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Israele-Hamas, “Netanyahu non ha fretta di raggiungere accordo su ostaggi”: ecco perché

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(Adnkronos) – Sembra che un nuovo accordo sugli ostaggi non fosse una priorità per la delegazione israeliana che ha partecipato al Cairo ai negoziati con Egitto, Usa e Qatar. Secondo Haaretz la delegazione guidata dal capo del Mossad, David Barnea, già rientrata in Israele, aveva un margine di manovra limitato dal momento che il primo ministro, Benjamin Netanyahu, non ha fretta di raggiungere un accordo. Il capo del governo israeliano, sottolinea il giornale nella sua edizione web, non avrebbe dato alla delegazione il potere di condurre un vero e proprio negoziato e continua a insistere sul fatto che le pressioni militari alla fine porteranno a un accordo con condizioni migliori per Israele, indipendentemente dalle proteste delle famiglie degli ostaggi.  
Tel Aviv ha definito inaccettabili finora le richieste avanzate da Hamas, rappresentato dal Qatar al tavolo delle trattative, ma che lo stesso Netanyahu non creda molto a un accordo in questa fase lo dimostra anche l'assenza nella delegazione volata ieri al Cairo del generale Nitzan Alon, a capo dell'unità dell'esercito incaricata di raccogliere intelligence sugli ostaggi. Haaretz ricorda che al centro della conversazione telefonica di domenica tra il presidente Joe Biden e Netanyahu ci sono stati proprio gli sforzi degli Stati Uniti per arrivare a un'intesa. Dopo quel colloquio le forze speciali israeliane hanno tratto in salvo due ostaggi – Louis Norberto Har e Fernando Marman – mentre Netanyahu ha adottato pubblicamente una linea molto aggressiva, ribadendo di non voler cedere alle richieste di Hamas, che Israele continuerà a usare la forza per cercare di salvare gli ostaggi, che continuerà la pressione militare su Hamas a Khan Yunis e che l'esercito si prepara ad attaccare Rafah nonostante gli appelli internazionali. Secondo il giornale, il problema della strategia di Netanyahu è la condizione degli ostaggi stessi: 32 dei 134 rimasti a Gaza sono stati dichiarati morti dalle forze di difesa israeliane. E mentre rimane sotto un'intensa pressione militare, Hamas sta cercando di esercitare pressione psicologica sull'opinione pubblica israeliana. Negli ultimi giorni si è parlato di ostaggi uccisi durante i bombardamenti israeliani. A differenza del passato, però, non sono state identificate le presunte vittime. ​I colloqui al Cairo si stanno svolgendo mentre Israele continua il suo attacco a Khan Yunis, dove ritiene che siano rimasti diversi leader di Hamas e probabilmente siano tenuti alcuni ostaggi. Si sta compiendo un grande sforzo per dare la caccia a Yahya Sinwar, che – secondo Haaretz – probabilmente è ancora nascosto nel labirinto di bunker e tunnel che Hamas ha scavato per il suo leader sotto la città. Recentemente sono stati ritrovati non solo documenti scritti da Sinwar, ma anche circa 20 milioni di shekel (5,4 milioni di dollari) in contanti, che erano per uso personale suo e del suo staff. Soldati e agenti del servizio di sicurezza Shin Bet hanno persino trovato gli effetti personali in uno dei nascondigli, compreso il suo spazzolino da denti. Intanto ieri sono state diffuse le immagini riprese dalle telecamere di sicurezza di Hamas di Sinwar che si muoveva con i figli tra i tunnel il 10 ottobre, durante i primi giorni della guerra. Haaretz sostiene quindi che Khan Yunis resterà il centro delle operazioni delle Idf ancora per qualche settimana. Allo stesso tempo si sta preparando un assalto a Rafah, con gli Stati Uniti che in più occasione hanno chieste garanzie sull'evacuazione dei civili. I preparativi per un'offensiva di questa portata richiedono tempo, e poi c'è il problema dell'inizio del Ramadan, che prenderà il via tra circa un mese.  Sarà difficile, conclude il giornale, avviare un'operazione su larga scala a Rafah in un periodo così delicato per il mondo arabo e musulmano. Inoltre, Israele deve coordinare i suoi piani con l'Egitto per evitare di mettere a repentaglio l'accordo di pace tra i due Paesi. Uno dei problemi riguarda l'allegato sulla sicurezza dell'accordo, che vieta l'ingresso di carri armati nelle zone vicine al confine. —internazionale/[email protected] (Web Info)

Caso di peste bubbonica negli Usa, paziente contagiato dal suo gatto in Oregon

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(Adnkronos) –
Un caso di peste bubbonica è stato segnalato negli Stati Uniti, in una persona residente nello stato dell'Oregon. L'ipotesi è che sia stato il suo gatto la fonte del contagio. L'animale era infatti sintomatico, si spiega in una nota in cui i servizi sanitari della contea di Deschutes confermano l'infezione. "Tutti i contatti stretti" del paziente "sono stati raggiunti e hanno ricevuto farmaci per prevenire la malattia", ha assicurato Richard Fawcett, ufficiale sanitario della contea.  
Quali sono i sintomi della peste? Di solito, evidenziano gli esperti nella nota, il loro esordio può verificarsi da 2 a 8 giorni dopo l'esposizione a un animale o a una pulce infetti. E possono includere improvvisa comparsa di febbre, nausea, debolezza, brividi, dolori muscolari, linfonodi visibilmente ingrossati chiamati bubboni. La notizia del raro caso di questa malattia potenzialmente mortale, che fu responsabile della peste nera nell'Europa medievale e altrove e uccise milioni di persone, è rimbalzata sui media degli States e anche Oltreoceano.  Se non diagnosticata precocemente, la peste bubbonica può progredire in peste setticemica (infezione del flusso sanguigno) o in peste polmonare (infezione polmonare). Queste forme sono più gravi e difficili da trattare. Ma, precisano le autorità, non è questo il caso. Il paziente "fortunatamente è stato identificato e trattato nelle prime fasi della malattia", si legge nella nota. Gli esperti ritengono dunque che ci possano essere "pochi rischi per la comunità". Nel corso delle indagini non sono emersi ulteriori casi di peste. Secondo l'Oregon Health Authority, la peste è rara in questo stato Usa, l'ultimo caso era stato segnalato nel 2015. Gli animali più comuni portatori della peste nell'Oregon centrale sono gli scoiattoli, ma anche i topi e altri roditori possono portare la malattia.   Dopo il caso del paziente infettato dal proprio gatto domestico, i funzionari sanitari hanno diffuso alcuni consigli per prevenire la diffusione della peste. L'invito è a evitare ogni contatto con roditori, non toccandoli specie se feriti o morti; a tenere gli animali domestici al guinzaglio quando sono all'aperto e proteggerli con prodotti per il controllo delle pulci. Non permettere loro di avvicinarsi a roditori malati o morti o di esplorarne le tane.  "I gatti domestici – avvisano gli esperti – sono altamente suscettibili alla peste e possono trasmettere il batterio all'uomo". Il consiglio è anche di consultare un veterinario se il proprio gatto si ammala dopo essere stato in contatto con roditori. I residenti nell'area dove si è verificata l'infezione dovranno poi rimuovere cibo, cataste di legna e altri attrattivi per i roditori intorno alle case e agli edifici annessi; non accamparsi, dormire o riposare vicino alle tane degli animali o alle aree in cui si osservano roditori morti; infine indossare pantaloni lunghi infilati nella parte superiore degli stivali per ridurre l'esposizione alle pulci, e applicare un repellente per insetti sui calzini e sui polsini dei pantaloni per ridurre l'esposizione alle pulci. —[email protected] (Web Info)

Ucciso da rottweiler a Manziana, indagati i proprietari dei cani

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(Adnkronos) – Si terrà venerdì l'autopsia sul corpo di Paolo Pasqualini, il 39enne ucciso da tre rottweiler mentre faceva jogging domenica mattina nel bosco di Manziana, vicino a Roma. L’esame autoptico si svolgerà presso il dipartimento di medicina legale dell’Università La Sapienza. L'atto è stato disposto dalla Procura di Civitavecchia nell’ambito del procedimento in cui risultano indagati i due proprietari dei cani.  Ieri l'avvocato Giancarlo Ascanio, che assiste i proprietari dei 3 cani, all'Adnkronos ha afferma che è "infondata la notizia secondo cui i cani sarebbero fuggiti dalla proprietà in conseguenza dell'accidentale apertura del cancello. Il cancello era in realtà chiuso, quando è avvenuto il fatto, e probabilmente c'é una falla nella recinzione dalla quale sono passati e dovrà essere accertato come si è provocato, considerato che la casa era regolarmente mantenuta".  —[email protected] (Web Info)

Nata con cuore a metà partorisce 2 gemelli, primo caso in Italia

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(Adnkronos) – Solo 4 casi al mondo, il primo in Italia: nata 36 anni fa con il cuore senza un ventricolo diventa mamma di due gemelli. L’evento eccezionale è accaduto a Roma grazie alla determinazione della giovane donna e al lavoro congiunto degli specialisti dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù – che l’hanno assistita sin da bambina per la grave cardiopatia congenita – e del Policlinico universitario Gemelli Irccs, dove è stato eseguito il parto cesareo. Mamma e bambini, un maschietto e una femminuccia, stanno bene.  “Sapevo di correre tanti rischi con il mio cuore speciale, a metà, ma sono molto determinata e desideravo tanto diventare mamma – sono le prime parole della donna – La nascita dei gemelli è stata un’emozione indescrivibile. In questa avventura sono stata seguita passo dopo passo dai medici del Bambino Gesù e del Policlinico Gemelli. Grazie a loro ho avuto una gravidanza e un parto bellissimi e la nascita dei miei bambini è stata un’emozione indescrivibile. Alle donne che vivono la mia stessa situazione vorrei dire di non avere paura e di affidarsi a centri specializzati per realizzare il sogno della maternità".  La mamma dei gemellini – spiegano dall'ospedale – è nata con il cuore privo del ventricolo destro, la porzione di muscolo cardiaco che spinge il sangue verso i polmoni per ossigenarsi. Si tratta di una cardiopatia congenita complessa che richiede una serie di interventi correttivi entro i primi anni di vita. Nel caso specifico, la paziente del Bambino Gesù è stata sottoposta all’età di 4 anni a un'unica operazione per costruire un sistema di circolazione alternativo, detto di Fontan, che porta il sangue dalle vene cave direttamente ai polmoni, senza passare per il cuore. Questa condizione sottopone l’organismo a un costante superlavoro: la circolazione sostenuta da un solo ventricolo richiede, infatti, terapie e controlli serrati per tutto l’arco della vita; nel 5% dei casi si arriva al trapianto. Nel mondo – fanno sapere dall’ospedale pediatrico – si contano solo 4 casi di parto gemellare da mamma con il cuore univentricolare e circolazione di Fontan. In caso di cardiopatie congenite così complesse, infatti, la gravidanza sottopone l’intero organismo a stress e rischi maggiori: aumentano volume del sangue e attività cardiaca; organi come fegato, reni e intestino possono andare in sofferenza. Tuttavia, in mancanza di altre complicanze, secondo le indicazioni dei protocolli internazionali in materia, è possibile intraprendere il percorso della maternità. È il caso della mamma dei gemellini che, sotto stretto controllo medico, ha portato a termine – primo caso in Italia – una gravidanza senza problemi. La nascita dei due gemelli, entrambi di 1,4 Kg di peso, è avvenuta con taglio cesareo al Policlinico Gemelli alla 34esima settimana di gravidanza, con qualche giorno di anticipo sul termine previsto. Dopo appena dieci giorni di ricovero, mamma e bambini sono potuti tornare a casa. Al Bambino Gesù c’è una squadra di specialisti che si prende cura, per continuità terapeutica, di bambini con una malattia del cuore diventati maggiorenni. Grazie ai progressi della cardiochirurgia pediatrica, gli adulti nati con una cardiopatia (identificati con l’acronimo Achd, Adults with congenital heart disease) oggi sono sempre più numerosi. Pur tenendo sotto controllo la malattia, non possono considerarsi del tutto guariti. Per questo motivo necessitano di un’assistenza specifica.  Nell’ambito di questa attività è presente da tempo un gruppo multidisciplinare delle due Istituzioni chiamato Guch (Grown up congenital heart) che si occupa della gestione delle gravidanze delle pazienti cardiopatiche (tramite incontri pre e post concezionali e documenti clinico-assistenziali condivisi), della programmazione del parto (timing e modalità) e del follow-up post gravidanza. Del Gruppo fanno parte l’équipe dell’Unità operativa di cardiologia del congenito adulto del Bambino Gesù, guidata da Gianfranco Butera, insieme al team di Medicina e Chirurgia fetale e perinatale, diretto da Leonardo Caforio; per l’Università Cattolica del Sacro Cuore – Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs il gruppo di cardiologi è coordinato dai professori Massimo Massetti e Antonio Amodeo e il gruppo dei ginecologi dal professor Antonio Lanzone. —[email protected] (Web Info)

Chiara Ferragni e Balocco ricorrono al Tar, Codacons: “Tesi irreali”

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(Adnkronos) – “Il Codacons interviene dinanzi al Tar del Lazio contro il ricorso promosso da Chiara Ferragni volto ad ottenere l’annullamento della sanzione elevata dall’Antitrust per il caso del pandoro Balocco”. Lo fa sapere l’associazione dei consumatori, che “non solo contesta a tutto campo le assurde tesi difensive dell’influencer, ma in sede di ricorso chiederà ai giudici del Tar di condannare la Ferragni a risarcire tutti gli acquirenti del pandoro ‘Pink Christmas’”.  Chiara Ferragni “contraddice se stessa, e commette un nuovo grave errore – spiega l’associazione – Nel famoso video pubblicato sui social a seguito della multa dell’Antitrust, l’influencer aveva infatti chiesto scusa e ammesso i propri sbagli, promettendo di fare tesoro degli stessi e riconoscendo di aver ‘commesso un errore di comunicazione’ per un ‘non controllo sufficiente sulla comunicazione’. Invece, stando alle indiscrezioni sul contenuto del ricorso al Tar emerse in queste ore, attraverso una incredibile piroetta ora l’imprenditrice avrebbe cambiato totalmente versione, smentendo se stessa e sostenendo che in nessun caso è stato rappresentato che l’acquirente avrebbe partecipato alla donazione con il suo acquisto, e che l’ospedale Regina Margherita ha ottenuto grazie a lei una enorme pubblicità gratuita”.  “Affermazioni irrealistiche che dimostrano come la Ferragni continui a non capire che il problema non è l’entità della donazione in favore dell’ospedale, ma la truffa perpetrata a danno dei consumatori attraverso messaggi accertati come ingannevoli e scorretti dall’Antitrust – prosegue il Codacons – E la tesi difensiva dell’influencer si trasforma ora in un boomerang per l’imprenditrice digitale”. L’associazione dei consumatori annuncia infatti che “interverremo al Tar del Lazio contro il ricorso della Ferragni e in tale sede, utilizzando tutti i numeri sulle vendite del pandoro contenute nell’atto difensivo dell’influencer, chiederemo ai giudici di condannarla anche a risarcire tutti gli acquirenti del prodotto, ingannati circa la reale destinazione dei proventi delle vendite”. Corrisponde a “1,6 milioni di euro la maggiore spesa degli utenti per il pandoro griffato Ferragni”, conclude il Codacons. —[email protected] (Web Info)

Duplice omicidio Cisterna di Latina, finanziere confessa. Ex salva con fuga da finestra

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(Adnkronos) – Fuggita attraverso una finestra. Si è salvata così l'ex fidanzata del 26enne, militare della guardia di finanza, che ieri ha ucciso a colpi di pistola la madre e la sorella della ragazza a Cisterna di Latina. La giovane, trovata in strada in stato di choc, ha ricostruito quanto accaduto, riferendo di una lite in casa al termine della quale l'uomo avrebbe impugnato l'arma di ordinanza. La fidanzata, vedendo la pistola, è fuggita urlando e si è rifugiata nel bagno. Sentendo le sue grida, sono arrivate in suo aiuto la madre e la sorella, che sono state raggiunte da alcuni colpi d'arma da fuoco sparati dal 26enne.  Dopo averle colpite, il finanziere si è diretto verso il bagno, prendendo a calci la porta e rompendola. A quel punto, la ragazza è scappata di nuovo e ha raggiunto la camera della sorella per fuggire dalla finestra, ma è stata raggiunta dall'uomo, riuscendo poi a fuggire e rifugiarsi dietro una legnaia del giardino di casa. Da lì ha sentito l'esplosione di altri due colpi di pistola ed è quindi fuggita in strada, passando da un buco della rete di recinzione dell'abitazione. L'uomo è ora in stato di fermo in carcere. La procura di Latina ha intanto emesso un decreto di fermo di indiziato nei confronti del 26enne. Il decreto è scattato dopo le indagini della Squadra Mobile e l’interrogatorio davanti al pm di turno, durante il quale l’uomo ha confessato la sua responsabilità, confermando quanto già dichiarato in prima battuta agli agenti intervenuti sul posto. Al termine degli atti di rito, li 26enne è stato portato in carcere in attesa della convalida. —[email protected] (Web Info)

Ascolti tv, ‘Mameli – Il Ragazzo che Sognò l’Italia’ vince prime time martedì 13 febbraio

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(Adnkronos) – La seconda e ultima puntata di 'Mameli – Il Ragazzo che Sognò l’Italia' su Rai1 vince in prime time aggiudicandosi 3.310.000 telespettatori pari al 19% di share. Secondo gradino del podio per l’andata degli ottavi di finale di Champions League: Lipsia-Real Madrid che ha ottenuto 2.486.000 telespettatori pari al 12.4% (primo tempo a 2.704.000 e il 12.6% di share, secondo tempo a 2.282.000 e il 12.3% di share). Terzo posto per 'Mad in Italy' su Rai2 che ha raggiunto 752.000 telespettatori, pari al 4.6% di share. Fuori dal podio 'Le Iene' su Italia1 che ha interessato 1.574.000 telespettatori pari all’11.2%. Su Rai3 'A modo mio – Patty Pravo' ha realizzato 711.000 telespettatori (pari al 3.7%), su Rete4 'È Sempre Cartabianca' ha ottenuto 677.000 telespettatori (4.8%) e su La7 'DiMartedì' ha intercettato 1.366.000 telespettatori (l’8.2% di share). Infine su Tv8 'Io prima di te' ha registrato 541.000 telespettatori con il 3.1% e sul Nove 'Sono nata il 23' ha registrato 557.000 spettatori con uno share del 3.1%.  —[email protected] (Web Info)

Anziani, Gimbe: “In attesa del decreto 14 mln di italiani in continuo aumento”

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(Adnkronos) – A beneficiare delle misure previste dal decreto Anziani predisposto dal Governo sarà il 24% della popolazione residente in Italia al primo gennaio 2023 (dati Istat), ovvero 14.181.297 di persone, di cui 9.674.627 nella fascia 65-69 anni (anziani) e 4.506.670 over 80 (grandi anziani). "Un numero che secondo le proiezioni demografiche aumenterà nei prossimi anni, generando un progressivo incremento dei costi socio-sanitari", ha sottolineato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenuto questa mattina in audizione presso la X Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato nell'ambito dell'esame del decreto Anziani. "Infatti, secondo le proiezioni Istat al 2050 – ricorda Gimbe – gli over 65 sfioreranno quota 18,8 milioni (pari al 34,5% della popolazione residente), circa 4,6 milioni in più rispetto al 2022".  "Sebbene formalmente inserite nei Lea, le prestazioni di assistenza socio-sanitaria, residenziale, semi-residenziale, domiciliare e territoriale sono finanziate solo in parte dalla spesa sanitaria pubblica. Un'esigua parte viene erogata dai Comuni (in denaro o in natura), mentre la maggior parte è sostenuta tramite provvidenze in denaro erogate dall'Inps", ha osservato Cartabellotta.  Nel 2022, anno più recente per il quale sono disponibili tutti i dati – riporta Gimbe – alla spesa socio-sanitaria è stato destinato un totale di 44.873,6 milioni di euro, "una cifra totale sulla cui precisione – ha evidenziato Cartabellotta – pesano vari fattori: differenti fonti informative con variabile livello di precisione e accuratezza, possibile sovrapposizione degli importi provenienti da fonti differenti". In dettaglio: le prestazioni di assistenza sanitaria a lungo termine (Long term care, Ltc) hanno assorbito una spesa sanitaria di 16.897 milioni di euro, di cui 12.834 milioni (76%) finanziati con la spesa pubblica, 3.953 milioni (23,4%) a carico delle famiglie e 110 milioni (0,7%) di spesa intermediata (dati Istat). L'Inps ha erogato complessivamente 25.332,4 milioni di euro, di cui 14.500 milioni di indennità di accompagnamento, 3.900 milioni di pensioni di invalidità civile, 3.300 milioni di pensioni di invalidità e 2.432,4 milioni per permessi retribuiti secondo L. 104/92 (fonte 19° Rapporto Crea Sanità). E ancora: i Comuni hanno erogato 1.822,2 milioni di euro, di cui 1.200 milioni in denaro e 622,2 milioni in natura (Fonte 19° Rapporto Crea Sanità). Il Fondo nazionale per le non autosufficienze nel 2022 era pari a 822 milioni di euro (Fonte Servizio studi – Camera dei deputati). "Ai quasi 45 miliardi di spesa socio-sanitaria – ha rimarcato Cartabellotta – si aggiungono i fondi per la non autosufficienza erogati dalle singole Regioni. Tuttavia, su queste risorse non esiste alcuna ricognizione effettuata da enti pubblici o privati e le risorse non sono stanziate in maniera continuativa in quanto i fondi regionali non sono strutturali, fatta eccezione per quello della Regione Emilia Romagna, che per il 2022 ammonta a 457 milioni".  Sulle diseguaglianze regionali nell'accesso ai servizi socio-sanitari, il presidente di Fondazione Gimbe ha fatto notare che "il Nuovo sistema di garanzia che il ministero della Salute usa per monitorare gli adempimenti delle Regioni ai Lea dispone tre indicatori 'core' sulle misure contenute nel decreto". Indicatori su cui le performance regionali documentano enormi diseguaglianze, rileva Gimbe. A fronte di una media nazionale di 40,2 persone per 1.000 abitanti, esistono notevoli differenze tra Regioni: da 144,6 persone per 1.000 abitanti nella Provincia autonoma di Trento ai 4,1 nella Campania. In generale, tutte le Regioni del Sud si trovano a fondo classifica e nessuna Regione supera i 20 assistiti per 1.000 abitanti. "Ovviamente – ha commentato Cartabellotta – questo dato è condizionato al ribasso dalla disponibilità di altre forme di assistenza per le persone non autosufficienti, in particolare l'assistenza domiciliare integrata". Capitolo a parte per le cure palliative. L'indicatore definisce il rapporto tra il numero di deceduti per tumore assistiti dalla rete di cure palliative e il totale dei deceduti per tumore. A fronte di una media nazionale del 28,4%, la variabilità regionale oscilla dai 56,2% del Veneto ai 4,5% della Calabria, rammenta Gimbe. "Su questo indicatore – ha puntualizzato Cartabellotta – va segnalato che, secondo i parametri definiti dal ministero, solo 5 Regioni risultano adempienti: Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Toscana e Veneto". —[email protected] (Web Info)

Multe ai no vax, pagamento rinviato di altri 6 mesi

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(Adnkronos) – Rinviato di altri sei mesi il pagamento delle multe per chi ha violato l'obbligo di fare il vaccino per il Covid durante la pandemia. La nuova scadenza è quindi prevista per il 31 dicembre 2024. E' quanto prevede un emendamento della Lega al decreto Milleproroghe e presentato da Alberto Bagnai e votato, in seduta notturna, dalle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera.  "L'ennesima strizzata d'occhio nei confronti di chi non rispetta le leggi, l'ennesima diffusione di bugie riguardo ai vaccini, strumenti fondamentali per proteggere la salute di tutti, specie dei più deboli. Vaccini dei quali grazie a voi la gente diffiderà. Bravissimi", ha commentato su X Roberto Burioni. Il professore di virologia all'Università Vita Salute San Raffaele di Milano ha risposto a un post del senatore della Lega Claudio Borghi che si complimenta con i componenti della squadra alla Camera che "sono riusciti a far passare la terza puntata del rinvio sine die delle indegne multe per obbligo. Bravissimi".   —[email protected] (Web Info)

Morto a 70 anni chef David Bouley, portò nouvelle cuisine francese a New York

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(Adnkronos) – Aveva tradotto la Nouvelle Cuisine francese nel New American Style, influenzando così un'intera generazione di cuochi e gastronomi statunitensi, e non solo. Lo chef stellato David Bouley è morto a Kent, nello stato americano del Connecticut, all'età di 70 anni per un attacco di cuore. L'annuncio della scomparsa è stato dato dalla moglie Nicole Bartelme al "New York Times". Bouley, insieme a Daniel Boulud, Alain Ducasse e Jean-Georges Vongerichten, è stato un pioniere del New American Style. Pluripremiato e sempre pronto a sperimentare in cucina, secondo il "New York Times" Bouley ha percorso "sentieri che nessun altro ha battuto. E si è spinto più lontano di chiunque altro".  Bouley, che aveva la cittadinanza francese e statunitense, si era formato in Francia con grandi chef come Roger Vergé, Paul Bocuse, Joel Robuchon, Gaston Lenôtre e Frédy Girardet. Nel 1985 si è fatto conoscere al ristorante Montrachet di Tribeca. Due anni dopo, già decorato con stelle Michelin, aprì il suo ristorante a Manhattan, che per 30 anni è stato parte integrante della scena gastronomica newyorkese, fino a quando ha chiuso i battenti nel 2017. Spesso Bouley incoraggiava i suoi ospiti a mettersi completamente nelle sue mani, senza menù o a menù fisso. "Le voglie riguardano il sapore. Cucinare con l'intelletto è meraviglioso. Ma ciò che la gente desidera senza pensarci deriva dall'esperienza fisica del sapore", ha dichiarato Bouley a "Wine Spectator" nel 2012. Bouley è diventato famoso anche per il suo impegno dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001, quando ha trasformato la Bouley Bakery, situata vicino a Ground Zero a Manhattan, in un centro di rifornimento per vigili del fuoco, agenti di polizia e altre unità di soccorso. Insieme al suo personale e ai volontari, ha preparato decine di migliaia di pasti ogni giorno, utilizzando ingredienti freschi. —[email protected] (Web Info)