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Dengue, “innalzare livello di allerta” in porti e aeroporti: la circolare

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(Adnkronos) – L'emergenza Dengue in Brasile e l'aumento globale dei casi fanno innalzare l'allerta nei porti e negli aeroporti in Italia. E' l'obiettivo della circolare 'Innalzamento livello di allerta relativamente alla diffusione della dengue presso i punti di ingresso italiani', messa a punto dall'Ufficio 3 (Coordinamento Usmaf-Sasn) del ministero della Salute. "A causa dell’aumento globale dei casi di Dengue, su disposizione del direttore generale, Francesco Vaia, si invitano gli Uffici di sanità marittima aerea e di frontiera (Usmaf-Sasn) a innalzare il livello di allerta e vigilanza nei confronti dei vettori provenienti e delle merci importate dai Paesi in cui è frequente e continuo il rischio di contrarre la malattia o dove è presente Aedes aegypti".  La circolare – che l'Adnkronos Salute ha avuto modo di visionare – ricorda "che il Regolamento sanitario internazionale (Capitolo IV – Disposizioni speciali per merci, container e aree di carico container e Allegato 5 misure specifiche per malattie a trasmissione vettoriale) prevede che l’area aeroportuale/portuale e i 400 metri circostanti siano tenuti liberi da fonti di infezione e contaminazione, quindi anche roditori e insetti". "Come già previsto dalla circolare del ministero della Salute del 28 settembre 2017, e in ossequio al Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle arbovirosi (Pna) 2020-2025 raccomanda agli Usmaf-Sasn di vigilare attentamente – precisa il documento – sulla disinsettazione degli aeromobili (tenendo in considerazione quanto previsto dalle circolari 25 marzo 2016; 27 luglio 2016; 19 agosto 2016, emanate in occasione degli outbreak di Zika) e di valutare – conclude – l’opportunità di emettere ordinanze per l’effettuazione di interventi straordinari di sorveglianza delle popolazioni di vettori e altri infestanti e di disinfestazione".  —[email protected] (Web Info)

Gaza, doppia telefonata Meloni-Schlein: sì del governo a cessate il fuoco 

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(Adnkronos) – Si sono sentite due volte oggi, a quanto si apprende, Elly Schlein e Giorgia Meloni. Al centro dei colloqui telefonici – il primo più breve e il secondo più articolato – tra la segretaria del Pd e la premier la situazione in Medio Oriente, un confronto alla luce della discussione in corso alla Camera con la mozione presentata dai dem in cui si chiedono il cessate fuoco umanitario e una conferenza di pace.  E' intanto stata approvata dalla Camera la mozione presentata dalla maggioranza sulla crisi in Medio Oriente. Via libera anche a parti del documento presentato dal Pd, a prima firma Elly Schlein, in cui si chiede un immediato cessate il fuoco. Ok in particolare al punto che chiede al Governo di "sostenere ogni iniziativa volta a perseguire la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani e a chiedere un immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza". Bocciata invece la premessa del testo. Approvata anche alle mozione presentata da Azione e a gran parte di quella depositata da Iv. Stop al documento del Movimento 5 stelle, con il via libera però alla parte che chiede l'apertura di corridoi umanitari, il sostegno a iniziative internazionali per la liberazione degli ostaggi, e di informare il Parlamento sull'autorizzazione all'esportazione di armi e sulle missioni del mar Rosso. Bocciata infine la mozione di Alleanza Verdi e Sinistra, tranne l'impegno per la convocazione di una Conferenza di pace.  
L'esito della conversazione telefonica con Meloni? "Lo misureremo col tempo. A noi non interessano i derby interni ma ci interessa contribuire come Italia alla fine di questo conflitto e a un'iniziativa più forte dell'Ue per riuscire a raggiungere una conferenza di pace e una soluzione politica. Per noi il primo passo e' questo cessate il fuoco umanitario che chiediamo da mesi. Ritengo positivo che sia stato possibile", ha detto Elly Schlein parlando con i cronisti alla Camera.  La segretaria Dem spiega che "io ho chiamato Meloni su questo conflitto chiedendo un'iniziativa diplomatica e politica più forte e incisiva del governo italiano e siamo senz'altro felici che la maggioranza abbia consentito che passasse il punto" del cessate il fuoco umanitario. "Noi siamo per un'iniziativa forte del governo italiano e dell'Ue per una soluzione politica e il cessate il fuoco è per noi il primo passo" in questa direzione. "Pur non avendo la maggioranza, questo punto è passato e questo è un risultato positivo per tutto il Paese".  Per la segretaria dem si tratta di "un passo avanti importante. Avevamo presentato questa mozione proprio per scuotere il dibattito nel Paese e per ottenere un avanzamento nelle posizioni del Parlamento e questo oggi è arrivato". "Altri punti della nostra mozione" sul Medioriente "non sono passati, a partire dal riconoscimento dello Stato di Palestina su cui continueremo a insistere".    —[email protected] (Web Info)

Ilaria Salis, rinviata decisione su consegna Gabriele Marchesi a Ungheria: resta ai domiciliari

(Adnkronos) – Gabriele Marchesi per ora non raggiungerà Ilaria Salis nelle carceri dell'Ungheria. La corte d’Appello di Milano – giudici Monica Fagnoni, Stefano Caramellino e Cristina Ravera – ha infatti deciso di rinviare la decisione sulla consegna del 23enne accusato di lesioni per presunte violenze contro dei neonazisti durante una manifestazione a Budapest l'11 febbraio 2023, insieme alla connazionale Salis che da quel giorno è detenuta in un carcere ungherese, e al contempo chiede se ci siano misure alternative rispetto al mandato di arresto europeo. Per il giovane i domiciliari sono protratti massimo fino al 18 maggio.  Nel provvedimento della corte, articolato e pieno di riferimenti a norme europee e internazionali, si "pospone la decisione sulla richiesta di esecuzione del mandato di arresto europeo" e si richiede – tramite il ministero della Giustizia – all'Ungheria "di stabilire se siano applicabili altri strumenti di cooperazione giudiziaria in materia penale diversi dal mandato di arresto europeo (Mae) atti a garantire l’esercizio dell’azione penale da parte sua gli atti istruttori a ciò necessari, e a soddisfare le esigenze cautelari".  La decisione si fonda su un delicato equilibrio tra il diritto di Marchesi a vedersi riconosciuti i diritti fondamentali in caso di detenzione, ma anche di salvaguardare tra gli Stati lo spazio comune in tema di giustizia che il Mae dovrebbe garantire.  La corte riconosce come l'indagato, ai domiciliari a Milano, abbia rispettato la misura, senza alcuna violazione, in tal senso chiede, in sintesi, all'Ungheria se questa misura non possa essere sufficiente e dunque di rinunciare alla consegna. Le parti hanno tempo fino a pochi giorni prima delle prossima udienza, in calendario il 28 marzo del 2023, per consegnare osservazioni e memorie, i domiciliari per l'indagato hanno come termine massimo il 18 maggio.  —[email protected] (Web Info)

L’allarme Dengue si allarga: i consigli degli esperti su viaggi, cure e vaccini

(Adnkronos) – Dal Brasile all'Argentina, l'allarme Dengue si allarga in Sudamerica e i timori per la sua diffusione in nuove aree geografiche arriva negli Usa. Una preoccupazione che non risparmia l'Italia, dove nel 2023 sono stati registrati 82 casi autoctoni di Dengue su 280 in totale. Proprio per far fronte a un possibile aumento dei casi, il vaccino contro la febbre Dengue "è stato ordinato e arriverà la prossima settimana", ha annunciato l'Inmi Spallanzani di Roma all'Adnkronos Salute. L'approvigionamento dei vaccini è curato dal ministero della Salute e organizzato poi a livello delle singole regioni. "Il vaccino sarà somministrato dall'Ambulatorio di Malattie tropicali – Travel clinic previa prenotazione al Cup dell'Istituto o scrivendo a [email protected]. La visita e il costo del vaccino sono a carico dell'utente", precisano dall'Inmi.  Trasmessa principalmente dalle zanzare Aedes aegypti e Aedes albopictus, la malattia continua a rappresentare una sfida significativa per la salute pubblica in molte parti del mondo. Con la sua diffusione in aumento in Sudamerica, c'è la necessità di prevenire eventuali casi d'importazione? Ecco cosa suggeriscono alcuni esperti virologi, tra cui Bassetti, Pregliasco e Gismondo.   "Di sicuro una situazione così pesante in un'area tanto vasta, con gli interscambi internazionali ormai ripresi e una presenza di zanzare vettrici più ampia sul nostro territorio, anche in inverno, ci pone di fronte a un rischio di diffusione di questa patologia" spiega all'Adnkronos Salute il virologo dell'università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco.  L'esperto suggerisce un'attenzione mirata nella "disinfestazione degli aerei. Per quanto riguarda la malaria – ricorda – è successo che delle zanzare sopravvissute al volo abbiano dato origine a focolai intorno ad aeroporti. Questo rischio esiste anche per la Dengue", avverte Pregliasco. "Se è vero che nella gran parte dei casi l'infezione colpisce in modo non pesante – sottolinea – nelle forme gravi, soprattutto nei soggetti fragili, arriva ad avere un rischio di evoluzione seria".   Per Matteo Bassetti è "importante fare due cose: chi si reca in Brasile e ha già avuto la Dengue proceda con la vaccinazione, perché in questo momento la malattia è fortemente endemica in tutto il Sud America. E poi serve informare chi rientra dal Brasile che, se ci sono sintomi compatibili con la Dengue, deve avvisare il proprio medico per fare il test: questo si può fare con avvisi o messaggi sul cellulare a chi sta viaggiando e rientra in Italia – anche attraverso le triangolazioni dei voli – così da intercettare i possibili casi. Perché in un Paese come il nostro, che già ha avuto casi endemici, ci potrebbero essere tanti altri contagi autoctoni"." Serve uno sforzo di prevenzione e comunicazione, ma mi pare che ci sia poca informazione anche sui media", afferma all'Adnkronos Salute il direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova.   "Ora un cordone sanitario sarebbe difficile da organizzare perché non c'è un test come per il Covid – risponde Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali – ma serve un prelievo del sangue, quindi un po' più complicato. Ora è importante che chi torna o parte per il Brasile o per altri Paesi dove la Dengue è endemica conosca i rischi e al rientro, se ci sono i sintomi della Dengue" – febbre (dai 2 ai 7 giorni), mal di testa acuto con dolore alle orbite degli occhi, forti dolori muscolari e alle giunture, nausea, vomito – "contatti il medico di famiglia che oggi deve essere sentinella del territorio, come accaduto con il MonkeyPox".  "Nel 2023 – ricorda Andreoni – ci sono stati in Italia oltre 360 casi di Dengue, di cui 82 autoctoni. La zanzara c'è anche da noi e quindi è chiaro che c'è preoccupazione per eventuali altri contagi d'importazione dal Brasile o Paesi limitrofi", avverte l'infettivologo. "Esistono però due vaccini efficaci contro la Dengue: non è chiaramente il momento per raccomandarli a tutti, ma se c'è in programma un viaggio in Brasile si possono fare. Non è facile, però – conclude – trovare centri specializzati che li facciano, quindi occorre armarsi di pazienza".  "Il cambiamento climatico e i viaggi internazionali renderanno sempre più frequenti i focolai di infezioni" trasmesse dalle zanzare, tra cui la febbre di Dengue, "anche in zone prima non coinvolte", evidenzia Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano. "Nel complesso tentativo di mitigare le conseguenze dei cambiamenti in atto" in un mondo sempre più globalizzato, la parola d'ordine è "prevenzione – raccomanda Gismondo – sia ambientale sia personale. Ambientale con la bonifica delle acque stagnanti, habitat ideale per l'infestazione di zanzare vettrici di queste infezioni; personale innanzitutto con l'uso di insettorepellenti se ci si reca in zone a rischio". —[email protected] (Web Info)

Allarme Dengue in Sudamerica: sintomi, cos’è e come si trasmette

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(Adnkronos) – Si allarga l'allarme Dengue in Sudamerica. In Brasile i casi hanno superato quota mezzo milione e in Argentina l'infezione trasmessa dalle zanzare è stata rilevata in oltre la metà delle province del Paese. Preoccupazione che non risparmia l'Italia dove "nel 2023 ci sono stati oltre 360 casi di Dengue, di cui 82 autoctoni", ricorda Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali. Di seguito una sintesi su cos'è la Dengue, sintomi e come si trasmette. "Di origine virale, la dengue è causata da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) ed è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus. Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri", come spiega il sito di EpiCentro dell'Istituto superiore di sanità. "Normalmente la malattia dà luogo a febbre nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara, con temperature anche molto elevate. La febbre è accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. I sintomi tipici sono spesso assenti nei bambini. La diagnosi è normalmente effettuata in base ai sintomi, ma può essere più accurata con la ricerca del virus o di anticorpi specifici in campioni di sangue".  "La misura preventiva più efficace contro la dengue consiste nell’evitare di entrare in contatto con le zanzare vettore del virus. Diventano quindi prioritarie pratiche come l’uso di repellenti, vestiti adeguati e protettivi, zanzariere e tende. Dato che le zanzare sono più attive nelle prime ore del mattino, è particolarmente importante utilizzare le protezioni in questa parte della giornata. Per ridurre il rischio di epidemie di dengue, il mezzo più efficace è la lotta sistematica e continuativa alla zanzara che funge da vettore della malattia. Ciò significa eliminare tutti i ristagni d’acqua in prossimità delle zone abitate, ed effettuare vere e proprie campagne di disinfestazione che riducano la popolazione di Aedes – spiega EpiCentro – Non esiste un trattamento specifico per la dengue, e nella maggior parte dei casi le persone guariscono completamente in due settimane". —[email protected] (Web Info)

Pechino Express 2024, La rotta del Dragone: nuova stagione al via dal 7 marzo

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(Adnkronos) – I fan di Pechino Express possono prepararsi per un'altra avventura indimenticabile, poiché il famoso reality show di viaggio è pronto per il suo ritorno sullo schermo con una nuova stagione al via dal 7 marzo 2024. Con la sua formula unica che mescola viaggi, competizione e scoperta culturale, Pechino Express continua a catturare l'immaginazione del pubblico di tutto il mondo.  In questa nuova stagione, condotta da Costantino Della Gherardesca affiancato dall'inviato speciale Fru dei The Jackal, i concorrenti affronteranno un viaggio emozionante lungo la 'Rotta del Dragone' tra Vietnam, Laos e Sri Lanka. Con una combinazione di città affollate, paesaggi rurali e luoghi remoti, i partecipanti saranno sfidati a navigare attraverso una varietà di ambienti e a superare ostacoli unici lungo il percorso.  Otto le coppie di concorrenti che si sfideranno nel corso delle 10 puntate in prove fisiche e mentali, faticosi autostop e incontri emozionanti. La dinamica tra i membri delle squadre sarà fondamentale per il loro successo nel superare le prove e raggiungere l'obiettivo finale.  
A sfidarsi saranno: Fabio Caressa e la figlia Eleonora; Damiano Carrara e il fratello Massimiliano; Artem e Antonio Orefice da Mare Fuori; Paolo Cevoli ed Elisabetta Garuffi; Nancy Brilli e Pierluigi Iorio; Kristian Ghedina e Francesca Piccinini; Maddalena Corvaglia e Barbara Petrillo; Estefania Bernal e Antonella Fiordelisi.  Con la sua miscela di avventura, competizione e esplorazione culturale, Pechino Express continua a essere uno dei reality show più amati e apprezzati in tutto il mondo. La nuova stagione promette di offrire ancora una volta un'esperienza coinvolgente e indimenticabile per i concorrenti e gli spettatori, confermando il suo status di icona televisiva nel panorama dei programmi di viaggio. Appuntamento alle ore 21.15, in esclusiva su Sky, in streaming solo su NOW, sempre disponibile on demand e visibile su Sky Go. —[email protected] (Web Info)

Riforme, Ceccanti: “Non serve un’Assemblea costituente, considero sbagliata questa proposta”

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(Adnkronos) – Una Assemblea costituente per le riforme istituzionali? "Capisco lo spirito costruttivo ma per diversi motivi considero sbagliata questa proposta del caro amico
Giuseppe Tognon (
su La Repubblica – ndr). La prima è che se c'è da rinnovare un patto, va fatto fra le forze politiche che sono presenti in Parlamento. La seconda è che lo strumento è sproporzionato rispetto a quello che c'è da fare". Così all'Adnkronos Stefano Ceccanti, professore ordinario di Diritto pubblico comparato presso l'Università "La Sapienza" di Roma, che
aggiunge: "Caso mai si sarebbe dovuta costituire una bicamerale dentro questo Parlamento. Sarebbe stato lo strumento più congruo a favorire accordi. Lavorare invece in Commissione affari costituzionali, dove già maggioranza e opposizione si dividono sulle altre materie, si è infatti rilevato molto più polarizzante".  Secondo il costituzionalista, che con Libertà Eguale insieme a Fondazione Magna Carta e Io Cambio ha lanciato un'iniziativa bipartisan per una riforma condivisa e quindi per evitare il referendum confermativo sul premierato con l’approvazione a maggioranza di due terzi delle Camere, "non bisogna creare un canale parallelo (al Parlamento – ndr) perché crea problemi. Lo ha dimostrato l'esperienza del Cile che ha eletto due Assemblee costituenti in parallelo al Parlamento e poi alla fine ha perso i referendum. Quindi il patto – sottolinea – lo devono e possono fare le forze politiche presenti in Parlamento cercando in tutti i modi di arrivare ai due terzi, cosa che è tecnicamente possibile. E' solo una questione di volontà politica".  In secondo luogo, "lo strumento (Assemblea Costituente – ndr) è sproporzionato rispetto a quello che c'è da fare: una importante ma limitata revisione della seconda parte della Costituzione relativamente a una forma ragionevole di premierato con equilibri rinnovati; e, a completamento del Titolo Quinto, la trasformazione del Senato in Camera delle Regioni, che è il vero buco nero del rapporto centro-periferia e senza il quale anche l'Autonomia differenziata crea più problemi che soluzioni". Riforme per cui "è del tutto sproporzionato lo strumento Assemblea costituente. Non serve. Va considerato che nello spirito della Costituzione le due ipotesi dell'articolo 138 pari non sono, come ha ricordato recentemente anche il presidente della Corte costituzionale
Barbera. Le riforme condivise a due terzi dovrebbero essere la prima scelta, mentre quelle a maggioranza assoluta come il referendum – conclude Ceccanti – dovrebbe essere vista solo come una subordinata". (di Roberta Lanzara) —[email protected] (Web Info)

Sanremo, totonomi per Festival 2025: Antonella Clerici in pole

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(Adnkronos) – Con i record d'ascolti inanellati in cinque anni da Amadeus al Festival e un cambio di vertice Rai all'orizzonte, non è facile immaginare una rapida risoluzione dell'incognita su Sanremo 2025, che si è aperta con la fine del festival sabato scorso. Amadeus ha detto con molta chiarezza che non lo rifarà e sembra difficile che a questo punto che possa tornare indietro. Ma da più parti – in primis dai discografici – viene invocata la prosecuzione di un modello che ha dato insieme grandi risultati d'ascolti, grandi risultati per la musica e un ringiovanimento del pubblico che è una garanzia per il futuro del festival.  Ieri mattina, collegata in diretta con Fiorello, Antonella Clerici ha detto chiaramente che lei non avrebbe paura di prendere il testimone del re Mida degli ascolti, magari in coppia con un conduttore più giovane. Fiorello ha proposto Alessandro Cattelan (che di gara canore se ne intende, visti i 10 anni passati ad 'X Factor') ma circola – a quanto apprende l'Adnkronos – anche il nome di Stefano De Martino. Una conduttrice benvoluta dal pubblico di Rai1 insieme ad un conduttore che guarda ai giovani potrebbe essere la soluzione. Magari con la direzione musicale del festival affidata ad un noto direttore d'orchestra e/o arrangiatore.  Clerici non è naturalmente l'unico nome che la Rai potrebbe giocarsi dal suo interno: Carlo Conti è un uomo d'azienda e probabilmente non si tirerebbe indietro di fronte all'imponente mission, ma i suoi impegni con 'Tale e Quale', che regalano grandi soddisfazioni a Viale Mazzini, potrebbero risentirne. Si parla anche di Paolo Bonolis, ma forse solo perché il suo contratto con Mediaset è in scadenza a giugno. 
Bonolis ha già fatto più volte il festival e chissà se avrebbe voglia di cambiare di nuovo gruppo e mettere le mani sul festival nel momento del suo picco d'ascolto. Così come non è dato ancora sapere se la Rai sia interessata ad un suo tracloco. Le voci che si rincorrono sono tante, spesso prive di elementi reali a supporto: si è parlato molto anche dell'ipotesi di Laura Pausini in coppia con Paola Cortellesi ma le due non hanno mai accennato ad una simile possibilità, per non parlare del fatto che la macchina del festival assorbe molti mesi di preparazione e entrambe hanno due carriere lanciatissime tra musica, tv e cinema. Qualcuno tira fuori dal cilindro anche ipotesi di coppie Rai-Mediaset, con l'intervento, accanto ad un conduttore Rai, di Maria De Filippi (che peraltro ha già fatto un festival con Carlo Conti) o di Gerry Scotti. Ma siamo per ora nell'ambito del FantaSanremo e i bonus e i malus sono ancora tutti da ponderare. (di Antonella Nesi) —[email protected] (Web Info)

Infezioni da superbatteri costano circa 1 miliardo all’anno, roadmap con 10 priorità

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(Adnkronos) – Le infezioni da superbatteri costano circa 1 miliardo all'anno. Educare i cittadini ad un uso consapevole degli antibiotici e formare i professionisti sanitari, sviluppare nuovi antibiotici e nuove strategie, monitorare e controllare la resistenza agli antibiotici: sono queste alcune priorità della Roadmap per l’antimicrobico resistenza, diffusa oggi da Cittadinanzattiva con l’obiettivo di contribuire alle decisioni di politica sanitaria per debellare questo fenomeno che sta assumendo, sempre più, i contorni di un'epidemia. Il documento, fra i vari argomenti trattati, analizza e riassume le conoscenze attuali sull’antimicrobico resistenza in Italia, il suo impatto economico, il coinvolgimento dei pazienti e la comunicazione sul tema, l’importanza dei test diagnostici rapidi, presentando infine 10 diverse strategie che possono essere adottate in forma di priorità per combattere l’antimicrobico resistenza. A livello globale, le infezioni da batteri resistenti causano circa 1,5 milioni di morti all'anno, tale numero sale a quasi 5 milioni considerando i decessi indiretti legati all'Amr. In Italia ci sono tra 10.000 e 15.000 morti ospedaliere annue dovute a infezioni da batteri multiresistenti, ma stime realistiche suggeriscono numeri ancora più elevati. Per quanto concerne l’impatto economico, una recente analisi rivela un costo annuo di circa 800 milioni di euro dovuto all'aumento dei ricoveri per acuti in regime ordinario conseguenti alle infezioni. Inoltre – evidenzia il documento – emerge anche la perdita di produttività dei pazienti, in particolare quelli in età lavorativa, con un impatto economico stimato di circa 200 milioni di euro dovuto alle giornate aggiuntive di ricovero.  La Roadmap per l’Antibiotico Resistenza è stata elaborata con la collaborazione di 14 esperti – rappresentanti del mondo scientifico, istituzionale e delle associazioni dei pazienti – e con l’obiettivo di individuare, appunto, 10 priorità potenziali per affrontare il problema: utilizzare gli antibiotici in modo responsabile e completare il ciclo di trattamento; educare la cittadinanza e i professionisti sanitari; sviluppare nuovi antibiotici e nuove strategie, tramite finanziamenti diretti alla ricerca, sovvenzioni e agevolazioni fiscali, premi o incentivi economici per la commercializzazione di nuovi trattamenti efficaci; promuovere misure di prevenzione delle infezioni per la cittadinanza; promuovere l'igiene nelle strutture sanitarie attraverso rigorosi protocolli di controllo delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria.  Queste le altre priorità: coinvolgere attivamente i pazienti nelle ricerche cliniche e nelle strategie di trattamento, in particolare per malattie che richiedono trattamenti a lungo termine; implementare l'uso di test diagnostici rapidi per identificare i microrganismi responsabili di infezione e attuando una terapia germe-orientata; implementare sistemi di sorveglianza per monitorare la diffusione della resistenza agli antibiotici; promuovere un nuovo paradigma di salute che comprenda l'educazione sanitaria, la gestione personalizzata delle terapie e una maggiore partecipazione dei pazienti e delle loro associazioni nei processi decisionali relativi alla loro salute; promuovere e finanziare la ricerca internazionale, secondo un approccio One Health. "Il fenomeno dell’antimicrobico resistenza rappresenta una emergenza per la sanità pubblica – sottolinea Valeria Fava, responsabile coordinamento politiche della salute di Cittadinanzattiva – non solo per l'impatto epidemiologico, economico e sociale che ne deriva, ma in più perché è evidente il rischio determinato dalla rapida perdita di efficacia da parte di un numero sempre più elevato di antibiotici e dal ridotto sviluppo di nuove molecole antibiotiche nel corso dell’ultimo decennio. Per questo è prioritario individuare una strategia condivisa e unitaria per contrastarla, che veda forte la sinergia e la valorizzazione di tutti gli attori coinvolti, affidando ad ognuno responsabilità e impegni".  "La nostra Roadmap – spiega – nasce proprio per contribuire a identificare le priorità d’azione che vanno dalla sensibilizzazione ed empowerment della cittadinanza, al coinvolgimento attivo dei pazienti nella ricerca clinica e nelle strategie di trattamento, al ruolo dei professionisti sanitari nell’uso appropriato degli antibiotici, per arrivare all’introduzione di politiche e incentivi volti a favorire la ricerca e lo sviluppo di nuovi antibiotici". La Roadmap per l’antimicrobico resistenza è realizzata con il contributo non condizionato di Shionogi.  —[email protected] (Web Info)

Vitiligine, Leonardi (Fdi): “Manifesto essenziale per presa in carico pazienti”

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(Adnkronos) – “Il manifesto in cinque punti per i pazienti con vitiligine è essenziale per una presa in carico efficace e precoce, per poter dare le risposte migliori che anche l'evoluzione della scienza e dell'approfondimento medico stanno portando avanti. Quindi questo percorso è certamente importantissimo per dare una risposta unica ed efficace in tutto il nostro territorio”. Così all’Adnkronos Salute la senatrice di FdI Elena Leonardi, della X Commissione Affari Sociali Sanità, Lavoro pubblico e privato, Previdenza sociale del Senato, partecipando questa mattina a Palazzo Madama alla presentazione del Manifesto con i 5 punti per i diritti dei pazienti affetti da vitiligine: riconoscimento della vitiligine, eliminazione dello stigma, accesso equo e tempestivo alle cure, creazione di reti regionali e di percorsi di cura integrati, supporto psicologico.  E sul riconoscimento della vitiligine come patologia cronica autoimmune e sistemica, speso progressiva, Leonardi non ha dubbi: “Ci stiamo lavorando perché come tutte le evoluzioni scientifiche hanno necessità di basi, di percorsi, però mi sembra di poter affermare che una sensibilità sicuramente c'è e anche questa giornata di approfondimento, oltre al percorso che c'è dietro, saranno sicuramente utili a fare dei passi avanti proprio in questa direzione” conclude. —[email protected] (Web Info)