Spending review: Monti, “non faremo tagli con l’accetta”

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Doppio incontro oggi per il governo sulla questione spending review. L’esecutivo ha ricevuto a Palazzo Chigi prima la delegazione degli enti locali e poi quella delle parti sociali. Un confronto delicato, dopo che nei giorni scorsi è emerso il malumore di ministri, partiti e statali, mentre i sindacati sono in trincea, pronti allo sciopero. “Non credo si possa evitare lo sciopero generale se ci saranno solo tagli lineari” come quelli annunciati sui pubblici dipendenti, afferma il segretario della Uil, Luigi Angeletti, uscendo da Palazzo Chigi. “Una carezza alla politica e una stangata per i lavoratori” la definisce ancora Angeletti, aggiungendo che “siamo insoddisfatti perché ci sono stati illustrati i tagli per titoli per i cosiddetti costi della politica, le provincie e le società pubbliche. Sono stati invece precisissimi sui tagli dei dipendenti pubblici”. Duro anche il segretario Cisl Raffaele Bonanni: “Il governo non ci ha convinto. Vorremmo esserlo nei prossimi giorni e chiediamo un’operazione seria, non di facciata. Chiediamo una ristrutturazione di Regioni, Province, Comuni. Gli esuberi vengono fuori da un lavoro analitico, che finora il governo non ha fatto”. “Finora – aggiunge – ci sono solo discussioni aleatorie. Io ho avuto l’impressione che il governo non abbia le idee chiare”. Giudizio condiviso dalla segretaria della Cgil Susanna Camusso: “Abbiamo trovato un governo reticente e criptico nel dire cosa intende mettere nel provvedimento che farà venerdì. Questo ci ha preoccupato”. Ad ogni modo, precisa ancora Bonanni, “il giudizio è sospeso fino alla decisione finale che prenderà il governo”. Più positivo il commento degli industriali.”Complessivamente è un buon inizio. Confindustria ne condivide l’impostazione ma ora dobbiamo valutare nel dettaglio i provvedimenti”, afferma il presidente Giorgio Squinzi. L’esecutivo deve decidere innanzitutto l’entità dei tagli alla spesa pubblica: se fare un decreto da 7-8 miliardi (che, secondo alcune indiscrezioni potrebbe arrivare anche a 10 miliardi) o scegliere un provvedimento più leggero da 5-6 miliardi rinviando il resto dei tagli all’autunno. Monti ha spiegato che sarà divisa in tre fasi. La prima avviata la scorsa settimana con i tagli alla presidenza del Consiglio ed al Tesoro. La seconda sta per partire con il decreto legge in discussione. La terza arriverà tra qualche settimana con un altro decreto per la riorganizzazione delle amministrazioni periferiche. Tra le misure previste ci sarebbe anche il taglio del 20% dell’organico dei dirigenti della P.A. e del 10%dei dipendenti secondo quanto riferito dal viceministro all’Economia Vittorio Grilli nel corso della riunione a Palazzo Chigi. “Si è detto che si può mantenere la norma precedente per un periodo che va fino al 2013”, chiarisce Camusso riferendosi alla possibilità di deroga alla riforma Fornero per gli esuberi della Pa che matureranno entro il 31 dicembre 2013 i requisiti per andare in pensione con le vecchie regole. Monti e il ministero del Tesoro opterebbero per la prima eventualità ma ci sarebbero le resistenze dei ministeri di cui tener conto, in particolare quello della Salute guidato dal ministro Renato Balduzzi che sarebbe particolarmente colpito, insieme ai titolari di Interno, Giustizia ed Esteri. Sulla spending review serve “un intervento urgente, entro questa settimana”, ha messo in guardia Grilli, in quanto “l’Italia è sempre ‘sorvegliata speciale’ a livello europeo”. E il premier appare intenzionato ad andare avanti. “Se per decenni – ha detto Monti – si indulge ad assecondare un superficiale ‘tiriamo a campare’ e a iniettare nella mente dei cittadini la sensazione che un paese con mille risorse, compreso l’estro, possa non affrontare i seri problemi che altre nazioni hanno preso di petto, forse deve venire il momento in cui si affrontano i problemi”. “Non si tratta di una nuova manovra di finanza pubblica, ma di un’operazione strutturale di spending review”, ha aggiunto il premier. Secondo quanto avrebbe sottolineato Monti l’obiettivo è “eliminare gli sprechi e non ridurre i servizi”. L’intenzione del governo sarebbe quella di evitare “tagli lineari guardando alle più alte priorità”.