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Caso Yara, difesa Bossetti sconfitta in ricorso Cassazione: niente analisi sui reperti

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(Adnkronos) – La difesa di Massimo Bossetti, condannato in via definitiva per l'omicidio di Yara Gambirasio esce sconfitta dal ricorso in Cassazione. La difesa non potrà analizzare i reperti della vittima, ma solo prenderne visione. Lo hanno stabilito i giudici della Corte Suprema dopo che i legali Claudio Salvagni e Paolo Camporini aveva presentato un ricorso straordinario per poter mettere le mani – per la prima volta – sugli abiti della 13enne ginnasta di Brembate (leggings, slip, scarpe, felpa e giubbotto) e sul Dna che è la prova regina contro Bossetti. Nell'ultimo ricorso la difesa evidenziava come, nella sentenza depositata il 26 luglio del 2023, i giudici della Cassazione avevano giustamente sottolineato come l'autorizzazione all'esame dei reperti "deve ritenersi irrevocabile, valida, vigente, intangibile e non può essere in alcun modo discussa", ma avevano commesso un "evidente errore di fatto" facendo sì riferimento al provvedimento del 27 novembre 2019 – emesso dal presidente del tribunale di Bergamo – ma inserendo "erroneamente" la 'nota' del 2 dicembre 2019 (indirizzata esclusivamente all'Ufficio corpo di reati e non alla difesa).  Nota, e non decisione, in cui lo stesso giudice orobico aveva 'rettificato' la decisione di soli cinque giorni prima precisando "che l'autorizzazione concerne la mera ricognizione dei corpi di reato (…) rimanendo esclusa qualsiasi operazione di prelievo o analisi degli stessi". In sintesi, a poche ore di distanza, il giudice aveva corretto se stesso e non era più possibile toccare gli abiti di Yara, né provare a ottenere nuove risposte dai campioni di Dna. Un dietrofront inaccettabile per la difesa di Bossetti che nel ricorso, estremamente tecnico e con più richiami a sentenze delle Sezioni Unite, rimarcava come un giudice non può contraddire una precedente decisione e che andava dunque ribadita la correttezza della pronuncia della Cassazione con riferimento alla decisione del novembre 2019 nel punto in cui consentiva l'analisi dei reperti, in particolare di quelli biologici, e non solo la visione. Oggi la Cassazione ha deciso, invece, che ai legali del condannato non resta che vedere, e non toccare, gli elementi che hanno contribuito alla condanna all'ergastolo di Bossetti. La palla ora, salvo sorprese, passa nuovamente a Bergamo che dovrà fissare una data per consentire alla difesa la visione dei reperti di Yara Gambirasio. "Quello che è successo è una cosa gravissima: da domani potremmo dire che Gesù è morto di freddo. Nel provvedimento autorizzativo c’è scritto una cosa, la Cassazione inizialmente ci dà ragione e oggi fa marcia indietro e questa è una grave violazione del diritto, a mio giudizio". Claudio Salvagni, difensore di Bossetti, interpellato dall'Adnkronos non trattiene la delusione dopo il no all'esame dei reperti. "O il provvedimento del 27 novembre scorso 2019 è un falso storico oppure oggi è stato stravolto il diritto perché è stato permesso che una 'nota' interna possa modificare un provvedimento ufficiale. E' come se un giudice emette una sentenza e cinque giorni dopo decide di cambiarla, non è possibile oppure si sconfina nell'arbitrio" aggiunge. In attesa delle motivazioni sulla decisione (i tempi dovrebbero essere rapidi), l'avvocato Salvagni non esclude di rivolgersi alla Corte di giustizia europea.  "Posso tornare a rivolgermi al tribunale di Bergamo e chiedere dopo 5 anni di analizzare nuovamente i reperti, ma dopo il 'no' che ho ricevuto lì è piuttosto plausibile pensare che quella autorizzazione non è nemmeno nel ventaglio delle possibilità. Più ricevo dei 'no' e più mi convinco dell'innocenza di Bossetti e della necessità di tenerci lontano da quei reperti, ma io non mollo. Non escludo, dopo aver letto attentamente le motivazioni della Cassazione, il ricorso alla Corte europea per avere una giustizia che per me ancora manca" conclude Salvagni.   —[email protected] (Web Info)

Gogna online e nella vita reale per 16enne, denunciato un tiktoker

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(Adnkronos) – Un 16enne subisce una gogna online e poi nella vita reale, denunciato tiktoker napoletano. Videogame e social media sono sempre più interconnessi. La frontiera del gioco online, del “multiplayer” è ormai sdoganata. Milioni di videogiocatori si fronteggiano ogni giorno in un ambiente virtuale utilizzando avatar personalizzati, riunendosi in comunità, interagendo in un mondo sempre più coinvolgente e avvolgente. E proprio dai pixels di un noto gioco multiplayer che emerge la storia di una vera e propria gogna, di una persecuzione che attraversa il confine tra il mondo virtuale e quello reale. Comincia tutto con una discussione. Un 16enne – hanno ricostruito i carabinieri – litiga nel videogioco con un altro utente e viene bersagliato da insulti e minacce. Da quel momento messaggi denigratori e insulti diventano parte integrante della sua interazione virtuale. Gettano ombre sulla sua esperienza di gioco e alimentano un crescente senso di isolamento. Messo alla berlina prima da un solo player e poi da altri, il minore decide di abbandonare definitivamente il gioco e di parlarne ai genitori. 
A promuovere la campagna denigratoria nei confronti del minorenne un 25enne di Melito di Napoli, tiktoker con migliaia di followers, identificato e denunciato dai carabinieri. Qualche giorno prima, sulla scrivania dei militari della stazione di San Sebastiano al Vesuvio era arrivata una denuncia per atti persecutori. Il giovane, accompagnato dal padre, aveva raccontato che le ostilità dei videogiocatori, verosimilmente guidati e fomentati dal tiktoker 25enne, erano continuate anche nel mondo reale. Messaggi minatori, insulti telefonici e un vero bombardamento sui social media avevano innescato nel 16enne il timore di ritorsioni ben più dolorose. I carabinieri hanno unito le tessere del mosaico e identificato il 25enne, noto sui social per un affollato profilo dove condivide quotidianamente contenuti video. Lo hanno denunciato per atti persecutori.  —[email protected] (Web Info)

Ucraina, “feroci battaglie” ad Avdiivka: russi avanzano verso centro città

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(Adnkronos) – "Feroci battaglie" si stanno svolgendo all'interno di Avdiivka, nell'est dell'Ucraina. Lo ha indicato sui social un comandante militare ucraino, mentre le forze di Mosca si avvicinano al centro industriale della città. "Le nostre truppe stanno utilizzando tutte le forze e i mezzi disponibili per frenare il nemico", ha dichiarato il generale Oleksandr Tarnavskiy, aggiungendo che "nuove posizioni e potenti fortificazioni continuano ad essere preparate, tenendo conto di tutti gli scenari possibili" ovvero anche un possibile ritiro.  Fitta agenda di impegni intanto per il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, oggi in Germania per la sua seconda visita ufficiale nel Paese dall'inizio dell'invasione russa. Il leader ucraino vedrà il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, con il quale è prevista la firma di un accordo sulla sicurezza legato alle decisioni prese dai capi di Stato e di governo durante il vertice della Nato che si è tenuto a Vilnius a luglio. A Berlino, Zelensky incontrerà anche il presidente tedesco, Frank-Walter Steinmeier, prima di volare a Parigi dove è atteso per un faccia a faccia con Emmanuel Macron. Anche con il leader francese è prevista la firma di un accordo bilaterale sulla sicurezza. Sabato, infine, Zelensky interverrà alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco e avrà una serie di incontri bilaterali, tra cui uno con la vice presidente degli Stati Uniti, Kamala Harris. Il numero dei civili feriti nel bombardamento di Belgorod di ieri è salito a 19 perché una persona ha cercato assistenza medica più tardi. Lo ha scritto su Telegram il governatore dell'oblast russo Vyacheslav Gladkov, aggiungendo che quattro persone – due adulti e due bambini – sono state inviate a Mosca per cure, mentre due pazienti sono ricoverate a Belgorod in terapia intensiva, in gravi condizioni. I militari russi hanno ucciso un prete ucraino, Stepan Podolchak, nella città di Kalanchak, nella parte dell'oblast di Kherson occupata da Mosca. Lo ha riferito l'amministrazione militare della città, aggiungendo che Podolchak era stato rapito da casa sua due giorni prima. Secondo Suspilne, il prete aveva continuato a svolgere servizi in lingua ucraina sotto l'occupazione russa e aveva rifiutato di essere trasferito per lavorare sotto il Patriarcato di Mosca. ''La posizione della Gran Bretagna rispetto al confitto in Ucraina ancora è più aggressiva di quella degli Stati Uniti''. Lo ha sostenuto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov aggiungendo che ''non c'è dubbio che l'Occidente ci ha dichiarato guerra'' e ''sta aiutando gli ucraini nei loro attacchi contro obiettivi russi''.  Lavrov ha aggiunto che ''gli istruttori occidentali stanno osservando il modo in cui lo Stato Maggiore dell'Ucraina effettua la sua pianificazione, aiuta a raggiungere gli obiettivi, ne siamo già sicuri al 100%''. Il ministro degli Esteri russo ha quindi sostenuto che ''in guerra l'elemento principale è la strategia e le strategie non sono a Kiev, ma lontano". —internazionale/[email protected] (Web Info)

Netanyahu: “Stato palestinese? Non accettiamo diktat”. Continua operazione a Khan Younis

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(Adnkronos) – "Israele respinge senza riserve i diktat internazionali" sul riconoscimento di uno Stato palestinese e ritiene che tale accordo possa essere "raggiunto solo attraverso negoziati diretti tra le parti, senza precondizioni". Così sul social X il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, dopo un nuovo colloquio sulla guerra a Gaza con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.  "Israele continuerà ad opporsi al riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese – ha aggiunto Netanyahu -. Tale riconoscimento all'indomani degli attacchi del 7 ottobre rappresenterebbe un premio enorme per il terrorismo, come non ne abbiamo mai visti, e impedirebbe qualsiasi futuro accordo di pace". Nel nuovo colloquio tra il presidente Usa e il primo ministro israeliano, riporta la Casa Bianca, Biden ha parlato della situazione a Rafah e ha ribadito che un'operazione militare non dovrebbe procedere senza un piano credibile ed eseguibile per garantire la sicurezza ai civili della città nel sud della Striscia di Gaza. Il presidente e Netanyahu hanno discusso anche dei negoziati sugli ostaggi in corso. Biden ha ribadito il suo impegno a lavorare "instancabilmente" per ottenere il rilascio di tutti gli ostaggi il prima possibile, riconoscendo la loro situazione spaventosa dopo 132 giorni di prigionia nelle mani di Hamas. Il presidente ed il primo ministro hanno discusso anche della situazione a Gaza e dell'urgenza di garantire che gli aiuti umanitari arrivino ai civili palestinesi che ne hanno disperato bisogno. Prosegue intanto l'operazione delle Forze di difesa israeliane nell'ospedale Nasser di Khan Younis a seguito di notizie di intelligence riguardanti la possibile presenza di ostaggi all'interno. Lo riporta Haaretz, mentre dall'ospedale fanno sapere che i generatori elettrici non funzionano più e che la vita di diversi pazienti, inclusa quella di tre bambini nati prematuri e di sei ricoverati in terapia intensiva, è a rischio. Le forze israeliane avrebbero preso d'assalto il reparto maternità dell'ospedale, riporta al Jazeera. In una dichiarazione su Telegram, il ministero della Sanità di Gaza controllato da Hamas ha inoltre affermato che le truppe avrebbero costretto donne e bambini a lasciare l'unità senza effetti personali. I soldati avrebbero anche fatto irruzione nell'edificio amministrativo del complesso. Ieri sera, il ministero ha affermato che l'ospedale "è diventato una base militare". Ha inoltre riferito che centinaia di pazienti e membri del personale sono stati trasferiti in un vecchio edificio nel complesso ospedaliero, dove scarseggiano cibo, acqua e latte per i bambini. Il portavoce delle Idf, Daniel Hagari, ha precisato che un "terrorista" arrestato ha rivelato durante l'interrogatorio che in passato al Nasser erano stati tenuti degli ostaggi, confermando le informazioni date da alcuni degli ostaggi liberati. Un quarto paziente sarebbe intanto morto, rende noto il ministero della Sanità di Gaza. Tre pazienti sono morti durante la notte a seguito dell’incursione nell’ospedale, l’ultima di una serie di attacchi contro strutture mediche che ospitano migliaia di pazienti, sfollati e personale sanitario e dove, secondo Tel Aviv, si nasconderebbero anche militanti di Hamas. Gli Stati Uniti hanno avviato un’indagine indipendente su due sparatorie da parte delle forze di sicurezza israeliane, che avrebbero ucciso ragazzi palestinesi-americani in Giudea e Samaria il mese scorso. Investigatori dell'ambasciata americana a Gerusalemme hanno visitato la scena della sparatoria e le case delle vittime, hanno raccolto le testimonianze delle famiglie e hanno raccolto prove per un rapporto.  Una delle morti su cui stanno indagando gli americani è quella del ragazzo di 17 anni Muhammad Ahmed al-Khadour, nato in Florida e ucciso a colpi di arma da fuoco sabato scorso mentre era alla guida di un'auto con suo cugino vicino al suo villaggio. La seconda morte è quella del ragazzo di 17 anni Tawfik Hijazi, colpito da un proiettile alla testa durante uno scontro con i soldati vicino a Ramallah a gennaio. Un incontro tra le fazioni palestinesi si terrà dal 29 febbraio a Mosca. Lo ha annunciato all'agenzia Tass il rappresentante speciale del presidente russo per il Medio Oriente e i Paesi africani, il vice ministro degli Esteri Mikhail Bogdanov, precisando che la Federazione Russa ha invitato all'incontro i rappresentanti di un massimo di 14 organizzazioni, tra cui Hamas e la Jihad islamica. Quest'ultima, per voce del suo rappresentante in Libano, Muhammad al-Haj Musa, ha già confermato che invierà una delegazione. Cinque miliziani libanesi sono stati uccisi nelle scorse ore in raid aerei israeliani. Lo riferiscono Hezbollah e il gruppo alleato Amal, mentre le Forze di difesa israeliane (Idf) spiegano di aver colpito un complesso militare di Hezbollah nella città di Qantara. Il partito fondato da Hassan Nasrallah precisa di aver perso due uomini nell'attacco israeliano, diffondendone le immagini sui social, mentre sono tre i miliziani di Amal rimasti uccisi. Sarebbero intanto 28.775 i morti e 68.552 i feriti nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre. Questo il nuovo bilancio diffuso dal ministero della Sanità di Gaza, sotto il controllo di Hamas, passati oltre quattro mesi dall'inizio delle operazioni israeliane nell'enclave palestinese. Secondo la fonte, solo nelle ultime 24 ore a Gaza si contano 112 "martiri" e 157 feriti. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno annunciato che un altro soldato è morto nei combattimenti nel sud della Striscia di Gaza. Il militare si chiamava Noam Haba, aveva 20 anni, originario di Gerusalemme e apparteneva al 202esimo battaglione della brigata paracadutisti. Sale così a 234 il numero dei soldati uccisi a Gaza dall'inizio dell'operazione di terra. —internazionale/[email protected] (Web Info)

Pancia gonfia per caramelle e gomme sugar-free? Ecco perché succede

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(Adnkronos) –
Pancia gonfia per aver masticato caramelle o gomme sugar-free? Scienziati americani dell'università della California (Uc) di Davis svelano una possibile causa dell'intolleranza al sorbitolo, dolcificante utilizzato in diversi prodotti alimentari 'senza zucchero': questa condizione potrebbe dipendere da cambiamenti del microbioma intestinale. Più precisamente dalla scomparsa di particolari batteri per effetto dell'assunzione di antibiotici o di una dieta ricca di grassi, suggerisce lo studio. Il lavoro, condotto sui topi e pubblicato su 'Cell', offre "una base di partenza completamente nuova per approcci volti a diagnosticare, prevenire e trattare l'intolleranza al sorbitolo", spiega l'autore senior Andreas Bäumler, vicepresidente Ricerca del Dipartimento di Microbiologia medica e Immunologia dell'Uc Davis. Il sorbitolo – ricordano i ricercatori – è un alcol zuccherino usato in chewing gum, mentine e dolciumi sugar-free. In natura è presente in albicocche, mele, pere, avocado e altri cibi, e ad alte concentrazioni può provocare gonfiore, crampi e diarrea. In alcune persone, tuttavia, ne basta una piccola quantità per causare disturbi digestivi. Una condizione nota appunto come intolleranza al sorbitolo. "Il nostro studio indica che la degradazione del sorbitolo da parte di microbi" della flora intestinale "normalmente protegge dall'intolleranza" alla sostanza, che può essere invece causata da "una compromissione della capacità microbica di scomporre il sorbitolo", afferma Jee-Yon Lee del team di Bäumler, primo autore della ricerca.  Per prima cosa, attraverso analisi metagenomiche gli scienziati hanno individuato quali batteri intestinali hanno geni che producono l'enzima necessario a degradare il sorbitolo. Tra questi, hanno identificato quelli che erano abbondanti prima di un trattamento con farmaci antibiotici, ma non dopo. Si sono così concentrati sui microbi della famiglia Clostridium. Questi batteri sono anaerobici, cioè non gradiscono gli ambienti in cui c'è ossigeno. In topi ai quali venivano somministrati antibiotici, o che venivano nutriti con una dieta ricca di grassi saturi, gli studiosi hanno osservato un ridotto utilizzo di ossigeno da parte delle cellule di rivestimento (epitelio) dell'intestino. Ciò aumentava la quantità di ossigeno a livello intestinale, riducendo il numero di batteri del genere Clostridium. E questa carenza di Clostridia impediva la 'digestione' del sorbitolo. A questo punto i ricercatori hanno provato a ripristinare la popolazione di batteri Clostridium nell'intestino dei topi, in modo che questi potessero tornare a scomporre il sorbitolo. In un esperimento hanno alimentato i roditori con Anaerostipes caccae, un batterio intestinale che produce butirrato. Il butirrato è un acido grasso a catena corta che migliora l'utilizzo di ossigeno da parte dell'epitelio intestinale, riducendo la quantità di gas 'libero' nell'intestino crasso. La regolazione della presenza di ossigeno con Anaerostipes caccae ha ripristinato i normali livelli di Clostridia. Ciò proteggeva i topi dalla diarrea indotta dal sorbitolo, anche dopo che l'apparato digerente degli animali aveva eliminato i batteri produttori di butirrato. Gli scienziati ipotizzano che la mesalazina (5-aminosalicilato) o mesalamina – un farmaco impiegato per trattare la colite ulcerosa, il morbo di Crohn e altre malattie infiammatorie croniche intestinali – possa essere efficace contro l'intolleranza al sorbitolo negli esseri umani. La mesalazina funziona infatti in modo simile ai batteri produttori di butirrato, ricreando nell'intestino un ambiente con poco ossigeno, ovvero quello preferito dai Clostridia.  Lo studio ha "un'importante limitazione", ammettono gli autori: rispetto all'uomo, i topi possono tollerare livelli di sorbitolo molto più elevati, quindi "saranno necessari studi clinici per verificare se la mesalazina possa trattare l'intolleranza al sorbitolo umana". Ciò precisato, per Lee "questa scoperta è cruciale, anche visto l'uso prevalente di sorbitolo e simili nella produzione di alimenti dietetici cheto-friendly ad alto contenuto di grassi". Più in generale, conclude, la ricerca "evidenzia l'importanza dell'utilizzo di ossigeno da parte dell'epitelio intestinale per mantenere un sano equilibrio nella flora batterica, specie dei Clostridia, per una corretta digestione di alcuni zuccheri". —[email protected] (Web Info)

Ucraina-Russia, Nato pronta a una guerra lunga: aiuti a Kiev anche per il 2025

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(Adnkronos) – La Nato è pronta per una guerra "lunga" tra l'Ucraina e la Russia e si prepara ad aiutare Kiev per tutto il 2024 e anche per il 2025. Lo ha spiegato un alto funzionario Nato, in occasione della Ministeriale Difesa a Bruxelles di ieri, sottolineando che il presidente russo Vladimir Putin "è convinto che il tempo sia dalla sua parte". Pertanto, il vertice del Cremlino "resta focalizzato sui suoi obiettivi iniziali", che ritiene tuttora "raggiungibili".  La convinzione del presidente è basata sulla superiorità della Russia, in termini di popolazione e di base industriale, rispetto all’Ucraina ed è quindi inutile aspettarsi, almeno per ora, che possa avviare "seri negoziati" per tentare di porre fine al conflitto. La situazione lungo il fronte, complice anche l’inverno, resta complessivamente poco variata, ma ci sono alcune zone in cui Mosca sta attaccando con intensità: i russi stanno spingendo su Avdiivka, nell’oblast di Donetsk, che hanno quasi preso, ma dove combattono ancora "casa per casa", con grande dispendio di uomini ("migliaia di soldati uccisi o feriti", secondo la fonte) e di risorse ("migliaia di veicoli corazzati"). Si combatte aspramente sulla sponda orientale del Dnepr, dove gli ucraini fanno un uso “particolarmente efficace” di "piccoli droni da attacco". I combattimenti sono intensi anche nella zona di Kupjansks, nell’oblast di Kharkiv, i russi hanno condotto "grosse operazioni" militari, ma sostanzialmente "inconcludenti”, grazie anche alla “resilienza dell’Ucraina”, che “fa la differenza” sul campo di battaglia. Gli invasori, dal canto loro, si stanno dedicando con particolare impegno ai droni, che si sono dimostrati molto efficaci in questa guerra. Anche per questo è particolarmente importante continuare a fornire all'Ucraina sistemi di difesa aerea.  A breve-medio termine, l’Alleanza non si aspetta grossi cambiamenti al fronte, neanche con l’arrivo della primavera: “Non credo che ci saranno – dice la fonte – le condizioni sembrano essere quelle della Prima e della Seconda Guerra Mondiale, con linee di combattimento statiche”. Questo comporta che “probabilmente” gli ucraini non saranno in grado presto di ricacciare indietro i russi dall’intero territorio nazionale, ma d’altro canto “la Russia non è nella condizione di lanciare una grande campagna offensiva in primavera”, secondo la fonte Nato.  Per lanciarla, “occorrerebbe una nuova mobilitazione”, cosa che Putin “probabilmente non vorrà fare, alla luce delle elezioni di primavera”. Forse Mosca otterrà “qualche guadagno simbolico”, ma “progressi strategici” non sono attesi. Kiev si è dimostrata notevolmente efficace nel liberare il Mar Nero occidentale dalle navi russe, ricacciandole verso est: la capacità della flotta russa di condurre operazioni nell'intero Mar Nero è "significativamente diminuita". Detto questo, gli ucraini hanno un serio problema di munizioni. Al fronte, spiega la fonte, i comandanti stanno prendendo "decisioni difficili", procedendo al “razionamento” dei proiettili d’artiglieria, perché “temono di rimanere senza”.  I russi, individuata questa “vulnerabilità”, stanno prendendo sempre più di mira gli stabilimenti industriali che producono quelle munizioni. Pertanto, occorrerà che gli alleati Nato si diano da fare, aumentando la produzione di queste munizioni e mandando rifornimenti in Ucraina. Perché, spiega la fonte, “non possiamo lasciar vincere Putin in Ucraina”. E’ importante che l’opinione pubblica e gli “elettori”, continua, capiscano che “bisogna contrastare questa guerra illegale” promossa dalla Russia in Ucraina. Anche perché, avverte, “se non ci opponiamo a questa aggressione, altri regimi autoritari la vedranno come una carta da giocare” per risolvere questioni territoriali. "Negli ultimi giorni abbiamo visto nuovi pacchetti di aiuti" all'Ucraina "annunciati da alleati tra cui Canada, Finlandia e Norvegia. Riguardano capacità chiave come l’equipaggiamento e i pezzi di ricambio degli F-16, nonché la difesa aerea. Un gruppo di alleati si sta unendo, con l’obiettivo di consegnare un milione di droni all’Ucraina", ha quindi spiegato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.  "Anche 20 alleati della Nato – ha continuato – hanno accettato di formare una coalizione per lo sminamento. Tutto ciò contribuirà a salvare vite ucraine. Insieme, gli alleati della Nato rappresentano il 99% di tutti gli aiuti militari all’Ucraina. E il nostro impegno costante è essenziale per preservare la libertà dell’Ucraina. Dall’invasione della Russia, gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina circa 75 miliardi di dollari in aiuti militari, finanziari e umanitari. Altri alleati e partner della Nato hanno fornito oltre 100 miliardi di dollari Usa".  "Il nostro sostegno – ha proseguito – è quindi un esempio di vera condivisione degli oneri transatlantici. E ogni giorno fa davvero la differenza. Oggi abbiamo deciso di creare un nuovo centro congiunto di analisi, formazione e istruzione Nato-Ucraina a Bydgoszcz, in Polonia. Permetterà all’Ucraina di condividere le lezioni apprese dalla guerra della Russia. E creerà una struttura affinché le forze ucraine possano apprendere e addestrarsi insieme alle loro controparti alleate. Continueremo a stare dalla parte dell’Ucraina. Per la sicurezza dell’Ucraina, e per la nostra", ha concluso.  —internazionale/[email protected] (Web Info)

Autonomia, Pd pronto a referendum. De Luca guida la protesta dei sindaci del Sud

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(Adnkronos) – "Andiamo a dargli un po’ una sveglia". Vicenzo De Luca porta oggi a Roma circa 500 amministratori campani e non solo, tra sindaci e consiglieri, per protestare contro l'autonomia differenziata e chiedere lo sblocco dei fondi di coesione per la regione. Una manifestazione istituzionale a cui hanno aderito l'Anci, tutte le forze del centrosinistra campano, i consiglieri dei 5 Stelle che in Regione sono all'opposizione, la rete dei sindaci Recovery Sud, sindacati. Ci sarà il sindaco di Benevento, Clemente Mastella. Non quello di Napoli, Gaetano Manfredi, che ha inviato in rappresentanza del comune la sua assessora, Teresa Armato. Per il Pd ci sarà il responsabile Sud della segreteria di Elly Schlein, Marco Sarracino.  
Al di là dei rapporti complicati tra il Pd e il governatore campano, la battaglia contro l'autonomia differenziata è convergente. Il provvedimento passato al Senato, tra lo sventolio di bandiere con il leone di San Marco tra i banchi leghisti, ha iniziato il suo iter alla Camera e i dem sono pronti a un'opposizione durissima. Cercando convergenze con le altre forze di opposizione. In Parlamento e fuori. Sabato 24 febbraio ci sarà un'iniziativa contro il ddl Calderoli con Sarracino insieme a Roberto Fico dei 5 Stelle e Peppe De Cristoforo di Avs a cui è stata invitata anche Azione.  E poi a marzo partirà una mobilitazione nazionale del Pd su 4 punti: contro il premierato, per la sanità, per i salari e quindi contro l'autonomia, che sarà uno dei temi cardine della campagna dem verso europee e amministrative. Anche perché il Pd non esclude di arrivare al referendum per bloccare la legge Calderoli. Lo ha ribadito anche ieri il capogruppo al Senato, Francesco Boccia: "Se nel passaggio alla Camera" sull'autonomia "la maggioranza non tornerà sui suoi passi faremo una battaglia durissima anche nel Paese, disposti anche al referendum".  E ieri per tutta la giornata è partita la 'batteria' dem contro l'autonomia differenziata. A partire appunto da Boccia che incalza: "Il nodo fondamentale sono le risorse: senza un euro non si fanno riforme epocali. Regionalizzare la scuola, le reti di trasporto e di comunicazione, creare 15 piccoli aspiranti staterelli che sono le Regioni a statuto ordinario e 5 Regioni a statuto speciale senza un fondo di perequazione, significa sfasciare il nostro Paese".  E poi ancora Piero De Luca: "L'autonomia mette a rischio l'unità e la coesione nazionale e renderà impossibile vivere al sud dove saranno compromessi i diritti dei cittadini perché minati i servizi essenziali, dalla scuola, alla sanità all'assistenza sociale". E quindi Sandro Ruotolo che parla di "secessione dei ricchi": con il ddl Calderoli "si è materializzato quel disegno leghista della prima ora".  
Irene Manzi, responsabile Scuola del Pd, mette l'accento sul diritto all'istruzione:"Il progetto spacca Italia della Lega, avallato da Fratelli d'Italia e Forza Italia, punti alla regionalizzazione della scuola che, di fatto, determinerà un'istruzione di serie A e una di serie B". Marina Sereni, che invece si occupa di Sanità nella segreteria Schlein, mette in guardia: "Con l’Autonomia differenziata invece non solo si legittimano le diseguaglianze esistenti ma si spezza l’idea stessa di Servizio Sanitario Nazionale universalistico, producendo una vera e propria desertificazione sanitaria di intere regioni. Faremo ogni sforzo per impedirne l'approvazione", garantisce. Intanto oggi De Luca guida la prima protesta a Roma. Appuntamento alle 11.00 a Santi Apostoli.   —[email protected] (Web Info)

Test d’ingresso a Medicina: le prove si terranno il 28 maggio e il 30 luglio

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FOTO DI REPERTORIO

E’ un concorso sempre molto atteso.

Sono state svelate dal Ministero dell’Università e della Ricerca le date del test d’ingresso alla facoltà di Medicina e Chirurgia 2024/2025: le prove si terranno il 28 maggio e il 30 luglio e gli aspiranti camici bianchi avranno a disposizione 100 minuti per rispondere a 60 quesiti a risposta multipla, che saranno uguali per tutti, per poter accedere al numero chiuso.

Aumentano le domande di Biologia, Chimica e Logica mentre diminuiscono le domande di Cultura Generale, Fisica e Matematica.

Manca solo l’ufficialità che arriverà con la firma del relativo decreto da parte del ministro Anna Maria Bernini. 

Open day d’inverno 2024, oltre 2.000 studenti a progettare futuro a Tor Vergata

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(Adnkronos) – Oltre 2000 studenti e studentesse delle scuole superiori provenienti da tutto il Lazio e zone limitrofe hanno partecipato oggi all’Open day invernale 2024, giornata di orientamento dell'Ateneo di Roma Tor Vergata. L’evento è stato ospitato nella facoltà di Economia che per l’occasione ha messo a disposizione tutte le sue aule. I ragazzi e le ragazze future matricole hanno assistito a una plenaria di presentazione da parte del delegato all’orientamento, tutorato e placement, professor Vito Introna, e dei delegati all’orientamento delle macroaree. Un evento che dura tutto il giorno dalle 9:30 dedicato alle scolaresche e che termina nel pomeriggio alle ore 18:00 con le aule aperte anche ai singoli studenti e alle famiglie. I liceali hanno potuto dialogare con i responsabili delle sei facoltà e partecipare a lezioni, laboratori, dimostrazioni pratiche. Giurisprudenza, Ingegneria, Lettere e Filosofia, Economia, Medicina e Scienze matematiche fisiche e naturali: le facoltà hanno dato informazioni sugli oltre 70 corsi di laurea dell’offerta formativa di Roma Tor Vergata. I ricercatori e le ricercatrici dell’ateneo hanno coinvolto le future matricole in esprimenti, giochi, spiegazioni, attività laboratoriali. (Ascolta l'audio) Tra le più interessanti: la scena del crimine per Giurisprudenza, i manichini per la rianimazione per Medicina, esperimenti per Chimica e Biologia, le pillole di teoria economica "per non perdere la calma!”. Presenti anche gli studenti universitari della Scuderia Tor Vergata che gareggiano in tutta Europa con la monoposto di Formula Sae realizzata nei laboratori di Ingegneria meccanica. Questo il commento del professor Vito Introna, delegato all’orientamento, tutorato e placement dell’ateneo di Roma Tor Vergata: “Eventi come questi servono a far conoscere meglio l'ateneo di Tor Vergata. I ragazzi quando ci conoscono poi ci accordano la loro fiducia. Il trend è decisamente in crescita, negli ultimi 5 anni, infatti, continuiamo a crescere in maniera organica e questa è la dimostrazione che giornate come queste sono particolarmente importanti. Durante questo evento abbiamo già visto che abbiamo il massimo di registrati per quello del mese prossimo, fattore che dà un'idea di quanta richiesta ci sia. Di questo siamo molto contenti, è un lavoro che portiamo avanti con tanti colleghi: con passione andiamo nelle scuole per far capire cosa significa studiare a Tor Vergata e i ragazzi apprezzano molto”. (Ascolta l'audio del Prof Vito Introna (Delegato all’Orientamento, Tutorato e Placement) Oltre all’offerta formativa tante le informazioni sulla vita accademica dei futuri studenti: dove alloggiare (per gli studenti stranieri o fuori sede); informazioni per partire in Erasmus; condizioni agevolate per acquisti e abbonamenti grazie alla rete Agevola di aziende convenzionate con Roma Tor Vergata; confronti diretti con le segreterie studenti; con Caris, la commissione di ateneo per l’inclusione degli studenti con disabilità; il Cus centro universitario sportivo e il servizio di accoglienza e welcome office, che accompagna tutti gli studenti anche stranieri nei loro primi passi in ateneo. I prossimi appuntamenti con le giornate di orientamento sono a marzo e a luglio 2024 —[email protected] (Web Info)

Dieta veg o chetogenica? Ecco come riprogrammano sistema immunitario

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(Adnkronos) – Il passaggio a una dieta chetogenica o vegana causa rapidi cambiamenti nel sistema immunitario delle persone, potenziando ciascuna dei 'rami' diversi dell'immunità. Questa capacità di 'riprogrammare' è stata rilevata e descritta da un gruppo di ricercatori in un piccolo studio che ha coinvolto 20 persone. I risultati "potrebbero migliorare la nostra comprensione delle opzioni terapeutiche basate sulla dieta, per la prevenzione e il trattamento delle malattie", scrivono gli autori su 'Nature Medicine'. Il lavoro, spiegano, dimostra che "2 settimane di intervento dietetico controllato sono sufficienti per avere un impatto significativo e divergente sull'immunità dell'ospite". Quindi, dieta veg o keto? Dipende dall'obiettivo. Gli autori spiegano perché hanno voluto condurre uno studio simile. "La nutrizione – motivano – ha un ampio impatto su tutti i processi fisiologici. Tuttavia, il modo in cui influisce sull’immunità umana rimane in gran parte sconosciuto". Quindi gli scienziati hanno deciso di esplorare l'impatto dei due diversi schemi alimentari "sia sull'immunità che sul microbiota". I partecipanti hanno mangiato quanto volevano secondo una dieta chetogenica oppure vegana per 14 giorni, quindi sono passati all'altra dieta per altre 2 settimane. L'ordine in cui hanno seguito i due regimi non ha influenzato i risultati, hanno riferito i ricercatori. Entrambe le diete, riporta anche 'Jama' riprendendo la notizia dello studio, hanno aumentato i livelli di cellule T e di cellule 'natural killer' (Nk), che combattono le malattie.  E poi c'erano degli effetti caratteristici di ciascuna dieta. Quando le persone seguivano la chetogenica, ad alto contenuto di grassi e a basso contenuto di carboidrati, sperimentavano percorsi sovraregolati dell'immunità adattativa, la parte che ricorda e risponde a specifici agenti patogeni, e avevano anche un effetto più pronunciato sulla composizione e sulla funzione dei loro microbiomi rispetto a quando seguivano la dieta vegana. Diversamente, seguire una dieta vegana esclusivamente a base vegetale ha portato a un aumento dei processi del sistema immunitario innato, la prima linea di difesa, quella che risponde in modo non specifico ai patogeni. Quanto emerge, concludono gli esperti, potrebbe avere implicazioni per interventi nutrizionali di precisione. Missione: cambiare a seconda delle esigenze quello che si mette nel piatto, per influire sull'operato delle difese dell'organismo con azioni mirate che le potenzino dove serve.  —[email protected] (Web Info)