un buon deterrente", evidenziava il sindacato. "Spesso capita che l'ambulanza e l'automedica raggiungano un target prima della Polizia locale o dei Vigili del fuoco. Quindi avere una bodycam che dia alla centrale operativa una visione della situazione o una serie di elementi valutativi non è una cosa da sottovalutare – sottolineava la Cisl Fp – La radio è fondamentale, ma spesso non basta. Pensiamo a situazione dove ci sono reati o in un incidente stradale". Le bodycam "sono un deterrente, oggi l'aggressività contro gli operatori sanitaria è alta. E' chiaro che questi dispositivi non saranno indossati nei reparti ma nelle zone dove oggi accadono i maggiori episodi di violenza ovvero gli spazi fuori dai dipartimenti dove sostano i familiari, ci saranno cartelli che avvertiranno la popolazione della presenza di operatori con la bodycam. E la stessa cosa ci sarà per i servizi del 118 quando escono con l'ambulanza, anche qui saranno avvertiti i cittadini. L'aggressività psicopatologica è una fattore di rischio per noi psichiatri che lavoriamo nei Spdc, Servizio psichiatrico di diagnosi e cura, come per un radiologo può essere quello della medicina nucleare", spiega all'Adnkronos Salute Giulio Corrivetti, psichiatra del dipartimento di Salute mentale di Nocera (Asl di Salerno) e segretario Società italiana di psichiatria sezione Campania, che ha collaborato al progetto sperimentale delle bodycam per gli operatori sanitari che l'Asl di Salerno ha presentato. "La sperimentazione che faremo nella Asl di Salerno tutelerà la privacy anche perché in altre situazione di rischio devono intervenire – se c'è un rischio – le guardie giurate, ad esempio durante una visita o un consulto", conclude Corrivetti. La sperimentazione lascia tiepido Fabio De Iaco, presidente della Simeu (Società italiana di Medicina di emergenza urgenza). "Non possiamo trasformarci in poliziotti. Per aumentare la sicurezza degli operatori, credo che la strada sia la prevenzione e un lavoro anche culturale, altrimenti il prossimo passo – come qualcuno vorrebbe – è dotarci di teaser", chiosa De Iaco, ricordando che il 12 marzo è la Giornata contro la violenza sui sanitari. Il progetto incassa il plauso del presidente della Sis118 Mario Balzanelli. "L'impiego delle videocamere a bordo dei mezzi e delle divise del personale del Sistema di emergenza territoriale 118 è prezioso non solo per prevenire le aggressioni, che purtroppo si registrano, ancora frequentemente, in varie realtà regionali. Ma lo è anche al fine di consentire un collegamento visivo e operativo diretto della Centrale operativa 118 con ciò che succede durante la gestione dei vari interventi di soccorso, a partire da quelli caratterizzati da maggiore severità e complessità clinica, in particolare quando l'ambulanza è priva di personale medico, rappresentando un prezioso supporto alle attività di valutazione e di gestione complessiva dell'intervento". Per Balzanelli, "in tale contesto, l'impiego delle bodycam nel Sistema di emergenza territoriale 118 può diventare, a livello nazionale, standard operativo in grado di assicurare maggiore qualità ed appropriatezza del soccorso". —[email protected] (Web Info)
Disabilità. “Dopo i tagli in Lombardia scendiamo in piazza”, dalle famiglie lettera al Governo
(Adnkronos) – "Scenderemo in piazza per difendere i nostri diritti". Lo annunciano le associazioni che rappresentano le persone con disabilità e le loro famiglie. La mobilitazione parte in Lombardia, dove dagli ultimi giorni del 2023 è salita la tensione con la Regione per via di una delibera che prevede riduzioni a partire da giugno di quest'anno per le misure B1 e B2 per la disabilità grave e gravissima, che rappresentano un contributo mensile per l'assistenza. "Se entro il 29 febbraio non riceveremo impegni certi rispetto alla sostanziale modifica della Dgr 1669 del 28 dicembre 2023, a marzo manifesteremo sotto Palazzo Lombardia", informano le associazioni. E oltre 100 di queste realtà (alcune riunite in comitati e federazioni) hanno anche inviato una lettera al Governo, indirizzata al premier Giorgia Meloni, e ai ministri di riferimento Marina Calderone (Politiche sociali), Alessandra Locatelli (Disabilità) e Orazio Schillaci (Salute). Le richieste sono: "Prorogare l'entrata in vigore dell'implementazione dei Leps (Livelli essenziali delle prestazioni sociali) prevista dal Piano nazionale per la non autosufficienza, per garantire la continuità degli interventi di assistenza indiretta già previsti, e allo stesso tempo specificare cosa il Piano nazionale impone e cosa no, perché oggi non è chiaro, così come non risulta chiaro il perché solo una Regione su 20 abbia programmato un taglio dei contributi economici; prevedere un adeguato aumento del Fondo nazionale per la non autosufficienza (Fna); costruire il nuovo Piano nazionale (quello attuale è in scadenza nel 2024) attraverso interlocuzioni con tutti gli stakeholder, in particolare con le associazioni di familiari che non possono rimanere escluse dal confronto", si legge nella lettera. In Lombardia, spiegano le famiglie, "le misure di assistenza indiretta B1 e B2 rappresentano un sostegno essenziale per le noi, sono finanziate con il fondo Fna e con fondi regionali. Le associazioni, dopo il respingimento della mozione che chiedeva l'annullamento dei tagli e le lettere inviate sia al ministero delle Politiche sociali che all'assessorato regionale competente, non hanno ricevuto alcun impegno, rassicurazione, notizia da parte di alcuno, né sull'eventuale richiesta di proroga dell'attuazione del Piano nazionale non autosufficienza, né tantomeno sull'implementazione dei fondi regionali che consentirebbero di annullare i tagli medi dei contributi del 32% per la misura B1 (con punte del 47%) e del 75% per la misura B2 per i caregiver, previsti dall'1 giugno 2024, che avrebbero conseguenze devastanti sulla quotidianità delle famiglie". "Ribadiamo – continuano le famiglie – che nessuna Regione italiana ad oggi, oltre la Lombardia, ha 'interpretato' i dettami del Piano nazionale in maniera tanto penalizzante per i caregiver familiari conviventi. Il contributo economico indiretto non è e non sarà mai alternativo ai servizi erogati in forma diretta, peraltro assolutamente inadeguati come segnalato praticamente dalla totalità dei Comuni capoluoghi lombardi. Nell'ambito del progetto di vita individuale e partecipato, così come sottolineato dalla Convenzione Onu (ratificata dall'Italia nel 2009), la libertà di scelta tra assistenza diretta e indiretta è un principio cardine da rafforzare e non da eliminare". Le famiglie chiedono dunque una "modifica sostanziale della delibera 1669", fondi adeguati "per consentire di non modificare gli importi dei contributi odierni, ma semmai di aumentarli", e fra i punti evidenziati come urgenti inseriscono la "rimodulazione del sistema di offerta di servizi. Offerta che ad oggi riteniamo assolutamente inadeguata in quanto eccessivamente standardizzata e non in linea con i reali bisogni individuali, sia per quello che concerne servizi sanitari e sociosanitari, sia per quello che concerne quelli prettamente sociali". Per le associazioni è necessario "un tavolo di lavoro" che le includa, "affinché si possa costruire insieme un percorso che vada nella direzione della costruzione e implementazione dei Leps, senza penalizzare l'assistenza indiretta che deve rimanere un punto fermo. Non ci accontenteremo di soluzioni temporanee e non condivise. E confidiamo che le nostre richieste siano prese in considerazione". Per difendere i diritti dei propri cari con disabilità, le famiglie spiegano di essere pronte a manifestare, "chiedendo la massima partecipazione non solo alle famiglie coinvolte, ma anche ad altre realtà associative, istituzioni, media e a tutta la società civile". E mobilitando "anche le altre Regioni". Concetto ribadito nella lettera al Governo, dove le associazioni sottolineano con forza che "le persone con disabilità vanno messe in condizione non solo di poter pensare e quindi decidere in libertà e tranquillità come vivere, da chi essere eventualmente assistiti, in quale luogo e in che misura, ma anche di avere sogni e desideri". —[email protected] (Web Info)












